«Gridai proprio: ‘Ma com’è possibile – ci
pensate? – una, a cui sia passata sopra la guerra – dopo dieci anni –
rimanere così – la stessa?’ – Sarebbe, se mai – al contrario – una prova
che non sono io!… Una prova che non posso essere io!…».
Luigi Pirandello, Come tu mi
vuoi.
Anno 1915
1.
Cartella
clinica: B. A. |
Numero
d’Ingresso: 2368 |
Provenienza: |
Soldato:
71° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
30 giugno 1915 |
|
NOTE:
“Richiamato da
circa un mese il B. avrebbe cominciato ad interpretare in modo
delirante parole ed atti dei suoi commilitoni. Temeva che lo
dileggiassero ed aveva per fino paura di rientrare in caserma dove
tutti lo perseguitavano con motteggi ed allusioni. Da circa tre
notti sarebbe insonne (…) Dice di aver sentito che i suoi compagni
lo offendevano nell’onore, che mormoravano sulla condotta [illeg.]
della moglie durante la sua assenza di casa”.
Diagnosi:
Delirio di persecuzione (Psicosi paranoide).
Nella cartella
sono conservate numerose lettere della madre al direttore del
Manicomio che non sa più dove si trovi il figlio, disperso tra gli
ospedali militari di Empoli, Firenze e Provinciale di Cremona.
|
2.
Cartella
clinica: C. F. |
Numero
d’Ingresso: 2366 |
Provenienza: Napoli |
Soldato:
65° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
settembre 1915 |
|
NOTE:
Il medico
militare: “Il 25 agosto u.s. nella caserma cadde da una finestra del
II piano egli dice in seguito a vertigini (ma non è da escludere che
si sia trattato di un tentato suicidio”.
Numerose lettere
della madre.
|
3.
Cartella
clinica: C. S. |
Numero
d’Ingresso: 2363 |
Provenienza: Giuliano Teatino (Chieti) |
Soldato:
123° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
04 settembre 1915 |
|
NOTE: |
4.
Cartella
clinica: C. R. |
Numero
d’Ingresso: 2362 |
Provenienza: Petrizzi (Catanzaro) |
Soldato:
43° Reggimento d’Artiglieria |
Ammesso:
15 ottobre 1915 |
|
NOTE:
Lettere della madre del 14 agosto
1915 con la quale recrimina poiché mentre la burocrazia chiede
certificati relativi alla condizione del figlio, “in questo momento
di guerra nessuno ufficio può rilasciare certificati di nessuna
specie ai militari essendo proibito dalla legge”.
|
5.
Cartella
clinica: E. S. |
Numero
d’Ingresso: 2360 |
Provenienza: Pattada (Sassari) |
Soldato:
136° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
02 settembre 1915 |
|
NOTE:
Lettera a E.
S. dalla cognata: Cava, 30 settembre 1915: “Caro cognato, la
risposta della tua lettera da vari giorni te l’avrei mandata, ma nel
momento che stavo per scriverti, venne un tuo cugino da Giffoni
Valle Piana com[illeg.] che vuole lui prendersi la tua bambina, e
siccome si deve parlare prima col sindaco lui mi disse che dopo
agiustato tutto ti avrebbe scritto, invece io te l’ho fatto sapere
prima, che farai come ti pare se vuoi che tuo cugino si prenda la
bambina la chiave della tua casa la tiene il Sindaco, ma però tu
devi cercare di venire perché altrimenti si trova tutto male nella
casa, la bambina sta bene in salute, la tengo a casa mia ma tu ben
sai che io per vivere me la debbo lucrare, perciò alla tua venuta si
metteranno le cose a posto. Tutti i zii ti contraccambiano i saluti
la tua bambina ti bacia assai assai, io ti saluto affettuosamente
Tua cognata”.
Lettera di E.
S. al Direttore del Manicomio di Cremona: San Giorgio di Nogaro, 18
agosto 1917: “Ill.mo sig. Direttore del Manicomio (Reparto
osservazioni) di Cremona. Il sottoscritto E. S. già soldato nel 136°
Regg: Fanteria ad inoggi esente da obblighi militari quale riformato
dal R° Esercito (…) supplica V.S. ill:ma affinché si compiaccia di
rilasciargli un certificato in carta libera per uso militare, od in
carta bollata qualora necessitasse fare ciò (…) in cui risulti
chiara la diagnosi che gli fu motivo di degenza e di riforma presso
il predetto Manicomio. Far presente inoltre a V.S. ill:ma che detto
certificato al sottoscritto necessita per la prossima chiamata dei
riformati: certificato che oltre spiegare la diagnosi, certo grave
perché gli fu motivo di riforma, trae maggiore forza cumulato con le
quattro ferite riportate in epoche differenti sui campi di battaglia
della Libia e sul Carso, nella presente guerra. V.S. Ill:ma
comprende quanto il sottoscritto, abbia corrisposto all’appello per
la gran causa della comune madre Patria: quest’oggi che le sue e
altrui ferite stanno a dimostrare il sacrificio dei suoi figli, Essa
vorrà corrispondere loro pari affetto, nel restituire per sempre
alla propria famiglia, e nel caso del sottoscritto alla figlia
orfana, il padre, che ben seppe meritare dei suoi atti civili e
militari. Si ossequia, e con onore, in attesa di favorevole risposta
(…)”.
Cartolina
postale del 18 settembre 1917 di E. S. al Direttore del Manicomio di
Cremona da San Giorgio di Nogaro, col la quale sollecita il
Direttore ad inviare al più presto i certificati riguardanti il suo
ricovero nel Manicomio di Cremona.
Lettera del
Commissario Prefettizio del Municipio di Pattada (Sassari) al
Direttore del Manicomio di Cremona del 06 giugno 1931: “OGGETTO: E.
S. Addì 2 settembre 1915 venne internato in osservazione, in codesto
manicomio provinciale la persona indicata in oggetto (…) E poiché
d’allora in poi è irreperibile e non si sono avute più notizie di
lui desidererei che la S.V. Ill.ma si compiacesse di comunicarmi la
posizione dell’E. e cioè se iol medesimo sia stato dimesso (…)
oppure se tuttora trovasi internato nel Manicomio o se il medesimo è
morto (…)”.
Risposta del
Direttore del Manicomio di Cremona al Commissario Prefettizio:
Cremona, 29 agosto 1931: “(…) il ricoverato sopra indicato fu qui
degente dal 2 settembre al 9 dicembre 1915. Era allora soldato del
136° Fanteria (…) e proveniva dal ‘frontr’. Guarito dai disturbi
mentali, fu ritirato per parte del Colonnello Medico direttore
dell’Ospedale Militare che esisteva allora a Cremona e doveva essere
rimpatriato. Risulta invece che nel 1917 l’E. era Guardiano del
Genio Militare=Direzione Lavori = III Armata = I Zona a S. Giorgio
di Nogaro (Udine). Risulta, da una lunga lettera che ci scrisse, in
cui diceva di essere stato riformato; ma che gli occorreva un
certificato comprovante la degenza in Manicomio perché doveva andare
a nuova visita e desiderava ormai tornare con la sua bambina, dopo
avere avuto quattro ferite, alcune in Libia, altre sul Carso ed
essere stato infermo di mente. (…) In seguito questo ufficio non ha
più avuto notizia dell’E.”.
|
6.
Cartella
clinica: F. D. |
Numero
d’Ingresso: 2373 |
Provenienza: Nola |
Soldato:
65° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
08 ottobre 1915 |
|
NOTE:
Lettera di F. D. del 10 ottobre 1915:
“ Carissima moglie vi fo sapere che io mi trovo al manicomio per
cagione della mia nervatura e della seguente comuzzione (…) Cara
moglie non metterti male pensiero perché io ti ho scritto sempre e
tu invece poco mi ai scritto e spero che adesso mi scriverai spesso
così starò col pensiero più quieto, ti raccomando di non far entrare
persone misteriose in casa così la gente non anno motivo di parlare
(…) Cara moglie ti prego di nuovo di scrivermi al più presto
possibile”.
Lettera di F.
D. del 26 ottobre 1915: “ Carissima Turina, Con molto piacere ho
ricevuto la tua desiderata lettera dalla quale ne godo l’ottimo
stato della vostra buona salute voi e la mia famiglia, e così vi
posso sempre assicurare la mia buona salute, non puoi credere con
che ansia aspetto la tua desiderata fotografia Dalla quale io ti
penso notte e giorni e non mi posso dare pace, perché io voglio la
tua fotografia perché io non so se vengo più a Nola perché io ho
brutti pensieri a Cremona, e di vendicarmi di colui che mi ha
rinchiuso, però ti prego non abbandonarmi e di volermi sempre bene,
perché io ti ama e ti stima, e perdonami di questo perché tu già lo
sai che non sono io sono le cervello e così facevo pure quando ero a
casa, però ti prego di non abbandonarmi che tutto passa e non
ritorno. (…) Tanti saluti alla mia madre e a te ricevi tanti milione
di baci e sotto mi firmo e sono il tuo per sempre A….. A….. A….. Aamore
A….. F. D. voglio tue notizie”.
|
7.
Cartella
clinica: M. E. |
Numero
d’Ingresso: 2365 |
Provenienza: Montereale (Udine) |
Soldato:
21° Reggimento Fanteria |
Ammesso:
09 settembre 1915 |
|
NOTE:
Nota del direttore del Manicomio: M.
E. fu accolto in manicomio perché dopo un “accesso da cardiopalma
(…) sono sopraggiunti dei fatti molto accentuati di frenosi sensoria
accompagnati da delirio di persecuzione”. Il soggetto risulta
sottoalimentato.
Il suo caso
avvia un’istruttoria del Tribunale di guerra del 13° Corpo d’Armata.
Dimesso il 15
dicembre 1915, all’ottobre 1918 risulta ricoverato presso l’Ospedale
Territoriale Psichiatrico della Croce Rossa Italiana di Cedola -
Borgo Panigale (Bologna).
|
8.
Cartella
clinica: M. B. |
Numero
d’Ingresso: 2354 |
Provenienza: San Giorgio la Molara
(Benevento) |
Soldato:
226° Battaglione Milizia Territoriale |
Ammesso:
18 agosto 1915 |
|
NOTE:
Lettera della
moglie al direttore del Manicomio [Amadei] del 31 agosto 1915: “La
sottoscritta moglie di M. B. (…) è venuta a conoscenza che il marito
dalla zona di guerra è passato in codesto manicomio (…) Mi
raccomando alla vostra carità, perché ho figli e non sò che avverrà
di mio marito”.
Osservazioni del
direttore del Manicomio di Cremona: M. B. risulta taciturno,
indisciplinato o di uno zelo irragionevole, “Nel manicomio è triste,
sospiroso, parla a stento bisbigliando, lungamente immobile,
incurante di tutto, si fa imboccare, dorme poco. Diagnosi: frenosi
depressiva”.
|
9.
Cartella
clinica: S. A. |
Numero
d’Ingresso: 2358 |
Provenienza: Napoli |
Soldato:
Allievo ufficiale del 65° Reggimento
Fanteria |
Ammesso:
28 agosto 1915 |
|
NOTE:
Il medico militare: “Arruolatosi tra
gli allievi ufficiali si mostrò tosto anormale”.
In stato di
grande agitazione, da segni di delirio. Rifiuta cibi e medicamenti.
In due
successive lettere (08 agosto e 27 agosto) la madre parla al figlio
della necessità di “cancellare il passato doloroso”.
|
Anno 1916
10.
Cartella
clinica: D. M. F. |
Numero
d’Ingresso: 2448 |
Provenienza: |
Soldato:
65° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
07 agosto 1916 |
|
NOTE:
|
11.
Cartella
clinica: D. A. A. |
Numero
d’Ingresso: 2446 |
Provenienza: Mezz’egra (Como) |
Soldato:
65° Reggimento di Fanteria |
Ammesso:
07 agosto 1916 |
|
NOTE:
Dalla cartella clinica: “I compagni
raccontano che non parlava mai; era meditabondo; sempre solo; se
parlava era per dire che si sentiva inquieto, che ci pensava troppo
alla vita militare che non si sentiva di poter continuare (…)”.
Anamnesi.
Diario:
08 agosto:
“scende dal letto e si mette a piangere di non sapere perché si
trova qui a questo ospedale è sempre confuso e sempre in certo nel
rispondere”.
14 agosto: “non
vuole lasciarsi pesare non si fida ha paura che sia un tradimento è
sempre solo qualche volta piange”.
18/19 agosto:
“messo in cella perché era molto spaventato. Prescrizioni: olio di
ricino”.
Una lettera
dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Como del 10 maggio 1929 ci
permette di sapere che al tempo D. A. A. era ancora colà ricoverato.
|
12.
Cartella
clinica: D. L. D. |
Numero
d’Ingresso: 2438 |
Provenienza: Cicciano (Caserta) |
Soldato:
65° Reggimento Fanteria |
Ammesso:
08 luglio |
|
NOTE:
Cartolina postale dello zio: “Salerno
25.8.916 Carissimo Nipote ho ricevuto la tua cartolina e ho rilevato
che tu ti trovi ancora allo spetale causa della tua infermità ma
però sei più fortunato di tuo Fratello perché lui va soggetto al
pericolo della vita e tu invece no’ di più ho rilevato che tu dici
che io non ti risponde invece sempre che ai scritto o sempre
risposto io credo invece che essendo che da molto tempo non avevi
scritto ai trovate questa scusa io non o più che dirti tanti saluti
affettuosi con una Stretta di mano del tuo caro Zio Gaetano”.
|
Figura 1
“Feci nel Manicomio di
Cremona
addi 30-10-911
Vittorio Emanuele II° Re Galantuomo
Da una litografia – Cremona 30-10-1911”
13.
Cartella
clinica: D. F. F. |
Numero
d’Ingresso: 2387 |
Provenienza:
Afragola |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 11
dicembre 1915 |
|
NOTE:
Nota del
medico militare: “In preda a morboso furore tentava di suicidarsi
mentre si trovava nelle carceri reggimentali, colpendosi
ripetutamente con corpo contundente al collo (…)”.
|
14.
Cartella
clinica: F. A. |
Numero
d’Ingresso: 2447 |
Provenienza:
Gaggino (Como) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 07
agosto 1916 |
|
NOTE:
Osservazione del direttore del
Manicomio [Rebizzi]: “Pare che abbia avuto un notevole problema
d’animo quando fu chiamato militare. Sotto le armi più volte si è
detto malato ed era tenuto per un soldato quasi invalido. I compagni
lo deridevano e molestavano in ogni modo”.
Diagnosi: “Imbecillità con eccessi
depressivi”.
09 agosto: è
messo in cella d’isolamento.
05 settembre:
è levato dalla cella.
Lettera di
F. A.: “Cremona li 15/9/1916. Carissima Sorella e Moglie Invi queste
due righe per farvi sapere lo stato di mia salute credo però che
sapevate già qualche cosa addove mi trovo cioè all’ospitale
Manicomio di Cremona. Come io spero che qualche d’uno di vo altri o
parenti se mi resta ancora qui avrei piacere di vedervi qualcheduno
a trovarmi che o molto desiderio che tutti i giorni mi passa per la
mente la mia figlia Rosa e tutta la famiglia. Io al presente sto un
po meglio che prima quando sono entrato. Vi saluto tanto di vero
cuore (…) appena riceverete questa mia notizia mi risponderete
subito (…) scusatemi della mia tardanza mi sono trovato in questo
luogo senza accorgermi e mi sono restati in spaventato che non
sapevo cosa mi accadeva in mé, scusatemi bene questa buona gente che
fanno [illeg.] mi vogliono bene e li ringrazi molto. abbi di salute
di tanta salute dai parenti”.
Dimesso il 07
ottobre è inviato al Manicomio di Como
|
15.
Cartella
clinica: G. A. |
Numero
d’Ingresso: 2473 |
Provenienza:
Como |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 22
ottobre 1916 |
|
NOTE:
Notizie riferite dal medico militare
di Corpo: tentò più volte di suicidarsi “sia a mezzo strangolamento,
sia col voler buttarsi dalla finestra”.
Diagnosi:
melancolia in soggetto degenerato.
Una nota del
medico militare avverte che due mesi prima la stessa sorte aveva
subito il fratello, G. C. [vedi cartella clinica successiva],
anch’esso soldato del 65° Reggimento, per “sintomi di grave
eccitamento. Risulta che era sempre stato un anormale, dedito ad
azioni criminali (…)”.
|
16.
Cartella
clinica: G. C. |
Numero
d’Ingresso: 2445 |
Provenienza:
Como |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 04
agosto 1916 |
|
NOTE:
Nota del
Sottotenente della 3a Compagnia al Comando del Deposito
del 65° Reggimento di Fanteria, Oggetto: Rapporto al soldato G. C.,
01 agosto 1916: “Ieri sera alle ore 7 il caporale di giornata T. R.
rimproverava il soldato G. C. nel cortile dell’accampamento di S.
Sigismondo. Il G. avendo risposto con [illeg.] deferenza fu
redarguito dal sergente R. C. il quale lo invitò a serbare contegno
più corretto verso un superiore. Il G. parve calmarsi per il
momento, se non che, dopo pochi istanti, impugnando minacciosamente
il coltello di cui si serviva per affettare il pane, si fece largo
tra i soldati (…) e scappò in camerata. Quivi armatosi del suo
fucile e caricandolo, esplodeva improvvisamente un colpo
nell’interno della stessa camerata (…). Alla detonazione accorse il
sergente R. D., il quale mentre si avvicinava fu ancora minacciato
dal G. (…) che gli diceva: Non s’avvicini perché sparo. (…) il
sergente P. I. che era alle spalle del G. riusciva a togliere a
questo il fucile (…). Il G. non opponeva alcuna resistenza (…) Il
sottoscritto si recò subito ad interrogarlo ma il G. si chiuse in un
mutismo assoluto (…) il G. non è certo tra i buoni elementi della
Compagnia. Egli appare di[illeg.], svogliato e dedito al vino.”
Nota del
04 agosto 1916 dell’Ufficio Comando Deposito del 65° Reggimento di
Fanteria al Tribunale di Guerra di Cremona: “Nella notte dal 3 al 4
agosto il soldato G. C., trovandosi rinchiuso nella prigione del
Corpo in attesa di giudizio, davasi in escandescenze procurando
disordine. Egli infatti era riuscito a sfasciare i carelletti di
legno e le asticelle barricando la porta d’entrata della cella ed
appiccicando il fuoco al pagliericcio. Corso prontamente il
personale di guardia, in breve tempo si riuscì a sgomberare la cella
(…). Il G. fu sordo a qualsiasi incitamento a calmarsi e a tenere un
contegno corretto, anzi maggiormente inasprito delle giuste
osservazioni dei suoi superiori cominciò ad urlare ed a commettere
ogni sorta di stranezze tanto che si dovette ricorrere alla camicia
di forza = dopo di che, essendo nell’impossibilità di muoversi, si
mise a cantare, a ridere e ad imprecare si che fece presumere ad un
possibile squilibrio mentale. Continuando lo stato morboso oggi
stesso venne rinchiuso nel locale Manicomio Provinciale”.
Dalla cartella clinica: “Imputato
d’insubordinazione e di deterioramento di effetti militari (…) sparò
un colpo di fucile in camerata”.
Nota del
22 settembre 1916 del direttore del Manicomio Provinciale, dott.
Giuseppe Amadei: “Sullo stato di mente di G. C. Di G. C. il
Comandante la Compagnia dei R. Carabinieri di Como dice che risulta
di buona condotta morale, però di carattere leggero e poco amante
del lavoro, che non diede mai segno di alienazione mentale, che il
padre è alcoolista ed è diviso dalla madre, che suo fratello è stato
riformato per nevrastenia. Da queste notizie anamnestiche il
ricoverato, quantunque rifugga dal parlare di sé, aggiunge d’essere
stato allevato in un istituto di discoli, di avere ereditato la
passione paterna per l’alcool, di essere facile ad ubriacarsi con
poco alcool, d’aver fatto il contrabbandiere, di essere stato
processato per rissa e atti di violenza, di aver fatto più mestieri,
di aver lavorato all’estero in Francia, Svizzera, Germania. Nel
manicomio apparve in una prima fase di pochi giorni taciturno,
inerte in letto, senza occuparsi di nulla. Una notte scivolò dal
letto in terra e vi rimase fino a che lo hanno rimesso a posto.
Mangiava poco, però dormiva. Rispondeva a monosillabi alle domande
elementari o anche non rispondeva affatto. Il contegno inerte
passivo apatico era mantenuto anche quando non si sapeva osservato.
Dopo cinque giorni si mostrò più disinvolto, e [illeg.] abb.za
sciolto, mostrando un umore sereno: mangiava di più, chiedeva
d’alzarsi, di fumare etc. e usava nel domandare un piglio brusco e
minaccioso di scenate se non accontentato. Però apparve di poi nel
contegno più docile, e si fermò sempre alle minaccie. E’ individuo
di intelligenza sveglia abbastanza, senza deliri né altre anormalità
ideative. Nel pentimento appare arido ed egoista. Si è rifiutato di
dar notizie di sé alla madre, non gli dice di averne né di lei né di
altri! E’ facilmente reattivo: contrastato ne’ suoi deliri, anche
futili, si rabbuia rapidamente nel viso che prende espressione
iraconda e minacciosa. Di carattere chiuso non ama essere
interrogato. Risponde abitualmente: ‘no, perché di no!’, oppure ‘non
ricordo, ho detto che non lo so’. Se si insiste si inquieta, si fa
sgarbato, poi silenzioso e seccato. Del fatto occorsogli a
S.Sigismondo del suo passaggio alla Caserma Lamarmora e al manicomio
dice di non saper nulla, non ricorda nulla, non poter dare nessuna
versione propria, neppure dire se avesse bevuto o no, neppure
ricordare persone o ambienti dai quali si trovò. Evidentemente
l’osservazione di questo periodo amnesico assoluto prolungato non ha
carattere di credibilità, né egli si presta a renderla attendibile
colle narrazioni del momento di ricordo o di cessazione brusco o
quanto detto [?], col nessuno sforzo apparente di penetrare coll’esito
altrui nel preteso buio di quei giorni e colla nessuna curiosità di
apprendere che cosa avrebbe commesso, che cosa gli attribuiscono.
Positivamente nelle risposte sue del [illeg.] ricordo, segue un suo
prefisso proposito, che applica per maggior sicurezza anche a
domande futili ed estranee al fatto. La prima fase sopra accennata
presentata nel manicomio, dopo la quale seguì uno stato (che è
probabilmente la condizione psichica abituale del ricoverato), può
essere interpretata come lo strascico di un pregresso stato più
attivamente mostrato. E questo stato mostrato può essere
rappresentato dall’accesso descritto nei rapporti 1 agosto del
Comandante la Compagnia e 4 agosto dell’Ufficio Comando Depositi. Il
G. non è individuo normale nelle condizioni sue abituali, ce ne
persuade la anamnesi raccolta e l’esame dello stato presente.
L’individuo bevitore, figlio di bevitore, con alterato carattere,
prepotente, facile all’iracondia e alle reazioni, con un fondo di
carattere criminale. Non è a meravigliarsi che in questi tipi si
organizzi (e qualche volta esplode d’improvviso) uno stato morboso
che [illeg.] colle indisciplinatezze, poi cresce per le conseguenze
stesse di queste, poi mette in gioco [?] la facile irritabilità e
poi le reazioni impulsive, che rappresentano la fase più saliente
del fenomeno e la scarica emotiva che balena lentamente si dissipa.
Credo che questo sia successo al G., tanto più che pare assodato che
un incentivo gli venne anche dall’avere bevuto. Fu una forma di
raptus psichico che lo colse, uno di quei disturbi psicoepilettici
che si sviluppano in soggetti dotati di anormale costituzione
degenerativa. Son quegli eccessi tanto drastici che si osservano nei
criminali carcerati, che hanno una corrispondente manifestazione ne’
militari, in cui reazioni specifiche di ambiente le provocano, le
eccitano, li facilitano onde il nome che uno studioso di psichiatria
militare (Saporito) da loro di epilessia militare. La simulazione
completa dei fatti di S.Sigismondo non esclude affatto la realtà
dello stato morboso sofferto; essa dipende dalla inferiorità del
soggetto rivelata in molte altre risposte e dal sistema di difesa
che si è fissato. Concludendo, il G. è stato ammesso nel manicomio
mentre presentava l’ultima fase di una pregressa forma più acuta di
psicosi; - esso è un individuo di costituzione psichica anormale, ed
è certamente predisposto a reazioni emotive che discendono dalla
comune passione [?] ad uno stato psichico morboso: - le ricevute
informazioni persuadono che uno stato morboso ha preceduto il suo
ingresso nel manicomio e si è manifestato in forma di accesso
psicoepilettico; - e durante questo periodo commise gli atti esposti
nei citati rapporti del Comandante il Deposito e del Comandante la
compagnia”.
La madre scrive al direttore del
Manicomio Provinciale, Amadei, in data 29 settembre 1916: “Riguardo
al processo come dice Lei Sig. Dot. spero anch’io che sarà assolto,
perché non è lui che fa certe stranezze è il suo cervello”.
|
17.
Cartella
clinica: M. G. |
Numero
d’Ingresso: 2475 |
Provenienza:
Mariano S. Michele (Lucca) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 02
novembre 1916 |
|
NOTE:
Ricoverato per confusione psichica
con grave eredità psicogenetica.
Diagnosi:
accesso di amenza “cui è subentrata una condizione di esalamento
maniaco”
Scrive la
moglie il 03 [illeg.] 1916: “Ill.mo Signor Direttore, mi perdoni se
vengo di nuovo ad importunarla; sono una povera madre con tre figli,
che avevo per unico mio sostegno il povero soldato M. G. (…) La S.V.
già ci ha dato notizia che il medesimo sta fisicamente bene, ma che
si trova sempre alienato di mente. Ci ha dato speranza, che sarà
mandato via di costà e sarà così avvicinato a noi. Signor Direttore
mi faccia la carità di mandarlo quanto prima. Sono sicura che l’aria
nativa potrà recarle vantaggio o almeno potrò avere la consolazione
di rivederlo e saperlo vicino alla famiglia”.
Nuova lettera
della moglie, 26 novembre 1916: “Sono una povera madre di 3
figlioletti di tenera età, e consorte del soldato G. M., che
alienato di mente, si trova nell’Ospedale che V.S. con tanto plauso
dirige. Vengo a domandarle una carità per amore della madre sua (…)
La lontananza del mio povero G. mi tiene oltremodo angosciata ed
afflitta e quasi mi rende impotente a svolgere ai miei doveri di
madre. Se potessi vedere almeno qualche volta il mio marito!
Permetta e cooperi, Ill.mo signore, che esso possa essere
trasportato al Manicomio della nostra Provincia di Lucca (…) Non mi
dica che ciò è impossibile! Lei lo può fare, se vuole, non mi dica
adunque di non potere”.
|
18.
Cartella
clinica: P. A. |
Numero
d’Ingresso: 2470 |
Provenienza:
Pieve d’Olmi |
Soldato: 65°
reggimento di Fanteria |
Ammesso: 11
ottobre 1916 |
|
NOTE:
Nota del
medico militare: “Affetto da neurastenia acuta ed attualmente [?]
rinchiuso nelle prigioni del Corpo, da parecchi giorni dà segno di
squilibrio mentale, sia col tenere discorsi sconnessi, sia col
minacciare con parole e con gesti violenti nemici immaginari (…)”.
Diagnosi:
frenastenia. Malattia mentale che si ritiene di natura ereditaria.
|
19.
Cartella
clinica: R. G. |
Numero
d’Ingresso: 2457 |
Provenienza:
Pariana (Massa) |
Soldato: 115°
Reggimento someggiato di Sanità |
Ammesso: 15
agosto 1916 |
|
NOTE:
Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Da
che è nel Manicomio è stato invariabilmente in quasi completo
stupore, con brevi e incompleti periodi di risveglio. Sta sempre
accovacciato sotto le coperte del letto, si fa imboccare il cibo,
impassibile a tutto. Diagnosi: lipemania con stupore”.
Comunicazione del Cappellano militare al direttore del manicomio di
Cremona: “Zona di Guerra. O4 Settembre 1916. Pregarsi la cortesia di
I. S. di dare notizie riguardanti il soldato R. G. del 115° Riparto
Someggiato di Sanità (…). Il padre di detto militare che trovasi a
lavorare nel cantiere Genio Militare di Prapotnizza, desidera
conoscere con cortese sollcecitudine se il figlio è in istato di
poter gradire una visita del proprio padre”.
Lettera del
padre al direttore del 12 settembre 1916: “G. è nato a Massa il 27
febbraio 1888. Io non so come sia a cadere in quella malattia, non
avviene né dal padre né dalla madre”.
|
20.
