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"IL SOGGETTO CHE NON C'E'. LE SUJET QUI N'EST PAS" MICHEL FOUCAULT 1984-2004 Note a margine del convegno "Il soggetto che non c'è. Michel Foucault 1984- 2004" organizzato da Mario Colucci, Jean-François Rochard e Pier Aldo Rovatti a Trieste nei giorni 5 e 6 novembre 2004.
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Foto: il Canal Grande a Trieste |
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IL SOGGETTO
CHE NON
C’E’ LE
SUJET QUI
N’EST PAS
Michel Foucault 1984-2004 Trieste,
5-6 novembre 2004 Aula
Magna
Scuola
Superiore di Lingue Moderne per interpreti e traduttori Venerdì
5 novembre - Vendredi 5 novembre
Ore 9.00 - 9 h. 00
Inaugurazione
L’ermeneutica del soggetto L’herméneutique
du sujet Frédéric
Gros (Parigi) Fabio
Polidori (Trieste) Pier
Aldo Rovatti (Trieste) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Mario
Colucci (Trieste) Ore 15.00 – 15 h. 00
“Bisogna difendere la società” “Il faut défendre la société” Philippe
Artières (Parigi) Alessandro
Dal Lago (Genova) Ottavio
Marzocca (Bari) Dario
Melossi (Bologna) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Pierangelo
Di Vittorio (Bari) Sabato
6 novembre - Samedi 6 novembre
Ore 9.00 - 9 h.
00 Il potere psichiatrico Le pouvoir psychiatrique Robert
Castel (Parigi) Mario
Colucci (Trieste) Françoise
Gorog (Parigi) Agostino
Pirella (Torino) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Pier
Aldo Rovatti (Trieste) Ore 15.00 – 15 h. 00 Gli
anormali Les anormaux ovvero
tavola rotonda su ou
table ronde sur Soggetti
e diritti nell’epoca del biopotere Sujets et droits à
l’époque du bio-pouvoir Louise
Blais (Ottawa) Carla
Corso (Trieste) Pierangelo
Di Vittorio (Bari) Pierre
Lascoumes (Parigi) Paul
Morin (Montréal) Judith
Revel (Roma) Federica
Sossi (Bergamo) Dibattito
coordinato da – Débat coordonné par Daniel
Borrillo (Parigi) Eventi – Événements Venerdì
5 novembre - Vendredi 5 novembre ore
19.30 – 19 h. 30 Smarrimento e accanimento
o
La vita
degli uomini infami
La déroute et l’acharnement
ou
La vie des hommes infâmes
Pierre
Lascoumes (Parigi) Youness Anzane (Parigi) Lettura-spettacolo tratta da «Il
disordine delle famiglie» di Arlette Farge e Michel Foucault e «La
vita degli uomini infami» di Michel Foucault Lecture
spectacle de « Le désordre des familles » de Arlette
Farge et Michel Foucault et « La vie des hommes infâmes »
de Michel Foucault
Convegno organizzato da – Colloque organisé par: Dipartimento di Filosofia – Università
degli Studi (Trieste) Centre Culturel Français (Milano) Centre Michel Foucault
(Parigi) Organizzazione di volontariato Associazione Franco
Basaglia (Trieste) Segreteria organizzativa – Comité d’organisation: Deborah Borca Mario Colucci: Jean-François Rochard: Pier Aldo Rovatti: È prevista la traduzione simultanea dal e verso il
francese
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News del 2003 | Di seguito riportiamo un resoconto della
relazione introduttiva del convegno, quella di Pier Aldo Rovatti dal
titolo "Lo strano soggetto di Michel Foucault", mentre
successivamente vengono elencati gli 'abstracts' di alcune delle restanti
relazioni presentate.
G.L.
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Recensioni dalla stampa 2003 | Dopo
il saluto delle autorità, i lavori congressuali sono stati inaugurati da
Pier Aldo Rovatti che ha presentato la relazione "Lo strano soggetto
di Michel Foucault". Nell''abstract' così l'autore sintetizza il suo
intervento: <<C'è un luogo del soggetto in Foucault, e
come possiamo descriverlo? Gli ultimi testi ci inviterebbero a
riempire questo luogo che prima sembrava lasciato vuoto o silenzioso. Ma,
con una diversa e più produttiva operazione critica, possiamo forse
rileggere tutta l'opera di Foucault come il tentativo, sempre più
urgente, di caratterizzare questo luogo come complesso, difficile da
manovrare perchè doppio, intricato, finzionale, e certo anche
paradossale. La duttilità è anche la possibilità del soggetto di
mettersi a rischio. La fragilità è anche la sua strana consistenza. In
ogni caso non si tratta mai di una semplice resistenza al potere>>.
