Opere
per chitarra e orchestra
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© 1998-2001
Fabio Rizza
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Concerto
n. 1
in re maggiore
op. 99
- I. Allegretto
- II. Andantino
alla romanza
- III. Ritmico
e cavalleresco
Data
di composizione: dicembre 1938-gennaio 1939
Dedica: Andrés Segovia
Prima esecuzione pubblica: Montevideo, 28 ottobre 1939, chitarrista
Andrés Segovia, S.O.D.R.E. Orchestra diretta da Baldi
Editore: Schott, London 1954
Organico: chitarra e orchestra (flauto, oboe, 2 clarinetti,
fagotto, corno, timpani, archi - 2 violini primi, 2 violini secondi,
2 viole, 2 violoncelli, 1 contrabbasso)
Discografia:
- SIEGFRIED BEHREND, Castelnuovo-Tedesco:
Concerto op. 99, Nürbergerer Sinfoniker, direttore Helmuth Golmann,
Colosseum
- SIEGFRIED BEHREND, Rodrigo: Concierto de Aranjuez - Castelnuovo-Tedesco:
Concerto op. 99, Berliner Philharmoniker, direttore Reinhard Peters,
Deutsche Grammophon DGG 139 166 (ora ristampato su CD Eloquence 457
306-2) NB: Si tratta di una registrazione realizzata con i Berliner
Philharmoniker nel 1966: per Behrend è già la seconda incisione del
Concerto!
- ERNESTO BITETTI, Rodrigo: Concierto de Aranjuez, Castelnuovo-Tedesco:
Concerto op. 99, Orquesta de Conciertos de Madrid, direttore José
Buenagu, Hispavox-Erato 10-335
- COSTAS COTSIOLIS, Concerte pentru chitara si orchestra,
Ionescu-Galati direttore, Electrecord 01930
- ALIRIO DIAZ, The Virtuoso Guitar, Vol. 2, I Solisti
di Zagabria, direttore Antonio Janigro, Vanguard VDS-71152; ora in
Cuatro siglos de Guitarra Española, Vanguard Classics
- EDUARDO FERNÁNDEZ, Rodrigo & Castelnuovo-Tedesco: Guitar
Concertos, English Chamber Orchestra, direttore Miguel Gomez,
Decca 417 199-2
- NICOLA HALL, Paganini/Castelnuovo-Tedesco: Guitar Concertos,
London Mozart Players, direttore An-drew Litton, Decca 440 293-2
- NORBERT KRAFT, Rodrigo, Villa-Lobos, Castelnuovo-Tedesco:
Guitar Concertos, Northern Chamber Orchestra, direttore Nicholas
Ward, Naxos 8.550729
- VLADIMIR MIKULKA, Guitar and Orchestra, (Orchestra
Sinfonica di Radio Praga), Panton 11 0608 G
- PEPE ROMERO, Villa-Lobos & Castelnuovo-Tedesco: Guitar
Concertos, Academy of St. Martin-in-the-Fields, direttore Sir
Neville Marriner, Philips 416 357-2
- ANDRÉS SEGOVIA, Concerto per chitarra e orchestra,
EMI CO 53-01021; anche in The Complete 1949 London Recordings,
New London orchestra, direttore Alec Sherman, Testament SBT 1043 NB:
La registrazione venne effettuata tra l'11 e il 12 luglio del 1949.
Probabilmente è la prima incisione mai realizzata di un concerto per
chitarra e orchestra.
