LA NOSTRA PRASSI SACRAMENTALE

Tutte le Comunità di Base d'Italia e anche quelle livornesi si sono sempre  poste il problema della riappropriazione dei sacramenti, oltre che della riappropriazione della parola. Il nodo centrale nasce spontaneo quando un gruppo di fede, con o senza prete, per i motivi più disparati, si trova fuori dalla parrocchia o si accorge di non poter più vivere la sua ricerca di Fede nella realtà parrocchiale.

Senza porsi scalette di priorità sulla necessità della realtà sacramentale da continuare a vivere anche nei suoi segni, sorge subito la domanda: e la parola, e lo spezzare il pane? A quel punto la Comunità dispersa si riaggrega con forza nel continuare a pregare, a leggere la parola, a spezzare il pane insieme. Questa scelta diventa un bisogno: l'attuazione di un "diritto naturale" come quello di respirare e di vivere.

L'Eucarestia, lo spezzare il pane quindi per noi è stato il primo "momento" di aggregazione, diritto naturale ripetiamo, riappropriazione di un segno, di gesti, di voglia di stare insieme. Siccome tutti i sacramenti sono ordinati alla Eucarestia, riappropriarci della medesima ha segnato per noi l'inizio di uno studio, di una discussione interna per vivere - secondo le domande - anche gli altri segni. Con uno stile preciso; mai contrapporsi ad una Chiesa legale che nella persona del Vescovo ci aveva dispersi con il diritto canonico alla mano, ma per rispondere ad un bisogno di ricerca di Dio, esercitare un diritto che era e rimane di ogni figlio di Dio.

Una porzione di popolo credente disperso, senza territorio, senza spazi, che cosa inventa per stare insieme, per pregare? Non certo una chiesa! Le case, alcune case si aprono come per incanto per ospitarci: nasce, rinasce con noi la chiesa domestica. Come ai primi tempi, senza progettazione. Quando? La sera dopo cena o prima, la domenica mattina poi; un incontro gioioso, qua e là nei vari punti del rione. Zingari che pregano, cantano, spezzano il pane, si abbracciano!

E Dio si rende presente anche in quei luoghi, in quei momenti! Dio presente: noi pensiamo che il  Padre non viene fra noi automaticamente perché il ministro pronuncia le parole della Consacrazione del pane e del vino, ma "sappiamo" che è "fra noi" tutte le volte, anche quando solo una porzione del popolo di Dio prega, ama, ha fede, realizza la condivisione di spezzare oltre che il pane, la propria vita... pure con il ministro!


MATRIMONIO

Stella e Claudio - Tatiana e Fabio - Angela e Roberto - Lelio e Franca - Enrica e Bruno maturavano l'idea di sposarsi. La Comunità ne discute, ma abbastanza velocemente si decide per il matrimonio anticoncordatario. Prima del Concordato, cavallo di battaglia della Comunità, la gente si sposava separatamente in chiesa ed in comune. Noi delle CdB che non riconosciamo questo Concordato fra Stato e Chiesa, prima di matrice fascista e poi craxiana, decidemmo questa prassi sacramentale. Prima per Tatiana e poi per Angela la casa di Mauro si allargò a dismisura per accogliere tutti, si agghindò per la festa e di fronte a Dio e alla Comunità si realizzò questo sogno di amore. Qualcuno ci disse che gli sposi in realtà erano concubini perché il matrimonio fu trascritto su una Bibbia e non in una Parrocchia..... ma noi non ci abbiamo mai creduto. Forse si erano sbagliati a dirci quelle cose! Stella - Claudio -Tatiana - Fabio - Angela - Roberto - Enrica - Bruno - Franca e Lelio con i loro figli .... camminano ancora insieme con noi: verso il Padre sulla strada delle due Eucarestie.

Parallelamente alla strada di queste giovani coppie matura la storia personale di Mauro e Pina che nel 1985 decidono di unire le loro esistenze. La particolarità stava nel superare la legge celibataria imposta come condizione per rimanere in servizio ufficiale in una Parrocchia o Comunità.

Di questo argomento nei vent'anni del nostro cammino ne avevamo parlato a lungo e tutta la Comunità era ed è apertissima ad una opzionalità del celibato dei preti.

