Presentation   News Events   Archives    Links   Sections Submit a     paper Mail

FRENIS  zero 

Psicoanalisi applicata alla Medicina, Pedagogia, Sociologia, Letteratura ed Arte

  Home Frenis Zero

        

SPAZIO ROSENTHAL. TRA PSICOANALISI E FEMMINILE a cura di Laura Montani

 Who was Tatiana Rosenthal?Frenis Zero  Publisher

      

 

  LETTERA DA ISTANBUL

 

 di Bella Habip*  

 


 


* Bella Habip è analista della Società Psicoanalitica di Parigi (SPP) e dell'IPA. E' membro fondatore dell'Associazione Psicoanalitica di istanbul per la Formazione, la Ricerca e lo Sviluppo (Psike Istanbul).

 

            

Inauguriamo sullo Spazio Rosenthal con questa lettera della analista turca Bella Habip uno spazio di riflessione al femminile sulla dimensione psicoanalitica delle vicissitudini socio-politiche che vedono le donne protagoniste nella storia contemporanea del Mediterraneo. La traduzione in italiano della lettera di Bella Habip è a cura di Laura Montani con la supervisione di Giuseppe Leo.

 

  

 

 

Rivista "Frenis Zero" - ISSN: 2037-1853

Edizioni "Frenis Zero"

clicca qui per la ricerca nel sito/Search in the website
A.S.S.E.Psi. web site (History of Psychiatry and Psychoanalytic Psychotherapy ) 

 

A.S.S.E.Psi.NEWS (to subscribe our monthly newsletter)

 

Ce.Psi.Di. (Centro di Psicoterapia Dinamica "Mauro Mancia") 

 

Maitres à dispenser (Our reviews about psychoanalytic congresses)

 

Biblio Reviews (Recensioni)

 

Congressi ECM (in italian)

 

Events (art  exhibitions)

 

Tatiana Rosenthal and ... other 'psycho-suiciders'

Thalassa. Portolano of Psychoanalysis

 

PsychoWitz - Psychoanalysis and Humor (...per ridere un po'!)

 

Giuseppe Leo's Art Gallery

Spazio Rosenthal (femininity and psychoanalysis)

Psicoanalisi Europea Video Channel

A.S.S.E.Psi. Video Channel

EDIZIONI FRENIS ZERO

 

Ultima uscita/New issue:

Silvio G. Cusin, "Sessualità e conoscenza"

A cura di/Edited by:  A. Cusin & G. Leo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Biografie dell'Inconscio

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 476

ISBN:  978-88-97479-03-1

 Prezzo/Price: € 39,00

Click here to order the book

 

 

AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della riabilitazione", a cura di G. Leo e G. Riefolo (Editors)

 

A cura di/Edited by:  G. Leo & G. Riefolo

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2013 

Pagine/Pages: 426

ISBN: 978-88-903710-9-7

 Prezzo/Price: € 39,00

Click here to order the book

 

 

AA.VV., "Scrittura e memoria", a cura di R. Bolletti (Editor) 

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, A. Arslan, R. Bolletti, P. De Silvestris, M. Morello, A. Sabatini Scalmati.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Cordoglio e pregiudizio

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 136

ISBN: 978-88-903710-7-3

Prezzo/Price: € 23,00

Click here to order the book

 

 

AA.VV., "Lo spazio  velato.   Femminile e discorso psicoanalitico"                             a cura di G. Leo e L. Montani (Editors)

Writings by: A. Cusin, J. Kristeva, A. Loncan, S. Marino, B. Massimilla, L. Montani, A. Nunziante Cesaro, S. Parrello, M. Sommantico, G. Stanziano, L. Tarantini, A. Zurolo.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana: Confini della psicoanalisi

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 382

ISBN: 978-88-903710-6-6

Prezzo/Price: € 39,00

Click here to order the book

 

