STORIA
IL
CDU : UN PARTITO NUOVO DAL CUORE ANTICO
Il Partito dei Cristiani Democratici Uniti nasce il 23 luglio 1995.
Il nome, CDU,
viene scelto per designare la nuova formazione politica dopo
un'ampia consultazione della base conclusasi con un referendum
svolto tra i delegati al Congresso nazionale. Il CDU è un
partito nuovo dal cuore antico in quanto interpreta ed esprime
valori e ideali ispirati alla Dottrina sociale cristiana che
avevano animato il Partito Popolare di Don Luigi Sturzo e la
Democrazia Cristiana.
Il patrimonio storico e culturale del CDU è prestigioso. La sua
storia inizia il 19 gennaio 1919 quando un giovane sacerdote
siciliano di Caltagirone, Don Luigi Sturzo lanciando un documento
rivolto " a tutti gli uomini liberi e forti " affinchè
" uniti insieme, propugnino nella loro interezza gli ideali
di giustizia e di libertà", fonda il Partito Popolare
portando avanti una convinta battaglia contro il Fascismo. Nel
1923 fu costretto a dimettersi dalla carica di segretario del
partito e nel 1924 ad andare in esilio prima a Londra e poi in
America. Nel corso dei 22 anni di lontananza dall'Italia
(rientrerà infatti solo nel 1946), Sturzo continuò a seguire
con attenzione le vicende politiche italiane incitando e
sostenendo alla lotta contro il fascismo con una fitta
corrispondenza ed una intensa attività di pubblicista.
Intanto il Partito Popolare che annoverava tra le sue fila
personaggi di notevole spessore politico ( Filippo Meda, Giovanni
Gronchi, Alcide De Gasperi, Achille Grandi, Giuseppe Spataro
...), veniva sciolto dal regime fascista il 9 novembre 1926.
Poco prima della fine della seconda guerra mondiale furono
pubblicate le " Idee ricostruttive della Democrazia
Cristiana", il primo programma del partito che si stava
costituendo attorno ad un cospicuo nucleo di ex-popolari.
L'opuscolo era firmato da Demofilo, pseudonimo di Alcide De
Gasperi, padre nobile della Democrazia Cristiana che ne ha
indirizzato e accompagnato l'azione dalla ricostruzione al
consolidamento dello Stato democratico. L'età degasperiana
rappresenta l'emblema della rinascita del Paese dopo l'orrore
della guerra e la fase più alta delle prime e significative
riforme.
La storia della Dc si intreccia profondamente con la storia
d'Italia. Alla fine della guerra la Democrazia Cristiana ha
assunto responsabilità di governo che la hanno vista
protagonista per quasi un cinquantennio, da sola in governi
monocolore o con governi di coalizione, impegnata a rilanciare e
difendere i valori cristiani nella ricostruzione politica e
morale del Paese. Per tutto questo periodo la forte presenza
politica della Dc, legittimata da un robusto consenso popolare,
è stata espressione di continuità della tradizione
"popolare" e dei valori cristiani, anche nei momenti di
forte crisi interna che riflettevano le difficoltà del Paese.
Nel 1978 quando, in piena emergenza terrorismo, le Brigate rosse rapirono e uccisero Aldo Moro che di quel partito era il Presidente, si aprì all'interno della Dc una ferita dolorosissima, mai interamente rimarginata.
Ma la crisi profonda comincia ad evidenziarsi nel 1989, dopo la
caduta del muro di Berlino. La Dc non è pronta a cogliere la
necessità di rivedere la sua funzione e la sua politica, il suo
modo di porsi in un mondo definitivamente cambiato in cui i
fronti politici non sono più pesantemente condizionati dalle
grandi ideologie del fascismo e del comunismo e,
corrispettivamente, dall'antifascismo e anticomunismo.
L'incapacità ad elaborare nuove proposte e a cambiare quella
parte della classe dirigente che risulterà poi coinvolta nello
scandalo di Tangentopoli scoppiato nel 1992, ne hanno ridotto
notevolmente la visibilità. E' solo ora che il partito comincia
ad avvertire l'esigenza di guardarsi dentro, nella sua storia e
nella sua anima, ricercando le ragioni più profonde del proprio
essere.
