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L’immagine qui presentata ha una sua potenza che non sfugge a nessuno. Purtroppo la scansione non è perfetta, e sto ancora cercando nei meandri della rete una immagine di Kramskoi. Ma vale la pena osservarla: qui non c’è il Gesù che solitamente vediamo nelle chiese, inchiodato alla croce nel Suo sacrificio. Non c’è il Gesù biondo e bello delle etichette adesive che vediamo sulle auto. Questo è un Cristo solo, sofferente, con le mani tortuosamente intrecciate e gli occhi quasi fuori dalle orbite. Doveva essere al limite, durante i “quaranta” giorni nel deserto, nella solitudine. Dio è venuto da noi, si è incarnato, ed ha affrontato la sofferenza, nelle mille umiliazioni della carne, nelle ristrettezze della condizione umana. |