Home page 

Biblioteca on-line

Chronology

 

 LEGGERE LA FOLLIA IN GUERRA

1915 – 1918


di Andrea Scartabellati
 

 

 

 

 

            

INDICE

 

4 – Inventari biografici dall'universo follia.

 

 

 

«Gridai proprio: ‘Ma com’è possibile – ci pensate? – una, a cui sia passata sopra la guerra – dopo dieci anni – rimanere così – la stessa?’ – Sarebbe, se mai – al contrario – una prova che non sono io!… Una prova che non posso essere io!…».

 

Luigi Pirandello, Come tu mi vuoi.

 

Anno 1915

 

1.

Cartella clinica: B. A.

Numero d’Ingresso: 2368

Provenienza:

Soldato: 71° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 30 giugno 1915

 

 

NOTE:

 

“Richiamato da circa un mese il B. avrebbe cominciato ad interpretare in modo delirante parole ed atti dei suoi commilitoni. Temeva che lo dileggiassero ed aveva per fino paura di rientrare in caserma dove tutti lo perseguitavano con motteggi ed allusioni. Da circa tre notti sarebbe insonne (…) Dice di aver sentito che i suoi compagni lo offendevano nell’onore, che mormoravano sulla condotta [illeg.] della moglie durante la sua assenza di casa”.

 

Diagnosi: Delirio di persecuzione (Psicosi paranoide).

 

Nella cartella sono conservate numerose lettere della madre al direttore del Manicomio che non sa più dove si trovi il figlio, disperso tra gli ospedali militari di Empoli, Firenze e Provinciale di Cremona.

 

 

2.

Cartella clinica: C. F.

Numero d’Ingresso: 2366

Provenienza: Napoli

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: settembre 1915

 

 

NOTE:

 

Il medico militare: “Il 25 agosto u.s. nella caserma cadde da una finestra del II piano egli dice in seguito a vertigini (ma non è da escludere che si sia trattato di un tentato suicidio”.

 

Numerose lettere della madre.

 

 

3.

Cartella clinica: C. S.

Numero d’Ingresso: 2363

Provenienza: Giuliano Teatino (Chieti)

Soldato: 123° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 04 settembre 1915

 

 

NOTE:

 

 

4.

Cartella clinica: C. R.

Numero d’Ingresso: 2362

Provenienza: Petrizzi (Catanzaro)

Soldato: 43° Reggimento d’Artiglieria

Ammesso: 15 ottobre 1915

 

 

NOTE:

 

Lettere della madre del 14 agosto 1915 con la quale recrimina poiché mentre la burocrazia chiede certificati relativi alla condizione del figlio, “in questo momento di guerra nessuno ufficio può rilasciare certificati di nessuna specie ai militari essendo proibito dalla legge”.

 

 

5.

Cartella clinica: E. S.

Numero d’Ingresso: 2360

Provenienza: Pattada (Sassari)

Soldato: 136° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 02 settembre 1915

 

 

NOTE:

 

Lettera a E. S. dalla cognata: Cava, 30 settembre 1915: “Caro cognato, la risposta della tua lettera da vari giorni te l’avrei mandata, ma nel momento che stavo per scriverti, venne un tuo cugino da Giffoni Valle Piana com[illeg.] che vuole lui prendersi la tua bambina, e siccome si deve parlare prima col sindaco lui mi disse che dopo agiustato tutto ti avrebbe scritto, invece io te l’ho fatto sapere prima, che farai come ti pare se vuoi che tuo cugino si prenda la bambina la chiave della tua casa la tiene il Sindaco, ma però tu devi cercare di venire perché altrimenti si trova tutto male nella casa, la bambina sta bene in salute, la tengo a casa mia ma tu ben sai che io per vivere me la debbo lucrare, perciò alla tua venuta si metteranno le cose a posto. Tutti i zii ti contraccambiano i saluti la tua bambina ti bacia assai assai, io ti saluto affettuosamente Tua cognata”. 

 

Lettera di E. S. al Direttore del Manicomio di Cremona: San Giorgio di Nogaro, 18 agosto 1917: “Ill.mo sig. Direttore del Manicomio (Reparto osservazioni) di Cremona. Il sottoscritto E. S. già soldato nel 136° Regg: Fanteria ad inoggi esente da obblighi militari quale riformato dal R° Esercito (…) supplica V.S. ill:ma affinché si compiaccia di rilasciargli un certificato in carta libera per uso militare, od in carta bollata qualora necessitasse fare ciò (…) in cui risulti chiara la diagnosi che gli fu motivo di degenza e di riforma presso il predetto Manicomio. Far presente inoltre a V.S. ill:ma che detto certificato al sottoscritto necessita per la prossima chiamata dei riformati: certificato che oltre spiegare la diagnosi, certo grave perché gli fu motivo di riforma, trae maggiore forza cumulato con le quattro ferite riportate in epoche differenti sui campi di battaglia della Libia e sul Carso, nella presente guerra. V.S. Ill:ma comprende quanto il sottoscritto, abbia corrisposto all’appello per la gran causa della comune madre Patria: quest’oggi che le sue e altrui ferite stanno a dimostrare il sacrificio dei suoi figli, Essa vorrà corrispondere loro pari affetto, nel restituire per sempre alla propria famiglia, e nel caso del sottoscritto alla figlia orfana, il padre, che ben seppe meritare dei suoi atti civili e militari. Si ossequia, e con onore, in attesa di favorevole risposta (…)”.

 

Cartolina postale del 18 settembre 1917 di E. S. al Direttore del Manicomio di Cremona da San Giorgio di Nogaro, col la quale sollecita il Direttore ad inviare al più presto i certificati riguardanti il suo ricovero nel Manicomio di Cremona.

 

Lettera del Commissario Prefettizio del Municipio di Pattada (Sassari) al Direttore del Manicomio di Cremona del 06 giugno 1931: “OGGETTO: E. S. Addì 2 settembre 1915 venne internato in osservazione, in codesto manicomio provinciale la persona indicata in oggetto (…) E poiché d’allora in poi è irreperibile e non si sono avute più notizie di lui desidererei che la S.V. Ill.ma si compiacesse di comunicarmi la posizione dell’E. e cioè se iol medesimo sia stato dimesso (…) oppure se tuttora trovasi internato nel Manicomio o se il medesimo è morto (…)”.

 

Risposta del Direttore del Manicomio di Cremona al Commissario Prefettizio: Cremona, 29 agosto 1931: “(…) il ricoverato sopra indicato fu qui degente dal 2 settembre al 9 dicembre 1915. Era allora soldato del 136° Fanteria (…) e proveniva dal ‘frontr’. Guarito dai disturbi mentali, fu ritirato per parte del Colonnello Medico direttore dell’Ospedale Militare che esisteva allora a Cremona e doveva essere rimpatriato. Risulta invece che nel 1917 l’E. era Guardiano del Genio Militare=Direzione Lavori = III Armata = I Zona a S. Giorgio di Nogaro (Udine). Risulta, da una lunga lettera che ci scrisse, in cui diceva di essere stato riformato; ma che gli occorreva un certificato comprovante la degenza in Manicomio perché doveva andare a nuova visita e desiderava ormai tornare con la sua bambina, dopo avere avuto quattro ferite, alcune in Libia, altre sul Carso ed essere stato infermo di mente.  (…) In seguito questo ufficio non ha più avuto notizia dell’E.”.

 

 

6.

Cartella clinica: F. D.

Numero d’Ingresso: 2373

Provenienza: Nola

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 08 ottobre 1915

 

 

NOTE:

 

Lettera di F. D. del 10 ottobre 1915: “ Carissima moglie vi fo sapere che io mi trovo al manicomio per cagione della mia nervatura e della seguente comuzzione (…) Cara moglie non metterti male pensiero perché io ti ho scritto sempre e tu invece poco mi ai scritto e spero che adesso mi scriverai spesso così starò col pensiero più quieto, ti raccomando di non far entrare persone misteriose in casa così la gente non anno motivo di parlare (…) Cara moglie ti prego di nuovo di scrivermi al più presto possibile”.

 

Lettera di F. D. del 26 ottobre 1915: “ Carissima Turina, Con molto piacere ho ricevuto la tua desiderata lettera dalla quale ne godo l’ottimo stato della vostra buona salute voi e la mia famiglia, e così vi posso sempre assicurare la mia buona salute, non puoi credere con che ansia aspetto la tua desiderata fotografia Dalla quale io ti penso notte e giorni e non mi posso dare pace, perché io voglio la tua fotografia perché io non so se vengo più a Nola perché io ho brutti pensieri a Cremona, e di vendicarmi di colui che mi ha rinchiuso, però ti prego non abbandonarmi e di volermi sempre bene, perché io ti ama e ti stima, e perdonami di questo perché tu già lo sai che non sono io sono le cervello e così facevo pure quando ero a casa, però ti prego di non abbandonarmi che tutto passa e non ritorno. (…) Tanti saluti alla mia madre e a te ricevi tanti milione di baci e sotto mi firmo e sono il tuo per sempre A….. A….. A….. Aamore A….. F. D. voglio tue notizie”.

 

 

7.

Cartella clinica: M. E.

Numero d’Ingresso: 2365

Provenienza: Montereale (Udine)

Soldato: 21° Reggimento Fanteria

Ammesso: 09 settembre 1915

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio: M. E. fu accolto in manicomio perché dopo un “accesso da cardiopalma (…) sono sopraggiunti dei fatti molto accentuati di frenosi sensoria accompagnati da delirio di persecuzione”. Il soggetto risulta sottoalimentato.

 

Il suo caso avvia un’istruttoria del Tribunale di guerra del 13° Corpo d’Armata.

 

Dimesso il 15 dicembre 1915, all’ottobre 1918 risulta ricoverato presso l’Ospedale Territoriale Psichiatrico della Croce Rossa Italiana di Cedola - Borgo Panigale (Bologna).

 

 

8.

Cartella clinica: M. B.

Numero d’Ingresso: 2354

Provenienza: San Giorgio la Molara (Benevento)

Soldato: 226° Battaglione Milizia Territoriale

Ammesso: 18 agosto 1915

 

 

NOTE:

 

Lettera della moglie al direttore del Manicomio [Amadei] del 31 agosto 1915: “La sottoscritta moglie di M. B. (…) è venuta a conoscenza che il marito dalla zona di guerra è passato in codesto manicomio (…) Mi raccomando alla vostra carità, perché ho figli e non sò che avverrà di mio marito”.

 

Osservazioni del direttore del Manicomio di Cremona: M. B. risulta taciturno, indisciplinato o di uno zelo irragionevole, “Nel manicomio è triste, sospiroso, parla a stento bisbigliando, lungamente immobile, incurante di tutto, si fa imboccare, dorme poco. Diagnosi: frenosi depressiva”.

 

 

9.

Cartella clinica: S. A. 

Numero d’Ingresso: 2358

Provenienza: Napoli

Soldato: Allievo ufficiale del 65° Reggimento Fanteria

Ammesso: 28 agosto 1915

 

 

NOTE:

 

Il medico militare: “Arruolatosi tra gli allievi ufficiali si mostrò tosto anormale”.

 

In stato di grande agitazione, da segni di delirio. Rifiuta cibi e medicamenti.

 

In due successive lettere (08 agosto e 27 agosto) la madre parla al figlio della necessità di “cancellare il passato doloroso”.

 

 

Anno 1916

 

10.

Cartella clinica: D. M. F.

Numero d’Ingresso: 2448

Provenienza:

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 07 agosto 1916

 

 

NOTE:

 

 

11.

Cartella clinica: D. A. A.

Numero d’Ingresso: 2446

Provenienza: Mezz’egra (Como)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 07 agosto 1916

 

 

NOTE:

 

Dalla cartella clinica: “I compagni raccontano che non parlava mai; era meditabondo; sempre solo; se parlava era per dire che si sentiva inquieto, che ci pensava troppo alla vita militare che non si sentiva di poter continuare (…)”.

 

Anamnesi. Diario:

08 agosto: “scende dal letto e si mette a piangere di non sapere perché si trova qui a questo ospedale è sempre confuso e sempre in certo nel rispondere”.

14 agosto: “non vuole lasciarsi pesare non si fida ha paura che sia un tradimento è sempre solo qualche volta piange”.

18/19 agosto: “messo in cella perché era molto spaventato. Prescrizioni: olio di ricino”.

 

Una lettera dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Como del 10 maggio 1929 ci permette di sapere che al tempo D. A. A. era ancora colà ricoverato.

 

 

12.

Cartella clinica: D. L. D.

Numero d’Ingresso: 2438

Provenienza: Cicciano (Caserta)

Soldato: 65° Reggimento Fanteria

Ammesso: 08 luglio

 

 

NOTE:

 

Cartolina postale dello zio: “Salerno 25.8.916 Carissimo Nipote ho ricevuto la tua cartolina e ho rilevato che tu ti trovi ancora allo spetale causa della tua infermità ma però sei più fortunato di tuo Fratello perché lui va soggetto al pericolo della vita e tu invece no’ di più ho rilevato che tu dici che io non ti risponde invece sempre che ai scritto o sempre risposto io credo invece che essendo che da molto tempo non avevi scritto ai trovate questa scusa io non o più che dirti tanti saluti affettuosi con una Stretta di mano del tuo caro Zio Gaetano”.

 

 

Figura 1

 

“Feci nel Manicomio di

Cremona addi 30-10-911
Vittorio Emanuele II° Re Galantuomo

Da una litografia – Cremona 30-10-1911”

 

 

13.

Cartella clinica: D. F. F.

Numero d’Ingresso: 2387

Provenienza: Afragola

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 11 dicembre 1915

 

 

NOTE:

 

Nota del medico militare: “In preda a morboso furore tentava di suicidarsi  mentre si trovava nelle carceri reggimentali, colpendosi ripetutamente con corpo contundente al collo (…)”.

 

 

14.

Cartella clinica: F. A.

Numero d’Ingresso: 2447

Provenienza: Gaggino (Como)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 07 agosto 1916

 

 

NOTE:

 

Osservazione del direttore del Manicomio [Rebizzi]: “Pare che abbia avuto un notevole problema d’animo quando fu chiamato militare. Sotto le armi più volte si è detto malato ed era tenuto per un soldato quasi invalido. I compagni lo deridevano e molestavano in ogni modo”.

 

Diagnosi: “Imbecillità con eccessi depressivi”.

 

09 agosto: è messo in cella d’isolamento.

05 settembre: è levato dalla cella.

 

Lettera di F. A.: “Cremona li 15/9/1916. Carissima Sorella e Moglie Invi queste due righe per farvi sapere lo stato di mia salute credo però che sapevate già qualche cosa addove mi trovo cioè all’ospitale Manicomio di Cremona. Come io spero che qualche d’uno di vo altri o parenti se mi resta ancora qui avrei piacere di vedervi qualcheduno a trovarmi che o molto desiderio che tutti i giorni mi passa per la mente la mia figlia Rosa e tutta la famiglia. Io al presente sto un po meglio che prima quando sono entrato. Vi saluto tanto di vero cuore (…) appena riceverete questa mia notizia mi risponderete subito (…) scusatemi della mia tardanza mi sono trovato in questo luogo senza accorgermi e mi sono restati in spaventato che non sapevo cosa mi accadeva in mé, scusatemi bene questa buona gente che fanno [illeg.] mi vogliono bene e li ringrazi molto. abbi di salute di tanta salute dai parenti”.

 

Dimesso il 07 ottobre è inviato al Manicomio di Como

 

 

15.

Cartella clinica: G. A.

Numero d’Ingresso: 2473

Provenienza: Como

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 22 ottobre 1916

 

 

NOTE:

 

Notizie riferite dal medico militare di Corpo: tentò più volte di suicidarsi “sia a mezzo strangolamento, sia col voler buttarsi dalla finestra”.

 

Diagnosi: melancolia in soggetto degenerato.

 

Una nota del medico militare avverte che due mesi prima la stessa sorte aveva subito il fratello, G. C. [vedi cartella clinica successiva], anch’esso soldato del 65° Reggimento, per “sintomi di grave eccitamento. Risulta che era sempre stato un anormale, dedito ad azioni criminali (…)”.

 

 

16.

Cartella clinica: G. C.

Numero d’Ingresso: 2445

Provenienza: Como

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 04 agosto 1916

 

 

NOTE:

 

Nota del Sottotenente della 3a  Compagnia al Comando del Deposito del 65° Reggimento di Fanteria, Oggetto: Rapporto al soldato G. C., 01 agosto 1916: “Ieri sera alle ore 7 il caporale di giornata T. R. rimproverava il soldato G. C. nel cortile dell’accampamento di S. Sigismondo. Il G. avendo risposto con [illeg.] deferenza fu redarguito dal sergente R. C. il quale lo invitò a serbare contegno più corretto verso un superiore. Il G. parve calmarsi per il momento, se non che, dopo pochi istanti, impugnando minacciosamente il coltello di cui si serviva per affettare il pane, si fece largo tra i soldati (…) e scappò in camerata. Quivi armatosi del suo fucile e caricandolo, esplodeva improvvisamente un colpo nell’interno della stessa camerata (…). Alla detonazione accorse il sergente R. D., il quale mentre si avvicinava fu ancora minacciato dal G. (…) che gli diceva: Non s’avvicini perché sparo. (…) il sergente P. I. che era alle spalle del G. riusciva a togliere a questo il fucile (…). Il G. non opponeva alcuna resistenza (…) Il sottoscritto si recò subito ad interrogarlo ma il G. si chiuse in un mutismo assoluto (…) il G. non è certo tra i buoni elementi della Compagnia. Egli appare di[illeg.], svogliato e dedito al vino.”

 

Nota del 04 agosto 1916 dell’Ufficio Comando Deposito del 65° Reggimento di Fanteria al Tribunale di Guerra di Cremona: “Nella notte dal 3 al 4 agosto il soldato G. C., trovandosi rinchiuso nella prigione del Corpo in attesa di giudizio, davasi in escandescenze procurando disordine. Egli infatti era riuscito a sfasciare i carelletti di legno e le asticelle barricando la porta d’entrata della cella ed appiccicando il fuoco al pagliericcio. Corso prontamente il personale di guardia, in breve tempo si riuscì a sgomberare la cella (…). Il G. fu sordo a qualsiasi incitamento a calmarsi e a tenere un contegno corretto, anzi maggiormente inasprito delle giuste osservazioni dei suoi superiori cominciò ad urlare ed a commettere ogni sorta di stranezze tanto che si dovette ricorrere alla camicia di forza = dopo di che, essendo nell’impossibilità di muoversi, si mise a cantare, a ridere e ad imprecare si che fece presumere ad un possibile squilibrio mentale. Continuando lo stato morboso oggi stesso venne rinchiuso nel locale Manicomio Provinciale”.  

 

Dalla cartella clinica: “Imputato d’insubordinazione e di deterioramento di effetti militari (…) sparò un colpo di fucile in camerata”.

 

Nota del 22 settembre 1916 del direttore del Manicomio Provinciale, dott. Giuseppe Amadei: “Sullo stato di mente di G. C. Di G. C. il Comandante la Compagnia dei R. Carabinieri di Como dice che risulta di buona condotta morale, però di carattere leggero e poco amante del lavoro, che non diede mai segno di alienazione mentale, che il padre è alcoolista ed è diviso dalla madre, che suo fratello è stato riformato per nevrastenia. Da queste notizie anamnestiche il ricoverato, quantunque rifugga dal parlare di sé, aggiunge d’essere stato allevato in un istituto di discoli, di avere ereditato la passione paterna per l’alcool, di essere facile ad ubriacarsi con poco alcool, d’aver fatto il contrabbandiere, di essere stato processato per rissa e atti di violenza, di aver fatto più mestieri, di aver lavorato all’estero in Francia, Svizzera, Germania. Nel manicomio apparve in una prima fase di pochi giorni taciturno, inerte in letto, senza occuparsi di nulla. Una notte scivolò dal letto in terra e vi rimase fino a che lo hanno rimesso a posto. Mangiava poco, però dormiva. Rispondeva a monosillabi alle domande elementari o anche non rispondeva affatto. Il contegno inerte passivo apatico era mantenuto anche quando non si sapeva osservato. Dopo cinque giorni si mostrò più disinvolto, e [illeg.] abb.za sciolto, mostrando un umore sereno: mangiava di più, chiedeva d’alzarsi, di fumare etc. e usava nel domandare un piglio brusco e minaccioso di scenate se non accontentato. Però apparve di poi nel contegno più docile, e si fermò sempre alle minaccie. E’ individuo di intelligenza sveglia abbastanza, senza deliri né altre anormalità ideative. Nel pentimento appare arido ed egoista. Si è rifiutato di dar notizie di sé alla madre, non gli dice di averne né di lei né di altri! E’ facilmente reattivo: contrastato ne’ suoi deliri, anche futili, si rabbuia rapidamente nel viso che prende espressione iraconda e minacciosa. Di carattere chiuso non ama essere interrogato. Risponde abitualmente: ‘no, perché di no!’, oppure ‘non ricordo, ho detto che non lo so’. Se si insiste si inquieta, si fa sgarbato, poi silenzioso e seccato. Del fatto occorsogli a S.Sigismondo del suo passaggio alla Caserma Lamarmora e al manicomio dice di non saper nulla, non ricorda nulla, non poter dare nessuna versione propria, neppure dire se avesse bevuto o no, neppure ricordare persone o ambienti dai quali si trovò. Evidentemente l’osservazione di questo periodo amnesico assoluto prolungato non ha carattere di credibilità, né egli si presta a renderla attendibile colle narrazioni del momento di ricordo o di cessazione brusco o quanto detto [?], col nessuno sforzo apparente di penetrare coll’esito altrui nel preteso buio di quei giorni e colla nessuna curiosità di apprendere che cosa avrebbe commesso, che cosa gli attribuiscono. Positivamente nelle risposte sue del [illeg.] ricordo, segue un suo prefisso proposito, che applica per maggior sicurezza anche a domande futili ed estranee al fatto. La prima fase sopra accennata presentata nel manicomio, dopo la quale seguì uno stato (che è probabilmente la condizione psichica abituale del ricoverato), può essere interpretata come lo strascico di un pregresso stato più attivamente mostrato. E questo stato mostrato può essere rappresentato dall’accesso descritto nei rapporti 1 agosto del Comandante la Compagnia e 4 agosto dell’Ufficio Comando Depositi. Il G. non è individuo normale nelle condizioni sue abituali, ce ne persuade la anamnesi raccolta e l’esame dello stato presente. L’individuo bevitore, figlio di bevitore, con alterato carattere, prepotente, facile all’iracondia e alle reazioni, con un fondo di carattere criminale. Non è a meravigliarsi che in questi tipi si organizzi (e qualche volta esplode d’improvviso) uno stato morboso che [illeg.] colle indisciplinatezze, poi cresce per le conseguenze stesse di queste, poi mette in gioco [?] la facile irritabilità e poi le reazioni impulsive, che  rappresentano la fase più saliente del fenomeno e la scarica emotiva che balena lentamente si dissipa. Credo che questo sia successo al G., tanto più che pare assodato che un incentivo gli venne anche dall’avere bevuto. Fu una forma di raptus psichico che lo colse, uno di quei disturbi psicoepilettici che si sviluppano in soggetti dotati di anormale costituzione degenerativa. Son quegli eccessi tanto drastici che si osservano nei criminali carcerati, che hanno una corrispondente manifestazione ne’ militari, in cui reazioni specifiche di ambiente le provocano, le eccitano, li facilitano onde il nome che uno studioso di psichiatria militare (Saporito) da loro di epilessia militare. La simulazione completa dei fatti di S.Sigismondo non esclude affatto la realtà dello stato morboso sofferto; essa dipende dalla inferiorità del soggetto rivelata in molte altre risposte e dal sistema di difesa che si è fissato. Concludendo, il G. è stato ammesso nel manicomio mentre presentava l’ultima fase di una pregressa forma più acuta di psicosi; - esso è un individuo di costituzione psichica anormale, ed è certamente predisposto a reazioni emotive che discendono dalla comune passione [?] ad uno stato psichico morboso: - le ricevute informazioni persuadono che uno stato morboso ha preceduto il suo ingresso nel manicomio e si è manifestato in forma di accesso psicoepilettico; - e durante questo periodo commise gli atti esposti nei citati rapporti del Comandante il Deposito e del Comandante la compagnia”.

 

La madre scrive al direttore del Manicomio Provinciale, Amadei, in data 29 settembre 1916: “Riguardo al processo come dice Lei Sig. Dot. spero anch’io che sarà assolto, perché non è lui che fa certe stranezze è il suo cervello”.

 

 

17.

Cartella clinica: M. G.

Numero d’Ingresso: 2475

Provenienza: Mariano S. Michele (Lucca)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 02 novembre 1916

 

 

NOTE:

 

Ricoverato per confusione psichica con grave eredità psicogenetica.

Diagnosi: accesso di amenza “cui è subentrata una condizione di esalamento maniaco”

 

Scrive la moglie il 03 [illeg.] 1916: “Ill.mo Signor Direttore, mi perdoni se vengo di nuovo ad importunarla; sono una povera madre con tre figli, che avevo per unico mio sostegno il povero soldato M. G. (…) La S.V. già ci ha dato notizia che il medesimo sta fisicamente bene, ma che si trova sempre alienato di mente. Ci ha dato speranza, che sarà mandato via di costà e sarà così avvicinato a noi. Signor Direttore mi faccia la carità di mandarlo quanto prima. Sono sicura che l’aria nativa potrà recarle vantaggio o almeno potrò avere la consolazione di rivederlo e saperlo vicino alla famiglia”.

 

Nuova lettera della moglie, 26 novembre 1916: “Sono una povera madre di 3 figlioletti di tenera età, e consorte del soldato G. M., che alienato di mente, si trova nell’Ospedale che V.S. con tanto plauso dirige. Vengo a domandarle una carità per amore della madre sua (…) La lontananza del mio povero G. mi tiene oltremodo angosciata ed afflitta e quasi mi rende impotente a svolgere ai miei doveri di madre. Se potessi vedere almeno qualche volta il mio marito! Permetta e cooperi, Ill.mo signore, che esso possa essere trasportato al Manicomio della nostra Provincia di Lucca (…) Non mi dica che ciò è impossibile! Lei lo può fare, se vuole, non mi dica adunque di non potere”.

 

 

18.

Cartella clinica: P. A.

Numero d’Ingresso: 2470

Provenienza: Pieve d’Olmi

Soldato: 65° reggimento di Fanteria

Ammesso: 11 ottobre 1916

 

 

NOTE:

 

Nota del medico militare: “Affetto da neurastenia acuta ed attualmente [?] rinchiuso nelle prigioni del Corpo, da parecchi giorni dà segno di squilibrio mentale, sia col tenere discorsi sconnessi, sia col minacciare con parole e con gesti violenti nemici immaginari (…)”.

 

Diagnosi: frenastenia. Malattia mentale che si ritiene di natura ereditaria.

 

 

19.

Cartella clinica: R. G.   

Numero d’Ingresso: 2457

Provenienza: Pariana (Massa)

Soldato: 115° Reggimento someggiato di Sanità

Ammesso: 15 agosto 1916

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Da che è nel Manicomio è stato invariabilmente in quasi completo stupore, con brevi e incompleti periodi di risveglio. Sta sempre accovacciato sotto le coperte del letto, si fa imboccare il cibo, impassibile a tutto. Diagnosi: lipemania con stupore”.

 

Comunicazione del Cappellano militare al direttore del manicomio di Cremona: “Zona di Guerra. O4 Settembre 1916. Pregarsi la cortesia di I. S. di dare notizie riguardanti il soldato R. G. del 115° Riparto Someggiato di Sanità (…). Il padre di detto militare che trovasi a lavorare nel cantiere Genio Militare di Prapotnizza, desidera conoscere con cortese sollcecitudine se il figlio è in istato di poter gradire una visita del proprio padre”.

 

Lettera del padre al direttore del 12 settembre 1916: “G. è nato a Massa il 27 febbraio 1888. Io non so come sia a cadere in quella malattia, non avviene né dal padre né dalla madre”.

 

 

20.

Cartella clinica: R. A.

Numero d’Ingresso: 2428

Provenienza: Milano

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 12 maggio 1916

 

 

NOTE:

 

Raccolta nel Manicomio: “Il R. dice di aver sempre sofferto di disturbi nervosi (…) Dedito alla delinquenza (…) Atti anormali, insubordinazione (tentativo di ferire con arma un ufficiale)”.

 

Dalla cartella clinica: “Provvedimenti e cure: Segregazione”.

 

Dalla cartella clinica: “Risulta essere affetto da degenerazione mentale con accessi di epilessia psichica”.

 

Biglietto di R. A. al Direttore del Manicomio di Cremona, senza data, [preceduta da una nota di un infermiere?] : “(Sunt tant stuf de sta inlett che el me obbliga a scrivech). Illmo Sig. Direttore, La prego di volermi far alzare non essendovi più alcun motivo per trattenermi a letto. Il Tardini è venuto di sua spontanea volontà da me ed abbiamo fatto pace. Sono qui in aspettativa che suoni il campanello del telefono onde Ella volla trasmettere agli infermieri l’ordine della mia levata. Ringraziandola anticipatamente [illeg.] R.”

 

Nota del direttore Giuseppe Amadei: “Soldato del 65° Reggimento pare abbia sempre patito disturbi nervosi; ha riportato molte condanne da borghese per furti ribellioni e ferimenti. Contrasse la sifilide. Ha cranio piccolo e faccia grossa e grossolana da degenerato. É d’estrema irritabilità, si adira per lievi contrarietà (…) Ha tentato una volta il suicidio col revolver in tale stato (…) disturbi nervosi accessuali d’epilettoidismo. E questa nevrosi spiega il suo stato sentimentale e il suo contegno di ribelle e di criminale”.

 

Notizia dalla cartella clinica: “Classe 1896: già riformato in seguito a rassegna per essere trasferitola manicomio della sua provincia”.

 

Dimesso e trasferito al Manicomio di Mombello (Milano).

 

 

21.

Cartella clinica: R. T.

Numero d’Ingresso: 2385

Provenienza: Amatrice (Aquila)

Soldato: 12° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 03 dicembre 1915

 

 

NOTE:

 

Nota del medico militare: al proprio reparto accasermato a Macerata “incominciò a fare delle stranezze. Mentre era in treno di passaggio col suo Reggimento da Cremona [diretto verso il fronte] cominciò a dare indizi di avere alienazione mentale. Fece più volte il tentativo di buttarsi giù dal treno tentando di fuggire”.

 

 

22.

Cartella clinica: S. B.

Numero d’Ingresso: 2361

Provenienza: Angiari (Verona)

Soldato: 93° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 03 settembre 1915

 

 

NOTE:

 

Proveniente dall’Ospedale di Cervignano (Udine).

 

Diagnosi del direttore del Manicomio di Cremona: “S. B. è sempre in corso di malattia mentale in forma di melanconia con paura della morte (…)”.

 

Nota del 19 febbraio 1916 del direttore del Manicomio di Verona, Umberto Meneghetti, acclusa alla cartella clinica ed inviata all’Ufficio Per Notizie – Sottosezione di Legnago: “Egr. Signora, La condizione indispensabile per il trasferimento a questo manicomio del di Lei raccomandato si è la di lui riforma dal servizio militare. Ottenendo ciò il trasferimento può avvenire con la massima facilità (…) a norma dell’art. 15 del Regolamento sul servizio rassegna per i militari del Regio Esercito. Edizione 1910 N. 73 (…) Da quando è incominciata la guerra io avrò in tal modo ottenuto una cinquantina di trasferimenti da questo ad altri Manicomi (…)”.

 

S. B. è dimesso e trasferito al Manicomio di Verona il 22 marzo 1916.

 

Glosse del direttore del Manicomio di Cremona alla richiesta di notizie relative ad S. B. dell’Opera Nazionale per la Protezione e l’Assistenza degli Invalidi di Guerra  - Rappresentanza Provinciale di Verona, 21 dicembre 1923: “Dagli atti esistenti in questo Istituto risulta che S. B. ha due sorelle sordomute e fu sempre affetto da lieve deficienza psichica. Colpito da infermità mentale mentre era sotto le armi, fu nell’Ospedale di Cervignano, venne poi all’Infermeria Presidiaria di Cremona e di là fu condotto al Manicomio di Cremona il 3 settembre 1915 mentre era in preda ad una nevrosi depressiva con idee deliranti, ansia e agitazione. Non ostante i precedenti ereditari e personali, si deve ritenere che la detta infermità dipendesse dal servizio militare prestato in guerra per vari motivi, particolarmente per essere ingiunta [?] in conseguenza diretta e immediata dai disagi del servizio militare e per il contenuto delle idee deliranti che il S. manifestava; infatti egli, fra l’altro, sosteneva di essere morto in guerra e parlava di sé come di un povero trapassato compiangendo clamorosamente la propria sorte e quella della famiglia. Man mano si è andato calmando, fu riformato dal servizio militare e il 13 Marzo 1916 fu affidato alla Sanità Militare che provvide a farlo condurre al Manicomio di Verona”.

 

Figura 2

“La prima bandiera Italiana

che fu piantata dal nostro esercito Italiano sulla Terra di Tripoli.

Cremona 31-10-911”.

 

23.

Cartella clinica: U. B.

Numero d’Ingresso: 2436

Provenienza: Cordignano (Treviso)

Soldato: 4° Reggimento Genio

Ammesso: 02 luglio 1916

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona: “Egli si trova in preda a convulsioni ed apparentemente incosciente (…) è stato riconosciuto affetto da alienazione mentale in forma di Psicosi maniaco-depressiva”.

 

Lettera della madre di U. B. al direttore del Manicomio di Cremona, 16 luglio 1916: “Eg. Sig. Direttore, Grazie infinite della sollecitudine colla quale mi fece avere nuove di mio figlio. Non può immaginare con quanto dolore appresi tutte le fasi de’ suoi ecessi. Povero figlio!… Egli deve essere certamente sotto l’incubo di un forte dispiacere o di un terribile paura e voglio sperare che cessata la crisi riordini la sua mente per sempre. Ad ogni modo, glielo raccomando caldamente perché ne’ suoi ecessi (se questi devono ripetersi) sia trattato umanamente; egli è già padre di quattro teneri bimbi, e sarebbe per essi la peggiore delle sventure se in quel cervello non ritornasse la calma. Sig. Dottore, nella mia del sette espressi il desiderio di vedere mio figlio, anche esso desiderava vederci, ma siccome su ciò non ebbi risposta, non so in quale modo contenermi. Prego quindi la di Lei bontà e cortesia, a volerci dire se portandoci a Cremona ci sarà concesso di vederlo”. 

 

U. B. è raggiunto dalla madre a Cremona, che tenta inutilmente di avere il figlio con sé e riaccompagnarlo a casa (lettera del 06 agosto 1916).

 

 

Anno 1917

 

24.

Cartella clinica: B. A.

Numero d’Ingresso: 2495

Provenienza: San Daniele

Soldato: 133° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 20 dicembre 1916

 

 

NOTE:

 

Il capitano medico: visitato in zona di guerra “B. A. sebbene [illeg.] che si tratto di un simulatore [illeg.]. Tuttavia credo opportuno, a scanso di responsabilità d’internarlo in un ospedale in osservazione cercando il sopra detto individuo di dimostrare sintomi di alienazione mentale”.

 

Notizie comunicate dalla madre: B. A. “Appartiene a famiglia d’esaltati e d’ammalati [illeg.]. Il padre, uno zio, il nonno paterno erano alcolizzati, il padre dopo circa 30 anni di [illeg.] rimase paralizzato. Una cugina paterna (B. E.) era epilettica, dopo 4 anni di degenza in questo manicomio vi morì nel febbraio 1906 (…). Da 19 mesi soldato alla sussistenza con condotta regolare tanto da essere mandato in licenza premio. A casa tornò alla compagnia dei soliti mestieranti, ebbe una rissa in un caffè (…)”.

 

Il direttore del Manicomio [Rebizzi]: “B. A. (…) è stato ammesso in questo ospedale il 20 dicembre 1916 e fu riconosciuto affetto da malattia psichica in forma di follia morale”.

 

 

25.

Cartella clinica: B. A.

Numero d’Ingresso: 2576

Provenienza: Pennabilli (Pesaro)

Soldato: 4° Reggimento artiglieria, 129ª Batteria pesante campale

Ammesso: 30 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

Il direttore del Manicomio, Rebizzi: B. A. “è stato riconosciuto affetto da episodio confusionale in soggetto frenastenico”.

 

Ancora Rebizzi: “È un soldato il quale venne qui in preda a confusione psichica con profondo disorientamento. Ora è divenuto lucido e mostra deficienza estrema di critica. È disordinato, inquieto e presenta anche peculiari alterazioni. Sugli istinti, particolarmente di quello della alimentazione, essendo mangiatore di mosche”.

 

 

26.

Cartella clinica: B. B.

Numero d’Ingresso: 2613

Provenienza: Seniga (Brescia)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 11 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona: ricoverato perché “Il B. da parecchi giorni compie atti di violenza contro altri e sé stesso”.

 

Il direttore: “È un soldato il quale presenta grave depressione dell’umore che talvolta raggiunge il grado di stupore. Soffre evidentemente di allucinazioni e idee deliranti che lo rendono pericoloso a sé stesso. Intelligenza originariamente debole. Diagnosi. Frenosi depressiva”.

 

 

27.

Cartella clinica: B. O.

Numero d’Ingresso: 2518

Provenienza: Cascina (Pisa)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 06 gennaio 1917

 

 

NOTE:

 

Il direttore del Manicomio di Cremona: “Ha presentato confusione mentale e disorientamento completi, allucinazioni e idee deliranti. Divenuto un poco meno confuso, ha dimostrato un aggravamento dell’agitazione motoria che prima era assai modica e uno stato patofobico caratteristico”.

 

 

28.

Cartella clinica: B. D.

Numero d’Ingresso: 2518

Provenienza: Casteldidone (Cremona)

Soldato: 2° Reggimento Genio

Ammesso: 14 febbraio 1917

 

 

NOTE:

 

Ammesso in manicomio a seguito di riforma. Internato con decreto giudiziario dell’11 marzo 1917.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona: “Venne riscontrato affetto da demenza cerebro-patica con emiplegia sinistra, infermità che evidentemente ha rapporto con il servizio prestato nella campagna di guerra. Avendo qui in seguito, raggiunto un notevole miglioramento, venne dimesso in via di prova il giorno 08 aprile 1917, ma uscì in condizioni di permanente inabilità a qualsiasi lavoro proficuo”.

 

Pensionato di guerra è sottoposto ancora a sorveglianza psichiatrica nell’ambito del programma di Controllo dei malati dimessi in via d’esperimento nel 1942 a cura del locale Ufficiale sanitario.

 

 

29.

Cartella clinica: B. A.

Numero d’Ingresso: 2477

Provenienza: Soresina (Cremona)

Soldato: 26° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 06 novembre 1916

 

 

NOTE:

 

Proveniente dalle carceri militari preventive.

 

Diagnosi: ricoverato per “malattia in forma di psicosi alcolica”.

 

Diario clinico: “dice sempre che vuol morire. Messo in letto per essersi spogliato poi rottolando per la neve (…)”

 

Notizie comunicate dalla sorella: “Appartiene a famiglia di alcolisti, di epilettici fino alla 7ª generazione. Il nonno paterno alcolista e tabagista malato visse paralitico per 8 anni. Il padre alcolista, di professione tintore, separato dalla moglie, si avvelenò con l’acido solforico. (…) Un fratello del padre maresciallo dei carabinieri un anno prima d’andare in pensione si suicidò con un colpo di rivoltella all’orecchio (…) L’A. fin da bambino soffrì d’epilessia, di crisi di carattere cattivo perverso. Cambiava padroni di bottega ogni momento ma era [illeg.] perché ozioso, sfacciato, anche ladro. Colla moglie era geloso cattivo, la batteva, sempre prepotente per futilità. Soldato fu dichiarato disertore, processato e condannato per 4 anni di fortezza a Finestrelle. Graziato per soppressione di pena si rese nuovamente disertore e di nuovo sotto processo”.