AA.VV., Psychoanalysis and its Borders, a cura di G. Leo (Editor)


Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jimenez, O.F. Kernberg,  S. Resnik.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Borders of Psychoanalysis

Anno/Year: 2012 

Pagine/Pages: 348

ISBN: 978-88-974790-2-4

Prezzo/Price: € 19,00

Click here to order the book

 

AA.VV., "Psicoanalisi e luoghi della negazione", a cura di A. Cusin e G. Leo
Psicoanalisi e luoghi della negazione

Writings by:J. Altounian, S. Amati Sas, M.  e M. Avakian, W.  A. Cusin,  N. Janigro, G. Leo, B. E. Litowitz, S. Resnik, A. Sabatini  Scalmati,  G.  Schneider,  M. Šebek, F. Sironi, L. Tarantini.

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Collana/Collection: Id-entità mediterranee

Anno/Year: 2011 

Pagine/Pages: 400

ISBN: 978-88-903710-4-2

Prezzo/Price: € 38,00

Click here to order the book

 

"The Voyage Out" by Virginia Woolf 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-97479-01-7

Anno/Year: 2011 

Pages: 672

Prezzo/Price: € 25,00

Click here to order the book

 

"Psicologia dell'antisemitismo" di Imre Hermann

Author:Imre Hermann

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero 

ISBN: 978-88-903710-3-5

Anno/Year: 2011

Pages: 158

Prezzo/Price: € 18,00

Click here to order the book

 

"Id-entità mediterranee. Psicoanalisi e luoghi della memoria" a cura di Giuseppe Leo (editor)

Writings by: J. Altounian, S. Amati Sas, M. Avakian, W. Bohleber, M. Breccia, A. Coen, A. Cusin, G. Dana, J. Deutsch, S. Fizzarotti Selvaggi, Y. Gampel, H. Halberstadt-Freud, N. Janigro, R. Kaës, G. Leo, M. Maisetti, F. Mazzei, M. Ritter, C. Trono, S. Varvin e H.-J. Wirth

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

ISBN: 978-88-903710-2-8

Anno/Year: 2010

Pages: 520

Prezzo/Price: € 41,00

Click here to have a preview 

Click here to order the book

 

 

"Vite soffiate. I vinti della psicoanalisi" di Giuseppe Leo 

Editore/Publisher: Edizioni Frenis Zero

Edizione: 2a

ISBN: 978-88-903710-5-9

Anno/Year: 2011

Prezzo/Price: € 34,00

Click here to order the book

OTHER BOOKS

"La Psicoanalisi e i suoi confini" edited by Giuseppe Leo

Writings by: J. Altounian, P. Fonagy, G.O. Gabbard, J.S. Grotstein, R.D. Hinshelwood, J.P. Jiménez, O.F. Kernberg, S. Resnik

Editore/Publisher: Astrolabio Ubaldini

ISBN: 978-88-340155-7-5

Anno/Year: 2009

Pages: 224

Prezzo/Price: € 20,00

 

"La Psicoanalisi. Intrecci Paesaggi Confini" 

Edited by S. Fizzarotti Selvaggi, G.Leo.

Writings by: Salomon Resnik, Mauro Mancia, Andreas Giannakoulas, Mario Rossi Monti, Santa Fizzarotti Selvaggi, Giuseppe Leo.

Publisher: Schena Editore

ISBN 88-8229-567-2

Price: € 15,00

Click here to order the book

 Istanbul, luglio 2013

 

Cara Laura Montani,

 

In questi giorni difficili in cui siamo stati respirando i gas lacrimogeni delle bombe, vorrei dirti che la tua lettera ha avuto un effetto rinfrescante come la brezza del Bosforo. Quindi  ti ringrazio per il  tuo generoso invito a nome mio e   delle altre colleghe: un invito a lavorare  psicoanaliticamente su ciò che sta accadendo ed esprimerci sul vostro sito web  nella speranza  di  trasformare attraverso il pensiero e  la ricerca queste esperienze, prima non simbolizzate, attraverso la parola, la scrittura, il pensiero e co-pensiero

