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TRINITÀ: DIO È UNO, MA IN TRE PERSONE:

PADRE, FIGLIO E SPIRITO SANTO.

La Trinità è il vertice della rivelazione, è la sintesi di tutta la storia della salvezza.

Consiste nel credere che esiste un solo Dio; ma questo unico Dio, essendo amore infinito, non vive nella solitudine poiché l’amore tende a diffondere se stesso (amor diffusivus sui), e perciò, fin dall’eternità, si è diffuso in tre Persone uguali e distinte: Padre, Figlio e Spirito. Dal Padre procede, fin dall’eternità, mediante la generazione intellettiva, il Figlio; dal Padre e dal Figlio procede, mediante spirazione o amore scambievole, lo Spirito.

Oh! mistero di amore! Come dice S. Agostino, il Padre è l’Amante, il Figlio è l’Amato, lo Spirito S. è l’Amore del Padre e del Figlio, Amore effuso nei nostri cuori per accendere in noi il fuoco dell’amore al Signore che deve riversarsi nell’amore al prossimo.

1. È il mistero dei misteri. Tutti gli altri misteri della nostra fede, come altrettanti ruscelli, derivano dall’oceano luminoso e infinito della Trinità. Mistero non vuol dire menzogna, ma significa una verità altissima e tanto sfolgorante di luce da abbagliare la povera ragione umana.

Il mistero ci avvolge e ci circonda; tutto è mistero: la mente, il cuore, l’esistenza, le scienze, la natura e le sue leggi, ecc. Che meraviglia che ci siano dei misteri nella vita intima di Dio e nella religione? Una religione senza misteri è certamente una religione errata.

S. Agostino in riva al mare scorge un bambino che con un secchiello mette l’acqua marina in una fossetta. Gli chiede: "Che fai?" Lui risponde: "Tutta l’acqua del mare la voglio versare quì". Il santo Dottore commenta: "Come non si riesce a rinserrare tutta l’acqua del mare in una fossetta, così Dio, infinitamente grande, non può essere pienamente compreso dalla nostra piccolissima mente. Se tu potessi conoscere totalmente Dio, o tu saresti Dio o Dio non sarebbe più Dio".

Dante Alighieri afferma: "Matto è chi spera che nostra ragione / possa trascorrer l’infinita via / che tiene una Sustanza in tre Persone" (Purg. 3,34ss.).

2. È un mistero rivelato da Dio con parole chiarissime.

Nell’Annunciazione l’Angelo disse a Maria che lo Spirito S. sarebbe disceso su di lei e Colui che sarebbe nato era il Figlio di Dio (Padre) (1).

Dopo il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano, lo Spirito S. discese sul Salvatore in forma di colomba e il Padre dal Cielo fece udire queste parole: "Tu sei il Figlio mio prediletto" (2).

Gesù inviando gli Apostoli nel mondo disse: "Andate e ammaestrate tutte le genti battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito S." (3).

Molte altre volte Gesù parla del Padre e dello Spirito.

Inoltre Gesù dichiara che lui e il Padre (insieme allo Spirito S.) sono un solo Dio. Infatti pur riconoscendo che come uomo è inferiore al Padre, ci assicura che come Dio è uguale al Padre: "Io e il Padre siamo una cosa sola" (4). "Se conoscete me conoscete anche il Padre; fin da ora lo conoscete e lo avete veduto. Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?..Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me" (5).

S. Giovanni scrive: "Sono tre che rendono testimonianza in Cielo, il Padre, il Verbo e lo Spirito S. e questi tre sono una cosa sola" (6).

S. Paolo saluta così: "La grazia del Signor nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito S. siano con tutti voi" (7). Lo stesso Paolo scrive: "Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà! Padre (8). E ci ricorda che Dio Padre è il Salvatore, lo Spirito S. è il Rigeneratore e Gesù è il Giustificatore (9).

3. È un mistero che ha simboli e analogie in tutto il creato.

La famiglia è una, ma si compone di padre, madre e figliuolanza.

