COORDINAMENTO.

Mons. Francesco MILITO

Direttore Centro Culturale Cattolico “Il lievito”

 

Da quanto finora ascoltato, credo che si possa convenire con le considerazioni poste a premesse introduttive e che risulti utile riprendere unitariamente alcuni passaggi chiave basilari per la riflessione che andiamo costruendo. Il sindaco, dott. Orazio Longo, nel condividere l’anticipo di due anni sulle date “ponte” (2004- 2005), ravvisa nell’avvio dei lavori “le basi per un progetto credibile e proporzionato alla straordinaria celebrazione che interesserà la nostra città e tutto il mondo cattolico”. Per questo, nell’ impegnarsi a sollecitare per un ruolo di primo piano i Presidenti della Regione Calabria e della Regione Lazio, ha dichiarato quello “massimo del Comune a partecipare alla preparazione dell’evento che dovrà avere un carattere che valichi i confini comunali”. Egli ha ben colto nel segno quando interpreta il “coinvolgere tutti” come “uno stimolo ed una sfida a trasformare questa fase organizzativa in un laboratorio progettuale dal quale attingere idee, suggerimenti, stimoli e consigli”, indicandone già alcuni, che così aprono da subito l’elenco delle iniziative. La conclusione è in perfetta linea con tanta concretezza:

l’assunzione di “impegno formale a non risparmiare energie e risorse economiche per il raggiungimento di un così nobile scopo”. Grazie, Sindaco: non abbiamo dubbi che saranno onorate tali promesse, come sappiamo fare a Rossano quando sposiamo una causa alla quale crediamo veramente.

 

Il prof. Francesco Bonini ci ha trasferiti nel quadro problematico della contemporaneità per collocare gli anniversari oltre il celebrativo, in una visione congiuntamente ecclesiale e culturale. Se “l’ipertrofia del presente nel sistema della comunicazione e del consumo — ha egli esordito — rappresenta uno degli elementi che più caratterizzano il contesto”, in questo “momento storico, affascinante, ricco di potenzialità, una delle nostre grandi responsabilità è tenere vivo e vitale questo rapporto di civiltà che connette il passato, come memoria e identità, il presente, come vita ed operosità, e il futuro, come investimento e prospettive di sviluppo”, per cui giudica “preziosa ed intelligente” l’iniziativa “di cimentarsi con una prospettiva lunga, quella del Millennio di San Nilo, verso il Nuovo Millennio che è già iniziato”, tanto più se essa, collocandosi sull’attualità e sull’urgenza del tema della santità come “segno straordinariamente parlante di una proposta alta al mondo contemporaneo, di questa ne coglie il grande realismo e l’attualissima “eredità” nei nostri due Santi.

Anche il prof. Bonini ha centrato la logica del nostro incontro quando la “colloca”sul crinale della cultura e della spiritualità, il terreno cruciale oggi.

“Qui bisogna esserci — la sua conclusione densa — con la pazienza del coltivare, il coraggio dell’investire l’ambizione di incidere nell’agenda della vita pubblica, non indebolendo la nostra identità, ma al contrario a partire da essa e in forza di essa trovando così le ragioni vere di dialogo e di incontro con tutti gli uomini di buona volontà”.

Con questo spirito di partenza - ne siamo sicuri - il Servizio Nazionale della CEI per il Progetto Culturale continuerà ad esserci di sostegno secondo quelle forme possibili, in fedeltà ai suoi obbiettivi.

 

• Mons. Cassone, nel riconoscere in San Nilo il figlio più illustre della Chiesa di cui egli è pastore, ne ha evidenziato l’attualità della santità, particolarmente vedendo in Nilo un uomo di contemplazione, di preghiera e di studio ed operando un aggancio con le problematiche con le quali l’uomo d’oggi si trova a confrontarsi in modo spesso drammatico e non sempre facile. Lo spirito del Vangelo, che si fa attenzione preferenziale per gli ultimi, si fa anche cultura, cioè interessamento pieno con tutte le dimensioni ed i grandi interrogativi della vita. E’ l’accettazione di una sfida che la Chiesa diocesana — ricorda l’Arcivescovo — ha raccolto a partire dall’ Ottobre del 1999 proprio attraverso il Centro Culturale Cattolico “Il lievito”. La Vita Nili può essere di grande stimolo per una meditazione della quale l’Arcivescovo ha offerto vari spunti, e ci sembra di intravedere quanto la Diocesi potrà sviluppare in quelle direzioni per fare la “sua” parte, che le è dovuta di cui si sente investita proprio a partire dalla peculiarità di Nilo; la sua esistenza pervasa dallo Spirito e spesa nell’interessamento ai fratelli del suo tempo, rossanesi in prima linea.

