- Dal
poema “Il seme umano”
(segnalato)
- di Michele Albanese
- E
venne un dì la luce dalle tenebre
- a
rischiarar la ragione di essere.
- E
venne pure un misero mortale
-
- tanto
eccelso, da fondar nel sudore
- la
mònade e immatura esistenza.
- Se
la Musa m’aiuta con la lira
-
- a
cantar i diversi aspetti umani,
- non
t’affaticherà il lungo viaggio
- per
sideral spazi, o astronauta!
-
- Neppur
d’Amleto la tragica storia
- o
di Faust che l’anima sua vendeva.
- Né
di que’ due che, divenuti folli,
-
- con
mulino a vento l’uno pugnava
- in
gloria a Dulcinea; ad Angelica
- l’altro,
nudo nel bosco, s’aggirava;
-
- ma
del seme umano qual esso è:
- tra
amore e odio, sofferenza e gioia.
- O
buon Apollo, entra nelle mie vene,
-
- ispirami
quel realismo muto
- che
tanta parte nel mondo detiene.
- Egli
vien, un prodigio nella storia!
-
- Un
mitra atomico si trae intanto;
- e
tutto cinto nelle armi di Marte
- che
terra e cielo sbigottiti stanno.
-
- …………………………………
-
- O
graziosa luna, tu stessa vedi
- come
i tempi son oramai cambiati,
- e
sverginata e pur afflitta riedi.
-
- Non
di color ti rivedon gli amanti,
- non
più viene alcun a favellare teco;
- si
dice che gl’incanti sono infranti.
-
- Ma
nuda verità reca spavento
- a
falsari addottrinati bastardi,
- ché
sulla piaga non mettono unguento.
-
- Inneggiano
alla dea indifferenza
- ch’olezza
il suo narcotico profumo
- e
nell’elisir non vedono degenza.
-
- Mia
sverginata luna, non poeta
- più
si commuove al tuo silente pallor,
- perché
lo stolto contegno vieta.
-
- Io
resto sempre con te, vecchio e nuovo,
- nella
dialettica del divenire;
- con
legge della natura mi muovo.
- …………………………………
-
- Pensi
al lavor per scavar una fossa,
- meditando
su due grandi misteri:
- vita
e morte antipodi son, ma veri.
-
- «Vita
costruisce e morte distrugge…
- miscela
di gioia e dolor perenne,
- chi
ratto le cerca, ratto le fugge.
-
- Somatica
bellezza è la parvenza,
- ascosa
tiene scheletro con vermi…
- quale
de’ due è da porsi credenza?
-
- Vita
diventa morte e morte vita,
- …
un piroettare di fuochi fatui…
- a
me, nessun delle due è gradita!
-
- Oh,
meglio non essere giammai nato!
- …
Quanto di rado la gioia trabocca
- mentre
‘l dolor ti resta sempre al lato!»
-
- Poi
metteva in discussione la scienza;
- mai
nessuno la vita può creare,
- ma
la morte gli dava una speranza.
-
- Dicea:
«L’uom mai può crear energia,
- com’essa
forma la materia prima;
- la
produce… l’attua…, ma non la cria.
-
- È
diverso per mantenerlo in vita…
- s’un
giorno si scoprisse il meccanismo!
- Una
battaglia che non ha partita…
-
- Eppur
gli atomi non sono morti,
- non
funzionano ne’ loro ingranaggi,
- perché
tutti i circuiti sono corti.
-
- Non
so se scienza ci potrà arrivare…
- Nell’uomo
deve pur esserci un fine;
- credo
che due soluzioni può dare:
-
- o
scoprir nel corpo immortalità,
- o
trovar nell’essenza il suo fattore;
- posson
tutti e due aver verità?
-
- Una
è già riposta da tempo in Lui,
- Egli
stesso dice d’esser la via,
- non
so quanta luce ci vien da Lui».
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- …………………………………
-
- Ahimè,
stanco son di condur la croce,
- percorrendo
la via un’altra volta,
- non
preferisco riviver soffrendo!
-
- Sì…
essere vorrei tutto me stesso,
- ma
con ben altro diverso destino…
- fatto
di sogni, d’avventura e gesta!
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