Cartella
clinica: R. A. |
Numero
d’Ingresso: 2428 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 12
maggio 1916 |
|
NOTE:
Raccolta nel
Manicomio: “Il R. dice di aver sempre sofferto di disturbi nervosi
(…) Dedito alla delinquenza (…) Atti anormali, insubordinazione
(tentativo di ferire con arma un ufficiale)”.
Dalla
cartella clinica: “Provvedimenti e cure: Segregazione”.
Dalla
cartella clinica: “Risulta essere affetto da degenerazione mentale
con accessi di epilessia psichica”.
Biglietto
di R. A. al Direttore del Manicomio di Cremona, senza data,
[preceduta da una nota di un infermiere?] : “(Sunt tant stuf de sta
inlett che el me obbliga a scrivech). Illmo Sig. Direttore, La prego
di volermi far alzare non essendovi più alcun motivo per trattenermi
a letto. Il Tardini è venuto di sua spontanea volontà da me ed
abbiamo fatto pace. Sono qui in aspettativa che suoni il campanello
del telefono onde Ella volla trasmettere agli infermieri l’ordine
della mia levata. Ringraziandola anticipatamente [illeg.] R.”
Nota del direttore Giuseppe Amadei:
“Soldato del 65° Reggimento pare abbia sempre patito disturbi
nervosi; ha riportato molte condanne da borghese per furti
ribellioni e ferimenti. Contrasse la sifilide. Ha cranio piccolo e
faccia grossa e grossolana da degenerato. É d’estrema irritabilità,
si adira per lievi contrarietà (…) Ha tentato una volta il suicidio
col revolver in tale stato (…) disturbi nervosi accessuali d’epilettoidismo.
E questa nevrosi spiega il suo stato sentimentale e il suo contegno
di ribelle e di criminale”.
Notizia dalla
cartella clinica: “Classe 1896: già riformato in seguito a rassegna
per essere trasferitola manicomio della sua provincia”.
Dimesso e
trasferito al Manicomio di Mombello (Milano).
|
21.
Cartella
clinica: R. T. |
Numero
d’Ingresso: 2385 |
Provenienza:
Amatrice (Aquila) |
Soldato: 12°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 03
dicembre 1915 |
|
NOTE:
Nota del
medico militare: al proprio reparto accasermato a Macerata
“incominciò a fare delle stranezze. Mentre era in treno di passaggio
col suo Reggimento da Cremona [diretto verso il fronte] cominciò a
dare indizi di avere alienazione mentale. Fece più volte il
tentativo di buttarsi giù dal treno tentando di fuggire”.
|
22.
Cartella
clinica: S. B. |
Numero
d’Ingresso: 2361 |
Provenienza:
Angiari (Verona) |
Soldato: 93°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 03
settembre 1915 |
|
NOTE:
Proveniente
dall’Ospedale di Cervignano (Udine).
Diagnosi del
direttore del Manicomio di Cremona: “S. B. è sempre in corso di
malattia mentale in forma di melanconia con paura della morte (…)”.
Nota del
19 febbraio 1916 del direttore del Manicomio di Verona, Umberto
Meneghetti, acclusa alla cartella clinica ed inviata all’Ufficio Per
Notizie – Sottosezione di Legnago: “Egr. Signora, La condizione
indispensabile per il trasferimento a questo manicomio del di Lei
raccomandato si è la di lui riforma dal servizio militare. Ottenendo
ciò il trasferimento può avvenire con la massima facilità (…) a
norma dell’art. 15 del Regolamento sul servizio rassegna per i
militari del Regio Esercito. Edizione 1910 N. 73 (…) Da quando è
incominciata la guerra io avrò in tal modo ottenuto una cinquantina
di trasferimenti da questo ad altri Manicomi (…)”.
S. B. è
dimesso e trasferito al Manicomio di Verona il 22 marzo 1916.
Glosse del
direttore del Manicomio di Cremona alla richiesta di notizie
relative ad S. B. dell’Opera Nazionale per la Protezione e
l’Assistenza degli Invalidi di Guerra - Rappresentanza Provinciale
di Verona, 21 dicembre 1923: “Dagli atti esistenti in questo
Istituto risulta che S. B. ha due sorelle sordomute e fu sempre
affetto da lieve deficienza psichica. Colpito da infermità mentale
mentre era sotto le armi, fu nell’Ospedale di Cervignano, venne poi
all’Infermeria Presidiaria di Cremona e di là fu condotto al
Manicomio di Cremona il 3 settembre 1915 mentre era in preda ad una
nevrosi depressiva con idee deliranti, ansia e agitazione. Non
ostante i precedenti ereditari e personali, si deve ritenere che la
detta infermità dipendesse dal servizio militare prestato in guerra
per vari motivi, particolarmente per essere ingiunta [?] in
conseguenza diretta e immediata dai disagi del servizio militare e
per il contenuto delle idee deliranti che il S. manifestava; infatti
egli, fra l’altro, sosteneva di essere morto in guerra e parlava di
sé come di un povero trapassato compiangendo clamorosamente la
propria sorte e quella della famiglia. Man mano si è andato
calmando, fu riformato dal servizio militare e il 13 Marzo 1916 fu
affidato alla Sanità Militare che provvide a farlo condurre al
Manicomio di Verona”.
|
Figura 2
“La prima bandiera Italiana
che fu piantata
dal nostro esercito Italiano sulla Terra di Tripoli.
Cremona
31-10-911”.
23.
Cartella
clinica: U. B. |
Numero
d’Ingresso: 2436 |
Provenienza:
Cordignano (Treviso) |
Soldato: 4°
Reggimento Genio |
Ammesso: 02
luglio 1916 |
|
NOTE:
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona: “Egli si trova in preda a
convulsioni ed apparentemente incosciente (…) è stato riconosciuto
affetto da alienazione mentale in forma di Psicosi
maniaco-depressiva”.
Lettera della
madre di U. B. al direttore del Manicomio di Cremona, 16 luglio
1916: “Eg. Sig. Direttore, Grazie infinite della sollecitudine colla
quale mi fece avere nuove di mio figlio. Non può immaginare con
quanto dolore appresi tutte le fasi de’ suoi ecessi. Povero figlio!…
Egli deve essere certamente sotto l’incubo di un forte dispiacere o
di un terribile paura e voglio sperare che cessata la crisi riordini
la sua mente per sempre. Ad ogni modo, glielo raccomando caldamente
perché ne’ suoi ecessi (se questi devono ripetersi) sia trattato
umanamente; egli è già padre di quattro teneri bimbi, e sarebbe per
essi la peggiore delle sventure se in quel cervello non ritornasse
la calma. Sig. Dottore, nella mia del sette espressi il desiderio di
vedere mio figlio, anche esso desiderava vederci, ma siccome su ciò
non ebbi risposta, non so in quale modo contenermi. Prego quindi la
di Lei bontà e cortesia, a volerci dire se portandoci a Cremona ci
sarà concesso di vederlo”.
U. B. è
raggiunto dalla madre a Cremona, che tenta inutilmente di avere il
figlio con sé e riaccompagnarlo a casa (lettera del 06 agosto 1916).
|
Anno 1917
24.
Cartella
clinica: B. A. |
Numero
d’Ingresso: 2495 |
Provenienza:
San Daniele |
Soldato: 133°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 20
dicembre 1916 |
|
NOTE:
Il capitano medico: visitato in zona
di guerra “B. A. sebbene [illeg.] che si tratto di un simulatore [illeg.].
Tuttavia credo opportuno, a scanso di responsabilità d’internarlo in
un ospedale in osservazione cercando il sopra detto individuo di
dimostrare sintomi di alienazione mentale”.
Notizie
comunicate dalla madre: B. A. “Appartiene a famiglia d’esaltati e
d’ammalati [illeg.]. Il padre, uno zio, il nonno paterno erano
alcolizzati, il padre dopo circa 30 anni di [illeg.] rimase
paralizzato. Una cugina paterna (B. E.) era epilettica, dopo 4 anni
di degenza in questo manicomio vi morì nel febbraio 1906 (…). Da 19
mesi soldato alla sussistenza con condotta regolare tanto da essere
mandato in licenza premio. A casa tornò alla compagnia dei soliti
mestieranti, ebbe una rissa in un caffè (…)”.
Il direttore
del Manicomio [Rebizzi]: “B. A. (…) è stato ammesso in questo
ospedale il 20 dicembre 1916 e fu riconosciuto affetto da malattia
psichica in forma di follia morale”.
|
25.
Cartella
clinica: B. A. |
Numero
d’Ingresso: 2576 |
Provenienza:
Pennabilli (Pesaro) |
Soldato: 4°
Reggimento artiglieria, 129ª Batteria pesante campale |
Ammesso: 30
giugno 1917 |
|
NOTE:
Il direttore
del Manicomio, Rebizzi: B. A. “è stato riconosciuto affetto da
episodio confusionale in soggetto frenastenico”.
Ancora
Rebizzi: “È un soldato il quale venne qui in preda a confusione
psichica con profondo disorientamento. Ora è divenuto lucido e
mostra deficienza estrema di critica. È disordinato, inquieto e
presenta anche peculiari alterazioni. Sugli istinti, particolarmente
di quello della alimentazione, essendo mangiatore di mosche”.
|
26.
Cartella
clinica: B. B. |
Numero
d’Ingresso: 2613 |
Provenienza:
Seniga (Brescia) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 11
settembre 1917 |
|
NOTE:
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona: ricoverato perché “Il B. da
parecchi giorni compie atti di violenza contro altri e sé stesso”.
Il direttore:
“È un soldato il quale presenta grave depressione dell’umore che
talvolta raggiunge il grado di stupore. Soffre evidentemente di
allucinazioni e idee deliranti che lo rendono pericoloso a sé
stesso. Intelligenza originariamente debole. Diagnosi. Frenosi
depressiva”.
|
27.
Cartella
clinica: B. O. |
Numero
d’Ingresso: 2518 |
Provenienza:
Cascina (Pisa) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 06
gennaio 1917 |
|
NOTE:
Il
direttore del Manicomio di Cremona: “Ha presentato confusione
mentale e disorientamento completi, allucinazioni e idee deliranti.
Divenuto un poco meno confuso, ha dimostrato un aggravamento
dell’agitazione motoria che prima era assai modica e uno stato
patofobico caratteristico”.
|
28.
Cartella
clinica: B. D. |
Numero
d’Ingresso: 2518 |
Provenienza:
Casteldidone (Cremona) |
Soldato: 2°
Reggimento Genio |
Ammesso: 14
febbraio 1917 |
|
NOTE:
Ammesso in
manicomio a seguito di riforma. Internato con decreto giudiziario
dell’11 marzo 1917.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona: “Venne riscontrato affetto da
demenza cerebro-patica con emiplegia sinistra, infermità che
evidentemente ha rapporto con il servizio prestato nella campagna di
guerra. Avendo qui in seguito, raggiunto un notevole miglioramento,
venne dimesso in via di prova il giorno 08 aprile 1917, ma uscì in
condizioni di permanente inabilità a qualsiasi lavoro proficuo”.
Pensionato di
guerra è sottoposto ancora a sorveglianza psichiatrica nell’ambito
del programma di Controllo dei malati dimessi in via d’esperimento
nel 1942 a cura del locale Ufficiale sanitario.
|
29.
Cartella
clinica: B. A. |
Numero
d’Ingresso: 2477 |
Provenienza:
Soresina (Cremona) |
Soldato: 26°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 06
novembre 1916 |
|
NOTE:
Proveniente
dalle carceri militari preventive.
Diagnosi:
ricoverato per “malattia in forma di psicosi alcolica”.
Diario
clinico: “dice sempre che vuol morire. Messo in letto per essersi
spogliato poi rottolando per la neve (…)”
Notizie comunicate dalla sorella:
“Appartiene a famiglia di alcolisti, di epilettici fino alla 7ª
generazione. Il nonno paterno alcolista e tabagista malato visse
paralitico per 8 anni. Il padre alcolista, di professione tintore,
separato dalla moglie, si avvelenò con l’acido solforico. (…) Un
fratello del padre maresciallo dei carabinieri un anno prima
d’andare in pensione si suicidò con un colpo di rivoltella
all’orecchio (…) L’A. fin da bambino soffrì d’epilessia, di crisi di
carattere cattivo perverso. Cambiava padroni di bottega ogni momento
ma era [illeg.] perché ozioso, sfacciato, anche ladro. Colla moglie
era geloso cattivo, la batteva, sempre prepotente per futilità.
Soldato fu dichiarato disertore, processato e condannato per 4 anni
di fortezza a Finestrelle. Graziato per soppressione di pena si rese
nuovamente disertore e di nuovo sotto processo”.
Notizie dal sindaco di Soresina:
“appartiene a famiglia di anormali e alcolizzati qui notoriamente
conosciuti, inquantochè il padre di esso B., alcolizzato, moriva
suicida nel 1911, la sorella M. cretina, morta nel 1909, lo zio A. e
fratelli affetti da mania suicida”.
|
30.
Cartella
clinica: C. P. |
Numero
d’Ingresso: 2631 |
Provenienza:
Ottaviano (Napoli) |
Soldato: 26°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 27
ottobre 1917 |
|
NOTE:
Diagnosi:
ricoverato per frenosi depressiva.
Dimesso in
data 10 dicembre 1917 e inviato dall’Autorità Militare alle Prigioni
Presidiarie di Napoli a disposizione di quel Tribunale Militare.
|
Figura 3
“A…….tenti!……dalla destra contate per
due..!!
uno! due! uno!
due! E Cretinetti
risponde. Tre!…
Cremona 1-11—911”
31.
Cartella
clinica: C. P. |
Numero
d’Ingresso: 2601 |
Provenienza:
Stagno lombardo (Cremona) |
Soldato: 26°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 17
agosto 1917 |
|
NOTE:
Condotto al Manicomio mentre si trova
in regolare licenza.
Nota del
direttore del Manicomio dalla cartella clinica: “È sordomuto in
seguito a scoppio di granata (…) Laborioso, socievole-simulatore.
(…) Da alcuni giorni è diventato di carattere scontroso. Fugge di
casa e non vuole più ritornarci. Non mangia è fuggito di casa e
girovagò per la campagna di più di tre giorni: vuole ammazzare chi
gli ha fatto del male”.
Diagnosi:
“malattia mentale in forma di demenza cerebropatica”.
“In manicomio
ha riconquistato l’udito e la favella, ma persistono le stesse
alterazioni psichiche”.
Il 27 maggio
1960 il comandante la stazione P/le di Cremona scrive al Direttore
dell’ospedale Psichiatrico Provinciale cittadino per avere notizie
di P. C. La risposta del direttore, in data 28 maggio 1960, afferma:
“C. P. (…) fu qui ricoverato dal 17.08 al 16.12 1917 con diagnosi di
demenza cerebropatica. Questo indica non malattia personale,
tuttavia nella famiglia esiste l’epilessia e l’eccentricità”.
|
32.
Cartella
clinica: C. F. |
Numero
d’Ingresso: 520 |
Provenienza:
Pietradefusi (Avellino) |
Soldato: 65°
Reggimento Fanteria |
Ammesso: 20
febbraio 1917 |
|
NOTE:
Proveniente dalla prigioni
reggimentali della Caserma di Cremona..
Dalla
cartella clinica: “Diagnosi: Presenta depressione psichica e stupore
profondo. A periodi si eccita, tiene contegno disordinato e accenna
a qualche allucinazione o idea delirante di persecuzione. Nel
Manicomio non incomincia ancora a migliorare. È anche affetto da
blenorragia”.
|
33.
Cartella
clinica: C. L. |
Numero
d’Ingresso: 2485 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 07
dicembre 1916 |
|
NOTE:
Diario
clinico:
07 dicembre:
“Entra in osservazione è confuso”;
08 dicembre:
“Continua a camminare e qualche volta chiama i suoi bambini”;
12 dicembre:
“Batteva forte il vaso contro la porta della sua camera”;
12 gennaio:
“Rotto con pugni scuro della finestra nel corridoio”;
23 gennaio:
“Sempre clamoroso”;
28 gennaio:
“Rovesciato il letto a terra”;
13 febbraio:
“Internato nel comp. 6”.
Comunicazione del 12 Dicembre 1916 della Legione Territoriale dei
Carabinieri Reali di Milano – Compagnia di Cremona alla Direzione
dell’Ospedale Militare di Cremona; oggetto: Soldato C. L.: “(…) il
soldato C. L. non risulta abbia in precedenza sofferto malattie
ledenti le facoltà mentali e così pure non risulta che qualche
membro della sua famiglia abbia sofferto malattia del genere. La
pazzia manifestatasi ora nel C. e che vuolsi provocata dal grande
dispiacere per dovere lasciare i figli causa il richiamo alle armi,
ha impressionato in modo sfavorevole quanti lo conoscevano poiché
egli risulta poco affezionato alla famiglia e che rimasto due volte
vedovo trovò facilità per liberarsi dei tre figli facendoli
ronchiudere a spese del Comune in un Ospizio di Cremona dandosi
poscia a vita spensierata. (…) Il fatto che, al C. vuolsi attribuire
come causa della sua pazzia, lascia dubitare ad una simulazione ed
anche le gesta fatte nella chiesa di S. Sebastiano di questa città
ed il contegno tenuto al momento del suo arresto fanno supporre che
egli simulasse una pazzia per sottrarsi al servizio militare che non
sa sopportare”.
Osservazione medica del 30 giugno 1917: “Presenta allucinazioni
uditive e visive, idee deliberanti di persecuzione, estrema
depressione dell’umore. Parla con la moglie morta e chiama
continuamente i figli che ritiene gli siano stati portati via. Ha
tendenze vivamente aggressive contro gli altri e contro sé stesso e
va in preda ad atti impulsivi, per cui rompe le imposte della cella,
il muro e quanto è a sua portata di mano”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 18 maggio 1918: C. L. “è stato
ammesso una prima volta dal 07 dicembre 1916 al 29 aprile 1917; una
seconda volta il 16 agosto 1917 e vi si trova tuttora ricoverato
affetto da malattia mentale in forma di frenosi depressiva”.
|
34.
Cartella
clinica: C. C. |
Numero
d’Ingresso: 2567 |
Provenienza:
Taranto |
Soldato:26°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 20
giugno 1917 |
|
NOTE:
Storia
clinica: ricoverato “in Osservazione proveniente dalla carceri
militari locali per essere sottoposto a perizia per ordine del
Tribunale di Guerra di Cremona”.
[illeg.]
luglio 1917: C. C. “è stato riconosciuto affetto da non verificata
malattia mentale (…)”
Nota del
direttore del Manicomio, 27 luglio 1917: “ritirato il 26 luglio corr.
dall’arma dei R.R. Carabinieri per essere ricondotto alle carceri
militari in attesa di giudizio”.
|
35.
Cartella
clinica: C. L. |
Numero
d’Ingresso: 2574 |
Provenienza:
Correggio (Reggio Emilia) |
Soldato: 4°
Artiglieria, compagnia treno |
Ammesso: 29
giugno 1917 |
|
NOTE:
Notizie dal
referto del medico militare: “rientrato ieri sera al corpo, si
presentò stamane alla visita medica dove diede in escandescenze
minacciando tutto il personale dell’infermeria reggimentale. Fu già
ricoverato nel reparto malattie nervose dell’Ospedale di San
Osvaldo, dove fu fatta diagnosi di individuo di costituzione imp[illeg.]”.
Il direttore
del Manicomio: “È un soldato che in altro istituto venne già
riconosciuto come soggetto anormale. Pare che abbia il padre e altri
della famiglia in manicomio. Mostra una profonda deficienza di ogni
attività psichica, particolarmente delle attività superiori sia
nella sfera intellettuale che morale e ha tendenze impulsive
pericolose. Diagnosi. Imbecillità intellettuale e morale”.
|
36.
Cartella
clinica: C. A. |
Numero
d’Ingresso: 2547 |
Provenienza:
Mantova |
Soldato:
Distretto Militare di Mantova |
Ammesso: 22
maggio 1917 |
|
NOTE:
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 22 maggio 1917: “Fu prosciolto
da varie imputazioni di questo tribunale di guerra per infermità
mentale, con sentenza che ordinava il ricovero in manicomio.
Presenta accessi di agitazione motoria con parziale perdita della
coscienza, di natura epilettica. Diagnosi: psicosi epilettica”.
Sentenza
del Tribunale di Guerra di Cremona, senza data: “Tribunale di Guerra
di Cremona. (…) L’Avvocato Militare (…) ha pronunziato la seguente
ORDINANZA nel procedimento contro C. A. di Angelo e P. L. Adelaide,
nato a Mantova il 12 Febbraio 1891 – Soldato del Distretto Militare
di Mantova – Detenuto dal 1° Febbraio 1917 – IMPUTATO di
INSUBORDINANZIONE con vie di fatto contro superiore sottufficiale e
carabiniere e di INSUBORDINAZIONE contro superiori ufficiali e di
INGIURIA PUBBLICA perché il 1° Febbraio 1917, nella sala del
Consiglio di Leva di Mantova nel momento in cui, essendo stato
dichiarato abile al servizio militare, gli veniva consegnato il
foglio di congedo illimitato emetteva il grido di “abbasso la
guerra” chiamando i membri del Consiglio “vigliacchi e lazzaroni”.
Arrestato dal carabiniere P. U., si ribellava passando a vie di
fatto. Indi rivolto agli altri carabinieri presenti aggiungeva:
“sono anarchico, abbasso la guerra” e lanciava loro nuove
contumelie. Chiuso in camera di sicurezza staccava e rendeva in
frantumi il telaio della finestra vibrando con una parte del telaio
stesso colpi all’impazzata. Staccava pure il tavolaccio dal
pavimento. Visti dietro i finestrini i carabinieri ed il Maresciallo
M. V. li ingiuriava ancora con i titoli di “carne venduta, sbirri,
vigliacchi” e sputava loro addosso. Non potendo i militi ridurlo
all’impotenza ed ammanettarlo, intervennero i pompieri, i quali
somministrarono al C. una forte doccia di acqua fredda, che riuscì
finalmente a calmarlo. Letti gli atti del processo: Ritenuto che i
fatti si svolsero come più sopra è detto; Che in seguito a detto
avvenimento, l’imputato fu ricoverato al Manicomio di Mantova, che
lo dimise il 27 Febbraio 1917; Che da successive indagini (…) venne
a risultare che esso dall’età di dieci anni soffre di attacchi
epilettici, deliri e frequenti turbazioni psichiche; e che, andato
sotto le armi, fu sottoposto a processo penale per vie di fatto
contro Ufficiali e sottoufficiali e che la Commissione di Inchiesta
presso il Tribunale Militare di Verona lo assolse su conferme
requisitoria del P. M. avendolo ritenuto infermo di mente (sentenza
25 novembre 1914), Fu perciò da questo Ufficio di Istruzione
sottoposto a novello esame psichiatrico ed il perito fiscale rispose
ai quesiti sottopostogli conformemente a quanto già aveva detto il
perito del Tribunale di Verona, che cioè il C. è individuo anormale,
affetto da epilessia psichica, pericoloso a se e agli altri e che il
fatto attribuitogli fu da lui commesso in un momento in cui aveva
smarrito completamente la coscienza dei propri atti (…) DICHIARA Non
farsi luogo a procedimento penale (…) Ordina il suo internamento nel
Manicomio Provinciale di Cremona”.
|
37.
Cartella
clinica: C. F. |
Numero
d’Ingresso: 2497 |
Provenienza:
San Colombano al Lambro (Milano) |
Soldato: 3ª
Compagnia Sussistenza – Parco buoi |
Ammesso: 24
dicembre 1916 |
|
NOTE:
Diagnosi:
“esalamento maniaco”.
Nota del direttore del Manicomio,
dottor Renato Rebizzi, dalla cartella clinica: “Di umore
eccessivamente ilare, estremamente loquace e in preda a viva
agitazione motoria; con allucinazioni e idee deliranti, non
sistematizzate di grandezza e di persecuzione. Lucido orientato”.
Lettera di
C. F alla famiglia: “Cremona, lì 3/1/1917. Cara Pierà e famiglia.
Credo che sarai anziosa di mie notizie. Di salute non cé male. E
così spero anche di te, e dei nostri cari bambini, e tutti in
famiglia. Ti faccio nota, che entrai in questo ospedale il giorno 24
Dicembre, e non so quando sortiro. Appena recuperata la salute. Se
volete venire qualcuno di voi a trovarmi domenica, tu sara difficile
per il Carletto. Giù dalla stazione prendete il tram Porta Venezia,
e poi venite a Porta romana. Ti raccomando di non prendere vino.
Saluti a tutta la famiglia. Ricevi affettuosi saluti con una pioggia
di baci a te e ai nostri bambini sempre tuo marito C. F.”.
|
38.
Cartella
clinica: C. A. |
Numero
d’Ingresso: 2560 |
Provenienza:
Busseto (Parma) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 11
giugno 1917 |
|
NOTE:
Il direttore
del Manicomio di Cremona: “Non si ha nessun dato anamnestico. È un
militare che in ospedale ha commesso gravi atti di violenza. [illeg.]
presenta atteggiamenti catatonici, atti impulsivi repentini e
violentissimi, confusione parziale ed evidente stato allucinatorio
delirante. Diagnosi. Catatonia acuta”.
Dalla
cartella clinica: “DELL’ATTUALE MALATTIA: Entrato ieri sera
all’Ospedale Beata Vergine con la diagnosi di gastrite in soggetto
nevrotico. Fin dal momento del suo ricovero aveva l’occhio fisso,
sbarrato, agitato, ribelle: tentò di colpire con le ciabate il
piantone che lo svestiva. Per queste condizioni si provide ad una
rigorosa sorveglianza. Nella notte fu agitatissimo, non ha mai
dormito: tratto un poco di crisi o spavento: chiamava
insistentemente la moglie e il figlio fino a mezzanotte tentò di
dare dei pugni al capo: trattenuto dall’Infermieri si acquietò.
Stamane alla visita si trova ancora agitato, con lo sguardo fisso,
spaventato: non rispondeva alle domande; o rispondeva con parole
vuote di senso – rifiuta il cibo e le medicine. Più tardi tentò di
colpire l’infermiere e manifestò il proposito di gettarsi giù dalla
finestra: per cui vanno applicati la camicia di sicurezza. (…)
Ospedale Beata Vergine 11/6-1917 Il Medico Capo Reparto Dott. I.
Monteverdi”.
|
39.
Cartella
clinica: C. G. |
Numero
d’Ingresso: 474 |
Provenienza:
Altavilla Irpina (Avellino) |
Soldato: 40°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 30
giugno 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
dell’Ufficio Maggiorità dell’Ospedale Militare Succursale di
Cremona, 30 giugno 1917: “OGGETTO: Dichiarazione medica riguardante
il soldato C. G. Il soldato C. G. della 4a Compagnia di
Sanità (…) allegando continuamente disturbi circolatori notevole
(cefalea, vertigini dispnea intensa alla menoma fatica cardiopalmo)
fu più volte visitato e riconosciuto affetto da lieve ipertrofia
della ghiandola tiroide (gola grossa) compatibile però con il
servizio leggero che gli era affidato. Persistendo per le suddette
sofferenze a darsi ammalato, malgrado adibito al servizio lievissimo
della pulizia generale (…) fu ripetutamente non riconosciuto
ammalato ed in conseguenza furono presi provvedimenti disciplinari
gravi. Dalle visite numerose praticate, (…) il sottoscritto ha
potuto convincersi che il C. esagerava assai le sue infermità, tanto
da dichiararsi inabile a prestare qualsiasi servizio anche leggero,
anche allo scopo di ottenere la riforma per raggiungere la famiglia.
Ieri l’altro verso le ore 18 ½ dopo essere uscito dall’Ospedale ove
presta servizio, ritornò sui suoi passi, e vicino alla porta dello
Stabilimento medesimo, sulla pubblica via, si spogliò degli abiti
militari e delle scarpe e colle sole mutande e camicia si incamminò
verso Porta Po e raggiunse poi il fiume ove venne visto in tale
costume. In base a questi fatti pur ritenendolo se non un simulatore
vero, ma almeno un esageratore delle sue infermità, ed un nostalgico
al fine di essere riformato, innanzi di prendere a suo riguardo più
severi provvedimenti disciplinari, e nel dubbio che possa in
avvenire commettere altri atti inconsulti da porre in pericolo la
sua vita, si propone venga sottoposto ad osservazione in Manicomio.
Il Capitano Medico”.
24 luglio
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Venne qui accompagnato da
un rapporto dell’Ospedale Militare che riferiva come avesse
insistentemente esagerato certe sue lievi sofferenze fisiche tanto
che era incorso in provvedimenti disciplinari. Confessava di voler
essere dichiarato inabile al servizio militare e rimandato a casa.
