Sammichele di Bari — Centro Studi di Storia Cultura e Territorio

GLI ANTICHI MESTIERI

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Disegno di Carmela Vittore

Testo di Giacomo Spinelli

 

IL CAPRAIO (u capràre)

 

Di allevatori di capre, a Sammichele, ve n’era più di uno. Quello che ricorda Peppino Lerario si chiamava Francische Sciapelone e aveva uno stazzo con un certo numero di capre alla via di Gioia, di fronte all’attuale ristorante “Il Cavaliere”. La sera, prima dell’imbrunire, girava per il paese con una o due delle sue capre, quelle con le mammelle più gonfie, a vendere il latte. Al tintinnio delle campanelle appese al collo delle bestie, le donne uscivano, chi sull’uscio di casa chi sulla strada, con un contenitore “di misura” in mano, nel quale il capraio mungeva la quantità richiesta. La strada, a quell’ora già tarda per il tempo contadino, si animava. Nell’aria il leggero tramestio delle capre, talvolta numerose, in paziente e consapevole attesa del loro turno per essere munte; il vociare delle donne, anch’esse in attesa, a far chiacchiere, a litigare fra loro, a raccomandare con forza al capraio di mungere la giusta quantità di latte. Il latte di capra veniva somministrato ai bambini e consigliato, dai medici del tempo, al malato convalescente.