Sonatina
canonica op. 196
|
© 1998-2001
Fabio Rizza
|
|
Sonatina
canonica
op. 196
- I. Mosso
(grazioso e leggero)
- II. Tempo
di Siciliane (Andantino)
- III. Fandango
en Rondeau
Data
di composizione: 1961
Dedica: Ida Presti e Alexandre Lagoya
Editore: Max Eschig, Paris 1971
Organico: due chitarre
Discografia:
- BERLINER GITARREN-DUO (PETER SCHIMANSKI e REINHARD KOPIEZ),
Vivaldi, Sor, Giuliani, Castelnuovo-Tedesco, ABT Amsel 101
- MARIO FRAGNITO e LUCIO MATARAZZO, Castelnuovo-Tedesco,
Brouwer, Dodgson, Duarte, Yamashita, Piazzolla, Ducale, CDL 009
- CHRISTIAN GRUBER e PETER MAKLAR, Werke für zwei Gitarren,
Signum X43-00
- DAVID RUSSELL e RAPHAELLA SMITS (con JOS VAN IMMERSEL,
pianof.), M. Castelnuovo-Tedesco, Academix AX 850218
- ANDREA e CLAUDIA SCIOLA-KÖNIG, Gitarrenduo, live,
Musik Verlag 8871
Il
duo di chitarre
è uno degli insiemi cameristici che Castelnuovo-Tedesco affrontò
per ultimo. L'occasione gliela fornì il celebre ensemble formato
da Ida Presti e dal marito Alexandre Lagoya, ai quali l'opera è dedicata;
così l'autore descrisse la Sonatina nella lettera con la quale
comunicò ai due concertisti di averla terminata:
È
una piccola opera "senza pretese": una "Sonatina Canonica" per due chitarre
in tre movimenti, spero che sia "eseguibile" e che sia anche piacevole
da suonare!, probabilmente saranno necessari alcuni "aggiustamenti",
ma per essi mi rimetto al giudizio e alla pazienza di Alexandre e quando
sarete qui potremo fare tutti i cambi che desiderate. (O voi stessi
li potete fare senza consultarmi)... (1)
È lo stesso
autore a sottolinearlo: la Sonatina canonica è un'opera leggera
e disimpegnata ma (come più tardi lo sarà la Sonatina
per flauto e chitarra) dotata di una freschezza di idee e di una gioia
interiore che le conferiscono un fascino unico. Come il nome stesso suggerisce
(probabilmente ispirato all'omonima Sonatina canonica per pianoforte
di Luigi Dallapiccola), alla base dell'opera ci sono come prevalente artificio
compositivo le imitazioni a canone; eppure, l'impianto accademico non
è minimamente offuscato dall'indole lirica e spensierata che pervade l'intera
composizione, anzi, il risultato finale è sottilmente ironico.
Castelnuovo-Tedesco
riprende lo schema canonico e lo assoggetta al suo gusto per l'invenzione
melodica e per l'allusività mimetica e, nel terzo tempo di questa sua
"Sonatina canonica", anche [al piacere] di comporre una danza ironicamente
rivolta alle "maniere" della musica chitarristica spagnola. L'artificio
polifonico insomma si spoglia qui delle sue funzioni retoriche e alimenta
invece, con le sue iterazioni, un dialogo oscillante tra il salotto
e il teatro. (2)
È già presente
in quest'opera la particolare concezione che Castelnuovo-Tedesco ha del
duo di chitarre, ovvero di un unico strumento dove i ruoli sono rigidamente
suddivisi tra chi suona nella parte medio-acuta della tastiera e chi suona
in quella medio-grave. Se nella Sonatina questa distribuzione dei
compiti tra i due interpreti non viene a pesare a causa della peculiare
scrittura a canone, nelle altre opere per due chitarre ne diverrà il limite
più evidente.
(1) Da una
lettera a Ida Presti e Alexandre Lagoya del 9 ottobre 1961. In CORAZÓN
OTERO, Mario Castelnuovo-Tedesco. Su vida y su obra para guitarra,
Lomar de Bezares (México), Ediciones musicale Yolotl 1987, p. 130.
(2) ANGELO GILARDINO, note di copertina del disco di MARIO FRAGNITO e
LUCIO MATARAZZO, Castelnuovo-Tedesco, Brouwer, Dodgson, Duarte, Yamashita,
Piazzolla, Ducale, CDL 009.
|