ANDREA CAVIGLIOTTI
        CLAVICEMBALI & SALTERI-RESTAURO FORTEPIANI

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LA SCUOLA CEMBALARIA PIEMONTESE DAL XVII AL XIX SECOLO

    La produzione di clavicembali in Piemonte è, in buona parte, legata all'utilizzo di Corte e alle rappresentazioni teatrali. Inoltre la consuetudine di sostituire l'organo con il clavicembalo in segno di penitenza durante le Lezioni della Settimana Santa rendeva quest'ultimo necessario anche per l'uso ecclesiastico.

    Dobbiamo alle regine francesi Maria Cristina e Maria Clotilde l'interesse per la musica ed in particolare per il clavicembalo in virtù dell'ambiente dal quale provenivano. Maria Cristina di Francia (1606-1663) si circondava di musicisti quali Louis Guinebaud, che sarà maestro di spinetta dal 1638 al 1641 delle figlie della reggente(1). La regina Maria Clotilde di Francia (1759-1802) sposa nel 1775 il futuro Carlo Emanuele IV e a lei appartiene un clavicembalo di Andrea Rukuers di Anversa del 1636. Da un recente approfondito studio effettuato dal Prof. Bernard Brauchli questo strumento risulta essere stato in realtà costruito dal noto cembalaro francese Pascal Taskin nel 1782(2).

    Il più antico costruttore piemontese di clavicembali a noi noto è Abel Adam (date accertate 1657-1714), attivo a Torino. Luigi Francesco Valdrighi nella sua Nomocheliurgografia antica e moderna(3)del 1884 segnala l'attività di Abele Adam quale costruttore di spinette nel 1663.
Di lui sono giunti fino a noi alcuni spinettini o spinette ottavine, ovvero strumenti di piccole dimensioni con un registro da 4'. Donald Boalch nel suo Makers of the Harpsichord and Clavichord 1440-1840(4)  riporta tre spinettini presenti in collezioni museali:
-Abel Adam MDCLVII nella Yale Collection di New Haven;
-Abel Adam fecit Taurini 1693 nella Collezione del Museo di Berlino;
-Abel Adam Fecit Taurini 1712 nel Museo di Lipsia.
Nella collezione del Conservatorio di Musica di Torino esiste poi un quarto spinettino che porta l'iscrizione a penna ABEL ADAM FECIT.TAURINI A.D. 1698. Esso misura cm 65x35x12 ed è alto cm 10; la tastiera è composta da 45 tasti da mi2/do6 con ottava corta in do ed è ricoperta di ebano con i cromatici in osso. La cassa e la tavola armonica sono costruite in cipresso dello spessore di circa 3 mm. Data la lunghezza della corda vibrante do5 di cm 17, si presume che lo strumento fosse incordato in ferro e ottone.

    Sovente gli organari piemontesi affiancavano alla loro attività primaria quella di cembalari: Giuseppe Calandra (1668-1748) discendente da nobile famiglia di Caraglio(Cuneo), diventa organaro di corte nel 1718 e affianca a questa attività quella di cembalaro. Come risulta da un contratto stipulato nel 1738, egli si impegna a fornire stabilmente due gravicembali per l'orchestra del Teatro Regio con le relative manutenzioni e accordature e a garantire un gravicembalo o una spinetta per ogni musicista o contante. Nessuno strumento del genere è giunto fino a noi dalla sua bottega.

    Nel 1731 risulta che i fratelli Francesco Maria e Giovanni Battista Concone di Asti entrino a far parte del laboratorio torinese di Giuseppe Calandra e vi rimangano fino al 1742, sostituendolo dopo la sua morte nel ruolo vacante di organari e cembalari di corte fino al 1765. Nel 1761 i fratelli Concone dotano la Cappella dei Cantori del Duomo di un clavicembalo a tre registri utilizzato per l'accompagnamento delle Lezioni della Settimana Santa. Della dinastia Concone, di cui nessun strumento è giunto fino a noi, va menzionato Gioacchino Concone, nato nel 1754 e cembalaro della Regia Cappella e Camera(5).

