CESN
CENTRO STUDI "ERICH FROMM"

LA STORIA DEL CENTRO

I DIECI ANNI DEL CENTRO FROMM

Le seducenti note in versione country di “O sole mio” e di “Evita Peron” della vocalista chitarrista californiana Patrizia Lopez, da più di vent’anni made in Naples, hanno concluso le manifestazioni del primo decennio di vita del Centro Studi Erich Fromm, svoltesi al Circolo Ufficiali della Marina Militare, e introdotte dal padrone di casa Capitano di Vascello Gilberto Sessa. La presidente Silvana Lautieri Andreucci, che nel 1990, insieme con sei promotori, nello studio del notaio Eugenio Sorvillo, diede il primo al sodalizio, ha sintetizzato l’obiettivo del Centro: “lottare per l’indipendenza interiore” utilizzando tutti gli strumenti a disposizione, come l’arte, la filosofia, e indicando nel precetto di Erodoto “Il sole sorge ogni giorno” il percorso della vita da seguire. La ricorrenza è stata festeggiata con la consegna di una pergamena con la medaglia dell’Ordine degli “Staffieri del Fromm”, ideato dal professore Renato De Simone, ai soci della prima ora. Successivamente il professore Enrico Venga ha letto il messaggio di saluto del professore Boris Luban Plozza, erede spirituale di Fromm e che non potuto intervenire per ragioni di salute. Quindi Andrea Tocchetti, dell’Università Federico II, ha svolto una relazione sul messaggio ancora attualissimo di Fromm nella società odierna. Davanti al crescente isolamento dell’individuo nella società moderna, occorre insistere sull’ “essere” rispetto all’ “avere”. L’uomo nuovo di Fromm si distingue nella scelta a favore della solidarietà perché tende a rifondare un contratto sociale diverso ma più giusto e una politica come nuova scienza dell’uomo. Dai grandi insegnamenti di Fromm ha preso l’avvio Aldo Masullo, illustre esponente della filosofia contemporanea, per interrogarsi sul che fare per uscire dal disorientamento generale. Soprattutto – egli ha rilevato – esplodono in mille idee di rinnovamento i meridionali che però hanno poca tenacia nel custodirle. Sarà intanto sufficiente assecondare il superamento della vieta distinzione fra scienze umaniste, tecnologiche e naturali, e unirsi alla ricerca del sapere come qualità dell’essere partendo dalla consapevolezza preliminare che “siamo perché sappiamo di essere”. Ben vengano quindi i Centri, come questo intitolato a Fromm, che consentono alla gente di riunirsi per costituire e ricostituire le nuove e antiche frontiere. Non aveva forse ragione Platone quando osservava che proprio i liberi sodalizi sono di maggiore molestia ai tiranni?

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