LA CAMPAGNA
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Tutte le foto che vi presentiamo in questa pagina vogliono mettere in risalto la quiete che è sovrana e la pace che regna nelle nostre campagne.Tuttavia è bene precisare che esse sono visioni affatto rare, e sono foto scattate quasi sempre allinsaputa dellinteressato.
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Nonostante il trattore sia entrato
prepotentemente nella vita del contadino alleviando non
poco le sue fatiche, resta ancora qualcuno legato, più
che altro affettivamente, al suo antico mezzo di
trasporto: il somaro, che non è soltanto tale, ma un
compagno e spesso un amico. Non è raro, infatti, vedere un contadino che lavora il suo terreno avendo poco distante il suo somaro che bruca tranquillamente lerba e al tramontar del sole si riuniscono per tornare insieme a casa.
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"Tu
te scuorde, figliu mio,
che da me quell'animale
più di tutti è preferito
perché proprio è dozzinale?
Chella
bestia accussì umile,
rint''a grotta, 'a Santa Notte,
me scarfaje c''u sciato suoio,
nun appena ca nascette.
Indi
poi da Bettelemme,
fu compagno mio di sorte:
me purtaie anzì in Egitto
pe' scanzarmi da la morte.
Quando
poi arrivò l'ora
-quanno 'a morte m'aspettava-
nel momento del trionfo,
pure 'o ciuccio me purtava !
Che
giornata gloriosa
Quella di Gerusalemme !
Isso, tuosto int'ammuina
se ne jeve lemme lemme.
Senza
manco spaventarse,
me purtaje buone buono
'n miez''a folla e miez''e frasche
fino a 'u tempio 'e Salumone.
Comme
fosse nu stallone
sentì il magico momento,
ritornando in umiltà
senza manco nu lamiento.
Perciò
io a 'st'animale
devo gran riconoscenza
e rimane prediletto
'nzieme a tutta 'a rescennenza.
Visto ca r'a gente 'e vascio
viene ancora maltrattato,
l'ho voluto accanto a me
pecché hadda esse rispettato !
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Conducono
i loro greggi per i pascoli in collina estraniandosi
completamente dal mondo che li circonda. Per loro
esistono solo le pecore che riconoscono una ad una e, per
amici, hanno solo i loro cani. I prodotti della pecora a Castel Morrone sono molto apprezzati. Si comincia con il formaggio di latte di pecora, difficile ma non impossibile da trovare, che in certi periodi dellanno, supera per qualità e gusto i più rinomati e reclamizzati formaggi nazionali. |
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Nelle
macellerie di Castel Morrone la carne di pecora è la più
richiesta e con essa gli "ABBUOTI" che sono
degli involtini di pezzi di carne di scarto (avete capito
bene: di SCARTO!) che vengono conditi e legati con
intestini. Essi per i morronesi rappresentano il classico "BOCCONE DEL PRETE". Vanno lessati a lungo e dopo possono essere mangiati semplicemente con sale e pepe oppure fritti o arrostiti sulla brace. Non si crederebbe, ma sono eccellenti. |
BOZZETTO DEL MAESTRO
GIOVANNI TARIELLO
PER LA GARA DEL SOLCO 1999
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In occasione della festa alla Madonna del
Castello ,o meglio sarebbe dire SANTA MARIA DE MURRONE, come
nelle antiche cronache, vengono fuori riti antichissimi una volta
dedicati alla Dea Cerere e prima di lei ad altre Dee, Patana
Pistia e Kerres che
proteggevano, dalla cima del monte Castello, i raccolti della
sottostante valle in specie quello dei cereali. Il rituale è più eloquente di qualsiasi trattato o documento storico. |
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La Madonna, normalmente, risiedeva nella sua antichissima chiesetta sul monte Castello, la più antica di Castel Morrone, tanto che in una bolla del vescovo di Capua del 1113 era già citata come SANTA MARIA DE MURRONE, da dove vigilava sui suoi protetti abitanti della valle e da dove presiedeva alle semine autunnali e primaverili dopo di che, il decimo giorno dopo al Pasqua, sempre di un giovedì, veniva portata giù in paese per preparare la festa grande che si svolge nel giorno dellAscensione , quasi ad ingraziarsi la divinità per gli imminenti raccolti. |
PITTURA RUPESTRE DI PEPPE
VILLANO
SULLA STRADA DI MONTE CASTELLO
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Si tratta di incidere sul terreno profondi e
lunghissimi solchi, anche di più chilometri, tra mille difficoltà
con una aratro di legno e una coppia di buoi. Questa gara, più che una fatica è da considerarsi una devozione profonda che resiste ancora, e la vittoria viene assegnata al solco più diritto e più lungo tenendo conto delle difficoltà oggettive incontrate sul terreno come particolari asperità, boschi, zone particolarmente coltivate che non possono essere attraversate e, spesso, lo stesso fiume Volturno.
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Tutti i solchi convergono, quale squisito
omaggio alla Vergine, ai piedi del monte Castello dalla cui cima,
ogni cittadino ammira, discute e giudica con la profonda
competenza che gli proviene dai una plurisecolare tradizione.Anche questa competizione, sicuramente tra le più caratteristiche ed originali, richiama antichissimi ludi campestri in onore di divinità pagane.
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Sono due canti che ci sono pervenuti per tradizione orale dalla notte dei tempi, per cui, con il passar dei secoli, il significato delle parole, in molti casi, è stato talmente stravolto che hanno finito per perdere ogni nesso logico per cui una traduzione in lingua risulta quasi del tutto impossibile.Tuttavia queste filastrocche che vi proponiamo continuano ad essere cantate da gruppi di persone che intendono, a questo modo, portare i loro auguri a casa di amici e parenti i più stretti dei quali, con simpatico sadismo, vengono conservati per ultimi con la speranza di tirarli giù dal letto. |
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La comitiva è, di solito, formata da meno di una diecina di persone forniti di strumenti tipici come "putipù", "scetavajasse", "pignatte", e "piatti" che di solito sono due coperchi di pentole. Da qualche anno comincia a comparire qualche fisarmonica ed altri veri strumenti. Una volta questi canti erano esclusiva dei bambini più poveri che, muniti di un sacco. andavano casa per casa, facendo una vera e propria questua di fichi secchi, noci, arance, e qualche pezzo di dolce natalizio.
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Santu
Serevieste
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Nuje
simme pellegrini
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