 

Notizie dal sindaco di Soresina: “appartiene a famiglia di anormali e alcolizzati qui notoriamente conosciuti, inquantochè il padre di esso B., alcolizzato, moriva suicida nel 1911, la sorella M. cretina, morta nel 1909, lo zio A. e fratelli affetti da mania suicida”.

 

 

30.

Cartella clinica: C. P.

Numero d’Ingresso: 2631

Provenienza: Ottaviano (Napoli)

Soldato: 26° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 27 ottobre 1917

 

 

NOTE:

 

Diagnosi: ricoverato per frenosi depressiva.

 

Dimesso in data 10 dicembre 1917 e inviato dall’Autorità Militare alle Prigioni Presidiarie di Napoli a disposizione di quel Tribunale Militare.

 

 

Figura 3

“A…….tenti!……dalla destra contate per due..!!

uno! due! uno! due! E Cretinetti

risponde. Tre!…

Cremona 1-11—911”

 

31.

Cartella clinica: C. P.

Numero d’Ingresso: 2601

Provenienza: Stagno lombardo (Cremona)

Soldato: 26° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 17 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

Condotto al Manicomio mentre si trova in regolare licenza.

 

Nota del direttore del Manicomio dalla cartella clinica: “È sordomuto in seguito a scoppio di granata (…) Laborioso, socievole-simulatore. (…) Da alcuni giorni è diventato di carattere scontroso. Fugge di casa e non vuole più ritornarci. Non mangia è fuggito di casa e girovagò per la campagna di più di tre giorni: vuole ammazzare chi gli ha fatto del male”.

 

Diagnosi: “malattia mentale in forma di demenza cerebropatica”.

 

“In manicomio ha riconquistato l’udito e la favella, ma persistono le stesse alterazioni psichiche”.

 

Il 27 maggio 1960 il comandante la stazione P/le di Cremona scrive al Direttore dell’ospedale Psichiatrico Provinciale cittadino per avere notizie di P. C. La risposta del direttore, in data 28 maggio 1960, afferma: “C. P. (…) fu qui ricoverato dal 17.08 al 16.12 1917 con diagnosi di demenza cerebropatica. Questo indica non malattia personale, tuttavia nella famiglia esiste l’epilessia e l’eccentricità”.

 

 

32.

Cartella clinica: C. F.

Numero d’Ingresso: 520

Provenienza: Pietradefusi (Avellino)

Soldato: 65° Reggimento Fanteria

Ammesso: 20 febbraio 1917

 

 

NOTE:

 

Proveniente dalla prigioni reggimentali della Caserma di Cremona..

 

Dalla cartella clinica: “Diagnosi: Presenta depressione psichica e stupore profondo. A periodi si eccita, tiene contegno disordinato e accenna a qualche allucinazione o idea delirante di persecuzione. Nel Manicomio non incomincia ancora a migliorare. È anche affetto da blenorragia”.

 

 

33.

Cartella clinica: C. L.

Numero d’Ingresso: 2485

Provenienza: Cremona

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 07 dicembre 1916

 

 

NOTE:

 

Diario clinico:

07 dicembre: “Entra in osservazione è confuso”;

08 dicembre: “Continua a camminare e qualche volta chiama i suoi bambini”;

12 dicembre: “Batteva forte il vaso contro la porta della sua camera”;

12 gennaio: “Rotto con pugni scuro della finestra nel corridoio”;

23 gennaio: “Sempre clamoroso”;

28 gennaio: “Rovesciato il letto a terra”;

13 febbraio: “Internato nel comp. 6”.

 

Comunicazione del 12 Dicembre 1916 della Legione Territoriale dei Carabinieri Reali di Milano – Compagnia di Cremona alla Direzione dell’Ospedale Militare di Cremona; oggetto: Soldato C. L.: “(…) il soldato C. L. non risulta abbia in precedenza sofferto malattie ledenti le facoltà mentali e così pure non risulta che qualche membro della sua famiglia abbia sofferto malattia del genere. La pazzia manifestatasi ora nel C. e che vuolsi provocata dal grande dispiacere per dovere lasciare i figli causa il richiamo alle armi, ha impressionato in modo sfavorevole quanti lo conoscevano poiché egli risulta poco affezionato alla famiglia e che rimasto due volte vedovo trovò facilità per liberarsi dei tre figli facendoli ronchiudere a spese del Comune in un Ospizio di Cremona dandosi poscia a vita spensierata. (…) Il fatto che, al C. vuolsi attribuire come causa della sua pazzia, lascia dubitare ad una simulazione ed anche le gesta fatte nella chiesa di S. Sebastiano di questa città ed il contegno tenuto al momento del suo arresto fanno supporre che egli simulasse una pazzia per sottrarsi al servizio militare che non sa sopportare”.

 

Osservazione medica del 30 giugno 1917: “Presenta allucinazioni uditive e visive, idee deliberanti di persecuzione, estrema depressione dell’umore. Parla con la moglie morta e chiama continuamente i figli che ritiene gli siano stati portati via. Ha tendenze vivamente aggressive contro gli altri e contro sé stesso e va in preda ad atti impulsivi, per cui rompe le imposte della cella, il muro e quanto è a sua portata di mano”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 18 maggio 1918: C. L. “è stato ammesso una prima volta dal 07 dicembre 1916 al 29 aprile 1917; una seconda volta il 16 agosto 1917 e vi si trova tuttora ricoverato affetto da malattia mentale in forma di frenosi depressiva”.

 

 

34.

Cartella clinica: C. C.

Numero d’Ingresso: 2567

Provenienza: Taranto

Soldato:26° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 20 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

Storia clinica: ricoverato “in Osservazione proveniente dalla carceri militari locali per essere sottoposto a perizia per ordine del Tribunale di Guerra di Cremona”.

 

[illeg.] luglio 1917: C. C. “è stato riconosciuto affetto da non verificata malattia mentale (…)”

 

Nota del direttore del Manicomio, 27 luglio 1917: “ritirato il 26 luglio corr. dall’arma dei R.R. Carabinieri per essere ricondotto alle carceri militari in attesa di giudizio”.

 

 

35.

Cartella clinica: C. L.

Numero d’Ingresso: 2574

Provenienza: Correggio (Reggio Emilia)

Soldato: 4° Artiglieria, compagnia treno 

Ammesso: 29 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

Notizie dal referto del medico militare: “rientrato ieri sera al corpo, si presentò stamane alla visita medica dove diede in escandescenze minacciando tutto il personale dell’infermeria reggimentale. Fu già ricoverato nel reparto malattie nervose dell’Ospedale di San Osvaldo, dove fu fatta diagnosi di individuo di costituzione imp[illeg.]”.

 

Il direttore del Manicomio: “È un soldato che in altro istituto venne già riconosciuto come soggetto anormale. Pare che abbia il padre e altri della famiglia in manicomio. Mostra una profonda deficienza di ogni attività psichica, particolarmente delle attività superiori sia nella sfera intellettuale che morale e ha tendenze impulsive pericolose. Diagnosi. Imbecillità intellettuale e morale”.

 

 

36.

Cartella clinica: C. A.

Numero d’Ingresso: 2547

Provenienza: Mantova

Soldato: Distretto Militare di Mantova

Ammesso: 22 maggio 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 22 maggio 1917: “Fu prosciolto da varie imputazioni di questo tribunale di guerra per infermità mentale, con sentenza che ordinava il ricovero in manicomio. Presenta accessi di agitazione motoria con parziale perdita della coscienza, di natura epilettica. Diagnosi: psicosi epilettica”.

 

Sentenza del Tribunale di Guerra di Cremona, senza data: “Tribunale di Guerra di Cremona. (…) L’Avvocato Militare (…) ha pronunziato la seguente ORDINANZA nel procedimento contro C. A. di Angelo e P. L. Adelaide, nato a Mantova il 12 Febbraio 1891 – Soldato del Distretto Militare di Mantova – Detenuto dal 1° Febbraio 1917 – IMPUTATO  di INSUBORDINANZIONE  con vie di fatto contro superiore sottufficiale e carabiniere e di INSUBORDINAZIONE contro superiori ufficiali e di INGIURIA PUBBLICA perché il 1° Febbraio 1917, nella sala del Consiglio di Leva di Mantova nel momento in cui, essendo stato dichiarato abile al servizio militare, gli veniva consegnato il foglio di congedo illimitato emetteva il grido di “abbasso la guerra” chiamando i membri del Consiglio “vigliacchi e lazzaroni”. Arrestato dal carabiniere P. U., si ribellava passando a vie di fatto. Indi rivolto agli altri carabinieri presenti aggiungeva: “sono anarchico, abbasso la guerra” e lanciava loro nuove contumelie. Chiuso in camera di sicurezza staccava e rendeva in frantumi il telaio della finestra vibrando con una parte del telaio stesso colpi all’impazzata. Staccava pure il tavolaccio dal pavimento. Visti dietro i finestrini i carabinieri ed il Maresciallo M. V. li ingiuriava ancora con i titoli di “carne venduta, sbirri, vigliacchi” e sputava loro addosso. Non potendo i militi ridurlo all’impotenza ed ammanettarlo, intervennero i pompieri, i quali somministrarono al C. una forte doccia di acqua fredda, che riuscì finalmente a calmarlo. Letti gli atti del processo: Ritenuto che i fatti si svolsero come più sopra è detto; Che in seguito a detto avvenimento, l’imputato fu ricoverato al Manicomio di Mantova, che lo dimise il 27 Febbraio 1917; Che da successive indagini (…) venne a risultare che esso dall’età di dieci anni soffre di attacchi epilettici, deliri e frequenti turbazioni psichiche; e che, andato sotto le armi, fu sottoposto a processo penale per vie di fatto contro Ufficiali e sottoufficiali e che la Commissione di Inchiesta presso il Tribunale Militare di Verona lo assolse su conferme requisitoria del P. M. avendolo ritenuto infermo di mente (sentenza 25 novembre 1914), Fu perciò da questo Ufficio di Istruzione sottoposto a novello esame psichiatrico ed il perito fiscale rispose ai quesiti sottopostogli conformemente a quanto già aveva detto il perito del Tribunale di Verona, che cioè il C. è individuo anormale, affetto da epilessia psichica, pericoloso a se e agli altri e che il fatto attribuitogli fu da lui commesso in un momento in cui aveva smarrito completamente la coscienza dei propri atti (…) DICHIARA Non farsi luogo a procedimento penale (…) Ordina il suo internamento nel Manicomio Provinciale di Cremona”.

 

 

37.

Cartella clinica: C. F.

Numero d’Ingresso: 2497

Provenienza: San Colombano al Lambro (Milano)

Soldato: 3ª Compagnia Sussistenza – Parco buoi

Ammesso: 24 dicembre 1916

 

 

NOTE:

 

Diagnosi: “esalamento maniaco”.

 

Nota del direttore del Manicomio, dottor Renato Rebizzi, dalla cartella clinica: “Di umore eccessivamente ilare, estremamente loquace e in preda a viva agitazione motoria; con allucinazioni e idee deliranti, non sistematizzate di grandezza e di persecuzione. Lucido orientato”.

 

Lettera di C. F alla famiglia: “Cremona, lì 3/1/1917. Cara Pierà e famiglia. Credo che sarai anziosa di mie notizie. Di salute non cé male. E così spero anche di te, e dei nostri cari bambini, e tutti in famiglia. Ti faccio nota, che entrai in questo ospedale il giorno 24 Dicembre, e non so quando sortiro. Appena recuperata la salute. Se volete venire qualcuno di voi a trovarmi domenica, tu sara difficile per il Carletto. Giù dalla stazione prendete il tram Porta Venezia, e poi venite a Porta romana. Ti raccomando di non prendere vino. Saluti a tutta la famiglia. Ricevi affettuosi saluti con una pioggia di baci a te e ai nostri bambini sempre tuo marito C. F.”.

 

 

38.

Cartella clinica: C. A.

Numero d’Ingresso: 2560

Provenienza: Busseto (Parma)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 11 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

Il direttore del Manicomio di Cremona: “Non si ha nessun dato anamnestico. È un militare che in ospedale ha commesso gravi atti di violenza. [illeg.] presenta atteggiamenti catatonici, atti impulsivi repentini e violentissimi, confusione parziale ed evidente stato allucinatorio delirante. Diagnosi. Catatonia acuta”.

 

Dalla cartella clinica: “DELL’ATTUALE MALATTIA: Entrato ieri sera all’Ospedale Beata Vergine con la diagnosi di gastrite in soggetto nevrotico. Fin dal momento del suo ricovero aveva l’occhio fisso, sbarrato, agitato, ribelle: tentò di colpire con le ciabate il piantone che lo svestiva. Per queste condizioni si provide ad una rigorosa sorveglianza. Nella notte fu agitatissimo, non ha mai dormito: tratto un poco di crisi o spavento: chiamava insistentemente la moglie e il figlio fino a mezzanotte tentò di dare dei pugni al capo: trattenuto dall’Infermieri si acquietò. Stamane alla visita si trova ancora agitato, con lo sguardo fisso, spaventato: non rispondeva alle domande; o rispondeva con parole vuote di senso – rifiuta il cibo e le medicine. Più tardi tentò di colpire l’infermiere e manifestò il proposito di gettarsi giù dalla finestra: per cui vanno applicati la camicia di sicurezza. (…) Ospedale Beata Vergine 11/6-1917 Il Medico Capo Reparto Dott. I. Monteverdi”.

 

 

39.

Cartella clinica: C. G.

Numero d’Ingresso: 474

Provenienza: Altavilla Irpina (Avellino)

Soldato: 40° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 30 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

Comunicazione dell’Ufficio Maggiorità dell’Ospedale Militare Succursale di Cremona, 30 giugno 1917: “OGGETTO: Dichiarazione medica riguardante il soldato C. G. Il soldato C. G. della 4a Compagnia di Sanità (…) allegando continuamente disturbi circolatori notevole (cefalea, vertigini dispnea intensa alla menoma fatica cardiopalmo) fu più volte visitato e riconosciuto affetto da lieve ipertrofia della ghiandola tiroide (gola grossa) compatibile però con il servizio leggero che gli era affidato. Persistendo per le suddette sofferenze a darsi ammalato, malgrado adibito al servizio lievissimo della pulizia generale (…) fu ripetutamente non riconosciuto ammalato ed in conseguenza furono presi provvedimenti disciplinari gravi. Dalle visite numerose praticate,  (…) il sottoscritto ha potuto convincersi che il C. esagerava assai le sue infermità, tanto da dichiararsi inabile a prestare qualsiasi servizio anche leggero, anche allo scopo di ottenere la riforma per raggiungere la famiglia. Ieri l’altro verso le ore 18 ½ dopo essere uscito dall’Ospedale ove presta servizio, ritornò sui suoi passi, e vicino alla porta dello Stabilimento medesimo, sulla pubblica via, si spogliò degli abiti militari e delle scarpe e colle sole mutande e camicia si incamminò verso Porta Po e raggiunse poi il fiume ove venne visto in tale costume. In base a questi fatti pur ritenendolo se non un simulatore vero, ma almeno un esageratore delle sue infermità, ed un nostalgico al fine di essere riformato, innanzi di prendere a suo riguardo più severi provvedimenti disciplinari, e nel dubbio che possa in avvenire commettere altri atti inconsulti da porre in pericolo la sua vita, si propone venga sottoposto ad osservazione in Manicomio. Il Capitano Medico”.

 

24 luglio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Venne qui accompagnato da un rapporto dell’Ospedale Militare che riferiva come avesse insistentemente esagerato certe sue lievi sofferenze fisiche tanto che era incorso in provvedimenti disciplinari. Confessava di voler essere dichiarato inabile al servizio militare e rimandato a casa. Infine si è spogliato sulla strada e si è recato al Po. Per questi motivi era assai sospetto di simulazione. In Manicomio è lucido e orientato e si ostina nel pretendere con le maniera più clamorose e disordinate d’essere mandato a casa. Si rilevano gravi segni degenerativi, impulsività eccezionale, veramente morbosa, per cui è stato necessario toglierlo dal Comparto Osservazione e passarlo al Comparto Agitati in cella; deficienza intellettuale e assoluta mancanza di senso morale nonché accenni a delirio ipocondriaco e persecutorio. Perciò risulta individuo pericoloso, degno di essere ricoverato in Manicomio a tempo indefinito. Diagnosi: Costituzione paranoica in soggetto affetto da deficienza morale e intellettuale”.

 

 

40.

Cartella clinica: D. A.

Numero d’Ingresso: 2481

Provenienza: Casoria (Napoli)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 24 novembre 1916

 

 

NOTE:

 

D. A. fu ricoverato nel Manicomio Provinciale di Cremona una prima volta il 30 settembre 1916.

 

Osservazioni del direttore: “Individuo prosciolto da varie imputazioni con sentenza di questo Tribunale di guerra in data 14 novembre 1916, che ammetteva la totale infermità mentale e ordinava l’internamento in manicomio. A parte i fenomeni psicopatici acuti che possono aver dato luogo a detta sentenza, attualmente non si rilevano che sintomi di lieve arresto di sviluppo sull’intelligenze, particolarmente del senso morale. Diagnosi: lieve imbecillità intellettuale e morale”.

 

Dalla cartella clinica: “RACCOLTA nel MANICOMIO. Dal malato stesso: la madre è morta d’etisia. Da bambino l’A.[mmalato] ebbe la tigna gravosa che gli impedì di frequentare la scuola e gli lasciò cicatrici evidenti (…) per cui alla leva venne riformato. (…) A quattro, cinque anni ebbe un trauma grave al capo. Dopo riformato andò a New York ove restò 3 – 4 anni!, facendo il muratore (aveva poi preso moglie che lasciò gravida, poi abortì) indi tornò in Italia per restare 3 anni ed ebbe un figlio con altra donna, poi tornò di nuovo a New York dove rimase 2 anni per far ritorno in Italia quando scoppiò la guerra. Ha due fratelli uno certamente sotto le armi, l’altro non sa. La madre aveva altre sorelle che morirono d’etisia, il nonno materno fu al Manicomio e morì per una caduta. Il padre dell’A. è un ubriacone, fa il muratore al paese; una volta faceva il cantoniere ferroviario ma perdette il posto per il vizio di bere”.

 

 

41.

Cartella clinica: D. C. P.

Numero d’Ingresso: 1509

Provenienza: Genova

Soldato: 4° Reggimento Pontieri

Ammesso: 27 gennaio 1917

 

 

NOTE:

 

Proveniente al Manicomio dalle carceri militari di Cremona.

 

Dalla cartella clinica: “RACCOLTA nel MANICOMIO. Dal malato: Padre alcolista, madre epilettica: soffriva ad intervalli di accessi che la colpivano anche lungo le strade, per cui accadeva spesso che veniva portata all’Ospedale (…). L’A. fu e crebbe malaticcio, dice d’aver sofferto di meningite, e sortì con carattere irascibile, scontroso, violento (…) A 8 anni per un contrasto col fratello maggiore, gli diede una coltellata nel piede. Non frequentò la scuola (…) A 18 anni fu portato al Manicomio di Via … che si è a Cogoleto perché sulla via in preda ad uno dei soliti stati di esalanza [?], ingiuriava e bestemmiava i passanti: vi rimase 24 ore. Dai 13 ai 24 anni fu per 5 o 6 volte in carcere per furti (…) e venne condannato dai sei giorni ad un mese (…). Da 5 anni è militare nel Genio (Reparto Pontieri) (…)”.

 

Figura 4

“Manicomio Provinciale di Cremona

Cremona 5 – Novembre 1911

Fece Pecci Ettore

Nel Manicomio Provinciale di Cremona”

 

42.

Cartella clinica: D. F. G.   

Numero d’Ingresso: 2583

Provenienza: Secondigliano (Napoli)

Soldato: 4° Reggimento Genio

Ammesso: 14 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

Lettera della madre di D. F. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Secondigliano 3 Agosto 1917. Ill.mo Signor Direttore, L’Egregio Capitano del 4° Reggimento Genio 2a Compagnia Treno (Piacenza) mi scrive gentilmente che mio figlio D. F. G. è stato ricoverato in codesto Carcere Militare per alcune stranezze commesse in quel Quartiere. Io povera, malata derelitta madre scrivo a Lei per raccomandarle il figlio mio, esponendo: In zona di guerra sull’Isonzo il G. cadde facendosi male all’occipite, e da quell’epoca in poi non è stato più a posto col cervello, fu ricoverato nel Manicomio per tre mesi, e dopo fu mandato a casa i  convalescenza per 3 mesi, ma appena scorsi fu assalito da mania e fece le più pericoloso stranezze, rompendo tutte le suppellettili di casa e minacciando i genitori tutto e tutti. Si dovette ricorrere allo aiuto del Comandante delle Guardie (…) anche all’Arma dei Carabinieri è noto lo stato mentale del G., che fu presto mandato [?] all’Ospedale della Trinità di Napoli e da quell’Ospedale venne mandato al Manicomio di Aversa, dove stette per quattro mesi. Come vede (…) quel povero giovane è incosciente, ed è perciò che io la prego di far risultare a che di [illeg.] le condizioni mentali dell’infelice mio figlio, e tenerlo in quella giusta considerazione che la condizione fisica del medesimo richiede. (…) Abbia compassione di una povera madre e sul suo Capo pioverà la benedizione del cielo…”.

 

Lettera della madre di D. F. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Secondigliano li 15 settembre 1917. (…) Illustrissimo Signor Direttore voi pensate ad aiutare al mio caro figlio che è lomtano dai suoi cari genitori e la Vergine SS. Vi da la salute (…). Signor Direttore io vi assicuro che mio figlio è stato senlore [?] un soldato Reale verso la Patria a fatto sembre il suo dovere ora vi ripete lo mette nelle vostre bracce perché non è lui finisco di scrivere con la penna e seguito a ringraziare con il cuore (…)”.

 

12 ottobre 1917: “Il Tribunale di guerra di Cremona ha pronunciato la seguente sentenza nella causa contro D. F. G. (…) accusato di insubordinazione (…) perché il 10 giugno 1917 in Piacenza, dopo di avere proferito parole ingiuriose all’indirizzo del Cap. Mag. T. U., Sergente T. e del Sottotenente Sig. G., inveiva contro costoro e li prendeva a schiaffi. OMISSIS Dichiara non farsi luogo a procedere nei riguardi di D. F. G. per avere agito in stato di totale infermità di mente ed ordina il suo ricovero in Manicomio Cremona (…)”.

 

Direttore del Manicomio di Cremona, nota 15 ottobre 1917: “egli è affetto da imbecillità depressiva e ha avuto vari episodi amenziali. Trovandosi sotto le armi, ha commesso gravi atti di violenza, per cui fu processato e, in seguito, a perizia psichiatrica, fu prosciolto per infermità totale di mente. L’ordinanza di assoluzione dispone che sia ricoverato a tempo indeterminato nel manicomio (…)”.

 

16 Ottobre 1917: trasferito all’Ospedale Militare per essere inviato al manicomio della sua provincia.

 

 

43.

Cartella clinica: D. F. G.

Numero d’Ingresso: 2550

Provenienza: Avenza (Montagnoso, Massa Carrara)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 28 maggio 1917

 

 

NOTE:

 

Telegramma 23 luglio 1917 dal maresciallo G., da Avenza, al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona: “Moglie soldt D. G. gravemente malata tifo pericolo vita desidera rivedere marito – stop”.

 

Il direttore del Manicomio, 25 luglio 1917: “fu sottoposto a procedimento giudiziario al Tribunale di Guerra di Cremona ed è stato prosciolto per totale infermità di mente. E’ affetto da epilessia psichica (…) inguaribile. Però si trova in condizione di poter vivere in famiglia”.

 

 

44.

Cartella clinica: D. T. A.

Numero d’Ingresso: 2558

Provenienza: Piazza S.Stefano (Como)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 05 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

09 giugno 1917: “Riassunto Anamnestico e Diagnosi: dalla anamnesi e dallo stato presente risultano tutte le caratteristiche del soggetto criminale. Fu già in Manicomio di Como in osservazione giudiziaria e ottenne il beneficio della infermità mentale. Intelligenza scarsa, senso morale deficiente. Diagnosi: imbecillità morale e intellettuale”.

 

45.

Cartella clinica: D. M.

Numero d’Ingresso: 2603

Provenienza: Bagnocavallo (Ravenna)

Soldato: 25° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 21 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

Dalla cartella clinica, 21 agosto 1917, DECORSO: “Entra in osservazione per la 1° volta, proveniente dalle locali carceri preventive militari. [Illeg.] all’ingresso è spaventato, impaurito, continua a tremare, non risponde a chi l’interroga [illeg.] dice solo: Io non so niente”.

 

“Tribunale di Guerra di Cremona – L’Avvocato Militare (…) nel procedimento CONTRO D.M. di Agostino e di P. Venusta, nato il 18 novembre 1896 a Bagnocavallo – Soldato nel 25° Fanteria IMPUTATO di diserzione dal Corpo In data 27 Giungo  ultimo il Comando Deposito 25° Fanteria denunziava a questo ufficio il prevenuto perché il 17 giugno si allontanava arbitrariamente dal Corpo rendendosi irreperibile. Attraverso le indagini esperite è rimasto accertato che il D. in un giorno imprecisato del giugno ultimo fu ricoverato alla Infermeria del Deposito e successivamente all’Ospedale Militare Principale di Piacenza dal quale fu dimesso il 31 Luglio con quattro mesi di licenza di convalescenza? Da un tale stato di cose consegue che la fatta denunzia debba attribuirsi ad un vero errore (…) P.Q.M. (…) RICHIEDE che il locale Comando di Presidio ORDINI di non doversi dare ulteriore corso all’esercizio dell’azione penale (…). Cremona 29 Agosto 1917”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 27 settembre 1917: “Fu accompagnato a codesto Carcere preventivo, per mezzo di infermiere, il soldato di contro distinto. Egli era a disposizione del Sig. Ufficiale Istruttore per una infrazione da cui è stato prosciolto e attualmente non ha più titolo per restare in Manicomio. Consta che ebbe una licenza di convalescenza di mesi 4 (…) e che ormai può essere inviato al suo domicilio”.

 

 

46.

Cartella clinica: D. G.

Numero d’Ingresso: 2578

Provenienza: Verona

Soldato: 10° Artiglieria

Ammesso: 06 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

“Tribunale di Guerra, Cremona, nel processo penale contro D. G. imputato di insubordinazione (…) ordina procedersi a perizia psichiatrica (…) per assodare: 1 – Se D. G. sia affetto da infermità mentale ed in qual grado; 2 – se il medesimo, nel momento di commessi reati oggi ascrittigli od in precedenza, si trovasse per tale infermità di mente, in condizioni psichiche tali da dover ritenere la di lui responsabilità [illeg.] attenuata od [illeg.]. Ordina che il prevenuto sia ricoverato (…) nel locale Manicomio Provinciale. Nomina a perito il Sig. Prof. Renato Rebizzi del Manicomio su detto. Cremona quattro agosto 1917”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 16 ottobre 1917: “Avendo ricevuta la lettera con cui mi si comunica la decisione del Consiglio di Revisione presso il Comando Supremo, circa la sentenza emessa contro il soldato D., mi si invita a darne partecipazione all’interessato (…). Ora debbo rilevare che io dimostrai, con la perizia psichiatrica, che il D. era pienamente punibile; egli in fatti evidentemente simulava sintomi di psicopatia”.

 

 

47.

Cartella clinica: E. V.

Numero d’Ingresso: 2511

Provenienza: Lodi

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 30 gennaio 1917

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Comandante interinale la Stazione dei Carabinieri di Pontevico (Brescia), 03 agosto 1916: “Oggi alle ore 14 nella Caserma Castello di questo distaccamento il soldato del 65° Fanteria E. V. (…) è stato colto da alienazione mentale. Dato il suo stato pericoloso per i militari e anche per la popolazione, per misure di sicurezza pubblica, su richiesta del Comando del Distaccamento si ordina che detto militare venga ricoverato al manicomio Provinciale di Cremona (…)”.

 

Lettera di E. V. del 05 gennaio 1917: “Carissima moglie con molto dispiacere ti faccio sapere che io mi trovo al manicomio di cremona per la terza volta cioè 2 volte che venglo [?] qua al manicomio di Cremona e una volta da borghese al manichomio di Mombello che sarebbero tre volte ti pare. Però cara moglie ti prego di non tantò pensare perché io sto un po più meglio, perché qui cè più quel Direttore ma bensì un altro più buono e mi fa la cura con delle polverine che mi fanno molto bene. Ti pregio [?] di salutarmi tanto il mio fratello quéllo chon via il braccio e dirli che io sto più bene e farmi sapere qualche cosa della mia gugina quella che si trova al Manicomio di Mombello e più sinceri saluti dal tuo per sempre marito E. V. attendo tue nuove cian ciam”. 

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 05 febbraio 1917: “Fu altra volta in questo Manicomio e non venne riconosciuto affetto da alienazione mentale. Anche questa volta è perfettamente lucido e orientato, non ha [illeg.] di allucinazioni né di idee deliranti, ha umore normale, si nutre e dorme regolarmente”.

 

 

48.

Cartella clinica: F. G.

Numero d’Ingresso: 2627

Provenienza: Milano

Soldato: 25° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 09 ottobre 1917

 

 

NOTE:

 

Lettera della moglie, 13 ottobre 1917: “Egregio Direttore Sarei a pregarla se potesse farmi il favore di sapermi dire se posso entrare nell’Ospedale Manicomio a trovare mio marito soldato F. G. Trovandomi a Milano, sarei dispiacente fare il viaggio inutilmente essendo occupata in negozio e avendo bambini. Sarà tanto gentile di acconsentirmi al desiderio di vedere mio marito”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 06 dicembre 1917: “N.B. Fu ammesso per ordinanza del Tribunale di Guerra. Consta che è stato assolto e viene ritirato dall’Autorità Militare per essere trasferito al Manicomio di Mombello permanendo che sia intervenuta la riforma”.

 

Nota del direttore del Manicomio del 26 settembre 1929 all’avvocato Odoardo Romita, legale in altro procedimento penale di F. G.: “F. G. fu Amilcare, d’anni 46, è stato ammesso in questo Ospedale il 9 ottobre 1917, fu riconosciuto affetto da infermità mentale in forma di alcoolismo cronico e fu dimesso il 6 dicembre 1917”.

 

 

49.

Cartella clinica: F. A.

Numero d’Ingresso: 5242

Provenienza: Adornò (Catania)

Soldato: 247° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 05 maggio 1917

 

 

NOTE:

 

16 maggio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ di umore notevolmente depresso e ha qualche allucinazione della cenestesi su cui basa un delirio ipocondriaco. Si crede assai gravemente malato a carico di tutti i visceri toracici e addominali, a carico delle articolazioni, ecc. La depressione dell’umore e la profonda convinzione delirante ipocondriaca, gli fanno desiderare la morte. Dal lato somatico è in condizioni di grave decadimento, che però solo in parte giustifica le intense sofferenze psicogene. Diagnosi: Melancolia ipocondriaca”.

 

Lettera della moglie al direttore del Manicomio di Cremona, 23 luglio 1917: “Illustrissimo Signor Direttore del Manicomio Provinciale di Cremona. La sottoscritta , moglie del soldato A. F. di Domenico, ricoverato in codesto Manicomio, non vede il proprio marito da quasi dieci mesi. Il desiderio naturale di rivederlo è reso più acuto dal saperlo malato (…). La sottoscritta, se ne avesse i mezzi, non esiterebbe ad affrontare oltre che la spesa i disagi di un lungo viaggio, ma non lo può. Epperò si rivolge al cuore più che alla ragione della I.S.V. che sarà anche padre di famiglia per pregarla di volermi [?] aiutare in questa contingenza. Chi sa anche che il rivedere le persone care non possa esercitare un’influenza benefica sulla ragione del povero malato! (…)”.

 

Lettera della moglie al direttore del Manicomio di Cremona: “Adornò 23/[illeg.] Signor Direttore Per mezzo dell’Unione insegnanti di questo comune ho ricevuto risposta ad un mio telegramma tendente a sapere notizie di mio marito F. A. degente in codesto manicomio; dopo questo telegramma nessuna altra notizia mi è pervenuta e sto in grandissimo pensiero per la salute del mio adorato sposo. Ora prego V.S. Illustrissima di volermi rispondere (…) e dirmi sinceramente lo stato del detto militare ed il perché non mi scrive più, mentre prima scriveva spesso, forse il suo stato mentale non gli fa ricordare la sposa amata ed i suoi figlioletti che sempre lo cercano. Signor Direttore la prego per quanto ha di più caro al mondo di rispondermi (…)”.

 

 

50.

Cartella clinica: F. A.

Numero d’Ingresso: 2531

Provenienza: Vho (Cremona)

Soldato: Distretto Militare di Cremona

Ammesso: 29 marzo 1917

 

 

NOTE:

 

Copia dell’esame psichiatrico [non firmato, ma di Renato Rebizzi] accluso alla cartella clinica, 09 maggio 1917: “Non risultano precedenti morbosi ereditari né personali degni di nota riguardo il soldato F. A. Fu qui ricoverato il 29 marzo 1917 in base a certificato medico che deponeva sulla incoerenza degli atti e dei discorsi del F. Qui si presentava in una condizione che si mantenne per circa 15 giorni, [illeg.] attenuandosi gradatamente e fu riassunta nella relazione per il Sig. Procuratore del Re in data 12 aprile 1917: ‘In data 17 aprile 1917 in base a questa relazione il Tribunale autorizzò l’ammissione in via definitiva. Specificando maggiormente, riferisco che il F. fu qui accolto in condizioni somatiche normali eccetto che presentava segni d’intossicazione d’origine gastro intestinale, cui in gran parte doveva attribuirsi l’insorgenza dell’episodio di psicopatia. Questo consisteva in un esaltamento dell’umore, per cui il malato era logorroico, in preda ad inquietudine motoria, con qualche tendenza a idee deliranti di persecuzione e sopra tutto con la tendenza a un eccessivo concetto della sua forza e dei suoi presunti diritti. Era assai esigente, minacciava di rompere la testa a tutti, di rompere tutti i vetri e tutti gli oggetti, buttava via il vitto perché non lo considerava degno di lui. Si vantava di un atto energico compiuto quando era stato messo in vettura, cioè di avere sfondato col capo i cristalli e di essersi buttato di sotto; infatti aveva tutto il capo segnato di innumerevoli tagli prodottisi evidentemente coi vetri. Come spesso accade in questa forma morbosa, aveva momenti in cui all’esaltamento subentrava la depressione e allora accennava a un delirio ipocondriaco. Diceva di essere molto malato e che per questo era stato a casa sua parecchio tempo in letto. Era sicuro che presto sarebbe morto e affermava che intanto non poteva nutrirsi se non col latte; ma di questo esigeva molti litri al giorno. Con la cura opportuna del tubo digerente e qualche bagno prolungato, ha incominciato a mettersi tranquillo ed è rimasto in uno stato di vera e propria euforia. Si sentiva in ottima salute, trovava ottimo il vitto, il locale e tutto il trattamento, non si stancava mai di dire che era in paradiso. Man mano anche questi fenomeni si sono dileguati e nel paziente non si poteva rilevare che una certa deficienza affettiva, deficienza volitiva sopra tutto debolezza di criterio evidentemente di natura originaria. In seguito lucido e orientato durante tutta la degenza. Si deve pertanto confermare la diagnosi di esaltamento maniaco in soggetto frenastenico. Quando uscì dal Manicomio era di questo stato e fu dimesso in prova, pur migliorando non guarito, perché, pare essendo scomparsi [illeg.] di esaltamento persisteva la condizione di lieve imbecillità che non è suscettibile di guarigione. In questi casi si prende sempre in esame il quesito della simulazione. Ma il F. evidentemente non è un simulatore. I fatti i fenomeni che ha presentati costituiscono una sindrome psico[illeg.]tica [illeg.] che il soggetto non poteva conoscere né esattamente simulare in ogni dettaglio, frequentissimi sono nel frenastenici, cioè nei deficienti in genere gli episodi di esaltamento e di confusione mentale. Tutti i più fini esami che si sogliono fare in questi casi deponevano per l’esistenza di una vera e propria malattia mentale. Riguardo alla punibilità o meno del paziente, visto lo stadio in cui si presentava la malattia, si doveva dedurre che questa durasse da tempo; il fatto di essersi egli sottratto ai suoi obblighi di servizio militare non può non costituire un sintomo della malattia mentale. Egli si giudicava, a momenti, gravemente infermo, a momenti era invaso da eccitamento psico-motorio che non poteva permettergli di sottostare a nessun obbligo. Dunque il F. è impunibile, perché ha agito in una condizione di infermità mentale che gli toglieva totalmente la coscienza e la libertà dei propri atti. Al momento in cui uscì dal Manicomio era perfettamente innocuo, in condizioni cioè da poter restare fuori dell’Istituto; ma, essendo individuo affetto da tale gracilità psichica da poter presentare episodi pericolosi di squilibrio, non è adatto a sottostare a una severa disciplina”.

 

12 agosto 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soggetto che presenta evidente limitazione globale dell’attività psichica, particolarmente del criterio. E’ venuto qui in preda a vivo esalamento; era minaccioso contro le persone e gli oggetti; prepotente, loquace, esagerato in ogni manifestazione, sia di scontento sia di soddisfazione. Ora tende a calmarsi rapidamente. Diagnosi: Esaltamento maniaco in soggetto frenastenico”.

 

Nota dell’Ufficiale Sanitario del Comune di Piadena, 15 aprile 1940: “In relazione al controllo in oggetto, certifico che F. A. di Davide dimesso da Codesto Ospedale Psichiatrico il 29 VI 1917 ha sofferto (…) di ernia strozzata non ha commesso e non ha minacciato di violenze contro se e gli altri: è piuttosto solitario, e si deve ritenere dal lato mentale migliorato”.

 

 

51.

Cartella clinica: F. E.

Numero d’Ingresso: 2535

Provenienza: Stagno Lombardo (Cremona)

Soldato: 3° Artiglieria da Montagna

Ammesso: 08 aprile 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del Comando Militare nella Stazione ferroviaria di Cremona, 08 aprile 1917: “Alla Direzione dell’Infermeria Presidiarla. Cremona. Oggi alle ore 16,20 dal treno viaggiatori 2779 proveniente da Codogno scendeva in questa stazione un militare mezzo svestito il quale cominciò a smaniare dando segni di pazzia. Fu subito preso dai carabinieri di servizio e per disposizione di questo Comando messo in una vettura pubblica per essere condotto a codesta infermeria. Non fu possibile l’identificazione non possedendo il militare alcun documento. (…) Il Capo conduttore del treno (…) asserì che il militare proveniva da Milano e fu anzi da lui trovato senza biglietto (…) per cui gli fece pagare la somma di L. 6.35 (…)”.

 

Nota del 3° Reggimento Artiglieria da Montagna, Ufficio Centro Como, 13 Aprile 1917: “F. E. si assentò arbitrariamente dalla Caserma sprovvisto di permesso. Non ha mai dato occasione di poter constatare di aver dato segni di pazzia. Siccome la mancanza non è giustificata è stato denunciato disertore e quindi si prega di volerlo tenere in osservazione colle dovute cautele”.

 

01 maggio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Essendo soldato, si assentò arbitrariamente dalla caserma e venne da Como a Cremona, ove scese nella stazione semi-vestito e in preda a viva agitazione motoria. Condotto al Manicomio, ha presentato una sindrome mista di depressione dell’umore e di esalamento maniaco che incomincia ora a sedarsi. Presenta inoltre notevole limitazione di tutte le facoltà mentali di natura congenita. Risulta che, pur non essendo mai stato in questo Manicomio, presentò altra volta analoga alterazione psichica. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva in soggetto frenastenico”.