 

Alcune esperienze, soprattutto quando sono traumatiche, necessitano di una posteriorità (après-coup) in modo da  potere  essere  pensate e capite. La psicoanalisi ci dà gli strumenti per pensare - in profondità - anche nei momenti  in cui gli eventi ci colpiscono, o almeno ci mostra il modo in cui trovare gli  strumenti che possiamo usare per comprenderli. In questa lettera, che serve come risposta, cercherò di scrivere i miei pensieri sugli incidenti Gezi come psicoanalista, con riferimento a Janine Altounian e Hannah Arendt,  autori che tu mi hai consigliato.

 

Il "movimento Gezi" ha un carattere urbano: giovani istruiti di età tra i 18 e i 30 anni.  Le donne costituiscono più del 50% dei partecipanti e, oltre ad essere la maggioranza, sono più visibili in confronto. Gli sforzi fatti per tenere vivo il movimento con il patrocinio di alcuni partiti politici sono falliti e la gioventù ha coraggiosamente mostrato le proprie dinamiche ed esigenze con le  proprie parole, con il proprio stile unico ed estetico, con la creatività e l'ingegno. I "social media" hanno superato il silenzio  della stampa e dei mezzi audiovisivi, permettendoci di seguire gli avvenimenti in tutta la loro  crudezza in tempo reale. Questi giovani hanno occupato non solo il parco, ma anche combattuto contro la polizia e l’uso sproporzionato della forza. Hanno risposto, con le loro parole, con un’ "intelligenza sproporzionata" contro la forza sproporzionata. Hanno continuato a portare avanti  il movimento con la loro resistenza pacifica attraverso azioni di disobbedienza civile, e non solo  hanno stupito i loro genitori che erano fermi, ma anche li  hanno trasformati. Le madri hanno partecipato attivamente alla resistenza  innalzando cartelli che dicevano:"Sono orgogliosa di mio figlio", come risposta al primo ministro e all’invito del governatore ai genitori di ritirare i loro figli dal parco un paio di giorni prima dello sgombero di Gezi Park, con l'intervento della polizia .. Chi  sono queste donne? Chi  sono questi genitori che hanno sostenuto i loro figli e alla fine hanno aiutato questo movimento  a sviluppare  l’espressione forte e chiara "è troppo è troppo - ras le bol!"?

 

