Drag and play?

 Outlook.

Tendenze lesbiche 2005

Villa Fiorelli, 23-24-25 aprile 2005 - Parco di Galceti, Prato

 

Interventi e discorsi

 

 

Presentazioni (in preparazione)

 

Liana Borghi,

ricercatrice. Tra i transiti della sua storia, Linea Lesbica Fiorentina, Estro editrice, L’Amando(r)la, la divisione lesbica di W.I.S.E. (Women’s International Studies Europe),  la Società Italiana delle Letterate, la rete tematica europea AOIFE/ATHENA per gli studi delle donne. Nel 2000-2001 promuove la fondazione del Centro Studi GLTQ con Gigi Malaroda, Deborah Lambillotte, Mary Nicotra, Marco Pustianaz, e altr*. È del 2001 il primo Laboratorio estivo Raccontar/si a villa Fiorelli, da lei diretto, ora alla sua quinta edizione. In occasione del gay pride 2004 organizza a Firenze, insieme a tutto il gruppo Lespride, il Polispazio  Queer. È tra le fondatrici della neonata ArciLesbica-Firenze.

Renato Busarello

attivista queer/autonomo. Dai primi anni novanta ho partecipato al movimento studentesco, poi alle lotte sociali degli invisibili, contro i centri di permanenza temporanea e i dispositivi di gestione, marginalizzazione e sfruttamento dei e delle migranti. Dal 1999, con il collettivo antagonismogay inserito nella rete GLBTQ, mi dedico ai percorsi autonomi del movimento glbtq. Sono tornato sui temi della migrazione con il collettivo e il laboratorio transmigrazioni, occupandomi del supporto a gay clendestini e in generale del rapporto tra attraversamento delle sessualità e attraversamento delle frontiere.

 Il mio contributo cercherà di mettere a fuoco il rapporto tra (omo)sessualità e migrazioni. Ovvero tra l'esperienza dell'attraversamento delle sessualità possibili e l'esperienza della migrazione. È questo il fulcro del laboratorio transmigrazioni che stiamo attivando a Bologna con antagonismogay. Tuttavia, dato che il laboratorio è ancora collocato in una dimensione teorica e astratta, ho ritenuto piu' interessante e significativo ricucire tutta una serie di esperienze che vi fanno da premessa, vissute nelle relazioni tra ragazzi gay dentro e attorno al collettivo e ragazzi migranti, nell-arco degli ultimi dieci anni. La forma scelta è quella dell'autoinchiesta, ovvero della co-costruzione di una esperienza comune, di una sua narrazione e lettura condivisa. I luoghi in cui queste relazioni si sono svolte sono ovviamente quelli considerati degradati dal sentire comune cittadino maggioritario. A partire dagli anni novanta certe strade o piazze delle città sono diventate luoghi di sovrapposizione tra marginalità migranti, disagio sociale, piccolo spaccio, devianze sessuali, e quindi considerati degradate. L'obiettivo è cogliere come il desiderio omosessuale circola nella relazione tra gay occidentale e uomo migrante, cioè all’interno di una complessa relazione asimmetrica. Nella percezione dell'ambiente gay maggioritario, chi si intrattiene con i migranti non gode di ottima reputazione. Di converso, per molti migranti, il fatto di stare con ragazzi gay è giustificato solo dal bisogno di denaro o dalla solitudine, ma moralmente disprezzato. Da entrambi i lati la relazione è rappresentata nel senso comune come degradante. Si potrebbe dare a questo intervento il titolo de/gradazioni, e bisognerebbe spiegare chi e che cosa si sta degradando, e quali gradazioni di costrizione solitudine o desiderio e ricerca dell'altro sono presenti in ciascuno dei soggetti in gioco. Infatti, se si decostruiscono gli stereotipi omofobici e razzisti da entrambi i lati, in chi legge e in chi vive questa relazione, si potrebbe vedere se e come il desiderio omosessuale puo' condurre ad una riconfigurazione delle soggettività migranti/omosessuali in gioco e aprire degli spazi di convivenza e aperture inedite. Oppure si potrebbe chiamare questo contributo  La regina del maghreb, titolo ambito e in palio per le strade di Bologna nel corso degli anni novanta, che, pur non privo di sfumature inferiorizzanti dell'oggetto/preda dei nostri desideri,  denuncia la fascinazione profonda che il migrante esercitava sulle frocie proletarie.