 

Il protoarchimandrita di Grottaferrata, P.Emiliano Fabbricatore, nell’intrattenerci su l’eredità di San Nilo (e di San Bartolomeo) nella Chiesa e nella civiltà, ci ha fatto entrare nel cuore dei secoli di quell’Abbazia, di cui egli è guida nella linea della successione dei “capi” aperta dai Nostri. Egli ha sottolineato come la comunità monastica, “pur nelle complesse vicende della sua storia dieci volte secolare, ha potuto proseguire la sua testimonianza cristiana e monastica nella fedeltà alle linee tracciate dai fondatori e nel confronto con gli interrogativi posti delle diverse epoche, e ce ne ha ricordato i capisaldi: “l’impegno nella preghiera e nell’ascesi dei monaci criptensi”; “accanto alla preghiera individuale, e in piena osmosi con essa, la preghiera liturgica”; “la speciale vocazione del Monastero di Grottaferrata al servizio reso al dialogo ecumenico”, nella scia di un legame, antecedente allo scisma tra le due Chiese (1054), che l’addita come “prova vivente che, nell’unica Chiesa di Cristo, si può essere contemporaneamente in sincera e piena comunione con le Chiese latine e con il Vescovo di Roma”. Nell’ambito della più vasta storia della cultura” — in linea con il forte esempio impresso da Nilo - , nel monastero “il servizio alla cultura storica nell’area bizantinistica, filologica, liturgica, albanologica continua ad essere svolto con solerzia ed apertura, accogliendo studiosi di ogni estrazione, dalla Biblioteca dell’Abbazia e dai suoi bibliotecari”. Anche la sua conclusione va nella conferma dell’opportunità di “celebrare con particolare rilevanza lo scadere del primo millennio di vita del Monastero fondato da San Nilo”, in quanto “esso si pone come seguo tangibile di quell’autentico umanesimo, frutto dell’evangelo...” Siamo grati P. Fabbricatore per questo tuffo ampio e largo, come sempre aperta è la sua accoglienza verso ogni rossanese che si reca a Grottaferrata. Gli chiediamo in anticipo di volerci dire qualcosa sul Progetto che il Comitato Nazionale per il Millennio dell’Abbazia ha stilato e cominciato ad attuare e con cui, in qualche modo dovremmo pure interagire.

 

Mons. Lupinacci ci ha ricordato le tappe salienti della biografia di Nilo, dei luoghi da lui toccati nel cammino verso Roma, delle sottolineature ribadite dai Pontefici circa le specialità di Grottaferrata tra Oriente ed Occidente, del legame strettissimo che dunque lega la Chiesa italo albanese a questa tradizione, della quale in Calabria, per le note vicende storiche, rappresentano la continuità in una eredità ravvivata per vie impensate proprio quando stava per entrare in un irreversibile declino.

Cantiere...

Da quanto finora ascoltato, senz’ombra di dubbio che l’idea di cantiere appare la più rispondente al lavoro che ci attende. Non un “deposito” dove assemblare belle idee e lasciarle inerti come una serie di attrezzi vari, ma inutilizzati.

Ma come già ben definito — un vero e proprio laboratorio, un’officina dove appunto si elabora un progetto valutando tutto ciò che può essere praticabile e funzionale alla sua migliore realizzazione: con tempi e metodi di lavoro mirato, che procedano sicuri, senza perdite, con una squadra di operai, intenti alla condivisione dei compiti specifici, armonicamente tesi verso un comune, condiviso obbiettivo.

Conosceremo “lotti” di lavoro, dopo il presente “bando di gara” e, soprattutto, passaggio vincente, il vivissimo desiderio — come già indicato nella riflessione di invio a questa manifestazione — di

 coinvolgere tutti, indistintamente, secondo le specifiche sensibilità e potenzialità — a livello ecclesiale e di società civile — perché tutti ci si cimenti a conoscere, reinterpretare e riprendere l’attualità di esperienze vitalissime, che tanta sapienza possono ispirare per l’agire contemporaneo, che sembra sconvolto e spiazzato dinanzi ad eventi improvvisi e tragici. E poiché tale prospettiva nasce già prevedibilmente abbastanza impegnativa, è d’obbligo avviarne la riflessione e darsi congrui ma precisi tempi di creativa proposizione per concordare il conseguente, mirato e preci so sviluppo delle iniziative in una massiccia mobilitazione che permetta di esprimere il meglio di sé e lasciarlo a segno concreto del proprio apporto nella costruzione feriale, ma solida di una storia più umana e più cristiana. Questi i motivi di fondo che l’iniziativa in programma in tende lanciare in vista delle celebrazioni del Millennio della morte di san Nilo (2004) che si estenderà al 950° anniversario della morte del discepolo prediletto san Bartolomeo (2005), alla cui ricca e significati va produzione letteraria siamo debitori se possiamo oggi attingere i motivi propulsivi delle prospettive celebrative.