Questi genitori   appartengono   alla generazione che  aveva passivamente vissuto il trauma del colpo di stato militare del 1980 e non  aveva sufficientemente simbolizzato e  soggettivato appropriatamente le ripercussioni maligne di questo colpo di stato. Questo gruppo di persone  che venivano dalle  scuole superiori o  erano studenti universitari all'inizio degli anni '70, quando le richieste di libertà e di apertura verso l'Ovest avevano appena iniziato a muoversi, era stato esposto al colpo di stato e alle sue conseguenze distruttive negli anni della loro formazione, i  più preziosi. Anche se le attività politiche degli studenti provenienti sia dall'ala destra che dalla sinistra furono perseguitate  con  politiche di violenza, di tortura e di repressione, una recente ricerca ha dimostrato che l'ala sinistra è rimasta  la  più ferita. Questo gruppo di persone, che ora  hanno circa  45-50 anni, aveva sperimentato solo la libertà come concetto, in testi filosofici, e  si era solo timidamente avvicinato ad essa nella letteratura e nell'arte. La libertà era una visione, un sogno, ma, soprattutto, non era un concetto riguardante la vita pubblica. Non siamo riusciti a farlo funzionare reclamandolo per la "città".  Il passato colpo di stato aveva rafforzato non solo la tradizione autoritaria  e  la mentalità  repressiva che era già presente nella cultura, ma anche lasciato una cicatrice duratura sulla educazione, la scienza e la cultura stessa. E' su questa gioventù dei  propri genitori, sfregiata  dai resti non  simbolizzati del colpo di stato, che i giovani di Gezi  si sono basati per lavorare. Questi giovani hanno espresso le questioni che i loro genitori non potevano nemmeno  avere il coraggio di pensare e  le hanno rivolte anche verso lo Stato. Con questa opposizione, tutto ciò che in Turchia  non poteva essere discusso sufficientemente, è stato portato fuori all'aperto.  Il coraggioso tentativo dei giovani  ha  rotto il silenzio e anche  trasmesso "libido" a tutti  coloro che vivevano in gruppi emarginati e senza speranza. Gezi Park ha riunito diverse organizzazioni della società civile nel giro di pochi giorni: per esempio, un giovane militante del movimento curdo camminava mano nella mano con un militante kemalista. Coloro che vivono nei quartieri  protetti di Istanbul acquistano consapevolezza del terrore di Stato della zona est. L'illegalità delle costruzioni che dovevano essere realizzate a Gezi Park fa emergere l'espressione di tutte le manifestazioni illegali nel Paese: grazie a questo movimento abbiamo appreso che Gezi Park era un cimitero armeno che è stato posto sotto sequestro da parte dello Stato. In un certo senso, questo processo creativo, in cui le verità sono  state svelate,  fa emergere  il desiderio   di  ristabilire  la  funzione paterna dello Stato, che era stata interrotta  proprio  a causa del terrorismo di Stato. Anche se i giovani hanno scherzosamente fatto l'osservazione "Tayyip,  che collega le  persone", io credo che ciò che ha riunito la gente era, unanimamente,  la speranza che ci possa essere una società più giusta, libera e nuova Turchia.

   Pertanto, il motto che propongo è "Speranza, che collega le persone".

 

  E' proprio qui che vorrei fare riferimento al concetto di Winnicott di illusione. Perché tutto quello che è successo ha spinto la maggior parte di noi, soprattutto quelli di noi nella fascia di età dei genitori di cui sopra, a pensare: "Tutto questo è reale, o lo stiamo immaginando?" I genitori, anche se preoccupati e diffidenti, erano  dalla parte della gioventù tenace nella  propria fede o desiderio-speranza di una nuova Turchia. Winnicott parla di una specie di magia nel felice incontro  tra il  bambino e il seno,  che avviene  se  il seno viene presentato al bimbo proprio nel momento in cui ha fame. Winnicott dice che, a causa del fatto che le sue esigenze sono soddisfatte  proprio nel momento esatto in cui aveva bisogno  di esserlo, il bambino giunge alla conclusione che la sua onnipotenza ha creato il seno. Questa illusione costituisce la base della convinzione,  che lo accompagnerà in seguito nella vita, per cui egli è  capace di creare,  vale a dire  un’illusione che  lo mette in grado di sentire che lui è un soggetto, che è lui che è e che  fa: insomma,  gli dona il sentimento di essere padrone di ciò che fa e di  essere un soggetto.  In altri termini, essere un soggetto necessita di onnipotenza, poiché  l’onnipotenza sfida i confini di ciò che possiamo fare e ci invita ad uno spazio potenziale che è la culla della creatività, al di là di quei confini e di cui si compone realtà e immaginazione.  Si può dire che  Gezi abbia innescato la nascita di uno spazio potenziale, che può facilitare la soggettività ed è l'espressione di un desiderio collettivo per l'istituzione di processi transizionali che creeranno la possibilità di un paese più democratico. A questo punto potremmo parlare di soggettivazione di una società?