Infine si è spogliato sulla strada e si è recato al Po. Per questi
motivi era assai sospetto di simulazione. In Manicomio è lucido e
orientato e si ostina nel pretendere con le maniera più clamorose e
disordinate d’essere mandato a casa. Si rilevano gravi segni
degenerativi, impulsività eccezionale, veramente morbosa, per cui è
stato necessario toglierlo dal Comparto Osservazione e passarlo al
Comparto Agitati in cella; deficienza intellettuale e assoluta
mancanza di senso morale nonché accenni a delirio ipocondriaco e
persecutorio. Perciò risulta individuo pericoloso, degno di essere
ricoverato in Manicomio a tempo indefinito. Diagnosi: Costituzione
paranoica in soggetto affetto da deficienza morale e intellettuale”.
|
40.
Cartella
clinica: D. A. |
Numero
d’Ingresso: 2481 |
Provenienza:
Casoria (Napoli) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 24
novembre 1916 |
|
NOTE:
D. A. fu
ricoverato nel Manicomio Provinciale di Cremona una prima volta il
30 settembre 1916.
Osservazioni
del direttore: “Individuo prosciolto da varie imputazioni con
sentenza di questo Tribunale di guerra in data 14 novembre 1916, che
ammetteva la totale infermità mentale e ordinava l’internamento in
manicomio. A parte i fenomeni psicopatici acuti che possono aver
dato luogo a detta sentenza, attualmente non si rilevano che sintomi
di lieve arresto di sviluppo sull’intelligenze, particolarmente del
senso morale. Diagnosi: lieve imbecillità intellettuale e morale”.
Dalla
cartella clinica: “RACCOLTA nel MANICOMIO. Dal malato stesso: la
madre è morta d’etisia. Da bambino l’A.[mmalato] ebbe la tigna
gravosa che gli impedì di frequentare la scuola e gli lasciò
cicatrici evidenti (…) per cui alla leva venne riformato. (…) A
quattro, cinque anni ebbe un trauma grave al capo. Dopo riformato
andò a New York ove restò 3 – 4 anni!, facendo il muratore (aveva
poi preso moglie che lasciò gravida, poi abortì) indi tornò in
Italia per restare 3 anni ed ebbe un figlio con altra donna, poi
tornò di nuovo a New York dove rimase 2 anni per far ritorno in
Italia quando scoppiò la guerra. Ha due fratelli uno certamente
sotto le armi, l’altro non sa. La madre aveva altre sorelle che
morirono d’etisia, il nonno materno fu al Manicomio e morì per una
caduta. Il padre dell’A. è un ubriacone, fa il muratore al paese;
una volta faceva il cantoniere ferroviario ma perdette il posto per
il vizio di bere”.
|
41.
Cartella
clinica: D. C. P. |
Numero
d’Ingresso: 1509 |
Provenienza:
Genova |
Soldato: 4°
Reggimento Pontieri |
Ammesso: 27
gennaio 1917 |
|
NOTE:
Proveniente
al Manicomio dalle carceri militari di Cremona.
Dalla
cartella clinica: “RACCOLTA nel MANICOMIO. Dal malato: Padre
alcolista, madre epilettica: soffriva ad intervalli di accessi che
la colpivano anche lungo le strade, per cui accadeva spesso che
veniva portata all’Ospedale (…). L’A. fu e crebbe malaticcio, dice
d’aver sofferto di meningite, e sortì con carattere irascibile,
scontroso, violento (…) A 8 anni per un contrasto col fratello
maggiore, gli diede una coltellata nel piede. Non frequentò la
scuola (…) A 18 anni fu portato al Manicomio di Via … che si è a
Cogoleto perché sulla via in preda ad uno dei soliti stati di
esalanza [?], ingiuriava e bestemmiava i passanti: vi rimase 24 ore.
Dai 13 ai 24 anni fu per 5 o 6 volte in carcere per furti (…) e
venne condannato dai sei giorni ad un mese (…). Da 5 anni è militare
nel Genio (Reparto Pontieri) (…)”.
|
Figura 4
“Manicomio Provinciale di Cremona
Cremona 5 –
Novembre 1911
Fece Pecci Ettore
Nel Manicomio
Provinciale di Cremona”
42.
Cartella clinica: D. F. G. |
Numero
d’Ingresso: 2583 |
Provenienza:
Secondigliano (Napoli) |
Soldato: 4°
Reggimento Genio |
Ammesso: 14
luglio 1917 |
|
NOTE:
Lettera della
madre di D. F. G. al direttore del Manicomio di Cremona:
“Secondigliano 3 Agosto 1917. Ill.mo Signor Direttore, L’Egregio
Capitano del 4° Reggimento Genio 2a Compagnia Treno
(Piacenza) mi scrive gentilmente che mio figlio D. F. G. è stato
ricoverato in codesto Carcere Militare per alcune stranezze commesse
in quel Quartiere. Io povera, malata derelitta madre scrivo a Lei
per raccomandarle il figlio mio, esponendo: In zona di guerra
sull’Isonzo il G. cadde facendosi male all’occipite, e da quell’epoca
in poi non è stato più a posto col cervello, fu ricoverato nel
Manicomio per tre mesi, e dopo fu mandato a casa i convalescenza
per 3 mesi, ma appena scorsi fu assalito da mania e fece le più
pericoloso stranezze, rompendo tutte le suppellettili di casa e
minacciando i genitori tutto e tutti. Si dovette ricorrere allo
aiuto del Comandante delle Guardie (…) anche all’Arma dei
Carabinieri è noto lo stato mentale del G., che fu presto mandato
[?] all’Ospedale della Trinità di Napoli e da quell’Ospedale venne
mandato al Manicomio di Aversa, dove stette per quattro mesi. Come
vede (…) quel povero giovane è incosciente, ed è perciò che io la
prego di far risultare a che di [illeg.] le condizioni mentali
dell’infelice mio figlio, e tenerlo in quella giusta considerazione
che la condizione fisica del medesimo richiede. (…) Abbia
compassione di una povera madre e sul suo Capo pioverà la
benedizione del cielo…”.
Lettera della
madre di D. F. G. al direttore del Manicomio di Cremona:
“Secondigliano li 15 settembre 1917. (…) Illustrissimo Signor
Direttore voi pensate ad aiutare al mio caro figlio che è lomtano
dai suoi cari genitori e la Vergine SS. Vi da la salute (…). Signor
Direttore io vi assicuro che mio figlio è stato senlore [?] un
soldato Reale verso la Patria a fatto sembre il suo dovere ora vi
ripete lo mette nelle vostre bracce perché non è lui finisco di
scrivere con la penna e seguito a ringraziare con il cuore (…)”.
12 ottobre
1917: “Il Tribunale di guerra di Cremona ha pronunciato la seguente
sentenza nella causa contro D. F. G. (…) accusato di
insubordinazione (…) perché il 10 giugno 1917 in Piacenza, dopo di
avere proferito parole ingiuriose all’indirizzo del Cap. Mag. T. U.,
Sergente T. e del Sottotenente Sig. G., inveiva contro costoro e li
prendeva a schiaffi. OMISSIS Dichiara non farsi luogo a procedere
nei riguardi di D. F. G. per avere agito in stato di totale
infermità di mente ed ordina il suo ricovero in Manicomio Cremona
(…)”.
Direttore del
Manicomio di Cremona, nota 15 ottobre 1917: “egli è affetto da
imbecillità depressiva e ha avuto vari episodi amenziali. Trovandosi
sotto le armi, ha commesso gravi atti di violenza, per cui fu
processato e, in seguito, a perizia psichiatrica, fu prosciolto per
infermità totale di mente. L’ordinanza di assoluzione dispone che
sia ricoverato a tempo indeterminato nel manicomio (…)”.
16 Ottobre
1917: trasferito all’Ospedale Militare per essere inviato al
manicomio della sua provincia.
|
43.
Cartella
clinica: D. F. G. |
Numero
d’Ingresso: 2550 |
Provenienza:
Avenza (Montagnoso, Massa Carrara) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 28
maggio 1917 |
|
NOTE:
Telegramma 23
luglio 1917 dal maresciallo G., da Avenza, al direttore del
Manicomio Provinciale di Cremona: “Moglie soldt D. G. gravemente
malata tifo pericolo vita desidera rivedere marito – stop”.
Il direttore
del Manicomio, 25 luglio 1917: “fu sottoposto a procedimento
giudiziario al Tribunale di Guerra di Cremona ed è stato prosciolto
per totale infermità di mente. E’ affetto da epilessia psichica (…)
inguaribile. Però si trova in condizione di poter vivere in
famiglia”.
|
44.
Cartella
clinica: D. T. A. |
Numero
d’Ingresso: 2558 |
Provenienza:
Piazza S.Stefano (Como) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 05
giugno 1917 |
|
NOTE:
09 giugno
1917: “Riassunto Anamnestico e Diagnosi: dalla anamnesi e dallo
stato presente risultano tutte le caratteristiche del soggetto
criminale. Fu già in Manicomio di Como in osservazione giudiziaria e
ottenne il beneficio della infermità mentale. Intelligenza scarsa,
senso morale deficiente. Diagnosi: imbecillità morale e
intellettuale”. |
45.
Cartella
clinica: D. M. |
Numero
d’Ingresso: 2603 |
Provenienza:
Bagnocavallo (Ravenna) |
Soldato: 25°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 21
agosto 1917 |
|
NOTE:
Dalla
cartella clinica, 21 agosto 1917, DECORSO: “Entra in osservazione
per la 1° volta, proveniente dalle locali carceri preventive
militari. [Illeg.] all’ingresso è spaventato, impaurito, continua a
tremare, non risponde a chi l’interroga [illeg.] dice solo: Io non
so niente”.
“Tribunale
di Guerra di Cremona – L’Avvocato Militare (…) nel procedimento
CONTRO D.M. di Agostino e di P. Venusta, nato il 18 novembre 1896 a
Bagnocavallo – Soldato nel 25° Fanteria IMPUTATO di diserzione dal
Corpo In data 27 Giungo ultimo il Comando Deposito 25° Fanteria
denunziava a questo ufficio il prevenuto perché il 17 giugno si
allontanava arbitrariamente dal Corpo rendendosi irreperibile.
Attraverso le indagini esperite è rimasto accertato che il D. in un
giorno imprecisato del giugno ultimo fu ricoverato alla Infermeria
del Deposito e successivamente all’Ospedale Militare Principale di
Piacenza dal quale fu dimesso il 31 Luglio con quattro mesi di
licenza di convalescenza? Da un tale stato di cose consegue che la
fatta denunzia debba attribuirsi ad un vero errore (…) P.Q.M. (…)
RICHIEDE che il locale Comando di Presidio ORDINI di non doversi
dare ulteriore corso all’esercizio dell’azione penale (…). Cremona
29 Agosto 1917”.
Nota del
direttore del Manicomio, 27 settembre 1917: “Fu accompagnato a
codesto Carcere preventivo, per mezzo di infermiere, il soldato di
contro distinto. Egli era a disposizione del Sig. Ufficiale
Istruttore per una infrazione da cui è stato prosciolto e
attualmente non ha più titolo per restare in Manicomio. Consta che
ebbe una licenza di convalescenza di mesi 4 (…) e che ormai può
essere inviato al suo domicilio”.
|
46.
Cartella
clinica: D. G. |
Numero
d’Ingresso: 2578 |
Provenienza:
Verona |
Soldato: 10°
Artiglieria |
Ammesso: 06
luglio 1917 |
|
NOTE:
“Tribunale
di Guerra, Cremona, nel processo penale contro D. G. imputato di
insubordinazione (…) ordina procedersi a perizia psichiatrica (…)
per assodare: 1 – Se D. G. sia affetto da infermità mentale ed in
qual grado; 2 – se il medesimo, nel momento di commessi reati oggi
ascrittigli od in precedenza, si trovasse per tale infermità di
mente, in condizioni psichiche tali da dover ritenere la di lui
responsabilità [illeg.] attenuata od [illeg.]. Ordina che il
prevenuto sia ricoverato (…) nel locale Manicomio Provinciale.
Nomina a perito il Sig. Prof. Renato Rebizzi del Manicomio su detto.
Cremona quattro agosto 1917”.
Nota del
direttore del Manicomio, 16 ottobre 1917: “Avendo ricevuta la
lettera con cui mi si comunica la decisione del Consiglio di
Revisione presso il Comando Supremo, circa la sentenza emessa contro
il soldato D., mi si invita a darne partecipazione all’interessato
(…). Ora debbo rilevare che io dimostrai, con la perizia
psichiatrica, che il D. era pienamente punibile; egli in fatti
evidentemente simulava sintomi di psicopatia”.
|
47.
Cartella
clinica: E. V. |
Numero
d’Ingresso: 2511 |
Provenienza:
Lodi |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 30
gennaio 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Comandante interinale la Stazione dei Carabinieri di Pontevico
(Brescia), 03 agosto 1916: “Oggi alle ore 14 nella Caserma Castello
di questo distaccamento il soldato del 65° Fanteria E. V. (…) è
stato colto da alienazione mentale. Dato il suo stato pericoloso per
i militari e anche per la popolazione, per misure di sicurezza
pubblica, su richiesta del Comando del Distaccamento si ordina che
detto militare venga ricoverato al manicomio Provinciale di Cremona
(…)”.
Lettera di
E. V. del 05 gennaio 1917: “Carissima moglie con molto dispiacere ti
faccio sapere che io mi trovo al manicomio di cremona per la terza
volta cioè 2 volte che venglo [?] qua al manicomio di Cremona e una
volta da borghese al manichomio di Mombello che sarebbero tre volte
ti pare. Però cara moglie ti prego di non tantò pensare perché io
sto un po più meglio, perché qui cè più quel Direttore ma bensì un
altro più buono e mi fa la cura con delle polverine che mi fanno
molto bene. Ti pregio [?] di salutarmi tanto il mio fratello quéllo
chon via il braccio e dirli che io sto più bene e farmi sapere
qualche cosa della mia gugina quella che si trova al Manicomio di
Mombello e più sinceri saluti dal tuo per sempre marito E. V.
attendo tue nuove cian ciam”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 05 febbraio 1917: “Fu altra volta in questo
Manicomio e non venne riconosciuto affetto da alienazione mentale.
Anche questa volta è perfettamente lucido e orientato, non ha [illeg.]
di allucinazioni né di idee deliranti, ha umore normale, si nutre e
dorme regolarmente”.
|
48.
Cartella
clinica: F. G. |
Numero
d’Ingresso: 2627 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 25°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 09
ottobre 1917 |
|
NOTE:
Lettera della
moglie, 13 ottobre 1917: “Egregio Direttore Sarei a pregarla se
potesse farmi il favore di sapermi dire se posso entrare
nell’Ospedale Manicomio a trovare mio marito soldato F. G.
Trovandomi a Milano, sarei dispiacente fare il viaggio inutilmente
essendo occupata in negozio e avendo bambini. Sarà tanto gentile di
acconsentirmi al desiderio di vedere mio marito”.
Nota del
direttore del Manicomio, 06 dicembre 1917: “N.B. Fu ammesso per
ordinanza del Tribunale di Guerra. Consta che è stato assolto e
viene ritirato dall’Autorità Militare per essere trasferito al
Manicomio di Mombello permanendo che sia intervenuta la riforma”.
Nota del
direttore del Manicomio del 26 settembre 1929 all’avvocato Odoardo
Romita, legale in altro procedimento penale di F. G.: “F. G. fu
Amilcare, d’anni 46, è stato ammesso in questo Ospedale il 9 ottobre
1917, fu riconosciuto affetto da infermità mentale in forma di
alcoolismo cronico e fu dimesso il 6 dicembre 1917”.
|
49.
Cartella
clinica: F. A. |
Numero
d’Ingresso: 5242 |
Provenienza:
Adornò (Catania) |
Soldato: 247°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 05
maggio 1917 |
|
NOTE:
16 maggio
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ di umore notevolmente
depresso e ha qualche allucinazione della cenestesi su cui basa un
delirio ipocondriaco. Si crede assai gravemente malato a carico di
tutti i visceri toracici e addominali, a carico delle articolazioni,
ecc. La depressione dell’umore e la profonda convinzione delirante
ipocondriaca, gli fanno desiderare la morte. Dal lato somatico è in
condizioni di grave decadimento, che però solo in parte giustifica
le intense sofferenze psicogene. Diagnosi: Melancolia ipocondriaca”.
Lettera della
moglie al direttore del Manicomio di Cremona, 23 luglio 1917:
“Illustrissimo Signor Direttore del Manicomio Provinciale di
Cremona. La sottoscritta , moglie del soldato A. F. di Domenico,
ricoverato in codesto Manicomio, non vede il proprio marito da quasi
dieci mesi. Il desiderio naturale di rivederlo è reso più acuto dal
saperlo malato (…). La sottoscritta, se ne avesse i mezzi, non
esiterebbe ad affrontare oltre che la spesa i disagi di un lungo
viaggio, ma non lo può. Epperò si rivolge al cuore più che alla
ragione della I.S.V. che sarà anche padre di famiglia per pregarla
di volermi [?] aiutare in questa contingenza. Chi sa anche che il
rivedere le persone care non possa esercitare un’influenza benefica
sulla ragione del povero malato! (…)”.
Lettera
della moglie al direttore del Manicomio di Cremona: “Adornò 23/[illeg.]
Signor Direttore Per mezzo dell’Unione insegnanti di questo comune
ho ricevuto risposta ad un mio telegramma tendente a sapere notizie
di mio marito F. A. degente in codesto manicomio; dopo questo
telegramma nessuna altra notizia mi è pervenuta e sto in grandissimo
pensiero per la salute del mio adorato sposo. Ora prego V.S.
Illustrissima di volermi rispondere (…) e dirmi sinceramente lo
stato del detto militare ed il perché non mi scrive più, mentre
prima scriveva spesso, forse il suo stato mentale non gli fa
ricordare la sposa amata ed i suoi figlioletti che sempre lo
cercano. Signor Direttore la prego per quanto ha di più caro al
mondo di rispondermi (…)”.
|
50.
Cartella
clinica: F. A. |
Numero
d’Ingresso: 2531 |
Provenienza:
Vho (Cremona) |
Soldato:
Distretto Militare di Cremona |
Ammesso: 29
marzo 1917 |
|
NOTE:
Copia
dell’esame psichiatrico [non firmato, ma di Renato Rebizzi] accluso
alla cartella clinica, 09 maggio 1917: “Non risultano precedenti
morbosi ereditari né personali degni di nota riguardo il soldato F.
A. Fu qui ricoverato il 29 marzo 1917 in base a certificato medico
che deponeva sulla incoerenza degli atti e dei discorsi del F. Qui
si presentava in una condizione che si mantenne per circa 15 giorni,
[illeg.] attenuandosi gradatamente e fu riassunta nella relazione
per il Sig. Procuratore del Re in data 12 aprile 1917: ‘In data 17
aprile 1917 in base a questa relazione il Tribunale autorizzò
l’ammissione in via definitiva. Specificando maggiormente, riferisco
che il F. fu qui accolto in condizioni somatiche normali eccetto che
presentava segni d’intossicazione d’origine gastro intestinale, cui
in gran parte doveva attribuirsi l’insorgenza dell’episodio di
psicopatia. Questo consisteva in un esaltamento dell’umore, per cui
il malato era logorroico, in preda ad inquietudine motoria, con
qualche tendenza a idee deliranti di persecuzione e sopra tutto con
la tendenza a un eccessivo concetto della sua forza e dei suoi
presunti diritti. Era assai esigente, minacciava di rompere la testa
a tutti, di rompere tutti i vetri e tutti gli oggetti, buttava via
il vitto perché non lo considerava degno di lui. Si vantava di un
atto energico compiuto quando era stato messo in vettura, cioè di
avere sfondato col capo i cristalli e di essersi buttato di sotto;
infatti aveva tutto il capo segnato di innumerevoli tagli prodottisi
evidentemente coi vetri. Come spesso accade in questa forma morbosa,
aveva momenti in cui all’esaltamento subentrava la depressione e
allora accennava a un delirio ipocondriaco. Diceva di essere molto
malato e che per questo era stato a casa sua parecchio tempo in
letto. Era sicuro che presto sarebbe morto e affermava che intanto
non poteva nutrirsi se non col latte; ma di questo esigeva molti
litri al giorno. Con la cura opportuna del tubo digerente e qualche
bagno prolungato, ha incominciato a mettersi tranquillo ed è rimasto
in uno stato di vera e propria euforia. Si sentiva in ottima salute,
trovava ottimo il vitto, il locale e tutto il trattamento, non si
stancava mai di dire che era in paradiso. Man mano anche questi
fenomeni si sono dileguati e nel paziente non si poteva rilevare che
una certa deficienza affettiva, deficienza volitiva sopra tutto
debolezza di criterio evidentemente di natura originaria. In seguito
lucido e orientato durante tutta la degenza. Si deve pertanto
confermare la diagnosi di esaltamento maniaco in soggetto
frenastenico. Quando uscì dal Manicomio era di questo stato e fu
dimesso in prova, pur migliorando non guarito, perché, pare essendo
scomparsi [illeg.] di esaltamento persisteva la condizione di lieve
imbecillità che non è suscettibile di guarigione. In questi casi si
prende sempre in esame il quesito della simulazione. Ma il F.
evidentemente non è un simulatore. I fatti i fenomeni che ha
presentati costituiscono una sindrome psico[illeg.]tica [illeg.] che
il soggetto non poteva conoscere né esattamente simulare in ogni
dettaglio, frequentissimi sono nel frenastenici, cioè nei deficienti
in genere gli episodi di esaltamento e di confusione mentale. Tutti
i più fini esami che si sogliono fare in questi casi deponevano per
l’esistenza di una vera e propria malattia mentale. Riguardo alla
punibilità o meno del paziente, visto lo stadio in cui si presentava
la malattia, si doveva dedurre che questa durasse da tempo; il fatto
di essersi egli sottratto ai suoi obblighi di servizio militare non
può non costituire un sintomo della malattia mentale. Egli si
giudicava, a momenti, gravemente infermo, a momenti era invaso da
eccitamento psico-motorio che non poteva permettergli di sottostare
a nessun obbligo. Dunque il F. è impunibile, perché ha agito in una
condizione di infermità mentale che gli toglieva totalmente la
coscienza e la libertà dei propri atti. Al momento in cui uscì dal
Manicomio era perfettamente innocuo, in condizioni cioè da poter
restare fuori dell’Istituto; ma, essendo individuo affetto da tale
gracilità psichica da poter presentare episodi pericolosi di
squilibrio, non è adatto a sottostare a una severa disciplina”.
12 agosto
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soggetto che presenta
evidente limitazione globale dell’attività psichica, particolarmente
del criterio. E’ venuto qui in preda a vivo esalamento; era
minaccioso contro le persone e gli oggetti; prepotente, loquace,
esagerato in ogni manifestazione, sia di scontento sia di
soddisfazione. Ora tende a calmarsi rapidamente. Diagnosi:
Esaltamento maniaco in soggetto frenastenico”.
Nota
dell’Ufficiale Sanitario del Comune di Piadena, 15 aprile 1940: “In
relazione al controllo in oggetto, certifico che F. A. di Davide
dimesso da Codesto Ospedale Psichiatrico il 29 VI 1917 ha sofferto
(…) di ernia strozzata non ha commesso e non ha minacciato di
violenze contro se e gli altri: è piuttosto solitario, e si deve
ritenere dal lato mentale migliorato”.
|
51.
Cartella
clinica: F. E. |
Numero
d’Ingresso: 2535 |
Provenienza:
Stagno Lombardo (Cremona) |
Soldato: 3°
Artiglieria da Montagna |
Ammesso: 08
aprile 1917 |
|
NOTE:
Nota del
Comando Militare nella Stazione ferroviaria di Cremona, 08 aprile
1917: “Alla Direzione dell’Infermeria Presidiarla. Cremona. Oggi
alle ore 16,20 dal treno viaggiatori 2779 proveniente da Codogno
scendeva in questa stazione un militare mezzo svestito il quale
cominciò a smaniare dando segni di pazzia. Fu subito preso dai
carabinieri di servizio e per disposizione di questo Comando messo
in una vettura pubblica per essere condotto a codesta infermeria.
Non fu possibile l’identificazione non possedendo il militare alcun
documento. (…) Il Capo conduttore del treno (…) asserì che il
militare proveniva da Milano e fu anzi da lui trovato senza
biglietto (…) per cui gli fece pagare la somma di L. 6.35 (…)”.
Nota del 3°
Reggimento Artiglieria da Montagna, Ufficio Centro Como, 13 Aprile
1917: “F. E. si assentò arbitrariamente dalla Caserma sprovvisto di
permesso. Non ha mai dato occasione di poter constatare di aver dato
segni di pazzia. Siccome la mancanza non è giustificata è stato
denunciato disertore e quindi si prega di volerlo tenere in
osservazione colle dovute cautele”.
01 maggio
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Essendo soldato, si assentò
arbitrariamente dalla caserma e venne da Como a Cremona, ove scese
nella stazione semi-vestito e in preda a viva agitazione motoria.
Condotto al Manicomio, ha presentato una sindrome mista di
depressione dell’umore e di esalamento maniaco che incomincia ora a
sedarsi. Presenta inoltre notevole limitazione di tutte le facoltà
mentali di natura congenita. Risulta che, pur non essendo mai stato
in questo Manicomio, presentò altra volta analoga alterazione
psichica. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva in soggetto
frenastenico”.
Nota del
Direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona, 25
novembre 1942: “Il Direttore (…) certifica che F. E., di Emilio e di
A. Maria, nato il 21 maggio 1897 a Stagno Lombardo, ivi domiciliato,
celibe, agricoltore, è stato degente in questo Ospedale dall’8
Aprile al 5 agosto 1917 per psicosi maniaco-depressiva, malattia cui
può influire l’ereditarietà. (…) Si rilascia il presente
certificato, coll’assenso del Presidente del Tribunale, ai
Carabinieri Reali di Cremona”.
|
Figura 5
“Ciò che succedeva in Porto Arturo,
mentre cadeva la sera, di una burascosa giornata.
Cremona 9 – 11 – 911”
52.
Cartella
clinica: G. L. |
Numero
d’Ingresso: 2621 |
Provenienza:
Capergnanica (Cremona) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 19
settembre 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
dell’Ufficio Infermeria del Corpo, 19 settembre 1917: “Il soldato G.
L. (…) individuo epilettoide e già riconosciuto come tale,
attualmente lo si ritiene affetto da mania di persecuzione. Essendo
di pericolo, più che a se, agli altri, si invia al Manicomio
Provinciale di Cremona per l’accertamento e pei provvedimenti del
caso”.
29
settembre 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato già
riconosciuto affetto da psiconevrosi. Nel Manicomio presenta accessi
di inquietudine di cui non serba nessun ricordo e fasi di delirio
persecutorio [illeg.] segnata da amnesia. Ha stigme che depongono
per una costituzione epilettica pur non essendo mai caduto in preda
ad accessi convulsivi. Diagnosi: Epilessia psichica”.
|
53.
Cartella
clinica: S. F. |
Numero
d’Ingresso: 2507 |
Provenienza:
Siderno (Reggio Calabria) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 24
gennaio 1917 |
|
NOTE:
08 febbbraio
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta torpore che
pugnacemente ha raggiunto il grado di condizione stuporosa. Se viene
piuttosto intensamente stimolato, manifesta profonda depressione
della affettività ed evidente intoppo psichico. Diagnosi: Frenosi
depressiva”.
Nota del
Comando Deposito 65° Reggimento di Fanteria, 21 febbraio 1917: “Nel
mentre questo Comando da assicurazione che sarà provveduto pel
ritiro del Soldato in oggetto, gradirebbe conoscere se date le sue
facoltà mentali può essere senza pregiudizio avviato nel 215°
Reggimento di Fanteria in zona di operazione”.
Nota del
25 febbraio 1917 del direttore del Manicomio, dottor Renato Rebizzi,
al Comandante del Deposito del 65° Fanteria: “Alla domanda della
S.V.I. se, date le facoltà mentali del soldato S. F., questi possa
essere senza pregiudizio avviato in zona di guerra, mi prego di
rispondere quanto segue: S. F. ha presentato fenomeni gravi di
frenosi depressiva per cui era pericoloso a sé e agli altri.
Gradatamente è migliorato a tal punto da non avere più titolo per
restare in Manicomio. Però non si potrebbe che dimettere che in
prova (…). Una completa guarigione (…) ritengo che non si otterrà
tanto presto. (…) Dunque è da ritenere che non si possa inviare in
zona di operazioni senza pericolo per chi abbia contatto con lui.
Uscito dal Manicomio come convalescente, potrebbe bensì, previa
riforma o meno, essere depositato nelle carceri se deve scontare un
anno di condanna, come mi risulterebbe”.