Nel gennaio 1994, esattamente lo stesso giorno di quel lontano 1919 in cui Don Sturzo aveva rivolto l'appello ai "liberi e forti", la Dc ritornava al Partito Popolare, accompagnando il cambiamento del nome con una ferma volontà di recupero dei valori propri del popolarismo sturziano. Il 30 luglio dello stesso anno il primo congresso del nuovo Partito Popolare eleggeva segretario politico Rocco Buttiglione. Filosofo cattolico, legato per oltre venti anni da un profondo sodalizio intellettuale con Augusto Del Noce, autore di due volumi che hanno segnato una svolta nel pensiero cattolico non solo italiano, è una figura nuova ed affascinante non riconducibile agli schemi tradizionali degli apparati del partito. Ma la autorevole guida del filosofo cattolico non basta a far uscire il partito dalla profonda crisi di identità in cui è caduto.
Nel marzo 1995, dopo un
acceso Consiglio nazionale, una parte di consiglieri nazionali,
in aperto dissenso con il segretario politico che proponeva
l'alleanza con Forza Italia, usciva dal partito eleggendo
illegittimamente un nuovo segretario. La dolorosa scissione si
consumava tra tribunali e carte bollate concludendosi con la
costituzione di due partiti : il Partito Popolare con segretario
Gerardo Bianco ed il CDU con segretario Rocco Buttiglione che ha
la legittimità a conservare lo storico simbolo dello
scudocrociato. Gli accordi firmati a Cannes dai segretari dei due
partiti davanti al presidente del Partito Popolare Europeo
Martens stabilivano che al partito di Bianco fosse consentito
l'utilizzo del nome e al partito di Buttiglione invece il
simbolo, con l'impegno a cambiare nome.
La proposta culturale e politica del CDU prevede la costruzione
di un grande centro in un sistema bipolare, alternativo alla
sinistra e alleato con la destra democratica, evitando qualsiasi
rischio di appiattimento a destra ( non condiviso dall'elettorato
moderato) ma anzi con l'obiettivo di guidare verso il centro
l'evoluzione della destra. Avere questo obiettivo significa
recuperare il progetto politico di De Gasperi laddove esso è
stato interrotto: un centro schierato in un sistema bipolare.
Questo non significa voler rifare la Dc del centro immobile, dei
compromessi, del consociativismo e della mera gestione del
potere, bensì la Dc con una nuova classe dirigente che intende
rilanciare i valori difesi dallo scudocrociato. Il centro che il
CDU intende realizzare non è un luogo geometrico tra due
schieramenti contrapposti, ma una posizione ideale e culturale
che difende la libertà dell'iniziativa economica, che vuole
riformare lo stato sociale ponendo al centro delle politiche
sociali la famiglia e le reti di solidarietà che da essa
naturalmente si svolgono. Il CDU si è presentato nelle elezioni
politiche del 1996 con un programma comune a tutta la coalizione
nella quale si era schierato, il Polo per le Libertà. La
coalizione ha perso le elezioni e questo ha aperto una fase di
profonda riflessione all'interno del Polo. Il CDU riconosce che
sono stati commessi una serie di errori, soprattutto da parte
della destra, insistendo per andare alle elezioni dopo aver
bloccato l'accordo sulle riforme, comprimendo la visibilità
delle forze moderate del centro, penalizzandole nelle candidature
e nella collocazione di queste sul territorio, stringendo
un'alleanza elettorale con la lista Pannella espressione di
valori e ideali diversi e alternativi a quelli espressi dal CDU.
Il CDU si trova oggi impegnato a ricostruire il centro europeo
vale a dire il PPE in Italia, riorganizzando l'area moderata,
affrontando una serie di sfide con la consapevolezza che la prima
cosa da difendere e tutelare è la persona umana e le comunità
in cui essa si sviluppa e si espande (la famiglia, il Comune, la
Regione, l'Italia e l'Europa).Difendere la persona significa
difendere la vita, dal concepimento fino al termine naturale, e
l'ambiente nel quale essa si svolge, sia quello naturale che
quello morale e spirituale.