Il Prof. Rovatti esordisce richiamando il fatto che il pensiero del 'primo' Foucault (quello de "Le parole e le cose" per intenderci) viene generalmente ascritto all'ambito dello 'strutturalismo', filone filosofico in cui la questione del soggetto viene messa a lato o <<in una zona nulla>>. <<Ritrovare il soggetto in Foucault è qualcosa di imprendibile in tanti sensi. Perché non lo troviamo in gran parte del pensiero di Foucault, imprendibile anche perché quando lo troviamo non si lascia prendere>> afferma Rovatti. In particolare nel finale di "Le parole e le cose" Foucault decretava la morte dell'uomo (aprés Nietzsche che aveva decretato quella di Dio). La morte del'uomo veniva 'dipinta' (Rovatti usa proprio questo verbo per dare un'idea di come Foucault scrivesse e costruisse il testo) come un volto disegnato in modo superficiale sulla sabbia, che si cancella molto rapidamente. Questa immagine per Rovatti fece impessione in quanto tanti studiosi all'epoca erano 'attaccati' ad un soggetto da RICOSTRUIRE( ricorrendo al marxismo, alla fenomenologia, ecc.)1. In uno scritto del 1983 Foucault dice che bisogna promuovere nuove forme di soggettività, e fa riferimento a concetti quali quelli di 'autopoiesi', 'ascesi dentro l'orizzonte autopoietico'. <<Ma allora>> si domanda Rovatti <<cosa è accaduto?>>. Secondo Rovatti questo è un nodo critico che non è ancora stato percorso e risolto, che forse attende la lettura di nuovi materiali 2. Ma insieme a quella del 'soggetto', c'è anche la questione del 'potere' nell'ultimo Foucault. Se in "Sorvegliare e punire" il soggetto è 'assoggettato', è un effetto delle produzioni di discorso, ed il potere è qualcosa che dall'esterno si insinua nell'interno di esso3, quando più tardi Foucault parla di 'autopoiesi' il rimando è ad un'"etica del sé", alla 'prova' di sè. Per Rovatti ci sono due lati della questione. E' pur vero che Foucault in "Sorvegliare e punire" va ad analizzare la genealogia della confessione per ritrovare delle discipline 'autopoietiche', ma in ciò egli è spinto dalla ricerca della nascita delle forme di potere. Ed in questa spinta sembra trovare qualcosa che dà autonomia al soggetto. Quindi Rovatti, richiama all'uditorio il testo dell''abstract' della sua relazione, in cui riassume il senso della sua ricerca con le seguenti parole: <<(...) possiamo forse rileggere tutta l'opera di Foucault come il tentativo, sempre più urgente, di caratterizzare questo luogo come complesso, difficile da manovrare perché doppio, intricato, funzionale, e certo anche paradossale>>. Il programma di lavoro che si è dato Rovatti consiste nel pensare non a cosa sia cambiato nella prospettiva di Foucault, ma, di fronte alla contraddizione teorica in cui il soggetto si presenta nell'ultimo Foucault, nel risalire a ritroso e vedere se sin dall'inizio la questione del soggetto ci fosse comunque, anche se tenuta a margine4. Nel corso del 1973-1974 al "College de France' (pubblicato in Italia col titolo 'Il potere psichiatrico') è solo apparente, per Rovatti, la presenza di un programma semplice e riconoscibile. In realtà quello che Foucaul fa è complesso e vi si giocano tre elementi: 1) il tema del potere che la nuova categoria dei medici ha nei confronti del mondo psichiatrico; 2) i termini del modo di funzionare di questo potere che ha a che fare con la parola 'verità', parola che Foucault usa in tanti modi. La verità ha la caratterizzazione dal sapere che sta da una sola parte (potere-sapere). Questa verità ha la funzione di un 'supplemento' che viene spesso dai detentori del potere psichiatrico; 3) ma dall'altra parte ci sono i folli (margine della soggettività). <<Ma da questa parte cosa succede?