Introduzione al

MESE DEL SACRO CUORE

(per chi fa la pia pratica del mese di Giugno)

(Gv. 19,33-37)

1. IL CULTO AL CUORE DI GESU’ HA LE SUE RADICI PROFONDE NELLA SACRA SCRITTURA. Le revelazioni private si basano sulla Bibbia di cui sono un’irradiazione. Leggiamo nel Vangelo di S. Giovanni e nella profezia di Zaccaria: "Volgeranno lo sguardo a Colui (a Gesù) che hanno trafitto" (1).

Queste parole conducono la nostra mente e il nostro cuore sul calvario nel momento culminante della storia divina e umana di Cristo Dio. E’ agonizzante sulla croce per tre ore dolorissime, lunghe da sembrare eterne. Muore per noi... Un soldato con la lancia gli trapassa il costato, gli trafigge il Cuore.

"Volgeranno lo sguardo a Colui che hanno trafitto!"

Lungo i secoli innumerevoli anime contempleranno Gesù crocifisso, e attraverso quel petto squarciato, vedranno il suo Cuore trafitto, quel Cuore che è il segno più eloquente del suo amore, quel Cuore da cui - dicono i Santi Padri - escono sangue e acqua, simbolo della Chiesa e dei Sacramenti, quel Cuore da cui fluiscono, mediante la Chiesa e i Sacramenti, le cascate dell’amore eterno alle quali tutti noi, come dice il profeta Isaia, siamo invitati ad attingere: "Attingete le acque con gioia alle sorgenti della salvezza" (2).

S. Bernardo ci invita a questa riflessione: "Signore Gesù, il tuo Cuore fu trafitto perchè in questa piaga visibile ai nostri occhi, possiamo vedere la piaga invisibile del tuo amore".

S. Veronica Giuliani, grande mistica Cappuccina, nel suo voluminoso "Diario" racconta che numerose volte potè contemplare Gesù mentre, nelle apparizioni, le manifestava il suo Cuore: "Nella ferita del suo costato Gesù mi faceva vedere il suo Cuore, ferito e tutto fiammeggiante di amore".

Le rivelazioni del Cuore di Gesù più note restano quelle fatte a S. Margherita Maria: In un sfolgorio di luce le appare Gesù con il Cuore in risalto sul petto, Cuore trafitto, sanguinante, incoronato di spine, sormontato da una croce. E con tono dolce e mesto le sussurra: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e da costoro non riceve altro che ingratitudine". E le ripete: "Almeno tu amami!" "Mi fu mostrato - scrive S. Margherita - un Cuore che gettava fiamme di amore da ogni parte e mi furono dette queste parole: ho sete, brucio dal desiderio di essere amato!".

Ti esorto a non osar mai ripetere: Non ho bisogno di credere a rivelazioni private e apparizioni; non so che farmene; mi basta la Bibbia. No! Anche le rivelazioni private vengono dallo Spirito Santo, il quale non agisce mai inutilmente, e le manda per il bene di tutta la Chiesa (non sei anche tu Chiesa?). Il celebre Direttore spirituale P. Tomislaw Vlasic afferma: "All’inizio dicevo: io ci credo già, la mia fede non ha bisogno di queste apparizioni... Adesso capisco che sono stato un fariseo. Le apparizioni hanno aperto un nuovo orizzonte alla mia fede, ora capisco che sono tanto lontano da Dio, che la strada da percorrere è sempre più lunga". Fai tesoro di quelle rivelazioni private che hanno solido fondamento, (sempre nella piena fedeltà alla madre Chiesa), e ne avrai incalcolabili vantaggi spirituali. Tante anime grandi e celebri Papi hanno creduto con fervore alle rivelazioni private del Cuore di Gesù, e ne hanno vivamente raccomandata la devozione.

