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Mina Antonelli |
La luce della luna: silloge dal sapore delle cose antiche di Mina Antonelli (Spring edizioni, 2000) Mina Antonelli con “la Luce della luna” rievoca il trascorso, ripropone nostalgiche reminiscenze e ricordi con dovizia di esemplificazioni sentimentali, con tanto rammarico. Con uno stile tutto personale lei ripercorre il cammino della sua esistenza, rivivendo momenti, riesumando luoghi e personaggi che con lei hanno avuto rapporto e che hanno lasciato un ricordo indelebile. Nelle poesie della Antonelli c’è tanta realisticità, ma anche sprinto di comprensione; momenti di gioia di fronte alle bellezze naturali…«si aprono all’arsura / i solchi della Murgia / e il rovo intreccia / di spine i giorni». Realismo, fantasiosità, acume, osservazione attenta, questa silloge ha il sapore delle cose antiche, gradevole sapore, perché intriso di quella semplicità espressiva che è indice di pura ispirazione poetica. Emerge nelle creazioni della Antonelli quel senso di riconoscenza, oserei dire, di devozione, per certe realtà che oggi sarebbero inattuali. Spunti simbolistici: «Nel giardino degli anni / mia madre coglie / fiori di rugiada…», delicatezza descrittiva, schiettezza espressiva. L’immaginifico si fonde egregiamente con il reale, anzi ne accentua i contenuti, ne esemplifica i concetti; questo svolazzare leggero di frasi sempre attinenti al tema prefisso, costituisce un merito dell’autrice che dimostra disponibilità verso il prossimo, comprensione per i meno fortunati, elevato spirito religioso ed acume osservativo. Leggendo le sue poesie si riscontra la personalità sempre coerente con i suoi principi etici, ossequiente ad un concetto di vita morale, meticolosa nel non trascurare nulla pur di dare completezza alle creazioni. Quella di Mina Antonelli è poesia umile, istintiva, oserei dire, profumata di gioiosità femminile, sempre contegnosa, ricca di suggestioni nostalgiche e di sagge considerazioni culturali. Stile quanto mai accattivante disponibile per chiunque voglia concedersi serenità d’animo. |
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