Sito dell'Anfim, Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della patria

A.N.F.I.M. via Montecatini 8, 00186 Roma
tel: 0039 6 6783114

 

Associazione: Storia dell'Anfim; Le attività; Le sedi.
Le fosse ardeatine: Roma città aperta; Via Rasella; L'eccidio; il Mausoleo.
I processi: Definizioni; Kappler; Priebke.
Geografia del dolore: Database; Approfondimenti.
Archivio multimediale.

E-mail
Credits

PROCESSI

La Costituzione che per cinquant'anni ha regolato la vita del nostro paese che tutto sommato, malgrado le critiche che in questi ultimi tempi le sono state mosse, ci ha regalato mezzo secolo di convivenza civile e di pace sociale, dopo l'approvazione del Parlamento, sarà presentata al popolo italiano perché- preso atto delle modifiche apportate- la riconosca e vi si riconosca.Se un'osservazione ci é permessa vorremmo dire che della nostra costituzione, per atavica abitudine, è avvenuto ciò che in Italia avviene per il Vangelo: paese eminentemente cattolico é lecito chiedersi quanti sono coloro che hanno letto e conoscono il documento fondamentale sul quale poggia il loro credo. Non molti se il Papa ha mandato in regalo, nella sua diocesi casa per casa il Vangelo romano di Marco.
Così per la Costituzione: quanti la conoscono? Quanti l'hanno letta? E intanto si discetta se sia più o meno adeguata ai tempi nostri come e dove vada aggiornata. Dimenticando che vi sono ottimamente governati con carte Costituzionali nient'affatto esaurienti (vedi Inghilterra) e paesi con precise, perfette costituzioni pessimamente retti.Alla base di ogni cattivo e buon governo c'e'sempre l'uomo, la sua maturità, la sua educazione al civismo. Per quanto riguarda la nostra Costituzione ci verrebbe da chiamarla: "la Sconosciuta".Quando mai la scuola, i partiti, la radio, la televisione, i media, si sono adoperati per farla conoscere? E con quali accorgimenti didattico pedagogici che ne permettessero un costruttivo apprendimento?
Con tutta sincerità dobbiamo riconoscere che i nostri giovani sono più figli del Festival di San Remo che della costituzione, ignorando persino l'humus dal quale quel documento nacque.Superati da poco i vent'anni il nostro lavoro, nella radio che si era andata appena ricostituendo, ci mise in contatto con molti padri costituenti e con molti uomini politici del tempo. Tornati dal confino o appena usciti dalle patrie galere, assaporando il profumo della libertà ritrovata, ponevano mano alla ricostruzione del paese ricercando i principi d'una moralità che vent'anni di dittatura avevano distrutto.Il fascismo aveva cercato di darsi un fondamento filosofico pescando dall'idealismo di Hegel e Gentile, da Sorel e da Pareto principi che giustificassero il "tutto nello stato, tutto per lo stato, niente al di fuori dello stato", facendo dello stato il soggetto stesso di un etica. Ma soffiato via il fumo della retorica non restava che un regime liberticida. L'unico fondamento era riassunto ironicamente da Paolo Monelli in una canzoncina per i bambini dell'asilo: "Silenzio perfetto/a chi tace un confetto/a chi dice una parola/vada fuori dalla scuola".
Regina Coeli, Le Isole, Forte Bravetta potrebbero narrarci quale fine facessero giudicati dai tribunali speciali, coloro che tentavano una qualsiasi opposizione e c'era anche di peggio.Si pensi al deputato Matteotti da nessuna immunità protetto e ai fratelli Rosselli.Dietro le pagine della nostra Costituzione noi rivediamo i volti di De Gasperi, di Nenni, di Terracini, di Temolo e di tanti altri.
Anche il pragmatismo di Togliatti che accetta i patti lateranensi per ristabilire un clima di possibile collaborazione con i cattolici.
Scriviamo queste righe ancora con il cuore gonfio da tre anni sofferti in attesa di giustizia.Rivediamo l'aula Bunker di Rebibbia e prima ancora l'angusta aula del tribunale militare di viale delle Milizie.Noi abbiamo sentito mortificata nella nostra mortificazione quella Carta Costituzionale nata dal sacrificio e dall'orrore delle stragi.Non possiamo non convenire con il Rabbino Maggiore di Roma Prof.Elio Toaff, che in quelle aule non si è tentato un processo al nazifascismo, ma addirittura si è cercato di processare la resistenza. Se la sentenza, ha riconosciuto, nel sangue degli Ardeatini, l'imprescrittibilità dei delitti contro l'umanità non si può dire che ad una così solenne affermazione abbia corrisposto una sia pur simbolica irrogazione di pena. Hass è andato libero e in un calcolo al pallottoliere fra qualche mese anche il torturatore Priebke ritroverà la sua libertà.Che cosa si sarebbe potuto ottenere di diverso?Che al condannato Priebke l'incubo di Via Tasso, fosse irrogata la giusta pena, salvo-subito dopo- fargli grazia in nome del popolo italiano. Facendo ben risaltare che la sua libertà era un dono, contro il dono della vita rifiutato a 335 trucidati, a lui concesso dal popolo italiano, in nome del popolo italiano. Non vendetta ma giustizia.