- ANDRÉS SEGOVIA, Mario Castelnuovo-Tedesco: Guitar Concerto
in D major op. 99, Quintet for Guitar and Strings op. 143, Theorema
TH 121.165
- EMANUELE SEGRE, Rodrigo, Villa-Lobos, Castelnuovo-Tedesco:
Concertos for Guitar & Orchestra, Grande Orchestra Sinfonica di
Milano "Giuseppe Verdi", direttore Gianandrea Noseda, Claves CD 50-9516;
anche allegato a "La chitarra classica", Amadeus Speciale,
ottobre 1996
- MARCOS TSESSOS, Guitar Concertos from Two Centuries,
Chamber Orchestra of St. Petersburg Philharmony, direttore Vladimir
Altschuler, Infinity Digital 64335
- JOHN WILLIAMS, Rodrigo, Castelnuovo-Tedesco: Two Guitar
Concertos, Philadelphia Orchestra, direttore Eugene Ormandy, Columbia
ML 6234
- JOHN WILLIAMS, Castelnuovo-Tedesco: Concerto, Op. 99;
Dodgson: Concerto No. 2; Arnold: Serenade for Guitar & Strings,
English Chamber Orchestra, direttore Sir Charles Groves, CBS 76634;
ora in The Great Guitar Concertos, CBS M2K 44791 e in Guitar
Concertos, CBS M2YK 45610
- KAZUHITO YAMASHITA, Rodrigo: Concierto de Aranjuez; Castelnuovo-Tedesco:
Concerto in re op. 99, Tokyo Philharmonic Orchestra, direttore
Shigenobu Yamaoka, RCA RCL-2280 (JRL 1-1570)
- KAZUHITO YAMASHITA, Mario Castelnuovo-Tedesco: Concertos
No. 1 & 2, Concerto for 2 Guitars, Naoko Yamashita, London Philharmonic
Orchestra, direttore Leonard Slatkin, BMG RD 60355
- NARCISO YEPES, Chefs-d'œuvre de la guitare espagnole,
London Symphonic Orchestra, direttore Garcia Navarro, Deutsche Grammophon
445 441-2
L'imponente
discografia testimonia l'enorme successo che questo concerto ha sempre
riscosso presso il pubblico e gli interpreti, secondo per popolarità solo
al Concierto de Aranjuez di Rodrigo. Eppure Castelnuovo-Tedesco
era seriamente preoccupato dal fatto di dover affrontare il delicatissimo
equilibrio tra la chitarra e l'orchestra:
Finalmente
Segovia mi fece una richiesta che mi lasciò molto perplesso: mi chiese
un Concerto per Chitarra e Orchestra! Questa volta finalmente
esitai: [...] mi sentivo ormai abbastanza sicuro della tecnica chitarristica
[... ma] non riuscivo ancora ad immaginare (non avendola mai sentita)
'l'associazione' della Chitarra con gli altri strumenti dell'orchestra.
[...] Era un problema insieme di 'quantità' e di 'qualità' di suono
che mi spaventava, e che non osavo affrontare!
[...]
Intanto gli eventi precipitavano: nel 1938 s'accese la 'campagna razziale',
ed io mi preparavo a lasciare l'Italia (con quale strazio nell'anima
nessuno può immaginarlo!): pieno d'angoscia e di preoccupazioni, da
sei mesi non componevo più [...]. Allora Segovia compì un gesto squisito,
che non dimenticherò: in quel periodo in cui tanti colleghi mi voltavan
le spalle (o almeno mi evitavano accuratamente) Segovia venne a Firenze
apposta per passare le vacanze di Natale con me, e per incoraggiarmi
a sperare in un migliore avvenire: mi disse che non dovevo disperare,
che avevo talento e che in America avrei saputo rifarmi una vita; insomma
mi confortò grandemente. Ed io rimasi così commosso da quel suo gesto
amichevole che gli promisi che il primo lavoro che avrei scritto sarebbe
stato il Concerto per Chitarra e Orchestra, che tante volte gli
avevo promesso. Anzi, durante il suo soggiorno a Firenze, scrissi senz'altro,
tutto d'un fiato, il I° tempo, e lo collaudammo insieme; dopo Segovia
partì per l'America del Sud [...], ma, nel gennaio del '39, composi
gli altri due tempi e glieli spedii. Il Concerto ebbe la sua
prima esecuzione a Montevideo nell'ottobre del 1939, e da allora ha,
si può dire, girato tutto il mondo; ma io (separato da Segovia durante
il periodo della guerra) non l'ho udito, per intero, che tre anni fa
[1949], a Los Angeles! (1)
Il risultato
del lavoro di Castelnuovo-Tedesco fu superlativo, e lo stesso compositore
giungerà ad affermare un giorno che tale concerto è, tra le sue opere
migliori, «forse l'unico capolavoro» (2). Lo stesso Segovia
ne era evidentemente entusiasta tanto che nel 1949 decise di inciderlo;
la registrazione, effettuata a Londra l'11 e il 12 luglio con la New London
Orchestra diretta da Alec Sherman è molto probabilmente la prima di un
concerto per chitarra e orchestra mai realizzata e sbalordisce ancora
oggi per l'eccellente qualità tecnica della ripresa del suono.
La limpida
struttura quasi settecentesca del Concerto (tre movimenti
dei quali il primo è bitematico e tripartito) permette di inserire a pieno
titolo l'opera nell'ottica del neoclassicismo italiano. L'orchestrazione
è finissima e trasparente al punto da non coprire mai il solista; gli
strumenti dell'orchestra dialogano in maniera concertante con la chitarra
e il gusto tutto francese dell'orchestrazione è palese al punto che c'è
chi vi scorge echi raveliani (3). È curioso notare che degli eventi drammatici
vissuti dal compositore nell'inverno '38-'39 non vi sia praticamente traccia:
la musica di questo Concerto scorre serena e spensierata, a tratti
venata di malinconia.
