A destra:

la rarissima foto d'epoca  ritrae l'eremitico durante una benedizio ad derelittibus
  ufficiata in un luogo di culto situato in quel di Montescudaio. Ancora non sapeva, povero tapino,
del linciaggio -lapidazione -linciaggio al quale sarebbe  stato sottoposto  a breve.
In alto a sinistra intravedesi la signorina  succitata, conforto  continuo per sguardi poveri di gioia.
 
 

  

   Qualora troppo chiara non vi sia apparsa  la domanda postavi nella Home page, provvedo qui a riformulare il tutto:

    vi è mai capitato, naturalmente in salita, di essere attaccati da orde di tafani assatanati oppure di forare anche tre, quattro volte ad uscita, oppure ancora di sbagliare stradello e ritrovarvi non si sa come in un'altra provincia

foto originale Mamo Gionti

  

 Se la risposta è sì, e non ho dubbio che lo sarà, potrete sicuramente trarre notevolissimo benefizio dai miracolosi influssi derivanti dalla venerazione, prima di ogni nuova uscita, della pia imago rappresentante le sacre effigie di un mio caro antenato, noto in maniera particolare ad ogni credente come grandissimo discepolo delle divine volontà. 

   Il santo visse nel secolo scorso confortando i foratori e gli sconfitti dalle cartine geografiche, i quali per tutto ringraziamento lo gettarono senza titubanza alcuna in un turbinio di picchi nel muso e nelle doghe, ahimè soltanto a causa di una  errata indicazione fornita dal pio ad un escursionista dalla fede abbandonato. L'avo mio, deluso da questi accadimenti, si produsse quindi in un eremitaggio lungo sperduti itinerari, dai quali derivò poi il nome con il quale lo stesso venne beatificato qualche tempo dopo la sua prematura scomparsa alla verde età di centoquattro anni. 

L'atteggiamento sacralmente sinuoso della mano sua risulta ai più paradigma di incipiente benedizione, sebbene una insignificante parte della critica (un irrisorio 97%) non manchi di attribuire la coreografica posa allo stato ormai terminale dell'artrosi galoppante che invadeva

da tempo i rachitici arti del piissimo, provocando tra l'altro dolore e costernazione anche alla estesa folla degli adoranti.  Univoca sembra invece essere l'interpretazione dell'elemento senza dubbio alcuno più suggestivo dell'intero insieme, riferendomi qui a quello che viene oggi mondialmente conosciuto come l'Occhio Pio, antropomorfizzazione dello sguardo celeste: si pensa che il sostare nella condizione di semichiuso dell'occhio destro del Santissimo sia dovuto alla sfuggente presenza di quel bel bocconcello (si legga 'simpatica fanciulla'), mi si passi la metafora, che si può notare alle sue spalle e all'indirizzo della quale viene in ultima analisi puntato il dito. L'Etereo infatti, accortosi volpescamente della pecorella smarrita, intendeva con l'ammiccare invitarla nel vicinissimo boschetto di ulivi onde provvedere all'impalmamento, ma l'insorgere fulminante di un ulteriore attacco di sclerosi lo condannò a portare su di se per sempre i segni del sordido atto. 

   Risulta inoltre dalle Sacre Scritture che il beato avesse poi il potere di attirare su di se, senza titubanza alcuna, i flagellanti sciami di tafani-mosche cavalline-zanzaroni che infestavano gli itinerari del tempo suo, liberando così i raminghi ciclisti dell'epoca dagli evidentissimi fastidi che l'accompagnarsi con questi insetti comporta. Risulta altresì da testimonianze rurali che l'eremitico usi talvolta materializzarsi  in prossimità di qualche  subdolo bivio onde venire in soccorso a pellegrini indecisi sulla direzione da prendere.

   Non dubito quindi che questa santa imago possa supportarvi lungo i tediosi sentieri quotidiani e che possa esservi di estremo conforto per il mantenimento della giusta via.

 

   E' di non molto tempo fa la notizia dell'ultima materializzazione del religioso, avvenuta in località Ortacavoli e documentata da tale Mamo Gionti, all'indirizzo del quale il piissimo ha scagliato un terrifico anatema i cui effetti sono ancor oggi ben visibili...

...La ben trista trasformazione

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