L’albero è uno solo, ma risulta di radici, tronco e rami.

Il fiume è uno solo, ma risulta di sorgente, corso e foce.

Nell’unica terra vi sono tre regni: minerale, vegetale, animale.

Il tempo si distingue in passato, presente e futuro.

Un solo triangolo equilàtero si compone di tre lati uguali e distinti. Così Dio è uno solo, ma in tre Persone uguali e distinte.

È classico il simbolo del trifoglio. S. Patrizio insegnando il cristianesimo agl’Irlandesi si accorse che stentavano ad ammettere il dogma trinitario e pensavano che vi fossero tre dèi. Perciò prima di procedere al Battesimo di quel popolo volle dare una idea più comprensibile di questa verità. Prese, quindi, una foglietta di trifoglio, e, mostrandola, fece notare che, pur trattandosi di una sola foglia, questa era composta di tre lobi ben distinti. Così, concluse, Dio è uno solo, ma in tre persone. L’esempio ebbe un effetto meraviglioso. L’Irlanda abbracciò la vera fede che conservò e diffuse in tutto il mondo anche a costo di eroici sacrifici e di sanguinose persecuzioni. Il "trifoglio" rimase l’emblema della nazione, e, nella festa di S. Patrizio, ogni buon Irlandese, ancor oggi, porta all’occhiello della giacca un mazzolino di trifoglio.

4. Questo mistero avvolge di luce, di amore e di dolcezza la Vergine Maria.

Ella sta nel cuore della Trinità poiché è figlia prediletta del Padre, madre immacolata del Figlio e sposa castissima dello Spirito.

A lei per la prima volta, nella Nuova Alleanza, fu rivelato il mistero trinitario; ciò avvenne nel sublime istante dell’Annunciazione, quando, con il suo "si" (fiat), diventò madre (per opera dello Spirito) del Figlio dell’Altissimo.

Tutta la sua vita è immersa nel mistero della Trinità con un crescendo che dal Concepimento immacolato sfocia nel fulgore della Pentecoste e raggiunge il culmine nella sua Assunzione alla gloria celeste.

La missione di Maria, nostra madre spirituale, consiste nel radunare tutti noi, figli di Dio, intorno al Figlio suo, nel grembo della Trinità quì sulla terra per riunirci nella gioia infinita della Trinità in Cielo.

5. Il mistero trinitario, realizzando l’abitazione di Dio nell’anima nostra, ci immerge in un oceano di grazia e di pace.

La Trinità sembra lontana da noi, invece ci è vicinissima. È come l’armatura che sostiene tutta la nostra vita cristiana. Sta al centro del Credo, del segno di Croce, di ogni benedizione, delle preghiere liturgiche (che sono rivolte al Padre mediante il Figlio nell’unità dello Spirito S.); sta al centro degli esorcismi, dei conforti religiosi, della raccomandazione dell’anima e specialmente al centro di quei gesti di amore infinito di Gesù che sono i Sacramenti, infatti il Battesimo si riceve nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito S., così la Cresima, così il perdono dei peccati nella Confessione, così l’Ordine sacro, il Matrimonio, l’Eucaristia e l’Unzione degli ammalati.

La Trinità realizza in noi, povere creature, la più straordinaria meraviglia di amore: Dio, uno e trino, l’Infinito, l’Eterno, il Sommo Bene, viene ad abitare nell’anima nostra. Infatti Gesù afferma: "Se uno mi ama osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (10). S. Paolo esclama: "Non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito S. abita in voi?" (11). S. Giovanni scrive: "Dio è amore e chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio in lui" (12). La Inabitazione della Trinità in noi è la sorgente di ogni vita interiore; ci indica subito dove trovare il Signore e ove attingere fiumi di acqua viva e come darci del tutto a chi ci ha donato tutto. Insomma la Trinità, abitando in noi porta alla nostra estrema piccolezza l’infinita ricchezza di Dio, ci dona certezze assolute, speranze dolcissime e immortali mentre ci ricolma di stupore e ci spinge alla più alta santità.