Nota del
Medico militare, Ospedale Militare Succursale di Riserva di Cremona,
14 aprile 1917: “Il soldato S. F. appena presentatosi a questo
ospedale à dato segni di non esser completamente guarito dalla
alienazione mentale che l’ha colpito. Impossibile ricoverarlo in
questo ospedale poiché non si dispone di reparto adatto a ricoverare
simili infermi. Si consiglia il rinvio in manicomio”.
Nota del
Comandante del Deposito del 65° Reggimento di Fanteria al direttore
del Manicomio provinciale di Cremona, 14 aprile 1917: “Come da
accordi verbali si rinvia a codesto D.re Manicomio il soldato G. con
preghiera di sottoporlo a nuova osservazione, e in caso di
simulazione di malattia si prega farne regolare rapporto perché
questo Comando possa fare la denuncia prescritta al locale Tribunale
di Guerra”.
Nota del
Sindaco di Siderno al direttore del Manicomio di Cremona, 10 maggio
1917: “Nel marzo venne rinchiuso in codesto Manicomio il soldato del
65° Fanteria G. F. Poiché non si ebbero di lui più notizie e la
famiglia ne è preoccupatissima, prego S.V. darmene informazioni”.
Nota del
direttore del Manicomio, 18 settembre 1917: “Richiamando una pratica
pendente sul soldato G. F. confermo che egli è talmente migliorato
nelle sue condizioni psichiche, da non offrire più titolo alcuno per
restare in Manicomio. Egli incorse in una condanna prima che si
ammalasse e fosse qui ricoverato. Ma, essendosi [illg.] dileguata
stabilmente la psicopatia acuta che richiese il ricovero nel
manicomio, il G. rimane uno squilibrato, [illeg.] a essere inviato
in zona operazioni, perché facilissimo a ricadere in una stato di
alienazione mentale. Pertanto si deve giudicare inabile alle fatiche
di guerra, mentre può essere tradotto in un reclusorio a espiare la
pena ai sensi dell’art.8 della circolare 55000 del Comando Supremo
sulla sospensione delle pene”.
“Spett.
Direzione Ospedale Psichiatrico provinciale, Cremona. Io
sottoscritto, G. F. fu Pietro e fu p. A. Maria nato a Siderno il
12.06.1895 (…) chiedo un certificato attestante il mio ricovero
1916-1917 – l’ente che ha disposto il mio ricovero – e la relativa
malattia, affinché io possa far valere i miei diritti quale invalido
di guerra e ferito di guerra. Ringrazio ed ossequio. Siderno Sup. 20
ottobre 1962”.
|
54.
Cartella
clinica: G. A. |
Numero
d’Ingresso: 2566 |
Provenienza:
Barbarano Romano (Roma) |
Soldato: 26°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 20
giugno 1917 |
|
NOTE:
20 giugno
1917, Decorso: “Entra in Manicomio proveniente dalla carceri
militari per essere sottoposto a perizia psichiatrica per ordine del
Tribunale di guerra di Cremona. L’A. all’ingresso è tranquillo,
appare subito al solo vederlo e sentirlo parlare la spiccata
deficienza intellettuale dell’individuo e la mancanza quasi di [illeg.]
critico. Guarda in faccia come inebetito chi lo interroga magari
senza rispondere o ridendo vociosamente [?], senza esprimere
desiderio alcuno, non affettività. Sta quasi sempre a [illeg.], non
prende parte a discorsi, a giochi. All’entrata presentava esu[illeg.]
che venne curata (…)”.
Nota del
direttore del Manicomio, 12 luglio 1917: “ G. A. ammesso in
osservazione il 20 giugno 1917 è stato riconosciuto affetto da
imbecillità intellettuale e morale”.
Nota del
direttore del Manicomio, 27 luglio 1917: G. A. “avendo raggiunto un
notevole grado di miglioramento è stato dimesso il 26 luglio corr. e
consegnato all’Arma dei R.R. Carabinieri per essere ricondotto alla
carceri militari in attesa di Giudizio”.
|
55.
Cartella
clinica: G. E. |
Numero
d’Ingresso: 2618 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 14
settembre 1917 |
|
NOTE:
22 ottobre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che ha
temperamento neuropatico, ma è esente da sintomi di alienazione
mentale. In fatti nel Manicomio si mantiene lucido, orientato,
coerente con memoria normale. Intelligenza un po’ scarsa, ma non si
ha traccia di idee deliranti né di allucinazioni”.
Dalla
cartella clinica: “Diagnosi: non ritenuto alienato”.
Nota del
direttore del Manicomio al Comandante del 65° Reggimento di
Fanteria, 20 ottobre 1917: “ Informo la S. V. che il soldato di
contro distinto quando entrò in questo istituto presentava alcuni
sintomi di neuropatia tosto dileguatisi. Non soffre nessun sintomo
di alienazione mentale e tende ad esagerare le molestie inerenti la
sua costituzione neuropatica. Si potrà ritenere inabile alle
pratiche di guerra, ma non ha nessun titolo per restare in
manicomio”.
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56.
Cartella
clinica: G. G. |
Numero
d’Ingresso: 2537 |
Provenienza:
Santorso (Schio-Vicenza) |
Soldato:
Caporale, 6° Alpini |
Ammesso: 24
aprile 1917. |
|
NOTE:
Comunicazione dell’Ospedale Militare Succursale di Riserva –
Cremona, 23 aprile 1917: “Viene trasportato alle ore 23 dai RR
Carabinieri di pescarolo in questo Ospedale M.re vestito della
tenuta di Alpino portante i gradi di Caporale che venne trovato oggi
alle ore 17 (…) in preda a delirio; da carte trovate addosso al
militare e dalle informazioni dello stesso fornito appare trattarsi
del Caporale del 6° Alpini G. G. (…). Detto militare presenta segni
di alienazione mentale e giudicatolo pericoloso a sé e agli altri si
giudica necessario il suo immediato ricovero in Manicomio. Presenta
inoltre ferita lacero contusa alla regione sopraccigliare sinistra
interessante i tessuti molli della lunghezza di 3 cm circa (…); esse
furono prodotto certamente da corpo contundente e datano a non meno
di sei o sette ore”.
Diario
delle Malattie Intercorrenti:
“24 aprile.
Entrato in osservazione. Confuso. Olio ricino. Il sale. (…)
27 aprile.
Bagni Prolungati.
30 aprile.
Sempre disorientato. (…)
06 maggio.
Sempre confuso.
07 maggio.
Continua il bagno prolungato.
08 maggio.
Interoclisma.
09 maggio.
Prende il Salolo [?]. (…)
12 maggio.
Interoclisma, si alza dopo pranzo.
13 maggio.
Sospeso il Bagno Prolungato.
16 maggio.
Interoclisma (…)
26 maggio.
Sempre confuso (…).
06 giugno.
Dimesso”.
16 maggio
1916, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Venuto qui in preda a
gravissima confusione psichica, con disorientamento completo,
allucinazioni terrifiche, delirio incoerente [?], agitazione
motoria, ha incominciato da qualche giorno ad acquistare
gradatamente una certa lucidità e a calmarsi nelle manifestazioni di
irritazione psico-sensoria e motoria. Rimane ancora parzialmente
confuso. Diagnosi: Amenza”.
Nota della
moglie al direttore del Manicomio di Cremona: “Santorso, 12 luglio
1917. Illustrissimo signor Direttore, Approfitto della sua bontà per
disturbarla ancora una volta. Prima però vengo a ringraziarla per le
premure avute verso mio marito (…). Ora egli è quasi ristabilito, e
non da più segno della minima alienazione. Come si vede fu più che
altro la passione di casa e le disgrazie che colà in poco tempo
accaddero. Ed ora passiamo all’argomento. Or è un mese, mio marito
G. G., usciva dall’Ospedale per essere portato al S.Felice di
Vicenza. Alla sua partenza, era accompagnato da due militi
appositamente comandati da codesto Ospedale Provinciale, per
sorveglianza. Costoro portavano seco due tascapani, in uno dei quali
era stata messa la corrispondenza che mio marito aveva depositata
quando era entrato in quell’Ospedale. Quando furono a Vicenza, non
ci veniva restituito a lui che una parte di detta corrispondenza, e
fra quella mancante vi è pure un vaglia di lire venticinque (…).
Vorrei pregarla perciò si potesse, ancora per stavolta interessarsi
di ciò, e, se del caso interrogare i due militi che lo
accompagnavano fino a Vicenza, i quali, a detta di mio marito,
quando arrivarono a Vicenza, prima di accompagnarlo al S.Felice, lo
fecero camminare per la città in mezzo a tanta gente da farlo,
benché allora alquanto malato, venir meno, dato che egli se n’era
accorto di esse in uno stato deplorevole da farsi guardar [illeg.]”.
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57.
Cartella
clinica: M. R. |
Numero
d’Ingresso: 2568 |
Provenienza:
Soriano (Catanzaro) |
Soldato: 20°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 21
giugno 1917 |
|
NOTE:
21 giugno
1917, Decorso: “Proviene dall’Ospedale Militare Succursale di
Riserva di Cremona. Entra in osservazione per la 1a
volta. E’ gravemente depresso, sta rannicchiato in letto, non parla,
non si cura dell’ambiente, dei compagni (…)”.
Lettera della
sorella della moglie di M. R. al direttore dell’Ospedale Militare di
Cremona: “ Soriano Cal. li 23-6-917. Faccio seguito al mio
telegramma odierno, con preghiera (…) non solo a darmi esatte
informazioni del sold. M. R., ricoverato presso codesto ospedale; ma
acconsentirmi qual favore chiedo a consigliarmi in caso la migliore
via a poter apportare miglioramento e sollievo al suddetto. Non
voglio trattenerlo sul dispiacere, ed in quale orgasmo si vive,
sapendolo sofferente e non conoscere in quali condizioni versa; ma
basta solo pensare che sono trascorsi 40 giorni senza avere sue
notizie, per convincermi del suo stato di gravità. (…) faccio
appello alla S. V. acconsentirmi giusto il desiderio dell’intera
famiglia, se crede possibile il trasferimento a qualche ospedale
vicino, così ci eviterebbe un disastroso viaggio a visitarlo. (…) Se
crede poi, anziché trasferirlo ad un ospedale vicino, è preferibile
mandarlo a casa, per poter anticipare la guarigione, mi
consiglierete il da fare, mentre a me non rimane che ringraziarla
anticipatamente”.
Luglio 1917,
Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta grave depressione
psichica, rifiuta il cibo, tende al suicidio, è allucinato e affetto
da visioni idee deliranti di rovina, di condanna e di persecuzione.
Condizioni di nutrizione generale scadentissime. Diagnosi: Frenosi
depressiva”.
|
58.
Cartella
clinica: M. G. |
Numero
d’Ingresso: 2595 |
Provenienza:
Treviglio (Bergamo) |
Soldato: 72°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 03
agosto 1917 |
|
NOTE:
Proveniente
dalle Carceri Militari di Cremona. Imputato presso il Tribunale di
Guerra di Cremona di “diserzione e falso in atti”. Inviato al
Manicomio in osservazione e per una perizia psichiatrica.
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“02 agosto.
Entrato in osservazione. Tranquillo.
03 agosto.
Olio di ricino. (…)
06 agosto.
Ordinato la doccia.
07 agosto.
Prende le gocce di tintura Stofanto [?].
10 agosto.
Sospeso la doccia.
11 agosto.
Alzato dopo pranzo (…)
24 agosto.
Alzato per essere interrogato dal tenente del Tribunale, rimesso in
letto, molto inquieto battuto la testa contro il muro, à offeso il
furiere. (…)
31 agosto. Si
sono offesi con lo malato Bodini. (…)
02 ottobre.
Dimesso”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 03 ottobre 1917: “ M. G. (…) di
anni 19 di stato civile celibe ammesso in questo Manicomio il 3
agosto 1917 è stato ritirato il 2 corrente ottobre dall’autorità
militare per essere ricondotto alle carceri in attesa di giudizio”.
|
59.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2596 |
Provenienza:
Mirandola (Modena) |
Soldato: 10°
Artiglieria da Fortezza |
Ammesso: 03
agosto 1917 |
|
NOTE:
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“03 agosto.
Entrato in osservazione. Tranquillo.
05 agosto.
Ostinato. Non vuol prendere il purgante. (…)
19 agosto.
Alzato dopo pranzo. (…)
30 agosto.
Rimasto in letto inquieto.
04 settembre.
Nessun infermiere non poteva entrare in camerino, voleva minacciarli
col pitale. A’ minacciato con un pugno l’infermiere G. V.
08 settembre.
Internato”.
“Il Tribunale
di guerra di Cremona ha pronunciato la seguente sentenza nella causa
contro M. A. (…) accusato: a) diserzione (…) perché il 03 marzo
1917, in Piacenza, si allontanava arbitrariamente dal Corpo venendo
arrestato il 10 successivo – b) insubordinazione con vie di fatto
contro superiori non ufficiali perché il 02 agosto 1917, dal carcere
militare preventivo di Cremona, dopo avere rivolto insulti al
sergente P. G. ed al caporale S. G., colpiva costoro con calci e
lanciava per offendere la brocca dell’acqua. OMISSIS Dichiara non
farsi luogo a procedere contro M. A. per inesistenza di reato,
ricoverarsi il medesimo M. in Manicomio perché pericoloso. Cremona,
18 ottobre 1917”.
Nota del
direttore del Manicomio di San Lazzaro, Reggio Emilia, Guicciardi,
al direttore del Manicomio di Cremona, 04 settembre 1917: “Il
Soldato M. A. il 31 maggio u.s. venne trasferito a questo
Stabilimento dall’Ospedale Militare Morigi di Piacenza colla
diagnosi provvisoria di ‘forme demenziale’ (?) non dipendente da
causa di servizio. Dai documenti che lo accompagnavano risulta in
merito quanto segue: Non ha precedenti ereditari. Egli prima di
andare soldato è sempre stato bene, non aveva vizi, s’occupava al
lavoro con mediocre intelligenza, ma con assiduità. Soltanto
nell’ultima licenza ‘impressionato dal lungo periodo della vita
militare, fu preso da attacchi nervosi che procurarono una debolezza
mentale, tanto che i Carabinieri dovettero intervenire per tradurlo
a Piacenza, terminata la licenza’ (Informazioni dei RR. CC. Di
Mirandola 22.2.1917, n.872). Il Mod. Inform. dell’Ospedale Militare
di Piacenza (28.5.1917) riferisce: ‘Sarebbe stato ricoverato al
Reparto Psichiatrico di S. Osvaldo (Udine) vari mesi oro sono,
mentre trovatasi al fronte. Scaduta la licenza di convalescenza
accordatagli, venne accompagnato dai RR. Carabinieri a questo
Ospedale. Passato al Corpo, è fuggito a casa sua, motivo per cui
trovasi in attesa di giudizio’. A Piacenza risultò irrequieto e
confuso, forse allucinato. Faceva discorsi sconclusionati.
Manifestava idee vaghe di persecuzione e propositi di suicidio. A
Reggio è stato sempre tranquillo, solo molto chiuso e aspro, quasi
sempre taciturno. Data anche la relativamente breve degenza, il suo
complessivo contegno non è riuscito ad eliminare il sospetto che si
trattasse di un caso di simulazione di pazzia”.
|
60.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2702 |
Provenienza:
Villimpenta (Mantova) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 26
novembre 1917 |
|
NOTE:
18 dicembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che cominciò
col presentare idee deliranti a contenuto persecutorio e depressione
dell’umore. [illeg.] è venuta in preda a depressione grave,
allucinazioni terrifiche e idee deliranti di rovina e di
persecuzione. Diagnosi: frenosi depressiva”.
Nota del
Colonnello medico dell’Ospedale Militare Succursale di Riserva al
direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 22 dicembre 1917:
“Pregiasi comunicare alla S.V. Illma che oggi venne riformato per
alienazione mentale non dipendente da cause di servizio il soldato
del 65 Regg. Fanteria M. A. (…)”.
|
61.
Cartella
clinica: M. M. |
Numero
d’Ingresso: 2592 |
Provenienza:
Deliceto (Foggia) |
Soldato: 4°
Artiglieria, 1° Batteria |
Ammesso: 31
luglio 1917 |
|
NOTE:
Nota del
direttore del Frenocomio di Reggio Emilia, Guicciardi, al direttore
del Manicomio di Cremona, 12 agosto 1917: “Il soldato M. M. (…) nel
novembre 1916 per fatti nervosi e psichici è stato Ricoverato nel
Reparto Psichiatrico di Imola; dal 3 giugno al 17 luglio 1917 è
stato degente in questo Stabilimento per disturbi nevrastenici. A
quest’ultima data venne a mezzo dei RR. CC. tradotto al Carcere
Militare Preventivo di Cremona, dovendo rispondere del reato
d’insubordinazione. A Cremona, nel maggio u.s., trovandosi presso il
Deposito del 4 Regg. d’Artigl. da Campagna, aveva presentato
depressione alternata a fasi di agitazione ansiosa. Durante una di
queste aveva fatti tentativi di suicidio. Qui si mostrò sempre
tranquillo e ordinato, soltanto era depresso d’umore, molto
sensibile, vivamente impressionabile. Presentava un certo grado di
deperimento generale con oligoemia. A quanto sembra il padre è
alcolizzato e tre zii materni sarebbero morti per suicidio”.
09 settembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Eredità molto compromessa.
Scarso sviluppo psichico. Alternative di profonda depressione e di
esalamento dell’umore. Svariate ossessioni e fobie per cui si rende
pericoloso a sé e agli altri. Sintomi obiettivi di grave
esauribilità neuro-muscolare. Diagnosi: Nevrastenia costituzionale”.
15 settembre
1917: “Dimesso e sistemato in esperimento dall’Autorità militare”.
Lettera del
ricoverato M. M. al direttore del Manicomio di Cremona: “Napoli
28-2-18. Illmo. Signor Direttore, Poiché il 15 Marzo dovrei
presentarmi al mio reggimento a Cremona vengo con questa a chiederle
una cortesia, la quale, e ne sono sicuro, non mi sarà negata dalla
sua bontà. Sebbene mi sia curato in questi mesi di convalescenza,
purtroppo me ne accorgo che non vi è alcun principio di guarigione
per la mia nevrastenia. Ora appunto un certificato di questa mia
malattia vengo a chiederle, a lei che mi ha curato e per molto nel
suo ospedale. In attesa di un suo sollecito riscontro, distintamente
la saluto. Dev.mo M.M.”
|
Figura 6
“Aventino Romano Piccolo vapore
Italiano.
Cremona – 11 – 911”
62.
Cartella
clinica: M. E. |
Numero
d’Ingresso: 2582 |
Provenienza:
Curtarolo (Padova) |
Soldato: 72°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 11
luglio 1917 |
|
NOTE:
“Tribunale di
Guerra di Cremona – L’Avvocato Militare (…) nel procedimento contro
M. E. (…) detenuto e ricoverato al Manicomio di Cremona IMPUTATO di
diserzione perché assentatosi abusivamente dal Corpo il 29 Aprile
1917 e rientrato il 15 maggio 1917 (…). Letti gli atti del processo:
Ritenuto che l’imputato lasciando la caserma del Deposito del 72°
Fanteria a Mantova fuggiva a casa sua a Curtarolo e che, ricondotto
dal padre, si rendeva poi al suo Corpo. In pari tempo il Sindaco di
Curtarolo (…) informava che il M. era sempre stato uno squilibrato,
che il fratello della madre, tale A. Giuseppe si era suicidato
gettandosi dalla finestra e che un altro fratello A. Francesco si
era gettato nel fiume Brenta a scopo suicida, e che, salvato, si era
poi ucciso con un colpo di rivoltella a Piacenza – Tradotto il M.
nelle carceri militari ed interrogato dall’Ufficiale Istruttore non
fu possibile ottenere da lui nessuna risposta, essendosi
ripetutamente abbandonato a crisi di pianto. Avendo dato segni di
alienazione mentale questo ufficio stimò opportuno ordinarne il
ricovero al manicomio di Cremona, ove trovasi tuttora degente e
sottoporlo ad osservazione psichiatrica, delegando per la perizia il
Prof. REBIZZI (…). Il responso del perito, riassunto in una
accuratissima relazione (…) conclude la sua diagnosi affermando che
l’imputato è affetto da frenosi depressiva. Esso esclude
completamente la simulazione perché nel lungo periodo di
osservazione (dal 9 luglio al 6 agosto 1917) ogni espediente
suggerito dalla tecnica psichiatrica ed ogni esperimento hanno
confermato la giustezza del diagnostico. (…) Venendo al giudizio
prognostico, il perito osserva che il M. affetto da malattia mentale
acuta, guaribile, che generalmente dura fino a circa otto mesi, ma
che, essendo egli, un soggetto frenastenico, la malattia stessa è
destinata a non breve a rinnovarsi. Per ora esso trovasi sempre
sotto l’influsso della psicosi periodica, di cui è colpito, onde non
potrebbe neppure dimettersi dal manicomio. (…) P.Q.M. Visti gli art.56,
544, C.P. Es. e 26 Regolamento sulla Giustizia Militare in Zona di
Guerra . – Chiede al Comando del Presidio di dichiarare non doversi
dare ulteriore corso all’esercizio dell’azione penale nei riguardi
di M. E. Cremona 13 Agosto 1917”.
31 agosto
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Eredità compromessa;
deficiente fin dalla nascita. Si è ammalato di grave melancolia con
allucinazioni e idee deliranti. E’ stato prosciolto da imputazione
di diserzione per parte di questo Tribunale di Guerra, a motivo di
infermità di mente. Diagnosi: Frenosi depressiva in soggetto
frenastenico”.
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“11 luglio.
Entrato in osservazione. Tranquillo.
12 luglio
Depresso. Olio ricino. (…)
15 luglio.
Non parla.
16 luglio.
Mangia poco. (…)
23 luglio.
Non parla, mangia poco.
27 luglio.
Alzato dopo pranzo (…).
30 luglio.
Rimane in letto, Melanconico, non parla.
02 agosto.
Ostinato non vuol fare il bagno.
03 agosto.
Internato”.
|
63.
Cartella
clinica: M. G.B. |
Numero
d’Ingresso: 2576 |
Provenienza:
Capralba (Cremona) |
Soldato: 49°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 13
febbraio 1917 |
|
NOTE:
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al Presidente della Deputazione
Provinciale, 06 febbraio 1917: “Riferisco a titolo d’informazione
che la famiglia di M. …….. soldato …….. ricoverato nel Manicomio di
Collegno (Torino) avendo saputo che il detto M. è stato riformato e
sarà quanto prima trasferito al M.mio di Cremona, chiede con
insistenza che, invece, il malato sia condotto al M.mio di Crema,
ove potrebbe essere confortato da visite frequenti dei parenti.
Trattandosi di un malato che fu già soggetto a lunga osservazione e
cura in Manicomio e che si ritiene non sia più affetto da forma
morbosa acuta, ritengo che convenga concedere ora quanto è richiesta
per non concederlo poi, in seguito ad altre insistenze, affrontando
l’onere di un viaggio da Cremona a Crema”.
Nota del
direttore del Manicomio di Collegno, Torino, 09 febbraio 1917:
“Estratto di ‘Storia Clinica’ di M. G. (…) soldato riformato,
entrato nel Manicomio di Collegno li 13 settembre 1916: Proveniente
dall’Ospedale Militare Prov.le di Torino con certificato medico che
lo dichiarava affetto da ‘depressione a tinta malinconica con grave
adinanismo, immobilità, mutismo ecc.’. Si dice ancora che non mangia
spontaneamente, si insudicia nel letto; è subcosciente, disordinato,
ecc. 13-9-1916: All’entrata è in stato di depressione mentale e di
disorientamento in quanto al luogo in cui si trova. 28-9-1916: Si fa
diagnosi di ‘confusione mentale’. 15-10-1916: Si nutre, ancora poco;
ma in complesso alquanto migliorato. 9-2-1917: Attualmente
tranquillo, relativamente ordinato e cosciente. Le sue condizioni
fisiche sono migliorate da permettere il suo trasferimento al
Manicomio di Cremona”.
13 febbraio
1917: “Trasferito qua dal Manicomio di Collegno (Torino). L’ A. è in
condizioni tali da essere subito dimesso e consegnato alla famiglia
(…)”.
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64.
Cartella
clinica: N. D. |
Numero
d’Ingresso: 2549 |
Provenienza:
Firenze |
Soldato: 4°
Artiglieria da Campagna |
Ammesso: 28
maggio 1917 |
|
NOTE:
Nota del
Tenente medico dell’Infermeria Presidiaria, 27 maggio 1917: “Si
prega codesta Direzione di voler ricoverare il soldato di questo
reggimento N. D. il quale già ricoverato alla locale Infermeria
Presidiaria, per una piaga al polpaccio destro, dava in
escandescenze rendendosi pericoloso a sé ed agli altri. Rifiutandosi
ora di entrare all’infermeria del Corpo e ritenendosi necessario il
suo isolamento, onde prevenire certi suoi tratti furiosi che si
ripetono di frequente, si crede opportuno prendere il sopra
accennato provvedimento”.
09 giugno
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Soffre di vertigini,
assenze, impulsi ambulatori e presenta stigme fisiche e psichiche di
epilessia. Non eccessi convulsivi. Diagnosi: Epilessia psichica”.
|
65.
Cartella
clinica: N. A. |
Numero
d’Ingresso: 2593 |
Provenienza:
Vaprio d’Adda (Milano) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 02
agosto 1917 |
|
NOTE:
Nota 02
agosto 1917, Ufficio Maggiorità dell’Ospedale Militare Succursale di
Riserva, Cremona: “Al Sig. Direttore del Manicomio Prov. Cremona.
Oggetto: Rapporto Medico. Viene trasportato dalle guardie comunali
alle ore 14 circa un individuo trovato nudo tutto intriso di sterco,
a correre per le vie di città. Pare si sia gettato contro una
vetrina d’uno dei negozi della città fracassandola. Viene trattenuto
e viene sottoposto a doccia fredda di pulizia. Dopo di ciò
l’individuo che si era mantenuto in ismanie, si calma, ma non
risponde alle domande e non dà le generalità tranne il suo cognome.
Da informazioni assunte si riesce a precisare trattarsi del soldato
del 65° Regg. Fanteria 2ª Compagnia N. A. classe 1888 = Distretto di
Milano figlio di Angelo e di L. Luigia. Giudicandolo affetto da
alienazione mentale e pericoloso a sé ed agli altri, si chiede il
suo immediato ricovero in Manicomio”.
15 [?]
agosto 1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Fu qui condotto dopo
una corsa per città, nudo, tutto sporco di sterco. E’ uomo di bassa
mentalità; ma perfettamente lucido, orientato, cosciente dei suoi
atti, esente da sintomi di psicopatia. Per ogni contrarietà, simula
in maniera volgare uno stato di agitazione”.
Nota del
Comando del 65° Reggimento di Fanteria al direttore del Manicomio di
Cremona, 26 agosto 1917: “Con riferimento al foglio in data 24
corrente s’informa codesta Direzione che sarà cura di questo comando
ritirare da codesto Manicomio il soldato N. A., non appena in
possesso del relativo mandato di cattura già richiesto al Locale
Tribunale di Guerra”.
|
66.
Cartella
clinica: P. L. |
Numero
d’Ingresso: 2585 |
Provenienza:
Catania |
Soldato: 4°
Genio (aggregato, proveniente dal 6° Reggimento di Fanteria,
Palermo) |
Ammesso: 19
luglio 1917 |
|
NOTE:
“Il Tribunale
di Guerra di Cremona (…) ha pronunciato la seguente SENTENZA nella
causa contro P. L. di Mariano nato il 9 Agosto 1883 a Catania (…)
ACCUSATO a) di insubordinazione (…) per avere in Piacenza e
propriamente nel locale delle officine meccaniche Piacentine
(stabilimento ausiliario) il 22 Febbraio 1917 per cause di servizi a
scopo di omicidio e con premeditazione sparato a breve distanza, due
colpi di rivoltella contro il suo caporal maggiore P. M. senza
riuscire a colpirlo per cause indipendenti della sua volontà. b) di
insubordinazione (…). c) di danneggiamento (…) per avere nel carcere
militare preventivo di Cremona, il 15 luglio 1917 per cause di
servizio ed a scopo di ferire, tirato molteplici ciotoli contro la
finestra del suo superiore sergente maggiore B. B. rivolgendogli
anche le parole di vigliacco, assassino (…). In tempo di guerra / -
IN PUBBLICA UDIENZA (…) Denunziavano i Carabinieri di Piacenza che
verso le ore 19 del 22 Febbraio u.s. il Soldato del 4° genio P. L.
