Sito dell'Anfim, Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della patria
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PROCESSI
La Costituzione che per
cinquant'anni ha regolato la vita del nostro paese che tutto sommato, malgrado
le critiche che in questi ultimi tempi le sono state mosse, ci ha regalato
mezzo secolo di convivenza civile e di pace sociale, dopo l'approvazione del
Parlamento, sarà presentata al popolo italiano perché- preso
atto delle modifiche apportate- la riconosca e vi si riconosca.Se un'osservazione
ci é permessa vorremmo dire che della nostra costituzione, per atavica
abitudine, è avvenuto ciò che in Italia avviene per il Vangelo:
paese eminentemente cattolico é lecito chiedersi quanti sono coloro
che hanno letto e conoscono il documento fondamentale sul quale poggia il
loro credo. Non molti se il Papa ha mandato in regalo, nella sua diocesi casa
per casa il Vangelo romano di Marco.
Così per la Costituzione: quanti la conoscono? Quanti l'hanno letta?
E intanto si discetta se sia più o meno adeguata ai tempi nostri come
e dove vada aggiornata. Dimenticando che vi sono ottimamente governati con
carte Costituzionali nient'affatto esaurienti (vedi Inghilterra) e paesi con
precise, perfette costituzioni pessimamente retti.Alla base di ogni cattivo
e buon governo c'e'sempre l'uomo, la sua maturità, la sua educazione
al civismo. Per quanto riguarda la nostra Costituzione ci verrebbe da chiamarla:
"la Sconosciuta".Quando mai la scuola, i partiti, la radio, la televisione,
i media, si sono adoperati per farla conoscere? E con quali accorgimenti didattico
pedagogici che ne permettessero un costruttivo apprendimento?
Con tutta sincerità dobbiamo riconoscere che i nostri giovani sono
più figli del Festival di San Remo che della costituzione, ignorando
persino l'humus dal quale quel documento nacque.Superati da poco i vent'anni
il nostro lavoro, nella radio che si era andata appena ricostituendo, ci mise
in contatto con molti padri costituenti e con molti uomini politici del tempo.
Tornati dal confino o appena usciti dalle patrie galere, assaporando il profumo
della libertà ritrovata, ponevano mano alla ricostruzione del paese
ricercando i principi d'una moralità che vent'anni di dittatura avevano
distrutto.Il fascismo aveva cercato di darsi un fondamento filosofico pescando
dall'idealismo di Hegel e Gentile, da Sorel e da Pareto principi che giustificassero
il "tutto nello stato, tutto per lo stato, niente al di fuori dello stato",
facendo dello stato il soggetto stesso di un etica. Ma soffiato via il fumo
della retorica non restava che un regime liberticida. L'unico fondamento era
riassunto ironicamente da Paolo Monelli in una canzoncina per i bambini dell'asilo:
"Silenzio perfetto/a chi tace un confetto/a chi dice una parola/vada
fuori dalla scuola".
Regina Coeli, Le Isole, Forte Bravetta potrebbero narrarci quale fine facessero
giudicati dai tribunali speciali, coloro che tentavano una qualsiasi opposizione
e c'era anche di peggio.Si pensi al deputato Matteotti da nessuna immunità
protetto e ai fratelli Rosselli.Dietro le pagine della nostra Costituzione
noi rivediamo i volti di De Gasperi, di Nenni, di Terracini, di Temolo e di
tanti altri.
Anche il pragmatismo di Togliatti che accetta i patti lateranensi per ristabilire
un clima di possibile collaborazione con i cattolici.
Scriviamo queste righe ancora con il cuore gonfio da tre anni sofferti in
attesa di giustizia.Rivediamo l'aula Bunker di Rebibbia e prima ancora l'angusta
aula del tribunale militare di viale delle Milizie.Noi abbiamo sentito mortificata
nella nostra mortificazione quella Carta Costituzionale nata dal sacrificio
e dall'orrore delle stragi.Non possiamo non convenire con il Rabbino Maggiore
di Roma Prof.Elio Toaff, che in quelle aule non si è tentato un processo
al nazifascismo, ma addirittura si è cercato di processare la resistenza.
Se la sentenza, ha riconosciuto, nel sangue degli Ardeatini, l'imprescrittibilità
dei delitti contro l'umanità non si può dire che ad una così
solenne affermazione abbia corrisposto una sia pur simbolica irrogazione di
pena. Hass è andato libero e in un calcolo al pallottoliere fra qualche
mese anche il torturatore Priebke ritroverà la sua libertà.Che
cosa si sarebbe potuto ottenere di diverso?Che al condannato Priebke l'incubo
di Via Tasso, fosse irrogata la giusta pena, salvo-subito dopo- fargli grazia
in nome del popolo italiano. Facendo ben risaltare che la sua libertà
era un dono, contro il dono della vita rifiutato a 335 trucidati, a lui concesso
dal popolo italiano, in nome del popolo italiano. Non vendetta ma giustizia.