Sammichele di Bari — Centro Studi di Storia Cultura e Territorio

GLI ANTICHI MESTIERI

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Disegno di Peppino Lerario

Testo di Maria De Palma

 

LA FECCIA DELL’OLIO (la fèzza d’ugghie)

 

Così veniva indicato il compratore della feccia, residuo formatosi sul fondo del contenitore di creta già pieno d’olio, la provvista che ci si adoperava di avere in casa per il fabbisogno familiare. Era un forestiero e girava munito di due secchi che, quando riempiva, svuotava in un sacco di pelle depositato alla locanda dove prelevava quelli vuoti.

Fèzza d'ugghie”, gridava. Indi valutava con un colpo d'occhio quella che gli veniva offerta e, collaudando la bontà della stessa in base alla quantità d'olio ancora affiorante in superficie, ne stabiliva il prezzo. E questo poteva essere in natura, un pezzo di sapone, o in denaro. Così la feccia raccolta entrava a far parte del ciclo produttivo del sapone morbido, molto attivo a Sammichele. Il compratore di feccia, infatti, a sua volta, la rivendeva ai produttori di sapone.