6. Il mistero della Trinità, vissuto con fervore sulla terra, sarà sorgente inesauribile di gioia nella vita eterna.

S. Chiara di Assisi, esorta: "Vi siete fatte figlie e ancelle dell’Altissimo sommo Re, il Padre celeste, e vi siete sposate allo Spirito Santo... Gesù, è lo splendore dell’eterna gloria, chiarore della luce perenne e specchio senza macchia; ogni giorno porta l’anima tua in questo specchio. Làsciati bruciare sempre più fortemente da questo ardore di carità. Possederai le celesti dimore nello splendore dei Santi" ("Regole" e "Lettere" a S. Agnese di Praga).

Insieme a miliardi e miliardi di Angeli e di Santi, tutti noi, facendo corona alla Regina del Cielo, ebbri di gioia, canteremo – come scrive il sommo Poeta – lode e gloria alla Trinità per i secoli eterni:

"Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo

cominciò: – Gloria! – tutto il Paradiso,

sì che m’inebriava il dolce canto.

O gioia! o ineffabile allegrezza!

O vita intera d’amore e di pace!

O senza brama sicura ricchezza!"

(Par. XVII, 1ss. e 7ss.)

ESEMPIO. La serva di Dio Ìtala Mela di La Spezia (1904–1957): una vita nella luce della Trinità.

Paolo VI ebbe per lei una grande stima. Ancora ragazzina si allontana da Dio; a 19 anni si converte e ben presto raggiunge i più alti vertici della perfezione. Non è suora, vive nel mondo, eppure sente il bisogno di emettere i tre voti di povertà, castità e obbedienza, ai quali aggiunge altri due voti: fare sempre l’azione più perfetta; soprattutto vivere e diffondere la verità dell’inabitazione della Trinità nell’anima nostra.

Il suo pensiero e il suo affetto, di giorno e di notte, nel lavoro, nel riposo e nelle lunghe ore di preghiera è sempre rivolto a Dio Padre e Figlio e Spirito S. che abita nella cella del suo cuore. Tutto in lei è dominato da questa idea-forza, anche le ore di scuola, di impegni familiari, di apostolato, di autrice di ben 43 libri religiosi. È degna di stare accanto alle anime più innamorate della "Inabitazione della Trinità in noi": la B. Angela da Foligno, S. Caterina da Siena, S. Teresina, la B. Elisabetta della Trinità (morta nel 1906 a 26 anni), la serva di Dio Maria Maddalena della Trinità (la stigmatizzata, la "Santa di Rimini"). Devotissima della Madonna, Itala si firma e desidera che la si chiami "Maria della Trinità". Nelle prove più ardue e nelle continue sofferenze è sempre contenta perché si sente immersa nella Trinità, e ripete, al ritmo del respiro: "O Trinità, mio sommo Bene! Tu sei nel mio Tabernacolo, nel mio cuore!"

PROPOSITO. Glorifichiamo la SS. Trinità con parole, cuore e opere!

a) Con le parole e con il cuore, immergendoci sovente nell’adorazione, nella lode, nel ringraziamento, nell’amore al Dio uno e trino che abita nel cielo dell’anima nostra. E sull’esempio di S. Francesco d’Assisi e del giovanotto B. Pier Giorgio Frassati ripetiamo frequentemente e con ardore la preghiera biblica: "Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo!"

b) Con le opere, impegnandoci al massimo per mantenere e aumentare in noi la grazia santificante che ci rende tabernacoli viventi della SS. Trinità.

(1) Cfr. Lc. 1,26–38

(2) Cfr. Mc. 1,9–11

(3) Mt. 28,19

(4) Gv. 10,30

(5) Gv. 14,7–11

(6) 1Gv. 5,7

(7) 2 Cor. 13,13

(8) Gal. 4,6

(9) Cfr. Tito 3,4–7

(10) Gv. 14,23

(11) 1 Cor. 3,16

(12) 1 Gv. 4,9