Il CDU si ispira agli ideali e ai valori della Dottrina sociale
cristiana e considera prioritaria la difesa di alcuni essenziali
ed irrinunciabili valori : la vita (dal concepimento fino al
termine naturale), la famiglia (elemento cardine della società),
la libertà dell'educazione (affinchè ciascuno possa scegliere
il modo in cui essere educato).
L'impegno che il CDU assume con tutti coloro i quali aderiscono
con convinzione e partecipazione al proprio progetto politico, è
quello di ridare un ideale alla politica nel nostro Paese.
Ora
si riparte!
Torna lo scudocrociato
"Dobbiamo saper essere conservatori sul terreno dei
grandi valori,
riformisti su quello delle politiche istituzionali,
liberali nell'economia
e democratico-cristiani nelle politiche sociali,
privilegiando, sempre e comunque, la difesa in concreto della
dignità di ogni singola persona umana".
(Rocco Buttiglione Luglio 1998)
Il CDU riafferma e assume
senza complessi la eredità ideale della esperienza democratica
cristiana in Italia.
Il CDU vuole essere un partito della libertà, della giustizia
sociale e del lavoro.
Per questo siamo contro il capitalismo di stato della sinistra e
contro il liberismo della destra. Non c'è mai stata nella nostra
storia dal dopoguerra ad oggi così poca attenzione al sociale,
alle esigenze dell'uomo comune, alle attese della povera gente.
Rivendichiamo il ruolo che i democratici cristiani hanno avuto
nel costruire uno stato sociale che va profondamente riformato ma
non abbattuto.
Siamo convinti che la riforma della scuola italiana rappresenti
una scommessa fondamentale per il futuro del nostro Paese, per
cui ribadiamo il nostro pieno impegno per l'approvazione di una
vera legge di parità, che riconosca alla famiglia la libertà di
scelta del progetto educativo e formativo per i propri figli.
Siamo solidali con i pensionati e riteniamo che vi sia una
profonda saggezza nella posizione della CISL che chiede che prima
si faccia una politica del lavoro e dello sviluppo, che faccia
aumentare il numero degli occupati, in modo che anche i pesi del
sistema previdenziale gravino su di una platea più ampia di
contribuenti.
Crediamo che siano oggi senza difesa e senza protezione i piccoli
imprenditori, gli artigiani, i commercianti ed i coltivatori
diretti, che hanno bisogno di una economia sociale di mercato,
mentre cresce il peso di grandi aziende sostanzialmente
monopolistiche.
Siamo preoccupati per la linea politica del governo che per
recuperare competitività al nostro Paese mira a comprimere i
diritti ed i salari dei lavoratori. Per vincere nella gara
globale della competitività si deve piuttosto puntare tutto
sulla ricerca scientifica, su di una buona scuola e sulle
infrastrutture da costruire.
Quando il centro scompare, scompare anche la capacità di
ascoltare il paese, di realizzare una mediazione alta e quindi di
decidere. Bisogna ricostruire il centro per restituire alla
politica la capacità di operare e di decidere.
Abbiamo smarrito il giusto equilibrio nel sistema giudiziario fra
la mitezza e la severità.
Il popolo italiano si sente indifeso davanti ad una ondata di
criminalità sostenuta anche da una politica di immigrazione
scriteriata e priva di filtri necessari, che genera reazioni di
intolleranza che sono estranei alla nostra cultura e alla nostra
tradizione. Scontiamo anche una gestione della magistratura più
orientata alla ricerca di una ruolo politico che al lavoro umile
di difesa del cittadino comune contro la criminalità.
Un partito che ha la nostra storia e la nostra tradizione deve
prima di tutto affermare una identità e chiamare a raccolta
quanti in questa identità credono. Siamo aperti al dialogo per
costruire in Italia il centro all'interno del Partito Popolare
Europeo ma non abbiamo paura di procedere da soli se questo
richiede la dignità della nostra storia e dei valori che
rappresentiamo.
