Relazione sul lavoro Cavalleri in porta.

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 Il progetto didattico sulla lingua e la cultura della Sardegna, finanziato dalla RAS coi fondi della legge n.26 ha preso avvio quattro anni fa, con l’incoraggiamento convinto del dirigente scolastico, col sostegno di tanti colleghi e il coinvolgimento degli insegnanti di inglese e di italiano. Parte attiva e vero pilastro della realizzazione del progetto sono stati gli alunni, molti dei quali oggi già maturi, alcuni occupati, altri iscritti ai corsi universitari e altri ancora alla ricerca della loro strada nella vita. Gli alunni che ancora frequentano la nostra scuola sono testimoni dell’interesse e della validità della sperimentazione, che è andata ben oltre le più lusinghiere aspettative dei suoi ideatori e realizzatori, non solo per la grande curiosità destata negli ambienti della applicazione della legge sulla lingua e la cultura della Sardegna, ma soprattutto per la sua validità didattica complessiva. Fu il ripensamento e la riflessione su un articolo di socio linguistica, letto ai tempi dell’Università, nel quale si sosteneva la impossibilità dell’uso della lingua sarda nella comunicazione scientifica a far scattare in alcuni di noi l’interesse per il bilinguismo, e a farci scommettere sull’erroneità di quella impostazione, frutto più di pregiudizi che di sperimentazione sul campo. Insieme a questa scommessa culturale cercammo di andare controcorrente negando validità alla dilagante retorica che abbina ingiustificatamente scienze matematiche, informatiche e telematiche in modo esclusivo alla lingua inglese, relegando come tuttora si continua a sostenere anche in ambienti accademici, la lingua sarda all’espressione e comunicazione degli affetti familiari. La dimostrazione della dignità scientifica della lingua sarda non è certo solo compito nostro, ma la nostra scuola ha fatto la sua parte. Lo dimostrano del resto l’interesse suscitato negli organi di informazione, i quotidiani sardi che sono tornati a più riprese sul nostro lavoro, le televisioni locali che hanno sentito più volte gli alunni e i docenti interessati al progetto, la terza rete RAI3che nella trasmissione le Altre Italie ha dedicato la programmazione di una intera puntata al nostro lavoro e alcune radio locali che si apprestano a produrre programmi culturali facendo tesoro della nostra esperienza. Le scuole sarde e i Circoli dei sardi quando vengono a conoscenza del lavoro prodotto ne chiedono la documentazione, e noi lavoriamo per allestire un sito in Internet che continui a documentare  questa esperienza per certi versi straordinaria. La rivista di studi storici Quaderni Bolotanesi trovò così scientificamente intrigante il volume Sas Craes da decidere di pubblicarlo per intero nella versione in lingua italiana. Credo che nel corso dei suoi trent’anni di austero e durissimo lavoro di documentazione della realtà storica della Sardegna il n. 26 di Quaderni Bolotanesi 2000 sia l’unica eccezione alla linea

 

 

 

editoriale della rivista, e si può immaginare quanto di questo fatto noi andiamo fieri. E mentre noi si faticava per la redazione e la stesura di Sas Craes, che va alle stampe nel mese di settembre ed esce nel mese di ottobre 2000 riesumando il vecchio paradosso  degli avvocati Euatlo e Protagora, in qualche università della California si lavorava allo stesso soggetto, e il numero di novembre 2000 di Scientific American a pag 124 pubblica l’articolo Il paradosso perduto, di Ian Stewart. Il paradosso perduto è quello di Euatlo e Protagora di pag. 86 di Sas Craes. Non pensiamo neanche lontanamente di essere stati copiati, e se lo fossimo stati ne andremo fieri, ma anche il fatto di sostenere che nel Sebastiano Satta di Macomer in Sardegna si pensa, si studia e si pubblica quanto si pensa e si pubblica indipendentemente in California è ugualmente un fatto notevole. Potenza della lingua inglese, e della lingua sarda! Dopo Sas Limbas dedicato ai linguaggi di programmazione, l’ultima pubblicazione è questo Cavalleri in Porta, dedicato al calcolo delle probabilità. Si era partiti con una scommessa e si termina questa esperienza sempre parlando di giochi e scommesse coerentemente con la programmazione  curriculare, la mia cattedra è infatti matematica ,calcolo delle probabilità e statistica. Il progetto avrà anche una parte applicativa, d’accordo con gli organi che dirigono la scuola si è programmato di realizzare uno scambio culturale tra gli alunni del nostro Istituto e quelli di una scuola dell’Irlanda, in una realtà dove si pratica il bilinguismo, dando così una rilevanza di carattere internazionale al nostro progetto che sembrava nascere affetto da nostalgico provincialismo. Chissà quante volte, in preda alla disperazione, avrò detto a qualche mio alunno, di fronte all’incapacità di essere maggiormente chiaro dimostrando qualche teorema matematico, ma cosa vuoi a dirtelo in sardo, vuoi? Ecco, io ci ho provato. Se non la formula matematica che riassume il teorema rimarrà, ne sono convinto, il ricordo delle chiacchierate in sardo e quello di una esperienza culturale e didattica esaltante.