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 GESU': CHI NON ERA COSTUI?

Ogni giorno sentiamo nuove interpretazioni, quasi sempre personali ed infondate, sulla figura del Cristo.
Diviene necessario per noi cristiani chiarire non solo chi è Gesù, ma anche chi non è.
 
Gesù non è un sacerdote, ma un laico: appartiene infatti alla tribù di Giuda, non a quella di Levi. Il fondatore della Chiesa non è un alto sacerdote, nè un religioso, non ha frequentato le scuole rabbiniche di Gerusalemme. Come ogni ebreo istruito, Egli può leggere la Scrittura e commentarla davanti all'assemblea: commenta Isaia in Luca 4, 18-19. Proprio in questo episodio, Gesù tralascia di leggere il versetto finale: "Dio si vendicherà dei suoi nemici" perché?
 perché Gesù non è un profeta di sventure, non proietta l'odio degli uomini nella personalità di Dio: il suo non è un annuncio di paura, di vendetta, di terrore: ma il lieto annuncio, l'Evangelo.
Non è un guerrigliero, un rivoluzionario, un politico... niente "hasta la victoria siempre", per Lui. Rivoluzionario è il Suo Messaggio: "il regno di Dio è qui."
Non è un triste annunciatore di apocalittici giudizi di Dio, un duro con il "penitentiagite!" facile: non veste di pelli di cammello, ma come tutte le altre persone, e frequenta i banchetti festivi, al punto da passare per un "mangione e beone" (Mt, 11,19)!
Non è un perbenista o un conformista: spezza il pensiero bigotto dell'epoca: "bisogna separarsi dagli impuri per essere santi": Gesù va incontro ai peccatori, mangia e beve con loro, è amico di pubblicani e prostitute, tocca (e guarisce) perfino un lebbroso, lo "scomunicato" dell'epoca...
Non è un irreligioso, un anarchico: Egli accetta le fede ebraica, ma la riforma in più aspetti, ponendosi come un'autorità deputata a farlo: "nella Bibbia è stato detto, ma io vi dico..." (Mt 5,21): non esita a paragonarsi a Mosè, che ricevette da Dio le tavole della Legge. "Non sono venuto ad abolire (la Legge), ma per compierla" Mt.5, 17-                               Suo principio assoluto diventa l'amore, non il complesso sistema di prescrizioni e regole (igieniche, alimentari, sessuali) che erano (e sono ancora) fondamento della vita degli Israeliti.
Non è un mago, un taumaturgo, un guaritore. Fa anche queste azioni, ma prima perdona i peccati : "è più facile dire ad un paralitico: -Ti sono perdonati i tuoi peccati,- oppure: -Alzati, prendi la tua barella e cammina-? Ebbene io vi farò vedere che il Figlio dell'Uomo ha sulla terra il potere di perdonare i peccati..." (Mc 2, 1-11).
Non è un politico: lascia poco spazio alle idee messianico - nazionalistiche dei suoi ascoltatori, quelli convinti che il Messia sarebbe stato un grande guerriero capace di liberare Israele dall'oppressione romana. Gesù non contesta radicalmente il potere romano, ma non mostra neanche simpatia per gli ambienti ebraici filoromani. Quando giunge la fatidica domanda: "è lecito pagare il tributo a Cesare?" la sua risposta è salomonica: "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio"... Così come rifiuta il nazionalismo dei suoi compatrioti, convinti che il Regno di Dio fosse (sia) riservato ai soli israeliti .