(…) aveva esploso, alla distanza di 10 metri, due colpi di
rivoltella (…) Interrogato il P., ammetteva il fatto, aggiungendo
però che nel commetterlo non aveva avuto lo scopo di ferire o
ammazzare il P., ma soltanto quella di intimorirlo, affinché
desistesse dal deriderlo, come abitualmente faceva e il che altra
volta aveva litigato. Anzi, dichiarava ancora il P., che la mattina
dello stesso giorno 22 Febbraio il P. gli aveva detto che esso P. L.
non era un buon lavoratore e di ciò aveva reso edotto il Direttore
dello Stabilimento. Che nella notte precedente il P. aveva alzato
contro di lui un badile per difendersi dal quale il P. L. aveva
estratto un temperino, ma a ciò a nulla valse, perché il P. lo colpì
prima col badile alla guancia sinistra. (…) Informava infine lo
stesso Comandante [delle carceri preventive di Cremona] che il P.
ebbe già in giorni precedenti (…) si mostrava di una agitazione
pazzesca, tale da richiedere il di lui ricovero nel manicomio. Quivi
rinchiuso e sottoposto a perizia psichiatrica allo scopo di
accertare il suo stato mentale e la sua responsabilità, fu oggetto
di lunga osservazione da parte del Perito Alienista Sig. Pardo
[medico aggiunto del Manicomio di Cremona]. Questi concludeva la sua
relazione in merito scrivendo: ‘possiamo nel caso nostro, senza
timore di errare, formulare la diagnosi di delirio di
persecuzione in soggetto frenastenico. Ad avvalorare questa
diagnosi è sopraggiunto l’episodio di agitazione psicomotoria, che è
uno dei sintomi più caratteristici delle forme di imbecillità
agitata. Basta questa diagnosi, continuava il perito la questione
della responsabilità si risolve facilmente. – da un lato incoscienza
quasi completa del valore dell’azione delittuosa, da l’altro
mancanza assoluta di freni inibitori per opporvisi. Dunque
irresponsabilità completa’. Aggiungeva il perito: ‘Il P. deve
inoltre essere studiato dal punto di vista della sua pericolosità.
Egli attualmente è un individuo molto pericoloso e va allontanato
dall’ambiente militare……. In questo momento il miglior ricovero per
lui è il manicomio, perché vi è necessità di cura…. Il Tribunale,
specie dopo l’interrogatorio reso dal P. all’orale dibattimento, non
può che accogliere interamente le conclusioni peritali, come quelle
che in coscienza rispondono al vero stato mentale del giudicabile.
Alché se l’elemento morale dei varii reati commessi dal P. viene a
mancare, manca perciò stesso l’esistenza del delitto, senza che sia
duopo scendere l’esame dei singoli fatti materiali commessi dal
prevenuto stesso. (…) P.Q.M. (…) DICHIARA non farsi luogo a
procedimento contro P. (…) ORDINA Ricoverarsi il P. in manicomio,
perché pericoloso per sé e per gli altri. – Cremona diciannove
settembre millenovecentodiciasette . –”
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al Presidente della Deputazione
Provinciale, 22 settembre 1917: “Comunico alla S.V. che il soldato
di contro distinto, qui ricoverato in osservazione giudiziaria con
ordinanza del Tribunale di Guerra, è stato assolto dalle varie
imputazioni per infermità totale di mente. Egli è affetto da
frenastenia con fenomeni di distimia (…)”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, presumibilmente diretta al
Presidente della Depurazione Provinciale: “Cremona 27 Dicembre 1917.
(…) Mi consta che la perizia concludeva con la diagnosi di ‘delirio
di persecuzione in soggetto frenastenico’? Invece evidentemente il
P. è affetto da frenastenia con fenomeni di disistima, come
ho accertato in questo manicomio dopo che la perizia era stata già
fatta da altri in carcere. Evidentemente commise i vari fatti
durante un episodio di depressione psichica. Consta che, sotto le
armi, a causa della sua lieve deficienza, veniva molestato dai
compagni e questi era sufficiente per reazionare turbe psichiche
acute (…). Ma ottenuta l’assoluzione e la riforma dal servizio
militare, cui era assolutamente inadatto, non ha più avuto nessun
accenno a turbe acute e non ha mai presentato idee deliranti di
nessun genere né altri sintomi di alterazioni qualitative croniche
dell’intelligenza, atte a rendere ancora pericoloso il soggetto.
Purtroppo, essendo ormai fuori dall’ambiente ove potevano insorgere
manifestazioni pericolose, è individuo degnissimo di esser dimesso
dal manicomio”.
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67.
Cartella
clinica: P. F. |
Numero
d’Ingresso: 1508 |
Provenienza:
Minerbio (Bologna) |
Soldato: 10°
Reggimento Artiglieria da Fortezza |
Ammesso: 27
giugno 1917 |
|
NOTE:
“Raccolta nel
Manicomio. Dal malato stesso: Appartiene a famiglia di nevrastenici.
Il padre fu per due volte ricoverato al Manicomio di Bologna, è di
carattere strambo, cattivo colla moglie, con i figli; la madre è
nevrastenica, debole (…). Diversi fratelli anormali. L’A. fu sempre
malaticcio, debole di carattere chiuso amante della solitudine; è di
professione verniciatore ma ha sempre lavorato poco perché malato,
restava giornate intere a letto; l’inverno lo passava in stazioni
climatiche invernali”.
Comunicazione
14 marzo 1917 del direttore del Manicomio di Cremona: “P. F. (…) è
stato ritirato dall’Autorità Militare il 13 marzo corr. e trasferito
alle carceri militari da cui proviene”.
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68.
Cartella
clinica: P. C. |
Numero
d’Ingresso: 2557 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 04
giugno 1917 |
|
NOTE:
“Il Tribunale
Militare Territoriale di Milano (…) ha pronunciato la seguente
SENTENZA nella causa contro P. C. di Aquilino, nato il 2 gennaio
1888 a Milano, soldato nel 68° Fanteria, comandato presso la ditta
Mozzano – Recidivo, detenuto dal 21 Marzo 1917. IMPUTATO 1°) di
rifiuto d’obbedienza in tempo di guerra (…) per essersi il 9 marzo
1917 in Milano recisamente rifiutato di eseguire gli ordini datigli
dal suo superiore (…); 2°) di alienazione di effetti militari (…);
3°) del reato di cui all’art.133 C.P.Es. per avere il 7 Marzo 1917
in Milano minacciati in modo vago ed indefinito il suo superiore
comandante il Deposito del 68° Fanteria, mediante lettera
sottoscritta a lui diretta, pretendendo di non essere sottoposto, e
di essere esonerato dagli obblighi. (…) Le circostanze processuali
escludono la sussistenza dei reati, sia di alienazione di effetti
militari, sia di insubordinazione (…). Rimane il primo capo di
accusa (…) ma il tribunale non deve non tener conto di elementi
gravissimi, che inducono ad escludere nel P. ogni responsabilità,
per vizio totale di mente. Tale convinzione è data dallo stesso
evidente aspetto esteriore del P., dal suo contegno, dalle sue
risposte: ma è rafforzata dal diligente deposto del perito
psichiatra prof. Momo, nettamente concludente per la completa
irresponsabilità dell’accusato. A tale conclusione crede pure il
Tribunale, mandando esente da pena l’accusato, non senza esprimere
il proprio convincimento che individuo simile, evidentemente e
gravemente leso nella sua integrità mentale, debba prontamente
essere posto in condizione di non più presentare pericolo per sé e
per la società. PER QUESTI MOTIVI (…) DICHIARA non esser luogo a
procedimento di P. C. (…) e ne ordina la immediata scarcerazione ove
non esistano altri motivi perché sia trattenuto. Milano VENTITRE
MAGGIO MILLENOVECENTODICIASETTE”.
09 giugno
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Prosciolto per vizio morale
di mente dal Tribunale Militare di Milano, che ordinava nella
sentenza la immediata scarcerazione, mentre la motivazione della
medesima sentenza diceva che, vista la grave lesione psichica doveva
esser posto prontamente in condizioni da non presentare più pericolo
a sé e alla società, fu mandato al Deposito del 65° Regg. Fanteria,
e di là venne al Manicomio di Cremona. Ha tutte le stigme fisiche e
psichiche del soggetto criminale”.
Comunicazione del 14 luglio 1917 del direttore del Manicomio di
Cremona: “P. C. (…) ammesso il 4 giugno 1917 ritirato dall’Autorità
Militare il 24 giugno 1917 per essere trasferito al Manicomio della
sua provincia essendo stato riconosciuto affetto da Follia morale”.
|
Figura 7
“Il soldato che parte per Tripoli.
62°. Fant. già di stanza
a Tripoli –
Sonetto-
Tu guardi Tripoli, e storci la bocca
D’andare a combattere anche a te tocca.
Lo guardi Tripoli! con l’occhio storto
Appena arrivi, sei bello e cotto.
Le tempo che guardi, con occhio sbiego
Quando sei la, non torni più a dietro.
Pecci Ettore Cremona 9-11-911”
69.
Cartella
clinica: P. E. |
Numero
d’Ingresso: 2632 |
Provenienza:
Baseggio (Milano) |
Soldato: 25°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 27
ottobre 1917 |
|
NOTE:
28 novembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Fu qui accolto per ordine
del Sig. Avvocato Militare di questo Tribunale di Guerra. Presenta
lieve ottusità psichica ma è esente da qualsiasi manifestazione
obiettiva di malattia mentale. Pertanto è stato oggi ritirato dal
Manicomio per via del Comando del Corpo cui appartiene”.
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70.
Cartella
clinica: P. G. |
Numero
d’Ingresso: 2584 |
Provenienza:
Riesi (Caltanisetta) |
Soldato: 4°
Artiglieria |
Ammesso: 18
gennaio 1917. |
|
NOTE:
Comunicazione
del medico militare, 18 gennaio 1917: “IV Reggimento Artiglieria.
Infermeria Uomini. Dichiaro io sottoscritto che P. G. (…) presenta
da alcuni giorni segni non dubbi di alienazione mentale consistenti
in incubi, smanie con tendenza al suicidio, onde ritenendosi
pericoloso a sé e agli altri si ritiene necessario il suo ricovero
d’urgenza nel Manicomio Provinciale (…)”.
30 giugno
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta grave depressione
psichica, che raggiunge talora il grado di stupore. E’ allucinato.
Mostra tendenze impulsive. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
|
71.
Cartella
clinica: P. P. |
Numero
d’Ingresso: 2521 |
Provenienza:
Gambara (Brescia) |
Soldato: 8°
Reggimento Artiglieria da Fortezza |
Ammesso: 24
febbraio 1917 |
|
NOTE:
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“24 febbraio.
Entra in Oss. è agitato. Olio ricino.
26 febbraio.
Mangia poco.
27 febbraio.
Sempre agitato. (…)
28 febbraio.
2 iniezioni di scopolamina. (…)
09 marzo. E’
silenzioso disordinato.
10 marzo. Un
foruncolo al ginocchio sinistro.
16 marzo. Va
migliorando.
20 marzo.
Sempre clamoroso.
29 marzo.
Iniezione di Morfina.
31 marzo.
Iniezione di Morfina.
03 aprile.
Iniezione di Morfina.
10 aprile
Sospeso il Bagno di cura.
11 aprile.
Olio di ricino.
15 aprile.
Continua il Bagno di cura. (…)
03 maggio.
Unguenti di Belladonna.
13 maggio.
Dimesso”.
17 marzo
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Venne al Manicomio in una
condizione di completa confusione mentale con viva agitazione
motoria. Si mantiene del tutto disorientato e confuso. E’
disordinato, sudicio, agitato e in condizioni fisiche scadenti,
poiché si nutre irregolarmente. Diagnosi: Amenza”.
Lettera del
fratello, 10 [illeg.] 1917: “Egregio Signor Direttore, scusa se le
reco ancora miei disturbi, ma considera è mio fratello! Vorrei
domandare al mercoledì si puol vedere sì o no. Saluti mi firmo
Giovanni P. Gambara”.
|
72.
Cartella
clinica: R. E. |
Numero
d’Ingresso: 2539 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 24
aprile 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Medico dell’Infermeria di Corpo del Deposito-65° Reggimento di
Fanteria, 23 aprile 1917: “Il soldato R. E. (…) della classe 1885,
del Distretto di Milano, è da qualche tempo affetto da lipemania.
Avendo più volte manifestato il proposito di togliersi la vita
dicendo di non poter più sopportare il servizio militare. Lo si
invia al Manicomio Provinciale di questa città, acciocché vengano
bene accertate le sue condizioni psichiche”.
16 aprile
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Umore gravemente depresso,
allucinazioni che lo addolorano e lo afferiscono, esempio la vista
dei suoi bambini che soffrono e lo chiamano in aiuto; idee deliranti
di colpa, di condanna e di rovina. Tende al suicidio. E’ in
condizioni somatiche di deperimento. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al Comando Corpo d’Armata –
Cremona [?]: R. E. “Ha sofferto una forma gravissima di frenosi
depressiva. Ora si è riordinato al punto da non aver più titolo per
restare al Manicomio. So che non può essere sottoposto a rassegna
perché fu condannato a due anni di reclusione (…). Benché guarito
dalla malattia mentale acuta, rimane uno squilibrato che non stimo
prudente sia inviato in zona di guerra (…) fo presente anche che il
R. può essere di qui ritirato senza nessun preavviso, essendo ormai
per le sue condizioni fisiche, atto a pagare in qualunque momento in
un reclusorio in zona di operazione, se dispone così l’On.
Comando”.
|
73.
Cartella
clinica: R. G. |
Numero
d’Ingresso: 2612 |
Provenienza:
Sala Baganza (Parma) |
Soldato: 21°
Reggimento Artiglieria da Campagna |
Ammesso: 07
settembre 1917 |
|
NOTE:
29 dicembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ stato qui degente in
osservazione giudiziaria. Subito il procedimento, viene ritirato
dall’Autorità Militare per essere inviato al Corpo. E’ un
neuropatico, esente da manifestazioni di psicopatia”.
Nota 09
gennaio 1918 del direttore del Manicomio di Cremona: “Il soldato di
contro distinto fu qui accolto il 7 settembre 1917 in osservazione
giudiziaria per ordine di questo Tribunale di Guerra, essendo
imputato di diserzione. Fu ritirato da questo Istituto, per essere
condotto al Corpo, il 29 dicembre 1917. Mi consta che in seguito è
stato richiesto il trasferimento del detto soldato alle Carceri di
Firenze, perché egli deve subire un altro provvedimento penale per
parte del Tribunale Militare di Firenze, sicché ritengo che ora si
trovi in codesta città. (…)”.
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74.
Cartella
clinica: R. A. |
Numero
d’Ingresso: 2607 |
Provenienza:
Voghera (Pavia) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 18
agosto 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Tenente medico: “Cortemaggiore 16 Agosto 1917. Stamane alle ore
9 circa mi recavo nella camerata della 9a Compagnia del
65° Fanteria qui vi Distaccato, per visitare il soldato R. A. che si
era fermato in letto perché si diceva ammalato. Chiestogli che cosa
si sentisse mi rispondeva ‘nulla’ alché dissi che non era quello il
modo di disturbare il medico quando non sé ne’aveva bisogno, per cui
avrei dovuto proporgli al Comandante di Compagnia una punizione.
Egli allora balzò dal letto e afferrato per la canna un fucile stava
per avventarsi su di me, quando il Cap. Maggiore F. A. con un salto
gli fu addosso e stringendolo cercava di disarmarlo. Accorse in
aiuto il Cap. Maggiore dell’Infermeria F. G. ed io, lo riducemmo
all’impotenza. (…) Durante il fatto il soldato R. aveva gli occhi
sbarrati e la respirazione accelerata, dando impressione di trovarsi
in stato di eccitazione maniaca. Disposi per l’immediata chiusura in
camera di sicurezza e, essendo un individuo pericoloso, propongo il
sollecito invio del suddetto soldato al Manicomio di Cremona”.
Comunicazione
del Comandante la 9a Compagnia al Comando del Deposito
65° Fanteri, Cremona: “Oggetto: Rapporto circa il soldato R. A.
Cortemaggiore 16 Agosto 1917. (…) Quest’oggi (…) fui avvertito che
il soldato R. A. di fu Giovanni e di M. Maria, della classe 1880,
del Distretto Militare di Voghera, che trovasi in camerata perché
datosi ammalato al mattino, era inveito contro il Tenente Medico,
come ne fa fede l’unita sua dichiarazione, mi recai in camera di
sicurezza a visitarlo e al contempo interrogarlo. Lo trovai
calmissimo, e con mente lucidissima, al mio entrare, si alzò subito
in piedi mettendosi anche rispettosamente sull’attenti. Ho notato
però avesse ancora gli occhi un poco stravolti. Interrogatolo in
proposito, mi rispose chiaramente quanto segue: ‘Signor Tenente,
sono molto dispiaciuto di quanto è successo, ma creda non è colpa
mia, sono malato, e spesso, fin dalla nascita vado soggetto, anche
per un nonnulla a questi accessi di furore. Mi assale un forte
dolore di testa, mi si oscura la vista tanto da non vederci più; mi
sento smarrire la ragione e in quei momenti divento bestiale, avessi
davanti anche mio padre, se nessuno mi trattenesse lo ucciderei. Per
questo non ho mai potuto essere impiegato, ho dovuto sempre
aggiustarmi da solo, non potendo assolutamente tollerare la
sottomissione. Tengo al Manicomio un fratello e una sorella Signor
Tenente; non è che non voglia fare il soldato, soltanto che prima
voglio essere curato, o meglio che continuino a darmi la medicina
che mi faceva prendere il farmacista Arcangeli prima di venire sotto
alle armi, la quale sentivo che mi faceva molto bene eche ora,
soldato, non ho più la possibilità di comperare’. E’ convinzione
dello scrivente che il soldato in parola sia veramente un poco
squilibrato, poiché, benché sia la prima volta che trascenda ad atti
simili però durante la sua permanenza in Compagnia, più volte ha
dimostrato di essere assai incoerente, sia nei fatti che nei
ragionamenti”.
06 settembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta intelligenza
limitata, particolarmente per ciò che riguarda i poteri critici e
inibitori; ma è perfettamente lucido e orientato, non ha nessun
disturbo psico-sensoriale né ideativi, né altri sintomi
d’alienazione mentale. Dichiara di sentirsi refrattario al servizio
militare e questo spiega evidentemente come si sia lasciato
trascinare agli atti di violenza per cui fu condotto in Manicomio.
Agli effetti dell’art 2 della ‘Legge sui Manicomi’ dichiaro che il
ricoverato suddetto non è stato riconosciuto affetto da malattia
mentale (…)”.
|
75.
Cartella
clinica: R. A. |
Numero
d’Ingresso: 2589 |
Provenienza:
Reggio Emilia |
Soldato: IV
Compagnia Automobilisti (Piacenza) |
Ammesso: 26
luglio 1917 |
|
NOTE:
26 luglio
1917, Decorso: “Entra in osservazione per la 1a volta e
per ordine dell’Uff. del Giudice Istruttore del Tribunale locale di
Guerra. L’A. non è stato [illeg.] affetto da malattia mentale (…)”.
Nota del
direttore del Manicomio di S. Lazzaro, Guicciardi, per il direttore
del Manicomio di Cremona, 02 agosto 1917: “Il soldato R. A., che da
molti anni ha degente in questo Stabilimento la propria madre per
demenza cronica, il giorno 28 maggio u.s. si presentò qui per
visitarla. Terminata la visita e ritornato in portineria dette
improvvisamente in ismanie, gridando, scagliandosi contro le
persone, arrotolandosi sul pavimento. Lo si dovette domare colla
forza e, chiamati i Carabinieri, questi dovettero decidere di
lasciarlo nell’Istituto per lo stato suo persistente di agitazione
disordinata. Non presentava sintomi speciali, solo pareva che avesse
dovuto in quel giorno bere eccessivamente e fosse come in istato di
ebbrezza acuta. Il dì dopo, ogni eccitazione era scomparsa, ma egli
non voleva dar risposte su quanto lo riguardava. Dal 28 maggio al 12
giugno il suo contegno è rimasto invariabilmente normale e così la
mente: a quest’ultima data venne consegnato ai R.R. Carabinieri per
la sua traduzione alle Carceri Militari Preventive di Cremona,
essendo risultato colpito da mandato di cattura per diserzione”.
16 settembre
1917, Decorso: “Viene ritirato dalle Autorità militari per
trasferirlo alle Carceri militari in attesa di giudizio”.
|
76.
Cartella
clinica: R. T. |
Numero
d’Ingresso: 2600 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 25°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 16
agosto 1917 |
|
NOTE:
16 agosto
1917, Decorso: “Entra in osservazione per la 1a volta;
proveniente dalle locali carceri militari. L’A. è in condizioni
psichiche più che normali il suo contegno, i suoi atti, i suoi
discorsi sono normalissimi (…)”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 04 maggio 1921: “R. T., soldato
nel 25° Regg. Fanteria fu qui ricoverato dal 16 agosto 1917 al 14
settembre 1917 in osservazione giudiziaria, a disposizione del
Tribunale di guerra di Cremona. Il R. doveva rispondere di varie
imputazioni e io, incaricato della perizia psichiatrica, conclusi
ammettendo che aveva agito in condizioni di semi-infermità di mente.
(…)”.
|
Figura 8
“Cremona 17 – 2-1912
La testa del piccolo Arabo, preso vivo
dai nostri soldati, nell’oasi di Bengasi”.
77.
Cartella
clinica: R. E. |
Numero
d’Ingresso: 2565 |
Provenienza:
Bavari (Genova) |
Soldato: IV
Compagnia Sussistenza, Piacenza |
Ammesso: 18
giugno 1917 |
|
NOTE:
18 giugno
1917, Decorso: “Entra in osservazione per la prima volta (…). E’
affetto da grave condizione psichica di natura neuropatica con
eccessi [illeg.] di natura cronica. Taciturnità, rifiuta cibo”.
20 luglio
1917, Esito: “Ricondotto alle carceri”.
Comunicazione
del direttore del Reparto Neuro-Psichiatrico dell’Ospedale Militare
di Como al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 29
novembre 1917: “Si prega (…) comunicarci se nel Maggio Giugno 1916
(o 1917) sia stato degente in codesto Manicomio il soldato R. E. (…)
appartenente al 67° Reggimento di Fanteria, e significarci il perché
della degenza nonché le risultanze cliniche segnate. Questo militare
trovasi attualmente ricoverato in questo Ospedale in osservazione”.
Risposta del
direttore del Manicomio di Cremona, 03 dicembre 1917: “Il soldato
contro distinto fu qui ricoverato dal 18 giugno 1917 al 20 luglio
1917 in osservazione giudiziaria con ordinanza del Tribunale di
Guerra di Cremona. Risultò che aveva commesso i vari reati
ascrittigli perché affetto da grave sindrome psichica di natura
nevrastenica. Non ostante che la perizia psichiatrica concludesse
per la infermità totale, il Tribunale di Guerra, visto il paziente
già totalmente riordinato all’epoca del processo, non ammise che la
semi-infermità. Gli dette lieve pena che ritengo sia stata sospesa e
così il R. che evidentemente è affetto da squilibrio psichico,
essendo tornato in servizio, deve essere ricaduto in un episodio
acuto per cui trovasi di nuovo in Manicomio”.
|
78.
Cartella
clinica: R. G. |
Numero
d’Ingresso: 2499 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato: 25 °
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 28
dicembre 1916 |
|
NOTE:
Ospedale
Militare Succursale di Riserva di Cremona, Cartella clinica -
28.12.1916: “DIAGNOSI Psicosi DIARIO Proviene dall’Ospedale Militare
di Treviglio con diagnosi di reumatismo articolare (…) Nella sua
anamnesi remota devesi notare una forma d’alienazione mentale, per
cui la madre del padre e il padre della madre
dell’ammalato vennero ricoverati in Manicomio. Da bambino il R.
sofferse di forti epistassi, di tronchite, di polmonite; adulto si
fece di carattere iroso, turbolento, tanto da essere un vero
discolo, e un pregiudicato. Varie volte ebbe a che fare con la Regia
Questura, e a 15 anni venne rinchiuso in casa di correzione. Le
notizie poi apprese dalla moglie rivelano nel R. un marito brutale,
che scende a percosse e a minaccie gravi verso la medesima. Talora,
colto da vari accessi maniaci, rompe le stoviglie di casa e insulta
con facilità le persone estranee. Chiamato sotto le armi, l’ammalato
partecipò alla campagna di Libia e venne congedato il 9 Dicembre
1912. Richiamato poi il 26 Aprile 1915, venne inviato a Cindali [?],
indi a Castel Monte dove rimase un mese. Scoppiata la guerra, prese
parte alle operazioni militari sul Monte Corrada, sul S. Maria di
Tolmino, poi, per desiderio superiore, venne chiamato quale cuoco
presso il Comando della IIa Armata. Quivi ammalò di
reumatismo (…). Asserisce d’avvertire in certi momenti come un
afflusso di sangue al cervello e un’onda elettrica nelle vene. E’ di
carattere enormemente eccitabile, e reagisce con atti e parole alla
minima contrarietà. Non trovando il cibo di suo gradimento – ad es.
il caffè un po’ amaro – lancia la scodella contro il piantone o la
suora. Di notte canta e chiama casa sconclusionatamente, non
ricordando più al mattino quanto ha compiuto nella notte. Nel suo
interrogatorio non tiene il filo del discorso, dice e disdice, dando
notizie vaghe. In base a quanto ho esposto ritengo il suddetto R. G.
affetto da forma morbosa che richiede cura in un Ospedale di
malattie mentali”.
10 giugno
1917, Riassunto anamnestico e Diagnosi: “Eredità psicopatica,
spiccato temperamento neuro-artritico. Da ragazzo fu un discolo, da
adulto un pregiudicato. Prese parte alla campagna di Libia, mentre
partecipava alla campagna attuale, si è ammalato con fenomeni di
artritismo, per cui è stato in vari ospedali. Impulsivo, facilmente
eccitabile e assai deficiente di senso morale, si è abbandonato a
gravi violenze per ogni contrarietà. Nel Manicomio è perfettamente
lucido e orientato, con coscienza integra; non ha disturbi
psicosensoriali né turbe ideative, mentre offre le caratteristiche
della immoralità costituzionale per cui si rende refrattario ad ogni
disciplina”.
Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona al direttore
del Manicomio di Verona: “10 dicembre 1923. - R. G., di Silvestro. –
Manicomio Prov. Verona. Informo la S.V.I. che R. G., il quale fu qui
degente dal 28 Dicembre 1916 al 6 Febbraio 1917 e poi è sempre stato
in cura del sottoscritto ambulatoriamente, presenta una forma di
lieve esaltamento maniaco cronico per cui è sempre in preda a
euforia e lieve eccitamento motorio e non è esente da errori
psico-sensoriali e da sospetti e convinzioni deliranti a contenuto
di grandezza e persecutorio. Per questa condizione morbosa egli non
può attendere se non irregolarmente a saltuariamente al lavoro;
spesso si fa notare nelle strade di Cremona per le sue stravaganze e
più volte, molestato dai passanti e più eccitato del solito a causa
del vino, incorre nei rigori della legge. La malattia mentale del R.
poggia su un difetto originario; ma senza dubbio la sua insorgenza
fu determinata e il decorso fu reso grave e cronico dal servizio
militare prestato in guerra dal R.; pertanto questi fu già
dichiarato degnissimo d’esser assistito da una congrua pensione”.
Risposta del
direttore della Casa di Salute Provinciale in S Giacomo presso
Verona, dott. Meneghetti, al direttore del Manicomio di Cremona: “14
gennaio 1924. Egregio collega, A quest’ora Ella avrà già riveduto il
R., che, uscito da qui per essere sottoposto a visita Collegiale
presso l’Ospedale Militare di Verona, dovrebbe essere stato
rimpatriato nel giorno successivo, cioè il 20 corr. Io avevo fatto
appunto all’Autorità Militare che il R. presenta non una sindrome
ipomaniacale con loquacità, ma un’instabilità dell’umore,
superficialità di critica, memoria confusa [?]. Data però l’assenza
di manifestazioni pericolose, giudicavo che egli poteva esser
dimesso in prova, qualora i famigliari ne avessero assunta la
responsabilità della cura e custodia. Nel mese che il R. non avesse
fatto [?] sintomo, la famiglia potrà sollecitarne il rimpatrio [?],
scrivendo alla Direzione dell’Ospedale Militare di Verona”.
Risposta del
direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona, G. T.,
alla nota della Legione Territoriale Carabinieri di Brescia, Gruppo
di Cremona, 27 marzo 1970: “In esito alla nota sopraccitata comunico
che: R. G. fu degente in questo Ospedale per ‘Episodio maniacale
(malattia endogena)”.
|
79.
