Sammichele di Bari — Centro Studi di Storia Cultura e Territorio

GLI ANTICHI MESTIERI

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Disegno di Domenica Cici

Testo di Maria De Palma

 

IL BANDITORE (u ialzabbànne)

 

Tamburo appeso al collo con una cordicella, ben fermo sul davanti in modo che lo si potesse percuotere con due bacchette di legno, una in ciascuna mano; coppola blu cifrata con visiera nera. Così si presentava il banditore pubblico. Si fermava ad ogni angolo di strada e, a gran voce, dopo aver percosso più volte il suo tamburo, dava, in nome dell'Amministrazione Comunale, annunci, avvisi, comunicava divieti, raccomandazioni, tutto quello che oggi viene reso noto per pubblica affissione. Tra i divieti più insistenti, ma evidentemente non rispettati, quello di gettare acqua sporca fuori di casa e di lasciare libere le galline per la strada. E c'era anche il banditore privato: la voce de la chiazze, che rendeva noto ciò che il mercato del giorno proponeva. Molti ancora ricordano il vecchio Zoiro col suo consunto pastrano militare, guidato dalla moglie a causa della cecità. E Simone col fiore rosso appuntato alla camicia o al risvolto della giacca, col suo vincastro, la sua cartata di pesce, il compenso del bando da lui esibito quasi ne fosse fiero. “Abbasce, ca vinne” (abbassa che vendi), gli diceva Martemè (Bartolomeo) il pescivendolo, quando a mattina inoltrata, viste le cassette ancora piene di pesce, gli affidava il compito di andare in giro per il paese a convincere i sammicheIini a comprare sarde, alici e uècchie darginde (occhi d’argento) dato che pesci di qualità pregiata non comparivano sulla piazza di Sammichele. Chiunque avesse avuto bisogno della voce di Simone per far conoscere i prodotti del giorno e, soprattutto, per venderli, lo trovava pronto, non importa se veniva compensato col denaro o in natura. Simone indicava puntualmente il prodotto, il nome e il domicilio del venditore. In cambio di poco, Simone prestava la sua voce anche per ritrovare oggetti smarriti.