Il Convivio
Arena Salvatore
Cavalieri saraceni

 Sono tutti morti, li hanno preparati
con i capelli pettinati e ricami di gelo,
mentre una nebbia leggera, pietosa,
ricopre morti, dolori, e puzza di sudore.
Poi, come un fazzoletto di vento
lascia passare lacrime e sospiri,
la nebbia si dissolve,
e madri, figli, spose in ginocchio,
lamenti mischiati con il vento,
guardano in alto.
All’ombra di un cielo carico di pianto,
nuvole impazzite, fantasmi di saraceni
in groppa a cavalli grondanti sangue
buttavano stelle di neve,
quante stelle, a migliaia.
Allora ogni cosa scomparve,
restarono soltanto madri, figli, mogli,
sempre in ginocchio,
i volti disperati con ricami di gelo,
e con stelle di neve dentro gli occhi.