- Terra-madre
- di
Ines Savoca
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- Estensioni
sommerse,
- acque
che ondeggiano e gorgogliano:
- la
primavera dipinge fiori nell’aurora!
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- Oh,
mari del Sud, colmi di onde di cobalto e zefiro,
- tra
verdi ombre la sera sembra tremare nel fogliame
- d’aranceti
dove la zagara consuma i suoi profumi.
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- Tutta
orientale, il corpo d’argento, Taormina
- palpita
di viole in una culla di madreperla,
- città
senz’ombre di crepuscolo né lampade glaciali.
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- Pietre
vulcaniche, pendii, limiti impervi,
- fiumi
di lava e di fiamme: onde di luci cosmiche
- dove
la luna affonda tra cupole e pianeti!
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- Terra
di emigranti e di poeti… dove t’inebria
- il
mandorlo e l’ulivo canta al tramonto
- con
la voce antica e melodiosa di Getsemani.
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- Pulviscolo
di paesi opachi dal volto biblico
- dove
posa il vento, terra dalle mura ardenti
- lacerata
dalle ali nere della morte!
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- Donne
inermi dai volti mesti le cui pupille
- hanno
tracce di singhiozzi, tra filari di cipressi
- gridano
a Dio l’infelicità!
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- Pini
marittimi, piegati verso il mare,
- città
e porti, colonne e templi… civiltà perdute
- in
un mare d’ali d’abbaglianti piume.
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- “Sicilia
mundi” è Pasqua! Corro incontro a Te
- in
una pioggia di petali rosa che risorgi
- sempre
più bella dalle tue ferite.
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- Terra-madre!
Nel tuo grembo mi hai cullata; caldo di sole,
- ma,
poco conosco di tue feste e tradizioni:
- vivo
al nord, tra le nebbie ostili!
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