Cartella
clinica: R. A. |
Numero
d’Ingresso: 2551 |
Provenienza:
Fragneto l’Abate (Benevento) |
Soldato: 4°
Artiglieria da Campagna |
Ammesso: 28
maggio 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
del medico militare, 28 maggio 1917: “4° Reggimento Artiglieria.
Infermeria Uomini. (…) Il soldato R. A. del 4° Artiglieria da
Campagna fu condotto ieri a questo deposito, accompagnato da due
militari, da Benevento, avendo ultimato la licenza di convalescente.
Avendo dati manifesti segni di alienazione mentale (…) si prega
codesta Direzione a voler ricoverare il suddetto individuo (…)”.
09 giugno
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Disorientamento completo e
confusione psichica parziale con eccitamento motorio, allucinazioni
e idee deliranti inerenti a contenuto persecutorio. Diagnosi:
Amenza”.
Nota 28
giugno 1917 del direttore del Manicomio di Cremona: “Il ricoverato
R. A. (…) è stato ritirato il 27 corr. dall’Autorità militare per
essere trasferito al manicomio della sua provincia”.
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80.
Cartella
clinica: S. G. |
Numero
d’Ingresso: 2696 |
Provenienza:
S. Marco Alunzio (Messina) |
Soldato:
Artiglieria, 256° Batteria Campale |
Ammesso: 04
novembre 1917 |
|
NOTE:
18 novembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ affetto da allucinazioni
e idee deliranti incoerenti. Rifiuta il cibo, è insonne e spesso va
in preda ad agitazione motoria. E’ disorientato e parzialmente
confuso. Diagnosi: Amenza”.
Nota
dell’Ufficio Maggiorità, Ospedale Militare Succursale di Riserva,
Cremona, 27 dicembre 1917: “Oggetto: militare alienato riformato.
Pregiasi comunicare alla S.V. Illma. che oggi venne riformato per
alienazione mentale, non dipendente da causa di servizio il soldato
del 85° Regg. Fanteria S. G. (…)”.
Trasferito al
Manicomio di Messina il 31 dicembre 1917.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di
Messina, 30 dicembre 1917: S. G. “fu qui accolto in preda a un
episodio amenziale. Cessati i fenomeni acuti, offre sintomi di
esalamento maniaco. E’ inquieto, disordinato, clamoroso, insonne,
violento contro gli oggetti e talora contro le persone”.
Lettera della
moglie di S. G. al direttore del Manicomio di Cremona, 02 gennaio
1917 [1918]: “Ill.mo Sig.r Direttore (…) profittando della sua
squisita gentilezza mi permetto pregarla, che qualora le pratiche
per la riforma e per l’avvicinamento, conseguentemente, all’ospedale
della provincia dovessero ritardare a venire, sarà ancora cortese e
gentile volerle sollecitare. Ella, certamente, che avrà famiglia
comprenderà quali apprensioni ambasce e dolori si soffrono in queste
circostanze. Mi affido al suo cuore di padre e ringraziodola
infinitamente con i più sinceri ed umili ossequi mi creda. (…). P.S.
Le sarei grato se Ella potrà far presente al mio sposo tutte le
persone affezionate di famiglia per vedere l’impressione che ne
ricaverà dandomene una piccola relazione”.
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81.
Cartella
clinica: S. O. |
Numero
d’Ingresso: 2615 |
Provenienza:
Budrio (Bologna) |
Soldato: ? |
Ammesso: 11
settembre 1917 |
|
NOTE:
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di
Bologna, 12 novembre 1917: “Viene trasferito a codesto istituto, per
cura dell’Autorità Militare, il soldato di contro distinto. Egli è
affetto da demenza precoce paranoide e fu prosciolto per infermità
mentale dalla imputazione di diserzione per parte di questo
Tribunale di guerra”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 15 novembre 1917: “Il ricoverato
S. O. (…) è stato dimesso il giorno 15 novembre 1917, ritirato
dall’Autorità Militare, per essere trasferito al Manicomio di
Bologna”.
Comunicazione
del direttore dell’Ospedale Provinciale “Francesco Roncati” in
Bologna per Infermi di Mente al direttore del Manicomio di Cremona:
“Li 20 Novembre 1917. Richiesta di documento relativo al soldato
riformato S. E. Ill.mo Signor DIRETTORE del Manicomio Provinciale di
CREMONA. Poiché (…) è stato dichiarato che l’infermità mentale si
deve presumere dipendente da causa di servizio quando sia riportata
od aggravata in occasione di servizio in zona di guerra, è
necessario mi faccia tenere (…) un certificato rilasciato
dall’Autorità che ha pronunciato la riforma del soldato S. E., qui
inviato da codesto Manicomio il 16 corrente, dal quale si
rilevino le testuali seguenti dichiarazioni: 1) se l’infermità sia
stata o meno provocata da cause di servizio dipendenti dalla guerra;
2) se l’infermità venne riportata od aggravata in occasione di
servizio prestato in territorio dichiarato zona di guerra”.
Risposta del
direttore del Manicomio di Cremona, 26 novembre 1917: “In merito
alla lettera di contro indicata, questa Infermeria Presidiaria mi da
semplicemente notizia per il ricoverato S. della comunicazione di
riforma, per malattia non dipendente da cause di servizio. (…).
Qualora la V.S. voglia insistere nella richiesta, conviene si
rivolga alla Infermeria Presidiaria di Cremona”.
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82.
Cartella
clinica: T. G. |
Numero
d’Ingresso: 2564 |
Provenienza:
Pistoia |
Soldato: 4°
Reggimento Artiglieria |
Ammesso: 17
giugno 1917 |
|
NOTE:
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“17 giugno.
Entrato in osservazione. Clamoroso.
18 giugno. A’
preso olio di ricino. (…)
20 giugno.
Alzato dopo pranzo.
26 giugno.
Rimasto in letto perché diceva che il caffè era avvelenato.
27 giugno.
Alzato dopo la visita.
14 luglio.
Lasciato in letto, à tentato di farsi del male.
22 luglio.
Dimesso”.
10 luglio
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi. “Presenta evidente
deficienza psichica di natura congenita. Su questa base si sta
svolgendo un episodio di esaltamento maniaco. E’ disordinato,
irrequieto e talora violento contro gli oggetti e le persone.
Diagnosi: Esaltamento maniaco in soggetto frenastenico”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 23 luglio 1971: “Il ricoverato
(…) T. G. (…) d’anni 18 di stato civile celibe ammesso in questo
Manicomio il 17 giugno 1917 è stato ritirato dall’Autorità Militare
il 22 corrente per essere trasferito al Manicomio della sua
provincia”.
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83.
Cartella
clinica: T. G. B. |
Numero
d’Ingresso: 2591 |
Provenienza:
Trevico (Avellino) |
Soldato: 233°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 30
luglio 1917 |
|
NOTE:
Comunicazione
della Croce Rossa Italiana, Ospedali Territoriali di Cremona, al
direttore del Manicomio di Cremona, 30 luglio 1917: “Si richiede il
ricovero nel Manicomio Provinciale di Cremona del soldato T. G. B.
di Pietro, del 233° Fanteria – 6a Compagnia – nato il
4.I.1885 a Trevico (Avellino) – Dì 30 luglio. Stamane il malato,
deludendo, la sorveglianza degli infermieri, ha abbandonato
l’Ospedale lasciando una lettera sconclusionata nella quale
dichiarava che si sarebbe annegato nel vicino fossato. Venne tosto
steso rapporto al Comando dei RR. Carabinieri e al Signor Colonnello
Medico. Frattanto nelle ore pomeridiane il T. veniva sorpreso nelle
vicine campagne, ed invano rincorso. Più tardi accompagnato da
alcune donne si presentava all’ospedale. Esaminato ben tosto dal
sottoscritto fu riconosciuto facilmente che le sue condizioni
psichiche erano anormali e giudicandolo pericoloso a sé e forse agli
altri, con l’autorizzazione del Signor Colonnello Medico, Direttore
dell’Ospedale Militare locale, viene traslocato al Manicomio
Provinciale di Cremona. Con tutta osservanza, il Direttore D.R.”.
02 settembre
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Presenta allucinazioni
della cenestesi e idee deliranti a contenuto ipocondriaco e
persecutorio. Profonda depressione dell’umore, per cui ha presentato
propositi di suicidio. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
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84.
Cartella
clinica: V. F. |
Numero
d’Ingresso: 2486 |
Provenienza:
Grumello (Cremona) |
Soldato: 6a
Compagnia Sussistenza |
Ammesso: 09
dicembre 1916. |
|
NOTE:
Ospedale
Militare di Riserva – Imola. Reparto Psichiatrico: “Note cliniche
per l’invio in Manicomio del Sold. V. F. di Gregorio e di F. Teresa
nato l’anno 1886 nel Comune di Grumello (Cremona). – Nulla si sa dei
precedenti personali ed ereditari del soggetto: le notizie che egli
stesso fornisce sono scarse, e poco attendibili. E’ in servizio
militare da 7 mesi ed ha sempre prestato servizio di malavoglia
richiedendo sovente visita medica e venendo spesso punito di
prigione perché non riconosciuto: insistendo nelle sue lamentele fu
finalmente mandato in osservazione a questo reparto Psichiatrico.
Dal suo ingresso a tutt’oggi si è mantenuto profondamente e
costantemente depresso, dà scarse notizie sul suo conto e
brevemente, con fare scontroso ed annoiato. Manifesta idee deliranti
di danneggiamento: dice che l’anno stregato e avvelenato
inettandogli il veleno al torace di dove si è sparso per tutto il
corpo. Crede che i suoi famigliari siano tutti morti e ne tiene
spesso in mano la fotografia che contempla lungamente e che non si
lascia in alcun modo togliere di mano. Spesso piange, accusa
disturbi vaghi che interpreta come conseguenza dell’avvelenamento di
cui è vittima. Si nutre scarsissimamente e spesso rifiuta il cibo:
ha la lingua fortemente impacciata, e l’alito fetido. Rifiuta spesso
di obbedire ad ordini elementari come quello di mostrare la lingua
ed allora afferma di star bene, d’essere completamente guarito. Sta
abitualmente in letto, rannicchiato sotto le coperte senza
interessarsi affatto all’ambiente, con espressione addolorata, cupo
e taciturno senza volontà e desiderio di sorta: qualche volta si
mostra preoccupato dall’idea che altri creda simulata la sua
malattia e allora prega il medico di persuadere i suoi superiori che
non è un simulatore. Dorme pochissimo, non è sudicio: somaticamente
è deperito. Si ritiene affetto da melancolia con idee ipocondriache
e ritenendolo pericoloso per sé e per gli altri si invia al
manicomio della [?] propria Provincia proponendolo alla superiore
autorità militare per la riforma. (…) Imola 8 Dicembre 1916”.
Ordinanza del
giorno 08 dicembre 1916 del R.Pretore del Mandamento di Imola, Avv.
Luigi Calducci, che “ha pronunciata la seguente Ordinanza sulla
domanda fatta dal Signor Capitano Medico Dott. Luigi Baroncini,
Dirigente il Reparto Psichiatrico di questa Dep. Militare tendente
ad ottenere che sia autorizza l’ammissione, in via provvisoria, al
manicomio del militare sold. V. F. (…). Visto il certificato
rilasciato in data di oggi stesso (…) Ritenuto che da tali documenti
risulta in modo non dubbio che il predominato sold. V. F. è affetto
da alienazione mentale (…) Per questi motivi Autorizza l’ammissione
in via provvisoria, nel Manicomio pro.le di Cremona”.
Nota del
direttore del Reparto psichiatrico dell’Ospedale Militare di Riserva
di Imola, Luigi Baroncini, al direttore del Manicomio di Cremona, 15
gennaio 1917: “Mi prego informare la S. V. che per il soldato V. F.
(…) il Tribunale di Guerra di Bologna con sentenza in data 16
dicembre 1916 ha dichiarato non luogo a procedere per il reato di
cui era imputato, per avere egli agito in istato di completa
infermità mentale (…)”
02 luglio
1917, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Dopo 7 mesi di servizio
militare fatto di mala voglia, fu in osservazione nel reparto
psichiatrico dell’Ospedale militare di Imola, dal 12 novembre al 9
dicembre 1916, e risultò affetto da melancolia, per cui venne
riformato dal servizio militare. Qui trasferito, si presenta
depresso, con idee deliranti di colpa, di condanna e ipocondriache.
Se ne sta appartato, chiuso in sé stesso, si rifiuta a seguire
qualunque consiglio, stenta a nutrirsi è insonne. Diagnosi:
Melancolia”.
Nota non
firmata [ma del direttore del Manicomio di Cremona, Renato Rebizzi]
in data 4 [illeg.] 1917: “Con l’acclusa istanza, M. T. chiede di
ritirare in casa il marito V. F. qui ricoverato dal 9 dicembre 1916.
Questi è un soldato, affetto da grave depressione dell’umore, con
idee deliranti di colpa, di condanna e ipocondriache. Se ne sta
appartato, chiuso in sé stesso, si rifiuta a seguire qualunque
consiglio, stenta a nutrirsi ed è insonne. Si tratta pertanto di un
malato di mente affetto da Melanconia la cui assistenza è assai
difficile e laboriosa. Vista inoltre la diagnosi, è chiaro che il
malato sia propenso ad atti di violenza contro sé medesimo. Dunque
non credo possibile da dimissione, a meno che la famiglia di ostri
di poter avere in casa lo stesso ambiente di cura e di custodia che
si trova nel Manicomio. E’ anche opportuno attendere, perché si
spera che il malato migliori al punto da poter esser dimesso senza
che occorra prendere particolari provvedimenti per la di lui
custodia”.
Nota
dell’Ufficiale Sanitario del Comune di Grumello Cremonese ed Uniti
alla Direzione del Manicomio di Cremona, 01 settembre 1940: “V. F.
(…) professione giornaliero stato civile vedovo data della
dimissione dal manicomio 1917 RELAZIONE Nessuna malattia fisica
degna di nota (…) guarito dal lato mentale”.
Nota
dell’Ufficiale Sanitario del Comune di Grumello Cremonese alla
Direzione del Manicomio di Cremona, 01 gennaio 1948: “V. F. (…)
professione contadino stato civile vedovo data della dimissione dal
manicomio 21.11. 1917 RELAZIONE stazionario”.
|
Figura 9
“Cremona. 23 Febbraio 1912
L’eroica morte del
Capitano Verri in Tripolitania”.
Anno 1918
85.
Cartella
clinica: EA. E. |
Numero
d’Ingresso: 2846 |
Provenienza:
Corte de’ Cortesi (Cremona) |
Soldato: 7°
Reggimento Bersaglieri |
Ammesso: 01
novembre 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del comandante del 7° Reggimento Bersaglieri al direttore del
Manicomio di Cremona, 30 ottobre 1918: “(…) si comunica che ad
analoga richiesta rivolta dallo scrivente al Comando del Deposito
Convalescenza Tappa di Romano Lombardia detto Comando ha informato
che il bersagliere A. E. venendo dichiarato disertore per essersi
allontanato da quel reparto il mattino del 18 corrente. Tuttavia
detto militare non venne finora denunciato al competente tribunale
di Guerra perché quel Comando era in attesa di risposta dei RR.CC.
ci Casalbuttano incaricati del di lui rintraccio ed arresto”.
Nota del
direttore del Manicomio, 05 dicembre 1918: “Il militare di contro
distinto, il quale disertò dal Deposito Tappa di Romano Lombardia,
poi tentò il suicidio ferendosi gravemente e in fine fu ricoverato
in questo Manicomio il 1 Novembre 1918, ha presentato una sindrome
grave di nevrosi depressiva evidentemente iniziatasi prima della
diserzione e che perciò lo rende irresponsabile dei suoi atti”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 29 dicembre 1918: “A.E. (…) è
stato ammesso in questo Ospedale il 1 novembre 1918 e fu
riconosciuto affetto da malattia mentale in forma di frenosi
depressiva evidentemente iniziata da oltre un mese. Viene dimesso
oggi per miglioramento”.
|
86.
Cartella
clinica: A. S. |
Numero
d’Ingresso: 2787 |
Provenienza:
San Cataldo (Caltanisetta) |
Soldato: 4°
Reggimento Artiglieria |
Ammesso: 18
giugno 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Capitano medico al Comando del Centro di Mobilitazione del 4°
Regg.o Artiglieria, Cremona: “Oggetto: Dichiarazione medica di
proposta d’invio al locale Manicomio del Sold. A. S. Cremona 17
Giugno 1918. Stamane verso le 8 sono stato chiamato alla Caserma
Pagliari a visitare il sold. A. S. (…). Egli trovasi steso sulla sua
branda, legato alle mani e ai piedi; e dibattentesi con [illeg.] gli
sforzi per sciogliersi. E’ un individuo di costi[illeg.], tornato
ieri da una licenza di convalescenza perché ricoverato [?] al locale
Ospedale militare in seguito a contusione al [illeg.] sinistro (…).
Riferisce un graduato che (…) il militare in parola cominciò,
iersera verso le 20 a camminare su e giù per la camerata senza dir
parola, e senza molestar nessuno fino alle 3 di stamattina. Allora
afferrato [?] un pezzo di legnò cominciò a battere sulle brande,
gridando [illeg.] perché. Avvicinato dai compagni tentò di
percuoterli ma [illeg.] all’impotenza e legato alle mani e ai piedi
per tutta la notte, senza mai emettere alcun grido, si dimenò [illeg.]
cercando di sciogliersi dai legami. Tolti i legami, ho fatto
applicare la cintura di sicurezza, e l’ò fatto trasportare
temporaneamente all’Infermeria / Reparto Isolamento. Ho cercato di
interrogarlo, ma non ha mai proferito parola; solo tiene gli occhi
continuamente [illeg.] e fissi; le pupille sono [illeg.] e non
reagiscono alla luce artificiale d’un fiammifero. (…) Date queste
condizioni ritengo doveroso venga inviato in osservazione presso il
locale Manicomio, e ricoverato d’urgenza perché da ritenersi
pericoloso se non a sé, certamente agli altri”.
Nota
dell’Economo del Manicomio di Cremona al Servizio Pensioni –
Direzione Generale delle Pensioni di Guerra – Ministero delle
Finanze, Roma, 07 luglio 1931: “(…) riassumo la cartella clinica
concernente l’ex ricoverato A. S. Questi, ritornato in una caserma
di Cremona da una licenza di convalescenza che aveva ottenuto in
seguito a contusione e sinovite al ginocchio sinistro, entrò
improvvisamente in uno stato di agitazione e confusione mentale con
sintomi somatici di irritazione cerebrale, particolarmente midriasi,
contratture e tremore. Fu ricoverato d’urgenza nel nostro Istituto
il 18 giugno 1918 e qui ritornò subito in condizioni di lucidità; ma
fu rilevato che aveva allucinazioni e idee deliranti a contenuto
persecutorio, talora depressione dell’umore che giungeva fino allo
stato stuporoso, altre volte atteggiamenti fissi catatonici e spesso
compiva atti impulsivi violentissimi contro le persone e gli
oggetti, mostrandosi assai pericoloso, anche perché dotato di forza
non comune. Si fece diagnosi di demenza precoce catatonica.
L’ammissione fu confermata con decreto di questo Tribunale del 22
agosto 918, il paziente fu riformato dal servizio militare il 29
dello stesso mese e fu trasferito al Manicomio della sua provincia
il 13 settembre 1918”.
|
87.
Cartella
clinica: A. A. |
Numero
d’Ingresso: 2786 |
Provenienza:
Castelleone (Cremona) |
Soldato: / |
Ammesso: 14
giugno 1918 |
|
NOTE:
Proveniente
al Manicomio di Cremona dal Manicomio di San Girolamo, Volterra. A
Volterra A. A. era giunto dopo una lunga convalescenza dall’Ospedale
Militare Principale di Livorno per “Istero epilessia in soggetto
alcolista. Non dipende da causa di servizio” (12 giugno 1918).
Frenocomio di
San Girolamo, Sezione Psichiatrica Militare, nota 11 giugno 1918:
“OGGETTO: Soldato A. A. di Giosué – classe 1877. Anamnesi. Padre
morto di carcinoma gastrico, madre di cardiopatia. Nessuna malattia
pregressa fino ai 7 anni, quando in seguito ad un forte spavento per
essere stato investito da un carro venne colto da tremore diffuso e
pochi giorni dopo da accessi convulsivi. Nega malattie veneree.
Alcolista. Presta servizio militare dal 1916. Nell’ottobre 1917 fu
ricoverato per convulsioni all’Ospedale 37 della IVa
Armata, dove furono riscontrati accessi convulsivi istero
epilettici. Esame obbiettivo. Costituzione scheletrica e stato di
nutrizione mediocre. (…) Riflessi cutanei e tendinei normali.
Diminuita la dolorabilità tattile e dolorifica. Tremore delle
palpebre socchiuse. Esame psichiatrico. Durante la degenza sono
stati constatati parecchi accessi convulsivi, caratterizzati da
perdita di coscienza, contrazioni fonico-cloniche, midriasi con
rigidità pupillare transitoria, breve durata dell’accesso (5 minuti)
e successivo periodo di sopore con amnesia della crisi. Non vi è
cadute con produzione di ferite, non morsicatura della lingua, non
fenomeni asfittici, non modificazioni gravi di riflessi profondi. E’
un soggetto dedito all’alcool e presenta riduzione notevole delle
facoltà intellettive, ideazione sconnesse, memoria labile con poca
affettività. Diagnosi: ‘Istero epilessia in soggetto alcoolista’
(Non dipendente da causa di servizio)”.
|
88.
Cartella
clinica: B. P. |
Numero
d’Ingresso: 2617 |
Provenienza:
Fiesse (Brescia) |
Soldato: 67°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 03
settembre 1917 |
|
NOTE:
Diario delle
Malattie Intercorrenti, 03 novembre 1917:
“03
settembre. Entrato in osservazione. Confuso. (…)
17 settembre.
Non parla. Ostinato non vuole farsi fare la barba. (…)
27 settembre.
A’ incominciato a parlare. (…)
09 ottobre.
Rimasto in letto non a’ voluto mangiare. (…)
26 ottobre.
Alzato, ritornato in letto indisposto. (…)
05 novembre.
Rimasto in letto, non a’ voluto mangiare.
06 novembre.
Alzato dopo pranzo.
08 novembre.
Non a’ voluto alzarsi.
09 novembre.
Con un lenzuolo attaccato a l’inferriata della sua camera a’ tentato
d’impiccarsi. (…)
12 novembre.
Alzato dopo pranzo. (…)
29 novembre.
Rimasto in letto non a’ voluto mangiare. Sempre Melanconico. (…)
27 dicembre.
Non a’ mangiato niente in tutta la giornata. (…)
27 gennaio
1918. Sempre Melanconico. (…)
10 febbraio.
Ostinato non vuole farsi fare la barba. (…)
20 febbraio.
Internato”.
Lettera della
moglie, 29 dicembre 1917: “Carissimo P. da tanto tempo che attendo
tue notizie che siamo ansiosi tutta la famiglia, tua moglie e
figli. no ton[illeg.] di noi tutti si troviamo di ottima così
speriamo che sara dalla tua Primo rispondermi se ti anno fatto il
Processo dimmi se ai piacere se dovessi venirti di trovarti. Saluti
tutta intiera famiglia tua Moglie. Signori Infermieri gli domando il
favore se mio marito non si trova capace di scrivere lui se mi fa il
favore a rispondere alla sua famiglia dando i nostri saluti e
ringraziamenti”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 25 febbraio 1918: “(…) fino a
ora il malato non era trasportabile per la sua agitazione, in genere
per la sua estrema pericolosità, e per le condizioni generali [illeg.]
modestissime a causa di sitofobia ostinata. Ora è in condizioni
generali un poco migliorate ed è abbastanza calmo poiché si renda
trasportabile. Presenta una forma di amenza, evidentemente si [illeg.]
malattia in decorso cronico, in fatti si sono risolti i fenomeni
acuti ed è subentrata una sindrome di demenza precoce catatonica,
malattia mentale da cui è affetto il B.”.
|
89.
Cartella
clinica: B. A. |
Numero
d’Ingresso: 2710 |
Provenienza:
Duemiglia (Cremona) |
Soldato: 394a
Centuria |
Ammesso: 25
dicembre 1917 |
|
NOTE:
10 gennaio
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che fu qui
accolto in condizioni di lieve esalamento maniaco, cui ha fatto
seguito una profonda sindrome depressiva. Presenta allucinazioni e
idee deliranti con colorito melanconico, stato ansioso, insonnia.
Diagnosi: frenosi maniaco-depressiva”.
28 Febbraio
1925, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “B. A. (…) è stato ammesso
in questo Ospedale il 25 Dicembre 1917 ed è stato dimesso in via di
prova per miglioramento il 27 dicembre 1918. Fu riscontrato [illeg.]
di infermità mentale in forma di frenosi depressiva. L’ammissione fu
confermata con decreto Trib. n.5 in data 14 gennaio 1918. Risulta
che, durante il servizio militare prestato in guerra, subì gravi
impressioni per alcune valanghe da cui furono uccisi molti soldati i
quali erano con lui. Ammalatosi di mente, venne in licenza di
convalescenza e poi fu internato nel Manicomio, ove presenta tali
sintomi emotivi da far ritenere che la malattia mentale possa essere
causata dal servizio militare”.
|
90.
Cartella
clinica: B. G. |
Numero
d’Ingresso: 2799 |
Provenienza:
Thiene (Vicenza) |
Soldato: 57°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 09
luglio 1918 |
|
NOTE:
Nota del
Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, 09 luglio 1918:
“Il soldato della 62a Comp. Presidiaria B.G. (…) da
cinque giorni presenta sindromi di esquilibrio mentale, consistente
in modo speciale in una grande agitazione ed insonnia: il padre è
morto al Manicomio, ed anche l’odierno malato fu ricoverato altre
volte all’Ospedale Militare Comparto Epilettici”.
14 agosto
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Il padre morì nel Manicomio
e il soggetto pare vi fu altra volta ricoverato temporaneamente.
Temperamento nervosico, di cui è prova un vivace tremore diffuso di
natura ereditaria. Si è ammalato con depressione dell’umore, stato
ansioso e tendenza pericolosa verso sé stesso. Diagnosi: Frenosi
depressiva”.
|
91.
Cartella
clinica: B. C. |
Numero
d’Ingresso: 2634 |
Provenienza:
Barzaniga (Cremona) |
Soldato: 25°
Cavalleggeri |
Ammesso: 01
novembre 1917 |
|
NOTE:
B.C. fu
trasferito al manicomio di Cremona proveniente dal Manicomio della
Provincia di Pavia in Voghera il 26 ottobre 1917. A Voghera risulta
ricoverato dal 23 maggio 1917 in arrivo dall’Ospedale di Udine S.
Osvaldo.
Nota non
firmata dal Manicomio di Voghera, Reparto Neuro-Psichiatrico, al
direttore del Manicomio di Cremona, 26 ottobre 1917: “Presenta
spiccato delirio di persecuzione sentendo da allora allucinazioni
acustiche. Tono sentimentale depresso, facilmente emozionabile. Un
certo grado di deficienza mentale. Nei periodi di calma, che
succedono specialmente quando gli si cambia ambiente, si presenta
abbastanza orientato. Tranquillo e logico. Ma a poco a poco il nuovo
ambiente gli torna ostile, si sente dileggiato, e diventa impulsivo
con tendenza a farsi del male”.
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“01 novembre.
Entrato in oss. Tranquillo.
04 novembre.
Alzato dopo pranzo. (…)
12 novembre.
A’ cominciato a piangere alle 13.15 fino alle 14, dicendo che tutti
li vogliono male e fucillare. (…).
28 novembre.
E’ stato tutta la giornata Melanconico dicendo che lo volevano
fucillare.
05 dicembre.
A’ continuato a piangere dalle 13 alle 14.
06 dicembre.
Rimasto in letto melanconico.
07 dicembre.
Bagno prolungato. Sempre melanconico prende medicina di opio etere.
(…)
04 gennaio
1918. Messo in letto prima della cena; esaltato ingiuriava i suoi
compagni amalati e gli infermieri. (…)
24 dicembre.
Internato”.
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92.
Cartella
clinica: B. L. |
Numero
d’Ingresso: 2740 |
Provenienza:
Offanengo (Cremona) |
Soldato: 67°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 16
marzo 1918 |
|
NOTE:
B. L. fu
trasferito al Manicomio di Cremona proveniente dal Manicomio di
Como. In precedenza B.L. era stato ricoverato presso il Manicomio di
Crema (dal 06 aprile 1917).