Sembra
quasi che il compositore, ormai pronto al distacco dalla propria terra,
si abbandoni ad un flusso di memorie mediterranee, le quali scorrono
tra la grazia e l'eleganza del primo tempo, il lirismo gentile e appassionato
del secondo tempo, il piglio epico del terzo tempo, nel quale si evocano
giostre e tornei. La chitarra è collocata con naturale proporzione accanto
ad un'orchestra i cui timbri trasparenti risultano sempre adatti al
dialogo con lo strumento solista. (4)
Il primo
movimento è scritto in una chiarissima forma-sonata bitematica e tripartita.
Dopo l'esposizione del primo tema da parte dell'orchestra, la chitarra
fa il suo ingresso con una breve cadenza solistica alla quale fa seguito
la riesposizione del tema, affidata questa volta al solista accompagnato
dagli archi in pizzicato e da leggere volatine del flauto. Il secondo
tema, dal carattere "interrogativo" e modulante, si trova al termine di
un'altra breve cadenza della chitarra; questa volta i ruoli sono invertiti:
la presentazione spetta alla chitarra e successivamente l'orchestra lo
riprende; allo sviluppo basato soprattutto su elementi presi dal
primo tema segue la ripresa: in essa le idee tematiche vengono
riesposte in forma più succinta e una nuova cadenza della chitarra porta
il primo movimento alla sua conclusione.
L'Andantino
alla romanza è un movimento elegiaco e pastorale dove la nostalgia per
il paesaggio toscano si sente in maniera particolarmente evidente. La
suggestiva bellezza del materiale tematico si basa essenzialmente su tre
idee. La prima viene esposta inizialmente dalla chitarra e ripresa dai
fiati (in particolar modo da clarinetto e flauto che la eseguono insieme
a canone); la seconda idea è costituita da un breve inciso in tempo più
mosso e dal carattere ritmico più marcato. Ad esso segue il vero e proprio
secondo tema esposto inizialmente dall'orchestra e successivamente ripreso
dalla chitarra in una lunga cadenza solistica di non facile esecuzione
a causa di una densa scrittura accordale (che Segovia sfoltisce molto
nella sua revisione).
L'ultimo
movimento ha il compito di chiudere in maniera virtuosistica e spettacolare
il Concerto; il carattere ritmico e cavalleresco
indicato dall'autore è ben espresso dai due temi principali, il primo
scritto in un agile tempo di 3/8 e il secondo in 4/4. Le straordinarie
capacità combinatorie dell'autore fanno sì che nel finale, dopo una lunga
e difficile cadenza della chitarra e la riesposizione del tema principale,
le due idee vengano riproposte l'una sull'altra: mentre gli archi eseguono
il primo tema ai legni è affidato il secondo.
Christopher
Parkening ricorda con affetto questa importante pagina del repertorio
chitarristico:
Ho avuto
la fortuna di frequentare Mario Castelnuovo-Tedesco fin da giovanissimo,
e ovviamente i ricordi sono molti. A 14 anni, ad esempio, suonai il
suo Concerto in Re alla Royce Hall di Los Angeles, e fu proprio
in quell'occasione che il compositore inviò un nastro della mia
performance a Segovia, chiedendogli di accettarmi tra i suoi
allievi alla sua prima masterclass americana che si sarebbe svolta
nel 1964 presso l'Università di Berkeley, in California. Il giorno
del concerto, il 10 marzo 1963, Castelnuovo-Tedesco mi donò il
manoscritto originale del suo Melancolia con la dedica "A
Christopher Parkening che oggi ha suonato così bene il mio Concerto.
M.C.T." Durante i sei mesi precedenti l'esibizione mio padre mi
accompagnò ogni settimana a casa sua, a Beverly Hills, per studiare
il Concerto con il compositore stesso che, al pianoforte, eseguiva la
parte orchestrale. (5)
(1) MARIO
CASTELNUOVO-TEDESCO, "Una vita di musica. Brani dalle memorie inedite
di Mario Castelnuovo Tedesco Tedesco, scelti, riveduti e presentati da
Harvey Sachs ", Nuova rivista musicale italiana n. 3, luglio/settembre
1989, pp. 399-400.
(2)
Da una lettera ad Angelo Gilardino del 16 ottobre 1967. In CORAZÓN OTERO,
Mario Castelnuovo-Tedesco. Su vida y su obra para guitarra, Lomas
de Bezares (México), Ediciones Musicales Yolotl, p. 156.
(3)
AA VV, Novecento. La musica del secolo, n. 15, l'Unità Magazine,
Roma 1997.
(4)
ANGELO GILARDINO, Manuale di storia della chitarra, volume 2°:
la chitarra moderna e contemporanea, Bèrben, Ancona, 2a ed. 1992, p. 52.
(5)
DIMITRI GAGLIANO, "Il menestrello di Dio", intervista a Christopher
Parkening, Seicorde
n. 66, gennaio-marzo 2001, p. 12.
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