Sammichele di Bari — Centro Studi di Storia Cultura e Territorio

GLI ANTICHI MESTIERI

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Disegno di Peppino Lerario

Testo di Maria De Palma

 

L’ACQUAIOLO

 

L’acqua era un bene ambito soprattutto d’estate. E fin dai giorni della fondazione del Casale i pozzi costituivano la fonte principale di approvigionamento. Col sopraggiungere dell’estate l’acqua dei pozzi casalinghi si esauriva, e quel poco che si riusciva a tirar su giungeva piena di una miriade di vermi rossi che le pazienti massaie filtravano con un delicato e leggero pezzo di stoffa di cotone bianco. Perciò l’acqua veniva acquistata e, a seconda della quantità richiesta, pagata in centesimi di soldo e in soldi. Sabbine Capacchione, allora, che na carrizze de tavele” (un carretto di legno), forniva di acqua la popolazione, dopo averla attinta dai pozzi del Canale. “Iacque, lacque, l'acque du Canale”. Si fermava a riempire contenitori piccoli e grandi che donne premurose gli porgevano: giarle, vasche di creta, piccole botti. Il disegno di Lerario fissa il momento in cui Sabino è fermo davanti ad una casa; il mezzo di trasporto poggia su di un sostegno mobile, u ciucce.