Stefano Ginotti, Riccardo Innocenti, Leo Piacentini, ed il Diacono Mauro Rubieri, già collaboratori della nostra Parrocchia, avevano scelto la strada di superare questa legge celibataria con o senza dispensa. Mauro e Pina, una volta presa la loro decisione, si recarono da ogni singola famiglia della Comunità per comunicare di persona questo evento, ma soprattutto per chiedere se la base accettava comunque, non il potere sacrale del ministro (questo processo di conversione era già iniziato da anni), ma il servizio dei carismi e dei doni del loro sacerdote.

Avendo avuto risposta positiva Mauro scriveva al Vescovo Ablondi per comunicare la sua decisione personale e comunitaria. Si trattava di una comunicazione chiara e serena che tuttavia non richiedeva alcuna conferma da parte del Vescovo, superando così la prassi della richiesta di potersi sposare cui sono tenuti tutti i preti che fanno questa scelta. Detta decisione è stata solo una presa di coscienza duplice: uscire allo scoperto, senza fuggire dalla realtà in cui avevano sempre vissuto e proclamare, come è stato fatto, questo avvenimento. Non vivere clandestinamente la loro unione, superando chiaramente la richiesta di "dispensa" (che prevede per i sacerdoti un processo quasi medioevale) e affermando che, nella chiesa del futuro, accanto ai ministri celibi (rispettati comunque) possono sussistere, se lo vogliono, anche ministri sposati. Il matrimonio fu anticoncordatario, la Bibbia con le firme di tutta la comunità, unico documento loro testimone, è il segno della fede in Cristo. Questo pensiamo non sia una ribellione ad una legge ecclesiastica, ma un segno ulteriore di profezia.

Mauro vive serenamente con Pina la sua storia personale insieme a Miriam, la loro bambina di nove anni e continua a lottare per l'abolizione della legge celibataria in favore di una opzione libera e per questo, dopo aver ricoperto per cinque anni l'incarico di Presidente Nazionale del movimento "VOCATIO", una delle associazioni italiane che raggruppa oltre cinquecento preti sposati e le loro famiglie, nel luglio del 1996 a Brasilia è stato eletto rappresentante per l'Italia a ricoprire l'incarico di membro dell'esecutivo della Federazione Internazionale del Preti Sposati


BATTESIMO

Siccome l'amore è anche creativo alcuni bimbi erano nati, (quelli che giocavano sotto il tavolo) alcuni stavano per nascere..... e allora la Comunità si pose il problema del battesimo. Già il Battesimo: una cosa l'avevamo capita perché in parrocchia, di fronte alla richiesta di una sacramentalizzazione di massa, ne avevamo parlato e sapevamo che le motivazioni che spingevano le famiglie a volere il Battesimo per i loro figli erano fragili. La macchia originale da togliere al più presto..... il bimbo andava portato fuori, e la suocera credente aveva proibito di farlo uscire prima del battesimo, perché così si era sempre fatto, il rischio che i bimbi non battezzati fossero baciati dal diavolo, la paura che.... in caso di morte di uno di questi piccoli il Signore non li volesse con se... ma li relegasse nell' incerto limbo" .... e se poi c'è davvero? Il dibattito fu abbastanza vivace, fu interpellato anche il Vescovo Ablondi (famoso incontro alla stalla) ma poi si decise di seguire questa prassi: libertà di scelta, approfondimento delle ragioni ideologiche e bibliche del battesimo, superamento netto di tutte le paure che erano dietro la domanda del battesimo, certezza che anche il battesimo non agiva solo automaticamente in chi lo riceveva e che il neonato non poteva avere nessuna parte di comprensione in questa meravigliosa rinascita proposta da Cristo.

Ortensio da Spinetoli e E. Della Torre (due illustri biblicisti) ci aiutarono (non ci indicarono) a seguire la strada di una proposta di conoscenza dell'annuncio di Cristo da fare con la famiglia e con la Comunità ai bambini, ai giovani adolescenti, quindi lasciare decidere a loro, in coscienza, il momento del loro incontro con Lui !