 

Nota del Direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona, 25 novembre 1942: “Il Direttore (…) certifica che F. E., di Emilio e di A. Maria, nato il 21 maggio 1897 a Stagno Lombardo, ivi domiciliato, celibe, agricoltore, è stato degente in questo Ospedale dall’8 Aprile al 5 agosto 1917 per psicosi maniaco-depressiva, malattia cui può influire l’ereditarietà. (…) Si rilascia il presente certificato, coll’assenso del Presidente del Tribunale, ai Carabinieri Reali di Cremona”.

 

 

Figura 5

“Ciò che succedeva in Porto Arturo, mentre cadeva la sera, di una burascosa giornata.

Cremona 9 – 11 – 911”

 

52.

Cartella clinica: G. L.

Numero d’Ingresso: 2621

Provenienza: Capergnanica (Cremona)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 19 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

Comunicazione dell’Ufficio Infermeria del Corpo, 19 settembre 1917: “Il soldato G. L. (…) individuo epilettoide e già riconosciuto come tale, attualmente lo si ritiene affetto da mania di persecuzione. Essendo di pericolo, più che a se, agli altri, si invia al Manicomio Provinciale di Cremona per l’accertamento e pei provvedimenti del caso”.

 

29 settembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato già riconosciuto affetto da psiconevrosi. Nel Manicomio presenta accessi di inquietudine di cui non serba nessun ricordo e fasi di delirio persecutorio [illeg.] segnata da amnesia. Ha stigme che depongono per una costituzione epilettica pur non essendo mai caduto in preda ad accessi convulsivi. Diagnosi: Epilessia psichica”.

 

 

53.

Cartella clinica: S. F.

Numero d’Ingresso: 2507

Provenienza: Siderno (Reggio Calabria)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 24 gennaio 1917

 

 

NOTE:

 

08 febbbraio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta torpore che pugnacemente ha raggiunto il grado di condizione stuporosa. Se viene piuttosto intensamente stimolato, manifesta profonda depressione della affettività ed evidente intoppo psichico. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Nota del Comando Deposito 65° Reggimento di Fanteria, 21 febbraio 1917: “Nel mentre questo Comando da assicurazione che sarà provveduto pel ritiro del Soldato in oggetto, gradirebbe conoscere se date le sue facoltà mentali può essere senza pregiudizio avviato nel 215° Reggimento di Fanteria in zona di operazione”.

 

Nota del 25 febbraio 1917 del direttore del Manicomio, dottor Renato Rebizzi, al Comandante del Deposito del 65° Fanteria: “Alla domanda della S.V.I. se, date le facoltà mentali del soldato S. F., questi possa essere senza pregiudizio avviato in zona di guerra, mi prego di rispondere quanto segue: S. F. ha presentato fenomeni gravi di frenosi depressiva per cui era pericoloso a sé e agli altri. Gradatamente è migliorato a tal punto da non avere più titolo per restare in Manicomio. Però non si potrebbe che dimettere che in prova (…). Una completa guarigione (…) ritengo che non si otterrà tanto presto. (…) Dunque è da ritenere che non si possa inviare in zona di operazioni senza pericolo per chi abbia contatto con lui. Uscito dal Manicomio come convalescente, potrebbe bensì, previa riforma o meno, essere depositato nelle carceri se deve scontare un anno di condanna, come mi risulterebbe”.

 

Nota del Medico militare, Ospedale Militare Succursale di Riserva di Cremona, 14 aprile 1917: “Il soldato S. F. appena presentatosi a questo ospedale à dato segni di non esser completamente guarito dalla alienazione mentale che l’ha colpito. Impossibile ricoverarlo in questo ospedale poiché non si dispone di reparto adatto a ricoverare simili infermi. Si consiglia il rinvio in manicomio”.

 

Nota del Comandante del Deposito del 65° Reggimento di Fanteria al direttore del Manicomio provinciale di Cremona, 14 aprile 1917: “Come da accordi verbali si rinvia a codesto D.re Manicomio il soldato G. con preghiera di sottoporlo a nuova osservazione, e in caso di simulazione di malattia si prega farne regolare rapporto perché questo Comando possa fare la denuncia prescritta al locale Tribunale di Guerra”.

 

Nota del Sindaco di Siderno al direttore del Manicomio di Cremona, 10 maggio 1917: “Nel marzo venne rinchiuso in codesto Manicomio il soldato del 65° Fanteria G. F. Poiché non si ebbero di lui più notizie e la famiglia ne è preoccupatissima, prego S.V. darmene informazioni”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 18 settembre 1917: “Richiamando una pratica pendente sul soldato G. F. confermo che egli è talmente migliorato nelle sue condizioni psichiche, da non offrire più titolo alcuno per restare in Manicomio. Egli incorse in una condanna prima che si ammalasse e fosse qui ricoverato. Ma, essendosi [illg.] dileguata stabilmente la psicopatia acuta che richiese il ricovero nel manicomio, il G. rimane uno squilibrato, [illeg.] a essere inviato in zona operazioni, perché facilissimo a ricadere in una stato di alienazione mentale. Pertanto si deve giudicare inabile alle fatiche di guerra, mentre può essere tradotto in un reclusorio a espiare la pena ai sensi dell’art.8 della circolare 55000 del Comando Supremo sulla sospensione delle pene”.

 

“Spett. Direzione Ospedale Psichiatrico provinciale, Cremona. Io sottoscritto, G. F. fu Pietro e fu p. A. Maria nato a Siderno il 12.06.1895 (…) chiedo un certificato attestante il mio ricovero 1916-1917 – l’ente che ha disposto il mio ricovero – e la relativa malattia, affinché io possa far valere i miei diritti quale invalido di guerra e ferito di guerra. Ringrazio ed ossequio. Siderno Sup. 20 ottobre 1962”.

 

 

54.

Cartella clinica: G. A.

Numero d’Ingresso: 2566

Provenienza: Barbarano Romano (Roma)

Soldato: 26° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 20 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

20 giugno 1917, Decorso: “Entra in Manicomio proveniente dalla carceri militari per essere sottoposto a perizia psichiatrica per ordine del Tribunale di guerra di Cremona. L’A. all’ingresso è tranquillo, appare subito al solo vederlo e sentirlo parlare la spiccata deficienza intellettuale dell’individuo e la mancanza quasi di [illeg.] critico. Guarda in faccia come inebetito chi lo interroga magari senza rispondere o ridendo vociosamente [?], senza esprimere desiderio alcuno, non affettività. Sta quasi sempre a [illeg.], non prende parte a discorsi, a giochi. All’entrata presentava esu[illeg.] che venne curata (…)”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 12 luglio 1917: “ G. A. ammesso in osservazione il 20 giugno 1917 è stato riconosciuto affetto da imbecillità intellettuale e morale”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 27 luglio 1917: G. A. “avendo raggiunto un notevole grado di miglioramento è stato dimesso il 26 luglio corr. e consegnato all’Arma dei R.R. Carabinieri per essere ricondotto alla carceri militari in attesa di Giudizio”.

 

 

55.

Cartella clinica: G. E.

Numero d’Ingresso: 2618

Provenienza: Milano

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 14 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

22 ottobre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che ha temperamento neuropatico, ma è esente da sintomi di alienazione mentale. In fatti nel Manicomio si mantiene lucido, orientato, coerente con memoria normale. Intelligenza un po’ scarsa, ma non si ha traccia di idee deliranti né di allucinazioni”.

 

Dalla cartella clinica: “Diagnosi: non ritenuto alienato”.

 

Nota del direttore del Manicomio al Comandante del 65° Reggimento di Fanteria, 20 ottobre 1917: “ Informo la S. V. che il soldato di contro distinto quando entrò in questo istituto presentava alcuni sintomi di neuropatia tosto dileguatisi. Non soffre nessun sintomo di alienazione mentale e tende ad esagerare le molestie inerenti la sua costituzione neuropatica. Si potrà ritenere inabile alle pratiche di guerra, ma non ha nessun titolo per restare in manicomio”.

 

 

56.

Cartella clinica: G. G.

Numero d’Ingresso: 2537

Provenienza: Santorso (Schio-Vicenza)

Soldato: Caporale, 6° Alpini

Ammesso: 24 aprile 1917.

 

 

NOTE:

 

Comunicazione dell’Ospedale Militare Succursale di Riserva – Cremona, 23 aprile 1917: “Viene trasportato alle ore 23 dai RR Carabinieri di pescarolo in questo Ospedale M.re vestito della tenuta di Alpino portante i gradi di Caporale che venne trovato oggi alle ore 17 (…) in preda a delirio; da carte trovate addosso al militare e dalle informazioni dello stesso fornito appare trattarsi del Caporale del 6° Alpini G. G. (…). Detto militare presenta segni di alienazione mentale e giudicatolo pericoloso a sé e agli altri si giudica necessario il suo immediato ricovero in Manicomio. Presenta inoltre ferita lacero contusa alla regione sopraccigliare sinistra interessante i tessuti molli della lunghezza di 3 cm circa (…); esse furono prodotto certamente da corpo contundente e datano a non meno di sei o sette ore”.

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“24 aprile. Entrato in osservazione. Confuso. Olio ricino. Il sale. (…)

27 aprile. Bagni Prolungati.

30 aprile. Sempre disorientato. (…)

06 maggio. Sempre confuso.

07 maggio. Continua il bagno prolungato.

08 maggio. Interoclisma.

09 maggio. Prende il Salolo [?]. (…)

12 maggio. Interoclisma, si alza dopo pranzo.

13 maggio. Sospeso il Bagno Prolungato.

16 maggio. Interoclisma (…)

26 maggio. Sempre confuso (…).

06 giugno. Dimesso”.

 

16 maggio 1916, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Venuto qui in preda a gravissima confusione psichica, con disorientamento completo, allucinazioni terrifiche, delirio incoerente [?], agitazione motoria, ha incominciato da qualche giorno ad acquistare gradatamente una certa lucidità e a calmarsi nelle manifestazioni di irritazione psico-sensoria e motoria. Rimane ancora parzialmente confuso. Diagnosi: Amenza”.

 

Nota della moglie al direttore del Manicomio di Cremona: “Santorso, 12 luglio 1917. Illustrissimo signor Direttore, Approfitto della sua bontà per disturbarla ancora una volta. Prima però vengo a ringraziarla per le premure avute verso mio marito (…). Ora egli è quasi ristabilito, e non da più segno della minima alienazione. Come si vede fu più che altro la passione di casa e le disgrazie che colà in poco tempo accaddero. Ed ora passiamo all’argomento. Or è un mese, mio marito G. G., usciva dall’Ospedale per essere portato al S.Felice di Vicenza. Alla sua partenza, era accompagnato da due militi appositamente comandati da codesto Ospedale Provinciale, per sorveglianza. Costoro portavano seco due tascapani, in uno dei quali era stata messa la corrispondenza che mio marito aveva depositata quando era entrato in quell’Ospedale.  Quando furono a Vicenza, non ci veniva restituito a lui che una parte di detta corrispondenza, e fra quella mancante vi è pure un vaglia di lire venticinque (…). Vorrei pregarla perciò si potesse, ancora per stavolta interessarsi di ciò, e, se del caso interrogare i due militi che lo accompagnavano fino a Vicenza, i quali, a detta di mio marito, quando arrivarono a Vicenza, prima di accompagnarlo al S.Felice, lo fecero camminare per la città in mezzo a tanta gente da farlo, benché allora alquanto malato, venir meno, dato che egli se n’era accorto di esse in uno stato deplorevole da farsi guardar [illeg.]”.

 

 

57.

Cartella clinica: M. R.

Numero d’Ingresso: 2568

Provenienza: Soriano (Catanzaro)

Soldato: 20° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 21 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

21 giugno 1917, Decorso: “Proviene dall’Ospedale Militare Succursale di Riserva di Cremona. Entra in osservazione per la 1a volta. E’ gravemente depresso, sta rannicchiato in letto, non parla, non si cura dell’ambiente, dei compagni (…)”.

 

Lettera della sorella della moglie di M. R. al direttore dell’Ospedale Militare di Cremona: “ Soriano Cal. li 23-6-917. Faccio seguito al mio telegramma odierno, con preghiera (…) non solo a darmi esatte informazioni del sold. M. R., ricoverato presso codesto ospedale; ma acconsentirmi qual favore chiedo a consigliarmi in caso la migliore via a poter apportare miglioramento e sollievo al suddetto. Non voglio trattenerlo sul dispiacere, ed in quale orgasmo si vive, sapendolo sofferente e non conoscere in quali condizioni versa; ma basta solo pensare che sono trascorsi 40 giorni senza avere sue notizie, per convincermi del suo stato di gravità. (…) faccio appello alla S. V. acconsentirmi giusto il desiderio dell’intera famiglia, se crede possibile il trasferimento a qualche ospedale vicino, così ci eviterebbe un disastroso viaggio a visitarlo. (…) Se crede poi, anziché trasferirlo ad un ospedale vicino, è preferibile mandarlo a casa, per poter anticipare la guarigione, mi consiglierete il da fare, mentre a me non rimane che ringraziarla anticipatamente”.

 

Luglio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta grave depressione psichica, rifiuta il cibo, tende al suicidio, è allucinato e affetto da visioni idee deliranti di rovina, di condanna e di persecuzione. Condizioni di nutrizione generale scadentissime. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

 

58.

Cartella clinica: M. G.

Numero d’Ingresso: 2595

Provenienza: Treviglio (Bergamo)

Soldato: 72° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 03 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

Proveniente dalle Carceri Militari di Cremona. Imputato presso il Tribunale di Guerra di Cremona di “diserzione e falso in atti”. Inviato al Manicomio in osservazione e per una perizia psichiatrica.

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“02 agosto. Entrato in osservazione. Tranquillo.

03 agosto. Olio di ricino. (…)

06 agosto. Ordinato la doccia.

07 agosto. Prende le gocce di tintura Stofanto [?].

10 agosto. Sospeso la doccia.

11 agosto. Alzato dopo pranzo (…)

24 agosto. Alzato per essere interrogato dal tenente del Tribunale, rimesso in letto, molto inquieto battuto la testa contro il muro, à offeso il furiere. (…)

31 agosto. Si sono offesi con lo malato Bodini. (…)

02 ottobre. Dimesso”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 03 ottobre 1917: “ M. G. (…) di anni 19 di stato civile celibe ammesso in questo Manicomio il 3 agosto 1917 è stato ritirato il 2 corrente ottobre dall’autorità militare per essere ricondotto alle carceri in attesa di giudizio”.

 

 

59.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2596

Provenienza: Mirandola (Modena)

Soldato: 10° Artiglieria da Fortezza

Ammesso: 03 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“03 agosto. Entrato in osservazione. Tranquillo.

05 agosto. Ostinato. Non vuol prendere il purgante. (…)

19 agosto. Alzato dopo pranzo. (…)

30 agosto. Rimasto in letto inquieto.

04 settembre. Nessun infermiere non poteva entrare in camerino, voleva minacciarli col pitale. A’ minacciato con un pugno l’infermiere G. V.

08 settembre. Internato”.

 

“Il Tribunale di guerra di Cremona ha pronunciato la seguente sentenza nella causa contro M. A. (…) accusato: a) diserzione (…) perché il 03 marzo 1917, in Piacenza, si allontanava arbitrariamente dal Corpo venendo arrestato il 10 successivo – b) insubordinazione con vie di fatto contro superiori non ufficiali perché il 02 agosto 1917, dal carcere militare preventivo di Cremona, dopo avere rivolto insulti al sergente P. G. ed al caporale S. G., colpiva costoro con calci e lanciava per offendere la brocca dell’acqua. OMISSIS Dichiara non farsi luogo a procedere contro M. A. per inesistenza di reato, ricoverarsi il medesimo M. in Manicomio perché pericoloso. Cremona, 18 ottobre 1917”.

 

Nota del direttore del Manicomio di San Lazzaro, Reggio Emilia, Guicciardi, al direttore del Manicomio di Cremona, 04 settembre 1917: “Il Soldato M. A. il 31 maggio u.s. venne trasferito a questo Stabilimento dall’Ospedale Militare Morigi di Piacenza colla diagnosi provvisoria di ‘forme demenziale’ (?) non dipendente da causa di servizio. Dai documenti che lo accompagnavano risulta in merito quanto segue: Non ha precedenti ereditari. Egli prima di andare soldato è sempre stato bene, non aveva vizi, s’occupava al lavoro con mediocre intelligenza, ma con assiduità. Soltanto nell’ultima licenza ‘impressionato dal lungo periodo della vita militare, fu preso da attacchi nervosi che procurarono una debolezza mentale, tanto che i Carabinieri dovettero intervenire per tradurlo a Piacenza, terminata la licenza’ (Informazioni dei RR. CC. Di Mirandola 22.2.1917, n.872). Il Mod. Inform. dell’Ospedale Militare di Piacenza (28.5.1917) riferisce: ‘Sarebbe stato ricoverato al Reparto Psichiatrico di S. Osvaldo (Udine) vari mesi oro sono, mentre trovatasi al fronte. Scaduta la licenza di convalescenza accordatagli, venne accompagnato dai RR. Carabinieri a questo Ospedale. Passato al Corpo, è fuggito a casa sua, motivo per cui trovasi in attesa di giudizio’. A Piacenza risultò irrequieto e confuso, forse allucinato. Faceva discorsi sconclusionati. Manifestava idee vaghe di persecuzione e propositi di suicidio. A Reggio è stato sempre tranquillo, solo molto chiuso e aspro, quasi sempre taciturno. Data anche la relativamente breve degenza, il suo complessivo contegno non è riuscito ad eliminare il sospetto che si trattasse di un caso di simulazione di pazzia”.

 

 

60.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2702

Provenienza: Villimpenta (Mantova)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 26 novembre 1917

 

 

NOTE:

 

18 dicembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che cominciò col presentare idee deliranti a contenuto persecutorio e depressione dell’umore. [illeg.] è venuta in preda a depressione grave, allucinazioni terrifiche e idee deliranti di rovina e di persecuzione. Diagnosi: frenosi depressiva”.

 

Nota del Colonnello medico dell’Ospedale Militare Succursale di Riserva al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 22 dicembre 1917: “Pregiasi comunicare alla S.V. Illma che oggi venne riformato per alienazione mentale non dipendente da cause di servizio il soldato del 65 Regg. Fanteria M. A. (…)”.

 

 

61.

Cartella clinica: M. M.

Numero d’Ingresso: 2592

Provenienza: Deliceto (Foggia)

Soldato: 4° Artiglieria, 1° Batteria

Ammesso: 31 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Frenocomio di Reggio Emilia, Guicciardi, al direttore del Manicomio di Cremona, 12 agosto 1917: “Il soldato M. M. (…) nel novembre 1916 per fatti nervosi e psichici è stato Ricoverato nel Reparto Psichiatrico di Imola; dal 3 giugno al 17 luglio 1917 è stato degente in questo Stabilimento per disturbi nevrastenici. A quest’ultima data venne a mezzo dei RR. CC. tradotto al Carcere Militare Preventivo di Cremona, dovendo rispondere del reato d’insubordinazione. A Cremona, nel maggio u.s., trovandosi presso il Deposito del 4 Regg. d’Artigl. da Campagna, aveva presentato depressione alternata a fasi di agitazione ansiosa. Durante una di queste aveva fatti tentativi di suicidio. Qui si mostrò sempre tranquillo e ordinato, soltanto era depresso d’umore, molto sensibile, vivamente impressionabile. Presentava un certo grado di deperimento generale con oligoemia. A quanto sembra il padre è alcolizzato e tre zii materni sarebbero morti per suicidio”.

 

09 settembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Eredità molto compromessa. Scarso sviluppo psichico. Alternative di profonda depressione e di esalamento dell’umore. Svariate ossessioni e fobie per cui si rende pericoloso a sé e agli altri. Sintomi obiettivi di grave esauribilità neuro-muscolare. Diagnosi: Nevrastenia costituzionale”.

 

15 settembre 1917: “Dimesso e sistemato in esperimento dall’Autorità militare”.

 

Lettera del ricoverato M. M. al direttore del Manicomio di Cremona: “Napoli 28-2-18. Illmo. Signor Direttore, Poiché il 15 Marzo dovrei presentarmi al mio reggimento a Cremona vengo con questa a chiederle una cortesia, la quale, e ne sono sicuro, non mi sarà negata dalla sua bontà. Sebbene mi sia curato in questi mesi di convalescenza, purtroppo me ne accorgo che non vi è alcun principio di guarigione per la mia nevrastenia. Ora appunto un certificato di questa mia malattia vengo a chiederle, a lei che mi ha curato e per molto nel suo ospedale. In attesa di un suo sollecito riscontro, distintamente la saluto. Dev.mo M.M.”

 

 

Figura 6

“Aventino Romano Piccolo vapore Italiano.

Cremona – 11 – 911”

 

62.

Cartella clinica: M. E.

Numero d’Ingresso: 2582

Provenienza: Curtarolo (Padova)

Soldato: 72° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 11 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

“Tribunale di Guerra di Cremona – L’Avvocato Militare (…) nel procedimento contro M. E. (…) detenuto e ricoverato al Manicomio di Cremona IMPUTATO di diserzione perché assentatosi abusivamente dal Corpo il 29 Aprile 1917 e rientrato il 15 maggio 1917 (…). Letti gli atti del processo: Ritenuto che l’imputato lasciando la caserma del Deposito del 72° Fanteria a Mantova fuggiva a casa sua a Curtarolo e che, ricondotto dal padre, si rendeva poi al suo Corpo. In pari tempo il Sindaco di Curtarolo (…) informava che il M. era sempre stato uno squilibrato, che il fratello della madre, tale A. Giuseppe si era suicidato gettandosi dalla finestra e che un altro fratello A. Francesco si era gettato nel fiume Brenta a scopo suicida, e che, salvato, si era poi ucciso con un colpo di rivoltella a Piacenza – Tradotto il M. nelle carceri militari ed interrogato dall’Ufficiale Istruttore non fu possibile ottenere da lui nessuna risposta, essendosi ripetutamente abbandonato a crisi di pianto. Avendo dato segni di alienazione mentale questo ufficio stimò opportuno ordinarne il ricovero al manicomio di Cremona, ove trovasi tuttora degente e sottoporlo ad osservazione psichiatrica, delegando per la perizia il Prof. REBIZZI (…). Il responso del perito, riassunto in una accuratissima relazione (…) conclude la sua diagnosi affermando che l’imputato è affetto da frenosi depressiva. Esso esclude completamente la simulazione perché nel lungo periodo di osservazione (dal 9 luglio al 6 agosto 1917) ogni espediente suggerito dalla tecnica psichiatrica ed ogni esperimento hanno confermato la giustezza del diagnostico. (…) Venendo al giudizio prognostico, il perito osserva che il M. affetto da malattia mentale acuta, guaribile, che generalmente dura fino a circa otto mesi, ma che, essendo egli, un soggetto frenastenico, la malattia stessa è destinata a non breve a rinnovarsi. Per ora esso trovasi sempre sotto l’influsso della psicosi periodica, di cui è colpito, onde non potrebbe neppure dimettersi dal manicomio. (…) P.Q.M. Visti gli art.56, 544, C.P. Es. e 26 Regolamento sulla Giustizia Militare in Zona di Guerra . – Chiede al Comando del Presidio di dichiarare non doversi dare ulteriore corso all’esercizio dell’azione penale nei riguardi di M. E. Cremona 13 Agosto 1917”. 

 

31 agosto 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Eredità compromessa; deficiente fin dalla nascita. Si è ammalato di grave melancolia con allucinazioni e idee deliranti. E’ stato prosciolto da imputazione di diserzione per parte di questo Tribunale di Guerra, a motivo di infermità di mente. Diagnosi: Frenosi depressiva in soggetto frenastenico”.

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“11 luglio. Entrato in osservazione. Tranquillo.

12 luglio Depresso. Olio ricino. (…)

15 luglio. Non parla.

16 luglio. Mangia poco. (…)

23 luglio. Non parla, mangia poco.

27 luglio. Alzato dopo pranzo (…).

30 luglio. Rimane in letto, Melanconico, non parla.

02 agosto. Ostinato non vuol fare il bagno.

03 agosto. Internato”.

 

 

63.

Cartella clinica: M. G.B.

Numero d’Ingresso: 2576

Provenienza: Capralba (Cremona)

Soldato: 49° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 13 febbraio 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al Presidente della Deputazione Provinciale, 06 febbraio 1917: “Riferisco a titolo d’informazione che la famiglia di M. …….. soldato …….. ricoverato nel Manicomio di Collegno (Torino) avendo saputo che il detto M. è stato riformato e sarà quanto prima trasferito al M.mio di Cremona, chiede con insistenza che, invece, il malato sia condotto al M.mio di Crema, ove potrebbe essere confortato da visite frequenti dei parenti. Trattandosi di un malato che fu già soggetto a lunga osservazione e cura in Manicomio e che si ritiene non sia più affetto da forma morbosa acuta, ritengo che convenga concedere ora quanto è richiesta per non concederlo poi, in seguito ad altre insistenze, affrontando l’onere di un viaggio da Cremona a Crema”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Collegno, Torino, 09 febbraio 1917: “Estratto di ‘Storia Clinica’ di M. G. (…) soldato riformato, entrato nel Manicomio di Collegno li 13 settembre 1916: Proveniente dall’Ospedale Militare Prov.le di Torino con certificato medico che lo dichiarava affetto da ‘depressione a tinta malinconica con grave adinanismo, immobilità, mutismo ecc.’. Si dice ancora che non mangia spontaneamente, si insudicia nel letto; è subcosciente, disordinato, ecc. 13-9-1916: All’entrata è in stato di depressione mentale e di disorientamento in quanto al luogo in cui si trova. 28-9-1916: Si fa diagnosi di ‘confusione mentale’. 15-10-1916: Si nutre, ancora poco; ma in complesso alquanto migliorato. 9-2-1917: Attualmente tranquillo, relativamente ordinato e cosciente. Le sue condizioni fisiche sono migliorate da permettere il suo trasferimento al Manicomio di Cremona”. 

 

13 febbraio 1917: “Trasferito qua dal Manicomio di Collegno (Torino). L’ A. è in condizioni tali da essere subito dimesso e consegnato alla famiglia (…)”.

 

 

64.

Cartella clinica: N. D.

Numero d’Ingresso: 2549

Provenienza: Firenze

Soldato: 4° Artiglieria da Campagna

Ammesso: 28 maggio 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del Tenente medico dell’Infermeria Presidiaria, 27 maggio 1917: “Si prega codesta Direzione di voler ricoverare il soldato di questo reggimento N. D. il quale già ricoverato alla locale Infermeria Presidiaria, per una piaga al polpaccio destro, dava in escandescenze rendendosi pericoloso a sé ed agli altri. Rifiutandosi ora di entrare all’infermeria del Corpo e ritenendosi necessario il suo isolamento, onde prevenire certi suoi tratti furiosi che si ripetono di frequente, si crede opportuno prendere il sopra accennato provvedimento”.

 

09 giugno 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Soffre di vertigini, assenze, impulsi ambulatori e presenta stigme fisiche e psichiche di epilessia. Non eccessi convulsivi. Diagnosi: Epilessia psichica”.

 

 

65.

Cartella clinica: N. A.

Numero d’Ingresso: 2593

Provenienza: Vaprio d’Adda (Milano)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 02 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

Nota 02 agosto 1917, Ufficio Maggiorità dell’Ospedale Militare Succursale di Riserva, Cremona: “Al Sig. Direttore del Manicomio Prov. Cremona. Oggetto: Rapporto Medico. Viene trasportato dalle guardie comunali alle ore 14 circa un individuo trovato nudo tutto intriso di sterco, a correre per le vie di città. Pare si sia gettato contro una vetrina d’uno dei negozi della città fracassandola. Viene trattenuto e viene sottoposto a doccia fredda di pulizia. Dopo di ciò l’individuo che si era mantenuto in ismanie, si calma, ma non risponde alle domande e non dà le generalità tranne il suo cognome. Da informazioni assunte si riesce a precisare trattarsi del soldato del 65° Regg. Fanteria 2ª Compagnia N. A. classe 1888 = Distretto di Milano figlio di Angelo e di L. Luigia. Giudicandolo affetto da alienazione mentale e pericoloso a sé ed agli altri, si chiede il suo immediato ricovero in Manicomio”.

 

15 [?] agosto 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Fu qui condotto dopo una corsa per città, nudo, tutto sporco di sterco. E’ uomo di bassa mentalità; ma perfettamente lucido, orientato, cosciente dei suoi atti, esente da sintomi di psicopatia. Per ogni contrarietà, simula in maniera volgare uno stato di agitazione”.

 

Nota del Comando del 65° Reggimento di Fanteria al direttore del Manicomio di Cremona, 26 agosto 1917: “Con riferimento al foglio in data 24 corrente s’informa codesta Direzione che sarà cura di questo comando ritirare da codesto Manicomio il soldato N. A., non appena in possesso del relativo mandato di cattura già richiesto al Locale Tribunale di Guerra”.

 

 

66.

Cartella clinica: P. L.

Numero d’Ingresso: 2585

Provenienza: Catania

Soldato: 4° Genio (aggregato, proveniente dal 6° Reggimento di Fanteria, Palermo)

Ammesso: 19 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

“Il Tribunale di Guerra di Cremona (…) ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa contro P. L. di Mariano nato il 9 Agosto 1883 a Catania (…) ACCUSATO a) di insubordinazione (…) per avere in Piacenza e propriamente nel locale delle officine meccaniche Piacentine (stabilimento ausiliario) il 22 Febbraio 1917 per cause di servizi a scopo di omicidio e con premeditazione sparato a breve distanza, due colpi di rivoltella contro il suo caporal maggiore P. M. senza riuscire a colpirlo per cause indipendenti della sua volontà. b) di insubordinazione (…). c) di danneggiamento (…) per avere nel carcere militare preventivo di Cremona, il 15 luglio 1917 per cause di servizio ed a scopo di ferire, tirato molteplici ciotoli contro la finestra del suo superiore sergente maggiore B. B. rivolgendogli anche le parole di vigliacco, assassino (…). In tempo di guerra / - IN PUBBLICA UDIENZA (…) Denunziavano i Carabinieri di Piacenza che verso le ore 19 del 22 Febbraio u.s. il Soldato del 4° genio P. L. (…) aveva esploso, alla distanza di 10 metri, due colpi di rivoltella (…) Interrogato il P., ammetteva il fatto, aggiungendo però che nel commetterlo non aveva avuto lo scopo di ferire o ammazzare il P., ma soltanto quella di intimorirlo, affinché desistesse dal deriderlo, come abitualmente faceva e il che altra volta aveva litigato. Anzi, dichiarava ancora il P., che la mattina dello stesso giorno 22 Febbraio il P. gli aveva detto che esso P. L. non era un buon lavoratore e di ciò aveva reso edotto il Direttore dello Stabilimento. Che nella notte precedente il P. aveva alzato contro di lui un badile per difendersi dal quale il P. L. aveva estratto un temperino, ma a ciò a nulla valse, perché il P. lo colpì prima col badile alla guancia sinistra. (…) Informava infine lo stesso Comandante [delle carceri preventive di Cremona] che il P. ebbe già in giorni precedenti (…) si mostrava di una agitazione pazzesca, tale da richiedere il di lui ricovero nel manicomio. Quivi rinchiuso e sottoposto a perizia psichiatrica allo scopo di accertare il suo stato mentale e la sua responsabilità, fu oggetto di lunga osservazione da parte del Perito Alienista Sig. Pardo [medico aggiunto del Manicomio di Cremona]. Questi concludeva la sua relazione in merito scrivendo: ‘possiamo nel caso nostro, senza timore di errare, formulare la diagnosi di delirio di persecuzione in soggetto frenastenico. Ad avvalorare questa diagnosi è sopraggiunto l’episodio di agitazione psicomotoria, che è uno dei sintomi più caratteristici delle forme di imbecillità agitata. Basta questa diagnosi, continuava il perito la questione della responsabilità si risolve facilmente. – da un lato incoscienza quasi completa del valore dell’azione delittuosa, da l’altro mancanza assoluta di freni inibitori per opporvisi. Dunque irresponsabilità completa’. Aggiungeva il perito: ‘Il P. deve inoltre essere studiato dal punto di vista della sua pericolosità. Egli attualmente è un individuo molto pericoloso e va allontanato dall’ambiente militare……. In questo momento il miglior ricovero per lui è il manicomio, perché vi è necessità di cura…. Il Tribunale, specie dopo l’interrogatorio reso dal P. all’orale dibattimento, non può che accogliere interamente le conclusioni peritali, come quelle che in coscienza rispondono al vero stato mentale del giudicabile. Alché se l’elemento morale dei varii reati commessi dal P. viene a mancare, manca perciò stesso l’esistenza del delitto, senza che sia duopo scendere l’esame dei singoli fatti materiali commessi dal prevenuto stesso. (…) P.Q.M. (…) DICHIARA non farsi luogo a procedimento contro P. (…) ORDINA  Ricoverarsi il P. in manicomio, perché pericoloso per sé e per gli altri. – Cremona diciannove settembre millenovecentodiciasette . –” 

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al Presidente della Deputazione Provinciale, 22 settembre 1917: “Comunico alla S.V. che il soldato di contro distinto, qui ricoverato in osservazione giudiziaria con ordinanza del Tribunale di Guerra, è stato assolto dalle varie imputazioni per infermità totale di mente. Egli è affetto da frenastenia con fenomeni di distimia (…)”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, presumibilmente diretta al Presidente della Depurazione Provinciale: “Cremona 27 Dicembre 1917. (…) Mi consta che la perizia concludeva con la diagnosi di ‘delirio di persecuzione in soggetto frenastenico’? Invece evidentemente il P. è affetto da frenastenia con fenomeni di disistima, come ho accertato in questo manicomio dopo che la perizia era stata già fatta da altri in carcere. Evidentemente commise i vari fatti durante un episodio di depressione psichica. Consta che, sotto le armi, a causa della sua lieve deficienza, veniva molestato dai compagni e questi era sufficiente per reazionare turbe psichiche acute (…). Ma ottenuta l’assoluzione e la riforma dal servizio militare, cui era assolutamente inadatto, non ha più avuto nessun accenno a turbe acute e non ha mai presentato idee deliranti di nessun genere né altri sintomi di alterazioni qualitative croniche dell’intelligenza, atte a rendere ancora pericoloso il soggetto. Purtroppo, essendo ormai fuori dall’ambiente ove potevano insorgere manifestazioni pericolose, è individuo degnissimo di esser dimesso dal manicomio”.

 

 

67.

Cartella clinica: P. F.

Numero d’Ingresso: 1508

Provenienza: Minerbio (Bologna)

Soldato: 10° Reggimento Artiglieria da Fortezza

Ammesso: 27 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

“Raccolta nel Manicomio. Dal malato stesso: Appartiene a famiglia di nevrastenici. Il padre fu per due volte ricoverato al Manicomio di Bologna, è di carattere strambo, cattivo colla moglie, con i figli; la madre è nevrastenica, debole (…). Diversi fratelli anormali. L’A. fu sempre malaticcio, debole di carattere chiuso amante della solitudine; è di professione verniciatore ma ha sempre lavorato poco perché malato, restava giornate intere a letto; l’inverno lo passava in stazioni climatiche invernali”.

 

Comunicazione 14 marzo 1917 del direttore del Manicomio di Cremona: “P. F. (…) è stato ritirato dall’Autorità Militare il 13 marzo corr. e trasferito alle carceri militari da cui proviene”.

 

 

68.

Cartella clinica: P. C.

Numero d’Ingresso: 2557

Provenienza: Milano

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 04 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

“Il Tribunale Militare Territoriale di Milano (…) ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa contro P. C. di Aquilino, nato il 2 gennaio 1888 a Milano, soldato nel 68° Fanteria, comandato presso la ditta Mozzano – Recidivo, detenuto dal 21 Marzo 1917. IMPUTATO 1°) di rifiuto d’obbedienza in tempo di guerra (…) per essersi il 9 marzo 1917 in Milano recisamente rifiutato di eseguire gli ordini datigli dal suo superiore (…); 2°) di alienazione di effetti militari (…); 3°) del reato di cui all’art.133 C.P.Es. per avere il 7 Marzo 1917 in Milano minacciati in modo vago ed indefinito il suo superiore comandante il Deposito del 68° Fanteria, mediante lettera sottoscritta a lui diretta, pretendendo di non essere sottoposto, e di essere esonerato dagli obblighi. (…) Le circostanze processuali escludono la sussistenza dei reati, sia di alienazione di effetti militari, sia di insubordinazione (…). Rimane il primo capo di accusa (…) ma il tribunale non deve non tener conto di elementi gravissimi, che inducono ad escludere nel P. ogni responsabilità, per vizio totale di mente. Tale convinzione è data dallo stesso evidente aspetto esteriore del P., dal suo contegno, dalle sue risposte: ma è rafforzata dal diligente deposto del perito psichiatra prof. Momo, nettamente concludente per la completa irresponsabilità dell’accusato. A tale conclusione crede pure il Tribunale, mandando esente da pena l’accusato, non senza esprimere il proprio convincimento che individuo simile, evidentemente e gravemente leso nella sua integrità mentale, debba prontamente essere posto in condizione di non più presentare pericolo per sé e per la società. PER QUESTI MOTIVI (…) DICHIARA non esser luogo a procedimento di P. C. (…) e ne ordina la immediata scarcerazione ove non esistano altri motivi perché sia trattenuto. Milano VENTITRE MAGGIO MILLENOVECENTODICIASETTE”. 

 

09 giugno 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Prosciolto per vizio morale di mente dal Tribunale Militare di Milano, che ordinava nella sentenza la immediata scarcerazione, mentre la motivazione della medesima sentenza diceva che, vista la grave lesione psichica doveva esser posto prontamente in condizioni da non presentare più pericolo a sé e alla società, fu mandato al Deposito del 65° Regg. Fanteria, e di là venne al Manicomio di Cremona. Ha tutte le stigme fisiche e psichiche del soggetto criminale”.

 

Comunicazione del 14 luglio 1917 del direttore del Manicomio di Cremona: “P. C. (…) ammesso il 4 giugno 1917 ritirato dall’Autorità Militare il 24 giugno 1917 per essere trasferito al Manicomio della sua provincia essendo stato riconosciuto affetto da Follia morale”.

 

 

Figura 7

“Il soldato che parte per Tripoli.

62°. Fant. già di stanza

a Tripoli –

Sonetto-

Tu guardi Tripoli, e storci la bocca

D’andare a combattere anche a te tocca.

Lo guardi Tripoli! con l’occhio storto

Appena arrivi, sei bello e cotto.

Le tempo che guardi, con occhio sbiego

Quando sei la, non torni più a dietro.

Pecci Ettore Cremona 9-11-911”

 

69.

Cartella clinica: P. E.

Numero d’Ingresso: 2632

Provenienza: Baseggio (Milano)

Soldato: 25° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 27 ottobre 1917

 

 

NOTE:

 

28 novembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Fu qui accolto per ordine del Sig. Avvocato Militare di questo Tribunale di Guerra. Presenta lieve ottusità psichica ma è esente da qualsiasi manifestazione obiettiva di malattia mentale. Pertanto è stato oggi ritirato dal Manicomio per via del Comando del Corpo cui appartiene”.

 

 

70.

Cartella clinica: P. G.

Numero d’Ingresso: 2584

Provenienza: Riesi (Caltanisetta)

Soldato: 4° Artiglieria

Ammesso: 18 gennaio 1917.

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del medico militare, 18 gennaio 1917: “IV Reggimento Artiglieria. Infermeria Uomini. Dichiaro io sottoscritto che P. G. (…) presenta da alcuni giorni segni non dubbi di alienazione mentale consistenti in incubi, smanie con tendenza al suicidio, onde ritenendosi pericoloso a sé e agli altri si ritiene necessario il suo ricovero d’urgenza nel Manicomio Provinciale (…)”.