 

E la Turchia parla, parla senza essere coinvolta nella violenza. Ognuno ha il diritto  di avere voce  negli spazi comuni in fase di realizzazione nei parchi di diversi quartieri. Proprio come gli isterici che non potevano parlare, ma potevano esprimere i loro desideri con i loro corpi e poterono esprimere e simbolizzare il loro dolore con l'aiuto di Freud e Breuer tramite l’ipnosi, il  metodo catartico e infine il metodo delle libere associazioni  proprio della  psicoanalisi,  i turchi oggi  stanno parlando. I turchi stanno parlando non solo di oggi, ma anche del passato, stanno facendo spazio ai testimoni, parlando sempre di più, e ci permettono   di  imparare qualcosa di nuovo ogni giorno, non solo  sull’oggi ma anche sul nostro passato. I "social media"  sono pieni di tutti i tipi di documenti per via orale, visiva e scritta. Un caricaturista dice: "Sei diventata così bella da quando  sei  arrabbiata, Turchia!" Parliamo di ciò e lo registriamo, ma, cosa più importante, parliamo tra di noi.  Andiamo al di là di quanto la storia ufficiale ci ha fatto imparare a memoria, e una nuova immagine della Turchia appare davanti a noi. Vediamo  le nostre differenze e la nostra diversità e la ricchezza di questa immagine. Vediamo che la nostra storia risale addirittura  a prima del 1923, che il nostro passato non è solo costituito da epopee eroiche e vittorie. In questo modo, siamo faccia a faccia con una nuova e diversa prospettiva del passato che è più realistica, più matura e comporta meno idealizzazione. Questa prospettiva pone temi  gravi quali il genocidio, la deportazione, lo svuotamento e il bombardamento di villaggi, l'autorità illimitata della polizia e  il sadismo in discussione  (sul divano?).  La cosa più  bella è che l'ammirazione per l'Occidente  e,  come parte  di ciò,   l'idealizzazione per l'Occidente è diventata abbastanza relativa  in un gruppo noto come  quello dei "laici". I giovani che la pensano  così dicono: "L'Occidente può essere un punto di riferimento, può fornire un modo alternativo, ma la Turchia non può essere un Paese in cui le idee e i metodi siano direttamente importati e commercializzati senza alcuna personalizzazione, interiorizzazione". Quello che i giovani  di Gezi hanno presentato a tutti noi è questo  desiderio di  divenire  soggetto della nostra storia nonché  l'iniziativa per intraprendere tutti i passi necessari e realistici realisticamente  per esaudirlo.  La possibilità di diventare soggetto nasce  sempre dalla possibilità di possedere  le proprie esperienze di vita e la propria storia. Nelle parole di René Roussillon, questa soggettività appropriativa ("subjectivité appropriative") è un "must" per diventare un soggetto. Non dobbiamo dimenticare di ricordare Freud qui, quando osserviamo che, proprio come un individuo, l'intera società, per perseguire un’identità, utilizza meccanismi psichici simili. Freud ha sostenuto  che  psichicamente  la vita dell'individuo è sempre coinvolta con quella dell’altro, come modello, come oggetto, come soccorritore, come un avversario, e così  la  psicologia individuale è al tempo stesso Psicologia Sociale  in un senso ampio ma   indiscutibilmente legittimo della parola. Il fatto che il concetto di soggettività sia  uno strumento per essere in grado di pensare a questioni individuali e sociali è dovuto allo studio dei gruppi e anche  dei grandi gruppi,   come mostrano psicoanalisti di gruppo come Didier Anzieu e René Kaës. Il gruppo ha una vita psichica, proprio come le singole persone. Non è un caso che , nel nostro caso, questa psiche  gruppale viene chiamata "lo spirito Gezi".