Ma siccome niente si imponeva e ad oggi niente si impone all'interno della Comunità, tre famiglie vollero fare il rito in comunità. In date diverse Patrizia, Elisa e Chiara furono battezzate. In quel momento la Comunità intera e le famiglie diventarono solennemente soggetti di annuncio e di proposta del messaggio di Cristo per Patrizia, Elisa e Chiara,  perché , anche se erano già grandicelle, (tanto che tentarono di spengere la candelina accesa come simbolo della luce di Dio)... non erano in grado di capire il Battesimo.

Una bibbia, ancora, firmata da grandi e piccini come memoria storica di questo gesto e di questi impegni presi è rimasto il ricordo di quel giorno.

Se e quando queste due bimbe, oggi ragazze, volessero eventualmente sposare in Chiesa, dopo aver presentato il certificato biblico, fosse loro imposto il Battesimo... per imprimere anche "ufficialmente" il carattere cristiano ancora una volta noi, che non abbiamo mai fatto questi gesti "contro" siamo pronti a rispettare scelte diverse! Il problema a questo punto riguarda la Chiesa ufficiale.


COMUNIONE

I bimbi piccoli che giocavano sotto il tavolo e quelli più grandicelli che nel frattempo sentivano parlare a scuola o dagli amici di Prima Comunione e di feste grandi ad essa connessa, ci posero il problema della Prima Comunione.

La sollecitazione venne dalla base anche in senso "fisico": i bimbi piccoli, abituati alla comunione dei beni familiari, cioè mangiare insieme, chiesero in modo esplicito e naturale di partecipare al rito dello spezzare del pane dei grandi e, insieme ai più grandicelli, cominciarono a prendere il pane.

La comunità prendeva atto di questi gesti naturali, nessuno si sentì in grado di vietare il gesto spontaneo dei bimbi.... ma ci ponemmo ancora il problema di spiegare gradualmente, ma in modo continuativo, il senso della Comunione.

La Comunità diventa sempre più momento di annuncio e proposta di fede, i genitori vengono a tutt'oggi coinvolti in questo annuncio. Ogni sabato prima della celebrazione parte della comunità realizza questo progetto. Ogni ultimo sabato del mese tutta la Comunità ascolta l'annuncio evangelico dei bimbi e delle mamme.

Al posto della Prima Comunione si propone una festa annuale di Comunione, serenamente i bimbi non sentono più il bisogno del vestito, dei regali, dei grandi pranzi e ordinariamente in un sabato di giugno viene organizzata questa grande Festa. Si prega insieme, tutti i grandi ascoltano in silenzio il risultato della ricerca evangelica fatta dai bimbi e ripetono con dei gesti o delle frasi il senso della Comunione. Dai più piccoli ai più grandi, eccone alcuni:


Comunione è spezzare il pane fra tutti

Comunione è non pensare solo a noi stessi, ma anche agli altri

Comunione è aprire le porte

Comunione è abbracciare il mondo

Comunione è fare un girotondo grande grande

Comunione è accogliere i diversi

Comunione è amare anche chi non ci ama o ci ha fatto del male.


PENITENZA

"Se stai per presentare la tua offerta all'altare e ti ricordi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te.... lascia la tua offerta .... e vai a riconciliarti con il tuo fratello ..."

Sapevamo che il peccato era e rimane un ostacolo nell'incontro con il Padre. Sapevamo e sappiamo che il peccato contro l'amore per il Creato e il nostro prossimo è il più grande   dei peccati. In questi venti anni abbiamo cercato di capire come eliminare il peccato per realizzare un incontro intimo con Dio e i fratelli. Non ci siamo riusciti...  ancora, ma una cosa capiamo dalla ricerca biblica, anche aiutati da fratelli esperti di esegesi: Dio chiede ad ogni uomo la conversione, il cambiamento, l'inversione di cammino dall'iniquità verso la salvezza. Nessuno uomo, nemmeno i ministri, ha il potere di cancellare i peccati; ma fratelli e ministri insieme tenendosi per mano sono invitati dal Padre a camminare costantemente, continuamente, faticosamente verso di Lui.

Potevamo privilegiare l'uso della confessione auricolare proposto nel tempo dalla Chiesa ufficiale, abbiamo praticato un tentativo non facile di confessione comunitaria a