In Europa il tentativo di costruire un nuovo centro a sinistra,
sostenuto da Schröder, da Blair, da Prodi e da D'Alema é
fallito.
Il centro europeo conferma di essere alternativo alla
sinistra e conferma di essere democratico cristiano.
C'é in Europa un desiderio forte di Democrazia Cristiana e di
centro, oggi soprattutto in Germania, domani in Italia.
Il CDU ha lealmente collaborato, in questi ultimi mesi, con
grandi sforzi ed assoluto disinteresse al progetto di costruzione
di una aggregazione più ampia del Centro in Italia e nella
prospettiva della costruzione del Partito Popolare Europeo nel
nostro paese.
Il progetto rimane valido e per esso il CDU continuerà ad
impegnarsi. Le dolorose fratture che si sono prodotte, senza
nostra colpa ed anzi da noi contrastate per quanto possibile fino
alla fine, ci inducono oggi a riprendere la nostra autonomia
culturale e politica.
Se vi è una continuità nell'impegno politico del CDU, vi sono
però nuovi compiti che si profilano davanti a noi.
Occorre realizzare una nuova sintesi culturale prima ancora che
politica, di dottrina sociale cristiana e pensiero
liberaldemocratico. E' stata proprio la mancanza di questa
sintesi nuova una delle cause, e forse la principale, della crisi
della vecchia Democrazia cristiana italiana. Occorre interpretare
la nuova domanda di libertà che pervade le nostre società fin
dalla fine degli anni '70, conciliandola con la tradizione
solidaristica propria dei partiti di democarzia cristiana.
Questa conciliazione di libertà e solidarietà avviene
attraverso il concetto di sussidiarietà. La sussidiarietà
determina di volta in volta a chi compete il dovere della
solidarietà, ordinando così una società solidale ed evitando
che le diverse istanze sociali siano deresponsabilizzate, ponendo
tutto il carico della solidarietà sulle spalle dello Stato, che
inevitabilmente crolla sotto il peso. Sono queste le idee della
economia sociale di mercato di W. Röpke, L. Erhard, G Briefs,
richiamata ed ulteriormente sviluppata nella recente enciclica
Centesimus annus di Giovanni Paolo II.
All'interno di questo orizzonte culturale e politico si
colloccherà l'impegno ed il lavoro del CDU nella città, nella
provincia e nel Paese.
CDU: L'ostinata coerenza ideale
Mercoledì 2 febbraio 2000 è
stato siglato un accordo politico di estrema importanza.
Il Segretario nazionale del CDU Buttiglione ha elaborato e
proposto a Berlusconi e Casini i quali lo hanno accolto
integralmente e approvato e sottoscritto, il documento
politico-programmatico della nascita del PPE in Italia, aperto
all'adesione di tutti coloro che si riconoscono nei suoi
principi.
Il CDU con tale accordo non entra nel Polo ma sigla un'intesa, in
questi anni ostinatamente perseguita, che si basa sulla comune
appartenenza al Partito Popolare Europeo e ne fa valere insieme
le ragioni ideali ed i programmi nel nostro paese per inserire
pienamente l'Italia nel sistema politico europeo.
Il CDU vuole che anche in
Italia le forze del PPE debbano costruire il perno di una chiara
alternativa alla sinistra.
Abbiamo lavorato tutti questi anni per costruire il Centro in
questo paese e per ristrutturare il centro/destra dandogli quelle
caratteristiche di attenzione solidale agli ultimi, di
modernizzazione e innovazione, di socialità e senso delle
istituzioni di cui troppe volte in passato si è mostrato
carente.
Il nuovo accordo conferma tutto ciò ed esalta la nostra coerenza
ostinata, pagata anche a duro prezzo, con le nostre scelte di
fondo, con la dottrina sociale cristiana, con il Centro nuovo nel
PPE e con l'autentica tradizione dei democratici cristiani
italiani ed europei.
Collaboreremo con passione per portare avanti questo prezioso
progetto ma esso non si realizzerà nel nostro paese senza il
contributo determinante dei Cristiani Democratici Uniti e della
loro bandiera: lo scudocrociato.
Ora si riparte!
Torna lo scudocrociato