Chi desidera avere la recensione più celermente invii il testo in duplice copia

Storia, colore e poesia nel volume di Aristide Casucci: San Giorgio a Cremano: un poco di storia, un poco di colore, un poco di poesia (a cura della Pro loco di S. Giorgio a C.)

 

Storia, colore, poesia promette il sottotitolo, e Casucci infatti riesce a fondere e contemperare i tre aspetti, quello scientificamente storico, quello folclorico del colore locale, per completarli con la poesia che emana da luoghi e personaggi. È uno di quei libri che ogni paese dovrebbe produrre, e a buon diritto la pubblicazione di quest’opera è stata patrocinata dalla Pro Loco di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, paese che, per di più, è stato segnato dalle stimmate del terremoto. Il volume, corredato da foto e stampe, che accompagnano il lettore in un percorso a ritroso nel tempo e nella storia, si avvale di una Prefazione di Giovanni Tarallo, presidente della Pro Loco, dove fra l’altro si legge: «Il titolo riassume efficacemente il senso di un’accurata ricerca storica delle vicende della nostra comunità cittadina… L’autore percorre le tappe più significative del nostro vissuto e riesce ad assemblare in un’unica tematica sia la storia che la poesia dedicata ad alcuni personaggi più rappresentativi del nostro paese nel secondo Novecento». Aristide Casucci, sangiorgese di nascita e cultura – come dichiara nell’introduzione – benché le vicende familiari e di lavoro lo hanno portato a vivere lontano dalla sua patria, ripercorre non senza nostalgia i luoghi dell’infanzia e della giovinezza, cercando di affrontare un discorso storico scevro da campanilismo e partigianeria, e quanto possibile sereno ed obiettivo. La prima e più corposa delle tre parti di cui consiste l’opera è dedicata alla storia di San Giorgio a Cremano, ricostruendola dalle sue origini, vagliando le prime notizie di insediamenti greci e romani, suffragate ormai da ritrovamenti archeologici, siti, tombe, e da reperti quali frammenti, ceramiche e mosaici. La città, che da sempre dovette fare i conti con eventi calamitosi, come eruzioni e terremoti, dovuti alla vicinanza del Vesuvio, e fortemente influenzata da Napoli, fu occupata da Bizantini, Arabi, e ripopolata intorno all’anno 900. Casucci, fra i tanti temi, affronta anche quello del passaggio dal toponimo ‘Cambrano’ a ‘Cremano’, la concentrazione degli abitanti attorno alla chiesa di S. Giorgio e degli insediamenti abitativi costituitisi intorno ai casali. Passa quindi ad esaminare il periodo della dominazione spagnola, i rapporti, spesso controversi, con la Santa Sede, le vicende del Viceregno, legate e condizionate dalla corte di Napoli, fino alla grande rinascita del 1700, con la realizzazione di ville dell’aristocrazia locale, di chiese, opere d’arte, mentre la storia della città si intreccia ad eventi più grandi.

               Nella seconda parte l’autore esamina gli aspetti più caratterizzanti del culto dei Santi venerati sul posto, Giorgio e Aniello. La terza parte invece si apre con il rapporto amore-odio con il vulcano Vesuvio: «Amore ed ammirazione per le bellezze incomparabili della montagna nel suo complesso…, terrore per le sue manifestazioni naturali il cui antidoto, durante molti secoli, sono state le intercessioni dei Santi patroni…». Si sofferma quindi sulla storia del vulcano e dei fenomeni eruttivi – ben sappiamo come i vulcani plasmino, condizionino l’ambiente e la vita degli uomini – fino all’ultima eruzione, nel 1944, che ne modificò l’aspetto. Questa drammatica esperienza si con-fonde con l’altra dei ricordi della guerra. Casucci infatti riesce a mescolare gli eventi storici ai ricordi personali, via via che s’avvicina al suo tempo, ed ecco allora fatti, luoghi, botteghe, personaggi, particolari dell’infanzia e della prima giovinezza che passano come dei flash, vivi e immediati. Il libro si chiude con una sorta d’appendice toponomastica, dove pure s’affacciano episodi e personaggi del paese, ed una rassegna poetica dialettale, dedicata a figure della pro-pria età. È una carrellata documentatissima ma anche godibile, realizzata in uno stile piano, scorrevole, mai banale.

Maristella Dilettoso