Il Convivio

Teresa Fonti

A mio padre

Ti ricorderò
nella tua bottega bigia
tra le pareti screpolate
su cui spiccano morse, pialle, seghe
tra stipi e stipetti…
nel tuo balcone
colmo di arnesi,
chiodi e viti
con il tuo grembiulone
con il tuo cappello di carta
chino sul legno,
con la tua ‘nota’ pazienza
che dava vita alle tue opere
accanto alla macchina stridente
che al centro dominava
tra un tappeto di trucioli e segatura,
il cui odore s’univa
a quello dolciastro della colla
che bolliva nel pentolino di creta.
Non eri mai solo
c’era sempre qualcuno
a farti compagnia.
Lavoravi, parlavi
stuzzicavi le donnicciole vicine,
il passante
ed eri cantante;
il quartiere si svegliava
alla tua voce squillante,
gioiva
e quando non c’eri
‘soffriva’.
Ormai c’è più silenzio.
Da buon pensionato
vai là a riposarti
e, forse, a rimembrare
quei momenti
nella tua memoria ancora viventi,
vai là anche a far qualche lavoretto
con calma…
ma sempre con la tua
[scrupolosa attenzione
per soddisfare qualche capriccio
della tua estrosa figliola,
vai là a far sentire
ancora il tuo canto,
ad animare
ancora l’amato quartiere.
Ti ammiro, papà,
e sempre ricorderò
la tua bontà!
 

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