Il Convivio

Salvatore Arcidiacono

La linea delle croci di Salvatore Arcidiacono: poesia vibrante e suggestiva.

Dopo aver letto il volume di versi “La linea delle croci” del messinese Salvatore Arcidiacono, poeta e critico noto ed affermato, vincitore di diversi premi, incluso in qualificate antologie e nel dizionario della letteratura italiana del novecento, edito da Einaudi  nel 1992, possiamo affermare che da diverso tempo non ci era stata offerta dalla editoria italiana una occasione di lettura poetica così vibrante, intensa suggestiva. Quella di Arcidiacono è poesia di forte impegno civile che oscilla dal sentimento all’invettiva, all’ironia senza mai scadere dalle ragioni dell’autentica poesia;  il lettore troverà un autentica melodica intonata sul ritmo dell’endecasillabo e del settenario dominanti anche se non esclusivi. Se ci richiamiamo alla  distinzione del meschonic tra moderno e contemporaneo, possiamo affermare che quella di Arcidiacono è poesia sicuramente moderna in senso alto perché moderna è tutta l’arte in quanto tale. Ed è poesia che si avvicina molto a quella anglosassone  di cui l’autore è studioso attento ed appassionato. Una forte tensione e sonda dai versi e si accompagna ad ironia sprezzante nei confronti del nostro tempo estenuato e squallido. Il recupero delle origini (cfr. “L’eredità”, alla foce dei miei versi”) il richiamo ai trascorsi marinai (cfr. “Salpa nostromo”) lo slancio spirituale (cfr. “Gli aironi”) i sospiri di un eros dignitosamente nostalgico (cfr. “Antinomie”, “Ti passavi”) la poesia di apertura, che suona condanna e disprezzo verso il sinedrio argentario di cui l’autore ha conosciuto la “cruelle connerie” (è stato per anni dirigente bancario) sono aspetti di una poesia che concorda mente e cuore del lettore che si fa leggere nel suo tessuto semantico che si fa ascoltare nei toni, nei ritmi, nei tempi. Arcidiacono, raggiunte alte vette con “Caballetta” che ricorda il poeta Delfini e che è feroce icastica descrizione della “non vita” in banca, e “Per Vittorio Sereni” che s’impone per qualità artistica e letteraria con incipit memorabile e che si snoda con concatenazioni  insolite, motivate, originali. “La linea delle croci” è una raccolta non omologabile alle mode correnti e degna di un ascolto attento e partecipe anche per i valori che esalta e difende. Non sorprendono quindi i lusinghieri giudizi  di  insigni poeti (Caproni, Montale, Guerrini, Orsini, Saggio, Ruffilli, Sanesi, Turoldo) posti alla fine del bellissimo volume.

  Antonino Costa 
 

Stampa    Stampa il testo