centro iqbal masih

 viale moncada, 5 - librino 

95100 catania

   

 

chi siamo il progetto curriculum

 

 

Durante l'estate 1995 una decina di volontari inizia a lavorare su un progetto rivolto ai minori, autogestendo ed autorganizzando un piccolo locale, proseguendo un'esperienza già iniziata alcuni anni prima nel quartiere di Librino.

Questo locale prenderà il nome Centro Iqbal Masih.

Iqbal Masih era un bambino pakistano, ucciso il 16 aprile del 1995. Dopo la messa stava andando in bicicletta a Muritke, il suo villaggio. Lo hanno ucciso gli uomini della mafia dei tappeti, perché aveva avuto il coraggio di denunciare lo sfruttamento dei bambini che avviene nel suo paese. Aveva solo dodici anni.

Quando fu venduto dai suoi genitori per sedici dollari ad una fabbrica di tappeti, aveva solo quattro anni. Cominciò a lavorare per tredici ore al giorno.

Dicono in Pakistan che i bambini hanno mani piccole e veloci e sono l'ideale per lavorare ai telai. E poi i bambini non scioperano, non protestano, non parlano. In Pakistan solo un ragazzo su dieci va a scuola.

Era rimasto incatenato al telaio fino ai dieci anni, fin quando incontrò Ehsan Ullah Khan, presidente del Fronte di liberazione dal lavoro forzato in Pakistan, che lo prese con sè. Iqbal divenne un leader per i sei milioni di bambini pakistani sfruttati. Il suo impegno per i villaggi del Punjab lo rese coraggioso. Troppo coraggioso per i proprietari delle fabbriche.

Le sue denunce avevano costretto le autorità pakistane a far chiudere decine di fabbriche di tappeti nella provincia di Lahore. Poi portò la sua testimonianza in altri paesi asiatici, in Occidente, negli Stati Uniti. Nel 1994 a Boston ricevette una borsa di studio.

 

Iqbal Masih è il nome che abbiamo scelto per il nostro centro che si occupa di minori nel quartiere di Librino.

foto tratte da: www.digitalrag.com/iqbal/iqbal2.hrml

 

 

 

  chi siamo

Il gruppo "Iqbal Masih" che gestisce le attività che si svolgono nel centro è caratterizzato da una struttura informale, non riconosciuta legalmente e non legata in alcun modo ad istituzioni pubbliche o private, organizzazioni, chiese o partiti. Tutte le attività sono progettate in piena libertà, senza ulteriori scopi, e sono basate sull’autofinanziamento. Le decisioni riguardanti le attività e gli eventuali rapporti con altre associazioni, organizzazioni o con le istituzioni locali sono prese dall'assemblea del gruppo nella sua interezza.

Il gruppo, per scelta politica, rifiuta al suo interno qualunque modello di organizzazione gerarchica così come l'individuazione di un comitato o struttura permanente cui delegare l'esecuzione e/o l'operatività delle scelte generali prese dall'assemblea, salva ovviamente l'eventuale attribuzione di specifici incarichi o attività fatta dall'assemblea a singoli membri o sottogruppi, di volta in volta o a tempo indeterminato.

La struttura del gruppo è aperta e democratica; per l’ingresso di nuovi elementi, non sono fatte distinzioni di alcuna sorta. Non esistono quindi modalità formali di ammissione all'interno di esso. Si entra nel gruppo nel rispetto delle regole organizzative e degli obiettivi politici individuati dall'assemblea. Le attività sono svolte principalmente nel quartiere Librino di Catania, spesso presso la sede di Viale Moncada. Il centro è disponibile a contatti e collaborazioni con altre realtà operanti nel quartiere o nella città ed aventi il medesimo campo di intervento o obiettivi anche temporaneamente o parzialmente coincidenti con i propri, al fine di rafforzare l'efficacia della propria azione e di integrare il contesto parziale nel quale opera in un ambito più ampio e ricco di prospettive.

La scelta di agire territorialmente non vuole essere una scelta di marginalizzazione del nostro intervento; al contrario il gruppo, a partire dal radicamento nel quartiere, si propone di inserire la propria attività e le relazioni intessute con gli abitanti della zona in un contesto più grande di rapporti ed occasioni di arricchimento culturale, con l'obiettivo di contrastare l'isolamento di cui soffre il quartiere, che è considerato marginale per molti aspetti (geografici, culturali, sociali) e che in alcune zone si trasforma in un mero dormitorio.