 

30 giugno 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta grave depressione psichica, che raggiunge talora il grado di stupore. E’ allucinato. Mostra tendenze impulsive. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

 

71.

Cartella clinica: P. P.

Numero d’Ingresso: 2521

Provenienza: Gambara (Brescia)

Soldato: 8° Reggimento Artiglieria da Fortezza

Ammesso: 24 febbraio 1917

 

 

NOTE:

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“24 febbraio. Entra in Oss. è agitato. Olio ricino.

26 febbraio. Mangia poco.

27 febbraio. Sempre agitato. (…)

28 febbraio. 2 iniezioni di scopolamina. (…)

09 marzo. E’ silenzioso disordinato.

10 marzo. Un foruncolo al ginocchio sinistro.

16 marzo. Va migliorando.

20 marzo. Sempre clamoroso.

29 marzo. Iniezione di Morfina.

31 marzo. Iniezione di Morfina.

03 aprile. Iniezione di Morfina.

10 aprile Sospeso il Bagno di cura.

11 aprile. Olio di ricino.

15 aprile. Continua il Bagno di cura. (…)

03 maggio. Unguenti di Belladonna.

13 maggio. Dimesso”.

 

17 marzo 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Venne al Manicomio in una condizione di completa confusione mentale con viva agitazione motoria. Si mantiene del tutto disorientato e confuso. E’ disordinato, sudicio, agitato e in condizioni fisiche scadenti, poiché si nutre irregolarmente. Diagnosi: Amenza”.

 

Lettera del fratello, 10 [illeg.] 1917: “Egregio Signor Direttore, scusa se le reco ancora miei disturbi, ma considera è mio fratello! Vorrei domandare al mercoledì si puol vedere sì o no. Saluti mi firmo Giovanni P. Gambara”.

 

 

72.

Cartella clinica: R. E.

Numero d’Ingresso: 2539

Provenienza: Milano

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 24 aprile 1917

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Medico dell’Infermeria di Corpo del Deposito-65° Reggimento di Fanteria, 23 aprile 1917: “Il soldato R. E. (…) della classe 1885, del Distretto di Milano, è da qualche tempo affetto da lipemania. Avendo più volte manifestato il proposito di togliersi la vita dicendo di non poter più sopportare il servizio militare. Lo si invia al Manicomio Provinciale di questa città, acciocché vengano bene accertate le sue condizioni psichiche”.

 

16 aprile 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Umore gravemente depresso, allucinazioni che lo addolorano e lo afferiscono, esempio la vista dei suoi bambini che soffrono e lo chiamano in aiuto; idee deliranti di colpa, di condanna e di rovina. Tende al suicidio. E’ in condizioni somatiche di deperimento. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al Comando Corpo d’Armata – Cremona [?]: R. E. “Ha sofferto una forma gravissima di frenosi depressiva. Ora si è riordinato al punto da non aver più titolo per restare al Manicomio. So che non può essere sottoposto a rassegna perché fu condannato a due anni di reclusione (…). Benché guarito dalla malattia mentale acuta, rimane uno squilibrato che non stimo prudente sia inviato in zona di guerra (…) fo presente anche che il R. può essere di qui ritirato senza nessun preavviso, essendo ormai per le sue condizioni fisiche, atto a pagare in qualunque momento in un reclusorio in zona di operazione, se dispone così l’On. Comando”. 

 

 

73.

Cartella clinica: R. G.

Numero d’Ingresso: 2612

Provenienza: Sala Baganza (Parma)

Soldato: 21° Reggimento Artiglieria da Campagna

Ammesso: 07 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

29 dicembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ stato qui degente in osservazione giudiziaria. Subito il procedimento, viene ritirato dall’Autorità Militare per essere inviato al Corpo. E’ un neuropatico, esente da manifestazioni di psicopatia”.

 

Nota 09 gennaio 1918 del direttore del Manicomio di Cremona: “Il soldato di contro distinto fu qui accolto il 7 settembre 1917 in osservazione giudiziaria per ordine di questo Tribunale di Guerra, essendo imputato di diserzione. Fu ritirato da questo Istituto, per essere condotto al Corpo, il 29 dicembre 1917. Mi consta che in seguito è stato richiesto il trasferimento del detto soldato alle Carceri di Firenze, perché egli deve subire un altro provvedimento penale per parte del Tribunale Militare di Firenze, sicché ritengo che ora si trovi in codesta città. (…)”.

 

 

74.

Cartella clinica: R. A.

Numero d’Ingresso: 2607

Provenienza: Voghera (Pavia)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 18 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Tenente medico: “Cortemaggiore 16 Agosto 1917. Stamane alle ore 9 circa mi recavo nella camerata della 9a Compagnia del 65° Fanteria qui vi Distaccato, per visitare il soldato R. A. che si era fermato in letto perché si diceva ammalato. Chiestogli che cosa si sentisse mi rispondeva ‘nulla’ alché dissi che non era quello il modo di disturbare il medico quando non sé ne’aveva bisogno, per cui avrei dovuto proporgli al Comandante di Compagnia una punizione. Egli allora balzò dal letto e afferrato per la canna un fucile stava per avventarsi su di me, quando il Cap. Maggiore F. A. con un salto gli fu addosso e stringendolo cercava di disarmarlo. Accorse in aiuto il Cap. Maggiore dell’Infermeria F. G. ed io, lo riducemmo all’impotenza. (…) Durante il fatto il soldato R. aveva gli occhi sbarrati e la respirazione accelerata, dando impressione di trovarsi in stato di eccitazione maniaca. Disposi per l’immediata chiusura in camera di sicurezza e, essendo un individuo pericoloso, propongo il sollecito invio del suddetto soldato al Manicomio di Cremona”.

 

Comunicazione del Comandante la 9a Compagnia al Comando del Deposito 65° Fanteri, Cremona: “Oggetto: Rapporto circa il soldato R. A. Cortemaggiore 16 Agosto 1917. (…) Quest’oggi (…) fui avvertito che il soldato R. A. di fu Giovanni e di M. Maria, della classe 1880, del Distretto Militare di Voghera, che trovasi in camerata perché datosi ammalato al mattino, era inveito contro il Tenente Medico, come ne fa fede l’unita sua dichiarazione, mi recai in camera di sicurezza a visitarlo e al contempo interrogarlo. Lo trovai calmissimo, e con mente lucidissima, al mio entrare, si alzò subito in piedi mettendosi anche rispettosamente sull’attenti. Ho notato però avesse ancora gli occhi un poco stravolti. Interrogatolo in proposito, mi rispose chiaramente quanto segue: ‘Signor Tenente, sono molto dispiaciuto di quanto è successo, ma creda non è colpa mia, sono malato, e spesso, fin dalla nascita vado soggetto, anche per un nonnulla  a questi accessi di furore. Mi assale un forte dolore di testa, mi si oscura la vista tanto da non vederci più; mi sento smarrire la ragione e in quei momenti divento bestiale, avessi davanti anche mio padre, se nessuno mi trattenesse lo ucciderei. Per questo non ho mai potuto essere impiegato, ho dovuto sempre aggiustarmi da solo, non potendo assolutamente tollerare la sottomissione. Tengo al Manicomio un fratello e una sorella Signor Tenente; non è che non voglia fare il soldato, soltanto che prima voglio essere curato, o meglio che continuino a darmi la medicina che mi faceva prendere il farmacista Arcangeli prima di venire sotto alle armi, la quale sentivo che mi faceva molto bene eche ora, soldato, non ho più la possibilità di comperare’. E’ convinzione dello scrivente che il soldato in parola sia veramente un poco squilibrato, poiché, benché sia la prima volta che trascenda ad atti simili però durante la sua permanenza in Compagnia, più volte ha dimostrato di essere assai incoerente, sia nei fatti che nei ragionamenti”.

 

06 settembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta intelligenza limitata, particolarmente per ciò che riguarda i poteri critici e inibitori; ma è perfettamente lucido e orientato, non ha nessun disturbo psico-sensoriale né ideativi, né altri sintomi d’alienazione mentale. Dichiara di sentirsi refrattario al servizio militare e questo spiega evidentemente come si sia lasciato trascinare agli atti di violenza per cui fu condotto in Manicomio. Agli effetti dell’art 2 della ‘Legge sui Manicomi’ dichiaro che il ricoverato suddetto non è stato riconosciuto affetto da malattia mentale (…)”.

 

 

 

75.

Cartella clinica: R. A.

Numero d’Ingresso: 2589

Provenienza: Reggio Emilia

Soldato: IV Compagnia Automobilisti (Piacenza)

Ammesso: 26 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

26 luglio 1917, Decorso: “Entra in osservazione per la 1a volta e per ordine dell’Uff. del Giudice Istruttore del Tribunale locale di Guerra. L’A. non è stato [illeg.] affetto da malattia mentale (…)”.

 

Nota del direttore del Manicomio di S. Lazzaro, Guicciardi, per il direttore del Manicomio di Cremona, 02 agosto 1917: “Il soldato R. A., che da molti anni ha degente in questo Stabilimento la propria madre per demenza cronica, il giorno 28 maggio u.s. si presentò qui per visitarla. Terminata la visita e ritornato in portineria dette improvvisamente in ismanie, gridando, scagliandosi contro le persone, arrotolandosi sul pavimento. Lo si dovette domare colla forza e, chiamati i Carabinieri, questi dovettero decidere di lasciarlo nell’Istituto per lo stato suo persistente di agitazione disordinata. Non presentava sintomi speciali, solo pareva che avesse dovuto in quel giorno bere eccessivamente e fosse come in istato di ebbrezza acuta. Il dì dopo, ogni eccitazione era scomparsa, ma egli non voleva dar risposte su quanto lo riguardava. Dal 28 maggio al 12 giugno il suo contegno è rimasto invariabilmente normale e così la mente: a quest’ultima data venne consegnato ai R.R. Carabinieri per la sua traduzione alle Carceri Militari Preventive di Cremona, essendo risultato colpito da mandato di cattura per diserzione”.

 

16 settembre 1917, Decorso: “Viene ritirato dalle Autorità militari per trasferirlo alle Carceri militari in attesa di giudizio”.

 

 

76.

Cartella clinica: R. T.

Numero d’Ingresso: 2600

Provenienza: Milano

Soldato: 25° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 16 agosto 1917

 

 

NOTE:

 

16 agosto 1917, Decorso: “Entra in osservazione per la 1a volta; proveniente dalle locali carceri militari. L’A. è in condizioni psichiche più che normali il suo contegno, i suoi atti, i suoi discorsi sono normalissimi (…)”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 04 maggio 1921: “R. T., soldato nel 25° Regg. Fanteria fu qui ricoverato dal 16 agosto 1917 al 14 settembre 1917 in osservazione giudiziaria, a disposizione del Tribunale di guerra di Cremona. Il R. doveva rispondere di varie imputazioni e io, incaricato della perizia psichiatrica, conclusi ammettendo che aveva agito in condizioni di semi-infermità di mente. (…)”.

 

 

Figura 8

 

“Cremona 17 – 2-1912

La testa del piccolo Arabo, preso vivo dai nostri soldati, nell’oasi di Bengasi”.

 

77.

Cartella clinica: R. E.

Numero d’Ingresso: 2565

Provenienza: Bavari (Genova)

Soldato: IV Compagnia Sussistenza, Piacenza

Ammesso: 18 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

18 giugno 1917, Decorso: “Entra in osservazione per la prima volta (…). E’ affetto da grave condizione psichica di natura neuropatica con eccessi  [illeg.] di natura cronica. Taciturnità, rifiuta cibo”.

 

20 luglio 1917, Esito: “Ricondotto alle carceri”.

 

Comunicazione del direttore del Reparto Neuro-Psichiatrico dell’Ospedale Militare di Como al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 29 novembre 1917: “Si prega (…) comunicarci se nel Maggio Giugno 1916 (o 1917) sia stato degente in codesto Manicomio il soldato R. E. (…) appartenente al 67° Reggimento di Fanteria, e significarci il perché della degenza nonché le risultanze cliniche segnate. Questo militare trovasi attualmente ricoverato in questo Ospedale in osservazione”.

 

Risposta del direttore del Manicomio di Cremona, 03 dicembre 1917: “Il soldato contro distinto fu qui ricoverato dal 18 giugno 1917 al 20 luglio 1917 in osservazione giudiziaria con ordinanza del Tribunale di Guerra di Cremona. Risultò che aveva commesso i vari reati ascrittigli perché affetto da grave sindrome psichica di natura nevrastenica. Non ostante che la perizia psichiatrica concludesse per la infermità totale, il Tribunale di Guerra, visto il paziente già totalmente riordinato all’epoca del processo, non ammise che la semi-infermità. Gli dette lieve pena che ritengo sia stata sospesa e così il R. che evidentemente è affetto da squilibrio psichico, essendo tornato in servizio, deve essere ricaduto in un episodio acuto per cui trovasi di nuovo in Manicomio”.

  

 

78.

Cartella clinica: R. G.

Numero d’Ingresso: 2499

Provenienza: Cremona

Soldato: 25 ° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 28 dicembre 1916

 

 

NOTE:

 

Ospedale Militare Succursale di Riserva di Cremona, Cartella clinica - 28.12.1916: “DIAGNOSI Psicosi DIARIO Proviene dall’Ospedale Militare di Treviglio con diagnosi di reumatismo articolare (…) Nella sua anamnesi remota devesi notare una forma d’alienazione mentale, per cui la madre del padre e il padre della madre dell’ammalato vennero ricoverati in Manicomio. Da bambino il R. sofferse di forti epistassi, di tronchite, di polmonite; adulto si fece di carattere iroso, turbolento, tanto da essere un vero discolo, e un pregiudicato. Varie volte ebbe a che fare con la Regia Questura, e a 15 anni venne rinchiuso in casa di correzione. Le notizie poi apprese dalla moglie rivelano nel R. un marito brutale, che scende a percosse e a minaccie gravi verso la medesima. Talora, colto da vari accessi maniaci, rompe le stoviglie di casa e insulta con facilità le persone estranee. Chiamato sotto le armi, l’ammalato partecipò alla campagna di Libia e venne congedato il 9 Dicembre 1912. Richiamato poi il 26 Aprile 1915, venne inviato a Cindali [?], indi a Castel Monte dove rimase un mese. Scoppiata la guerra, prese parte alle operazioni militari sul Monte Corrada, sul S. Maria di Tolmino, poi, per desiderio superiore, venne chiamato quale cuoco presso il Comando della IIa Armata. Quivi ammalò di reumatismo (…). Asserisce d’avvertire in certi momenti come un afflusso di sangue al cervello e un’onda elettrica nelle vene. E’ di carattere enormemente eccitabile, e reagisce con atti e parole alla minima contrarietà. Non trovando il cibo di suo gradimento – ad es. il caffè un po’ amaro – lancia la scodella contro il piantone o la suora. Di notte canta e chiama casa sconclusionatamente, non ricordando più al mattino quanto ha compiuto nella notte. Nel suo interrogatorio non tiene il filo del discorso, dice e disdice, dando notizie vaghe. In base a quanto ho esposto ritengo il suddetto R. G. affetto da forma morbosa che richiede cura in un Ospedale di malattie mentali”. 

 

10 giugno 1917, Riassunto anamnestico e Diagnosi: “Eredità psicopatica, spiccato temperamento neuro-artritico. Da ragazzo fu un discolo, da adulto un pregiudicato. Prese parte alla campagna di Libia, mentre partecipava alla campagna attuale, si è ammalato con fenomeni di artritismo, per cui è stato in vari ospedali. Impulsivo, facilmente eccitabile e assai deficiente di senso morale, si è abbandonato a gravi violenze per ogni contrarietà. Nel Manicomio è perfettamente lucido e orientato, con coscienza integra; non ha disturbi psicosensoriali né turbe ideative, mentre offre le caratteristiche della immoralità costituzionale per cui si rende refrattario ad ogni disciplina”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di Verona: “10 dicembre 1923. - R. G., di Silvestro. – Manicomio Prov. Verona. Informo la S.V.I. che R. G., il quale fu qui degente dal 28 Dicembre 1916 al 6 Febbraio 1917 e poi è sempre stato in cura del sottoscritto ambulatoriamente, presenta una forma di lieve esaltamento maniaco cronico per cui è sempre in preda a euforia e lieve eccitamento motorio e non è esente da errori psico-sensoriali e da sospetti e convinzioni deliranti a contenuto di grandezza e persecutorio. Per questa condizione morbosa egli non può attendere se non irregolarmente a saltuariamente al lavoro; spesso si fa notare nelle strade di Cremona per le sue stravaganze e più volte, molestato dai passanti e più eccitato del solito a causa del vino, incorre nei rigori della legge. La malattia mentale del R. poggia su un difetto originario; ma senza dubbio la sua insorgenza fu determinata e il decorso fu reso grave e cronico dal servizio militare prestato in guerra dal R.; pertanto questi fu già dichiarato degnissimo d’esser assistito da una congrua pensione”.  

 

Risposta del direttore della Casa di Salute Provinciale in S Giacomo presso Verona, dott. Meneghetti, al direttore del Manicomio di Cremona: “14 gennaio 1924. Egregio collega, A quest’ora Ella avrà già riveduto il R., che, uscito da qui per essere sottoposto a visita Collegiale presso l’Ospedale Militare di Verona, dovrebbe essere stato rimpatriato nel giorno successivo, cioè il 20 corr. Io avevo fatto appunto all’Autorità Militare che il R. presenta non una sindrome ipomaniacale con loquacità, ma un’instabilità dell’umore, superficialità di critica, memoria confusa [?]. Data però l’assenza di manifestazioni pericolose, giudicavo che egli poteva esser dimesso in prova, qualora i famigliari ne avessero assunta la responsabilità della cura e custodia. Nel mese che il R. non avesse fatto [?] sintomo, la famiglia potrà sollecitarne il rimpatrio [?], scrivendo alla Direzione dell’Ospedale Militare di Verona”.

 

Risposta del direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona, G. T., alla nota della Legione Territoriale Carabinieri di Brescia, Gruppo di Cremona, 27 marzo 1970: “In esito alla nota sopraccitata comunico che: R. G. fu degente in questo Ospedale per ‘Episodio maniacale (malattia endogena)”.

 

 

79.

Cartella clinica: R. A.

Numero d’Ingresso: 2551

Provenienza: Fragneto l’Abate (Benevento)

Soldato: 4° Artiglieria da Campagna

Ammesso: 28 maggio 1917

 

 

NOTE:

Comunicazione del medico militare, 28 maggio 1917: “4° Reggimento Artiglieria. Infermeria Uomini. (…) Il soldato R. A. del 4° Artiglieria da Campagna fu condotto ieri a questo deposito, accompagnato da due militari, da Benevento, avendo ultimato la licenza di convalescente. Avendo dati manifesti segni di alienazione mentale (…) si prega codesta Direzione a voler ricoverare il suddetto individuo (…)”.

 

09 giugno 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Disorientamento completo e confusione psichica parziale con eccitamento motorio, allucinazioni e idee deliranti inerenti a contenuto persecutorio. Diagnosi: Amenza”.

 

Nota 28 giugno 1917 del direttore del Manicomio di Cremona: “Il ricoverato R. A. (…) è stato ritirato il 27 corr. dall’Autorità militare per essere trasferito al manicomio della sua provincia”.

 

 

80.

Cartella clinica: S. G.

Numero d’Ingresso: 2696

Provenienza: S. Marco Alunzio (Messina)

Soldato: Artiglieria, 256° Batteria Campale

Ammesso: 04 novembre 1917

 

 

NOTE:

 

18 novembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ affetto da allucinazioni e idee deliranti incoerenti. Rifiuta il cibo, è insonne e spesso va in preda ad agitazione motoria. E’ disorientato e parzialmente confuso. Diagnosi: Amenza”.

 

Nota dell’Ufficio Maggiorità, Ospedale Militare Succursale di Riserva, Cremona, 27 dicembre 1917: “Oggetto: militare alienato riformato. Pregiasi comunicare alla S.V. Illma. che oggi venne riformato per alienazione mentale, non dipendente da causa di servizio il soldato del 85° Regg. Fanteria S. G. (…)”.

 

Trasferito al Manicomio di Messina il 31 dicembre 1917.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di Messina, 30 dicembre 1917: S. G. “fu qui accolto in preda a un episodio amenziale. Cessati i fenomeni acuti, offre sintomi di esalamento maniaco. E’ inquieto, disordinato, clamoroso, insonne, violento contro gli oggetti e talora contro le persone”.

 

Lettera della moglie di S. G. al direttore del Manicomio di Cremona, 02 gennaio 1917 [1918]: “Ill.mo Sig.r Direttore (…) profittando della sua squisita gentilezza mi permetto pregarla, che qualora le pratiche per la riforma e per l’avvicinamento, conseguentemente, all’ospedale della provincia dovessero ritardare a venire, sarà ancora cortese e gentile volerle sollecitare. Ella, certamente, che avrà famiglia comprenderà quali apprensioni ambasce e dolori si soffrono in queste circostanze. Mi affido al suo cuore di padre e ringraziodola infinitamente con i più sinceri ed umili ossequi mi creda. (…). P.S. Le sarei grato se Ella potrà far presente al mio sposo tutte le persone affezionate di famiglia per vedere l’impressione che ne ricaverà dandomene una piccola relazione”.

 

 

81.

Cartella clinica: S. O.

Numero d’Ingresso: 2615

Provenienza: Budrio (Bologna)

Soldato: ?

Ammesso: 11 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di Bologna, 12 novembre 1917: “Viene trasferito a codesto istituto, per cura dell’Autorità Militare, il soldato di contro distinto. Egli è affetto da demenza precoce paranoide e fu prosciolto per infermità mentale dalla imputazione di diserzione per parte di questo Tribunale di guerra”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 15 novembre 1917: “Il ricoverato S. O. (…) è stato dimesso il giorno 15 novembre 1917, ritirato dall’Autorità Militare, per essere trasferito al Manicomio di Bologna”.

 

Comunicazione del direttore dell’Ospedale Provinciale “Francesco Roncati” in Bologna per Infermi di Mente al direttore del Manicomio di Cremona: “Li 20 Novembre 1917. Richiesta di documento relativo al soldato riformato S. E. Ill.mo Signor DIRETTORE del Manicomio Provinciale di CREMONA. Poiché (…) è stato dichiarato che l’infermità mentale si deve presumere dipendente da causa di servizio quando sia riportata od aggravata in occasione di servizio in zona di guerra, è necessario mi faccia tenere (…) un certificato rilasciato dall’Autorità che ha pronunciato la riforma del soldato S. E., qui inviato da codesto Manicomio il 16 corrente, dal quale si rilevino le testuali seguenti dichiarazioni: 1) se l’infermità sia stata o meno provocata da cause di servizio dipendenti dalla guerra; 2) se l’infermità venne riportata od aggravata in occasione di servizio prestato in territorio dichiarato zona di guerra”.

 

Risposta del direttore del Manicomio di Cremona, 26 novembre 1917: “In merito alla lettera di contro indicata, questa Infermeria Presidiaria mi da semplicemente notizia per il ricoverato S. della comunicazione di riforma, per malattia non dipendente da cause di servizio. (…). Qualora la V.S. voglia insistere nella richiesta, conviene si rivolga alla Infermeria Presidiaria di Cremona”.

 

 

82.

Cartella clinica: T. G.

Numero d’Ingresso: 2564

Provenienza: Pistoia

Soldato: 4° Reggimento Artiglieria

Ammesso: 17 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“17 giugno. Entrato in osservazione. Clamoroso.

18 giugno. A’ preso olio di ricino. (…)

20 giugno. Alzato dopo pranzo.

26 giugno. Rimasto in letto perché diceva che il caffè era avvelenato.

27 giugno. Alzato dopo la visita.

14 luglio. Lasciato in letto, à tentato di farsi del male.

22 luglio. Dimesso”.

 

10 luglio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi. “Presenta evidente deficienza psichica di natura congenita. Su questa base si sta svolgendo un episodio di esaltamento maniaco. E’ disordinato, irrequieto e talora violento contro gli oggetti e le persone. Diagnosi: Esaltamento maniaco in soggetto frenastenico”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 23 luglio 1971: “Il ricoverato (…) T. G. (…) d’anni 18 di stato civile celibe ammesso in questo Manicomio il 17 giugno 1917 è stato ritirato dall’Autorità Militare il 22 corrente per essere trasferito al Manicomio della sua provincia”.

 

 

83.

Cartella clinica: T. G. B.

Numero d’Ingresso: 2591

Provenienza: Trevico (Avellino)

Soldato: 233° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 30 luglio 1917

 

 

NOTE:

 

Comunicazione della Croce Rossa Italiana, Ospedali Territoriali di Cremona, al direttore del Manicomio di Cremona, 30 luglio 1917: “Si richiede il ricovero nel Manicomio Provinciale di Cremona del soldato T. G. B. di Pietro, del 233° Fanteria – 6a Compagnia – nato il 4.I.1885 a Trevico (Avellino) – Dì 30 luglio. Stamane il malato, deludendo, la sorveglianza degli infermieri, ha abbandonato l’Ospedale lasciando una lettera sconclusionata nella quale dichiarava che si sarebbe annegato nel vicino fossato. Venne tosto steso rapporto al Comando dei RR. Carabinieri e al Signor Colonnello Medico. Frattanto nelle ore pomeridiane il T. veniva sorpreso nelle vicine campagne, ed invano rincorso. Più tardi accompagnato da alcune donne si presentava all’ospedale. Esaminato ben tosto dal sottoscritto fu riconosciuto facilmente che le sue condizioni psichiche erano anormali e giudicandolo pericoloso a sé e forse agli altri, con l’autorizzazione del Signor Colonnello Medico, Direttore dell’Ospedale Militare locale, viene traslocato al Manicomio Provinciale di Cremona. Con tutta osservanza, il Direttore D.R.”.

 

02 settembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta allucinazioni della cenestesi e idee deliranti a contenuto ipocondriaco e persecutorio. Profonda depressione dell’umore, per cui ha presentato propositi di suicidio. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

 

84.

Cartella clinica: V. F.

Numero d’Ingresso: 2486

Provenienza: Grumello (Cremona)

Soldato: 6a Compagnia Sussistenza

Ammesso: 09 dicembre 1916.

 

 

NOTE:

 

Ospedale Militare di Riserva – Imola. Reparto Psichiatrico: “Note cliniche per l’invio in Manicomio del Sold. V. F. di Gregorio e di F. Teresa nato l’anno 1886 nel Comune di Grumello (Cremona). – Nulla si sa dei precedenti personali ed ereditari del soggetto: le notizie che egli stesso fornisce sono scarse, e poco attendibili. E’ in servizio militare da 7 mesi ed ha sempre prestato servizio di malavoglia richiedendo sovente visita medica e venendo spesso punito di prigione perché non riconosciuto: insistendo nelle sue lamentele fu finalmente mandato in osservazione a questo reparto Psichiatrico. Dal suo ingresso a tutt’oggi si è mantenuto profondamente e costantemente depresso, dà scarse notizie sul suo conto e brevemente, con fare scontroso ed annoiato. Manifesta idee deliranti di danneggiamento: dice che l’anno stregato e avvelenato inettandogli il veleno al torace di dove si è sparso per tutto il corpo. Crede che i suoi famigliari siano tutti morti e ne tiene spesso in mano la fotografia che contempla lungamente e che non si lascia in alcun modo togliere di mano. Spesso piange, accusa disturbi vaghi che interpreta come conseguenza dell’avvelenamento di cui è vittima. Si nutre scarsissimamente e spesso rifiuta il cibo: ha la lingua fortemente impacciata, e l’alito fetido. Rifiuta spesso di obbedire ad ordini elementari come quello di mostrare la lingua ed allora afferma di star bene, d’essere completamente guarito. Sta abitualmente in letto, rannicchiato sotto le coperte senza interessarsi affatto all’ambiente, con espressione addolorata, cupo e taciturno senza volontà e desiderio di sorta: qualche volta si mostra preoccupato dall’idea che altri creda simulata la sua malattia e allora prega il medico di persuadere i suoi superiori che non è un simulatore. Dorme pochissimo, non è sudicio: somaticamente è deperito. Si ritiene affetto da melancolia con idee ipocondriache e ritenendolo pericoloso per sé e per gli altri si invia al manicomio della [?] propria Provincia proponendolo alla superiore autorità militare per la riforma. (…) Imola 8 Dicembre 1916”.

 

Ordinanza del giorno 08 dicembre 1916 del R.Pretore del Mandamento di Imola, Avv. Luigi Calducci, che “ha pronunciata la seguente Ordinanza sulla domanda fatta dal Signor Capitano Medico Dott. Luigi Baroncini, Dirigente il Reparto Psichiatrico di questa Dep. Militare  tendente ad ottenere che sia autorizza l’ammissione, in via provvisoria, al manicomio del militare sold. V. F. (…). Visto il certificato rilasciato in data di oggi stesso (…) Ritenuto che da tali documenti risulta in modo non dubbio che il predominato sold. V. F. è affetto da alienazione mentale (…) Per questi motivi Autorizza l’ammissione in via provvisoria, nel Manicomio pro.le di Cremona”.

 

Nota del direttore del Reparto psichiatrico dell’Ospedale Militare di Riserva di Imola, Luigi Baroncini, al direttore del Manicomio di Cremona, 15 gennaio 1917: “Mi prego informare la S. V. che per il soldato V. F. (…) il Tribunale di Guerra di Bologna con sentenza in data 16 dicembre 1916 ha dichiarato non luogo a procedere per il reato di cui era imputato, per avere egli agito in istato di completa infermità mentale (…)”

 

02 luglio 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Dopo 7 mesi di servizio militare fatto di mala voglia, fu in osservazione nel reparto psichiatrico dell’Ospedale militare di Imola, dal 12 novembre al 9 dicembre 1916, e risultò affetto da melancolia, per cui venne riformato dal servizio militare. Qui trasferito, si presenta depresso, con idee deliranti di colpa, di condanna e ipocondriache. Se ne sta appartato, chiuso in sé stesso, si rifiuta a seguire qualunque consiglio, stenta a nutrirsi è insonne. Diagnosi: Melancolia”.

 

Nota non firmata [ma del direttore del Manicomio di Cremona, Renato Rebizzi] in data 4 [illeg.] 1917: “Con l’acclusa istanza, M. T. chiede di ritirare in casa il marito V. F. qui ricoverato dal 9 dicembre 1916. Questi è un soldato, affetto da grave depressione dell’umore, con idee deliranti di colpa, di condanna e ipocondriache. Se ne sta appartato, chiuso in sé stesso, si rifiuta a seguire qualunque consiglio, stenta a nutrirsi ed è insonne. Si tratta pertanto di un malato di mente affetto da Melanconia la cui assistenza è assai difficile e laboriosa. Vista inoltre la diagnosi, è chiaro che il malato sia propenso ad atti di violenza contro sé medesimo. Dunque non credo possibile da dimissione, a meno che la famiglia di ostri di poter avere in casa lo stesso ambiente di cura e di custodia che si trova nel Manicomio. E’ anche opportuno attendere, perché si spera che il malato migliori al punto da poter esser dimesso senza che occorra prendere particolari provvedimenti per la di lui custodia”.

 

Nota dell’Ufficiale Sanitario del Comune di Grumello Cremonese ed Uniti alla Direzione del Manicomio di Cremona, 01 settembre 1940: “V. F. (…) professione giornaliero stato civile vedovo data della dimissione dal manicomio 1917 RELAZIONE Nessuna malattia fisica degna di nota (…) guarito dal lato mentale”.

 

Nota dell’Ufficiale Sanitario del Comune di Grumello Cremonese alla Direzione del Manicomio di Cremona, 01 gennaio 1948: “V. F. (…) professione contadino stato civile vedovo data della dimissione dal manicomio 21.11. 1917 RELAZIONE stazionario”.

 

 

Figura 9

“Cremona. 23 Febbraio 1912

L’eroica morte del Capitano Verri in Tripolitania”.

 

 

Anno 1918

 

85.

Cartella clinica: EA. E.

Numero d’Ingresso: 2846

Provenienza: Corte de’ Cortesi (Cremona)

Soldato: 7° Reggimento Bersaglieri

Ammesso: 01 novembre 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del comandante del 7° Reggimento Bersaglieri al direttore del Manicomio di Cremona, 30 ottobre 1918: “(…) si comunica che ad analoga richiesta rivolta dallo scrivente al Comando del Deposito Convalescenza Tappa di Romano Lombardia detto Comando ha informato che il bersagliere A. E. venendo dichiarato disertore per essersi allontanato da quel reparto il mattino del 18 corrente. Tuttavia detto militare non venne finora denunciato al competente tribunale di Guerra perché quel Comando era in attesa di risposta dei RR.CC. ci Casalbuttano incaricati del di lui rintraccio ed arresto”.

 

Nota del direttore del Manicomio, 05 dicembre 1918: “Il militare di contro distinto, il quale disertò dal Deposito Tappa di Romano Lombardia, poi tentò il suicidio ferendosi gravemente e in fine fu ricoverato in questo Manicomio il 1 Novembre 1918, ha presentato una sindrome grave di nevrosi depressiva evidentemente iniziatasi prima della diserzione e che perciò lo rende irresponsabile dei suoi atti”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 29 dicembre 1918: “A.E. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 1 novembre 1918 e fu riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di frenosi depressiva evidentemente iniziata da oltre un mese. Viene dimesso oggi per miglioramento”.

 

 

86.

Cartella clinica: A. S.

Numero d’Ingresso: 2787

Provenienza: San Cataldo (Caltanisetta)

Soldato: 4° Reggimento Artiglieria

Ammesso: 18 giugno 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico al Comando del Centro di Mobilitazione del 4° Regg.o Artiglieria, Cremona: “Oggetto: Dichiarazione medica di proposta d’invio al locale Manicomio del Sold. A. S. Cremona 17 Giugno 1918. Stamane verso le 8 sono stato chiamato alla Caserma Pagliari a visitare il sold. A. S. (…). Egli trovasi steso sulla sua branda, legato alle mani e ai piedi; e dibattentesi con [illeg.] gli sforzi per sciogliersi. E’ un individuo di costi[illeg.], tornato ieri da una licenza di convalescenza perché ricoverato [?] al locale Ospedale militare in seguito a contusione al [illeg.] sinistro (…). Riferisce un graduato che (…) il militare in parola cominciò, iersera verso le 20 a camminare su e giù per la camerata senza dir parola, e senza molestar nessuno fino alle 3 di stamattina. Allora afferrato [?] un pezzo di legnò cominciò a battere sulle brande, gridando [illeg.] perché. Avvicinato dai compagni tentò di percuoterli ma [illeg.] all’impotenza e legato alle mani e ai piedi per tutta la notte, senza mai emettere alcun grido, si dimenò [illeg.] cercando di sciogliersi dai legami. Tolti i legami, ho fatto applicare la cintura di sicurezza, e l’ò fatto trasportare temporaneamente all’Infermeria / Reparto Isolamento. Ho cercato di interrogarlo, ma non ha mai proferito parola; solo tiene gli occhi continuamente [illeg.] e fissi; le pupille sono [illeg.] e non reagiscono alla luce artificiale d’un fiammifero. (…) Date queste condizioni ritengo doveroso venga inviato in osservazione presso il locale Manicomio, e ricoverato d’urgenza perché da ritenersi pericoloso se non a sé, certamente agli altri”.

 

Nota dell’Economo del Manicomio di Cremona al Servizio Pensioni – Direzione Generale delle Pensioni di Guerra – Ministero delle Finanze, Roma, 07 luglio 1931: “(…) riassumo la cartella clinica concernente l’ex ricoverato A. S. Questi, ritornato in una caserma di Cremona da una licenza di convalescenza che aveva ottenuto in seguito a contusione e sinovite al ginocchio sinistro, entrò improvvisamente in uno stato di agitazione e confusione mentale con sintomi somatici di irritazione cerebrale, particolarmente midriasi, contratture e tremore. Fu ricoverato d’urgenza nel nostro Istituto il 18 giugno 1918 e qui ritornò subito in condizioni di lucidità; ma fu rilevato che aveva allucinazioni e idee deliranti a contenuto persecutorio, talora depressione dell’umore che giungeva fino allo stato stuporoso, altre volte atteggiamenti fissi catatonici e spesso compiva atti impulsivi violentissimi contro le persone e gli oggetti, mostrandosi assai pericoloso, anche perché dotato di forza non comune. Si fece diagnosi di demenza precoce catatonica. L’ammissione fu confermata con decreto di questo Tribunale del 22 agosto 918, il paziente fu riformato dal servizio militare il 29 dello stesso mese e fu trasferito al Manicomio della sua provincia il 13 settembre 1918”.

 

 

87.

Cartella clinica: A. A.

Numero d’Ingresso: 2786

Provenienza: Castelleone (Cremona)

Soldato: /

Ammesso: 14 giugno 1918

 

 

NOTE:

 

Proveniente al Manicomio di Cremona dal Manicomio di San Girolamo, Volterra. A Volterra A. A. era giunto dopo una lunga convalescenza dall’Ospedale Militare Principale di Livorno per “Istero epilessia in soggetto alcolista. Non dipende da causa di servizio” (12 giugno 1918).

 

Frenocomio di San Girolamo, Sezione Psichiatrica Militare, nota 11 giugno 1918: “OGGETTO: Soldato A. A. di Giosué – classe 1877. Anamnesi. Padre morto di carcinoma gastrico, madre di cardiopatia. Nessuna malattia pregressa fino ai 7 anni, quando in seguito ad un forte spavento per essere stato investito da un carro venne colto da tremore diffuso e pochi giorni dopo da accessi convulsivi. Nega malattie veneree. Alcolista. Presta servizio militare dal 1916. Nell’ottobre 1917 fu ricoverato per convulsioni all’Ospedale 37 della IVa Armata, dove furono riscontrati accessi convulsivi istero epilettici. Esame obbiettivo. Costituzione scheletrica e stato di nutrizione mediocre. (…) Riflessi cutanei e tendinei normali. Diminuita la dolorabilità tattile e dolorifica. Tremore delle palpebre socchiuse. Esame psichiatrico. Durante la degenza sono stati constatati parecchi accessi convulsivi, caratterizzati da perdita di coscienza, contrazioni fonico-cloniche, midriasi con rigidità pupillare transitoria, breve durata dell’accesso (5 minuti) e successivo periodo di sopore con amnesia della crisi. Non vi è cadute con produzione di ferite, non morsicatura della lingua, non fenomeni asfittici, non modificazioni gravi di riflessi profondi. E’ un soggetto dedito all’alcool e presenta riduzione notevole delle facoltà intellettive, ideazione sconnesse, memoria labile con poca affettività. Diagnosi: ‘Istero epilessia in soggetto alcoolista’ (Non dipendente da causa di servizio)”.

 

 

88.

Cartella clinica: B. P.

Numero d’Ingresso: 2617

Provenienza: Fiesse (Brescia)

Soldato: 67° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 03 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

Diario delle Malattie Intercorrenti, 03 novembre 1917:

“03 settembre. Entrato in osservazione. Confuso. (…)

17 settembre. Non parla. Ostinato non vuole farsi fare la barba. (…)

27 settembre. A’ incominciato a parlare. (…)

09 ottobre. Rimasto in letto non a’ voluto mangiare. (…)

26 ottobre. Alzato, ritornato in letto indisposto. (…)

05 novembre. Rimasto in letto, non a’ voluto mangiare.

06 novembre. Alzato dopo pranzo.

08 novembre. Non a’ voluto alzarsi.

09 novembre. Con un lenzuolo attaccato a l’inferriata della sua camera a’ tentato d’impiccarsi. (…)

12 novembre. Alzato dopo pranzo. (…)

29 novembre. Rimasto in letto non a’ voluto mangiare. Sempre Melanconico. (…)

27 dicembre. Non a’ mangiato niente in tutta la giornata. (…)

27 gennaio 1918. Sempre Melanconico. (…)

10 febbraio. Ostinato non vuole farsi fare la barba. (…)

20 febbraio. Internato”.