>> si chiede Rovatti <<La soggettività viene invasa, inondata oppure c'è qualcosa d'altro?>>. Rovatti qui richiama il finale della lezione del 13/12/73 con la scena delle isteriche di fronte a Charcot (i folli impersonificati dalle isteriche). Dice testualmente Foucault: <<Rispetto a te, folle, non solleverò la verità...>>5 La detenzione della verità come supplemento di realtà da parte del potere viene quindi un pò incrinata dai folli: allora per Rovatti <<qui qualcosa dell'assoggettamento salta. Qui è la questione della MENZOGNA 6 , qui c'è un gioco in cui la duttilità del soggetto, come punto di attacco del potere, produce una soggettivazione che dovremmo dire 'falsa', ma il gioco della verità e della menzogna di questo soggetto c'è>>. Nel dossier "Moi, Pierre Riviere" (1973), cosa affascina Foucault del personaggio di questo contadino? <<Vite infami, soggetti che non ci sono...>> dice Rovatti <<ma l'elemento dell'autopoiesi di cui parlerà POI Foucault riprende il 'ronzio' metafisico che è GIA' in Riviere. Allora riusciamo a mettere insieme questo paradosso: un soggetto che non è un soggetto che si soggettiva attraverso una produzione di menzogna che crea uno scacco al potere (in fieri in quegli anni nel pensiero di Foucault). Come fa Riviere.>> E' un SOGGETTO DI SIMULAZIONE quello che si va formando, e qui la SIMULAZIONE rimanda al TEATRO così presente nella costruzione di tutti i suoi testi (a partire dalla "Storia della follia"). <<Ma è così vero>> si chiede Rovatti <<che Cartesio si dispone per Foucault completamente dall'altra parte, dalla parte di coloro che assegnano al soggetto il cogito e vogliono toglier di mezzo i dubbi non attraverso l'esperienza (e la prova di sé) ma attraverso la chiarezza del ragionamento?>> <<Non è così>> risponde Rovatti <<in quanto nelle 3 pagine dedicate a Cartesio nella "Storia della follia" c'è un soggetto7>>. Ne "Il mio corpo" Foucault così scrive: <<Nella meditazione il soggetto è senza posa alterato dal movimento (...) La meditazione implica un soggetto mobile e modificabile dagli effetti degli elementi discorsivi che si producono>>. Per Rovatti questo è un passo in cui Foucault anticipa qualcosa sulla questione del soggetto. Ma poi, concludendo, si chiede: <<E se posticipasse qualcosa?>>.
NOTE: (1) Rovatti fa notare che Carlo Ginzburg criticò l'assenza del 'soggetto' nella "Storia della Follia". (2) Qui Rovatti cita gli Ecrits che si sono cominciati a studiare a partire dal 1995. (3) Per Rovatti è l'anima' la protagonista di 'Sorvegliare e punire', e l'autosorveglianza è l'effetto più devastante del potere. (4) Questa messa a margine del soggetto si spiegherebbe, per Rovatti, col fatto che nel 'primo' Foucault era più importante la messa in discussione del soggetto cartesiano, del cogito come atto di padronanza rispetto al dubbio. (5) Qui Rovatti sottolinea il carattere 'teatrale' della costruzione del testo foucaultiano. (6) Rovatti cita Nietzsche, si tratta di una menzogna in senso extra-morale. (7) Questione che diverrà oggetto di dibattito tra Foucault e Derrida.
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PIER ALDO
ROVATTI (1942, Modena) insegna Filosofia contemporanea all'Università di
Trieste e dirige la rivista "aut aut". Ha pubblicato L'esercizio
del silenzio e Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale (Raffaello
Cortina, Milano 2004 e 1998), Abitare la distanza (Feltrinelli,
Milano, 1994), La posta in gioco. Heidegger, Husserl, il soggetto e
La follia in poche parole (Bompiani, Milano 1987 e 2000). Ha anche
curato, nel 1986, il reading Effetto Foucault (Feltrinelli,
Milano).
Di Pier Aldo Rovatti nei giorni del congresso, su "La Repubblica" del 6 novembre 2004, è uscito l'articolo "Foucault. Gli effetti del potere".
