La spiritualità celtica
torna oggi alla ribalta perchè è una spiritualità 'pratica', sperimentabile e
perchè porta all'attenzione dei popoli europei la loro effettiva eredità,
restituendo una dignità a quelli che vennero un tempo definiti come 'il culto
dei demoni' e 'la confraternita di streghe e stregoni'. In realtà gli dei, i
druidi e le druidesse non erano altro che espressioni dell'antica religione
pagana (da pagus-i = della campagna) e forse alcuni valori insegnati nel passato
tornerebbero utili ancora oggi se ben compresi.
Gli insegnamenti druidici
hanno la particolarità di dare all'individuo un giusto posto e valore nello
schema della Natura, facendogli riconoscere la sacralità dei luoghi che abita e
riconoscendogli il ruolo di loro custode.
I druidi insegnavano che
esisteva un solo dio, OIW, irraggiungibile dalla comprensione umana e che
pertanto era inutile cercare di conoscerlo o invocarne i favori: Egli era
talmente distante dalla realtà umana che non se ne interessava
minimamente.
L'OIW però si manifestava
secondo una triplice energia che prendeva il nome di SKIANT
(Conoscenza-Saggezza), NERZ (Forza-Volontà) e KARANTEZ (Amore-Creatività) e che
forniva tre strade verso il divino, tre sentieri percorribili da tutti. Queste
tre energie venivano personificate dai Celti con la figura di un Vecchio
(Skiant), un Giovane Guerriero (Nerz) ed una bellissima Donna (Karantez) che si
suddividevano ciascuno in tre manifestazioni (ogni cosa che scende dal piano
spirituale verso la materia ha triplice forma). I druidi perciò sapevano
dell'esistenza di un unico Dio che si esprimeva nella molteplicità, creando gli
infiniti dèi che conosciamo. Ecco spiegato il mistero della dea Brighidh una e
trina (la Brighidh degli artigiani, la Brighidh dei poeti e la Brighidh dei
guaritori) o della Morrigan che si manifestava nella triplice forma di Nemhain,
Boadhbh e Macha, o ancora nei numerosissimi esseri di luce preposti alla
crescita della vegetazione, al prosperare degli animali, alla salvaguardia dei
luoghi naturali e dei filoni di metalli preziosi che oggi chiamiamo fate, gnomi
e folletti.
I Druidi avevano
organizzato la società celtica secondo tale schema spirituale e le tre classi
sociali erano quella dei Druidi (Conoscenza-Saggezza), quella dei Guerrieri
(Forza-Volontà), all'interno della quale veniva scelto il re che nei tempi
antichi restava in carica un anno) e quella dei Produttori e Uomini d'Arte
(Amore-Creatività). Ecco che la spiritualità celtica veniva vissuta
quotidianamente e che il piano divino si manifestava all'interno della società
per mezzo dei suoi membri. Non vi era divisione tra il sacro e il profano ed
ogni atto era un'espressione spirituale. Il sesso apparteneva alla
manifestazione dell'Amore-Creatività, la guerra a quella della Volontà-Potere,
l'insegnamento e lo studio a quella della Conoscenza-Saggezza ed ogni cosa
rientrava nello schema della divinità e della sacralità.
Ciascun individuo si
ritrovava così, in ogni momento della giornata e della propria vita, a poter
accedere al mistero divino percorrendo fino in fondo la strada da lui scelta,
sia come appartenenza ad una specifica classe sociale , sia come decisione
individuale. In effetti tale tipo di organizzazione puntava molto sulla dignità
di ognuno, sulla libertà interiore, sull'onore, sul valore della parola data ed
ogni classe sociale possedeva dei 'segreti' di iniziazione che potevano portare
il singolo a cambiare il proprio stato di coscienza ed entrare in contatto con
le proprie potenzialità inespresse e con quello che i Nativi americani
definiscono il 'Grande Mistero'.
Un elemento interessante,
è la Croce Celtica (una croce tracciata su un cerchio), molto simile alla Ruota
di Medicina dei Nativi americani. In essa, se abbiamo le chiavi, possiamo
ritrovare una gran quantità di concetti dell'insegnamento duidico in grado di
farci passare nell'Altra Realtà tramite il cambio di stato di
coscienza.