 

Lettera della moglie, 29 dicembre 1917: “Carissimo P. da tanto tempo che attendo tue notizie che siamo ansiosi  tutta la famiglia, tua moglie e figli. no ton[illeg.] di noi tutti si troviamo di ottima così speriamo che sara dalla tua Primo rispondermi se ti anno fatto il Processo dimmi se ai piacere se dovessi venirti di trovarti. Saluti tutta intiera famiglia tua Moglie. Signori Infermieri gli domando il favore se mio marito non si trova capace di scrivere lui se mi fa il favore a rispondere alla sua famiglia dando i nostri saluti e ringraziamenti”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 25 febbraio 1918: “(…) fino a ora il malato non era trasportabile per la sua agitazione, in genere per la sua estrema pericolosità, e per le condizioni generali [illeg.] modestissime a causa di sitofobia ostinata. Ora è in condizioni generali un poco migliorate ed è abbastanza calmo poiché si renda trasportabile. Presenta una forma di amenza, evidentemente si [illeg.] malattia in decorso cronico, in fatti si sono risolti i fenomeni acuti ed è subentrata una sindrome di demenza precoce catatonica, malattia mentale da cui è affetto il B.”. 

 

 

89.

Cartella clinica: B. A.

Numero d’Ingresso: 2710

Provenienza: Duemiglia (Cremona)

Soldato: 394a Centuria

Ammesso: 25 dicembre 1917

 

 

NOTE:

 

10 gennaio 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che fu qui accolto in condizioni di lieve esalamento maniaco, cui ha fatto seguito una profonda sindrome depressiva. Presenta allucinazioni e idee deliranti con colorito melanconico, stato ansioso, insonnia. Diagnosi: frenosi maniaco-depressiva”.

 

28 Febbraio 1925, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “B. A. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 25 Dicembre 1917 ed è stato dimesso in via di prova per miglioramento il 27 dicembre 1918. Fu riscontrato [illeg.] di infermità mentale in forma di frenosi depressiva. L’ammissione fu confermata con decreto Trib. n.5 in data 14 gennaio 1918. Risulta che, durante il servizio militare prestato in guerra, subì gravi impressioni per alcune valanghe da cui furono uccisi molti soldati i quali erano con lui. Ammalatosi di mente, venne in licenza di convalescenza e poi fu internato nel Manicomio, ove presenta tali sintomi emotivi da far ritenere che la malattia mentale possa essere causata dal servizio militare”.

 

 

90.

Cartella clinica: B. G.

Numero d’Ingresso: 2799

Provenienza: Thiene (Vicenza)

Soldato: 57° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 09 luglio 1918

 

 

NOTE:

 

Nota del Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, 09 luglio 1918: “Il soldato della 62a Comp. Presidiaria B.G. (…) da cinque giorni presenta sindromi di esquilibrio mentale, consistente in modo speciale in una grande agitazione ed insonnia: il padre è morto al Manicomio, ed anche l’odierno malato fu ricoverato altre volte all’Ospedale Militare Comparto Epilettici”.

 

14 agosto 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Il padre morì nel Manicomio e il soggetto pare vi fu altra volta ricoverato temporaneamente. Temperamento nervosico, di cui è prova un vivace tremore diffuso di natura ereditaria. Si è ammalato con depressione dell’umore, stato ansioso e tendenza pericolosa verso sé stesso. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

 

91.

Cartella clinica: B. C.

Numero d’Ingresso: 2634

Provenienza: Barzaniga (Cremona)

Soldato: 25° Cavalleggeri

Ammesso: 01 novembre 1917

 

 

NOTE:

 

B.C. fu trasferito al manicomio di Cremona proveniente dal Manicomio della Provincia di Pavia in Voghera il 26 ottobre 1917. A Voghera risulta ricoverato dal 23 maggio 1917 in arrivo dall’Ospedale di Udine S. Osvaldo.

 

Nota non firmata dal Manicomio di Voghera, Reparto Neuro-Psichiatrico, al direttore del Manicomio di Cremona, 26 ottobre 1917: “Presenta spiccato delirio di persecuzione sentendo da allora allucinazioni acustiche. Tono sentimentale depresso, facilmente emozionabile. Un certo grado di deficienza mentale. Nei periodi di calma, che succedono specialmente quando gli si cambia ambiente, si presenta abbastanza orientato. Tranquillo e logico. Ma a poco a poco il nuovo ambiente gli torna ostile, si sente dileggiato, e diventa impulsivo con tendenza a farsi del male”.

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“01 novembre. Entrato in oss. Tranquillo.

04 novembre. Alzato dopo pranzo. (…)

12 novembre. A’ cominciato a piangere alle 13.15 fino alle 14, dicendo che tutti li vogliono male e fucillare. (…).

28 novembre. E’ stato tutta la giornata Melanconico dicendo che lo volevano fucillare.

05 dicembre. A’ continuato a piangere dalle 13 alle 14.

06 dicembre. Rimasto in letto melanconico.

07 dicembre. Bagno prolungato. Sempre melanconico prende medicina di opio etere. (…)

04 gennaio 1918. Messo in letto prima della cena; esaltato ingiuriava i suoi compagni amalati e gli infermieri. (…)

24 dicembre. Internato”.

 

 

92.

Cartella clinica: B. L.

Numero d’Ingresso: 2740

Provenienza: Offanengo (Cremona)

Soldato: 67° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 16 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

B. L. fu trasferito al Manicomio di Cremona proveniente dal Manicomio di Como. In precedenza B.L. era stato ricoverato presso il Manicomio di Crema (dal 06 aprile 1917).

 

Nota del direttore del Manicomio di Como, 15 marzo 1918: “B. L. (…) soldato 67°. Fanteria Entrato il 12 Dicembre 1917 ‘Eredità pazzesca in linea collaterale materna. Il soldato B. è affetto da fragilità costituzionale. Ha manifestazioni scrofolose. Fu ricoverato l’anno scorso al Manicomio di CREMA. Ai primi di dicembre del 1917 si allontanò dalla caserma; fu sorpreso in treno in uno stato di confusione, e quindi inviato come affetto da delirio confusionale. La sindrome persiste ancora, benché meno complessa. Diagnosi: STATO AMENZIALE. E’ di competenza manicomiale”.

 

Cartella clinica, Manicomio di Crema: “Data del’ingresso: 6 Aprile 1917. DIAGNOSI Fren. maniaca depressiva. (…) 7 Aprile 1917. Dai dati anamnestici, pare non risultino fatti a carico della sfera nervosa né linea ascendente, collaterale o discendente. (…) Da un giorno il malato dà in esplosioni di delirio rumoroso a sfondo [?] mistico. (…) 8 Aprile 1917. Verso le ore 7,30 l’ammalato si fa agitato e pericoloso. Dà pugni e calci; e scappa dall’infermeria, non ha interesse [?] di tenere il letto. Si isola il B. in una stanza ove non possa fare danni né a sé né agli altri. (…) 11 Aprile. Ieri sera passeggiata, in camicia pel corridoio. (…) 12 Aprile. Mentre sta in bagno, manifesta idee sovversive: vuol scappare dal manicomio perché non si crede pazzo: vuol spaccarsi la testa contro il muro: persiste la logorrea. 13 Aprile Durante la notte, il malato si agita, tenta scardinare gli usci, cerca evadere…. Costretto colle maniere dolci a rientrare in letto, sferra calci, irride gli inservienti, lancia pugni…. Grida come un forsennato [?] e riesce di grave nocumento ai vicini. Viene posto in camera di isolamento. Gli infermieri sono autorizzati a mettere delle fascie di contenimento specialmente durante la notte quando l’assistenza è più difficile. (…) 15 Aprile. Si permette al paziente di stare alzato dal letto (…). 19 Aprile Tranquillo, ma querulo = malcontento di qualsiasi trattamento che gli viene amorevolmente usato”.

 

Lettera del padre al direttore del Manicomio di Cremona, 23 aprile 1918: “Il sottoscritto padre del ricoverato B. L. di Antonio riformato della Classe 1889 (…) prega la S.V. perché voglia permettere la dimissione di detto suo figlio da codesto istituto anche per aderire al desiderio verbalmente espressogli di voler tornare in famiglia. Per le pratiche necessarie lo scrivente si dispone ad assumere le dovute garanzie (…)”.

 

 

93.

Cartella clinica: B. C.

Numero d’Ingresso: 2811

Provenienza: Genzano (Roma)

Soldato: 10° Artiglieria da Fortezza (Piacenza)

Ammesso: 03 agosto 1918

 

 

NOTE:

 

“Tribunale di Guerra di Cremona – ATTO di ACCUSA – L’Avvocato Militare Visti gli atti contro B. C. di Antonio e di S. Filomena nato il 12 dicembre 1891 a Genzano (…) Imputato dei reati di rifiuto di obbedienza, insubordinazione con insulti minaccia e vie di fatto contro superiore non ufficiale, danneggiamento (…) perché il 10 maggio 1918 in Piacenza si rifiutava di obbedire all’ordine datogli dal Caporale di giornata M. V. (…) indi essendo accorso il sergente d’ispezione B. P. lo insultava con parole non precisate e commetteva contro il medesimo vie di fatto. Armato poi d’un grosso legno fracassava vetri e cavalletti delle prigioni del Corpo, minacciando i militari accorsi e causando all’amministrazione militare un danno superiore alle lire 50. (…) Cremona, lì 24 - 7 - 1918”.

 

“Tribunale di Guerra di Cremona – ATTO di ACCUSA – L’Avvocato Militare Visti gli atti contro B. C. di Antonio e di S. Filomena nato il 12 dicembre 1891 a Genzano (…) Imputato (…) perché il 28 Marzo 1918 si rifiutava di eseguire l’ordine datogli dall’Ufficiale di picchetto Tenente T. sig. G., e poi dal Caporale di giornata C. B. e dal sergente d’Ispezione M. G. di passare alla prigione; inoltre facendo atto di lanciarsi minacciosamente contro l’Ufficiale e i graduati insultava i medesimi con le parole: Vigliacchi, traditori, assassini, con l’aggravante della recidiva (già condannato ad anni quattro di c.m. con sentenza del Tribunale Militare di Roma, per reato di insubordinazione. (…) 25 – 7 – 1918”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Presidente della Corte d’Assise, s.d.: “In seguito a telegramma della S.V. informo che B. C. fu in questo Manicomio dal 3 Agosto al 14 Settembre 1918 per ordine Ufficiale Istruttore del Tribunale di Guerra di Cremona, fu sottoposto a perizia e si ritenne affetto da imbecillità morale e intellettuale e meritevole di assoluzione per infermità di mente dalle varie imputazioni che pesavano su di lui”.

 

 

94.

Cartella clinica: B. G.

Numero d’Ingresso: 2813

Provenienza: Milano

Soldato: 26° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 08 agosto 1918

 

 

NOTE:

 

B. G. era già stato ricoverato nel Manicomio di Cremona dal 07 marzo al 13 aprile 1918.

 

Nota del medico militare: “Carcere Militare Preventivo, li 7 marzo 1918. Dichiaro di aver visitato questa mattina nel Carcere Militare preventivo il sold. B. G. e di averlo trovato nelle seguenti condizioni: Supino sulla branda con il corpo disteso ed irrigidito: il braccio destro appoggiato ad angolo sul petto con le dita aperte ed appoggiate fortemente con le unghie nel petto. Il braccio sinistro disteso lungo il corto e pure in condizione detta. Capo e collo in [lleg.]. Pupille uguali e discretamente dilatate. Contrattura dei massetteri e masticazione. Il ventre non è duro. Oppone viva resistenza allo spostamento degli arti. I muscoli si mantengono contratti. Interrogato, chiamato non risponde. Spontaneamente a lunghi intervalli grida: mamma la medaglia! Il polso è regolare. Le pupille non reagiscono alla luce. Interrogati i circostanti vengo a sapere che qualche ora prima della mia visita ha avuto vomito alimentare. Nel mattino aveva parlato come il consueto senza dar segno di anormalità. Anzi essendo prossimo a traduzione si diceva contento di dover partire. Rivisitato nel pomeriggio verso le ore 15 trovai che la contrazione tonico muscolare era alquanto rallentata. [illeg.] al mattino e alla sera. Non aveva accusato cefalea. Nemmeno sembra abbia avuto occasione di inghiottire sostanze velenose. Intervenuta alle ore 15 la moglie del paziente, ha affermato che il marito da molto tempo dava segno di squilibrio mentale compiendo stranezze in casa. Afferma pure che il padre del marito era squilibrato e morì all’Ospedale Maggiore si Milano. Anche la madre insana da 30 mesi, sarebbe squilibrata di mente. Per le ragioni predette si ritiene opportuno far ricoverare il B. nel Manicomio Prov. di Cremona ritenendolo pericoloso a sé e agli altri. Il Capitano medico, Lazzaroni”.

 

S.d., Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che ha precedenti ereditari di psicopatia. Presenta profondo decadimento psichico, contegno assurdo e idee deliranti a contenuto persecutorio vaghe, incostanti, fragmentarie. Diagnosi: Demenza paranoide”.

 

Lettera della moglie al Direttore del Manicomio di Cremona, Milano 30 marzo 1918: “Egregio Signor Professore Innanzi tutto la ringrazio delle cure che presta a mio marito non avendo avuto a voce parole sufficienti di ringraziamento essendo stata assalita dallo sconforto nel trovare mio marito in uno stato di salute assai doloroso e pietoso. Le sarei riconoscente e grata se volesse usarmi la cortesia di informarmi della salute di mio marito acciò possa tranquillizzare almeno in parte l’animo mio”.

 

Nota del 10 maggio 1918 del direttore del Manicomio al Colonnello comandante l’Ospedale Militare Principale di Piacenza: “Il militare B. G. fu Francesco di Milano, venne accolto in questo Manicomio il 07 marzo 1918 proveniente dal Carcere Militare Preventivo, ove presentò evidentemente una accesso epilettiforme o una serie di accessi che lo lasciarono in uno stato amenziale. Risulta che non è esente da eredità psicopatica, che abusava di alcolici e che da molto tempo era in preda a squilibrio psichico. Nel Manicomio ha presentato dapprima una sindrome confusionale completa poi è divenuto lucido. Ma era in preda ad allucinazioni e idee deliranti con contenuto persecutorio vaghe e incostanti. Mostrava intelligenza notevolmente decaduta e aveva talvolta stolidità del contegno. Fu fatta diagnosi di demenza paranoide, malattia cronica, che senza dubbio data al paziente da molto tempo. Il B. essendo lucido di mente, tranquillo e ordinato nel contegno, fu dimesso dal Manicomio e affidato ai R.R. Carabinieri il 13 Aprile 1918”.

 

Articolo del quotidiano “La Provincia”, venerdì 09 agosto 1918: “Cronaca. Al Tribunale di Guerra. Una scena pietosa. Imputato che si rompe la testa contro le sbarre della gabbia. Ieri si è svolto il processo contro B. G., imputato di due diserzioni e di furto con destrezza. Il B. che fu condannato per ben 19 volte per il reato di furto con destrezza si presenta oggi dopo essere stato ricoverato al manicomio di Piacenza ed in quello di Cremona. Entrambi i sanitari si accordarono per la completa infermità del B. Alla udienza il Prof. Rebissi [sic!] direttore del nostro manicomio illustra una elaborata perizia e dopo numerose contestazioni mosse dall’avvocato militare cav. Leonello Manfredonia, conclude per la piena irresponsabilità. Dopo brillante discussione sostenuta nello interesse della difesa dall’on. Piatti del Foro piacentino da una parte e dall’avvocato militare che sostenne in pieno la accusa definendo il B. un abilissimo simulatore chiedendo la condanna allo ergastolo il Tribunale pronunciava sentenza con la quale dichiarava il B. infermo di mente ordinandone la sua chiusura in manicomio. Mentre il Tribunale era ritirato per la deliberazione, il B. vedendo nel pubblico la propria moglie che piangeva a dirotto fu preso da un violento accesso e si gettava con tutta forza contro le sbarre della gabbia ove era rinchiuso, producendosi ferita al capo. Per il pronto intervento della forza pubblica che allontanava la moglie che nel frattempo era presa da violenta convulsione, e di un medico che curò il ferito, si esaurì l’incidente che comprovò maggiormente essere il B. un ammalato di mente”.

 

14 agosto 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Trovandosi a disposizione del Tribunale di Guerra, fu in questo Manicomio dal 7 marzo al 13 aprile 1918. Trasferitosi il tribunale a Piacenza, venne ricoverato nel turno neuropsichiatrico di quell’Ospedale Militare Principale. A Cremona e a Piacenza fu giudicato affetto da infermità totale di mente. Ritornato il Tribunale a Cremona, il B. è stato processato e assolto appunto per infermità totale di mente. Soffre allucinazioni, idee deliranti incoerenti e profondo decadimento psichico con stolidità di contegno. Diagnosi: demenza precoce paranoide”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di Mombello, Milano, 14 marzo 1921: “B. G. fu qui degente (…). Fu esclusa la simulazione e venne ammessa la diagnosi di demenza precoce paranoide. Il malato gradatamente si riunisce quasi del tutto. Essendo lucido, tranquillo e ordinato nel contegno fu dimesso in via di prova e affidato a RR. Carabinieri che lo ricondussero in carcere. (…) fu processato, assolto per infermità totale di mente e ricoverato di nuovo l’8 agosto 1918 con sentenza, pure dell’8 agosto 1918, che disponeva per il ricovero a tempo indeterminato (…). Era in condizioni pressoché uguali a quelle presentate durante la precedente degenza, ma poi migliorò al punto da apparire un soggetto normale, salvo a prescindere un lieve difetto globale delle facoltà psichiche. Allora, il 9 ottobre 1918, fu trasferito a codesto Manicomio. Era stato riformato il 16 settembre 1918. Per quanto sopra è esposto, evidentemente la malattia mentale non fu causata dal servizio militare, mentre si presume che fosse aggravata dal patema d’animo sofferto per la chiamata alle armi”.

 

Nota di B.G. al direttore del Manicomio di Cremona dalle Carceri Giudiziarie di Milano, 01 giugno 1937: “Il sottoscritto prega codesto on.le Direzione, compiacersi fargli pervenire il certificato su la malattia per il quale fu ricoverato presso detto Manicomio negli anni correnti tra il 1918 – 1919 e ciò da valersi per uso giustizia. (…).L’Istante prega poter tener buona nota che trovavasi ricoverato quale militare e in seguito a tale malattia fu assolto con la totale irresponsabilità dal Tribunale Militare di Cremona”.

 

Nota di B.G. al direttore del manicomio di Cremona dalle Carceri Centrali di Agrigento, 23 febbraio 1940: “L’esponente con preghiera di benevole accoglimento (…) compiacersi rilasciargli formale certificato giusto l’esito della sua malattia, essendo stato ricoverato in codesto Manicomio nell’anno 1919. Si chiede il certificato in parola in carta libera per uso causa penale”.

 

 

95.

Cartella clinica: B. G.

Numero d’Ingresso: 2717

Provenienza: Offanengo (Cremona)

Soldato: 67° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 22 gennaio 1918

 

 

NOTE:

 

Nota del direttore del Manicomio Provinciale di Como, 22 dicembre 1917: “Entrato il 18 Agosto 1917. B. G. (…) E’ risultato, pel tramite del R.R.C.C., che un fratello è stato riformato per ‘alienazione mentale’, che una prozia materna fu pazza, e che il ricoverato bevitore facevasi eccitato e violento qualche volta. Risulta ancora, da documento allegato, tabella nosologica per sifilitici, ch’egli, nel Luglio 1915, fu curato per infezione luetica. E’ stato inviato d’urgenza nel nostro istituto il 18 Agosto 1917. Si tratta di un frenastenico grave ereditariamente predisposto: la sindrome di eccitamento e di disordine improntata alla originaria mentalità del soggetto, continua vivace nei primi tempi, del periodo di osservazione è venuta in seguito apparendo episodicamente accompagnata da morbosa impulsività e da caprolalia [sic]. Diagnosi: STATO DI ECCITAMENTO IN IMBECILLE”.

 

 

96.

Cartella clinica: B. G.

Numero d’Ingresso: 2553

Provenienza: Cremona

Soldato:

Ammesso: 02 giugno 1917

 

 

NOTE:

 

“Tribunale di Guerra di Cremona. (…) L’Avvocato Militare (…) ha pronunciato la seguente ORDINANZA nel procedimento contro B. G. fu Leonardo e P. R. n.a Cremona il 18 Luglio 1880, Detenuto dal 15 Maggio 1917 IMPUTATO (…) perché contrariamente al divieto della autorità militare, si avvicinava alla polveriera Manicotti, allontanandosi solo quando la sentinella sparò contro di lui due colpi di fucile, che per altro non lo colpirono. Perquisita la sua abitazione furono rinvenute due paia di scarpe appartenenti a militari. (…) pur sussistendo la materialità dei fatti addebitatigli, non può di essi esser ritenuto responsabile il Bodini che è letteralmente cieco, scimunito ed affetto da evidente paralisi progressiva, visibile a qualunque occhio profano, talché più che un provvedimento di giustizia penale, s’impone nei suoi riguardi la necessità di ricoverarlo in un luogo di cura. (…) Cremona 31 Maggio 1917”.

 

Comunicazione del Direttore del Manicomio Provinciale di Cremona al Comune di Cremona, 16 [illeg.] 1917: “B. G. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 2 Giugno 1917 (…) è stato riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di demenza cerebropatica e si trova degente nel Manicomio”.

 

Nota del direttore del Manicomio al Presidente del Tribunale di Cremona, 30 agosto 1918: “ Il paziente è affetto da corea cronica progressiva per cui è giunto a [illeg.] un grado assai probabile di demenza cerebropatica semplice, cioè decadimento di tutte le attività mentali senza nessun sintomo attivo di alienazione mentale. Inoltre è giunto a quasi totale cecità. Qualsiasi madre può giudicare, con la massima facilità, che trattasi d’un soggetto sotto ogni rapporto assolutamente innocuo, degnissimo di essere dimesso dal Manicomio e affidato alla madre”.

 

Nota del direttore del Manicomio al Presidente del Tribunale di Cremona, 11 settembre 1918: “(…) la madre del ricoverato di contro distinto, dopo avere per molto tempo e in ogni modo insistito affinché io la secondassi nel desiderio di ritirare dal Manicomio il ricoverato medesimo e dopo avere indirizzato formale istanza in proposito alla S. V. I., mi fa sapere che non è più in grado di riprendere con sé il figlio essendosi ammalata e non potendo perciò più assumersi la responsabilità”.

 

Dalla cartella clinica: “31 Ottobre 1918. L’A.[mmalato] è spirato stamane Causa di morte dichiarata Corea”.

 

 

97.

Cartella clinica: B. G.

Numero d’Ingresso: 2781

Provenienza: Pigna (Porto Maurizio)

Soldato: 24a  Compagnia Presidiaria

Ammesso: 22 maggio 1918

 

 

NOTE:

 

Nota del Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, s.d.: “Il Soldato della 24° B-Compagnia Presidiaria B. G. (…)  nato a Pigna Porto Maurizio 15 Ottobre 1879 presentando Sintomi di squilibrio mentale, consistente specificamente in accessi di malinconia, nella tema che fosse di danno a sé e agli altri, a scanso di responsabilità è proposto per il sollecito invio al Manicomio Provinciale di Cremona”.

 

“Ferrari & Toesca Legnami. Pigna 27 / 5 / 18. Egregia Signora Bordero, Con nostra lettera del 14 corr. avvisammo il sig. Comandante del 65° a Castelleone che vostro marito era stato esonerato per conto della nostra Ditta quale boscaiolo; speriamo perciò ch’egli non tarderà molto ad averne avviso ufficiale e venire subito a casa”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 18 Giugno 1918: “Presenta grave depressione dell’umore con ansia precordiale [?], allucinazioni terrifiche e idee deliranti a contenuto persecutorio, insonnia e agitazione motoria. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Comunicazione da Pigna del 30 giugno 1918: “Illustrissimo Sig. Direttore La moglie del soldato B. G. ricoverato in osservazione in codesto manicomio, nonostante le di lei cortesi e premurose assicurazioni sulla salute del marito, vive in una continua apprensione, e desiderebbe perciò averlo vicino per poterlo andare a vedere qualche volta, sperando che le sue visite possano essergli di giovamento. (…) Perdoni l’indiscrezione [?] della domanda che le rivolgo a nome della B. per tranquillizzarla; giacché il suo stato di gravidanza avanzata unito alla preoccupazione dello stato del marito la rende nervosa e irrequieta oltre l’usuale”.

 

Cartolina postale della moglie di B. G. al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 04 giugno 1918: “Egregio Direttore, Dal giorno della mia partenza da costà non ebbi più tregua, pensando allo stato di mio marito. (…) Sono la moglie del soldato B. G. lasciato sotto la sua direzione e cura. La ringrazio infinitamente e porga i miei saluti al mio povero marito”.

 

Cartolina postale della moglie, 12 giugno 1918: “Carissimo marito, arrivai a casa con felicissimo viaggio, trovai la Celestina bene come tutti i parenti. Tresca sta sempre attendendo la tua venuta, e tu guarda di farti coraggio e presto potrai venire un po’ in convalescenza e ti ristabilirai più presto, nella quiete della pace domestica. La levatrice sta attendendo la tua venuta per far crescere famiglia e ti saluta d’amore e ti esorta ad aver pazienza, in tanto attenderemo tempi migliori. Abbiti affettuosi saluti dai parenti tutti ed amici, e guarda di farti coraggio e ristabilirti presto e ritornare sano presto fra noi. Uniti alla Celestina ti baccio con grande affetto tua per sempre moglie Margherita”.

 

Nota del direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 05 ottobre 1918, al Sindaco del Comune di Pigna: “B. G. (…) nato il 15 Ottobre 1879 in Pigna (Porto Maurizio) ivi domiciliato (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 22 Maggio 1918, ed è stato riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di frenosi depressiva. L’ammissione è stata confermata con decreto di questo Tribunale N.88 del 24 Giugno 1918. Il paziente ha ottenuto la riforma dal servizio militare, per alienazione mentale non dipendente da causa di servizio il 04 Giugno 1918. Essendo migliorato, venne trasferito il 6 Luglio 1918 al Manicomio di Cogoleto”.

 

 

98.

Cartella clinica: B. M.

Numero d’Ingresso:

Provenienza: Azzanello (Cremona)

Soldato: 2° Reggimento di Marcia (già nel 78° Reggimento di Fanteria)

Ammesso: 10 settembre 1918

 

 

NOTE:

 

Nota del Capitano medico dell’Ospedale Militare di Riserva di Soresina, 10 settembre 1918: “Chiamato ieri alle ore 16 al locale Caserma dei Carabinieri ò trovati il Sold. B. M. in preda a delirio. Il. B. tentava di battere la testa sul muro ed era a stento trattenuto da vari militi; emetteva grida, digrignava i denti, aveva bava alla bocca, pupilla dilatata. Il B. presentava anche segni di alterazione prodotta dal vino. Non posso emettere giudizio sull’attacco che presentava il B., per cui occorre che questi sia inviato in luogo addatto per osservazione”.

 

Dalla cartella clinica: “Diagnosi. Lieve episodio d’esaltamento di natura alcolica”.

 

 

Figura 10

“Cremona 26-2-1912

Il Duca degli Abbruzzi, da una Trib. Illustrata”.

 

99.

Cartella clinica: B. P. P.

Numero d’Ingresso: 2792

Provenienza: Alfianello (Brescia)

Soldato: Distretto Militare di Cremona

Ammesso: 02 luglio 1918

 

 

NOTE:

 

Nota del Capitano medico, Cremona 01 Luglio 1918: “Viene trasportato d’urgenza alle ore 22 un individuo che porta in tasca il foglio di congedo intestato a B. P. P. (…) nato il 25 ottobre 1888 in Alfianello della Provincia di Brescia, Distretto di Cremona. L’infermo è stato preso nella strada mentre si abbandonava ad atti inconsulti. Attualmente non risponde alle domande che gli vengono rivolte e pronuncia discorsi inconsulti e compie atti violenti con chi l’avvicina. Giudicandolo affetto da alienazione mentale e pericoloso a sé e agli altri si chiede il ricovero d’urgenza in Manicomio”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio Provinciale di Cremona all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Guerra di Cremona, 10 ottobre 1918: “Il detto militare fu qui accolto la notte del 2 Luglio 1918 alle ore 10 in preda a profondo stato amenziale certamente consecutivo ad accesso epilettico. Qui ha avuto accessi convulsivi epilettici gravi e seguiti da confusione psichica. Nei periodi, abbastanza prolungati che intervengono tra gli accessi convulsivi, il malato è perfettamente lucido ed esente da sintomi positivi di alienazione mentale, però non è scevro dal così detto ‘carattere epilettico’ e da qualche fenomeno con valore negativo, cioè da sintomi di lieve deficienza mentale. Pertanto ho fatto presente, a scanso di pericoli che il malato incontrerebbe nel carcere, l’opportunità di lasciarlo qui”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 17 novembre 1918: B. P. P. “Fu portato in Manicomio mentre era in preda a un grave equivalente psichico e epilettico in forma di amenza. Questo accesso si è protratto alcuni giorni con confusione mentale completa e grave agitazione motoria. Si è poi riordinato, ma conserva il  carattere epilettico e ha avuto accessi convulsivi violenti. Era soggetto a una imputazione presso il Tribunale di Guerra di Cremona, ma fu dichiarato nei confronti il non luogo a procedere in data 18 Sett. 1918. (Diagnosi Frenosi Epilettica)”.

 

 

100.

Cartella clinica: B. F.

Numero d’Ingresso: 2784

Provenienza: Cerignola (Foggia)

Soldato: 4° Reggimento Artiglieria da Campagna

Ammesso: 02 giugno 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione dell’Ufficiale medico di guardia – Ospedale Militare Succursale di Riserva di Cremona, 02 giugno 1918: “Ore 15. Viene portato stamane d’urgenza dal Distaccamento del 4° Artiglieria Campagna di Castelvetro Piacentino il soldato B. F. (…) nato il 27 Marzo 1899 a Cerignola di Foggia con diagnosi di convulsioni epilettoformi. Il malato non risponde per niente alle domande che gli vengono rivolte e di tempo in tempo scatta in atti violenti cercando colpire e mordere i presenti – viene temporaneamente trattenuto in Ospedale ma data che tale stato non accenna a cambiare che anzi il malato è sempre molto violento giudicandolo pericoloso a sé ed agli altri lo si giudica bisognevole di urgente ricovero nel Manicomio locale”.

 

“Diario delle Malattie Intercorrenti:

Giugno 2 Entrato in Oss.ne Confuso

Giugno 3 A’ preso olio di ricino.

Giungo 5 Non parla. Orina sulla materassina

Giugno 10 Bagno prolungato

Giugno 13 Bagno prolungato. non parla

Giugno 14 Bagno prolungato.

Giugno 17 A’ incominciato a parlare.

Giugno 18 Bagno prolungato. Orina in letto

Giugno 19 Alsato dopo pranzo (…)

Giugno 22 Bagno prolungato

Luglio 10 Orina in letto

Luglio 22 Peso Chg. 60.800

Luglio 27 Internato”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 14 agosto 1918: “Venne qui in preda ad un equivalente psichico assai prolungato senza dubbio di natura epilettica in forma di amenza. Ora il paziente risulta affetto da profonda deficienza psichica, con balbuzie e contegno puerile. In Manicomio non ha avuto accessi convulsivi; ma offre stigme d’epilessia, tra cui l’enuresi notturna, sicché tutte le notti bagna il letto. Diagnosi: Imbecillità epilettica”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 12 settembre 1918: “il paziente risulta affetto da profonda deficienza psichica con anomalie della pronunzia e contegno talvolta puerile. In Manicomio non ha avuto accessi convulsivi (…). Nel contegno è ormai così riordinato che prestissimo sarà dimissibile dal Manicomio”.

 

Lettera della madre di B. F. al direttore del Manicomio di Cremona: “Cechignola 12 ottobre 918. Ill.mo Signor Direttore mi perdonerete se da tanto tempo avrei dovuto disimpegnare un mio dovere, cioè quello di ringraziarla di tanta amabilità e paternità usate a mio figlio, il quale dalla sua venuta qui non ancora posso dire che stia meglio di come venne. Poi si è unita l’epidemia della spagnola che ci a passata a tutti i dodici di famiglia non m’a procurato un pochino tempo per scriversi e ringraziarla (…). Ora vi prego di farmi il favore di mandarmi un vostro certificato il quale attesta l’entità del male pel quale fu riformato per poterlo a qualunque richiesta presentarlo a questi RR Carabinieri tanto per non farlo alteraie [?] più di cervelo in caso di carcerazione”. 

 

 

101.

Cartella clinica: C. L.

Numero d’Ingresso: 2761

Provenienza: Annicco (Cremona)

Soldato:

Ammesso: 15 Aprile 1918.

 

 

NOTE:

 

Comunicazione della Direzione Sanitaria della Congregazione di Carità del Frenocomio di S. Girolamo, Volterra, aprile 1918: “Oggetto: Sold. C. L. di Francesco. Ha già ultimato il periodo di osservazione nell’Ospedale Mil.e Psichiatrico di Reggio Emilia, da dove proviene, e dove è stato riformato in seguito a rassegna con deliberazione del 14 Gennaio 1918 per ‘Frenastenia (Malattia non dipendente da causa di servizio)’. Presenta deficienza mentale; risponde raramente alle domande, se avvicinato ha qualche reazione motoria violenta e qualche manifestazione di negativismo. E’ inerte, abulico, sta sempre rannicchiato in un canto e non conversa con nessuno”.

 

 

102.

Cartella clinica: C. V.

Numero d’Ingresso: 2804

Provenienza: Genivolta (Cremona)

Soldato:

Ammesso: 22 Luglio 1918

 

 

NOTE:

 

Centro Psichiatrico Militare di 1a Raccolta, Reggio Emilia, 17 Luglio 1918: “Risultato d’osservazione. [C. V.] entrava in osservazione il 4 Giugno 1918 d’ordine dell’Osp. Mil.re di Tappa di Mantova per Amenza con fase di arresto e sordomutismo psicogeno. Il contegno strano, l’atteggiamento fisso, qualche movimento stereotipato, un certo negativismo, l’apatia profonda, l’espressione fisionomica, la sitofobia, con l’abulia, e il sudiciume che presentò nel suddetto ospedale, lo fecero pronosticare probabilmente affetto da demenza precoce. Nel nostro Reparto si mostrò piuttosto confuso, torpido, di umore depresso, negativista, sitofobo, muto.Tali sintomatologie venne punto modificandosi in progresso di terapia se si toglie il solo atto che il paziente da qualche giorno in quà, si nutre spontaneamente, e dorme abbastanza. Lo si giudica affetto da amenza con fase di arresto e sordomutismo psicogeno. Lo si tirrene pertanto inabile in modo permanente ed assoluto al servizio mil.re e lo si propone per la riforma. La malattia non dipende da causa di servizio. Il Direttore del Frenocomio di S.Lazzaro, Guicciardi”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Sindaco del Comune di Genivolta, 16 settembre 1918: “In seguito a istanza di C. Agostino che ha il figlio qui ricoverato, informo la S.V.I. che le visite del padre sono vantaggiose al malato sofferente d’una forma depressiva e perciò bisognoso di essere stimolato nella sua affettività intorpidita. Ora il padre dichiara di essere così povero da non avere mezzi per fare di tanto in tanto il viaggio fino a Cremona e desidera d’essere sussidiato [poi cancellato e sostituito da parola illeg.] da Codesto Comune, dalla Beneficenza Pubblica, ciò che mi permetto raccomandare alla S.V.I.”.

 

Lettera del padre di C. V., 13 novembre 1918: “Mio Caro direttore. Vego a lui con questa misera lettera. Se mifa il piacere a darmi notizie del mio figlio che sichiama V. C. se sta unpo più bene melafara sapere (…) mi firmo il babbo di C. V. e poi mi fara il piacere di Salutarmelo”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Sindaco di Genivolta, 10 agosto 1920: “C. V. (…) passò al Centro Psichiatrico Militare di Ia Raccolta (…) affetto da amenza con fase di arresto e sordomutismo psicogeno. Però presentava anche negativismo e altri sintomi che facevano temere l’evoluzione della psicopatia in una sindrome demenziale. Riformato dal servizio militare, fu trasferito al Manicomio Provinciale di Cremona il 22 Luglio 1918, ove si affermarono sempre più i sintomi di decadimento psichico e fu fatta diagnosi di demenza precoce, malattia cronica, inguaribile che rende totalmente e permanentemente inabili al lavoro il soggetto. Questi fu dimesso in via d’esperimento, ancora malato, dal manicomio di Cremona il 15 Dicembre 1918. Per quanto la demenza precoce poggi generalmente su un fattore costituzionale, in questo caso, essendosi la malattia iniziata con sintomi acuti amenziali e col sordomutismo di natura psicogena, fenomeno amenziale tipico delle psicosi belliche, senz anessun dubbio si deve giudicare che la malattia fu causata dal servizio militare che il C. prestò in guerra”.

 

 

103.

Cartella clinica: C. L.

Numero d’Ingresso: 2810

Provenienza: Cremona

Soldato: 5° Reggimento Genio Telegrafisti

Ammesso: 30 luglio 1918

 

 

NOTE:

 

Certificato medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona, 29 luglio 1918: “La nonna paterna morì in manicomio. Un cugino suicida. Sviluppo normale. Sempre nervoso. (…) Notizie sull’attuale malattia: Esaurimento in coincidenza col servizio militare. Forse ha influito qualche disagio per la vita lontano dalla famiglia. Da circa 15 giorni è in condizioni mentali morbose. Ha allucinazioni e idee deliranti, ritiene cioè di essere perseguitato e sente dei veleni nei cibi. E’ insonne, clamoroso, [Illeg.] (…). Misure di sicurezza adottate in casa, bromurici, ricostituenti. E’ pericoloso a sé e agli altri. Fu necessario fissare la finestra affinché non si precipitasse nel vuoto e minaccia le persone che crede spie e traditori della patria. Deve essere ricoverato d’urgenza in Manicomio ove può essere condotto dai famigliari”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 14 agosto 1918: “Affetto da evidente gracilità psichica di natura originaria, trovandosi sotto le armi ha avuto un accesso di esaltamento maniaco. Venuto in licenza, è ricaduto nella medesima sintomatologia con allucinazioni, idee deliranti, insonnia e [illeg.], eccitamento motorio. A questa fase è subentrato un episodio di lieve depressione psichica e poi un altro episodio di grave esaltamento. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva”.

 

Nota dell’Ing, Pietro C., Crespi sull’Adda (Bergamo): “ Crespi 7-10-18. Eg. Sig. Cav.e Dott. Rebizzi Cremona. Dalla mia famiglia volta a volta che lo visitano sono informato delle condizioni di salute del figlio di mio cugino che lei ha in cura da qualche tempo, il militare L. C.; e poiché malgrado le di lei assicurazioni di guarigione osservo il prolungarsi impressionante della malattia, e il rinnovarsi forse più frequente delle crisi cui l’infermo va soggetto, mi è sorto il dubbio che qualche cosa di grave possa sussistere. Ammetto che di fronte agli intimi famigliari, Ella usi il pietoso riguardo di non dire tutta intera la verità quando questa rappresenti una gravissima sciagura, e di ciò anzi sarei a ringraziarla per quanto mi auguro non sia. Ma Ella comprenderà come una simile artifizio non possa durar troppo a lungo di fronte alle condizioni di fatto. Io però non intendo che Ella abbia a venir meno al dovere che coscienziosamente si impone, palesando alla famiglia la gravità del caro qualora tale fosse realmente; spero invece che facendo affidamento sulla mia riservatezza, vorrà confidarmi come realmente stanno le cose. Perdoni il disturbo e aggradisca i miei anticipati ringraziamenti (…)”.

