© 1998-2001 Fabio Rizza
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Aranci
in fiore
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Così Gilardino descrive la genesi di questa composizione:
Il mercante d'arte, poi divenuto anche editore di musica, Aldo Bruzzichelli, un fiorentino geniale che Castelnuovo aveva scelto come amico del cuore (gli dedicherà in seguito Platero y yo, un grande elogio dell'amicizia), si era prodigato nel 1935 nell'improba ricerca, fuori stagione, di una cesta di arance per Lorenzo, il figlio secondogenito del musicista, che era caduto ammalato e che necessitava di un'alimentazione fortemente vitaminica. Il miracolo delle arance venne compiuto e Castelnuovo-Tedesco, non sapendo come sdebitarsi con l'amico Bruzzichelli, decise di scrivere per lui (che era chitarrista dilettante) un pezzo di ringraziamento. Immaginando senza averlo mai visto il paesaggio siculo e la Conca d'oro, il compositore ricorre alla chitarra soprattutto per il potere evocativo del suo suono, e le affida una canzone trepida e sognante che, nella sezione centrale, assomiglia a una melodia popolare. (1)
Aranci in fiore ha avuto un certo successo grazie soprattutto all'interpretazione di Segovia. Recentemente, però, il brano compare molto di rado nei programmi concertistici e ciò è un peccato perché, se abbinato alla Tarantella, il brano forma un dittico piacevole e frizzante.
(1) ANGELO GILARDINO, note di copertina del disco di Massimo Felici (vedi discografia).