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Perché
- Mi chiedo perché
- in questo mondo fatto
- di persone benpensanti,
- piccolo-borghese e
battipetto
- il bene porti al male
- e il male al bene,
- lasciando che il pensiero
- imputridisca
- in ovvie parole e frasi
fatte,
- costrutte bene e dette a
tempo.
- È pecora chi dice: «Buon
per te»,
- credendo d’aver detto e
fatto
- nel contempo
- un atto d’umiltà e buon’azione.
- È pecora chi dice:
- «Chi è causa del suo mal
- pianga se stesso»,
- poiché mai tutto il male
- è causa da sé.
- Mi chiedo ancor se il
tutto ha un fine
- dato che si sa di essere
- e non di esistere – ORA.
- Sì, è avvocato,
- medico, ingegnere,
- attore, mestierante,
rigattiere
- ed anche barbone,
- vo cumprà e puttanone
- e non si sa
- di esistere in questo
spazio
- e in questo tempo – ORA.
- Se si sapesse infatti
- che – ORA
- non è mai – ORA fra un
po’
- ma – ORA e basta
- tutto avrebbe senso.
- Il Tu ed Io cadrebbero
d’uso
- e il Noi
- esisterebbe nel tempo e
nello spazio
- del Nostro – ORA.
- Mi chiedo
allora: perché?
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