 

Risposta del direttore del Manicomio di Cremona 14 ottobre 1918: “On. Sig. Ingegner C., Posso assicurarle che L. C. è affetto da una disistimia, ovvero da una forma non lieve di frenosi maniaco-depressiva. Cioè la sua condizione di assoluta integrità mentale, viene interrotta [?] ogni tanto da un accesso di lieve esaltamento di depressione dell’umore. Si tratta di una forma affettiva che non compromette per nulla le facoltà mentali e che si è istituita in coincidenza con un agente molto forte, cioè il servizio militare. Il succedersi di crisi frequenti con caratteri di acutezza straordinaria, benché con manifestazioni assai lievi, fa ritenere il C. attraversi un periodo che non debba più presentarsi in avvenire, appena tolte quelle cause che procuravano l’insorgere del male. Perciò si deve osservare che, guarito e uscito dal Manicomio, non abbia più da soffrire. Ma è chiaro che questo non si può assicurare perché la malattia ha come sua principale caratteristica la periodicità. Vi possono essere dunque altri accessi che in molti casi interverranno a distanza di anni, perfino di 10 o 20 anni. Non si può dire null’altro. E francamente in questo caso non ho nascosto nulla alla famiglia, essendomi espresso in questi termini”.

 

 

104.

Cartella clinica: C. A.

Numero d’Ingresso: 2766

Provenienza: Paderno Cremonese (Cremona)

Soldato:

Ammesso: 21 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

Frenocomio di San Girolamo, Sezione Psichiatrica Militare, nota 20 aprile 1918: “OGGETTO: Soldato C. A. di Andrea. Ha già ultimato il periodo d’osservazione nell’Ospedale Mil.e di Reggio Emilia, Frenocomio di S. Lazzaro, da dove proviene, e dove è stato riformato in seguito a rassegna con deliberazione in data 14 Gennaio 1918 per: ‘Ebefrenia (Malattia non dipendente da causa di servizio)’. Durante la degenza ha tenuto un contegno stolido ed ha manifestato incoerenze nei discorsi, deficienza affettiva e lievi strati di eccitamento con riso fatuo. E’ manierato con qualche stereotipo nei movimenti”.

 

 

105.

Cartella clinica: C. G.

Numero d’Ingresso: 2743

Provenienza: Parma

Soldato: 62a Compagnia Presidiaria

Ammesso: 23 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, Cremona 23 marzo 1918: “Oggetto: Proposta di invio in osservazione al Manicomio del Caporale della 62a Comp. Presidiaria. C. G. (…) da qualche giorno presenta sintomi di esquilibrio mentale consistenti in modo preciso in malinconia, nello sfuggire la compagnia degli altri soldati, in tendenza al pianto: Manifesta idee di suicidio. Credo opportuno onde evitare possibili fatti dolorosi di inviarlo in osservazione nel locale Manicomio”.

 

Cartolina postale della madre al direttore del Manicomio di Cremona, 23 aprile 1918: “Ill. Signor Direttore gia da parecchi giorni che non ricevo scritto dal mio povero figlio, Caporale C. G., ricoverato in codesto ospedale, perciò col più umile rispetto mi rivolgo a lei Signor Direttore (…)”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 14 maggio 1918: C. G. “Presenta depressione dell’umore, allucinazioni, idee deliranti a tinta melancolica con profonda abulia che ancora non si vince, non ostante il lungo periodo di cura. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Lettera al direttore del Manicomio di Cremona: “9/6/18 Perugia Ill. Sig. Direttore Prego volermi informarmi delle condizioni del caporale C. G. riguardo la sua malattia. Cisia probabilità di una guarizione pel fretta? [illeg.] molto tempo direstare incuesto ospedale? E’ ancora in deciso inciò che fa? Non avendo che ringraziarlo infinitamente mi creda suo devotissimo servo R. M.”.

 

Nota del direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 27 settembre 1918: “C. G. (…) nato il 10 Novembre 1893 a Parma (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 23 Marzo 1918 e fu riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di frenosi depressiva. L’ammissione in Manicomio fu confermta con decreto di questo R. Tribunale n.70 in data 17 Maggio 1918. Il malato venne dimesso in prova per miglioramento il 13 Sett. 1918”.

 

Lettera di C. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Castelnuovo Sotto 26 – 5 – 1919. Egr. Sig. Direttore Mi rivolgo a Lei allo scopo si sapere qualche cosa intorno al mio strano caso. Lei sa benissimo che il giorno 10 Settembre 1918 fui dimesso riformato dal suo manicomio, colla promessa che foglio di riforma e congedo mi sarebbero arrivati fino a casa, mentre invece è già da 9 mesi che faccio parte alla vita civile ed ancora non ho visto niente. Immagini i disturbi o seccature capitatemi. Ora vorrei pregarlo se fosse possibile inviarmi un foglio di riforma oppure qualche altro foglio che giustificha la mia riforma”. [In calce alla lettera, il direttore del Manicomio scrive: “Visto; prego l’On. Sig. Direttore della locale Infermeria Presidiaria che si compiaccia rilasciare una dichiarazione che comprovi essere stato riformato il C. Ritengo ciò sia utile affinché il C. medesimo non abbia da ricadere nella stessa condizione psichica per cui fu qui degente, qualora abbia patemi d’animo per non esser provvisto del documento che chiede”.

 

 

106.

Cartella clinica: C. G.

Numero d’Ingresso: 2700

Provenienza: Martinengo (Bergamo)

Soldato: 25° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 14 novembre 1918

 

 

NOTE:

 

Diario delle Malattie intercorrenti:

“Novembre 14 Entrato in osservazione. Tranquillo. (…)

Novembre 19 Caduto dal letto, per un ecesso epilettico smaniava gambe e braccia, il pronto sochorso, di tre infermieri, per tenerlo fermo, altrimenti si sarebbe fatto del male, ferito legermente alla fronte.

Novembre 20 un leggero ecesso per quattro o cinque minuti. (…)

Novembre 30 Caduto per terra in refetorio, ore 16,30, per un ecesso epilettico. (…)

Dicembre 10 mentre giocava a carte è venuto a diverbio coll’ammalato C. Anno rotto una sedia. (…)

Dicembre 16 ore 7,40 Caduto dal letto per un Ecesso epilettico, nella ora della Colazione appena che linfermiere, a dato la tazza del Caffe fra le mani, caduto dal letto, per terra, la tazza del caffe sotto il letto vicino, il pronto socorso degli infermieri, per tenerlo fermo perche si faceva del male, batteva la testa per terra e contro i Piedi del letto, rimasto sotto l’ecesso per un quarto dora. (…)

Febbraio 10 Internato”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 01 febbraio 1918: C. G. “E’ un soldato che fu ammesso in osservazione giudiziaria a disposizione del Tribunale di Guerra, imputato di diserzione. E’ stato assolto per infermità totale di mente, siccome si giudicava che i fenomeni avuti di psicopatia da cui era sorta l’esaltazione, dovessero ben presto dileguarsi, non fu ordinato definitivamente il ricovero in Manicomio. Invece persiste uno stato di compassione psichica parziale di natura epilettica. Diagnosi: Frenosi epilettica”.

 

 

107.

Cartella clinica: C. A.

Numero d’Ingresso: 2814

Provenienza: Due Miglia (Cremona)

Soldato: Battaglione Complementare Brigata Umbria

Ammesso: 16 agosto 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione dell’Ufficiale medico di guardia - Ospedale Militare Succursale di Cremona, 13 agosto 1918: “Si è presentato oggi a questo ospedale il soldato C. A. accompagnato in famiglia dalla zona di guerra in licenza semestrale da Reali Carabinieri. Il militare è stato visitato dal Direttore del locale manicomio che lo ha giudicato ‘affetto da idiozia con segni somatici evidentissimi (scarsa capacità cranica, asimmetrie e caratteri degenerativi). L’intelligenza è profondamente ridotta. Attualmente in una fase di depressione dell’umore che, sotto le armi, può renderlo assai pericoloso’. Il sottoscritto in base a quanto ha riscontrato nel militare che si è dimostrato facilissimamente attizabile ed inconsapevole della sua posizione, e secondo quanto ò giudicato il Direttore del Manicomio Provinciale giudica necessario il suo ricovero in via d’urgenza nel locale manicomio essendo anche attualmente pericoloso a se ed agli altri”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 26 agosto 1918: “Presenta stigme degenerative e asimmetrie craniche evidenti. Intelligenza profondamente limitata, depressione dell’umore e inquietudine motoria. Diagnosi: idiozia”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona, 21 dicembre 1928: “C. A. (…) nato il 2 Giugno 1894 a Due Miglia, domiciliato a Cremona, celibe, è stato degente in questo Ospedale dal 16 al 27 Agosto 1918 per alienazione mentale in forma di idiozia e fu dimesso in via d’esperimento, perché migliorato, non guarito”.

 

 

Figura 11

 

“Disegno di Ettore Pecci

Cremona 28-2-912

Il Vessillo Italiano in Tripolitania”.

 

108.

Cartella clinica: C. E. [G.]

Numero d’Ingresso: 2820

Provenienza: Torre del Greco (Napoli)

Soldato: 10° Artiglieria da Fortezza

Ammesso: 27 agosto 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione dell’Ufficiale medico di guardia: “Cremona - Ospedale Militare li 27-8-18. Il sottoscritto ufficiale medica giudica abbisognevole di ricovero perché affetto da alienazione mentale e pericoloso a sé ed agli altri il soldato C. E. (…) raccolto nel piazzale della stazione di questa Città oggi alle 21 in preda ad accesso maniaco ed accompagnato per il ricovero in questo ospedale”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un militare fornito di precedenti morbosi psichici sia ereditari che personali e affetto da sifilide. E’ entrato nel Manicomio in preda a parziale confusione psichica e grave eccitamento motorio. Resosi calmo e lucido, presenta ancora qualche disturbo sensoriale e anomalie della ideazione e del carattere in rapporto con una lieve deficienza psichica globale di natura originaria. Diagnosi: Amenza in soggetto affetto da lieve frenastenia”.

 

Lettera del padre, 04 novembre 1918: “G. Giuseppe (…) prega la S. V. Ill.ma di dare precisi chiarimenti a quanto esso osa pregarla in seguito. Un suo figlio soldato a nome C. E. ricoverato in codesto Ospedale, affetto da malore, ho diverse volte scritto e Telegrafato a V. S. circa la sua malattia, e Lui diverse volte si è degnato rispondermi. Ora da molto tempo che non ho più notizia e l’animo mio trovasi in istato di sconforto non sapendo la sorte del suo amato figlio quale sarà. Signore l’esponente Vidira di [illeg.] che con mi figlio giovane sulle spalle, altro figlio anche grande dalla età di anni 27 anni cieco da molti anni senza mezzi come, tirare avanti la misera vita il povero figlio E. era l’unico sostegno di questa infelice madre, con i suoi affanni [?] e sudori portava avanti la sconsolata famiglia, ed è perciò che caldamente prego la S. V. Illma perché voglia essere tanto buona e generosa di darmi precisa notizia sulla salute dell’amalato figlio e fare in modo che dopo rigorosa visita mandarlo definitivamente in famiglia o pure qualche lunga licenza, stando sotto la sorveglianza della affettuosa madre con qualche cura, potere guarirsi dalla malattia di cui è affetto”.

 

Comunicazione del comandante il Deposito del 65° Reggimento di Fanteria, Cremona 25 novembre 1918: “Si restituisce alla Direz. dell’Osp. Mil. di Riserva Cremona informando che trattandosi di militare condannato con pena sospesa il C. E. non può essere ritirato da questo Deposito (…). Codesta Direzione dovrà invitare il Reparto che fece ricoverare il militare, a ritirarlo, salvo poi a sua volta inviarlo al Reparto Custodia di Casalmaggiore per l’ulteriore assegnazione ad un Centro di Raccolta e Traduzione oppure al Deposito Speciale d’Istruzione di Padova (se ritenuto pericoloso)”.

 

Lettera della madre di C. E. al direttore del Manicomio di Cremona: “Torre del Greco 6/12 1918. Illmo Signor Direttore. Con la presente di scuso d’infastidisco, ma abbiate pietà è una povera madre che vi parla, desidero sapere notizie di mio figlio, che da parecchio tempo che non mi scrivi, ultima sua mi fece capire che ha giorni usciva per andare al deposito, invece son passati diversi è niente sue notizie ho saputo se siritrova ancora costà o pure a raggiunto il suo reggimento. Egregio Signore vi prego se si ritrova ancora al manicomio mandatemelo a casa, lo desidero tanto di vederlo sono dodici mesi che non lo vedo e sapete sentendo ora che è un poco guarito dopo che il mio cuore di madre ha sanguinato tutto il tempo della sua malattia, il desiderio che cerco è di vederlo nelle mie braccia che sembrami che mio figlio guarito mi sia un sogno. Egregio Signor Direttore, sono quattro anni che mio figlio manca la casa di lavoro si è del tutto squilibrata sono soggetta agli operai, sapete bene che altro mio figlio cieco non vede ciò che gli operai fanno, e questo stesso mio figlio cieco desidera tanto suo fratello perché dice che se il fratello non viene a tempo a vedere ciò che gli operai fanno, sarà tra un giorno o l’altro si finisce di squilibrare tutto e rimarrà sulla strada perciò Signor Direttore vi prego abbiate pietà di un cieco e di una povera madre vecchia. Sono sicura che la mia povera parola di pianto e di preghiera colpirà in pieno il vostro cuore che così generoso si mostra verso mio figlio (…)”.

 

 

109.

Cartella clinica: C. G.

Numero d’Ingresso: 2697

Provenienza: S. Egidio (Teramo)

Soldato: 10° Artiglieria da Fortezza

Ammesso: 06 novembre 1917

 

 

NOTE:

 

Ordinanza dell’Avvocato Militare presso il Tribunale di Guerra di Piacenza, 30 gennaio 1918: “Ordinanza nel procedimento  contro C. G. (…) Detenuto – Imputato Di insubordinazione con minaccie verso Superiore Sottufficiale, per avere il 29 Giugno 1917 in Piacenza minacciato il Sergente G. Francesco con le parole ‘se mi passi alla prigione ti rompo la testa – se mi arresta gli mangio il cuore’. (Art. 130. 250 C.p. Es) Esaminati gli atti: Ritenuto che il 29 Giugno 1917 in Piacenza il Sergente G. Francesco introdusse due soldati nel laboratorio del Calzolaio C. G. (…) allo scopo di sottoporli ad un esperimento calligrafico. Poiché il Cap. Maggiore Furiere della Batteria aveva dato ordine che nessuno entrasse nel laboratorio se non per motivi di servizio, il soldato C. invitò i militari ad uscire e ne nacque una discussione col Sergente, il quale finì con l’ordinare al C. di entrare alla prigione. Questi obiettò che alla prigione non sarebbe andato senza conoscerne il motivo e che egli eseguiva semplicemnet gli ordini dei Superiori circa l’ingresso nel laboratorio; e poiché il Sergente di giornata con gli uomini di guardia si accingevano a tradurre in prigione il C., egli pronunciò le frasi incriminate e riprodotte nel Capo di imputazione. Ritenuto che il fatto di cui sopra nella sua materialità costituisce il reato di insubordinazione, ma poiché gli atti lo impongono, occorre esaminare se concorre altresì nel fatto l’elemento morale senza di cui non vi è inferiore punibile. Giova al riguardo rilevare che il C. successivamente alla commissione del fatto, venne riformato per neurastenia ed epilessia e che, sottoposto a perizia psichiatrica per incarico dell’Autorità Giudiziaria, venne come risulta dalla relazione 22 Corr.te ricoverato infermo di mente e in tale grado da beneficiare dell’art. 56 Cod. p. Es. che contempla la completa irresponsabilità. In base a tali elementi acquisiti (…) da cui emergono lo stato di malattia dell’imputato e il di lui gentilizio gravemente compromesso, sembra del tutto inutile l’esperimento del giudizio pubblico nei suoi riguardi e appare di giustizia riconoscere senz’altro che egli agì senza la coscienza e la libertà degli atti per infermità di mente”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 08 dicembre 1917: C. G. “E’ evidentemente uno squilibrato, con temperamento epilettoide. Inoltre era dedito al abusi alcoolici e pertanto facile a cadere in condizioni di ‘ubriachezza patologica’ e a commettere atti di cui non sia punibile. Attualmente è qui a disposizione di questo Tribunale di Guerra; ma ancora non fu affidato nessun medico di perizia; pertanto non vi sono i dati per fornire maggiori schiarimenti; né converrebbe emettere una conclusione definitiva”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 10 febbraio 1918: “E’ un soldato che fu ammesso in osservazione giudiziaria a disposizione del Tribunale di Guerra ed è stato assolto dalle varie imputazioni per infermità totale di mente con ordinanza che non dispone per il ricovero definitivo in Manicomio. Persiste in lui un lieve esaltamento su fondo degenerativo. Diagnosi: frenosi alcoolica in individuo affetto da degenerazione psichica”.

 

 

110.

Cartella clinica: D. M.

Numero d’Ingresso: 2718

Provenienza: Acqui (Alessandria)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 24 gennaio 1918

 

 

NOTE:

 

Cartolina postale della madre di D. M., s.d.: “Illustrissimo Signor Professore di Manicomio di Cremona La madre del soldato D. M. Prega di cuore la sua cortesia di farle sapere notizie di mio figlio a sono quasi due mesi che non scrive le o già scrito tre volte non risponde. Perdoni Signore ma potra comprendere anche lui che dolori di una madre quando non scrivano due figli una al fronte e l’altra è un povero disgraziato per gentileza signore è per tranquilizarmi un poco”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 06 marzo 1918: “E’ un soldato che presenta decadimento psichico, allucinazioni della cenestesi e idee deliranti a contenuto ipocondriaco e persecutorio, piuttosto incoerenti. Diagnosi: Demenza precoce paranoide”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di Alessandria, 06 giugno 1918: “Si trasferisce a codesto istituto per cura della Sanità Militare il militare di contro citato (…). Non è ancora riformato e non può esserlo, perché incorse in una condanna a 4 mesi di carcere, da scontare dopo terminata la guerra. Siccome si prevede che dovrà restare assai lungamente in Manicomio, viene trasferito all’Istituto della Provincia cui egli appartiene”. 

 

 

111.

Cartella clinica: D. G.

Numero d’Ingresso: 2721

Provenienza: Montecarlo San Salvatore (Lucca)

Soldato: 62° Compagnia Presidiaria

Ammesso: 09 febbraio 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico, Cremona 09 febbraio 1918: “Chiamato d’urgenza, ho visitato presso la Caserma S. Sigismondo il soldato della 62° Comp. Presid. D. G. ed ho trovato in condizioni tali da dovere richiedere il pronto ricovero nel Manicomio Provinciale di Cremona, presentando gravi sintomi di squilibrio mentale a forma melanconica con allucinazioni. Ha tentato anche di gettarsi da una finestra”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 23 aprile 1918: “E’ un soldato che presenta grave depressione psichica, con allucinazioni, idee deliranti e tendenza al suicidio. Condizioni generali di estremo decadimento che accennano appena a migliorare dopo cura assidua per due mesi. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Lettera della madre al direttore del manicomio di Cremona, 26 marzo 1918: “Preg.mo Signor Direttore (…), la prego perdonarmi se torno a scrivere, perché sa pure [?] l’affetto d’una madre non ha limiti. Da quando mio figlio G. D. fu ricoverato in cotesto manicomio, non ha mai scritto un rigo alla famiglia. Questo silenzio mi fa ritenere che le sue condizioni di salute non siano punto migliorate, e perciò vengo a pregarla di volermi usare la cortesia di darmene un sunto. Di più debbo significarle che noi siamo povera gente, ma se lei riconosce che mio figlio non sia in grado di prestare un utile servizio, sarei a pregarla di proporre la riforma con quell’assegno che può meritare, ed io sono contenta di tenerlo presso di me anche curarlo coi mezzi domestici di cui si può disporre. Del resto quale utile servizio può prestare un uomo affetto dalla sua infermità? Che fu riconosciuto inabile al servizio militare fino dalla prima visita della sua leva al distretto? Che è stato sempre gracile ed impressionabile per ogni minima cosa? In ogni modo mi rimetto, alla coscenza dei superiori e per tanto a pregarla d’un riscontro, per poter passare le Feste Pasquali un poco più contenti”.

 

Comunicazione del medico condotto del Comune di Montecarlo al direttore del Manicomio di Cremona, 04 maggio 1918: “Le chiedo scusa se mi prendo l’ardire di importunarla; ma vorrà compatire la mamma e le sorelle di questo soldato, che da qualche tempo sono prive di notizie. La famiglia desidererebbe avere più vicino questo soldato per avere la comodità di potere andare a visitarlo ogni tanto”.

 

 

112.

Cartella clinica: F. C.

Numero d’Ingresso: 2830

Provenienza: Gussola (Cremona)

Soldato: 2° Reggimento Mitraglieri

Ammesso: 18 settembre 1918

 

 

NOTE:

 

Sezione Psichiatrica Militare – Imola, 09 settembre 1918: “Individuo di costituzione scheletrica regolare, in mediocre stato di nutrizione e di sanguificazione. Presenta tachicardia non dipendente da lesioni organiche. Gli altri organi toracici e addominali sani. All’esame neurologico si ha: nessuna reazione anche a forti stimoli dolorosi; reflettività in genere torpida (…). E’ stato inviato a questa Sezione da osservazione ultimata, dalla Clinica Psichiatrica di Bologna dove era degente dal 16 agosto. Proveniva dall’Ospedale Principale, dove era stato accolto quattro giorni prima ed aveva presentato contegno uniforme; mutacismo, sucidità, sitofobia. In clinica ebbe contegno confusionale; non rispose alle domande; eseguiva atti disordinati; aveva stereotipie, manierismo; era sucido; giaceva inerte in letto, compiendo di continuo un movimento oscillatorio colla destra; ebbe qualche momento di irrequietudine; mangiava solo se imboccato. Le informazioni ufficiali, pervenute in Clinica, sono negative circa l’anamnesi personale; circa il gentilizio, risulta che due cugini materni sono psicopatici. Nel breve soggiorno in questa Sezione ha presentato contegno incomposto, disordinato, estraneo all’ambiente; compie col capo un movimento ritmico d’oscillazione ed à continuo blefarospasmo. Non è accessibile all’interrogatorio, né agli stimoli esterni; è mutace; oppone forte resistenza ai movimenti passivi; ha rifiutato il cibo; non è stato sucido. Si giudica affetto da demenza precoce catatonica e ritenendosi pericoloso per sé e per gli altri s’invia al Manicomio di Cremona”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona, 08 Novembre 1919: “F. C. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 18 Settembre 1918 per alienazione mentale in forma di demenza precoce catatonica. Fu dimesso il 19 ottobre 1918 in prova per miglioramento. Consta che fu riformato con determinazione definitiva dall’Osped. Mil. Princ. di Ravenna in data 16 Sett. 1918”.

 

Comunicazione del Dott. Bocchi Sisto: “Gussola 4 / 1 / 1940 XVIII. Certificato medico. Dichiaro di avere visitato l’alienato F. C. e certifico che non presenta disturbi né della sfera psichica né della sfera somatica”.

 

 

113.

Cartella clinica: F. G.

Numero d’Ingresso: 2450

Provenienza: Gussola (Cremona)

Soldato:

Ammesso: 12 agosto 1916

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Brescia, 11 agosto 1916: “F. G. fu Angelo e di S. Condina, celibe di anni 35, di Gussola, riformato dal servizio militare, venne qui inviato il 15 Agosto 1915 dall’Ospedale Militare locale, perché affetto da alienazione mentale. Il 2 Agosto 1915 egli faceva pervenire al Presidente del Tribunale di Como una raccomandata sulla quale tra l’altro si leggono le seguenti frasi minacciose: ‘Rifletta bene poiché è un sacro dovere, prima di andare al fronte di domandare una breve licenza, di venire a Como nell’aula del Tribunale, datole bastonate, cazzotti e calci e di peggio, come si presenterà l’occasione, signore, signore, non mi mancherà mai la forza né il coraggio di uccidere una quantità infinita di giudice come lei, e quei suiseri [?] che volessero difenderlo. Quando venne qui accolto il Ferrari si presentava orientato, senza disturbi sensoriali, con percezione pronta e con intelligenza chiusa. Manifesta però idee deliranti a spiccato colorito persecutorio, e si lamentava in modo speciale di essere stato danneggiato nei suoi interessi e di aver ricorso inutilmente ai Tribunali. In un suo scritto si lamenta d’aver ricevuto delle ingiustizie e minacce criminose. Qui si è mantenuto sempre tranquillo, ordinato nel complesso e laborioso. E’ un ottimo lavoratore. Insiste continuamente per ottenere la sua libertà. Da parecchio tempo le sue idee deliranti non sono più così tenaci ed intense come in principio”.

 

Lettera di F. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Signor Direttore La prego autorizzare codesto Sig. Sindaco onde possa rilasciarmi il passaporto per l’estero Francia. Sempre che non possano trarne profitto imbene della mia materia, di farmi fare il soldato. Di salute sto benissimo O soldato o Poeta l’ontano d’Italia, compio un dovere di coscenza offrirmi soldato sebbene stia molto meglio borghese dovunque vada. In attesa di qualche risposta la riverisco, scusandomi di miei mali che non e tutta mia la colpa. F. G. Gussola 20 Luglio 1918”.

 

Lettera di F. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Gussola li 15 Settembre 1918. Signor Direttore Invita dun mio padrone Italiano che di tanto se degnato pregiando delle sue proposte con i più grandi Ideali, e per tale grande bonta la coscienza mimpone ofrirmi militare. A chi debbo rivolgermi Posso, o non posso Potrei fare il corso spirante ufficiale. In attesa di qualche risposta la riverisco”.

 

Foglio senza indicazioni: “Signorina Gemma Nella casa dei dolori Noi le diamo la ben venuta Su scongiura ogni inviddia E si consola tutelare la vittima dell’altrui mal fuori del serraglio. Come mamma figlia sposa Contadina diverra Fra piante frutti fiore profumati sinnebbria  Da forte non veremo meno ai suoi piacer Da oppressi null’altro potiamo dir, e di nascosto svela il suo derir. F. P. e Compagni”.

 

 

114.

Cartella clinica: F. P.

Numero d’Ingresso: 2635

Provenienza: Gussola (Cremona)

Soldato: 77° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 02 novembre 1917

 

 

NOTE:

 

Foglio a matita, s.d.: “Soldato F. P. Distretto di Cremona. 1° al 67 Regimento di Fanteria di stansa a Como. 2° Passato nei Mitraglieri, 391. Gruppo 3° Dopo passato al 77 Regimento Fanteria Deposito di Brescia. Cinque mesi nei motoristi sempre al 77 Regimento”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 19 novembre 1917: “Ha un fratello in questo Manicomio; un altro morì alienato di mente. Costituzione gracile, essendo militare e trovandosi in licenza, è caduto in preda a uno stato misto di esaltamento maniaco e di depressione, che persiste invariato. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva”.

 

Lettera del parroco di Gussola al direttore del Manicomio di Cremona: “Gussola 23-2-1934-XII. Ill.mo Sig. Direttore Nel settembre o nell’ottobre 1917, veniva ricoverato in codesto manicomio, il giovane soldato F. P. fu Angelo di Gussola, affetto da mania spaventosa incontrata al fronte, dove fece 30 mesi di trincea. La madre, vedova e in condizioni di miserabilità, vorrebbe avere la pensione. Le occorrerebbe far inoltrare le pratiche la dichiarazione medica che tale malattia fu incontrata in guerra. Sarebbe tanto compiacente V.S. Ill.ma di voler rilasciare la richiesta dichiarazione? Il F. P. fu per dei mesi degente in codesto ospedale”.

 

Comunicazione del direttore, Cremona, 02 marzo 1934: “Il Direttore dell’Ospedale Provinciale di Cremona certifica che F. P. (…) è stato degente in questo Ospedale dal 2 Novembre 1917 al 20 Aprile 1918 e fu riconosciuto affetto da infermità mentale in forma di psicosi maniaco-depressiva. Fu dimesso in via d’esperimento perché migliorato, non guarito. Dagli atti dell’Istituto risulta che aveva eredità molto compromessa avendo due fratelli malati di mente ed era un soggetto gracile, però prima del servizio militare non aveva mai dato sintomi di psicopatia. Da militare fu così intenso il patema d’animo nel pensare alla possibilità della morte, che andò in preda all’infermità per cui si rese necessario il ricovero in Manicomio. Pertanto si presume che la malattia mentale sia stata occasionata dal servizio militare, cioè dipendente da questo”.  

 

 

115.

Cartella clinica: F. A.

Numero d’Ingresso: 2748

Provenienza: Napoli

Soldato: 4° Reggimento Artiglieria

Ammesso: 02 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico, 4° Reggimento Artiglieria – Infermeria Uomini: “Cremona li 31 Marzo 1918. Oggi verso le ore 15 mentre entravo alla Caserma Manfredini fui chiamato a visitare il sold.o F. A. (…). Egli trovasi detenuto nella prigione reggimentale in attesa di punizione. Verso le due e mezzo mentre tornava nella sua cella dopo aver preso aria nel passare nella Camera di Guardia, dato di piglio ad un piccone che ivi trovava, cominciava a dare in escandescenze rompendo i vetri delle finestre del corridoio, battendo contro la porta della cella, minacciando quanti tentavano avvicinarsi a lui. Ridotto all’impotenza mediante secchi di acqua gettatigli addosso fu steso sul tavolaccio dove gli venne applicata la camicia di forza. Trattasi di individuo di costituzione robusta, di colorito bruno – masse muscolari sviluppate. Nulla si può sapere riguardo al gentilizio, non rispondendo il paziente ad alcuna domanda, continuando invece a lamentarsi di un forte dolore alla testa. Trovasi alla prigione da due giorni. Sofferse già di otite purulenta cronica sinistra e da poco tempo di otite subacuta destra, per la quale venne inviato al locale Ospedale Militare uscendone con una licenza di 14 giorni”. [In calce alla comunicazione è scritto a firma il Colonnello Comandante il Centro di Mobilitazione: “Il F. è in attesa di giudizio perché disertore essendo rimasto a casa – oltre il termine della licenza di convalescenza – per otto giorni”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un soldato sofferente di otite cronica sinistra. Non ha convulsioni; ma soffre di accessi di agitazione motoria, di cui il paziente non serba nessun ricordo. Vi sono sintomi somatici e psichici che depongono per la natura epilettica del male. Diagnosi: Epilessia psichica”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 09 luglio 1918: “(…) il soldato F. A., mentre era nella prigione del 4° Artiglieria, in attesa di punizione, commise improvvisamente atti di violenza in tale stato di eccitamento, per cui fu giudicato necessario il ricovero in questo Manicomio, ove entrò il 2 Aprile 1918. Era sofferente di otite sub-[illeg.] destra e di otite cronica sinistra e si presentava in condizioni generali scadenti. Nel Manicomio non ha avuto convulsioni; ma per motivi insignificanti ha avuto qualche fugace episodio di lieve eccitamento, di cui non serbava memoria completa. A questi fenomeni, che facevano già pensare a un substrato di epilettoidismo, si aggiungono stigme somatiche e psichiche atte a confortare la medesima ipotesi. Si deve dunque giudicare che tutti gli atti di violenza eventualmente commessi dal F. prima della immissione in Manicomio, non fossero che manifestazioni di infermità psichica in forma di epilettoidismo. I sintomi che presentava qui, non erano tali da aver titolo sufficiente per la permanenza in Manicomio; perciò ne viene dimesso in via di prova il 1 Maggio 1918 e fu condotto al Centro di Mobilitazione 4° Regg. Artiglieria da campo in Cremona, per mezzo di personale a ciò indicato (…)”. 

 

Cartolina postale della madre di F. A., 06 settembre 1918: “Ill.mo Sig. Direttore La chieggo anticipatamente scuse se mi permetto scriverla, ma è la forza irresistibile che mi spinge ad inviarla la presente per attingere notizie di mio figlio che da più di quaranta giorni non ne ricevo. Venne da me una guardia per informazioni e mi diede codesto indirizzo dicendomi che mio figlio ‘soldato F. A.’ era stato rinchiuso in codesto spettabile Manicomio. Mi permetto rivolgere umile preghiera alla S. S. I.ma acciò voglia compiacere rendermi la grazia speciale di farmi tranquillizzare l’animo nell’informarmi se effettivamente mio figlio trovasi costà e come passa in salute”.

 

 

116.

Cartella clinica: F. P.

Numero d’Ingresso: 2789

Provenienza: Cigognola (Pavia)

Soldato: I° Genio

Ammesso: 08 luglio 1918

 

 

NOTE:

 

Nota del Capitano medico del Carcere Militare Preventivo di Cremona, 06 luglio 1918: “Propongo il ricovero in Manicomio del Caporale F. P. fu Giovanni nato a Cigognola (Pavia) il 1 Aprile 1884, perché da segni di squilibrio mentale (malinconia, idee di persecuzione, tentato suicidio per impiccagione). E’ pericolo a sé ed agli altri”.

 

Comunicazione dell’Ufficiale Sanitario di Cigognola, 10 agosto 1918: “In omaggio al vero dichiaro quanto segue. Durante il mese di Marzo ultimo scorso ebbi occasione di visitare e conversare a lungo col soldato P. F. e ne ho riportato il convincimento che è ammalato di affezione nervosa e che le sue facoltà mentali sono scosse al punto da lasciar credere che egli sia affetto da quella forma morbosa mentale che chiamasi: delirio di persecuzione”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “Grave depressione dell’umore, allucinazioni, idee deliranti, [illeg.] insonnia, inquietudine motoria. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona all’Ufficiale Istruttore presso il Tribunale di Guerra di Padula (Salerno), 24 gennaio 1919: “(…) F. P. fu accolto in questo Manicomio l’8 Luglio 1918. Da 4 mesi, risulta dagli accertamenti che furono fatti, come presentava idee deliranti di persecuzione, che turbavano assai il suo contegno. Poco prima che entrasse in manicomio, a questo sintomo premonitore aveva fatto seguito una sindrome depressiva lenta e grave per cui tentò anche il suicidio mediante impiccamento. Nel manicomio aveva profonda depressione dell’umore, allucinazioni, idee deliranti, ansia precordiale, insonnia e inquietudine motoria, per cui fu fatta diagnosi di frenosi depressiva. Sottoposto a cura adatta, rapidamente è migliorato, sicché fu dimesso in via d’esperimento e affidato all’Autorità Militare il 19 Agosto 1918”.

 

 

117.

Cartella clinica: F. G.

Numero d’Ingresso: 2793

Provenienza: Genova

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 02 lulgio 1918

 

 

NOTE:

 

Comando Militare nella Stazione Ferroviaria, Cremona, 01 luglio 1918: “Il sottoscritto è stato chiamato d’urgenza alla stazione Ferroviaria alle ore 23.15 dove ha trovato un individuo sconosciuto, completamente ignudo, disteso in barella e legato colla camicia di forza, che dava manifesti segni di demenza. Non risponde alle domande e alcuni che lo videro attestano di averlo trovato verso porta Milano completamente ignudo. Deve trattarsi di un militare perché un Ferroviere qui presente attesta di averlo conosciuto mesi fa, vestito della divisa militare a Treviglio. Pertanto giudico detto individuo in preda ad accesso maniaco e ordino perciò il suo ricovero in Manicomio. Il Capitano Medico”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 16 agosto 1918: “Fu trovato nudo di notte presso la stazione ferroviaria in preda a estremo eccitamento motorio, incapace di dare le sue generalità. Nel Manicomio presentava completa confusione mentale, allucinazioni terrifiche, idee deliranti incoerenti e agitazione motoria. Appena migliorato, dette le sue generalità e poi fu sicuramente identificato. Ora è lucido e orientato; ma ancora la coscienza non è del tutto integra e persiste qualche disturbo sensoriale. Diagnosi: Amenza. In questo spazio nella copia che va alla Infermeria Presidiaria, aggiungere: Si riferiva a questo Ufficio che il F. subì una condanna. Non trovandosi ancora in tali condizioni di mente da poter essere inviato al corpo o in reclusorio, fo viva istanza che, per ragione di sgombro di questo manicomio, molto affollato, sia trasferito al Manicomio della sua Provincia”.

 

Lettera della madre di F. G. al direttore del Manicomio di Cremona, 14 agosto 1918: “(…) sentendo che la sua salute va migliorando poteste fare tutto il possibile di avvicinarlo un po’ più verso casa, anzi se necessitano certificati tutti quelli che Desiderano sono pronta a farceli [illeg.], anzi mi sono dimenticata di dirle che l’anno scorso il 28 Settembre ebbe un forte accesso nevrastenico e fu trasportato nella Clinica di Buccelli [?], ove vi stesse otto giorni, uscendo poi ne risenti sempre, attualmente trovasi alla Clinica di Buccelli un suo zio fratello di suo Padre, perciò sono a farle noto con mio dispiacere che viene proprio da famiglia”.

 

Lettera del padre al direttore del Manicomio di Cremona, 28 agosto 1918: “(…) ardisco rivolgermi a V. S. pregandola a prendere in considerazione la stato di salute di mio figlio F. G. del 65° reg. fanteria 1a Comp. Ricoverato in codesto ospedale. La sua malattia è attavica, e non è la prima volta che i lui se ne presentano i sintomi, anzi qui a Genova fu ricoverato nella clinica a Pamatone [?]. Altri di famiglia sono nevrastenici e attualmente un suo zio è ricoverato per la stessa malattia. Prego compiacersi provocare d’ufficio i documenti comprovanti quanto asserisco e prendere i provvedimenti che sono del caso”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona all’Infermeria Presidiari di Cremona, 12 Novembre 1918: “ (…) riferivo alla S. V. sulla condizione del militare di contro distinto e la S. V. O. dispose perché fosse trasferito al Manicomio della sua provincia; ma poi, ritenendosi che il F. dovesse restare a disposizione dell’Autorità Militare Giudiziaria di qui, fu procrastinato il trasferimento. Ormai nessuna Autorità si interessa più del F., questi è nella identica condizione psichica già descritta e vi è la necessità assoluta e urgente di sgomberare il Manicomio, eccessivamente affollato, perciò prego la S. V. O. di provvedere con la maggior sollecitudine al trasferimento del F. (…)”.

 

Lettera della madre al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 28 dicembre 1918: “(…) Sono la Madre del Soldato F. G. che dal giorno che fu trasportato al Manicomio di Cogoleto, ancora non potei vederlo malgrado mi si rechi sempre. Perciò non potendo sapere niente di preciso mi rivolgo alla Sua bontà per sapere le condizioni di salute di mio figlio, e il perché fu trasportato se il suo processo è cancellato – oppure se differente, di questo favore le sarei graditissima e se unita a queste informazioni potesse anche farmi tenere quella lettera che io lasciai nelle sue mani alla mia venuta li a Cremona, del Sig. Tenente. come ripeto le sarei immensamente grata di tutto questo (…)”.

 

 

118.

Cartella clinica: F. G.

Numero d’Ingresso: 2463

Provenienza: Casalmaggiore (Cremona)

Soldato: I° Genio

Ammesso: 20 settembre 1916

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 03 ottobre 1916 [Amadei]: “Essendo soldato fu ricoverato in osservazione nel Manicomio di Reggio: dove dimostrò di [illeg.] sospettoso, con idee di persecuzione e tendenza a tentativo serio di suicidio. Nel Manicomio di Cremona dove fu trasferito si rivela pure estremamente triste ma anche molto confuso, crede di essere malato gravemente e insanabilmente, chiede di essere ammazzato – Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Cartolina postale della commissaria alla Beneficenza Civile al direttore del Manicomio di Cremona, 27 novembre 1916: “Egregio Sig. Direttore – Pregata dalla famiglia di F. G. le chiedo se potessero accontentarlo di venire in famiglia perché il fratello che è venuto ieri a visitarlo ci à fatto molta compassione (…) Se Ella crede che possono provare a toglierlo dall’Ospedale loro sono pronti a tutto”.

