- Il Convivio
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Miroslav Košuta
poeta schumanniano
( a cura di Giovannui Tavčar)
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Miroslav Košuta
č nato a Santa Croce (Križ), un caratteristico paesino carsico che si
affaccia sul golfo triestino, nel 1936. Terminati gli studi superiori
a Trieste, si č laureato a Ljubliana nel 1962 in letteratura
comparata. Negli anni giovanili č stato cofondatore e collaboratore di
varie riviste letterarie in lingua slovena.
Ha tradotto
diversi poeti di merito e fama mondiali in lingua slovena (Neruda,
Asturias, Alberti, Hikmet, Marin, Guillen…). Dal 1963 ad oggi ha
pubblicato una decina di sillogi poetiche in lingua slovena. Č altresě
un popolare e originale autore di poesie, racconti, favole e fiabe per
l’infanzia. Ha scritto diversi lavori per la radio e il teatro, lavori
per i quali č stato piů volte premiato. Occasionalmente si occupa
anche di critica teatrale.
I suoi versi
si colorano spesso di chiare e pastose luminescenze marinaresche, piů
spesso ancora si rivestono perň di laceranti aculei spinosi che
ricordano le dense macchie di rovi del Carso. Poesia comunque
tormentata, spezzettata, dalle brevi e spesso non concluse arcate.
Poesia che disegna facili soluzioni e scontate formule espressive e
che alterna momenti di accesa tensione a sereni e teneri ripiegamenti
interiori. Il Cantore, il Košuta, che potremo definire, usando un
calzante accostamento musicale, fortemente e drammaticamente “schumanniano”.
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- Piazza
Goldoni sul far della sera
- Sulla piazza
ormai vuota, veglia, con palpiti
- azzurri,
ancora prematuri, la luce al neon,
- illuminando la
vita che scolora d’istante in istante,
- come aria
viziata che esce da avvizziti polmoni.
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- Due stanchi
vecchietti, intrisi di solitudine,
- s’inoltrano
nell’angoscia serale delle vie.
- Sono soli,
l’un l’altro d’impiccio.
- Č domenica.
Non c’č anima viva d’intorno.
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- La galleria
sotto il colle vomita notte,
- come se in
essa trovasse rifugio una seppia mostruosa.
- Da dove,
all’improvviso, le grida d’aiuto?
- Il velenoso
chiarore palpita con guizzi uniformi.
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- Goldonijev
trg pod večer
- Nad praznim
trgom bdi neonska luč
- s prezgodnjim,
še modrikastin utripom
- in piše, da iz
presušenih pljuč
- življenje
odteka hip za hipom,
-
- in sveti na
star par, prežet s samoto,
- ki gre v
tesnobnost ulic pod večer.
- Sama sta, a
drug drugemu v napoto.
- Nedelja.
Nikogar živega nikjer.
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- Predor spod
griča nad trgom bruha noč,
- kakor da v
njem domuje strašna sipa.
- Odkod znenada
klici na pomoč?
- Strupena luč
enakomerno utripa..
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- Nei bar di
Cavanna
- Nei bar di
Cavanna ci sono donne dai seni opulenti,
- che traboccano
come maree di sguardi festanti;
- porgono
l’orecchio a variopinte conchiglie,
- intrise di
fertili fiabe arabescate.
- Vorresti
ascoltarle? Avvicinati e siedi.
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- Tra le
esalazioni, la ressa e il denso vocio,
- s’accendono
lampi di spille dorate, echi di risa,
- trucchi ormai
sfatti, odori di cicche, scrosci
- di vassoi
maldestramente scheggiati.
- Tutto ha un
odore domestico, familiare, sicuro.
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- Tra i tavoli e
le gonne fruscianti passa un giovane,
- alto e
slanciato; le donne trattengono il fiato
- nei seni
inturgiditi. Egli se ne va in silenzio,
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chiuso e assorto, come se non fosse di queste parti.
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- V kavanskih
barih
- V kavanskih
barih so ženske bujnih prsi,
- ki jim kipe
razkošno kot pogledi,
- k ušesom
školjko nosijo s šumenjem pravljic.
- Bi rad
prisluhnil? Izvoli in prisedi.
-
-
- Med paro in
zateglim izklicevanjem
- pobliski
zlatih sponk, natrgan smeh,
- razmazano
ličilo, čik, okrušen pladenj
- a vse domače,
varno in pri tleh.
-
-
- Med mizani in
krili gre slok fant,
- da
ženskam v bujnih prsih dih zastaja,
- gre
brez besed, zamišljen in neznam,
-
kakor da ni iz tega kraja.
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- Senza
parole
- Mi hanno
portato una lettera. Senza parole,
- se ne sono
andati con lo sguardo abbassato.
-
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- Era un foglio
bianco, senza visibile segno.
- Ma io vi
leggo, vi leggo giorno e notte,
- una storia
avvincente che fine non ha.
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- Brez besed
-
Prinesli
so mi pismo. Brez besed.
-
S pogledom v tla odšli od mene.
-
-
Dobil sem bel in prazen list v rokč,
- ne
znamenja ne črke ene –
- pa
beren, beren dneve in noči,
-
beren zgodbo, ki ji konca ni.
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