Il quartiere si caratterizza inoltre per le sue enormi dimensioni, e si presenta come un’area carente di servizi e di spazi di aggregazione, abitato in buona parte da famiglie provenienti dai vecchi quartieri della città, che vivono la loro presenza a Librino come una fase di passaggio ed hanno il desiderio di abbandonarlo il prima possibile evitando di stabilire alcun tipo di legame con il territorio. Le scelte politiche compiute dai gruppi di potere di questa città hanno innalzato delle vere e proprie barriere intorno al quartiere, dove vige la "strategia della tensione a bassa intensità": si è prigionieri dentro, spesso stereotipati da semplicistici luoghi comuni che associano – indistintamente - solo elementi negativi a tutti gli abitanti della zona, mentre sono negati i contatti con chi vive all’esterno, spesso restio a mettere in discussione le proprie sicurezze.

  il progetto

Il gruppo sta tentando di allargare il proprio raggio di azione  proponendosi di analizzare i processi che hanno portato alla situazione attuale anche attraverso lo studio delle attuali dinamiche di consolidamento o, addirittura, di peggioramento delle condizioni di vita del quartiere, mediante incontri, inchieste, raccolte di dati, ricognizioni statistiche, (ad esempio sull'abbandono scolastico, sullo sfruttamento del lavoro minorile e del lavoro nero, sulla repressione della criminalità minorile, sul controllo mafioso delle attività economiche legali o illegali, ecc.), organizzando queste attività in relazione alle risorse umane disponibili.

Tale attività di ricerca e di denuncia sociale va finalizzata a rafforzare e indirizzare efficacemente l'intervento principale, specifico, rivolto ai bambini e alle bambine del quartiere; come già accennato, è autogestito un centro sociale in cui i bambini e i ragazzi possono studiare, giocare, incontrarsi, sperimentare modalità di relazione diverse da quelle improntate alla violenza e alla sopraffazione, prendere coscienza delle proprie potenzialità individuali e dei propri diritti così come delle possibilità di crescita collettiva della comunità e di rafforzamento dello spirito di solidarietà tra i suoi membri. Il quartiere, infatti, oltre che essere di fatto un mondo a parte, emarginato dal resto della città, è anche socialmente disgregato al proprio interno, spesso percorso da risentimenti e conflitti, causati dalla mancanza di comunicazione tra le diverse zone, tra le diverse componenti sociali o di provenienza geografica, tra le diverse tipologie di insediamento abitativo (case costruite in cooperativa, case popolari assegnate dal comune, case occupate abusivamente), ecc. .

Il gruppo non considera la propria attività, ed in particolare quella con i bambini e gli adolescenti come fine a se stessa, o improntata a uno spirito di puro volontariato e di assistenza, ma la valorizza come azione diretta e specificamente politica, mirata alla rivendicazione di un modo di vita più giusto e più equo tra gli individui e le diverse realtà sociali ed economiche di questa città. Delimita il campo della propria azione principalmente ad uno dei possibili territori e secondo una delle possibili modalità di intervento non solo o non tanto nella considerazione della limitatezza delle forze a propria disposizione, ma nella consapevolezza che solo in questo modo è possibile incidere concretamente ed in profondità.

Diventa così possibile radicarsi nella realtà quotidiana degli abitanti del quartiere e instaurare con loro un livello di comunicazione soddisfacente e produttivo.

  il nostro intervento è concentrato sulle seguenti attività

n RECUPERO SCOLASTICO E SUPPORTO DIDATTICO

n LABORATORI TEATRALI – LABORATORI MANUALI - ANIMAZIONE

n ASSISTENZA LEGALE


  curriculum

- il centro iqbal masih nasce il 23 settembre 1995

- ottobre del 1995: inaugurazione di un’attività di doposcuola, che ha puntualmente riaperto negli anni seguenti (1996, 1997, 1998, 1999) basandosi, come per tutte le altre attività (animazione e laboratori), sull’apporto esclusivo dei volontari del gruppo;

- ottobre del 1995: vertenza contro l’AMT, che aveva immotivatamente tagliato i servizi di collegamento con le zone periferiche della città;

- 13 novembre 1995: partecipazione alla giornata catanese in ricordo della "Notte dei cristalli";

- inverno 1995: costituzione, insieme ad altre associazioni catanesi, della Rete antirazzista catanese;

- 23 dicembre 1995: organizzazione di un pranzo popolare natalizio nello spazio antistante il Centro;

- inverno 95-96: partecipazione agli incontri promossi dal Ciss e dalla rete antirazzista catanese, progetto "Catania Città Aperta - Informazioni sui Sud del Mondo"

- aprile 1996: partecipazione al coordinamento cittadino promotore delle manifestazioni per il 51° anniversario del 25 aprile ed adesione al corteo;

- 20 aprile - 4 maggio 1996: rappresentazione teatrale sulla vita di Iqbal Masih, dal titolo "La storia di Iqbal Masih", scritta ed interpretata dai ragazzi del centro;

- 20-21 aprile 1996: manifestazioni ed incontri in ricorrenza del primo anniversario della morte del bambino pakistano Iqbal Masih;

