Sammichele di Bari — Centro Studi di Storia Cultura e Territorio

GLI ANTICHI MESTIERI

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Disegno di Domenica Cici

Testo di Giacomo Spinelli

 

LO SPAZZACAMINO

 

A differenza di altri antichi mestieri, quello dello spazzacamino non è scomparso ma ha solo cambiato volto. Oggi per pulire le canne fumarie, si ricorre a squadre di operai specializzati che con l'ausilio di autogru, aspiratori, cinture di sicurezza ed altro, portano a termine il lavoro in breve tempo e a perfetta regola d'arte. Sino a qualche decennio fa invece, lo spazzacamino era un personaggio tipico, che con un fisico da atleta e particolari doti acrobatiche, si arrampicava sui tetti e, con l'ausilio di una lunga canna di bambù, alla cui estremità era fissata una spatola, raschiava la fuliggine dalle pareti della ciminiera. Una figura particolarmente cara ai sammichelini, è quella di uno spazzacamino che era conosciuto solamente per il nome, Angiolino. Di età indefinita ma sicuramente venerabile, alto e allampanato, con il nerofumo che, oramai, aveva pigmentato la sua pelle, ogni mattina scendeva dal treno che arrivava da Bari. Con il suo bagaglio di canne, raschietti, corde e teli, partendo dalla stazione attraversava tutto il paese, con un'andatura lentissima e caracollante come un “Perdono” della processione dei Misteri a Taranto; andatura che non aveva più nulla di acrobatico ma mostrava tutti i segni degli anni e delle sofferenze. Non era un tipo loquace ma rispondeva prontamente a chi lo motteggiava anche per quel suo incedere da infermo. Di tanto in tanto trovava sollievo su una sedia offertagli, spesso su sua richiesta, da qualche donna. Talvolta, afferma qualcuno, trascorreva la notte accovacciato sul marciapiede e sempre qualche pietosa donna lo rifocillava offrendogli da mangiare e da bere. Nessuno sa, con precisione, da dove venisse, ma un giorno non fu più visto scendere dal treno proveniente da Bari.