 

Cartolina postale della commissaria alla Beneficenza Civile al direttore del Manicomio di Cremona, 20 maggio 1918: “Egregio Sig. Direttore, Ecco la solita seccatura che viene a disturbarla, porti pazienza, e mi faccia la gentilezza di sapermi dir colla qui unita se la F. Rosa può venire a visitare il figlio. Per quanto sia per lei doloroso a vedere suo figlio sempre nelle stesse condizioni, pure non puo fare a meno di venirlo a visitare ed Ella sia tanto buono di accontentarla appena se Le è possibile”.

 

Cartolina postale della commissaria alla Beneficenza Civile al direttore del Manicomio di Cremona, 07 agosto 1918: “Egregio Sig. Direttore (…) Vengo a disturbarla a nome della madre del F. la quale desidererebbe sapere il presente stato del suo povero disgraziato figlio. Non essendogli stato permesso di vederlo nell’ultima sua visita, teme che sia molto grave e non è tranquilla”.

 

Cartolina postale del commissario alla Beneficenza Civile al direttore del Manicomio di Cremona, 28 agosto 1918: “Se avessi voluto ascoltare la famiglia F. avrei dovuto chiederle subito il permesso di lasciar venire la madre a visitare il disgraziato. Sentendo che Ella non ha piacere ho atteso, ma ora sono costretta per accontentare questa donna che continua a piangere dalla tema che il figlio rimarrà senza vederlo. Se può appena, ottimo Signore, conceda il permesso a questa donna così potrà persuadersi dello stato del figlio anche se sarà grave”.

 

Comunicazione del Ministero del Tesoro – Servizio per l’Assistenza militare e le pensioni di guerra al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 07 giugno 1920: “Liquidazione pensione per D. Rosa madre del mil. F. G. Domiciliata Casalmaggiore. Pregasi inviare rapporto informativo circa la infermità per la quale entrò in codesto manicomio e quella per la quale vi morì il 28 – 10 – 1918 il militare F. G. fu Antonio – nato a Casalmaggiore il 9 – 10 – 1884”. [In calce alla comunicazione segue il rapporto del direttore del Manicomio dott. Rebizzi: “F. G., proveniente dall’Ospedale da Campo n.234 (San Giorgio di Nogaro), entrò nel reparto Speciale Militare del Manicomio di Reggio Emilia il 3 Agosto 1916, donde fu qui trasferito il 20 Settembre 1916. Risulta dalle informazioni qui provenienti da Reggio Emilia, che non era del tutto esente da precedenti ereditari e che era d’intelligenza un poco limitata. Chiamato alle armi col 1° Genio Zappatori, e, andato al fronte, vi si portò bene per oltre un anno, poi cadde in una sindrome depressiva con idee deliranti e, mentre era al campo, tentò seriamente di suicidarsi, ferendosi con un coltello all’addome e alla gola. Nell’Ospedale ove fu curato dalle ferite, venne anche accertata l’infermità psichica. Trasferito il 23 Luglio all’Ospedale n.234, fu giudicato infermo di mente e così pure a Reggio Emilia. Fu riformato pertanto dal servizio militare (…) in data 20 Settembre 1916. Nel Manicomio di Cremona ha presentato una frenosi depressiva ansiosa gravissima. Dal 20 Settembre 1916, data d’ingresso, al 28 Ottobre 1918, data della morte, fu sempre agitatissimo, afflitto da allucinazioni terrifiche e idee deliranti persecutorie, tutte di contenuto schiettamente bellico, sicché sembrava sempre sul campo di battaglia. Per l’inquietudine e per il tono melanconico della sua affettività, rifiutava per lunghi periodi il vitto, sicché è stato necessario sottoporlo, talvolta anche per più mesi di seguito, all’alimentazione forzata per mezzo della sonda gastrica, sostenendo con lui delle lotte notevoli. La costante agitazione e il rifiuto del vitto pressoché costante, ridussero man mano il soggetto a tale deperimento che morì per marasma. Benché egli fosse predisposto, è evidente in questo caso che la malattia mentale fu causata dal servizio militare in guerra e anche la morte, avveratasi esclusivamente per la malattia mentale, fu causata dal servizio militare che il paziente prestò durante la guerra”.

 

Nota del direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona, 29 febbraio 1944: “F. G., fu Antonio e di D. R. M., nato il 9 ottobre 1884 a Casalmaggiore, ivi domiciliato, celibe, è stato degente in questo Ospedale dal 20 Settembre 1916 al 28 Ottobre 1918, giorno in cui è morto. Fu fatta diagnosi di frenosi depressiva”.

 

 

119.

Cartella clinica: F. V.

Numero d’Ingresso: 2626

Provenienza: Cremona

Soldato: Croce Rossa

Ammesso: 05 ottobre 1917

 

 

NOTE:

 

F. V. era già stato ricoverato nel Manicomio di Cremona dal 03 agosto al 02 ottobre 1917.

 

“Il Tribunale di Guerra di Cremona (…) ha pronunciato la seguente SENTENZA nella causa contro F. V. (…) Soldato della classe 1867 ACCUSATO  di diserzione (…) perché il 27 Aprile 1917, in Milano, s allontanava arbitrariamente dal proprio Deposito e rendevasi irreperibile fino al suo arresto avvenuto il 2 Luglio Successivo in Cremona. IN PUBBLICA UDIENZA (…) Ritenuto che (…) nell’interrogatorio oralmente reso, il [F. V.] (…) nessun motivo ha saputo addurre in sua discolpa . – che nella specie, se da un canto non è contestato nella sua materialità il reato di diserzione rubricato, per l’accertamento delle responsabilità del F. devesi però far ricorso alla indagine del perito medico-legale, che il F. medesimo ebbe in osservazione ed in esame psichiatrico. Infatti: la perizia ha accertato nel giudicabile una sindrome morbosa acuta, rivelata dai sintomi dell’arteriosclerosi, la quale – è ben noto – lede il cervello. – Ha accertato ancora sulla base dell’esame psichico, che, nel F. intorpidite sono la percezione e l’attenzione, scarsa è l’intelligenza e povero il patrimonio ideativo – il potere di giudizio è leso in massimo grado – l’affettività è lesa più di ogni altra attività psichica, l’umore estremamente depresso, l’emotività esagerata, i sentimenti tutti oscurati dalla tinta malinconica – inerte è la volontà: essa, si isola in una sola tendenza, quella di isolarsi, di rannicchiarsi, di chiudersi in sé stesso, quasi voglia offrire la minore superficie possibile alle ingiurie che dall’esterno si paventano. – Tale tendenza finisce con l’indurre al suicidio, motivato dal bisogno di sottrasri alle pene che si presumano’. E’ chiaro quindi – prosegue la perizia – che il F. è affetto da una psicosi depressiva involutiva. E il fatto commesso [è] la manifestazione di questo stato psicopatico (…). Che nella scorta di questo esame scientifico della persona del giudicabile (…) il Tribunale ritiene dovere, corcitamente, formulare il proprio giudizio e dichiarare che non v’è luogo a procedere penalmente dei confronti del F. medesimo. Non solo, ma poiché la liberazione immediata di costui potrebbe costituire un pericolo, se non immediato certo possibile, alla società, è opportuno ancora disporre per il suo ricovero in un manicomio, sino a che egli non abbia raggiunto un sufficiente miglioramento”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio al Presidente del Tribunale di Cremona, 25 gennaio 1918: “E’ qui ricoverato certo F. V.. Egli si iscrisse molti anni fa alla Croce Rossa senza sapere affatto di che cosa si trattasse, senza nessuna attitudine né vocazione a fare l’infermiere né il milite; ma soltanto per suggerimento di alcuni amici. Scoppiata la guerra attuale, benché egli fosse cinquantenne, è stato chiamato in servizio. Ha fatto il suo dovere per qualche tempo; ma poi, ammalatosi di mente, si è allontanato più volte dal Corpo e in fine è stato processato da questo Tribunale di Guerra come disertore. Io fui incaricato della perizia psichiatrica e, visti i sintomi di melancolia con decadimento psichico e constatati i segni di precoce senilità, diagnosticai una forma di psicosi depressiva e sostenni la sua totale impunibilità. Il Tribunale di Guerra emise una sentenza di non luogo a procedere e ordinò il ricovero in un Manicomio. (…) il F. (…) in data 3 Novembre 1917, [fu] riformato dal servizio militare. Ora si deve considerare che io nella perizia dimostravo come il F., durante il periodo di osservazione in Manicomio, curato opportunamente, fosse molto migliorato e prognosticavo che la sindrome depressiva sarebbe scomparsa. Il decadimento della intelligenza, insito nella involuzione fisica, naturalmente sarebbe rimasto; ma in lieve grado, perfettamente compatibile con la convivenza sociale del F. Concludevo perciò in questi termini: ‘Nessun provvedimento particolare occorre a salvaguardia della Società  perché intanto il soggetto deve restare nel Manicomio in cura. Raggiunto un sufficiente miglioramento, dovrà uscirne e sarà una persona innocua , come del resto ha già dimostrato perché, anche nel periodo di malattia acuta, non ha commesso azioni violente’. (…) Dunque è evidente che fu ordinato [dal Tribunale di Guerra] il ricovero nel Manicomio per sola misura di opportunità e, secondo il criterio espresso dal perito alienista, cioè non a tempo indeterminato (…). Pertanto io ho la piena convinzione che, avendo ormai il F. raggiunto un miglioramento tale da non poter assolutamente più restare in Manicomio, io possa dimetterlo sotto la mia responsabilità, responsabilità che non mi assumerei certamente se si trattasse di un omicida o di uno che avesse tendenza al suicidio”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio al Presidente della Deputazione Provinciale di Cremona, 10 maggio 1922: “F. V. (…) uscì dal Manicomio il 2 Ottobre 1917 e fu condotto all’Udienza perché era migliorato e non pericoloso agli altri. Fu prosciolto; ma ancora qui ricoverato il 5 dello stesso mese con la stessa sentenza che dichiarava il non luogo a procedere. Inviai poi la consueta relazione alla Infermeria Presidiaria proponendo i provvedimenti medico-legali del caso e il F. fu riformato il 3 Novembre 1918. Dimesso dal Manicomio per miglioramento il 13 Febbraio 1918. Da quanto è esposto risulta che la infermità mentale del F. è insorta quando era sotto le armi. Inoltre ebbi occasione di rilevare nel soggetto quei fenomeni emotivi che son caratteristici delle psicosi contratte per disagi e i patemi d’animo inerenti il servizio militare. Egli non era del tutto esente da una certa gracilità psichica atta a disporlo alla constatata infermità e per questo motivo non si può asserire che si ammalasse esclusivamente per causa del servizio, ma senza nessun dubbio si deve giudicare che la sua malattia mentale fosse dipendente dal servizio militare”.

 

 

120.

Cartella clinica: G. A.

Numero d’Ingresso: 2832

Provenienza: Sesto di Reghena (Udine)

Soldato: 2° Gruppo Mitraglieri

Ammesso: 21 settembre 1918

 

 

NOTE:

 

Centro Psichiatrico Militare di 1a Raccolta – Reparto Villa Corbelli, Reggio Emilia 06 agosto 1918: “Oggetto. Risultato d’osservazione. Sold. G. A. – Mitraglieri Fiat 2° Gruppo (…) entrava in osservazione il 4-7-918 d’odine dell’Osp. Milit. di Brescia per confusione mentale in frenastenico. Il paziente che, pur conservando sempre fisionomia torpida, imbambolata, prima non rispondeva alle domande, vi ha successivamente risposto o negativamente o incongruentemente, dopo essersi fatto a lungo aspettare; altre volte pur non rispondendo parliccia qualche parola nelle labbra. Sospetta sempre che gli vogliono fare qualche cosa; è stato allucinato: ‘dovevano fucilarlo’; protesta sempre la sua innocenza con voce piagnucolosa e con gli occhi lacrimanti. Si dimostra psichicamente passivo, ma senza fatti di passività psicomuscolari. Giudicandolo affetto da demenza ebefrenica e come tale non idoneo al servizio militare, ai sensi dell’art. 17.E.I. se ne propone la riforma. La malattia non dipende da causa di servizio”.

 

 

Figura 12

“Tenente Gen. Esercito Italiano

Cremona 29 – Febbraio 1912”.

 

121.

Cartella clinica: G. G.

Numero d’Ingresso: 2780

Provenienza: Gussola (Cremona)

Soldato: Reparto Centrale Buoi, IV Reparto

Ammesso: 21 maggio 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico Reparto Boari al direttore del Manicomio di Cremona, 21 maggio 1918: “Dichiaro di avere visitato il soldato G. G. della classe 1896 (…). Egli presenta sintomi di alienazione mentale consistenti in modo precipuo in azioni incoordinate in idee fisse. Compie azioni tali quali quelle di slegare e condurre fuori dalle stalle i buoi, facendoli girovagare, tanto che è necessaria una continua vigilanza. Potendo essere di danno eventuale a se ed agli altri, lo si propone per l’invio immediato al Manicomio Provinciale di Cremona”.

 

15 agosto 1918, Riassunto Anamnesi e Diagnosi: “Fu accolto in Manicomio affetto da confusione mentale, con disorientamento, allucinazioni e idee deliranti incoerenti. Risoltosi per gradi lentissimi questo episodio [illeg.], rimane un soggetto con profonda deficienza psichica e gravi anomalie del carattere. Diagnosi: Amenza in individuo affetto da imbecillità”.  

 

Informativa del dott. Bocchi Sisto, medico-chirugo-ostetrico di Gussola, 04 gennaio 1940: “Dichiaro di avere visitato l’alienato G. G. e certifico che non presenta disturbi né della sfera somatica né della sfera psichica”.

 

 

122.

Cartella clinica: G. A.

Numero d’Ingresso: 2827

Provenienza: Gadesco (Cremona)

Soldato: 61° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 13 settembre 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Centro Psichiatrico Militare di 1a Raccolta, Reparto di Villa Corbelli, Reggio Emilia, 31 agosto 1918: “Da un telegramma 1997bis Comandante il Deposito del 161° Regg. Fanteria, risulta che il G. è stato denunciato al Trib. Mil. di Piacenza in data 16 Gennaio 1918 per diserzione. Da un altro telegramma 40919 risulta invece a disposizione intendenza IVa Armata. Non è possibile raccogliere alcun dato anamnestico del malato date le condizioni nelle quali egli si presenta. Dalla cartella clinica annessa dell’O di Verona risulta che durante la sua degenza in quell’Osp. si è mostrato torpido, confuso, disorientato, in uno stato depressivo con delirio di morte, di persecuzione. Ha pure mostrato episodi ansiosi. Durante invece la sua degenza in questo Reparto il G. non si è mai mostrato in stato di grave confusione, si mostra invece completamente inaccessibile, in stato come di paura, ripetendo stereotiposamente la frase ‘sono tutti d’accordo per ammazzarmi’. Ad ogni rumore fugge come spaventato; facendogli vedere un coltello si lancia subito per cercare di prenderlo, indicando colla mano il desiderio di tagliarsi. Aspetto chiuso, ostile, con espressione animica, piuttosto ilare, fatuo, compiendo movimenti stereotipati. All’infuori delle frasi su accennate che lasciano pensare che si sia stigmatizzato in lui un delirio persecutorio e di [illeg.], non è possibile raccogliere dalla sua vita psichica elementi precedenti d’importanza diagnostica. E’ individuo in buone condizioni fisiche e di nutrizione con evidenti note degenerative somatiche. Giudicandolo affetto da demenza paranoide tale non idoneo al servizio militare lo s’invia al manicomio di San Lazzaro ed a senso dell’art. 17 E.I. lo si propone per la riforma. La malattia non dipende da causa di servizio”.

 

Telegramma dell’Avvocato Militare del Tribunale di Guerra di Lonigo al direttore del Manicomio di Cremona, s.d.: “Prego far conoscere quando potrà essere tradotto carceri Tribunale di Guerra Lonigo per essere giudicato soldato 61/o Fanteria G. A. di Antonio costi trasferito 11 settembre da Centro Psichiatrico Reggio Emilia”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Distretto militare della stessa città, 23 ottobre 1923: “Informo la S.V.I. che G. A. fu ammesso nel Centro Psichiatrico Militare di 1a di Reggio Emilia il 07 Agosto 1916 proveniente dall’Ospedale Principale di Verona con diagnosi di psicopatia depressiva- Nell’Ospedale di Cremona aveva presentato una sindrome melancolica con parziale confusione psichica. Aveva avuto ansia [illeg.] e idee deliranti di persecuzione e di morte. Nel Centro psichiatrico si mostrava atterrito e convinto che tutti congiurassero contro di lui per ucciderlo e mostrava tendenza al suicidio per sottrarsi alla presunta persecuzione; poi divenne [illeg.] con atteggiamenti stereotipici e sintomi di decadimento mentale sicché fu fatta diagnosi di demenza grave paranoide. Pare che allora fosse sotto processo per diserzione. Trasferito il 13 settembre 1918, presenta indebolimento psichico e fatuità del contegno; ma ben presto si riordinò nei suoi atti sicché il 29 settembre 1918 fu dimesso in via d’esperimento”.

 

 

123.

Cartella clinica: L. G.

Numero d’Ingresso: 2623

Provenienza: Calcinato (Brescia)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 24 settembre 1917

 

 

NOTE:

 

L.G. fu già ricoverato nel Manicomio di Cremona dal 10 novembre al 24 dicembre 1916.

 

Comunicazione del Sindaco del Municipio di Calcinato al direttore del Manicomio di Cremona, 28 novembre 1916: “Consta a quest’ufficio che nella famiglia del militare contro indicato ramo paterno non vi sono mai state persone malate di mente. A madre del militare T. A. proviene da altro Comune e non si hanno elementi per fornire le notizie richieste. Da bambino il L. si fece notare per il suo carattere strano; si ricorda che ebbe a riportare lesioni alla testa in seguito a versamento di liquido bollente. La famiglia L. non è in grado di mandare per mancanza di mezzi un suo membro per visitare il ricoverato”.

 

Tribunale di Guerra di Cremona, 25 settembre 1917: “Sentenza contro L. G. (…) accusato di diserzione ai sensi degli art. 138-141 n.2 – 145 C.P.Es. perché il 3 aprile 1917, in Cremona, essendo nella prigione del Corpo per scontare una punizione disciplinare, eludeva la vigilanza e rendevasi irreperibile sino al giorno del suo arresto, 25 luglio 1917. OMISSIS Dichiara non farsi luogo a procedimento penale per inesistenza di reato contro L. G. e ordina rinchiudersi il L. stesso in manicomio perché pericoloso a sé e agli altri”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Brescia, dott. Seppilli, al direttore del Manicomio di Cremona, 26 gennaio 1918: “Egregio Prof. Rebizzi, Ho accolto il L, ma non le nascondo la mia meraviglia nel vedere come codesto Tribunale di Guerra mentre dichiara il non farsi luogo a procedimento penale per inesistenza di reato contro di lui, ne ordina la reclusione nel Manicomio. Ho avuto tanti casi consimili qui a Brescia, ma a questo tribunale di guerra non è mai venuto in mente di ordinare la reclusione nel Manicomio del soldato presunto colpevole. Così si mettono i bastoni nelle ruote, e tutto trova un ostacolo nella burocrazia e nella fantastiche interpretazioni della procedura penale. Il L. è sano di mente e tenerlo nel Manicomio diventa un sequestro. Mi sono quindi sollecitato oggi stesso a scrivere a codesto Tribunale di Guerra per il di lui licenziamento. S’Ella m’avesse risparmiato questa noia m’avrebbe fatto un grande piacere anche perché il Manicomio è molto affollato e non so più dove mettere gli ammalati. Cordiali saluti. [In calce alla lettera, il dottor Rebizzi annota:] 27 Gennaio 1918. Risposta all’amico Prof. Seppilli che non poteva la Provincia di Cremona mantenere un bresciano per risparmiare una seccatura al Direttore del Manicomio di Brescia. E che al sottoscritto non fanno più meraviglia certe decisioni del Tribunale di Guerra di Cremona (ora Piacenza). Rebizzi”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Direttore Capo del Servizio Ministero delle Finanze – Direzione Generale delle Pensioni di Guerra: “Manicomio Provinciale – Cremona. Direzione. 26 Marzo 1935=XIII° Oggetto: L. G., di Bartolo, nato il 6 Aprile 1891 a Calcinato. (…) In merito alla lettera sopra citata, informo che le cartelle cliniche del malato, data l’epoca in cui egli fu qui degente, portano annotazioni molto sommarie, perciò riferisco tutti gli elementi che si trovano nel carteggio da cui è formato il fascicolo. Questi risultò immune da precedenti morbosi ereditari; soltanto il nonno paterno era di carattere anormale e una volta si buttò in un fosso con pericolo di annegare. Il L. risultò un soggetto un po’ deficiente per vizio originario. Ma, realmente, dopo la campagna di Libia, si era ammalato con alternative di lieve esaltamento e depressione, che, durante la Guerra europea si aggravarono. Entrò nel nostro istituto il 10 Novembre 1916 con una sindrome depressiva in seguito ad ordinanza della Questura e certificato del medico militare e fu fatta diagnosi di ‘episodio depressivo in soggetto lievemente frenastenico’. Qui si riordinò e fu dimesso in via di esperimento il 24 Dicembre 1916. Il 24 Settembre 1917 rientrò in Manicomio per ordinanza del Tribunale di Guerra di Cremona che lo aveva assolto da varie imputazioni, ordinando di ricoverarlo nell’Istituto come malato di mente pericoloso. Riformato dal servizio militare, fu trasferito il 26 Gennaio 1918 al manicomio di Brescia perché il malato aveva il domicilio in quella Provincia. Non esistono altre notizie nel nostro incartamento”.

 

 

124.

Cartella clinica: L. Z. F.

Numero d’Ingresso: 2796

Provenienza: San Benedetto Po (Mantova)

Soldato:

Ammesso: 06 luglio 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Medico del Carcere Militare Preventivo di Cremona, 05 luglio 1918: “Dispongo che il detenuto L. F. fu Giuseppe della classe 1885 nato a S. Benedetto Po il 3-1-85 (Mantova) venga ricoverato nel manicomio Provinciale perché da qualche giorno da segni evidenti di malattia mentale caratterizzata da mutismo, faccia stuporosa, rifiuto di nutrizione. E’ pericoloso a se ed agli altri”.

 

Lettera di L.Z. alla moglie, s.d.: “cara moglie io sto bene e tu dimi come fai aman che non ai niete dimi chi da damangia ai nostri cincue figli dimi se ti alzi del letto se cominci a star bene la mama piagera sempre e sentire inostri a piangere dala fame così dobremo morire tuti inompagni Saluta la selene e la [illeg.] Z.”.  

 

Tribunale di Guerra di Cremona, Atto di Accusa, 07 luglio 1918: “P. G. (…) L. Z. (…) imputati di insubordinazione (…) perché il 15 ottobre 1917 in San Benedetto Po, insieme con altri disertori, minacciavano a mano armata e tentavano di ledere il Maresciallo dei R.R. CC (…) ed altri militi che avevano loro intimato il fermo. Il L. inoltre: del reato di cui agli art. 139-143 (…) perché nell’agosto 1917 non rientrava dalla licenza ordinaria al proprio reparto mobilitato e si rendeva irreperibile fino al giorno del suo arresto, avvenuto in San Benedetto Po il 17 giugno 1918”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 06 agosto 1918: “L. In relazione al mio rapporto N.1959, in data 22 Luglio 1918, in cui significavo che avrei proposto provvedimenti circa l’evasione del ricoverato di contro distinto, sono in dovere di concludere in questi termini: L’infermiere A. S. era l’unico infermiere unicamente e tassativamente responsabile di tenere l’ordine nel piazzale e di impedire che in qualsiasi maniera e con qualsiasi mezzo i ricoverati si facessero del male o particolarmente potessero evadere. Aveva di sorveglianza pochi malati di cui alcuni pericolosissimi; ma tutti tranquilli, sicché non aveva nessuna preoccupazione speciale per un dato malato, che poteva distrarre la sua attenzione dagli altri. Non si è neppure accorto in che modo il L. abbia scavalcato il muro, dunque i responsabili dell’evasione di un soggetto che è inutile ripetere quanto si giudichi pericoloso. Posso escludere con assoluta certezza che fosse allontanato dal piazzale o avesse commesso qualsiasi altro atto che aggrava la sua colpa. Pertanto mi limito a proporre per l’infermiere A. la sospensione dalla paga per circa 20 giorni”.

 

Nota del direttore del Manicomio Provinciale di Cremona del 07 Agosto 1918 al Presidente della Deputrazione Provinciale: “Analogamente a quanto ottenni (…) a proposito del ricoverato convalescente C. B. che si allontanò dall’Istituto mentre era addetto al lavoro, chiedo alla S.V.I. il rimborso di piccole spese incontrate nei tentativi di rintraccio dell’evaso L. Per tre gironi ho mandato alcuni infermieri insieme ai Carabinieri e ai soldati che erano stati messi a disposizione dall’[illeg.] del Presidio, a frugare nei campi di granoturco ove si riteneva fosse nascosto il L.; altri infermieri ho mandato in bicicletta nella notte a perlustrare le strade che il L. poteva percorrere”.

 

Nota del direttore del Manicomio Provinciale di Cremona del 15 Settembre 1918 all’Ufficiale Istruttore Cav. P. Presidente Tribunale di Guerra di Cremona: “(…) la S. V. chiede se L. Z., qui accolto il 6 e di qui evaso il 21 Luglio 1918, si trovi ora di nuovo nell’istituto ed eventualmente da chi e quando è stato arrestato, informo che il detto L. non ha più fatto ritorno al manicomio, ove non è neppure più pervenuta nessuna notizia sul conto di lui. Furono fatte assidue ricerche per parte del sottoscritto nell’intento di rintracciarlo e furono avvertite tutte le autorità competenti. Si seppe soltanto che il giorno dopo l’evasione, il L. era stato condannato; sicché il sottoscritto non poté più interessarsi della causa (…)”.

 

 

125.

Cartella clinica: L. P.

Numero d’Ingresso: 2707

Provenienza: Padova

Soldato: civile

Ammesso: 11 dicembre 1917

 

 

NOTE:

 

Anamnesi dell’attuale malattia: “Nel settembre u.s. ebbe un forte patema per una malattia della figliuola maggiore. In seguito agli avvenimenti guerreschi alla fine di Ottobre si mostrò impressionatissimo e cominciò a temere per la vita dei suoi cari, sopravvenne poi insonnia ostinata con melanconia persistente (…). ebbe gravi accessi di sovreccitazione generale e dopo pochi giorni abbandonò ancora il suo ufficio. (…) poi sopravvennero allucinazioni, idee di prossima morte, di arresto imminente, di rovina completa della famiglia ecc. ecc.”.

 

 

126.

Cartella clinica: L. F.

Numero d’Ingresso: 2834

Provenienza: Aversa (Caserta)

Soldato: 24a Compagnia Presidiaria

Ammesso: 27 settembre 1918

 

 

NOTE:

 

27 settembre 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un militare che presenta grave sindrome melancolica con allucinazioni e idee deliranti. Attualmente è assai migliorato; ma presenta ancora numerose e insistenti preoccupazioni ipocondriache. Fisicamente è assai gracile. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona all’Autorità Militare, 19 novembre 1918: “L. F. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 27 Settembre 1918 e fu riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di frenosi acuta. Viene dimesso il 19 Novembre 1918 in prova per miglioramento. E’ esente da malattie contagiose o comunque trasmissibili ed essendo appena convalescente della grave infermità psichica è degnissimo di una licenza per almeno 90 giorni”.

 

 

127.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2853

Provenienza: Cremona

Soldato: 228° Battaglione Milizia Territoriale

Ammesso: 02 dicembre 1918

 

 

NOTE:

 

Relazione medica di M. A. trasmessa dal direttore del Real Manicomio di Aversa al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 30 novembre 1918: “Presenta vivaci idee deliranti persecutorie di fenomeni psico sensoriali prevalentemente uditive a contenuto analogo. Ritiene di essere perseguitato dalla camorra o dalla mano nera, e dice che a mezzo della telepatia i persecutori riescono a saper il suo pensiero prima che egli lo manifesti con parole così lo ‘prevengono’ e gli fanno andare a monte ogni impresa. Sente oltre a ciò, voci continue che lo canzonano, lo insultano gli impongono atti contrari ai propri interessi. Per quanto sopra lo si ritiene affetto da alienazione mentale, demenza precoce paranoide”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 23 dicembre 1918: “M. A. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 2 Dicembre 1918 trasferito dal manicomio di Aversa. Fu riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di demenza precoce paranoide. L’ammissione venne confermata con decreto del R. Tribunale di S. Maria Capua Vetere in data 8 ottobre 1918. Venne dimesso in prova per miglioramento il 22 Dicembre 1918”.

 

 

128.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2718

Provenienza: Genova

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 30 gennaio 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona del 24 Marzo 1918 al direttore dell’Infermeria Presidiaria: “Affinché la S. V. sappia il motivo della permanenza del soldato M. in questo istituto, sono in dovere di significare che, in seguito alla minuta N.573, del 17 c.m. venne un militare del 65° Regg. Fanteria a ritirare il M. Ma questi, che si trovava in condizioni perfettamente normali, incominciò a fare atti disordinati che il più rigoroso esame somatico facevano con certezza risultare simulati. Ad ogni modo, divenne così violento che non era assolutamente possibile trasportarlo, sicché, non ostante l’arrivo di altri militari, si dovette trattenere in cella nel comparto d’osservazione. Ora si è messo calmo, è anzi esaurito dalle violenza commesse ed è mentalmente confuso, sicché sembra che alle manifestazioni simulate subentri una fase di reale disordine psichico analoga a quella presentata nel periodo dell’immissione. Non deve meravigliare l’alternanza di simulazione e di reale malattia, trattandosi di individuo che è certamente affetto da degenerazione psichica e perciò gode di perfetta lucidità; ma è facilissimo a perdere l’equilibrio mentale. Questi individui appartenenti alla così detta zona grigia, tra il malato di mente e il criminale, come la S. V. I. può apprezzare sono i soggetti più infidi, pertanto occorre rinnovare l’osservazione”.

 

23 aprile 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato perfettamente lucido, ma con intelligenza scarsa per vizio congenito e con anestesia morale completa. Presenta stigme degenerative evidenti. Ha avuto in Manicomio alternative di esaltamento e di depressione veramente morbose, ma negli intervalli senza dubbio ha simulato un disordine psichico che si estrinsecava con atti di violenza emozionale. Ora è lievemente depresso. Vista l’anestesia morale, si giudica soggetto pericoloso, sicuramente incoercibile, degno di restare in Manicomio. Diagnosi: Follia morale”.

 

Diario delle Malattie Intercorrenti:

“30 gennaio. Entrato in oss. Confuso. (…)

14 gennaio. Clamoroso, senza letto, due iniezioni di scopolamina.

17 gennaio Alzato dopo pranzo. (…)

02 marzo. Alzato, ritornato in letto, dice di aver una bestiola nella testa che li morsica. (…)

10 marzo. A’ pianto dopo la cena, perché voleva uscire di qui. (…)

29 Aprile. Dimesso” e trasferito al Manicomio di Genova-Cogoleto.

 

 

129.

Cartella clinica: M. U.

Numero d’Ingresso: 2728

Provenienza: Colle Salvetti (Livorno)

Soldato: 4° reggimento Artiglieria da Campagna

Ammesso: 18 febbraio 1918

 

 

NOTE:

 

Lettera del padre ad M. U.: “Vicarello 25 Febbraio 1918. Caro figlio tioscritto irgiorno 16 erispondevo alla tua lettera nonso come mai se tulaverai ricevuto non sista impenziero perche tutte le settimane armeno una lettera siriceveva esisapeva letue notizzie ti prego apena che tuai ricevuto rispondimi subito per sapere come stai ora Averto che anche tuo fratello dopo tanto ciascritto chesta bene e ti fa tanti saluti anche atte come pure tuo cognato adarfo statene ora il padrone ti a richiesto lesonero perer lanentatura della vite che sono due anni che consono state  inestate speriamo che te la concedono tupossa venire anestare la vite perche quello e un mestiere leggeri che non potrai fare alle belle giornate e quando risentirai bene il tuo fratello siritrova in austria noi di famiglia perora stiamo tutti in bona salute riceverai tanti saluti e baci dame e da tutta lintera famiglia e tutti parenti e tutto il vicinato tuo padre M. Giuseppe”.

 

06 marzo 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che presenta grave incoerenza delle idee, assurdità del contegno, manierismi, allucinazioni vivissime e intensa agitazione motoria, sicché si rende estremamente pericoloso a sé e agli altri. Diagnosi: Demenza precoce catatonica”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 03 luglio 1918: “Fu fatta diagnosi di demenza precoce catatonica. Venne riformato per alienazione mentale non dipendente da causa di servizio il 18 marzo 1918 (…). Era anche in condizioni di estremo deperimento organico a causa di fenomeni bronco-polmonatici probabilmente di natura tubercolosa.  [Illeg.] un lieve miglioramento nelle condizioni somatiche e raggiunta una fase di remissione dei sintomi psichici, fu dimesso in prova, per miglioramento, il 13 luglio 1918, affidato alla famiglia”.

 

 

Figura 13

“Tenente Generale – visto a parte dietro.

Cremona 29-2-912”.

 

130.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2773

Provenienza: Catania

Soldato: 62° Compagnia Presidiaria

Ammesso: 30 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

M. A. fu già ricoverato nell’istituto cremonese dal 15 febbraio al 02 aprile 1918.

 

Nota del Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, 14 febbraio 1918: M. A. “Dimesso dall’Infermeria Presidiaria il giorno 10 corrente per sifilide presenta oggi sintomi di esquilibrio mentale, minacciando provocando ed andando anche a vie di fatto. Si affaccia il sospetto che possa trattarsi anche di simulazione ma nella tema che possano verificarsi inconvenienti anche gravi lo si propone per l’invio in osservazione nell’Ospedale Manicomiale di Cremona”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Capitano Medico della 62a  Compagnia Presidiaria, 27 marzo 1918: “In risposta alla nota N.40, con cui la S.V.I. mi chiedeva un parere esplicito sul sospetto di simulazione per parte del militare di contro distinto, compio il dovere di significare che egli era realmente malato d’una forma grave di nevrastenia con etiologia tossica e precisamente in rapporto con l’infezione sifilitica. Ora il detto militare ha raggiunto un tale quadro di miglioramento da non avere più titolo per restare in Manicomio”.

 

24 maggio 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Individuo affetto da sifilide, già ricoverato in questo Manicomio per una sindrome nevrastenica e dimesso dopo breve tempo in prova per miglioramento. In seguito è aggravato e ora presenta qualche depressione dell’umore, che talvolta raggiunge lo stupore, allucinazioni e idee deliranti di persecuzione. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Lettera di M. G.: “Catania 23 – 10 – 1918. Egregio Signor Direttore, Perdoni tanto se [illeg.] lo disturbo, a volermi dare informazione sulla salute del soldato M. A. che da parecchi mesi che non scrive. Sapendo lo stato pessimo della sua salute prego la S.V. a volermi accontentare”.

 

 

131.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2744

Provenienza: Atripalda (Avellino)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 27 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

23 aprile 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato affetto da postumi di ferita per cui è gravemente compromessa la funzione del piede destro. Presenta depressione dell’umore, preoccupazioni ipocondriache e, di tanto in tanto, uno stato fobico. Evidenti sono i sintomi somatici a’ carico del sistema nervoso, che indicano uno stato di astenia neuro-muscolare. Le condizioni di nutrizione generale, assai scadenti nell’epoca dell’ammissione, incominciano a rendersi migliori. Diagnosi: Psicosi neurastenica”.

 

Lettera del padre di M. A. al direttore del Manicomio: “Atripaldi 10 maggio 1918. Ill.mo Signor Direttore (…) in codesto manicomio trovasi il Soldato M. A. del 65° Reggimento di Fanteria da oltre 40 giorni non da più notizie alla famiglia cosa sia mai successo. La sua famiglia attende risposta dalla S. V. (…). La riverisco con rispetto il Padre del soldato”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona all’Ufficiale Istruttore del Tribunale di Guerra – Lonigo: “Cremona li 15 luglio 1918. (…) il militare M. A. fu accolto in questo Manicomio il 27 Marzo 1918 perché presentava grave depressione psichica con tendenze pericolose contro di sé e contro gli altri. Qui pure presentava grave depressione dell’umore, persecuzioni ipocondriache e, di tanto in tanto uno stato fobico. Anche sintomi somatici a carico del sistema nervoso che indicano evidentemente una condizione di astenia neuro-muscolare. Le condizioni generali erano assai scadenti. Fu fatta diagnosi di psicosi nevrastenica (…). Il militare in oggetto venne riformato in seguito a rassegna per alienazione mentale non dipendente da cause di servizio il 5 maggio 1918 (…). Avendo intanto il M. raggiunto un notevole grado di miglioramento ed essendosi reso innocuo pure essendo ancora ben lontano dalla possibilità di guarigione, fu dimesso dal Manicomio, in via d’esperimento, il 19 maggio 1918 e venne accompagnato a casa sua in Atripalda (Avellino), ove è probabile che si trovi tuttora”.

 

 

132.

Cartella clinica: M. G. D.

Numero d’Ingresso: 2791

Provenienza: Crema (Cremona)

Soldato: 33° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 26 giugno 1918

 

 

NOTE:

 

Trasferito a Cremona dal Manicomio di Cuneo in Racconigi il 25 giugno 1918.

 

A Cuneo era arrivato dall’Ospedale Militare di Riserva di Como il 19 luglio 1917.

 

s.d.: “Direzione del Manicomio della Provincia di Cuneo. Riassunto della tabella nosologica del soldato M. G. Non si conoscono i precedenti famigliari. A 6 anni ha sofferto di polmonite. L’anno scorso soffrì di istero catarrale per cui stette una quarantina di giorni ricoverato all’Ospedale di Thiene. L’attuale psicopatia si sarebbe sviluppata improvvisamente alcuni mesi or sono in seguito a ferita alla testa da scheggia di granata. Da allora in poi il M. è sempre stato in ospedale o in licenza per motivo di salute. Nei primi tempi di degenza in questo Manicomio ove entrò il 19-7-1917 presentava irrequietudine motoria a carattere di automatismo con movimento di rotazione laterale della testa, movimenti coreiformi delle estremità superiori, scosse muscolari a quelli inferiori. Confuso e disorientato specialmente per il tempo. Spesso soggetto a disturbi sensoriali a’ contenuto persecutorio, disordinato nel contegno, inoperoso innocuo, a volte parlava da solo. Negli ultimi tempi accennava a qualche miglioramento”.

 

 

133.

Cartella clinica: M. A.

Numero d’Ingresso: 2763

Provenienza: Motta Baluffi (Cremona)

Soldato: 4a Compagnia Sussistenza Territoriale

Ammesso: 19 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Sindaco di Motta Baluffi, Cremona, al Comando del 7° Battaglione Milizia Territoriale, Cremona: “Motta Baluffi, li  5 aprile 1918. (…) pregiami consegnare a codesto Comando, una relazione di questo medico comunale, dottor Paolo Soldi referentisi allo stato di salute della famiglia del soldato. M. A., di codesto Comando, con l’indicazione dei membri che furono affetti da pazzia. Ripeto che anche detto militare, 3 anni orsono per aver fatto acquisto di una casa, che alcuni dicevano pagata a caro prezzo, si era così impressionato da decidersi al suicidio che sarebbe stato effettuato qualora non fosse stato impedito da persona che lo incontrava nei pressi del fiume Po, e mediante una assidua sorveglianza prestata dalla moglie per lungo tempo”.

