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La lotta dell’uomo tra il bene e il male: Al periscopio, poesie di Rolando Tani (Collana del Bucaneve, a cura del Gruppo Culturale Poeti nella società) 

«L’autore ci propone l’onda gigantesca dell’Amore, che certamente ci aiuterà a superare le insidie del mare in cui siamo naufragati; e forse saranno le nostre stesse paure a farci approdare sull’isola della nostra salvezza». Con queste parole Pasquale Francischetti commenta le liriche di Rolando Tani “Al periscopio” nella presentazione al volume della sua recente silloge. I moti dell’animo di Tani sono orientati «verso il desiderio di far uscire gli altri dal proprio labirinto esistenziale e sono tesi a guidare tutti noi verso una più ampia apertura ad un dialogo con una realtà che ci circonda». In effetti la silloge è espressione di un sentire moderno, attraverso pensieri, sensazioni ed emozioni universali. Si tratta di 35 poesie dalla tematica varia, ma soprattutto dallo stile molto equilibrato, quasi una sintesi fra tradizione e modernismo sia nella forma che nel contenuto. La vita è vista quasi “al periscopio” (così si intitola infatti la prima poesia della silloge), attraverso il quale la realtà viene sviscerata ed analizzata sia nel bene che nel male «E deluso spio l’orizzonte / con occhio ed animo smaniosi / che non accenna ad offrire / panorami diversi». Chi guarda però attraverso questo periscopio è sempre l’uomo con i suoi mille perché, l’uomo che vuole liberarsi dei suoi dubbi, ma vuole anche dare un senso alla vita, l’uomo che naviga nel caos ma crede nell’amore. Spesso la risposta ai tanti perché proviene dal sopran-naturale. Ogni uomo ha il suo credo e Dio diventa rifugio e consolazione, diventa centro di ogni cosa e dà la forza per continuare a combattere il male, forse anche perché Egli è Amore. Storicamente il male è andato sempre crescendo, ma fortunatamente tra il bene e il male «si è inserita la poesia / insita anch’essa nell’animo umano». La ricerca è una ricerca dei valori attraverso la saggezza e l’umiltà. Il senso di libertà fa parte anch’esso degli ideali e il robot, che non si pone altro fine che schiavizzare l’uomo, un giorno riuscirà nel suo intento, renderà l’uomo, insulso essere, schiavo. Ma il robot può tanto? Alla base di tutto ci sta sempre l’uomo, è l’uomo che cede alla sua stessa schiavitù, perché fino a quando egli sarà infame, provocherà dolore, sarà egoista e codardo, fino ad allora non avrà pace. Se la visione che presenta Rolando Tani potrebbe sembrare pessimista, invece è in fondo ottimista perché nella soluzione finale sarà il bene a trionfare.

Angelo Manitta