Papa Giovanni XXIII fu uno dei più grandi devoti del Sacro Cuore. Sono commoventi gli scritti in cui parla di questa sua devozione: "Appena battezzato, fui consacrato, nella mia chiesetta, al Sacro Cuore. Ricordo, fra le prime preghiere che appresi, la bella giaculatoria che oggi mi è così caro ripetere: Dolce Cuor del mio Gesù, fa ch’io t’ami sempre più. La devozione al Sacro Cuore mi ha accompagnato per tutto il tempo della mia vita; voglio che sia il termometro di tutta la mia vita spirituale. Devozione al Sacro Cuore: fonte di vita, di gioie, di grazie, di vocazioni, di santità! Mi pare che sarei pronto a dare il mio sangue per il trionfo del Sacro Cuore" (3).

2. DEVOZIONE AL SACRO CUORE SIGNIFICA DEVOZIONE ALL’AMORE DI GESU’. Infatti oggetto di questo culto è il Cuore fisico di Gesù unito ipostaticamente alla persona del Verbo, considerato come simbolo dell’amore che Gesù, come Dio ha per noi fin dall’eternità, e, come uomo, fin dal primo istante della sua Incarnazione; amore che raggiunge il vertice nella sua dolorosissima Passione e Morte e rasenta la follia nel dono dell’Eucarestia ove il suo Cuore è vivo e palpitante.

S. Bonaventura davanti al Cuore trafitto di Gesù esclama: "Ecco la porta del Paradiso e il tesoro del divino amore. Entra, anima mia per l’apertura della lancia, godi le ineffabili delizie di questo Cuore divino. Oh, se io fossi stato al posto della lancia non avrei voluto uscire mai più dal Cuore di Gesù, e avrei esclamato: Questo è il mio riposo nei secoli dei secoli. Nel Corpo di Gesù voglio innalzare tre tende: nelle mani, nei piedi e nel costato aperto: quì parlerò al suo Cuore e potrò ottenere tutte le grazie che vorrò".

Paolo VI precisa: "L’essenza della devozione al Sacro Cuore consiste nel considerare e nell’onorare, nell’immagine simbolica del Cuore, l’immenso amore, saturo di tenerezza, del nostro Redentore". Perciò questa devozione è sempre attuale e moderna come attuale e moderno è l’amore di Cristo Dio; e - come diceva Pio XI - "è la sintesi di tutta la religione".

Il Card. Bonomelli esclama: "Quale simbolo, quale figura più viva e più naturale dell’amore, quanto il simbolo e la figura del cuore? Appena i miei occhi cadono sulla vermiglia figura del Cuore Divino, appena vedono quella figura stillante sangue, quella corona di spine che l’avvolge, quelle fiamme che si elevano dal suo vertice, la mia mente corre a Gesù, pensa all’amore suo per gli uomini tutti, ricorda la sua Passione, la sua Morte, tutta la mirabile storia della sua vita. A quella vista il mio cuore si commuove, si accende e sento che l’amore di Gesù domanda amore" (4).

3. IL CUORE DI GESU’ CHIEDE AMORE E RIPARAZIONE:

a) AMORE: "Oh, se intendessimo - ripeteva S. Alfonso - l’amore che arde nel Cuore di Gesù! Ci ha tanto amati che se mettessimo insieme tutto l’amore di cui sono capaci gli uomini, i Santi e gli Angeli, non arriveremmo che alla millesima parte dell’amore che Cristo Gesù ci porta". Quindi ha piena ragione di chiedere il nostro amore: "Io sono venuto a portare il fuoco sulla terra (il fuoco dell’amore), e come vorrei che fosse già acceso!" (5).