 

 Un altro gruppo che il movimento Gezi ha  rivitalizzato   di  libido è composto da scienziati sociali, sociologi, psicologi e psichiatri, che pensano  e scrivono di questo movimento, proprio come sto facendo io in questo momento. Abbiamo letto una vasta gamma di analisi. Alcuni hanno interpretato questo movimento come una ribellione contro il Padre, nel complesso di Edipo, partendo dal fatto che il movimento è una rivolta. Alcuni hanno sottolineato le caratteristiche narcisistiche e arroganti del leader. In questo senso, alcuni articoli che possono essere descritti come psicobiografia sono anche stati pubblicati. Poiché le dimensioni storiche di questo tipo di analisi sono  molto divulgative, credo che l'analisi che suggeriscono rimanga senza  un fondamento. Se la questione è uccidere il padre, siamo stati testimoni di molti omicidi del padre nella storia turca: quella più importante è la dissoluzione dell'esercito, il padre più primordiale, da parte del governo attuale, così come la limitazione del suo potere. Ma ora, forse, si può parlare di un altro tipo di rapporto padre-figlio. Si può parlare del figlio  e del padre  come tali, nelle loro storie soggettive, anche se una vicenda sociale esiste sullo sfondo. Non dobbiamo dimenticare  che la maggior parte dei giovani  si sono trovati a disagio con i tentativi da parte di una organizzazione politica  di guidare   il movimento: non volevano un nuovo "padre". Quindi, adesso, ci sono benefici che si possono ottenere, ricercando  nella  disobbedienza civile, avviata da un artista -performer,  che si  è diffusa rapidamente in tutto il mondo. "L'uomo in piedi" sta immobile in qualsiasi parte della città. Non parla,  non mangia, non  beve, si alza appena, sta da solo. Non stiamo forse assistendo alla nascita di una nuova soggettività, di un nuovo individuo moderno che non recide i suoi legami con la società, ma possiede la sua solitudine e affronta soprattutto la violenza  a livello rappresentazionale?

  Non è forse questa nuova generazione,  questa nuova gioventù che fornisce un buon esempio di strategia di sopravvivenza, per il bene della democratizzazione, rendendo il processo psichico e sociale, che è stato congelato da due precedenti generazioni, nuovo e  funzionale con una “soggettività appropriativa”? Credo che si possano collegare queste situazioni sociali e genealogiche  con la sopravvivenza della psicoanalisi, facendo riferimento al lavoro di Janine Altounian sul diario di suo padre. La sopravvivenza della psicoanalisi  non ci lascia faccia a faccia con la stessa problematica? Non deve la prossima generazione mantenere la continuità e abbracciare nuove letture che  si facciano carico di discutere ancora  il non simbolizzato, il non sufficientemente analizzato,   le letture,  le discussioni e  i conflitti che ha ereditato dalla generazione precedente?

 

Concludo  con un lavoro  di Hannah Arendt più fiducioso e ottimista  rispetto a La banalità del male.  In La condizione umana, Hannah Arendt sostiene che la  "natività", che lei descrive come una categoria centrale nel pensiero politico, è il miracolo vero che salva la terra, poiché, ontologicamente parlando, le radici della capacità di agire sta  nella  "natività", cioè nella nascita di nuove persone,  e il mondo è in attesa di un nuovo inizio e di una nuova azione. Soltanto questa esperienza può portare con sé la speranza e la fede, che sono le due caratteristiche di base nei rapporti umani. In un certo senso, la Arendt sostiene che ogni nuovo bambino nato al mondo apre le porte a un nuovo mondo.

 

 La gioventù Gezi non  ha quindi  creato "sopravvivenza", iniettando libido  nella vita psichica e politica congelata delle generazioni precedenti e presentato questo mondo come un nuovo mondo con i  propri atti?

 

 

Con i miei migliori auguri,

Bella Habip

Membro di Psike Istanbul

Membro del SPP (Société Psychanalytique de Paris)


   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
   

 

 

 

   
 
 

 

 

 

 

 

 

         

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
   
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

 

 

 

 

 

Responsabile Editoriale : Giuseppe Leo

Copyright - Ce.Psi.Di. - Edizioni "FRENIS ZERO" All right reserved 2004-2005-2006-2007-2008-2009-2010-2011-2012-2013