Ottone Rosai "Suonatori"

Musica da camera

Romancero gitano op. 152

© 1998-2001 Fabio Rizza

Romancero gitano
op. 152

Autore dei testi: Federico García Lorca (Fuente Vaqueros 1899 - Víznar 1936)

  • 1. Baladilla de los tres rios (dal Poema del Cante jondo)
  • 2. La guitarra (dal Poema del Cante jondo)
  • 3. Puñal (dal Poema de la Soleá)
  • 4. Procesión (Procesión; Paso; Saeta) (dal Poema de la Saeta)
  • 5. Memento (da Viñetas flamencas)
  • 6. Baile (da Tres ciudades)
  • 7. Crótalo (da Seis caprichos)

 

 

 

 

Federico García Lorca

Data di composizione: 1951
Dedica:
Prima esecuzione pubblica: Tokyo, 5 ottobre 1967, chitarrista Jiro Matsuda (secondo altre fonti Rias Chorus, chitarrista Siegfried Behrend)
Editore: Bote & Bock, Berlin 1961 (rev. Siegfried Behrend)
Organico: chitarra e pianoforte
Discografia:
- ENSEMBLE VOCALISE e ARTURO TALLINI, Castelnuovo-Tedesco: Guitar Chamber Works, direttore di coro Alberto Galletti, Musikstrasse MC 2113.1
- GUSTAF SJÖKVIST'S CHAMBER CHOIR e MATS BERGSTRÖM, Mario Castelnuovo-Tedesco, Proprius PRCD 9124
- LOS ANGELES CHAMBER SINGERS e GREGORY NEWTON, Romancero gitano, Rubedo Canis Musica RCM 19802
- ORPHEUS CONCERT e FLAVIO CUCCHI, Works by Castelnuovo-Tedesco, direttore Massimo Sardi, Arc Music 1365

L'inedito accostamento di coro e chitarra non spaventa Castelnuovo-Tedesco che — anzi — a questo punto si sente evidentemente a proprio agio nel trattare la scrittura chitarristica in un contesto musicale cameristico. Nato su richiesta del chitarrista Siegfried Behrend (1), il Romancero gitano offre all'autore la possibilità di affidare alla chitarra un tappeto sonoro ideale su cui dipanare gli splendidi versi di Lorca (che, a dispetto del titolo, non sono tratti da Romancero gitano ma dalla raccolta Poema del Cante jondo del 1921/1925) Il quartetto vocale è trattato in maniera madrigalistica e alla chitarra è affidato il compito di colorare armonicamente e ritmicamente le sette canzoni; alcuni brani sono inoltre incorniciati da brevi preludi e postludi. Il punto più alto di tutto il ciclo è costituito dalla dolcissima "Memento" basato su una breve poesia di Lorca che Castelnuovo-Tedesco amava considerare come il proprio epitaffio per l'amore che nutriva nei confronti della chitarra e della Spagna:

Cuando yo me muera,
enterradme con mi guitarra
bajo la arena.

Cuando yo me muera,
entre los naranjos
y la hierbabuena.

Cuando yo me muera,
enterradme si queréis
en una veleta.

¡Cuando yo me muera!

Quando morirò,
seppellitemi con la mia chitarra
sotto l'arena.

Quando morirò,
tra gli aranci
e la menta.

Quando morirò,
se volete, seppellitemi
in una banderuola.

Quando morirò! (2)

Nel Romancero gitano appare più che mai evidente il grado di familiarità che Castelnuovo-Tedesco aveva raggiunto nei confronti della musica popolare spagnola: melodie, ritmi e armonie — che sono quelli tipici del cante jondo — musicano i versi di García Lorca con una naturalezza e una spontaneità sorprendenti.

La suggestione di quest'opera — unica nel corpus chitarristico di Castelnuovo-Tedesco — sembra affondare le sue radici in un remoto universo, dalla cui oscurità il compositore suscita memorie arcane, con un atto che definiremmo di convocazione medianica non meno che di creazione musicale. (3)

(1) Come riportato dalle note di copertina dell'incisione realizzata da Siegfried Behrend del Concerto n. 1 op. 99 (vedi discografia).
(2) FEDERICO GARCÍA LORCA, Tutte le poesie, a cura di Claudio Rendina, volume II, Newton Compton, Roma 1993, p. 48.
(3) ANGELO GILARDINO, Manuale di storia della chitarra, volume 2°: la chitarra moderna e contemporanea, Bérben, Ancona, 2ª ed. 1992, p. 55.