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Saveriano.

Nasce il 25luglio 1930 a Castel di Croce di Rotella (AP) da Pietro Laurenzi e da Santa Fioravanti; studia nel seminario di Ascoli ed è consacrato sacerdote nel 1956 dal vescovo Squintani. Conterraneo della Beata Assunta Pallotta, morta missionaria in Cina nel 1926, intende seguire le sue orme e per questo entra nell'Ordine dei Saveriani che ha proprio quel grande Paese come terra di missione. Chiusa la Cina ai missionari dopo l'avvento dei comunisti, è inviato nel 1957 in Indonesia, nell'isola di Sumatra, dove vive prima per cinque anni sullo stretto di Malacca e poi, nei successivi tredici, a Padang. DaI 1983 si trova a Jakarta dove istituisce un seminario saveriano resosi necessario dopo la proibizione, dal 1978, dell'ingresso di nuovi missionari. Negli ultimi anni padre Silvano è stato testimone diretto della repressione cruenta degli oppositori del regime, avvenuta in tutta l'Indonesia ed in particolare a Timor-Est ed estesasi anche ai cattolici.

 

Indirizzo:

Parrocchia di S.Matteo-Bintaro-Jakarta

Pastoran Katolik - Jl.Utama I - Pondok Karya - Tromol Pos I - Bintaro -

Jakarta 12330 -Indonesia- 

tel.( 21) 7358123 - 73882716 - fax 73882715  

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Padre Silvano Laurenzi e la beata Assunta Pallotta
P.Silvano Laurenzi di Castel di Croce, da 43 anni missionario in Indonesia, ha ricordato che ha voluto fare il missionario per seguire le orme di una suora sua paesana, oggi beata, che morì in Cina di tifo, la beata Assunta Pallotta. Non si contentava di fare "solo il prete" ma voleva andare, come la beata Assunta, in Cina per continuare l'opera della beata Assunta. Ma non fu possibile perché la Cina, divenuta comunista, espulse i missionari allora presenti e non permise l'entrata di altri. Nel frattempo la sua Congregazione aveva aperto un missione in Indonesia dove fu destinato pure lui. Ha ricordato con nostalgia i primi anni di missione quando ha lavorato tra i lebbrosi, con tantissime difficoltà, ma con altrettante soddisfazioni. Ha poi ricordato le tristi vicende che hanno sconvolto in questi ultimi mesi l'Indonesia e la parte orientale dell'isola di Timor. Ha ricordato la denuncia coraggiosa dei vescovi cattolici contro le ingiustizie perpetrate dal precedente presidente e come gli studenti, soprattutto quelli dell'università cattolica, seppure senza organizzazione e senza guide, sono riusciti a far cadere il vecchio dittatore. In Indonesia, paese a stragrande maggioranza islamica, i cristiani sono una minoranza, ma sono coraggiosi e ben radicati nella fede e per questo, in un certo senso, temuti dagli islamici stessi. Negli ultimi tempi sono capitati screzi interreligiosi anche con chiese bruciate. Ebbene i non cristiani sono rimasti molto meravigliati del 'silenzio' dei cristiani che hanno così dimostrato di non aver paura e che all'odio non si deve rispondere con l'odio. Ma - ha ricordato - anche dagli islamici c'è qualcosa da imparare: l'islam non ha missionari ma ogni fedele di Maometto diventa un tenace divulgatore del suo credo e lo sarà per tutta la durata della sua vita. Ogni cristiano deve fare altrettanto perché essere battezzati non è un dono personale ma un bene di cui far partecipi gli altri, con entusiasmo e senza paure sapendo che non ha niente da temere perché, secondo la promessa, Lui è sempre con noi. Quando si è innamorati di Gesù non si ha più paura di nulla, chi non ama Gesù va in crisi.

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