 Start-up...

 Nel Millennio iniziato una terminologia che le appartiene non guasta di fronte al Millennio al quale ci volgeremo, che parlava altre lingue, anche se i concetti risultano poi i medesimi. Per intenderci meglio non dispiacerà agli ignari chiarire l’espressione “start-up” per applicarla al nostro discorso.

Nella terminologia aziendale start-up è la fase che determina la nascita di una nuova impresa o l’avvio di una realtà produttiva. Nel primo caso si parla di creazione d’impresa, nel secondo di sviluppo di nuove attività produttive in imprese già esistenti. In tal caso si definisce start-up dei processi spin-off (=ampliamento dei settori di attività). Lo start-up si suddivide in tre fasi:

 

1. Progettazione, consistente in:

-          idealizzazione del nuovo progetto d’impresa

-          analisi dei bisogni da soddisfare

-          realizzazione di un piano di marketing

-          individuazione dei destinatari (clienti) ai quali rivolgersi

2. Avvio, attento a:

-          analisi costi/benefici

-          verifica della concreta realizzazione dell’attività

-          predisposizione degli strumenti necessari per l’avvio

-          individuazione delle risorse umane e delle competenze necessarie

3. Accompagnamento, cioè:

-          monitoraggio della fase di avvio

-          verifica della qualità dei servizi e dei bern prodotti

-          tutoraggio nelle prime fasi della produzione

-          analisi economica e previsione dei costi e dei ricavi dei primi tre anni di

attività.

Una considerazione immediata: “Il cantiere del Millennio =impresa=azienda”, secondo un livellamento ormai imposto a tante istituzioni che non meriterebbero queste equipollenze? Certamente ed assolutamente no! Anche se con tanti dei “giri” su elencati dovremmo farci i conti (e non mancherà chi fiuta già di farci guadagno).

Averli indicati è per metterci subito davanti le esigenze che la complessità dell’impresa richiederà da saper governare intelligentemente. Per questo con significati mutuati, rispettivamente, dal linguaggio sportivo e cinematografico, assumiamo “start” nel senso di “partenza” o “luogo di partenza” e di “fotogramma di inizio di un film”. E’ questo che faremo, esaminando subito dopo la proiezione del documentario “Santi per immagini”, la Scheda informativa ed il Calendario del

2002.

Intanto, per scaldarci i muscoli, ci troviamo alle spalle il prestigioso Congresso Internazionale, curato dalla Università Popolare e dall’Amministrazione Comunale nel 1986. Resta senza dubbio una pietra miliare negli studi niliani, avendo chiamati a raccolta i migliori tra gli studiosi, come testimonia il ponderoso volume degli “Atti”.

Ma son passati — in fretta — quindici anni e gli studi agiografici in generale e quelli bizantini in particolare hanno raggiunto nuove mete che non possono ignorarsi. Lo stesso cammino ecumenico ha registrato e va registrando le ricadute connesse ai profondi rivolgimenti nell’Est europeo e in quelle parti del mondo dove più viva ne è avvertita la valenza.

Davvero c’è posto per tutti le menti pensanti ed operanti perché il Millenario si trasformi in una rivisitazione dell’eredità di santità, seguita alla straordinaria vicenda di Nilo e di Bartolomeo.

Gli agiologi, gli scrittori, i poeti, gli artisti del pennello, dello scalpello, del mosaico, della musica, del teatro, della comunicazione sociale hanno così forti motivi ispirativi. Come anche il mondo dell’economia e della finanza, pubblica e privata, potranno dimostrare con il concreto appoggio sponsorizzante le tante iniziative quella predilezione verso il mondo della cultura, alla quale spesso guardano con interesse e del quale dicono di volersi fare sostenitori.

Dalle parole ai fatti costateremo la bontà reale di questi primi sogni.

Mons. Francesco MILITO