Ricorreva la festa di S. Francesco d’Assisi allorchè a S. Margherita Maria, rapita nell’estasi della preghiera, apparve Gesù insieme a S. Francesco che era in uno sfolgorio di luce e in una gloria superiore a quella degli altri Santi e capì che ciò era perchè S. Francesco sulla terra aveva amato Gesù più di tutti, perciò fu decorato - per la prima volta nella storia dell’umanità - delle sacre Stimmate; e lo indicò a lei e a ciascuno di noi, come modello nell’amore divino: "Amami come mi ha amato S. Francesco!..." Questi ha amato il Salvatore con amore di fuoco. Se noi ci impegneremo ad amare il Cuore di Gesù in questa maniera, Egli realizzerà le parole del profeta: "Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; Io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli. Toglierò da voi il cuore di pietra. Porrò il mio spirito dentro di voi. Vi darò un cuore nuovo" (6): un cuore infiammato di amore al Padre e ai fratelli e sfavillante di gioia. Potessimo gridare con S. Francesco: "In fuoco l’Amor mi mise!... l’Amore (ossia Gesù) non è amato!... Venite a riamare l’Amore!..."

b) RIPARAZIONE. Essa è il fior fiore dell’amore. Gesù stesso è venuto sulla terra per riparare i nostri peccati e chiede a noi riparazione per i peccati nostri e per quelli degli altri. Oggi è più necessaria che mai. Non c’è nulla di più gradito a Gesù! Mentre da ogni parte arrivano in continuazione frecce avvelenate di innumerevoli peccati contro il Cuore del Redentore, Egli avrà immancabilmente sentimenti altissimi di predilezione per le persone che, con tanto affetto, fanno opera di riparazione; e, certamente, pur prescindendo dalle rivelazioni (che restano vere), le ricompenserà con tante grazie e sopratutto con la salvezza eterna.

Come riparare? Con la S. Messa; con la Comunione riparatrice, specialmente nei "primi venerdì di ogni mese"; mediante la consacrazione al Sacro Cuore; con l’offerta dei sacrifici, dei dolori e delle fatiche; con i fioretti, molto educativi e tanto utili; con le frequenti giaculatorie.

Gesù assicurò la grande anima Consolata Betrone, monaca Cappuccina, che ogni volta recitava, con amore fiammeggiante, la bella giaculatoria (che ripeteva in continuazione), "Gesù, Maria, via amo, salvate anime", lei consolava tanto il suo Cuore e otteneva la conversione di molti peccatori.

Se coltiveremo un fervente amore al Cuore di Gesù, Egli, conforme alle promesse fatte a S. Margherita, ci concederà tutte le grazie di cui abbiamo bisogno, donerà misericordia, pace e consolazione all’anima nostra e alle nostre famiglie, benedirà le nostre imprese, ci darà fervore e santità, il suo Cuore ci sarà dolce rifugio in vita e specialmente in punto di morte.

ESEMPIO. Un martire del Sacro Cuore: Garcia Moreno, Presidente dell’Equatore. E’ molto religioso. Consacra la sua Patria al Cuore di Gesù. E’ il primo Venerdì di Agosto 1875; egli, come al solito, al mattino va in chiesa, prega lungamente e fa la S. Comunione; al pomeriggio ritorna a pregare nella Cattedrale; ma quando esce, massoni e anticlericali, frementi di rabbia per odio alla fede, gli si avventano contro, lo colpiscono con 5 colpi di rivoltella e 14 pugnalate. Fa appena tempo a ricevere l’Unzione degli ammalati e subito muore dopo aver esclamato: "Dio non muore".

Qual esempio di devozione al Sacro Cuore!

Pio IX (citato dal Ven. P. Dehon) raccomandava: "Predicate ovunque questa devozione. La Chiesa e il mondo non hanno altra speranza che il Cuore di Gesù: lui guarirà tutti i nostri mali!"

PROPOSITO. Faremo con devozione la pia pratica del "mese del Sacro Cuore" e dei "primi Venerdì del mese" ed esorteremo altre persone ad amare tanto il cuore di Gesù.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1) Gv. 19,37 e Zac. 12,10

(2) Is. 12,3

(3) Giovanni XXIII, "Giornale dell’anima"

(4) Bonomelli, "Misteri cristiani"

(5) Lc. 12,49

(6) Ez. 36,25 ss.