Sammichele di Bari — Centro Studi di Storia Cultura e Territorio

GLI ANTICHI MESTIERI

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Disegno di Peppino Lerario

Testo di Maria De Palma

 

IL BRECCIAIOLO (u cazzavricce)

 

Produceva la breccia frantumando la pietra bianca locale presa o dagli scavi degli scantinati o dalle specchie di cui erano disseminate le campagne. Prima, ricorda Peppino Lerario, le strade, sia quelle comunali che provinciali, non erano asfaltate ma coperte di breccia e la manutenzione ordinaria imponeva che di frequente si colmassero le buche formatesi al continuo scorrere dei traini. I cazzavricce, poiché ve n’erano tanti, sembrano essere state figure familiari nel contesto socio-economico sammichelino come quella del contadino e del trainiero. Giungeva attrezzato sul luogo del lavoro: la strada e il cumulo di pietre da frantumare. Aveva un cuscino sotto il braccio e la mazzuola appesa alla cinghia dei pantaloni: avrebbe posto il cuscino sulle pietre sulle quali si sarebbe seduto e con la mazzola avrebbe spaccato e ridotta in breccia la pietra. La produzione di breccia da utilizzare avveniva in prossimità delle strade da sistemare. Le pietre, trasportate col traino, erano depositate agli angoli di esse. L’operazione si ripeteva ogni anno e precisamente prima che iniziasse l’inverno. Erano tanti, dunque, i cantieri lungo le strade con i cazzavricce intenti a cavar breccia ognuno dal suo cumulo di pietra. Lo scenario sempre lo stesso fino alla fine della seconda guerra mondiale. Più complesso era il lavoro di preparazione della breccia per la sistemazione delle strade provinciali. Si lavorava sempre sulla strada: i cumuli di pietre disposti a distanza, l’operaio che passava da uno all’altro, non appena finiva di frantumarne uno, portandosi dietro il cuscino e la mazzuola. Talvolta il cantiere era lontano dal paese e lo spaccapietre era costretto a trascorrervi la notte. Alla fine della giornata, la breccia prodotta appariva disposta in blocchi di forma quadrangolare allineati lungo i bordi delle strade; si potevano contare fino a trenta quaranta blocchi. Ogni cumulo non doveva superare la quantità di un metro cubo, l’equivalente del carico di un traino. La prestazione quotidiana di lavoro veniva valutata da un tecnico della Provincia, sulla base della quantità di breccia prodotta. Il che avveniva calcolando la media, sempre in metri cubi, tra due cumuli, il più grande e il più piccolo, scelti insieme dal tecnico e dall’operaio. Intorno agli anni venti la prestazione era valutata a 5/6 lire a metro cubo. Sia il salario che il trasporto erano a carico dell'impresa.