MITOLOGIA.

Cesare ci riferisce come i druidi usassero istruire i rampolli dei clan; una simile annotazione è presente anche nella mitologia irlandese, in numerosi testi. E' possibile che essi insegnassero con l'ausilio dei brani epici in versi; gli allievi erano dunque chiamati a comprendere i messaggi che vi si celavano, ma ciò, data anche la complessità delle loro metafore, non era semplice: sono testimoni di ciò due brani tratti da differenti versioni del Tain Bo Cualinge. In uno si afferma che Cathbad il druida insegnava a "più di cento persone sbalordite" mentre nell'altro si fa notare che solo "otto di essi erano capaci nelle scienze druidiche". Le allegorie del loro linguaggio non erano dunque facilmente comprensibili. In tali testi, presumibilmente gli stessi che ci sono tramandati sotto forma di epica eroica, erano presenti alla rinfusa "storia, teologia, filosofia, mitologia, diritto, costume, vaticini. Non sono assenti la grammatica, la geografia, l'etimologia soprattutto, ma ciò che colpisce di più in questa tradizione […] è il rifiuto di separare il mito dalla storia. Contrariamente ai Romani, i Celti hanno pensato miticamente la loro storia e, beninteso, hanno talvolta storicizzato i loro miti" (Jean Markale).

[…] Ciò detto, è possibile che i druidi abbiano volontariamente reso oscuri i loro racconti, in primo luogo per essere compresi solo da coloro che potevano comprenderli, e poi per effettuare in modo migliore una selezione tra coloro che bussavano alla porta della classe druidica". Diodoro Siculo scrive a questo proposito sui druidi: " Parlano poco nelle loro conversazioni, si esprimono per enigmi e nel loro linguaggio fanno in modo da lasciar indovinare la maggior parte delle cose. Essi utilizzano molto l'iperbole, sia per vantarsi essi stessi, sia per sminuire gli altri. Nei loro discorsi sono minacciosi, altezzosi e portati al tragico. Sono tuttavia intelligenti e capaci di istruirsi."
I racconti epici tramandatici giuntici in maggiore quantità- e, soprattutto, qualità- sono quelli del ciclo epico irlandese, strutturato a sua volta in diverse sezioni. E' grazie alla paziente opera di trascrizione dei monaci amanuensi cristiani che siamo giunti in possesso di questi testi, che pure hanno subito inevitabili alterazioni rispetto alla forma originaria per loro mano; la visione accentratrice della Chiesa cattolica ha causato notevoli mutamenti in parti considerate superstiziose o immorali, ma nel complesso le opere irlandesi sono comunque quelle più "pure" in nostra mano, se confrontate ad esempio con il Mabinogion gallese, che ha subito notevoli e pesanti influssi sia da parte della Chiesa, sia da parte della letteratura "cortese" medioevale, divenendo più simile ai romanzi di Chretien de Troyes che a un vero poema epico celtico. 

Come già detto, la mitologia, oltre alla funzione di mero intrattenimento, era probabilmente una sorta di ermetica via di trasmissione dei principi druidici, dalla religione, alla legge, alla poetica, a tutti gli altri numerosi campi di insegnamento compresi nel druidismo. E' quindi ovvio che certuni miti non possano essere compresi appieno al di fuori di un punto di vista prettamente celtico, e in particolare druidico. La mitologia irlandese, proprio per la vastità di argomenti ed informazioni che contiene, costituisce uno dei maggiori documenti in nostro possesso riguardo alla società celtica. Possiamo trarre da essa numerosi spunti su differenti ambiti storici e sociali. Affronteremo ora i principali cicli epici, seppure in maniera molto più generale di quanto meritino.

 

       



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