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SAN
FELICE VESCOVO MARTIRE
Chi era il
Vescovo Felice? Egli nacque verso l'anno 247. Probabilmente non
era nativo dell'Africa, ma vi fu inviato dal Sommo Pontefice dalla
natìa Sicilia.
Il 5 giugno dell'anno 303 uscì un editto degli imperatori
Diocleziano e Massimino che vietava ai cristiani di riunirsi liberamente,
ordinava la distruzione di tutti i libri sacri e delle loro chiese.
Per ordine del governatore, fu arrestato il Vescovo Felice e portato
alla presenza del giudice che, gli intimò la consegna dei
libri sacri. Egli si rifiutò decisamente di consegnare
i testi sacri. All'alba del 25 luglio la nave del prefetto partiva
per l'Italia: su di essa vi fu caricato anche il Vescovo Felice,
in pessime condizioni di salute.
A Venosa il prefetto, vista la sua costanza, condannò San
Felice a morte mediante decapitazione. Si narra che la luna in
quella notte si tingesse e ricoprisse del colore del sangue.
Giunto al luogo del supplizio, l'uomo di Dio s'inginocchiò,
e dopo aver raccomandato la sua anima al Padre, offrì il
suo capo al carnefice. Era il 30 agosto dell'anno 303.
Il corpo di Felice fu sepolto dai cristiani nel luogo dove morì.
Pare che un gruppo di coloni d'Africa, per sfuggire alla invasione
dei Vandali nel 429 si rifugiasse in Italia, stabilendosi nella
bassa modenese in una località dove già sorgeva
una chiesetta. Avevano portato con sé una reliquia del
loro patrono San Felice. Attorno alla chiesa sorse un villaggio
che prese il nome del santo ormai noto e venerato: "San Felice".
STORIA
DELLA NOSTRA PARROCCHIA
Solo verso il 960/970
si parla di una vera ed organizzata comunità cristiana
a San Felice, comunità che ha dato poi vita a quelle di
Rivara e San Biagio.
San Felice, secondo documenti dell'Archivio Capitolare di Modena,
già nel 1026 era tra le più antiche pievi della
bassa modenese. Ciò prova che la nostra comunità
aveva già fino al mille un certo ascendente religioso sulle
chiese e cappelle del vicinato.
I documenti del nostro archivio parlano di un'attiva e costante
partecipazione popolare nei vari secoli alla vita religiosa che
aveva il suo centro nella chiesa della comunità.
Anche negli ultimi cento anni le tante attività religiose
si sono rinnovate e ripetute per l'incisiva azione pastorale di
zelanti e validi parroci. Una prova di tali esperienze di fede
può essere data dal fatto che in questi ultimi 50 anni,
così turbolenti e così caratterizzati anche in senso
anti cristiano, nella nostra bassa, San Felice con le sue filiali
Rivara e San Biagio, ha saputo difendere le proprie tradizioni
e la propria fede senza tradire il suo passato cristiano.
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