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Rivista Frenis Zero | ALTRI
ABSTRACTS/ AUTRES RESUMES:
LE DROIT DES GOUVERNES Philippe Artières A l'automne 1977, Michel Foucault intervient par quatre textes contre l'extradiction de Klauss Croissant, avocat allemand de la Fraction Armée Rouge (RAF), réfugié en France. Cette intervention du philosophe par sa forme et son contenu se distingue de celles d'autres intellectuels en faveur de Croissant (Gilles Deleuze, Jean-Paul sartre, Jean Genet...); elle s'inscrit ensuite dans la fonction que Foucault assigne à l'intellectuel: produire un diagnostic; enfin, son intervention n'est pas distincte des recherches contemporaines du professeur au Collège de France; le soutien de Croissant est l'occasion d'une réflexion généalogique sur l'Europe. Notre intervention tentera à partir des cinq textes consacrés par Foucault à l'affaire Croissant de lire ensemble ces trois dimensions.
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MICHEL
FOUCAULT ET LES CRITIQUES DE LA PSYCHIATRIE: UNE LECTURE SUBJECTIVE
Robert Castel Cette intervention ne prétend pas faire une évaluation de l'apport de Michel Foucault à la critique de la psychiatrie tel qu'il est élaboré par exemple dans Le pouvoir psychiatrique. Elle tentera plutot de situer la place qu'a occupée Michel Foucault au sein de différents courants de contestation des insitutions psychiatriques et la manière dont son oeuvre a été utilisée dans "les luttes anti-institutionnelles", comme on disait à l'époque. Cette lecture est celle de quelqu'un qui a été lui-meme partie prenante dans ces débats de la fin des années '60 - milieu des années '70, et ne prétend donc pas non plus à l'objectivité absolue. Je suhaite plutot restituer, pour le donner à discuter avec la distance aujourd'hui possible, quelque chose du contexte de l'époque qui était souvent traversé par des préoccupations plus "idéologiques" que "scientifiques".
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TECNOLOGIE DEL SE': OVVERO DELLA POSSIBILITA' DI UN
SOGGETTO NON ASSOGGETTATO?
Roberto Nigro Partendo dalla nozione di governamentalità (Foucault, Sécurité, territoire, population, 1978) e dalla sua ridefinizione come superficie di contatto tra la maniera di dirigere o governare gli individui e il modo in cui essi dirigono se stessi (Foucault, Subjectivité et vérité, 1981), questo intervento segue tre piste analitiche, ciascuna delle quali attraversa l'opera di Foucault e risulta connessa alle altre: 1) il soggetto come lacuna entro la quale si depositano i discorsi (L'ordre du discours, 1970) o il punto in cui la verità si manifesta (Subjectivité et verité, 1980); 2) il soggetto come resistenza al potere e fabbrica di nodi di forze, ossia come ciò che rende visibile gli strati di potere (La vie des hommes infames, 1977); 3) il soggetto come emergente nelle pratiche del sé. Il percorso genealogico, che Foucault delinea a partire dall'esperienza letteraria della desoggettivazione (anni sessanta) fino alle pratiche del sé o procedure di soggettivazione (anni ottanta), lascia inesplorate diverse piste di ricerca storica e pone, al tempo stesso, interrogativi di natura filosofica: come costituire se stessi in soggetti senza divenire prigionieri dl sé? Come costituire se stessi in soggetti senza essere assoggettati? Prendendo in considerazione la nozione di spiritualità, definita da Foucault in L'Hermeneutique du sujet (1981-1982), vorrei altresì interrogarmi sulle possibili forme della "spiritualità contemporanea", entro le quali si definisce la nostra esperienza di soggetti.
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DALLA RESISTENZA AL POTERE ALLA COSTITUZIONE DI SE'
Mario Colucci Il corso di Michel Foucault su Il potere psichiatrico descrive i meccanismi dell'istituzione manicomiale e la nascita di un sapere medico sulla follia, ma anche le forme di resistenza al dispositivo psichiatrico. All'indomani della chiusura dei manicomi, in un contesto istituzionale riformato attraverso un processo di liberazione, che strumenti ci offre Foucault per pensare la resistenza a un potere che si giustifica in nome del diritto alla vita, alla salute e alla sicurezza?
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Recensioni bibliografiche 2003 |
ESPERIENZE DEL SOGGETTO
Fabio Polidori Più che a una descrizione del soggetto come tale, le ricerche di Foucault si sono rivolte a quelle che sono le sue "esperienze-limite": la follia, la morte, il crimine. Con questo gesto Foucault toglie dal centro della scena filosofica quel soggetto (di conoscenza e identità) intorno a cui si è interrogato gran parte del pensiero contemporaneo. ma non per questo ne sancisce la irrilevanza, indicandoci un altro modo di affrontare la questione.
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