Il Convivio

Gaetano Camarda

Primavera

Nel tratturo
costeggiante i valloni
saltellando fra il colore ginestrale
e l’olezzo selvatico,
il fauno discende il canneto,
scapricciato dal leggero venticello
e raggiunge il salice
godendone l’ombra,
intona il suo canto
al chiacchierare del ruscello
e al gracidare della rana.
Gioca, mentre lei si nasconde
ora fra i sassi, ora fra la ninfea.
Il sole fa capolino,
il merlo va in concerto.
Felice, il fauno fa ritorno.
Serena scende la notte,
ed è primavera.
 

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