Immagine di libertà in La voce del
cuore di Fioravante Tartaglia (Isernia 2002)
- Un volo a ritroso nel
tempo, in ricordi che scaldava la cameretta del poeta bambino mentre
fuori «il sibilo del vento scuoteva i rami spogli e i fiocchi di neve
scivolavano lungo i vetri della finestra». Ricordi, e rimpianti, e un
senso di nostalgia per ciò che non è più. Sentimenti universali che
accomunano tutti gli uomini e fanno emergere, dal profondo, la
fragilità e il bisogno d’amore connaturato in ognuno di noi. Ricordi!
E desiderio di tornare fanciullo «per andare in cerca di nidi, a
prendere lucciole sotto le stelle, a rivedere gli amici tra i banchi
di scuola e sentire il maestro che dice: “Andiamo a passeggio!”» E
l’immagine della libertà che traspare da una farfalla su un fiore, una
farfalla, “che non pensa al domani” ma, da creatura saggia, fa suo il
messaggio lanciato da Orazio nel “Carpe diem et quam minimum credula
postero”, cogli l’attimo fuggente e pensa il meno pos-sibile al
futuro. E un invito ad imitare le montagne «che non parlano del
passare del tempo», ad «osservare le stelle per non temere il freddo
della solitudine». “Noi siamo come le foglie”: lo affermavano anche
per Omero e Mimnermo nel-l’era arcaica della Grecia antica... Ma per
Tartaglia c’è differenza: «Noi non cadremo nuove foglie spuntare...
Palingenesi, rigenerazione dello spirito che mai vedrà la morte». «Il
tempo trascorre, ma ogni giorno che passa m’avvicina a Dio». «Come
puoi affermare / che Dio non esiste, / solo perché non l’hai mai
visto? Anche i tuoi avi / non hai mai veduto; / eppure tu esisti...».
Profonda fede nel credo cristiano e sincera pietà per chi soffre, per
chi è costretto a vita su una carrozzella... Esposizione scorrevole,
contenuto trasparente..
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Antonia Izzi Rufo
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