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La poesia di Antonietta Benagiano in Vento nelle mani (Terzo Millennio 2001) 

Le venti liriche che compongono la breve eppure intensissima raccolta di Antonietta Benagiano sono un viaggio di sogno tra le metafore e le allegorie che celano l’anima tormentata e malinconica della poetessa, sospesa tra passato e presente, tra memoria e sogno, tra paure e desideri. Potremmo quasi dire che questa raccolta è in realtà un diario poetico, un intimo interrogarsi, analizzarsi, confessarsi della nostra poetessa, che viaggia attraverso i ricordi e le speranze della propria vita, sospesa tra la ricerca della verità e la paura di raggiungerla, creando un percorso sconnesso, irto di ostacoli, sospeso come un ponte tra una realtà che non soddisfa e una speranza che non convince: l’anima non può fermare il suo cammino, eppure ha paura a percorrerlo e non ha altro che la conforti se non la visione spettacolare di una natura che sembra esserle amica. Il tormento dell’anima appare anche nello stile: i versi ritmati e frammentari sono simboli dei voli del pensiero che rapido si sposta tra idee, emozioni, sogni e paure. La ricerca di un linguaggio nuovo ed efficace, fatto di metafore e di immagini personalissime, caratterizza queste liriche che, verso dopo verso, si fanno invocazione, si tramutano in accorata preghiera per un desiderio di serenità mai esaudito. Antonietta Benagiano riesce a coinvolgere il lettore in questo suo diario intimo: le emozioni, le ansie, le paure, le speranze della poetessa si impossessano anche di chi legge, dischiudendo al pensiero nuove prospettive, nuovi approcci alla vita e al tormento del vivere.

Monica Balestrero