Giovanni XXIII alla gloria degli altari. Una medaglia d'arte del M. Vincenzo Dino Patroni pubblicata in anteprima da "Il Saggio"

di G. Paraggio

Lo chiamavamo "il Papa buono" e lo ricordavamo per la sua bonomia: era un papa che parlava da uomo, spesso senza prepararsi i discorsi ma facendosi ispirare da quanto lo circondava.
"Questa sera c'è la luna qui con noi..." disse quando a Piazza San Pietro annunciò il Concilio Vaticano Il... "Quando andate a casa troverete i vostri bambini... fate loro una carezza e dite: te la manda il papa..."
Era nato a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, nel 1881 ed era arrivato al soglio di Pietro già avanti in età, il 28 ottobre del 1958, a 77 anni e morì il 5 giugno del 1963, dopo solo cinque anni di pontificato.

Ma pochi papi lasciarono al mondo una eredità ricca e rivoluzionaria come la sua. Dopo appena tre mesi di pontificato indisse il Concilio più importante della storia della Chiesa che inaugurò l'11 ottobre del 1962. Col Concilio fu restaurata la libertà di dialogo all'interno della Chiesa. Compì gesti che suscitarono scandalo, come quando ricevette in udienza il primate della chiesa Anglicana Geoffrey Fisher o Agjubei, genero di Kruscev, ottenendo pubblici riconoscimenti da Kruscev e non meno rivoluzionarie furono le sue encicliche "Mater et Magistra" e "Pacem in Terris", rivolta, quest'ultima, a tutti gli uomini di buona volontà. Essa segna il passaggio dall'antagonismo ideologico al servizio evangelico e getta un ponte tra i blocchi contrapposti. Questa enciclica fu il testamento spirituale di Giovanni XXIII.

54-1.jpg L'11 aprire del 1963 nascevano tempi nuovi... e il papa si avviava a quella lunga agonia che, tre mesi dopo, tutti seguimmo come lezione di autentica umanità. I giornali, la radio, la televisione, ci mostrarono le sofferenze umane con le quali "il papa buono" chiudeva la sua vita terrena.
Ricordo che il volto sereno di Giovanni XXIII - al secolo Angelo Giuseppe Roncalli - fu mostrato così a lungo che ebbi il tempo di tracciarne un ritratto con una matita da trucco che mi fu prestata da una signorina perché non avevo con me, nel locale nel quale mi trovavo a guardare la televisione, una penna o matita da disegno...
Vi fu, in quel giorno di giugno, un silenzio di rispetto e di amore: la Milano disincantata nella quale vivevo, quella del lavoro, degli affari, della ricostruzione, delle ideologie, si fermò come poche volte ha fatto...

Ed ecco che a meno di quarant'anni dalla morte, il buon prete di campagna arriva agli onori dell'altare. Non tutti quelli che lo conobbero da papa lo amarono subito: certe sue prese di posizione erano troppo sconvolgenti per essere accettate a caldo...
C'è voluto tempo per comprendere!
"Il Saggio" ricorda questi giorni della beatificazione che segnano uno dei momenti più significativi del Giubileo con la pubblicazione, in anteprima un'opera di grande rilievo: la medaglia d'arte realizzata in bronzo, per fusione, dal grande artista Vincenzo Dino Patroni che i lettori del nostro lettori ben conoscono perché abbiamo più volte presentato sue opere.

La medaglia è stata eseguita proprio per la solenne beatificazione di Papa Giovanni XXIII. E' monofacciale ed il diametro è cm 15,03. Nel centro del campo perfettamente circolare, campeggia l'effigie del Papa proprio nel momento in cui apre i lavori del Concilio Ecumenico Vaticano Il.
Tutt'intorno in senso orario, incisa a mano, la seguente scritta: "AD PERPETUAM MEMORIAM CONCILII OECUMENICI VATICANI Il" In basso "JOANNES XXIII PONTILEX MAXIMUS" con la data 11.X.1962.
Sulla porpora del Pontefice è adagiata la fascia dov'è ricamata la figura evangelista e in alto a destra una barca spinta sulle onde da una vela gonfiata dal vento. Il tutto si conclude un'elegante croce e la firma, piccola dell'autore: V.Dino Patroni.

Ringraziamo affettuosamente il maestro per il privilegio accordatoci di presentare in anteprima ai nostri lettori un'opera che rimarrà nella storia della medaglistica italiana.