Suggerimenti di lettura. Il contributo, data la sua natura di vissuto non è teoricamente fondato. Mi vengono due suggerimenti. Pier Paolo Pasolini, da Ragazzi di vita in avanti. E un saggio su Genet di Leo Bersani tradotto in

italiano nella raccolta Homo.

Renato Busarello è tra i fondatori della nuova RETE GLBTQ Gay, Lesbiche, Trans, Queer in Movimento di cui invitiamo a leggere il documento su http://www.circolopink.it/_img/convegno/Busarello.pdf

 

Il workshop di Daniela Danna, che così si presenta: “Sono una ricercatrice che si è interessata all'amore tra donne nella storia, al riconoscimento delle coppie omosessuali, alla maternità lesbica, alla prostituzione e soprattutto alle politiche sulla prostituzione. Insegno all'università di Milano un corso sugli aspetti sociali del capitalismo contemporaneo. Nel workshop che propongo farò una presentazione del dibattito e delle realtà internazionali a proposito del riconoscimento pubblico delle "formazioni sociali ove si svolge la personalità" lesbica, introducendo i vari aspetti (quello sociale, quello economico, quello simbolico e i suoi effetti materiali e simbolici) della questione, per preparare una discussione collettiva.  Altre notizie sono sul sito  http://www.danieladanna.it/ritratto.htm

 

Maria Cristina Gramolini

Sono nata a Fano, vivo a Milano, il mio lavoro e' l'insegnamento della storia e della flosofia nella scuola superiore. Sono un'attivista lesbica dagli anni Novanta: sono stata fra le promotrici delle tre settimane lesbiche italiane ('91, '96, '98). Ho fatto parte del Laboratorio di Critica Lesbica, che ha pubblicato nel 1995 il Quaderno Viola n. 4, “E l’ultima chiuda la porta. L'importanza di chiamarsi lesbiche”, per le Nuove Edizioni Internazionali. Ho partecipato nel 1996 alla fondazione dell'associazione nazionale ArciLesbica, di cui nel 2002 mi e' stata affidata la presidenza. Faccio parte della redazione della rivista lesbica Towanda!

 

Brigitte Hofen, dopo un'introduzione all'argomento, seguirà un lavoro di brainstorming attraverso l'input di parole chiavi.Nel lavoro di gruppo il workshop vuole  mettere indiscussione  stereotipi  acquisiti coscientemente o incoscientemente. Per fare questo useremo la tecnica della libera associazione delle idee. Cercheremo di scoprire qual è il nostro immaginario  per  capire anche se  corrisponde a quello che noi vorremmo.
Per ulteriori informazioni, scrivetemi: brig.hof@libero.it
 

Dalila Kadri, è la regista di "Lucioles", finanziato dalla Comunità Europea. Il video raccoglie le testimonianze di quattro lesbiche immigrate in Francia -- discriminate perché straniere, donne, omosessuali, musulmane --  alle quali viene chiesto quali strategie positive siano riuscite a sviluppare per contrastare e lottare contro queste discriminazioni.

Il workshop di Mary Nicotra 

Presentarmi non è affatto facile, da dove inizio? Dal dirvi che fino a 5 anni fa facevo la manager in un grande gruppo nel mondo dei servizi, e che poi, ad un certo punto insofferente al “discorso del padrone”  sono tornata alle vecchie passioni  e  mi avvio verso la professione di psicologa e svolgo attività da giornalista?  Forse più  che fornirvi il mio cv, dovrei parlarvi della mia costruzione narrativa che è fatta anche e soprattutto  di incontri e relazioni ...per cui....mi limito a dirvi  che ci sono delle domande  che mi formulo e riformulo che in qualche modo mi lasciano intravedere  dove si colloca il  mio desiderio: mi interessa l'intreccio dei discorsi soggettivi con il Discorso Sociale, mi interessa quanto e come siamo tutt* parlati più o meno consapevolmente, mi interessa cogliere quali spazi può un soggetto “giocarsi” nella sua ricerca di soggettività, e c'è anche una convinzione che mi guida  che  mi fa credere che nel quotidiano, in ogni nostro agito c'è un atto politico, c'è uno spazio per giocarsi una scelta nel come lavorare, nel come amare, nel come costruire la propria soggettività in relazione alle altre.

Nel workshop che vi propongo parto da alcune domande che mi interessa esplorare con  voi: cosa significa  “fare rete” ed è possibile fare informazione? In che modo, e partendo da quali presupposti? Possiamo inventarci una nuova semantica dell'imprenditoria? e dell'imprenditoria  lesbica? E come la intrecciamo con le metafore di mercato tipiche del nostro tempo?

