Il Convivio

Lino Di Stefano

Benedetto Croce cinquant’anni dopo, un saggio di Lino Di Stefano, (Edizioni Eva, Venafro)


Non è necessario leggere la summa delle opere finora edite (quasi tutte saggi di filosofia e letteratura) di Lino di Stefano per conoscere il calibro di uno scrittore attento ed esperto, profondo critico e scrupoloso esegeta: basta studiare (perché si tratta di uno studio vero e proprio) il suo ultimo testo, fresco di stampa, “Benedetto Croce cinquant’anni dopo”, per rendersi conto, per capire. Il saggio, che va interpretato nei particolari, è un documento importante che analizza e mette in risalto non solo il pensiero e l’opera di Benedetto Croce e del suo antagonista Giovanni Gentile (i due dioscuri del pensiero italiano del primo ‘900), ma si snoda in una sfilata di personaggi della cultura che si sono cimentati nella lettura e interpretazione dei testi dei Due e ne hanno espresso il loro  giudizio  obiettivo. Croce, la figura di maggiore risalto nel panorama della letteratura italiana del primo novecento, fu ostile alla letteratura decadente che giudicò come “fabbrica del vuoto”. Ogni rappresentazione, per lui, dev’essere “un’operazione dello spirito”, intendendo per “spirito” la realtà che si sviluppa in quattro forme: arte, pensiero, economia, etica - il Bello, il Vero, l’Utile, il Buono. Compito del critico è di sceverare la poesia dalla non poesia (il brutto) e dalla letteratura (intesa come esposizione retorica). Giovanni Gentile (per il quale l’uomo è “un farsi continuo”) teorizzò con estrema chiarezza la distinzione fra masse e intellettuali classificando i primi in una «religione come concezione mitica e irrazionale del mondo» (“Fruges consumere nati - da Orazio -, soleva affermare, gente nata solo a nutrire il corpo), i secondi in una filosofia come «concezione cosciente e razionale del mondo». Importantissime le lettere che i due si scambiano, in una polemica che va dal 1910 al 1914, per conoscere il loro pensiero e il loro rapporto, e anche la politica e la cultura dei tempi. Consiglio di leggere, e di gustare, l’utile e interessante saggio.

   Antonia Izzi Rufo 
 

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