I fratelli Antonio e Martino Rolando subentrarono ai fratelli Concone nel 1765 per la fornitura al Teatro Regio di clavicembali e per l'accordatura, rimanendovi fino al 1787. Di questi costruttori sono sopravvissuti due fortepiani a tavolo e un clavicembalo di tipo  italiano a falsa cassa.
Il clavicembalo, databile intorno al 1760-70, riporta sul fondo incisa a fuoco l'iscrizione Autori Frat.lli Rolando. Allo stile tipicamente italiano sono affiancate peculiarità costruttive francesi, evidenti soprattutto nella forma del ponte sulla tavola armonica e nella costruzione dei 2 registri da 8'. La tastiera è di 51 tasti da do1 a re5 ed è ricoperta di ebano con i cromatici in osso, stichmass( larghezza di tre ottave) di 47,8 cm, la lunghezza vibrante del do5 è di cm 12,9, da cui si deduce  che l'incordatura doveva essere di ottone. Le parti interne a falsa cassa e la tavola armonica sono in abete, mentre la cassa esterna è in pioppo dipinta a tempera verde.
Questo strumento che ho potuto studiare e rilevare, è attualmente l'unico esemplare rimasto della scuola cembalaria piemontese ed appartiene ad una collezione privata.

    L'organaro pinerolese Giuseppe Collino è nel 1816 cembalista da chiesa e nel 1824 costituisce con l'organaro Felice Bruna una società di fabbricanti di organi e cembali a Pinerolo(Torino). Dagli inizi dell'Ottocento la dicitura cembalo assume però un significato più ampio includendo tutti gli strumenti a tastiera eccetto l'organo. Si possono quindi ricondurre a questo termine sia strumenti da penna come clavicembali e spinette sia strumenti a martelli come fortepiani a coda e/o rettangolari.
Non essendoci pervenuto alcuno strumento di Giuseppe Collino, non è dato sapere se i cembali di cui parla fossero effettivamente clavicembali o fortepiani.
    Il termine gravicembalo adoperato da Calandra era usato in Italia nei secoli XVII e XVIII per definire un clavicembalo a tre registri con una o due tastiere. Bartolomeo Cristofori nel 1700 identifica con gravicembalo col piano e forte la sua invenzione.

    Dall'archivio storico del Comune di Torino del 1802 risultano operanti altri costruttori meno noti:
Antonio Nano nato a Borgosesia nel 1751 e un omonimo Antonio Nano nato a Borgosesia nel 1781 forse figlio del primo, sono censiti a Torino come cembalari;
Bernardo Sander nato a Freibourgh nel 1761 e Francesco Sander nato a Freibourgh nel 1787, anch'essi forse padre e figlio, risultano da 15 anni cembalari a Torino;
In seguito si hanno notizie di fabbricanti di cembali quali i Fratelli Berra e Alovisio attivi a Torino.
 

Rolando fondo
Clavicembalo dei Fratelli Rolando 1760 ca.

 
spinettino Abel
Spinettino Abel Adam ,Torino 1698

Bibliografia:
(1)M.Th.Bouquet-Musique et Musiciens à Turin de 1648 à 1775, in "Memoria dell'Accademia delle Scienze di Torino" serie IV,n.17 Torino 1969;
    M.Th.Bouquet-"Il Teatro di Corte dalle origini al 1788" vol. I in "Storia del Teatro Regio di Torino", Torino, Cassa di Risparmio di Torino, 1976;
    A.Dufur-Fr.Rabut-"Les Musiciens, la musique et les instruments de Musique en Savoie du XIII au XIX siècle" in M:D:S:S:H:A:,Chambery 1878;
(2)Bernard Brauchli-Il clavicembalo Taskin 1782, Colare, Portogallo e studio comparativo degli Strumenti di Taskin-Istituto per i beni musicali in Piemonte/Miscellanea di studi 4(Il Gridelino-17 del 1996;
(3)Luigi Ferdinando Valdrighi-"Nomocheliurgografia antica e moderna" Modena 1884-Ristampa anastatica a cura dell'editore Forni di Bologna, 1970
(4)Donald Boalch-"Makers of the Harpsichord and Clavicord 1440-1840" Oxford University Press;
(5)Alberto Galazzo-"La Scuola Organaria Piemontese"-Centro Studi Piemontesi/Fondo "Carlo Felice Bona" (Il Gridelino-11),1990.

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