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Fabio Rizza
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Sonata
(Omaggio
a Boccherini)
op. 77
- Allegro
con spirito
- Andantino,
quasi canzone
- Tempo
di Minuetto
- Vivo ed
energico
Data
di composizione: aprile 1934
Dedica: Andrés Segovia
Editore: Schott, Mainz 1935 (rev. Andrés Segovia)
Organico: chitarra
Bibliografia:
- ANGELO GILARDINO, "Osservazioni sulla «Sonata-Omaggio
a Boccherini» di Mario Castelnuovo-Tedesco", il
Fronimo n. 71, aprile 1990, pp. 11-30
Discografia:
- JULIAN BREAM, Sonata, EMI 7243 5 55362 2 8
- GUILLERMO FIERENS, Asturias, Spanish Guitar Music,
ASV 61902
- SHIN-ICHI FUKUDA, Rodrigo, Granados, Brouwer, Castelnuovo-Tedesco,
VCD 1100
- NORBERT KRAFT, Romantic Works for Guitar, Chandos
CHAN 9033
- MANUEL LÓPEZ RAMOS, Boston B-216
- SUSANNE MEBES, Castelnuovo-Tedesco: Guitar solo works,
Léman Classics LC 42501
- ANDRÉS SEGOVIA, Enregistrements 1927-1939, EMI CHS
7 61047 2 (IV. Vivo ed energico)
- ANDRÉS SEGOVIA, Decca 3-DEC DX-148 (DL 9995/6/7)
- GIULIO TAMPALINI, Mario Castelnuovo-Tedesco. The Complete
Works for solo Guitar, Vol. 1, Suonare
Records SNR 002
- GIORGIO TONIN, Sonate e Suites per chitarra del '900,
M.A.P., AICSOUND 50100
- JOHN WILLIAMS, Virtuoso Music For Guitar, Columbia
M 72348 (IV. Vivo ed energico)
Soddisfatto
delle Variazioni, Segovia commissionò
a Castelnuovo-Tedesco una sonata in quattro movimenti per arricchire il
proprio repertorio con un'opera di ampio respiro. Egli suggerì inoltre
al compositore di concepire la sonata come un omaggio ad un altro illustre
musicista toscano, Luigi Boccherini:
Tu sais
que ton conterrain Boccherini était un grand admirateur de la guitare.
Pourquoi n'écrit-tu pas un ouvrage plus long, une Sonate en quatre mouvements,
comme "Hommage à Boccherini"? (1)
Castelnuovo-Tedesco
si mise subito all'opera e, con la celerità che gli era propria, in breve
tempo portò a termine il lavoro. Egli fu in grado di risolvere brillantemente
non solo la complessa questione della forma-sonata applicata alla scrittura
chitarristica, ma anche il delicato problema che il tema dell'omaggio
comportava; invece di adottare un modello mimetico di scrittura, Castelnuovo-Tedesco
concepì la Sonata come un omaggio più al modus operandi che allo
stile di Boccherini, riuscendo pertanto a mantenere inalterato il proprio
inconfondibile carattere. Dal compositore lucchese egli prese infatti
quella certa libertà tutta italiana nel modo di trattare la forma-sonata
che tende generalmente ad appianare i contrasti tematici e a sviluppare
un susseguirsi fluido delle idee melodiche all'interno di una forma bipartita.
La sezione dello sviluppo ha sempre creato grosse difficoltà a quanti
hanno tentato di affrontare la composizione di sonate per chitarra; eliminandola,
Castelnuovo-Tedesco riesce ad aggirare con arguzia un problema sul quale
anche Fernando Sor (musicista non certo incline a scendere a compromessi)
aveva dovuto capitolare. I due enunciati tematici della Sonata
sono strettamente imparentati, tanto che è possibile vedere il secondo
tema come una derivazione degli elementi che caratterizzano il primo.
Il trucco che consente all'autore di evitare la sezione centrale di sviluppo,
consiste nel trattare ogni tema subito dopo averlo esposto; inoltre, la
straordinaria vena melodica di cui Castelnuovo-Tedesco è dotato
gli permette di organizzare vivacemente ("con spirito", appunto…) questo
continuo flusso di idee evitando sempre di larga misura la monotonia.
[...] Castelnuovo-Tedesco
elude brillantemente, con questa composizione, l'arduo problema di adattare
la forma-sonata all'idioma chitarristico. Non potendo pervenire ad un
elevato grado di specificità nella scrittura strumentale (specificità
che invece sapeva ottenere nella scrittura pianistica), preferisce limitarsi
all'adozione di alcuni moduli tradizionali, di sicura efficacia, e alla
persistenza del loro impiego affidare tutta l'architettura sonatistica.
Se essa risulta in qualche modo ridotta, la sua essenzialità è peraltro
portatrice di un equilibrio impeccabile, e la peculiarità capricciosa
della forma non impedisce che essa si delinei, alla fine, nei termini
di un limpido neoclassicismo, rispondente agli ideali di una generazione
di compositori che, nei primi trent'anni del Novecento, aveva visto
nel ritorno alla purezza formale settecentesca un modello di perfezione.
(2)
Il secondo
tempo della Sonata è una dolcissima e malinconica canzone in sol
minore, tonalità prediletta dell'autore e alla quale egli affida sempre
l'espressione dei propri sentimenti più personali (3). Il brano, organizzato
secondo il classico schema ABA', è costruito secondo i principi della
polifonia imitativa.
Ad esso segue
un Minuetto anch'esso in sol minore con Trio e Double; in
esso Castelnuovo-Tedesco riesce miracolosamente nel compito di ricreare
lo spirito "cerimonioso" dei minuetti settecenteschi (spirito con il quale
più a torto che a ragione è stato per lungo tempo identificato
Boccherini) senza per questo rinunciare al proprio stile. Il finale
Vivo ed energico conclude brillantemente una Sonata che, oltre
ad essere una delle più notevoli composizioni per chitarra del Novecento,
rappresenta sicuramente anche uno dei vertici dell'arte di Castelnuovo-Tedesco.
(1) Da una
lettera di Castelnuovo-Tedesco ad Angelo Gilardino del 4 agosto 1967.
Citato da ANGELO GILARDINO, "Osservazioni sulla «Sonata-Omaggio
a Boccherini» di Mario Castelnuovo-Tedesco", il
Fronimo n. 71, aprile 1990, pp. 11-30.
(2) ANGELO GILARDINO, "Osservazioni sulla «Sonata-Omaggio a Boccherini»
di Mario Castelnuovo-Tedesco", cit., pp. 23-24. Rimandiamo a quest'articolo
per un'esame più completo del primo tempo della Sonata.
(3) Per esempio, la stesura originaria Fuga
elegiaca op. 210a scritta nel 1967 per la scomparsa della compianta
chitarrista Ida Presti era proprio in sol minore.
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