 

Nota del Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, 17 aprile 1918: “Il Soldato della 4a  Compagnia Sussistenza Territoriale M. A. (…) presenta sintomi di squilibrio mentale, composto di senso di melanconia continua – sfugge la compagnia dei colleghi, ed ha tendenza al pianto: idee fisse. Ha avuto il padre al Manicomio di Cremona negli anni 1915-16, il nonno ed uno zio paterno suicidi. Ad evitare possibili conseguenze lo si propone per l’invio in osservazione al Manicomio Provinciale di Cremona”.

 

14 maggio 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Il padre del paziente, già ricoverato in Manicomio, è affetto da malattia mentale cronica. Il paziente si è ammalato con depressione dell’umore, anoressia, insonnia, poi fobie e ossessioni a contenuto ipocondriaco, per cui tendeva al suicidio. Presenta i sintomi somatici a carico del sistema nervoso che depongono per l’esistenza di una grave astenia neuro-muscolare. Diagnosi: Psicosi nevrastenica”.

 

 

134.

Cartella clinica: P. A.

Numero d’Ingresso: 2778

Provenienza: Mesagne (Lecce)

Soldato: 4° Reggimento Artiglieria

Ammesso: 11 maggio 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico al Comando del Centro di Mobilitazione del 4° Reggimento: “Cremona 10 maggio 1918. Oggetto: Dichiarazione medica riguardante il soldato P. A. che deve essere ricoverato in Manicomio. Il Soldato P. A. (…) è un individuo di buona costituzione organica (…). Dal lato gentilizio: padre sano. La madre soffre disturbi nervosi, tanto che a dire del paziente doveva essere ricoverata in Manicomio (…). Un fratello fu al Manicomio di Lecce, un altro venne riformato per disturbi nervosi. Non ebbe mai alcuna malattia degna di nota. Si trova sotto le armi da 6 anni: partecipò alla guerra Libica, resistendo benissimo ai disagi e ai pericoli. Scoppiata la guerra attuale venne inviato al fronte dove rimase fino all’Ottobre u.s. Riferisce che verso l’agosto del 917 mentre trovavasi sull’altopiano di Bainsizza, essendo scoppiato vicino un proiettile da 305, ne riportava un’impressione tale di venir preso da un tremito, specialmente agli arti; tremito che dura tutt’ora. Venne inviato in osservazione a Torino per epilessia. Durante la degenza, più non ebbe mai alcun alcun accesso convulsivo, soffriva, solamente d’insonnia. Uscito dopo circa 2 mesi, rientrava a questo Deposito Vi si trova da [illeg.] giorni. In questo breve periodo cominciò a commettere qualche stranezze: una volta mentre trovavasi in cortile con altri compagni, improvvisamente cominciava a marciare e per un po’ di tempo da solo, avanti e indietro come se ricevesse un ordine da qualche superiore. Un pomeriggio dopo aver percorso da cima a fondo la camerata, si arrampicò su una così detta falancia [?], all’altezza di circa due metri, e mettendosi dapprima seduto e poi in piedi cominciava a tener discorsi (…). Una notte (…) circa verso l’una, si alzò e in mutande, prese un lenzuolo, se lo mise sulle spalle a guisa d’un accappatoio, uscì dalla camerata, rientrandone dopo 5 minuti. Ieri sera poi, verso le 20 mentre passeggiava nel corridoio della prigione, essendo stato richiamato all’ordine (perché fumava) dall’Ufficiale di servizio, cominciò a dare in escandescenze, e slanciandosi addosso stesso lo prendeva per la gola. Venne dai vari militari presenti al fatto ridotto all’impotenza. Dati i fatti suaccennati, ritenuto il P. affetto da squilibrio mentale, e pericoloso a sé, e ancor più per gli altri propongo che il medesimo sia ricoverato d’urgenza nel locale Manicomio Provinciale , in osservazione”.

 

18 giugno 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Gentilizio assai compromesso da psicopatia. Si trova da sei anni sotto le armi. Per l’impressione sofferta in seguito a scoppio di granata, si è ammalato di mente ed è stato nel Manicomio di Torino due mesi. Cinque giorni dopo essere tornato al Deposito, è stato accolto in questo Manicomio perché aveva degli equivalenti psichici epilettici. Poi ha presentato fasi di esaltamento maniaco di cui non serba tracce mnemoniche. Diagnosi: Epilessia psichica”.

 

Lettera del fratello, P. G., al direttore del Manicomio di Cremona: “Torino 30.8.918. Ill.mo sig. Direttore. Il sottoscritto P. G. fratello del soldato P. A., ricoverato in codesto Manicomio, fa rispettosa domanda affinché la S. V. I. si compiaccia concedergli l’uscita del fratello ammalato, il più presto possibile sempre che le condizioni di salute lo permettano. Il sottoscritto prende poi l’assoluta responsabilità sulla sorte del fratello”.

 

Nota dell’onorevole Paglio [?] al direttore del Manicomio di Cremona: “Camera dei Deputati. 1 novembre 1918. Ill.mo Sig. Professore Mi permetto interessare ancora una volta la cortesia della S.V.I. per pregarla a voler possibilmente sollecitare una nuova visita al soldato P. A., ricoverato in codesto Manicomio, per vedere se in seguito alle sue condizioni attuali di salute, sia il caso di decidere sulla sua uscita dal Manicomio stesso. Oggi stesso ho rivolto la medesima preghiera al Collonn. Sig. Cav. Saverico, Direttore dell’Ospedale Militare di Cremona (…)”.

 

Nota del Colonnello comandante Il Centro di Mobilitazione del 4° Regg. Artiglieria da Campagna al direttore del Manicomio di Cremona, 26 gennaio 1919: “Il soldato P. A. ha reclamato gli assegni per la licenza di convalescenza (…). Per svolgere le pratiche necessarie occorre conoscere se la malattia per cui il suddetto militare venne ricoverato in cotesto istituto l’11-5-18 sia da presumersi dipendente da cause di servizio, poiché il P. ebbe a dichiarare al Dirigente il servizio sanitario di questo Centro di aver risentito i primi disturbi psichici in seguito all’emozione causata dall’essere stato travolto dallo scoppio di una granata di grosso calibro che lo seppellì con i detriti del terreno”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona, 11 aprile 1922: “P. A. (…) nato il 24 Giugno 1892 a Mesagne ivi domiciliato, già militare del 4° Reggimento Artiglieria, non è immune da precedenti morbosi ereditari; ma non aveva mai avuto sofferenze degne di nota prima che prestasse servizio militare in guerra. Nell’Agosto del 1917, sull’altipiano di Bainsizza, travolto dallo scoppio di un proiettile da 305, si ammalò con manifestazioni di epilessia per cui fu in osservazione a Torino per circa due mesi. Ritornato al Deposito del suo Reggimento, ebbe fenomeni classici di determinismo ambulatorio; poi ebbe alcuni brevi accessi amenziali e in più un accesso amenziale di natura schiettamente epilettico, gravissimo e prolungato, sicché dovette essere accolto nel Manicomio di Cremona l’11 Maggio 1918. Dileguatosi questo accesso, insorsero altri a forma di esaltamento maniaco susseguiti da completa amnesia. Sicché fu fatta diagnosi di epilessia psichica, malattia mentale cronica. In data 24 Giugno, col n:871 si ottenne il decreto di conferma del ricovero, in seguito il paziente fu proposto per la riforma dal servizio militare e il 19 Novembre 1918 fu dimesso per miglioramento in via di prova. Non ostante la predisposizione che aveva il soggetto, visto come insorse la forma morbosa e visti tanti sintomi emotivi e commotivi che il soggetto medesimo presentava, non vi è nessun dubbio che la malattia del P. dipendesse dal servizio prestato in guerra”.

 

Nota dell’avvocato Giuseppe Emma al direttore del Manicomio di Cremona, 03 marzo 1923: “Il sottoscritto difensore di fiducia di P. G. imputato come agli atti e per cui la causa verrà all’udienza dell’11 marzo 1923 espone alla S. V. Ill.ma quanto segue: Ai fini di sostenere la sua irresponsabilità per il reato di cui all’art. 157 Cod Pen. Essendo stato il di lui fratello ricoverato presso codesto Manicomio, si permette richiedere un attestato confermante che effettivamente il Sig. P. A. di Emanuele è stato ricoverato presso codesto manicomio dal 1916 al 1918 (…)”.

 

Lettera di P. A. al direttore del Manicomio di Cremona, 04 settembre 1934: “Egr. Sig. Prof. Dottor Rebizzi, Direttore dell’Ospedale Provinciale di Cremona. Il sottoscritto P. A. di Emanuele ricoverato nel suo ospedale nel periodo dal maggio 1917 prega di voler inviargli n.2 certificati che rispecchino la diagnosi da Lei fattami nel detto periodo, perché mi devono servire per un ricorso alla Corte dei Conti per le pensioni di Guerra. Quando uscii dal suo Ospedale con lo stesso certificato mi fu assegnata la Va categoria che nel susseguirsi degl’anni mi fu tolta restando l’infermità da Lei riscontrata immutata. Il sottoscritto per ragioni finanziarie e di salute non può venire di presenza e prega vivamente (…) di inviare con cortese sollecitudine i suddetti certificati perché da questi la Corte dei Conti trarrà la conclusione per la mia liquidazione (…). Sperando che mio bravo professore voglia ancora soddisfarmi una volta ossequiosamente ringrazio (…)”. 

  

 

135.

Cartella clinica: P. C.

Numero d’Ingresso: 2758

Provenienza: Solarolo Rainero (Cremona)

Soldato: 26° Reggimento Artiglieria da Campagna

Ammesso:

 

 

NOTE:

 

Certificato Medico necessario per l’Ammissione dei Malati nel Manicomio di Cremona, redatto dal medico di Solarolo Rainero il 14 aprile 1918: “La famiglia crede che la causa dello sviluppo della presente infermità, sia dovuto ad uno spavento preso combattendo. Quando e come la famiglia e i conoscenti si siano primamente accorti di cambiamenti nei sentimenti, nelle abitudini, nelle idee del malato. Da quando è tornato in famiglia, e cioè circa dieci giorni fa. E’ eccitato, sente continuamente strepiti di guerra; non riposa Né di notte né di giorno. Può essere pericoloso a sé ed agli altri”.

 

14 maggio 1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Fu nel Manicomio di Udine. Inviato a casa in licenza, presentava allucinazioni e idee deliranti di persecuzione con eccitamento motorio. Gradatamente si è ridotto nelle condizioni attuali di grave agitazione motoria, allucinazioni sensitive e idee deliranti di persecuzione a contenuto bellico. L’eccitamento si alterna talora con brevi fasi depressive. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva”.

 

Nota del Colonnello medico direttore dell’Ospedale Militare Succursale di Riserva di Cremona: “Ufficio Maggiorità. Cremona, addì 27 maggio 1918. OGGETTO: Militare alienato riformato. Onorasi comunicare che oggi venne riformato in seguito a rassegna per alienazione mentale non dipendente da causa di servizio il soldato P. C. del 26° Regg.to Artiglieria da Campagna (…)”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 11 novembre 1921: “P. C. (…) è stato ammesso il 15 aprile 1918 e è morto il 1° Novembre 1918 per marasma, che fu lo stadio terminale del grave deperimento organico in cui era caduto a causa dei disagi incontrati durante il servizio militare di guerra. Pertanto è chiaro che il decesso fu causato dal servizio militare. Si rilascia il presente certificato (…) al padre dietro sua richiesta per servire a uso liquidazione di polizza d’assicurazione”.

 

 

136.

Cartella clinica: R. F.

Numero d’Ingresso: 2790

Provenienza: Sant’Anastasio (Napoli)

Soldato: 59a Compagnia Presidiaria

Ammesso: 21 giugno 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 15 agosto 1918: “Venne dall’Ospedale Militare in preda a esaltamento maniaco. Qui ha avuto alternative di eccitamento e di depressione psichica. L’intelligenza è molto limitata. E’ affetto da grave gastro-enterite cronica e deprimento organico. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva in soggetto frenastenico”.

 

 

137.

Cartella clinica: R. G.

Numero d’Ingresso: 2500

Provenienza: Crotta d’Adda (Cremona)

Soldato:

Ammesso: 30 dicembre 1916

 

 

NOTE:

 

Certificato medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona, 30 dicembre 1916: “Uno zio paterno è morto al Manicomio di Mombello e un suo figlio è ivi ricoverato. Tutti in famiglia e specialmente un fratello e una sorella sono eccentrici e stravaganti. (…) E’ stato sempre gracile (…) è stato sempre insolente e prepotente. (…) Da quando è stato richiamato in servizio militare, i disturbi psichici si sono accentuati, tanto che dopo essere stato in osservazione fu mandato in congedo assoluto. Dopo è stato ricoverato in varii ospedali ma ne è sempre voluto uscire dopo qualche giorno, manifestando idee di persecuzione e di vendetta. Ora non dorme più, mangia poco, manifesta idee di suicidio, è andato in un paese vicino ed ha tentato di percuotere un povero, solo per ossessione dell’abito talare, per tale ragione lo si ritiene pericoloso a sé e agli altri (…)”.

 

R.Tribunale Civile e Penale di Cremona, 21 gennaio 1918: “Il controscritto degente presso codesto Manicomio dal Dicembre 1916 ha numerosa prole bisognosa di assistenza e di soccorso. E poiché risulta che prestò servizio militare come richiamato fino al 24 Ottobre 1916, si è pensato se non fosse il caso di ritenere i di lui figli nella condizione di figli di inabile al lavoro permanentemente, divenuti tali in conseguenza o in occasione della guerra. Prego pertanto la S. V. Ill.ma di riferirmi se Le pare possibile e giusto il far risalire al servizio militare prestato dal R. durante la presente guerra, la causa o quanto meno una parte coefficiente dell’alienazione mentale che lo affligge (…)”. [In calce alla lettera è riportata la risposta del direttore del Manicomio, dott. Renato Rebizzi: “N.174 24 Gennaio 1918. In merito alla lettera di contro indicata (…) riferisco quanto segue: Dai documenti che formano il fascicolo del malato risulta che egli ha eredità psicopatica evidente, poiché alcuni di famiglia sono di carattere anormale, uno zio paterno e un figlio sono stati al manicomio. Il paziente fu sempre gracile dal lato somatico e gracilissimo dal lato psichico, con intelligenza poco sviluppata, scarsa attitudine al lavoro, anomalie del carattere. Risulta che, in coincidenza col servizio militare, non è avvenuta che una accentuazione delle sue anomalie psichiche; subito è stato messo in osservazione e ben presto riformato. Fu militare per pochi mesi, quasi non prestò servizio e ad ogni modo non soffrì nessuno dei disagi e dei patemi d’animo che si incontrano nella campagna di guerra. (…) Dunque malattia non acquisita per il servizio militare né per altro motivo. Su questo terreno si è visto che era insorta una grave sindrome melancolica con allucinazioni, idee deliranti di colpa, di rovina e di condanna, con fasi di stato ansioso, sitofobia e tendenza al suicidio; sindrome che insorge assai frequente nei frenastenici anche senza causa apprezzabile. Essa persiste del tutto invariata, assumendo un andamento cronico, ciò che si deve precisamente al terreno su cui è insorta, cioè alla lesione originaria della mente (frenastenia). Dunque, in piena coscienza, si deve dichiarare che in questo caso la grave psicopatia non ha nessuna relazione col servizio militare prestato dal soggetto”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 28 giugno 1917: “Eredità psicopatica grave, essendo tutti di famiglia chi alienati di mente, chi squilibrati. Egli fu sempre assai gracile dal lato fisico e psichico, richiamato militare, fu presto riformato. Presenta allucinazioni, vivissime idee deliranti di colpa, di rovina, di condanna, uno stato ansioso intenso, sitofobia e tendenza al suicidio. Intelligenza assai scarsa. Diagnosi: Melancolia in soggetto frenastenico”.

 

 

138.

Cartella clinica: R. G. B.

Numero d’Ingresso: 2737

Provenienza: Genova

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 12 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 15 marzo 1918: “E’ un soldato che presenta confusione mentale e disorientamento completi, allucinazioni e idee deliranti incoerenti. Diagnosi: Amenza”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 02 aprile 1918: “Si trasferisce a codesto Istituto per cura della Sanità Militare il soldato riformato di contro distinto. Entrò affetto da confusione mentale e disorientamento completi, allucinazioni terrifiche, idee deliranti incoerenti e inquietudine motoria. Si è riordinato gradatamente e ora è lucido, orientato; ma conserva ancora qualche allucinazione, qualche idea morbosa e talora fenomeni di incoerenza”.

 

 

139.

Cartella clinica: R. G.

Numero d’Ingresso:

Provenienza: Bari

Soldato: 86° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 07 febbraio 1918

 

 

NOTE:

 

Lettera della madre al direttore del Manicomio di Cremona: “Bari 26 giugno 1918. Illustrissimo Direttore, vi prego di farmi questa grazia per carità voi mi avete mandato a dire che io mi devo recare dal tribunale per decidermi di qualche cosa, ma io non so come regolarmi se si deve fare la causa di mio figlio sì, o nò, in questo desidero sapere dalla sua Accellenza che cosa sarà per mio figlio se si deve fare la causa dove si deve fare quì a Cremona hò pure in Bari (…). Egregio Direttore se si deve fare la causa e si farà a Cremona loavocato non mi conviene di invitarlo da Bari perche porta molta spese, e meglio che si trova di qui, se poi si farà in Bari allora vedrò se lo troviamo noi (…) vi prego Illustrissimo Direttore di mettermi sempre la buona parola verso mio figlio pensato che è un povero orfanello di padre voi mi avete fatto la grazia, e mi la deve finire di farlo, intanto ripeto di nuovo che io non posso far niente se non ricevo la vostra risposta vi bacio le mani, e vi ringrazio (…)”.

 

Lettera della madre al direttore del Manicomio di Cremona: “Bari 9 Agosto 1918. Egregio Signor Direttore (…) mi dovete scusare e perdonare se io vi hò tardato a scriver, il motivo che sono stata gravemente amalata infine di morta, e ora grazia Dio me la passo un po’ meglio, allora vi son scritto subito appunto per sapere notizie di mio figlio come se la passa. (…) Ora io cercherei di sapere cosa si è deciso sul riguardo di mio figlio, quanto lo posso vedere che io bramo e desidero di vederlo, specio adesso che credeva sicura di non vederlo più ma i santi mi anno fatto la grazia, cerco dalla sua Accellenza di farmi la grazia di dirmi quanto può uscire mio figlio, e pure di sapere se si sente bene, riguardo dell’avvocato mi fece capire che le cose devono essere [illeg.] allungo insomma non mi diede una bella sudisfazione, e pure che io sono avuto questa malattia sono rimasto tutto in pianto perche con quella monete mi sono aiutato io che mi trovava in punto di morta. Ora Signore Direttore aspetto ansioso una vostra riisposta (…)”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un soldato con tutte le attività psichiche molto limitate e che presenta accessualmente fenomeni di confusione mentale completa con allucinazioni, idee deliranti incoerenti e inquietudine motoria. Diagnosi: Amenza in soggetto frenastenico”.

 

Lettera della madre al direttore del Manicomio di Cremona, 20 agosto 1918: “La infelice sottoscritta F. Caterina (…) ammalata di grave malattia di cuore la ringrazio di quanto bene mi ai fatto (…) verso all’unico e solo amato figlio (…) sofferente di malattia mentale inguaribile (…) chi sa se la infelice lo vedrà più datogli la garità della [illeg.] malattia e della sitazione alimentare goduto un [ille.]ssimo sussidio di 85 centesimi al giorno che tolte il pigione di casa con le 21 [illeg.]  ne anche di [illeg.] del pranzo pane nero, il vicinato una colletta di lire 15, alla sottoscritta che lire 10 sono state spediti al a 20 figlio R. G. stante ammalato (…)”.

 

R.Esercito Italiano – Comando Supremo – Ufficio dell’Avvocato Generale Militare. Sezione Grazie. Comunicazione alla direzione del Manicomio di Cremona,  05 settembre 1918: “Pregasi comunicare, con cortese sollecitudine, l’attuale posizione giuridica di R. G., ricoverato in codesto Manicomio, nonché per quale reato il suddetto fu denunziato e preso quale Tribunale di Guerra pende il processo”.

 

Risposta del direttore del Manicomio di Cremona, s.d.: “Sono dolente non poter fornire le notizie richieste (…) perché non risulta in questo ufficio. Il R. fu qui accolto il 7 Febbraio 1918, proveniente dal Carcere Militare Preventivo, ove era a disposizione dei R.R.Carabinieri. Presentava una grave sintomatologia per cui fu fatta diagnosi di amenza in soggetto frenastenico. Sottoposto a cura adatta ottenne completa guarigione dei fenomeni [illeg.] amenziali, mentre naturalmente restò affetto dalla deficienza psichica di natura originaria. Non essendo più pericoloso né a sé né agli altri non presentava titolo per rimanere ulteriormente in Manicomio, sicché fu dimesso in via di prova per miglioramento e affidato ai R.R.Carabinieri il 19 Agosto 1918”.

 

 

Figura 14

 

“Crociata” s.d.

 

140.

Cartella clinica: R. V.

Numero d’Ingresso: 2747

Provenienza: Abbiategrasso (Milano)

Soldato: 65° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 02 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Questore di Milano al direttore del Manicomio di Cremona, 12 aprile 1918: “Oggetto: R. V. (…). Il Sig. Comandante del Distaccamento del 65° Reggimento di Fanteria di Casalbuttano, con lettera 9 corrente N.48 mi informa che il controscritto R. il 5 andante fu avviato a codesto Manicomio Provinciale. Trattandosi di un pericoloso pregiudicato, sottoposto ai vincoli della vigilanza speciale, prego la S. V. di volermi avvertire in tempo utile del giorno in cui ne sarà dimesso e dell’eventuale riforma dal servizio militare”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 16 aprile 1918: “E’ un soldato che, dagli accertamenti fatti, risulta come un pregiudicato assai pericoloso, alcoolista, già ricoverato nel Manicomio di Milano, donde venne dimesso in prova. Presenta tutte le stigme antropologiche classiche del degenerato, ha intelligenza molto limitata e anestesia morale completa. Diagnosi: imbecillità intellettuale e morale”.

 

Lettera dalle carceri giudiziarie di Milano di R. V. al direttore del Manicomio di Cremona, 03 luglio 1919: “Illustrissimo Signor Direttore (…) Una grave disgrazia a farmi, mi portò davanti al Tribunale, dove venni condannato alla grave pena di anni tre di reclusione ed’un anno di vigilanza Speciale. Tale pena oltre ad essere grave ed immeritata, mi si escluse dalle attenuanti che mi si dovrebbe concedere pel mio stato morale. Ma essendomi stato privo di certificati che possono comprovare il soggiorno fatto in codesto Manicomio non potei godere tale benefizio. Ed ora con la presente la informo sulle mie generalità (…) Io sottoscritto R. V. in qualità di Soldato venni ricoverato il due Aprile 1918 e dimesso il 28 Aprile. Dove mi trasferirono al Reggio Manicomio di Mombello”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 17 luglio 1919: “R. V. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 2 Aprile 1918 per malattia mentale in forma di imbecillità intellettuale e morale. L’ammissione venne resa definitiva da questo Tribunale con decreto N.42 in data 1 maggio 1918. Fu riformato dal servizio militare (…). Venne dimesso in prova per miglioramento il 28 aprile 1918”.

 

 

141.

Cartella clinica: R. R.

Numero d’Ingresso: 2743

Provenienza: Corte de’ Frati (Cremona)

Soldato: 59a Compagnia Presidiaria

Ammesso: 21 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 23 aprile 1918: “Il padre fu ricoverato in Manicomio. Il paziente soffre di depressione psichica con idee deliranti a contenuto ipocondriaco, insonnia e tendenza al suicidio. Le sue attività intellettuali sono originariamente ottuse. Diagnosi: Frenosi depressiva in soggetto deficiente”.

 

Comunicazione del direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona alla Legione Territoriale dei Carabinieri di Brescia – Compagnia Esterna di Cremona: “14 Marzo 1962. Aspirante all’arruolamento nell’Arma B. F. – (…) Con riferimento a nota suaccennata si comunica che R. R., nato a Corte de’ Frati il 19.11.1881, fu riconosciuto affetto da frenosi depressiva in deficiente, malattia cui può incidere l’ereditarietà”.

 

 

142.

Cartella clinica: S. R.

Numero d’Ingresso: 2734

Provenienza: Cremona

Soldato: I° Reggimento Genio

Ammesso: 07 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 15 marzo 1918: “E’ un militare uscito recentemente dalla Clinica Psichiatrica di Pavia in convalescenza. Da una sindrome nevrastenoide, è passato in una condizione di profonda depressione dell’umore con allucinazioni della cenestesi, ansia precordiale e fasi di eccitamento. Diagnosi: frenosi depressiva”.

 

Comunicazione del direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona alla Legione Territoriale dei Carabinieri di Brescia – Compagnia di Cremona – Nucleo Operativo, 09 aprile 1973: “S. R. fu Amedeo e fu F. Maria n. 24/8/1887 congiunto di S. D. da Cremona. Il sig. S. R. fu qui ricoverato dal 7/3 al 21/4/1918 per ‘Sindrome depressiva’ non meglio precisata. I dati della cartella clinica non consentono di esprimere un parere fondato sulla natura della forma e quindi sulla sua incidenza ereditaria”.

 

 

143.

Cartella clinica: S. E.

Numero d’Ingresso: 2738

Provenienza: Pellestrina (Venezia)

Soldato: 4° Battaglione Lagunari

Ammesso: 12 marzo 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Tenente medico C. P., Cremona 12 marzo 1918: “Il soldato S. E. (…) appartenente al 4° Lagunari 10a Compagnia da gravi sintomi di delirio persecutorio con idee di vendetta. Il sottoscritto lo giudica pericoloso a sé e agli altri e bisognoso di urgente ricovero in Manicomio”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al Direttore dell’Ospedale da Campo N.204 – Zona di Guerra: “Cremona 25 Maggio 1918. Il militare di contro distinto fu ammesso in questo Manicomio il 12 Marzo 1918 per un lieve e fugacissimo episodio amenziale di natura alcolica. Riordinatosi, fu dimesso in prova e ricondotto al Corpo il 29 Giugno 1918”.

 

 

144.

Cartella clinica: S. G.

Numero d’Ingresso: 2840

Provenienza: Torre del Greco (Napoli)

Soldato: 62° Compagnia Presidiaria

Ammesso: 18 ottobre 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un militare ammesso in preda a completa confusione psichica, completo disorientamento, allucinazioni terrifiche e idee deliranti incoerenti. Attualmente abbastanza lucido; ma ancora soggetto a disturbi psico-sensoriali e depressione dell’umore. Diagnosi: Amenza”.

 

 

145.

Cartella clinica: V. B.

Numero d’Ingresso: 2722

Provenienza: Formigine (Modena)

Soldato: 62a Compagnia Presidiaria

Ammesso: 10 febbraio 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 06 marzo 1918: “E’ un soldato affetto da ipertrofia della ghiandola tiroide. Presenta i sintomi somatici di ipertiroidismo e una sindrome di melancolia ansiosa con idee deliranti a contenuto persecutorio. Diagnosi: Frenosi depressiva in soggetto sofferente di ipertiroidismo”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, s.d.: “V. B., qui accolto il 20 Febbraio 1918, presentava ipertrofia della ghiandola tiroide e tutti i sintomi somatici dell’ipertiroidismo. Era inoltre in uno stato di melancolia ansiosa con idee deliranti a contenuto persecutorio e tendenza  al suicidio. Fu fatta diagnosi di frenosi depressiva in soggetto affetto da ipertiroidismo. Qui, in seguito a cura adatta, tutte le manifestazioni si attenuarono notevolmente, pure essendo persistite. Il paziente fu ritirato dall’Istituto il 3 Aprile 1918 per parte dell’Autorità Militare che provvide a farlo condurre al Manicomio di Reggio Emilia. Visti i rapporti che furono descritti in parecchi casi tra alterazioni della funzione tiroidea e i disagi del servizio militare prestato durante la guerra e visto anche il contenuto delle idee deliranti, che si riferiscono tutte al servizio militare, si presume che l’infermità del V. fosse dipendente dal servizio”.

 

 

146.

Cartella clinica: V. G.

Numero d’Ingresso: 2754

Provenienza: Palermo

Soldato: 90° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 10 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano del Carcere Militare Preventivo di Cremona, 10 aprile 1918: “Il Soldato V. G. (…) è detenuto in questo carcere dal giorno del 6 c.m. Il giorno seguente volle essere separato dai suoi compagni di cella desiderando essere solo. Venne allora messo in cella separata. Senza motivo alcuno cominciò a rifiutare il cibo stando quasi sempre giacente sul pagliericcio. Anzi all’esortazione di un graduato del Personale di Custodia di sortir fuori a prendere aria, si tolse una scarpa e la lanciò contro il graduato stesso. Il fatto principale da notarsi è la continua sua persistenza nel rifiutare di prendere il cibo e sortir dalla cella. Altra fatto caratteristico è quello di non rispondere in alcun modo alle domande che gli si rivolgono, esclamando solo in tanto in tanto: voglio tornare a casa, voglio la mia figliola che mi hanno ammazzato. All’esame obiettivo ho rilevato trattarsi di individuo di buona costituzione organica (…). La sensibilità della cute al dolore è scomparsa, non reagendo il paziente quando viene punto da uno spillo. (…) Trattandosi di individuo che può essere pericoloso a sé e agli altri si crede opportuno proporre che il medesimo sia ricoverato al locale Manicomio per giudicare se lo stato a cui esso è in preda sia vero o simulato (…)”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “Grave depressione dell’umore, allucinazioni terrifiche, idee deliranti di persecuzione, parziale confusione psichica, ansia precordiale, fasi di stupore. Diagnosi: Frenosi depressiva”.

 

Lettera della moglie di V. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Genova 22 – 5 – 1918. Illustrissimo Signor Direttore La prego di farmi (…) sapere come si trova mio marito che io è già più di quatro mesi che non ho più avuto notizie. Non so come mai mio Marito si trova in questo Ospedale che io credevo fosse sempre nell’Ospedale di Alessandria, Appena o avuto la notizia che si trova in questo Ospedale ce stato mio Cognato ma non mia potuto dare Nessuna Notizia perche mio Marito non si trovava in grado si sapere spiegare la sua malattia, e per questo che io mi rivolgo a lei per potermi assicurare in che stato si trova perche io mi trovo in pensiero (…) mi scusera del mal scritto non avendo più bella la Calligrafia”.

 

Lettera della moglie di V. G. al direttore del Manicomio di Cremona, 06 luglio 1918: “Eggegio Signor Direttore Vengo con questa mia per vedere se lei mi potese dare informazioni riguardo al Tribonale, e se lei conosce che mi ci vorebbe qualche appogio non manchi di farmelo sapere perché io non so a chi rivolgermi. se lei non ci dispiace di farmi sapere come si porta mio Marito se va meglio perche io sto sempre in pensiero che lei se lo puo immaginare”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona all’Ufficio Istruzione del Tribunale di Guerra dell’VIIIa Armata: “Cremona li 7 Settembre 1918. Informato (…) comunico quanto segue: V. G. entrò in Manicomio il 10 Aprile 1918, affetto da grave depressione dell’umore, allucinazioni terrifiche, idee deliranti di persecuzione, parziale confusione psichica, ansia precordiale e insonnia. Questa grave sintomatologia psicopatica, dava luogo di tanto in tanto a una ancor più grave condizione, cioè ad alcune fasi di stupore profondo, che ogni volta duravano parecchi giorni. Fu fatta diagnosi di frenosi depressiva. Il paziente ha stentato parecchio a rimettersi. Finalmente si è riordinato a tal punto che negli ultimi giorni, pure essendo ancora notevolmente depresso dal lato affettivo e intellettuale, non presentava più titolo sufficiente per restare in Manicomio. Pertanto fu dimesso in via di prova, per miglioramento, il 19 Agosto 1918 e affidato ai RR. Carabinieri affinché fosse ricondotto al Carcere Militare Preventivo donde veniva. Dato lo stadio avanzatissimo della malattia mentale da cui era affetto il V. è chiaro che egli era già in condizioni morbose da molto tempo, sicché è pur chiaro che egli abbia commesso gli atti irregolari che eventualmente gli vengono ascritti in condizioni di completa infermità mentale. Vista la tendenza a divenire preda di grave infermità mentale è giusto che, per la dignità dell’Esercito e per evitare pericoli, sia licenziato dal servizio militare, cui risulta assolutamente refrattario. Non essendo ora pericoloso né a sé né agli altri e presumendosi che nell’ambiente familiare non ricada, non sarebbe opportuno ordinare il ricovero in Manicomio, anzi sarebbe vantaggioso al malato vivere in libertà”.

 

 

147.

Cartella clinica: V. N.

Numero d’Ingresso: 2771

Provenienza: Agna (Padova)

Soldato: 8° Bersaglieri

Ammesso: 29 aprile 1918

 

 

NOTE:

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 07 giugno 1918: “E’ entrato in una condizione di confusione psichica, con disorientamento completo, allucinazioni terrifiche, idee deliranti, insonnia e inquietudine motoria. Si era riordinato quasi completamente, ma da alcuni giorni è ricaduto repentinamente nella stessa sindrome assai più accentuata, con l’unica variante che alle fasi di grave inquietudine, si alternano fasi di profondo stupore. Diagnosi: Amenza”.

 

 

148.

Cartella clinica: V. C.

Numero d’Ingresso: 2800

Provenienza: Pietrapersia (Caltanisetta)

Soldato: 4° Reggimento Artiglieria

Ammesso: 11 lulgio 1918

 

 

NOTE:

 

Comunicazione del Capitano medico del Centro di Mobilitazione del 4° Reggimento Artiglieria – Infermeria Uomini: “Cremona 10. Luglio 1918. Ieri verso le 22,30 circa, dopo aver questionato con un compagno, il soldato V. C. (…) venne preso da forte eccitamento, e dato di piglio ad un cavalletto di legno cominciò a minacciare i vari soldati che si trovavano a lui vicino; ridotto all’impotenza gli venne applicata la camicia di forza, e ricoverato in Infermeria. Da allora non solo non pronunciò più alcuna parola, ma rifiutò altresì qualsiasi alimenti. Trattandosi di individuo certamente anormale, e che già era proposto per l’osservazione nel Reparto Psichiatrico di Reggio Emilia, essendo affetto da nevrastenia, prevalentemente cerebrale. Dato però queste sue condizioni presenti, per le quali egli può essere pericoloso (…) credo necessario proporre che il nominato V. C. venga ricoverato d’urgenza nel locale Manicomio”.

 

Nota del direttore del Manicomio di Cremona, 15 luglio 1918: “con foglio N.2404 del 9 c.m. aveva richiesto il Centro psichiatrico militare di Ia Raccolta di Reggio Emilia di ricoverare in osservazione il militare di contro distinto. Durante l’attesa si aggravarono i sintomi del C. e questi fu d’urgenza ricoverato nel Manicomio Provinciale di Cremona. Ora è giunta la risposta favorevole del Centro Psichiatrico di Reggio Emilia e (…) ritengo che convenga trasferire con la maggiore sollecitudine il C. a Reggio Emilia (…) e di effettuare il trasferimento con almeno due soldati di Sanità, perché il malato è in condizioni assai migliori di prima, ma ancora inquieto”.

 

 

149.

Cartella clinica: T. A.

Numero d’Ingresso:

Provenienza:

Soldato: 25° Reggimento di Fanteria

Ammesso: 03 Marzo 1918

 

 

NOTE:

 

Certificato medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona, 03 marzo 1918: “Il nominato T. A., secondo attesta la moglie era ricoverato nel Manicomio di S.Lazzaro S.Maurizio (Reggio Emilia) ed è riuscito a fuggire. Stamane si è presentato al domicilio del padre. Trattasi di individuo in condizioni di mente assai alterate e pericoloso a sé ed agli altri”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 16 aprile 1918: “Alcoolismo cronico”.

 

Nota del Maggiore medico Direttore Centro Psichiatrico Militare di 1a Raccolta, dott. Placido Consiglio, al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona: “Reggio Emilia 25/5/1918. (…) il soldato T. A., appartiene al 25° Reggimento di Fanteria (Deposito di Piacenza) e nel periodo in cui venne ricoverato in cotesto Manicomio era Detenuto a disposizione del Tribunale di Guerra di Piacenza”.

 

Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona, 28 maggio 1918: “Egli entrò in Manicomio il 3 Marzo 1918 per regolare ordinanza della P.S. di Cremona. Si seppe che era evaso dal Centro Psichiatrico di Reggio Emilia. Il 7 Marzo 1918 ottenni dal Sig. Direttore di questa Infermeria Presidiaria che fosse trasferito mediante automobile a cura e a spese della Sanità Militare al detto Centro Psichiatrico, perché di là mi era venuto un telegramma che chiedeva, per ordine delle Autorità Superiori, di farlo trasferire immediatamente. Siccome non si sapeva null’altro, ricevuta la lettera della S. V. I., ho scritto al Sig, Direttore del Centro Psichiatrico di Reggio Emilia chiedendo q quale Corpo e Reggimento appartenesse il T., ove fosse il Deposito del suo Reggimento e se durante il periodo di degenza in questo Manicomio si trovasse, come egli diceva, in qualità di detenuto (…)”.

 

Nota inviata al direttore del Manicomio di Cremona: “Direzione del Manicomio giudiziario. Gabinetto. Montelupo Fiorentino li 17 Dicembre 1918. Egregio Collega, (…) il medesimo [T. A.] per avere dato segni di alienazione mentale venne dalle Carceri di Genova trasferito in questo Istituto, in sugli ultimi del decorso mese; la brevità del periodo di osservazione non ha ancora permesso di poter fare un esatto diagnostico della malattia che lo affligge; il T. è stato condannato dal Tribunale di guerra di Genova alla pena della reclusione perpetua (Ergastolo) quale responsabile di omicidio a scopo di furto; in tale condanna va rintracciata la ragione per la quale è stato inviato in un Manicomio Giudiziario e non in un Manicomio Civile. Col  massimo ossequio ho l’onore di rassegnami Devotissimo Codeluppi”.

 

 

150.

Cartella clinica: Z. A. G. L.

Numero d’Ingresso: 2841

Provenienza: Gadesco (Cremona)

Soldato:

Ammesso: 19 ottobre 1918

 

 

NOTE:

 

Certificato medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona, 18 ottobre 1918: “E’ da pochi giorni guarito dall’influenza. Partecipò ai primi combattimenti dell’attuale guerra e fu ferito e mutilato della gamba e coscia destra. (…) Ha delirio, idee strane come quella che abbia a ricrescere la sua gamba. E’ esaltato, non dorme. Si giudica pericoloso a sé e agli altri e necessario il ricovero (…)”.

 

“Ill.o Sig. Sindaco di Gadesco. Il sottoscritto Z. L. zio paterno del demente Z. A. fa domanda alla S. V. Ill.a perché si compiaccia voler far ricoverare nel manicomio Prov.e di Cremona il suddetto nipote colto improvvisamente da malattia mentale, minacciando serio pericolo a sé ed agli altri”.

 

Riassunto Anamnestico e Diagnosi, 12 novembre 1918: “E’ un mutilato di guerra che, dopo una influenza, è entrato in una sindrome di completa confusione psichica, con disorientamento, con allucinazioni, idee deliranti e agitazione motoria. Diagnosi: Amenza influenzale”.

 

 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[

[ Sarajevo

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

    

 

 

 
                 Rivista Frenis Zero  
 
                  Maitres à dispenser