Dalla silloge “Cocci di Vetro” (segnalata)
di Francesca Ballo

 

Aria, acqua, terra, fuoco.
Quattro elementi puri
si fondono e creano
plasmando tutto ciò che ci circonda
fino all’uomo,
essere meno perfetto,
ditruttore di se stesso,
animale senza istinto,
larva che naviga nei suoi stessi sbagli.
Ritorno alla purezza prima,
liberazione del proprio essere
viaggio continuo fino alla nascita,
abolizione,
trasformazione continua delle forme viventi
fino all’estrema,
assoluta perfezione: il NULLA,
base dell’esistenza senza fine,
lunga strada parlante senza anima,
ora cuticola che avvolge le nostre scatole di ferro;
e un giorno saremo in grado
di distruggere anche te.
 
Uomini,
carne e razionalità,
tutto vogliono senza sapere.
Tende d’amianto celano
queste pupille gelide
manipolatrici d’Essenza.
Pura voracità vorticosa
trascina verso le grandi mani
del Nulla
questi esseri meccanici
distruttori
che anche questo vogliono plasmare
corazzandosi di verdi pezzi d’albero;
trasportatori di morte,
incarnazione di morte,
vischioso smog fluisce
nelle loro vene brulicando nelle tortuose vallate
di quelle vuote gabbie
che tutto vogliono incatenare.
Grande sfida hanno
con il Destino
che insinuandosi in essi
farà assaporare
la loro stessa Essenza!
 
Siamo lumache
che lasciano la propria scia
come gocce di rugiada mattutina
plasmate dal freddo notturno
che pervade gli spazi aperti
illuminati
dal bagliore delle lucciole
mentre le povere formiche
ininterrottamente lavorano
senza pensare alla
propria esistenza…