Il video DragKinging, invece,  è il risultato di un work in progress che condivido  con Liana Borghi sulla performatività del genere Tema centrale di OutLook, del quale con Liana, Beatriz e altre potremo parlare e sperimentare.

 

 

 Maria Pierri, neurologa e neuropsichiatra  infantile, scrive:  mi occupo di bambini e di handicap, sono medico responsabile di servizio e ho pubblicato numerosi articoli in  libri e riviste di settore.
Dal 1996 faccio parte di Soggettività Lesbica dell’associazione per una Libera Università delle Donne di Milano. Con le donne di questo gruppo ho effettuato una ricerca sul mondo lesbico, attraverso gruppi di
discussione , questionari diffusi in tutt’ Italia ed interviste, che ha portato alla scrittura  collettiva di un libro, Cocktail d’amore (Derive Approdi - Roma- marzo 2005).Ne discuteremo insieme i risultati più significativi, partendo
dall’ipotesi che non esiste la lesbica tipo ma che  occorre colmare un gran vuoto e far emergere con prepotenza la ricchezza delle vite, dei percorsi e dei desideri delle “donne che amano  le donne”.per le altre
 

 

Beatriz Preciado, studiosa della  Princeton University, autrice del Manifesto contra-sessuale (Milano 2000) tradotto in 5 lingue, si occupa specificamente delle "tecnologie di genere", ossia della mascolinità e della femminilità come costruzioni linguistiche e tecnologiche. Recentemente ha studiato da vicino e in particolare il movimento dei DRAGKINGS, un vistoso fenomeno transnazionale, politico, di costume, di entertainment.   Le riflessioni sulla carica eversiva del dragkinging trovano applicazione nel suo workshop dedicato alla decostruzione e alle tecniche performative di riappropriazione del maschile da parte delle donne.  Su Preciado invitiamo a leggere i brevi interventi in questo nostro sito.

 

Il workshop di Roberta Rebori su media e lesbismo:  “È un lavoro molto personale, senza nessuna pretesa di scientificità. Misono divertita a ricercare immagini tratte da giornali, cinema e televisione e a confrontarmi su di esse con donne lesbiche di varia età e varia estrazione. L’idea mi è venuta facendo zapping e sfogliando qualche rivista: da qualche tempo mi capitava di vedere immagini più o meno esplicite, più o meno allusive, che rimandavano a rapporti lesbici. Inizialmente la mia reazione era stata negativa: mi sentivo offesa e usata su tutta la linea, poi ho cominciato a fare dei distinguo e a ritenere che alcune immagini potessero invece servire a rendere visibile ai più una realtà spesso invisibile. In definitiva, mi sono chiesta se i media, nel mostrare corpi lesbici, possano essere considerati dannosi o utili rispetto ad una corretta visibilità sociale delle donne lesbiche. Ovviamente non ho avuto risposte univoche e non mi resta che condividere idee, opinioni e immagini con chi vorrà intervenire: ascoltare il loro parere in merito sarà un po’ chiudere il cerchio.” Da pochi mesi ho aperto, insieme alla mia compagna, una piccola libreria nella mia città, Civitanova Marche. Abbiamo deciso di chiamarla, forse un po’ allusivamente, Libreria Arcobaleno.  Da anni ci capitava di lamentarci della difficoltà di acquistare, a Civitanova e dintorni, libri che non fossero best sellers o testi scolastici. Abbiamo pensato che colmare questa lacuna potesse rientrare nelle nostre possibilità e ci siamo buttate in quest’avventura con la  ferma intenzione di dedicarci con particolare attenzione alla promozione e alla vendita di libri editi da case editrici minori e di testi che trattino tematiche così dette di nicchia. 

 

Regina Satariano, presidente regionale del MIT, porta la sua esperienza di costruzione del genere applicandola all’iperfemminilizzazione delle DRAGQUEENS nella sua dimostrazione seminariale. Nota e benvoluta entertainer, ideatrice del concorso nazionale “Miss Italia Trans”, Regina è attiva nel campo dei diritti umani e dell’accettazione sociale delle persone trans. Il suo progetto più recente è “Priscilla”, un locale GLBT sul rinomato lungomare di Torre del Lago -- un locale, dice Regina, da cui “desidero che la gente esca sempre sorridente”. www.reginatrans.it

Daniela Santoro

Presentazione workshop maternità e mammismo: In questo workshop ci occuperemo della maternità lesbica, mettendone in risalto luci ed ombre. Partiremo dal desiderio di essere madri (o dalla> decisione di non esserlo) incontrando, attaverso filmati e testimonianze> scritte, diversi modi in cui il nostro immaginario  produce emozioni e> domande legate al potere di dare la vita e alla capacità di accogliere, anche in relazione a creatività e cura. Analizzeremo alcune forme che le donne lesbiche hanno scelto per essere madri, "osservandole" nelle> problematiche quotidiane con il supporto delle  nuove relazioni e reti fra donne che si stanno creando.