La croce celtica porta in
sé il concetto di 'circolarità delle relazioni' che implica una particolare
filosofia di vita e visione del mondo. Nascita e morte diventano tutt'uno con la
creazione e smette di esserci una separazione netta fra il Buio e la Luce, il
Bene ed il Male, il Giusto e l'Errato.
In effetti nel loro
insegnamento i Druidi non contemplavano la possibilità di una 'Creazione' perchè
per essi tutto era una 'creazione in atto' e non poteva esistere un momento
specifico in cui tutto era iniziato. Questo tipo di pensiero è modernissimo e
molto vicino a quello degli scienziati contemporanei che parlano di un 'continuo
susseguirsi di Big Bang'.
La mentalità celtica,
tanto differente dalla nostra, era permeata di magico e di divino, non come
espressione primitiva o selvaggia di popoli dalle poche conoscenze, ma come
manifestazione della realtà spirituale legata a quella terrena. Perchè, dobbiamo
chiederci, molte delle conoscenze druidiche sull'universo vengono oggi
confermate da scienziati e lo stesso avviene per le proprietà della materia?
Come potevano gli antichi Druidi avvicinare l'intima natura dell'ambiente che li
circondava senza essere dotati di apparecchiature che oggi sembrano
indispensabili per la conoscenza?
I Druidi insegnavano tali
conoscenze nelle radure delle vaste foreste europee, lo sussurravano negli
incontri alla luce dei fuochi e coperto dalle note di canti e musica, lo
narravano tra le pieghe di intrecciati racconti e miti, lo facevano intuire
durante le cerimonie rituali e le feste del fuoco e soprattutto lo esprimevano
tramite i giochi, le battaglie, l'organizzazione sociale, le poesie, le forme
artistiche di pietre e metalli, i matrimoni ed ogni fenomeno che permetteva al
mondo del Sìdh, il mondo spirituale, di manifestarsi sulla terra degli
uomini.
Come già è stato detto
ogni cosa era sacra ed in ogni cosa si poteva ritrovare il sottile filo che
collegava l'individuo alla realtà spirituale. Teniamo ben a mente un pensiero:
il fatto di non percepire la Realtà Spirituale non ci può permettere di dubitare
della sua esistenza; miglioriamo i nostri strumenti percettivi e ci
ricrederemo!
In conclusione, cercando
di fare una sintesi delle informazioni che ci sono pervenute dalle numerose
fonti, per ricavare alcune idee di base dei principi della spiritualità celtica,
possiamo esporre in questo modo i fondamenti del Druidismo:
·
affermazione dell'esistenza di
un Dio unico, da cui si manifesta una gerarchia spirituale che rappresenta le
forze della Natura.
·
venerazione del Sole (l'Occhio
di Dio) come simbolo visibile del principio Unico ed Increato, manifestato e
rappresentato da tre raggi di luce (trinità creatrice), legati al nome del dio:
O.I.W.
·
accettazione della materia
come elemento dinamico dell'evoluzione. Spiritualità incarnata.
·
evoluzione spirituale
attraverso più vie (cerchio d'Abred, la Necessità). Presenza della Legge di
Causa ed Effetto nell'azione (Kroui celtico equivalente al Karma sanscrito).
Molteplicità dei mondi abitati e dei piani della Manifestazione.
·
rispetto della vita universale
(rifiuto di uccidere senza necessità). Apertura di spirito, manifestazione della
tolleranza, dell'ospitalità, dell'altruismo, dell'amore fraterno, dello spirito
di unità. Sentimento acuto di indipendenza legata alla libertà 'punto di
equilibrio di tutte le opposizioni' (come citato nei Bardas)
·
uguaglianza dei diritti tra
uomo e donna. Riconoscimento dell'equivalenza delle loro funzioni reciproche e
complementari
·
spiritualità razionale,
assenza di dogmi rigidi: gli insegnamenti trasmessi oralmente sono destinati ad
essere compresi e non appresi. Primarietà dello 'spirito' in rapporto alla
'lettera'. Comprendere e spiegare il mondo che ci circonda, nel quale e per il
quale viviamo, ricollegandolo alle cause invisibili del piano spirituale. Metodo
pedagogico del dialogo.
·
gli scritti, destinati alla
massa, esprimono il contenuto degli insegnamenti sotto forma di massime (Triadi
bardiche) e di leggende.
Riccardo Taraglio