- febbraio 1997: adesione alle manifestazioni contro la militarizzazione del territorio promosse dal Comitato Golfo;

- 13 marzo 1997: organizzazione dell’assemblea popolare multietnica presso il CSOA Auro in preparazione della manifestazione nazionale antirazzista di Roma del 16 marzo;

- aprile 1997: allestimento di una mostra fotografica ed informativa sullo sfruttamento del lavoro minorile (che in seguito sarà esposta a Catania, a Paternò, a Ragalna);

- 16 aprile 1997: giornata in ricordo di Iqbal Masih, spettacolo di animazione di strada, a due anni dalla sua morte, in collaborazione con il G.A.P.A. di San Cristoforo;

maggio 1997: dal Centro parte la tappa catanese della "Marcia europea per il lavoro";

28 settembre 1997: elaborazione della "costituzione" del Centro Iqbal Masih;

- 25 ottobre 1997: organizzazione dell’incontro-dibattito sul movimento zapatista del Chiapas, con due giornalisti de "La Guillottina" di Città del Messico; il giorno seguente visita dei giornalisti al Centro di Librino insieme ad una delegazione Gruppo Catanese di appoggio alla lotta zapatista;

- inverno 97/98: partecipazione per il secondo anno al progetto "Catania Città Aperta" promosso dal C.I.S.S. di Catania;

- dicembre 1997: il Centro istituisce un patronato legale gratuito a favore di tutti gli abitanti del quartiere, attraverso la consulenza di un avvocato civilista e, qualora venga richiesto, di un avvocato penalista;

- marzo 1998: corso di creta a Librino. tenuto dallo zairese Erik. nell’ambito del progetto "Catania Città Aperta";

- 10 aprile 1998: visita a Librino di un gruppo di adolescenti provenienti da un quartiere di Manchester organizzata insieme all’ Arci di Acireale; in serata cena popolare presso il Centro Sociale Experia;

- aprile 1998: manifestazioni in ricordo di Iqbal Masih in occasione del terzo anniversario della sua morte: viene portata in giro per la città (a Picanello, San Cristoforo, Antico Corso, Villaggio Dusmet, Librino), una mostra sul lavoro minorile e viene realizzata l’animazione di strada "Un tappeto per la libertà" ispirata alla vita di Iqbal Masih;

- 19 aprile 1998: realizzazione di un murales sul lavoro minorile, a Librino;

- 1 maggio 1998: tappa catanese della "Global March", manifestazione internazionale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, partita da piazza Università, che si è conclusa a Librino con un concerto nella piazza dell’Elefante (nei giorni precedenti sono stati organizzati degli incontri nelle scuole);

- luglio 1998: adesione al comitato di controllo sui progetti di Cooperazione decentrata del Comune di Catania;

- estate 1998: predisposizione di un progetto riguardante la costituzione di un "Osservatorio sul lavoro minorile" presentato all’amministrazione comunale attraverso il Coordinamento catanese per la Global March;

- 13 settembre 1998: organizzazione del primo torneo di calcetto "Acteal", presso il campo "Parcheggio" di Librino;

autunno 1998: partecipazione ad un coordinamento di associazioni cittadine e conseguente organizzazione (27 ottobre 1998) di un incontro pubblico sul tema delle politiche sociali del Comune di Catania.

- 16 aprile 1999: giornata in ricordo di Iqbal Masih, rappresentazione teatrale "La Storia del Ploplo" interpretata dai ragazzi del centro, in via Crociferi e nella scuola Tommaso Campanella (Librino);

- 9 maggio 1999; in occasione del ventesimo anniversario dell’uccisione di Peppino Impastato, è stato organizzata la proiezione del video su Impastato presso il C.S. Auro e un incontro con Salvo Vitale e il regista del film;

- maggio 1999: secondo torneo di calcetto presso il campo "Parcheggio" di Librino;

-19 giugno 1999: Festa della Luna – gara di ballo nel parcheggio davanti il centro;

- giugno-luglio 1999: attività estiva: cinema (rassegna di cartoni animati all’Arena Argentina) – mare (spiaggia libera n.3);

- luglio 1999: Partecipazione al campo della Chiesa Valdese a Scoglitti (Ragusa);

- settembre 1999: in occasione del campo di Manitese viene realizzato un campo di calcetto e di pallavolo nel parcheggio delle due "torri" a Librino.

Negli anni trascorsi sono stati intrattenuti rapporti con: C.I.S.S., Auro, Experia, Rete antirazzista, Redazione Fuoriposto, Comitato Golfo, Manitese, Amnesty International, Arci Acireale, Legambiente, G.A.P.A., Millemondi, Centro Disoccupati Librino, Sin.Cobas, Gruppo Catanese di appoggio alla Lotta zapatista, Casa per la Pace.