 

Simonetta Spinelli, insegnante; nasce politicamente nel Movimento Femminista Romano di Pompeo Magno, collettivo storico di Roma; dal 1985 al 1996 fa parte della redazione di DWF e del Centro Studi DWF. Sulla rivista pubblica articoli e recensioni su lesbismo, politica, fantascienza delle donne. Negli anni ‘90 organizza con Liana Borghi “Lavori in corso”, seminario itinerante di studi lesbici e  lavora con il Gruppo Linguaggio e il Coordinamento lesbiche romane del Centro Femminista Separatista. Alcune pubblicazioni: L.Borghi, G.Corsi, A.De Perini, S.Spinelli, “Italian Lesbians: Maps and Signs”, in Homosexuality, Which Homosexuality, Amsterdam, 1987; “Monique Wittig: Il corpo lesbico”, in Cento Titoli, Guida ragionata del femminismo degli anni Settanta, a cura di A. Ribero e F. Vigliani, Ferrara, 1998;  “L’espace du désir: la réception de l’oeuvre de Wittig en Italie”, in Parce que les lesbiennes ne sont pas des femmes... Autour de l’oeuvre politique, théorique et littéraire de Monique Wittig, Atti del Convegno del 16-17 giugno alla Columbia University, Parigi, Editions Gaies et lesbiennes, 2002 ; “Passioni a confronto: Mieli e le lesbiche femministe”, in Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, Milano, Feltrinelli, 2002; “Le non-donne di Monique Wittig”, in Atti del 1° Convegno sulla Letteratura lesbica, Casa delle Letterature, giugno 2002, in attesa di stampa; “Monique Wittig: queer or not queer”, in Towanda 9 (Milano), 2003.

Nel suo workshop si discuteranno 3 parole chiave: Identità, Soggettività, Performatività, con riferimento agli scritti di Gloria Anzaldúa, Rosi Braidotti, Judith Butler,  Teresa De Lauretis.

Tommy di Tano

 scheda su La mala ‘ndenzione.

Maria Pia e Rosa sono due tipiche lesbiche baresi che dopo tante avventure amorose, incrociano i loro sguardi e il loro destino una sera in un locale per sole donne. Non sappiamo come sarà la loro unione, ma sappiamo che durerà tutta la vita. Attraverso i ricordi di Rosa e Maria Pia, ormai anziane, assistiamo alla prima e vera cerimonia di unione lesbica in Italia. Tra folklore e ironia tutta la comunità lesbica barese si ritrova coinvolta in questa storica unione. Protagoniste non solo le spose, ma anche le madri di Rosa e Maria Pia e tutta la colorata comunità lesbica di Bari.

La mala ‘ndenzione riprende un modo di dire tipico meridionale. Noi abbiamo una cattiva intenzione è qui ripreso come indicazione della nostra sfida verso la società. Non sappiamo ancora cosa sono le unioni civili, il matrimonio tra lesbiche, ma sappiamo che fanno parte dell’immaginario di tante di noi e riderci su attraverso la fiction è anche un modo per osare, per sfidare i limiti imposti dalla legge e dall’etica di Stato.  La mala ‘ndenzione è anche la rappresentazione del modo di vivere delle lesbiche in una città del Sud. Un Sud oggi centro di importanti cambiamenti sociali e politici. Un Sud caratterizzato da, stili di vita, socialità differenti da quelli impaludati del Nord.

Il progetto nasce da un’idea di Tommy di Tano, giovane regista pugliese, che decide di realizzare questo suo primo cortometraggio dopo il successo del video realizzato per la rassegna di Arcilesbica del 2004, Ironie della nostra sorte. È importante ricordare il sostegno di tante amiche e di tutta la comunità lesbica barese che ha creduto nelle capacità di Tommy di dire qualcosa di vero sulle donne del Sud. (Antonia Ciavarella)

 

 

 

 

 

 

 

 

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