Nota del
direttore del Manicomio di Como, 15 marzo 1918: “B. L. (…) soldato
67°. Fanteria Entrato il 12 Dicembre 1917 ‘Eredità pazzesca in linea
collaterale materna. Il soldato B. è affetto da fragilità
costituzionale. Ha manifestazioni scrofolose. Fu ricoverato l’anno
scorso al Manicomio di CREMA. Ai primi di dicembre del 1917 si
allontanò dalla caserma; fu sorpreso in treno in uno stato di
confusione, e quindi inviato come affetto da delirio confusionale.
La sindrome persiste ancora, benché meno complessa. Diagnosi: STATO
AMENZIALE. E’ di competenza manicomiale”.
Cartella
clinica, Manicomio di Crema: “Data del’ingresso: 6 Aprile 1917.
DIAGNOSI Fren. maniaca depressiva. (…) 7 Aprile 1917. Dai dati
anamnestici, pare non risultino fatti a carico della sfera nervosa
né linea ascendente, collaterale o discendente. (…) Da un giorno il
malato dà in esplosioni di delirio rumoroso a sfondo [?] mistico.
(…) 8 Aprile 1917. Verso le ore 7,30 l’ammalato si fa agitato e
pericoloso. Dà pugni e calci; e scappa dall’infermeria, non ha
interesse [?] di tenere il letto. Si isola il B. in una stanza ove
non possa fare danni né a sé né agli altri. (…) 11 Aprile. Ieri sera
passeggiata, in camicia pel corridoio. (…) 12 Aprile. Mentre sta in
bagno, manifesta idee sovversive: vuol scappare dal manicomio perché
non si crede pazzo: vuol spaccarsi la testa contro il muro: persiste
la logorrea. 13 Aprile Durante la notte, il malato si agita, tenta
scardinare gli usci, cerca evadere…. Costretto colle maniere dolci a
rientrare in letto, sferra calci, irride gli inservienti, lancia
pugni…. Grida come un forsennato [?] e riesce di grave nocumento ai
vicini. Viene posto in camera di isolamento. Gli infermieri sono
autorizzati a mettere delle fascie di contenimento specialmente
durante la notte quando l’assistenza è più difficile. (…) 15 Aprile.
Si permette al paziente di stare alzato dal letto (…). 19 Aprile
Tranquillo, ma querulo = malcontento di qualsiasi trattamento che
gli viene amorevolmente usato”.
Lettera del
padre al direttore del Manicomio di Cremona, 23 aprile 1918: “Il
sottoscritto padre del ricoverato B. L. di Antonio riformato della
Classe 1889 (…) prega la S.V. perché voglia permettere la dimissione
di detto suo figlio da codesto istituto anche per aderire al
desiderio verbalmente espressogli di voler tornare in famiglia. Per
le pratiche necessarie lo scrivente si dispone ad assumere le dovute
garanzie (…)”.
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93.
Cartella
clinica: B. C. |
Numero
d’Ingresso: 2811 |
Provenienza:
Genzano (Roma) |
Soldato: 10°
Artiglieria da Fortezza (Piacenza) |
Ammesso: 03
agosto 1918 |
|
NOTE:
“Tribunale
di Guerra di Cremona – ATTO di ACCUSA – L’Avvocato Militare Visti
gli atti contro B. C. di Antonio e di S. Filomena nato il 12
dicembre 1891 a Genzano (…) Imputato dei reati di rifiuto di
obbedienza, insubordinazione con insulti minaccia e vie di fatto
contro superiore non ufficiale, danneggiamento (…) perché il 10
maggio 1918 in Piacenza si rifiutava di obbedire all’ordine datogli
dal Caporale di giornata M. V. (…) indi essendo accorso il sergente
d’ispezione B. P. lo insultava con parole non precisate e commetteva
contro il medesimo vie di fatto. Armato poi d’un grosso legno
fracassava vetri e cavalletti delle prigioni del Corpo, minacciando
i militari accorsi e causando all’amministrazione militare un danno
superiore alle lire 50. (…) Cremona, lì 24 - 7 - 1918”.
“Tribunale
di Guerra di Cremona – ATTO di ACCUSA – L’Avvocato Militare Visti
gli atti contro B. C. di Antonio e di S. Filomena nato il 12
dicembre 1891 a Genzano (…) Imputato (…) perché il 28 Marzo 1918 si
rifiutava di eseguire l’ordine datogli dall’Ufficiale di picchetto
Tenente T. sig. G., e poi dal Caporale di giornata C. B. e dal
sergente d’Ispezione M. G. di passare alla prigione; inoltre facendo
atto di lanciarsi minacciosamente contro l’Ufficiale e i graduati
insultava i medesimi con le parole: Vigliacchi, traditori,
assassini, con l’aggravante della recidiva (già condannato ad anni
quattro di c.m. con sentenza del Tribunale Militare di Roma, per
reato di insubordinazione. (…) 25 – 7 – 1918”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Presidente della Corte
d’Assise, s.d.: “In seguito a telegramma della S.V. informo che B.
C. fu in questo Manicomio dal 3 Agosto al 14 Settembre 1918 per
ordine Ufficiale Istruttore del Tribunale di Guerra di Cremona, fu
sottoposto a perizia e si ritenne affetto da imbecillità morale e
intellettuale e meritevole di assoluzione per infermità di mente
dalle varie imputazioni che pesavano su di lui”.
|
94.
Cartella
clinica: B. G. |
Numero
d’Ingresso: 2813 |
Provenienza:
Milano |
Soldato: 26°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 08
agosto 1918 |
|
NOTE:
B. G. era già
stato ricoverato nel Manicomio di Cremona dal 07 marzo al 13 aprile
1918.
Nota del
medico militare: “Carcere Militare Preventivo, li 7 marzo 1918.
Dichiaro di aver visitato questa mattina nel Carcere Militare
preventivo il sold. B. G. e di averlo trovato nelle seguenti
condizioni: Supino sulla branda con il corpo disteso ed irrigidito:
il braccio destro appoggiato ad angolo sul petto con le dita aperte
ed appoggiate fortemente con le unghie nel petto. Il braccio
sinistro disteso lungo il corto e pure in condizione detta. Capo e
collo in [lleg.]. Pupille uguali e discretamente dilatate.
Contrattura dei massetteri e masticazione. Il ventre non è duro.
Oppone viva resistenza allo spostamento degli arti. I muscoli si
mantengono contratti. Interrogato, chiamato non risponde.
Spontaneamente a lunghi intervalli grida: mamma la medaglia! Il
polso è regolare. Le pupille non reagiscono alla luce. Interrogati i
circostanti vengo a sapere che qualche ora prima della mia visita ha
avuto vomito alimentare. Nel mattino aveva parlato come il consueto
senza dar segno di anormalità. Anzi essendo prossimo a traduzione si
diceva contento di dover partire. Rivisitato nel pomeriggio verso le
ore 15 trovai che la contrazione tonico muscolare era alquanto
rallentata. [illeg.] al mattino e alla sera. Non aveva accusato
cefalea. Nemmeno sembra abbia avuto occasione di inghiottire
sostanze velenose. Intervenuta alle ore 15 la moglie del paziente,
ha affermato che il marito da molto tempo dava segno di squilibrio
mentale compiendo stranezze in casa. Afferma pure che il padre del
marito era squilibrato e morì all’Ospedale Maggiore si Milano. Anche
la madre insana da 30 mesi, sarebbe squilibrata di mente. Per le
ragioni predette si ritiene opportuno far ricoverare il B. nel
Manicomio Prov. di Cremona ritenendolo pericoloso a sé e agli altri.
Il Capitano medico, Lazzaroni”.
S.d.,
Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che ha precedenti
ereditari di psicopatia. Presenta profondo decadimento psichico,
contegno assurdo e idee deliranti a contenuto persecutorio vaghe,
incostanti, fragmentarie. Diagnosi: Demenza paranoide”.
Lettera della
moglie al Direttore del Manicomio di Cremona, Milano 30 marzo 1918:
“Egregio Signor Professore Innanzi tutto la ringrazio delle cure che
presta a mio marito non avendo avuto a voce parole sufficienti di
ringraziamento essendo stata assalita dallo sconforto nel trovare
mio marito in uno stato di salute assai doloroso e pietoso. Le sarei
riconoscente e grata se volesse usarmi la cortesia di informarmi
della salute di mio marito acciò possa tranquillizzare almeno in
parte l’animo mio”.
Nota del 10
maggio 1918 del direttore del Manicomio al Colonnello comandante
l’Ospedale Militare Principale di Piacenza: “Il militare B. G. fu
Francesco di Milano, venne accolto in questo Manicomio il 07 marzo
1918 proveniente dal Carcere Militare Preventivo, ove presentò
evidentemente una accesso epilettiforme o una serie di accessi che
lo lasciarono in uno stato amenziale. Risulta che non è esente da
eredità psicopatica, che abusava di alcolici e che da molto tempo
era in preda a squilibrio psichico. Nel Manicomio ha presentato
dapprima una sindrome confusionale completa poi è divenuto lucido.
Ma era in preda ad allucinazioni e idee deliranti con contenuto
persecutorio vaghe e incostanti. Mostrava intelligenza notevolmente
decaduta e aveva talvolta stolidità del contegno. Fu fatta diagnosi
di demenza paranoide, malattia cronica, che senza dubbio data al
paziente da molto tempo. Il B. essendo lucido di mente, tranquillo e
ordinato nel contegno, fu dimesso dal Manicomio e affidato ai R.R.
Carabinieri il 13 Aprile 1918”.
Articolo del
quotidiano “La Provincia”, venerdì 09 agosto 1918: “Cronaca. Al
Tribunale di Guerra. Una scena pietosa. Imputato che si rompe la
testa contro le sbarre della gabbia. Ieri si è svolto il processo
contro B. G., imputato di due diserzioni e di furto con destrezza.
Il B. che fu condannato per ben 19 volte per il reato di furto con
destrezza si presenta oggi dopo essere stato ricoverato al manicomio
di Piacenza ed in quello di Cremona. Entrambi i sanitari si
accordarono per la completa infermità del B. Alla udienza il Prof.
Rebissi [sic!] direttore del nostro manicomio illustra una elaborata
perizia e dopo numerose contestazioni mosse dall’avvocato militare
cav. Leonello Manfredonia, conclude per la piena irresponsabilità.
Dopo brillante discussione sostenuta nello interesse della difesa
dall’on. Piatti del Foro piacentino da una parte e dall’avvocato
militare che sostenne in pieno la accusa definendo il B. un
abilissimo simulatore chiedendo la condanna allo ergastolo il
Tribunale pronunciava sentenza con la quale dichiarava il B. infermo
di mente ordinandone la sua chiusura in manicomio. Mentre il
Tribunale era ritirato per la deliberazione, il B. vedendo nel
pubblico la propria moglie che piangeva a dirotto fu preso da un
violento accesso e si gettava con tutta forza contro le sbarre della
gabbia ove era rinchiuso, producendosi ferita al capo. Per il pronto
intervento della forza pubblica che allontanava la moglie che nel
frattempo era presa da violenta convulsione, e di un medico che curò
il ferito, si esaurì l’incidente che comprovò maggiormente essere il
B. un ammalato di mente”.
14 agosto
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Trovandosi a disposizione
del Tribunale di Guerra, fu in questo Manicomio dal 7 marzo al 13
aprile 1918. Trasferitosi il tribunale a Piacenza, venne ricoverato
nel turno neuropsichiatrico di quell’Ospedale Militare Principale. A
Cremona e a Piacenza fu giudicato affetto da infermità totale di
mente. Ritornato il Tribunale a Cremona, il B. è stato processato e
assolto appunto per infermità totale di mente. Soffre allucinazioni,
idee deliranti incoerenti e profondo decadimento psichico con
stolidità di contegno. Diagnosi: demenza precoce paranoide”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di
Mombello, Milano, 14 marzo 1921: “B. G. fu qui degente (…). Fu
esclusa la simulazione e venne ammessa la diagnosi di demenza
precoce paranoide. Il malato gradatamente si riunisce quasi del
tutto. Essendo lucido, tranquillo e ordinato nel contegno fu dimesso
in via di prova e affidato a RR. Carabinieri che lo ricondussero in
carcere. (…) fu processato, assolto per infermità totale di mente e
ricoverato di nuovo l’8 agosto 1918 con sentenza, pure dell’8 agosto
1918, che disponeva per il ricovero a tempo indeterminato (…). Era
in condizioni pressoché uguali a quelle presentate durante la
precedente degenza, ma poi migliorò al punto da apparire un soggetto
normale, salvo a prescindere un lieve difetto globale delle facoltà
psichiche. Allora, il 9 ottobre 1918, fu trasferito a codesto
Manicomio. Era stato riformato il 16 settembre 1918. Per quanto
sopra è esposto, evidentemente la malattia mentale non fu causata
dal servizio militare, mentre si presume che fosse aggravata dal
patema d’animo sofferto per la chiamata alle armi”.
Nota di B.G.
al direttore del Manicomio di Cremona dalle Carceri Giudiziarie di
Milano, 01 giugno 1937: “Il sottoscritto prega codesto on.le
Direzione, compiacersi fargli pervenire il certificato su la
malattia per il quale fu ricoverato presso detto Manicomio negli
anni correnti tra il 1918 – 1919 e ciò da valersi per uso giustizia.
(…).L’Istante prega poter tener buona nota che trovavasi ricoverato
quale militare e in seguito a tale malattia fu assolto con la totale
irresponsabilità dal Tribunale Militare di Cremona”.
Nota di B.G.
al direttore del manicomio di Cremona dalle Carceri Centrali di
Agrigento, 23 febbraio 1940: “L’esponente con preghiera di benevole
accoglimento (…) compiacersi rilasciargli formale certificato giusto
l’esito della sua malattia, essendo stato ricoverato in codesto
Manicomio nell’anno 1919. Si chiede il certificato in parola in
carta libera per uso causa penale”.
|
95.
Cartella
clinica: B. G. |
Numero
d’Ingresso: 2717 |
Provenienza:
Offanengo (Cremona) |
Soldato: 67°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 22
gennaio 1918 |
|
NOTE:
Nota
del direttore del Manicomio Provinciale di Como, 22 dicembre 1917:
“Entrato il 18 Agosto 1917. B. G. (…) E’ risultato, pel tramite del
R.R.C.C., che un fratello è stato riformato per ‘alienazione
mentale’, che una prozia materna fu pazza, e che il ricoverato
bevitore facevasi eccitato e violento qualche volta. Risulta ancora,
da documento allegato, tabella nosologica per sifilitici, ch’egli,
nel Luglio 1915, fu curato per infezione luetica. E’ stato inviato
d’urgenza nel nostro istituto il 18 Agosto 1917. Si tratta di un
frenastenico grave ereditariamente predisposto: la sindrome di
eccitamento e di disordine improntata alla originaria mentalità del
soggetto, continua vivace nei primi tempi, del periodo di
osservazione è venuta in seguito apparendo episodicamente
accompagnata da morbosa impulsività e da caprolalia [sic]. Diagnosi:
STATO DI
ECCITAMENTO IN IMBECILLE”.
|
96.
Cartella
clinica: B. G. |
Numero
d’Ingresso: 2553 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato:
|
Ammesso: 02
giugno 1917 |
|
NOTE:
“Tribunale di
Guerra di Cremona. (…) L’Avvocato Militare (…) ha pronunciato la
seguente ORDINANZA nel procedimento contro B. G. fu Leonardo e P. R.
n.a Cremona il 18 Luglio 1880, Detenuto dal 15 Maggio 1917 IMPUTATO
(…) perché contrariamente al divieto della autorità militare, si
avvicinava alla polveriera Manicotti, allontanandosi solo quando la
sentinella sparò contro di lui due colpi di fucile, che per altro
non lo colpirono. Perquisita la sua abitazione furono rinvenute due
paia di scarpe appartenenti a militari. (…) pur sussistendo la
materialità dei fatti addebitatigli, non può di essi esser ritenuto
responsabile il Bodini che è letteralmente cieco, scimunito ed
affetto da evidente paralisi progressiva, visibile a qualunque
occhio profano, talché più che un provvedimento di giustizia penale,
s’impone nei suoi riguardi la necessità di ricoverarlo in un luogo
di cura. (…) Cremona 31 Maggio 1917”.
Comunicazione
del Direttore del Manicomio Provinciale di Cremona al Comune di
Cremona, 16 [illeg.] 1917: “B. G. (…) è stato ammesso in questo
Ospedale il 2 Giugno 1917 (…) è stato riconosciuto affetto da
malattia mentale in forma di demenza cerebropatica e si trova
degente nel Manicomio”.
Nota del
direttore del Manicomio al Presidente del Tribunale di Cremona, 30
agosto 1918: “ Il paziente è affetto da corea cronica progressiva
per cui è giunto a [illeg.] un grado assai probabile di demenza
cerebropatica semplice, cioè decadimento di tutte le attività
mentali senza nessun sintomo attivo di alienazione mentale. Inoltre
è giunto a quasi totale cecità. Qualsiasi madre può giudicare, con
la massima facilità, che trattasi d’un soggetto sotto ogni rapporto
assolutamente innocuo, degnissimo di essere dimesso dal Manicomio e
affidato alla madre”.
Nota del
direttore del Manicomio al Presidente del Tribunale di Cremona, 11
settembre 1918: “(…) la madre del ricoverato di contro distinto,
dopo avere per molto tempo e in ogni modo insistito affinché io la
secondassi nel desiderio di ritirare dal Manicomio il ricoverato
medesimo e dopo avere indirizzato formale istanza in proposito alla
S. V. I., mi fa sapere che non è più in grado di riprendere con sé
il figlio essendosi ammalata e non potendo perciò più assumersi la
responsabilità”.
Dalla
cartella clinica: “31 Ottobre 1918. L’A.[mmalato] è spirato stamane
Causa di morte dichiarata Corea”.
|
97.
Cartella
clinica: B. G. |
Numero
d’Ingresso: 2781 |
Provenienza:
Pigna (Porto Maurizio) |
Soldato: 24a
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 22
maggio 1918 |
|
NOTE:
Nota del
Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, s.d.: “Il
Soldato della 24° B-Compagnia Presidiaria B. G. (…) nato a Pigna
Porto Maurizio 15 Ottobre 1879 presentando Sintomi di squilibrio
mentale, consistente specificamente in accessi di malinconia, nella
tema che fosse di danno a sé e agli altri, a scanso di
responsabilità è proposto per il sollecito invio al Manicomio
Provinciale di Cremona”.
“Ferrari &
Toesca Legnami. Pigna 27 / 5 / 18. Egregia Signora Bordero, Con
nostra lettera del 14 corr. avvisammo il sig. Comandante del 65° a
Castelleone che vostro marito era stato esonerato per conto della
nostra Ditta quale boscaiolo; speriamo perciò ch’egli non tarderà
molto ad averne avviso ufficiale e venire subito a casa”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 18 Giugno 1918: “Presenta grave depressione
dell’umore con ansia precordiale [?], allucinazioni terrifiche e
idee deliranti a contenuto persecutorio, insonnia e agitazione
motoria. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Comunicazione da Pigna del 30 giugno 1918: “Illustrissimo Sig.
Direttore La moglie del soldato B. G. ricoverato in osservazione in
codesto manicomio, nonostante le di lei cortesi e premurose
assicurazioni sulla salute del marito, vive in una continua
apprensione, e desiderebbe perciò averlo vicino per poterlo andare a
vedere qualche volta, sperando che le sue visite possano essergli di
giovamento. (…) Perdoni l’indiscrezione [?] della domanda che le
rivolgo a nome della B. per tranquillizzarla; giacché il suo stato
di gravidanza avanzata unito alla preoccupazione dello stato del
marito la rende nervosa e irrequieta oltre l’usuale”.
Cartolina
postale della moglie di B. G. al direttore del Manicomio Provinciale
di Cremona, 04 giugno 1918: “Egregio Direttore, Dal giorno della mia
partenza da costà non ebbi più tregua, pensando allo stato di mio
marito. (…) Sono la moglie del soldato B. G. lasciato sotto la sua
direzione e cura. La ringrazio infinitamente e porga i miei saluti
al mio povero marito”.
Cartolina
postale della moglie, 12 giugno 1918: “Carissimo marito, arrivai a
casa con felicissimo viaggio, trovai la Celestina bene come tutti i
parenti. Tresca sta sempre attendendo la tua venuta, e tu guarda di
farti coraggio e presto potrai venire un po’ in convalescenza e ti
ristabilirai più presto, nella quiete della pace domestica. La
levatrice sta attendendo la tua venuta per far crescere famiglia e
ti saluta d’amore e ti esorta ad aver pazienza, in tanto attenderemo
tempi migliori. Abbiti affettuosi saluti dai parenti tutti ed amici,
e guarda di farti coraggio e ristabilirti presto e ritornare sano
presto fra noi. Uniti alla Celestina ti baccio con grande affetto
tua per sempre moglie Margherita”.
Nota del
direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 05 ottobre 1918, al
Sindaco del Comune di Pigna: “B. G. (…) nato il 15 Ottobre 1879 in
Pigna (Porto Maurizio) ivi domiciliato (…) è stato ammesso in questo
Ospedale il 22 Maggio 1918, ed è stato riconosciuto affetto da
malattia mentale in forma di frenosi depressiva. L’ammissione è
stata confermata con decreto di questo Tribunale N.88 del 24 Giugno
1918. Il paziente ha ottenuto la riforma dal servizio militare, per
alienazione mentale non dipendente da causa di servizio il 04 Giugno
1918. Essendo migliorato, venne trasferito il 6 Luglio 1918 al
Manicomio di Cogoleto”.
|
98.
Cartella
clinica: B. M. |
Numero
d’Ingresso: |
Provenienza:
Azzanello (Cremona) |
Soldato: 2°
Reggimento di Marcia (già nel 78° Reggimento di Fanteria) |
Ammesso: 10
settembre 1918 |
|
NOTE:
Nota del
Capitano medico dell’Ospedale Militare di Riserva di Soresina, 10
settembre 1918: “Chiamato ieri alle ore 16 al locale Caserma dei
Carabinieri ò trovati il Sold. B. M. in preda a delirio. Il. B.
tentava di battere la testa sul muro ed era a stento trattenuto da
vari militi; emetteva grida, digrignava i denti, aveva bava alla
bocca, pupilla dilatata. Il B. presentava anche segni di alterazione
prodotta dal vino. Non posso emettere giudizio sull’attacco che
presentava il B., per cui occorre che questi sia inviato in luogo
addatto per osservazione”.
Dalla
cartella clinica: “Diagnosi. Lieve episodio d’esaltamento di natura
alcolica”.
|
Figura 10
“Cremona 26-2-1912
Il Duca degli
Abbruzzi, da una Trib. Illustrata”.
99.
Cartella
clinica: B. P. P. |
Numero
d’Ingresso: 2792 |
Provenienza:
Alfianello (Brescia) |
Soldato:
Distretto Militare di Cremona |
Ammesso: 02
luglio 1918 |
|
NOTE:
Nota del
Capitano medico, Cremona 01 Luglio 1918: “Viene trasportato
d’urgenza alle ore 22 un individuo che porta in tasca il foglio di
congedo intestato a B. P. P. (…) nato il 25 ottobre 1888 in
Alfianello della Provincia di Brescia, Distretto di Cremona.
L’infermo è stato preso nella strada mentre si abbandonava ad atti
inconsulti. Attualmente non risponde alle domande che gli vengono
rivolte e pronuncia discorsi inconsulti e compie atti violenti con
chi l’avvicina. Giudicandolo affetto da alienazione mentale e
pericoloso a sé e agli altri si chiede il ricovero d’urgenza in
Manicomio”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio Provinciale di Cremona all’Ufficio
Istruzione del Tribunale di Guerra di Cremona, 10 ottobre 1918: “Il
detto militare fu qui accolto la notte del 2 Luglio 1918 alle ore 10
in preda a profondo stato amenziale certamente consecutivo ad
accesso epilettico. Qui ha avuto accessi convulsivi epilettici gravi
e seguiti da confusione psichica. Nei periodi, abbastanza prolungati
che intervengono tra gli accessi convulsivi, il malato è
perfettamente lucido ed esente da sintomi positivi di alienazione
mentale, però non è scevro dal così detto ‘carattere epilettico’ e
da qualche fenomeno con valore negativo, cioè da sintomi di lieve
deficienza mentale. Pertanto ho fatto presente, a scanso di pericoli
che il malato incontrerebbe nel carcere, l’opportunità di lasciarlo
qui”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 17 novembre 1918: B. P. P. “Fu portato in
Manicomio mentre era in preda a un grave equivalente psichico e
epilettico in forma di amenza. Questo accesso si è protratto alcuni
giorni con confusione mentale completa e grave agitazione motoria.
Si è poi riordinato, ma conserva il carattere epilettico e ha avuto
accessi convulsivi violenti. Era soggetto a una imputazione presso
il Tribunale di Guerra di Cremona, ma fu dichiarato nei confronti il
non luogo a procedere in data 18 Sett. 1918. (Diagnosi Frenosi
Epilettica)”.
|
100.
Cartella
clinica: B. F. |
Numero
d’Ingresso: 2784 |
Provenienza:
Cerignola (Foggia) |
Soldato: 4°
Reggimento Artiglieria da Campagna |
Ammesso: 02
giugno 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
dell’Ufficiale medico di guardia – Ospedale Militare Succursale di
Riserva di Cremona, 02 giugno 1918: “Ore 15. Viene portato stamane
d’urgenza dal Distaccamento del 4° Artiglieria Campagna di
Castelvetro Piacentino il soldato B. F. (…) nato il 27 Marzo 1899 a
Cerignola di Foggia con diagnosi di convulsioni epilettoformi. Il
malato non risponde per niente alle domande che gli vengono rivolte
e di tempo in tempo scatta in atti violenti cercando colpire e
mordere i presenti – viene temporaneamente trattenuto in Ospedale ma
data che tale stato non accenna a cambiare che anzi il malato è
sempre molto violento giudicandolo pericoloso a sé ed agli altri lo
si giudica bisognevole di urgente ricovero nel Manicomio locale”.
“Diario delle
Malattie Intercorrenti:
Giugno 2
Entrato in Oss.ne Confuso
Giugno 3 A’
preso olio di ricino.
Giungo 5 Non
parla. Orina sulla materassina
Giugno 10
Bagno prolungato
Giugno 13
Bagno prolungato. non parla
Giugno 14
Bagno prolungato.
Giugno 17 A’
incominciato a parlare.
Giugno 18
Bagno prolungato. Orina in letto
Giugno 19
Alsato dopo pranzo (…)
Giugno 22
Bagno prolungato
Luglio 10
Orina in letto
Luglio 22
Peso Chg. 60.800
Luglio 27
Internato”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 14 agosto 1918: “Venne qui in preda ad un
equivalente psichico assai prolungato senza dubbio di natura
epilettica in forma di amenza. Ora il paziente risulta affetto da
profonda deficienza psichica, con balbuzie e contegno puerile. In
Manicomio non ha avuto accessi convulsivi; ma offre stigme
d’epilessia, tra cui l’enuresi notturna, sicché tutte le notti bagna
il letto. Diagnosi: Imbecillità epilettica”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 12 settembre 1918: “il paziente
risulta affetto da profonda deficienza psichica con anomalie della
pronunzia e contegno talvolta puerile. In Manicomio non ha avuto
accessi convulsivi (…). Nel contegno è ormai così riordinato che
prestissimo sarà dimissibile dal Manicomio”.
Lettera della
madre di B. F. al direttore del Manicomio di Cremona: “Cechignola 12
ottobre 918. Ill.mo Signor Direttore mi perdonerete se da tanto
tempo avrei dovuto disimpegnare un mio dovere, cioè quello di
ringraziarla di tanta amabilità e paternità usate a mio figlio, il
quale dalla sua venuta qui non ancora posso dire che stia meglio di
come venne. Poi si è unita l’epidemia della spagnola che ci a
passata a tutti i dodici di famiglia non m’a procurato un pochino
tempo per scriversi e ringraziarla (…). Ora vi prego di farmi il
favore di mandarmi un vostro certificato il quale attesta l’entità
del male pel quale fu riformato per poterlo a qualunque richiesta
presentarlo a questi RR Carabinieri tanto per non farlo alteraie [?]
più di cervelo in caso di carcerazione”.
|
101.
Cartella
clinica: C. L. |
Numero
d’Ingresso: 2761 |
Provenienza:
Annicco (Cremona) |
Soldato:
|
Ammesso: 15
Aprile 1918. |
|
NOTE:
Comunicazione
della Direzione Sanitaria della Congregazione di Carità del
Frenocomio di S. Girolamo, Volterra, aprile 1918: “Oggetto: Sold. C.
L. di Francesco. Ha già ultimato il periodo di osservazione
nell’Ospedale Mil.e Psichiatrico di Reggio Emilia, da dove proviene,
e dove è stato riformato in seguito a rassegna con deliberazione del
14 Gennaio 1918 per ‘Frenastenia (Malattia non dipendente da causa
di servizio)’. Presenta deficienza mentale; risponde raramente alle
domande, se avvicinato ha qualche reazione motoria violenta e
qualche manifestazione di negativismo. E’ inerte, abulico, sta
sempre rannicchiato in un canto e non conversa con nessuno”.
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102.
Cartella
clinica: C. V. |
Numero
d’Ingresso: 2804 |
Provenienza:
Genivolta (Cremona) |
Soldato:
|
Ammesso: 22
Luglio 1918 |
|
NOTE:
Centro
Psichiatrico Militare di 1a Raccolta, Reggio Emilia, 17
Luglio 1918: “Risultato d’osservazione. [C. V.] entrava in
osservazione il 4 Giugno 1918 d’ordine dell’Osp. Mil.re di Tappa di
Mantova per Amenza con fase di arresto e sordomutismo psicogeno. Il
contegno strano, l’atteggiamento fisso, qualche movimento
stereotipato, un certo negativismo, l’apatia profonda, l’espressione
fisionomica, la sitofobia, con l’abulia, e il sudiciume che presentò
nel suddetto ospedale, lo fecero pronosticare probabilmente affetto
da demenza precoce. Nel nostro Reparto si mostrò piuttosto
confuso, torpido, di umore depresso, negativista, sitofobo, muto.Tali
sintomatologie venne punto modificandosi in progresso di terapia se
si toglie il solo atto che il paziente da qualche giorno in quà, si
nutre spontaneamente, e dorme abbastanza. Lo si giudica affetto da
amenza con fase di arresto e sordomutismo psicogeno. Lo si tirrene
pertanto inabile in modo permanente ed assoluto al servizio mil.re e
lo si propone per la riforma. La malattia non dipende da causa di
servizio. Il Direttore del Frenocomio di S.Lazzaro, Guicciardi”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Sindaco del Comune di
Genivolta, 16 settembre 1918: “In seguito a istanza di C. Agostino
che ha il figlio qui ricoverato, informo la S.V.I. che le visite del
padre sono vantaggiose al malato sofferente d’una forma depressiva e
perciò bisognoso di essere stimolato nella sua affettività
intorpidita. Ora il padre dichiara di essere così povero da non
avere mezzi per fare di tanto in tanto il viaggio fino a Cremona e
desidera d’essere sussidiato [poi cancellato e sostituito da parola
illeg.] da Codesto Comune, dalla Beneficenza Pubblica, ciò che mi
permetto raccomandare alla S.V.I.”.
Lettera del
padre di C. V., 13 novembre 1918: “Mio Caro direttore. Vego a lui
con questa misera lettera. Se mifa il piacere a darmi notizie del
mio figlio che sichiama V. C. se sta unpo più bene melafara sapere
(…) mi firmo il babbo di C. V. e poi mi fara il piacere di
Salutarmelo”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Sindaco di Genivolta, 10
agosto 1920: “C. V. (…) passò al Centro Psichiatrico Militare di Ia
Raccolta (…) affetto da amenza con fase di arresto e sordomutismo
psicogeno. Però presentava anche negativismo e altri sintomi che
facevano temere l’evoluzione della psicopatia in una sindrome
demenziale. Riformato dal servizio militare, fu trasferito al
Manicomio Provinciale di Cremona il 22 Luglio 1918, ove si
affermarono sempre più i sintomi di decadimento psichico e fu fatta
diagnosi di demenza precoce, malattia cronica, inguaribile che rende
totalmente e permanentemente inabili al lavoro il soggetto. Questi
fu dimesso in via d’esperimento, ancora malato, dal manicomio di
Cremona il 15 Dicembre 1918. Per quanto la demenza precoce poggi
generalmente su un fattore costituzionale, in questo caso, essendosi
la malattia iniziata con sintomi acuti amenziali e col sordomutismo
di natura psicogena, fenomeno amenziale tipico delle psicosi
belliche, senz anessun dubbio si deve giudicare che la malattia fu
causata dal servizio militare che il C. prestò in guerra”.
|
103.
Cartella
clinica: C. L. |
Numero
d’Ingresso: 2810 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato: 5°
Reggimento Genio Telegrafisti |
Ammesso: 30
luglio 1918 |
|
NOTE:
Certificato
medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona,
29 luglio 1918: “La nonna paterna morì in manicomio. Un cugino
suicida. Sviluppo normale. Sempre nervoso. (…) Notizie sull’attuale
malattia: Esaurimento in coincidenza col servizio militare. Forse ha
influito qualche disagio per la vita lontano dalla famiglia. Da
circa 15 giorni è in condizioni mentali morbose. Ha allucinazioni e
idee deliranti, ritiene cioè di essere perseguitato e sente dei
veleni nei cibi. E’ insonne, clamoroso, [Illeg.] (…). Misure di
sicurezza adottate in casa, bromurici, ricostituenti. E’ pericoloso
a sé e agli altri. Fu necessario fissare la finestra affinché non si
precipitasse nel vuoto e minaccia le persone che crede spie e
traditori della patria. Deve essere ricoverato d’urgenza in
Manicomio ove può essere condotto dai famigliari”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 14 agosto 1918: “Affetto da evidente
gracilità psichica di natura originaria, trovandosi sotto le armi ha
avuto un accesso di esaltamento maniaco. Venuto in licenza, è
ricaduto nella medesima sintomatologia con allucinazioni, idee
deliranti, insonnia e [illeg.], eccitamento motorio. A questa fase è
subentrato un episodio di lieve depressione psichica e poi un altro
episodio di grave esaltamento. Diagnosi: Frenosi
maniaco-depressiva”.
Nota dell’Ing,
Pietro C., Crespi sull’Adda (Bergamo): “ Crespi 7-10-18. Eg. Sig.
Cav.e Dott. Rebizzi Cremona. Dalla mia famiglia volta a volta che lo
visitano sono informato delle condizioni di salute del figlio di mio
cugino che lei ha in cura da qualche tempo, il militare L. C.; e
poiché malgrado le di lei assicurazioni di guarigione osservo il
prolungarsi impressionante della malattia, e il rinnovarsi forse più
frequente delle crisi cui l’infermo va soggetto, mi è sorto il
dubbio che qualche cosa di grave possa sussistere. Ammetto che di
fronte agli intimi famigliari, Ella usi il pietoso riguardo di non
dire tutta intera la verità quando questa rappresenti una gravissima
sciagura, e di ciò anzi sarei a ringraziarla per quanto mi auguro
non sia. Ma Ella comprenderà come una simile artifizio non possa
durar troppo a lungo di fronte alle condizioni di fatto. Io però non
intendo che Ella abbia a venir meno al dovere che coscienziosamente
si impone, palesando alla famiglia la gravità del caro qualora tale
fosse realmente; spero invece che facendo affidamento sulla mia
riservatezza, vorrà confidarmi come realmente stanno le cose.
Perdoni il disturbo e aggradisca i miei anticipati ringraziamenti
(…)”.
Risposta del
direttore del Manicomio di Cremona 14 ottobre 1918: “On. Sig.
Ingegner C., Posso assicurarle che L. C. è affetto da una disistimia,
ovvero da una forma non lieve di frenosi maniaco-depressiva. Cioè la
sua condizione di assoluta integrità mentale, viene interrotta [?]
ogni tanto da un accesso di lieve esaltamento di depressione
dell’umore. Si tratta di una forma affettiva che non compromette per
nulla le facoltà mentali e che si è istituita in coincidenza con un
agente molto forte, cioè il servizio militare. Il succedersi di
crisi frequenti con caratteri di acutezza straordinaria, benché con
manifestazioni assai lievi, fa ritenere il C. attraversi un periodo
che non debba più presentarsi in avvenire, appena tolte quelle cause
che procuravano l’insorgere del male. Perciò si deve osservare che,
guarito e uscito dal Manicomio, non abbia più da soffrire. Ma è
chiaro che questo non si può assicurare perché la malattia ha come
sua principale caratteristica la periodicità. Vi possono essere
dunque altri accessi che in molti casi interverranno a distanza di
anni, perfino di 10 o 20 anni. Non si può dire null’altro. E
francamente in questo caso non ho nascosto nulla alla famiglia,
essendomi espresso in questi termini”.
|
104.
Cartella
clinica: C. A. |
Numero
d’Ingresso: 2766 |
Provenienza:
Paderno Cremonese (Cremona) |
Soldato:
|
Ammesso: 21
aprile 1918 |
|
NOTE:
Frenocomio di
San Girolamo, Sezione Psichiatrica Militare, nota 20 aprile 1918:
“OGGETTO: Soldato C. A. di Andrea. Ha già ultimato il periodo
d’osservazione nell’Ospedale Mil.e di Reggio Emilia, Frenocomio di
S. Lazzaro, da dove proviene, e dove è stato riformato in seguito a
rassegna con deliberazione in data 14 Gennaio 1918 per: ‘Ebefrenia
(Malattia non dipendente da causa di servizio)’. Durante la degenza
ha tenuto un contegno stolido ed ha manifestato incoerenze nei
discorsi, deficienza affettiva e lievi strati di eccitamento con
riso fatuo. E’ manierato con qualche stereotipo nei movimenti”.
|
105.
Cartella
clinica: C. G. |
Numero
d’Ingresso: 2743 |
Provenienza:
Parma |
Soldato: 62a
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 23
marzo 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, Cremona 23
marzo 1918: “Oggetto: Proposta di invio in osservazione al Manicomio
del Caporale della 62a Comp. Presidiaria. C. G. (…) da
qualche giorno presenta sintomi di esquilibrio mentale consistenti
in modo preciso in malinconia, nello sfuggire la compagnia degli
altri soldati, in tendenza al pianto: Manifesta idee di suicidio.
Credo opportuno onde evitare possibili fatti dolorosi di inviarlo in
osservazione nel locale Manicomio”.
Cartolina
postale della madre al direttore del Manicomio di Cremona, 23 aprile
1918: “Ill. Signor Direttore gia da parecchi giorni che non ricevo
scritto dal mio povero figlio, Caporale C. G., ricoverato in codesto
ospedale, perciò col più umile rispetto mi rivolgo a lei Signor
Direttore (…)”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 14 maggio 1918: C. G. “Presenta depressione
dell’umore, allucinazioni, idee deliranti a tinta melancolica con
profonda abulia che ancora non si vince, non ostante il lungo
periodo di cura. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Lettera al
direttore del Manicomio di Cremona: “9/6/18 Perugia Ill. Sig.
Direttore Prego volermi informarmi delle condizioni del caporale C.
G. riguardo la sua malattia. Cisia probabilità di una guarizione pel
fretta? [illeg.] molto tempo direstare incuesto ospedale? E’ ancora
in deciso inciò che fa? Non avendo che ringraziarlo infinitamente mi
creda suo devotissimo servo R. M.”.
Nota del
direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 27 settembre 1918:
“C. G. (…) nato il 10 Novembre 1893 a Parma (…) è stato ammesso in
questo Ospedale il 23 Marzo 1918 e fu riconosciuto affetto da
malattia mentale in forma di frenosi depressiva. L’ammissione in
Manicomio fu confermta con decreto di questo R. Tribunale n.70 in
data 17 Maggio 1918. Il malato venne dimesso in prova per
miglioramento il 13 Sett. 1918”.
Lettera di C.
G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Castelnuovo Sotto 26 – 5
– 1919. Egr. Sig. Direttore Mi rivolgo a Lei allo scopo si sapere
qualche cosa intorno al mio strano caso. Lei sa benissimo che il
giorno 10 Settembre 1918 fui dimesso riformato dal suo manicomio,
colla promessa che foglio di riforma e congedo mi sarebbero arrivati
fino a casa, mentre invece è già da 9 mesi che faccio parte alla
vita civile ed ancora non ho visto niente. Immagini i disturbi o
seccature capitatemi. Ora vorrei pregarlo se fosse possibile
inviarmi un foglio di riforma oppure qualche altro foglio che
giustificha la mia riforma”. [In calce alla lettera, il direttore
del Manicomio scrive: “Visto; prego l’On. Sig. Direttore della
locale Infermeria Presidiaria che si compiaccia rilasciare una
dichiarazione che comprovi essere stato riformato il C. Ritengo ciò
sia utile affinché il C. medesimo non abbia da ricadere nella stessa
condizione psichica per cui fu qui degente, qualora abbia patemi
d’animo per non esser provvisto del documento che chiede”.
|
106.
Cartella
clinica: C. G. |
Numero
d’Ingresso: 2700 |
Provenienza:
Martinengo (Bergamo) |
Soldato: 25°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 14
novembre 1918 |
|
NOTE:
Diario delle
Malattie intercorrenti:
“Novembre 14
Entrato in osservazione. Tranquillo. (…)
Novembre 19
Caduto dal letto, per un ecesso epilettico smaniava gambe e braccia,
il pronto sochorso, di tre infermieri, per tenerlo fermo, altrimenti
si sarebbe fatto del male, ferito legermente alla fronte.
Novembre 20
un leggero ecesso per quattro o cinque minuti. (…)
Novembre 30
Caduto per terra in refetorio, ore 16,30, per un ecesso epilettico.
(…)
Dicembre 10
mentre giocava a carte è venuto a diverbio coll’ammalato C. Anno
rotto una sedia. (…)
Dicembre 16
ore 7,40 Caduto dal letto per un Ecesso epilettico, nella ora della
Colazione appena che linfermiere, a dato la tazza del Caffe fra le
mani, caduto dal letto, per terra, la tazza del caffe sotto il letto
vicino, il pronto socorso degli infermieri, per tenerlo fermo perche
si faceva del male, batteva la testa per terra e contro i Piedi del
letto, rimasto sotto l’ecesso per un quarto dora. (…)
Febbraio 10
Internato”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 01 febbraio 1918: C. G. “E’ un soldato che
fu ammesso in osservazione giudiziaria a disposizione del Tribunale
di Guerra, imputato di diserzione. E’ stato assolto per infermità
totale di mente, siccome si giudicava che i fenomeni avuti di
psicopatia da cui era sorta l’esaltazione, dovessero ben presto
dileguarsi, non fu ordinato definitivamente il ricovero in
Manicomio. Invece persiste uno stato di compassione psichica
parziale di natura epilettica. Diagnosi: Frenosi epilettica”.
|
107.
Cartella
clinica: C. A. |
Numero
d’Ingresso: 2814 |
Provenienza:
Due Miglia (Cremona) |
Soldato:
Battaglione Complementare Brigata Umbria |
Ammesso: 16
agosto 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
dell’Ufficiale medico di guardia - Ospedale Militare Succursale di
Cremona, 13 agosto 1918: “Si è presentato oggi a questo ospedale il
soldato C. A. accompagnato in famiglia dalla zona di guerra in
licenza semestrale da Reali Carabinieri. Il militare è stato
visitato dal Direttore del locale manicomio che lo ha giudicato
‘affetto da idiozia con segni somatici evidentissimi (scarsa
capacità cranica, asimmetrie e caratteri degenerativi).
L’intelligenza è profondamente ridotta. Attualmente in una fase di
depressione dell’umore che, sotto le armi, può renderlo assai
pericoloso’. Il sottoscritto in base a quanto ha riscontrato nel
militare che si è dimostrato facilissimamente attizabile ed
inconsapevole della sua posizione, e secondo quanto ò giudicato il
Direttore del Manicomio Provinciale giudica necessario il suo
ricovero in via d’urgenza nel locale manicomio essendo anche
attualmente pericoloso a se ed agli altri”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 26 agosto 1918: “Presenta stigme
degenerative e asimmetrie craniche evidenti. Intelligenza
profondamente limitata, depressione dell’umore e inquietudine
motoria. Diagnosi: idiozia”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona, 21 dicembre 1928: “C. A. (…)
nato il 2 Giugno 1894 a Due Miglia, domiciliato a Cremona, celibe, è
stato degente in questo Ospedale dal 16 al 27 Agosto 1918 per
alienazione mentale in forma di idiozia e fu dimesso in via
d’esperimento, perché migliorato, non guarito”.
|
Figura 11
“Disegno di Ettore Pecci
Cremona 28-2-912
Il Vessillo
Italiano in Tripolitania”.
108.
Cartella
clinica: C. E. [G.] |
Numero
d’Ingresso: 2820 |
Provenienza:
Torre del Greco (Napoli) |
Soldato: 10°
Artiglieria da Fortezza |
Ammesso: 27
agosto 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione dell’Ufficiale medico di guardia: “Cremona - Ospedale
Militare li 27-8-18. Il sottoscritto ufficiale medica giudica
abbisognevole di ricovero perché affetto da alienazione mentale e
pericoloso a sé ed agli altri il soldato C. E. (…) raccolto nel
piazzale della stazione di questa Città oggi alle 21 in preda ad
accesso maniaco ed accompagnato per il ricovero in questo ospedale”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un militare fornito di precedenti
morbosi psichici sia ereditari che personali e affetto da sifilide.
E’ entrato nel Manicomio in preda a parziale confusione psichica e
grave eccitamento motorio. Resosi calmo e lucido, presenta ancora
qualche disturbo sensoriale e anomalie della ideazione e del
carattere in rapporto con una lieve deficienza psichica globale di
natura originaria. Diagnosi: Amenza in soggetto affetto da lieve
frenastenia”.
Lettera
del padre, 04 novembre 1918: “G. Giuseppe (…) prega la S. V. Ill.ma
di dare precisi chiarimenti a quanto esso osa pregarla in seguito.
Un suo figlio soldato a nome C. E. ricoverato in codesto Ospedale,
affetto da malore, ho diverse volte scritto e Telegrafato a V. S.
circa la sua malattia, e Lui diverse volte si è degnato rispondermi.
Ora da molto tempo che non ho più notizia e l’animo mio trovasi in
istato di sconforto non sapendo la sorte del suo amato figlio quale
sarà. Signore l’esponente Vidira di [illeg.] che con mi figlio
giovane sulle spalle, altro figlio anche grande dalla età di anni 27
anni cieco da molti anni senza mezzi come, tirare avanti la misera
vita il povero figlio E. era l’unico sostegno di questa infelice
madre, con i suoi affanni [?] e sudori portava avanti la sconsolata
famiglia, ed è perciò che caldamente prego la S. V. Illma perché
voglia essere tanto buona e generosa di darmi precisa notizia sulla
salute dell’amalato figlio e fare in modo che dopo rigorosa visita
mandarlo definitivamente in famiglia o pure qualche lunga licenza,
stando sotto la sorveglianza della affettuosa madre con qualche
cura, potere guarirsi dalla malattia di cui è affetto”.
Comunicazione
del comandante il Deposito del 65° Reggimento di Fanteria, Cremona
25 novembre 1918: “Si restituisce alla Direz. dell’Osp. Mil. di
Riserva Cremona informando che trattandosi di militare condannato
con pena sospesa il C. E. non può essere ritirato da questo Deposito
(…). Codesta Direzione dovrà invitare il Reparto che fece ricoverare
il militare, a ritirarlo, salvo poi a sua volta inviarlo al Reparto
Custodia di Casalmaggiore per l’ulteriore assegnazione ad un Centro
di Raccolta e Traduzione oppure al Deposito Speciale d’Istruzione di
Padova (se ritenuto pericoloso)”.
Lettera della
madre di C. E. al direttore del Manicomio di Cremona: “Torre del
Greco 6/12 1918. Illmo Signor Direttore. Con la presente di scuso
d’infastidisco, ma abbiate pietà è una povera madre che vi parla,
desidero sapere notizie di mio figlio, che da parecchio tempo che
non mi scrivi, ultima sua mi fece capire che ha giorni usciva per
andare al deposito, invece son passati diversi è niente sue notizie
ho saputo se siritrova ancora costà o pure a raggiunto il suo
reggimento. Egregio Signore vi prego se si ritrova ancora al
manicomio mandatemelo a casa, lo desidero tanto di vederlo sono
dodici mesi che non lo vedo e sapete sentendo ora che è un poco
guarito dopo che il mio cuore di madre ha sanguinato tutto il tempo
della sua malattia, il desiderio che cerco è di vederlo nelle mie
braccia che sembrami che mio figlio guarito mi sia un sogno. Egregio
Signor Direttore, sono quattro anni che mio figlio manca la casa di
lavoro si è del tutto squilibrata sono soggetta agli operai, sapete
bene che altro mio figlio cieco non vede ciò che gli operai fanno, e
questo stesso mio figlio cieco desidera tanto suo fratello perché
dice che se il fratello non viene a tempo a vedere ciò che gli
operai fanno, sarà tra un giorno o l’altro si finisce di squilibrare
tutto e rimarrà sulla strada perciò Signor Direttore vi prego
abbiate pietà di un cieco e di una povera madre vecchia. Sono sicura
che la mia povera parola di pianto e di preghiera colpirà in pieno
il vostro cuore che così generoso si mostra verso mio figlio (…)”.
|
109.
Cartella
clinica: C. G. |
Numero
d’Ingresso: 2697 |
Provenienza:
S. Egidio (Teramo) |
Soldato: 10°
Artiglieria da Fortezza |
Ammesso: 06
novembre 1917 |
|
NOTE:
Ordinanza
dell’Avvocato Militare presso il Tribunale di Guerra di Piacenza, 30
gennaio 1918: “Ordinanza nel procedimento contro C. G. (…) Detenuto
– Imputato Di insubordinazione con minaccie verso Superiore
Sottufficiale, per avere il 29 Giugno 1917 in Piacenza minacciato il
Sergente G. Francesco con le parole ‘se mi passi alla prigione ti
rompo la testa – se mi arresta gli mangio il cuore’. (Art. 130. 250
C.p. Es) Esaminati gli atti: Ritenuto che il 29 Giugno 1917 in
Piacenza il Sergente G. Francesco introdusse due soldati nel
laboratorio del Calzolaio C. G. (…) allo scopo di sottoporli ad un
esperimento calligrafico. Poiché il Cap. Maggiore Furiere della
Batteria aveva dato ordine che nessuno entrasse nel laboratorio se
non per motivi di servizio, il soldato C. invitò i militari ad
uscire e ne nacque una discussione col Sergente, il quale finì con
l’ordinare al C. di entrare alla prigione. Questi obiettò che alla
prigione non sarebbe andato senza conoscerne il motivo e che egli
eseguiva semplicemnet gli ordini dei Superiori circa l’ingresso nel
laboratorio; e poiché il Sergente di giornata con gli uomini di
guardia si accingevano a tradurre in prigione il C., egli pronunciò
le frasi incriminate e riprodotte nel Capo di imputazione. Ritenuto
che il fatto di cui sopra nella sua materialità costituisce il reato
di insubordinazione, ma poiché gli atti lo impongono, occorre
esaminare se concorre altresì nel fatto l’elemento morale senza di
cui non vi è inferiore punibile. Giova al riguardo rilevare che il
C. successivamente alla commissione del fatto, venne riformato per
neurastenia ed epilessia e che, sottoposto a perizia psichiatrica
per incarico dell’Autorità Giudiziaria, venne come risulta dalla
relazione 22 Corr.te ricoverato infermo di mente e in tale grado da
beneficiare dell’art. 56 Cod. p. Es. che contempla la completa
irresponsabilità. In base a tali elementi acquisiti (…) da cui
emergono lo stato di malattia dell’imputato e il di lui gentilizio
gravemente compromesso, sembra del tutto inutile l’esperimento del
giudizio pubblico nei suoi riguardi e appare di giustizia
riconoscere senz’altro che egli agì senza la coscienza e la libertà
degli atti per infermità di mente”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 08 dicembre 1917: C. G. “E’
evidentemente uno squilibrato, con temperamento epilettoide. Inoltre
era dedito al abusi alcoolici e pertanto facile a cadere in
condizioni di ‘ubriachezza patologica’ e a commettere atti di cui
non sia punibile. Attualmente è qui a disposizione di questo
Tribunale di Guerra; ma ancora non fu affidato nessun medico di
perizia; pertanto non vi sono i dati per fornire maggiori
schiarimenti; né converrebbe emettere una conclusione definitiva”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 10 febbraio 1918: “E’ un soldato che fu
ammesso in osservazione giudiziaria a disposizione del Tribunale di
Guerra ed è stato assolto dalle varie imputazioni per infermità
totale di mente con ordinanza che non dispone per il ricovero
definitivo in Manicomio. Persiste in lui un lieve esaltamento su
fondo degenerativo. Diagnosi: frenosi alcoolica in individuo affetto
da degenerazione psichica”.
|
110.
Cartella
clinica: D. M. |
Numero
d’Ingresso: 2718 |
Provenienza:
Acqui (Alessandria) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 24
gennaio 1918 |
|
NOTE:
Cartolina
postale della madre di D. M., s.d.: “Illustrissimo Signor Professore
di Manicomio di Cremona La madre del soldato D. M. Prega di cuore la
sua cortesia di farle sapere notizie di mio figlio a sono quasi due
mesi che non scrive le o già scrito tre volte non risponde. Perdoni
Signore ma potra comprendere anche lui che dolori di una madre
quando non scrivano due figli una al fronte e l’altra è un povero
disgraziato per gentileza signore è per tranquilizarmi un poco”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 06 marzo 1918: “E’ un soldato che presenta
decadimento psichico, allucinazioni della cenestesi e idee deliranti
a contenuto ipocondriaco e persecutorio, piuttosto incoerenti.
Diagnosi: Demenza precoce paranoide”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona al direttore del Manicomio di
Alessandria, 06 giugno 1918: “Si trasferisce a codesto istituto per
cura della Sanità Militare il militare di contro citato (…). Non è
ancora riformato e non può esserlo, perché incorse in una condanna a
4 mesi di carcere, da scontare dopo terminata la guerra. Siccome si
prevede che dovrà restare assai lungamente in Manicomio, viene
trasferito all’Istituto della Provincia cui egli appartiene”.
|
111.
Cartella
clinica: D. G. |
Numero
d’Ingresso: 2721 |
Provenienza:
Montecarlo San Salvatore (Lucca) |
Soldato: 62°
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 09
febbraio 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Capitano medico, Cremona 09 febbraio 1918: “Chiamato d’urgenza,
ho visitato presso la Caserma S. Sigismondo il soldato della 62°
Comp. Presid. D. G. ed ho trovato in condizioni tali da dovere
richiedere il pronto ricovero nel Manicomio Provinciale di Cremona,
presentando gravi sintomi di squilibrio mentale a forma melanconica
con allucinazioni. Ha tentato anche di gettarsi da una finestra”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 23 aprile 1918: “E’ un soldato che presenta
grave depressione psichica, con allucinazioni, idee deliranti e
tendenza al suicidio. Condizioni generali di estremo decadimento che
accennano appena a migliorare dopo cura assidua per due mesi.
Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Lettera
della madre al direttore del manicomio di Cremona, 26 marzo 1918:
“Preg.mo Signor Direttore (…), la prego perdonarmi se torno a
scrivere, perché sa pure [?] l’affetto d’una madre non ha limiti. Da
quando mio figlio G. D. fu ricoverato in cotesto manicomio, non ha
mai scritto un rigo alla famiglia. Questo silenzio mi fa ritenere
che le sue condizioni di salute non siano punto migliorate, e perciò
vengo a pregarla di volermi usare la cortesia di darmene un sunto.
Di più debbo significarle che noi siamo povera gente, ma se lei
riconosce che mio figlio non sia in grado di prestare un utile
servizio, sarei a pregarla di proporre la riforma con quell’assegno
che può meritare, ed io sono contenta di tenerlo presso di me anche
curarlo coi mezzi domestici di cui si può disporre. Del resto quale
utile servizio può prestare un uomo affetto dalla sua infermità? Che
fu riconosciuto inabile al servizio militare fino dalla prima visita
della sua leva al distretto? Che è stato sempre gracile ed
impressionabile per ogni minima cosa? In ogni modo mi rimetto, alla
coscenza dei superiori e per tanto a pregarla d’un riscontro, per
poter passare le Feste Pasquali un poco più contenti”.
Comunicazione del medico condotto del Comune di Montecarlo al
direttore del Manicomio di Cremona, 04 maggio 1918: “Le chiedo scusa
se mi prendo l’ardire di importunarla; ma vorrà compatire la mamma e
le sorelle di questo soldato, che da qualche tempo sono prive di
notizie. La famiglia desidererebbe avere più vicino questo soldato
per avere la comodità di potere andare a visitarlo ogni tanto”.
|
112.
Cartella
clinica: F. C. |
Numero
d’Ingresso: 2830 |
Provenienza:
Gussola (Cremona) |
Soldato: 2°
Reggimento Mitraglieri |
Ammesso: 18
settembre 1918 |
|
NOTE:
Sezione
Psichiatrica Militare – Imola, 09 settembre 1918: “Individuo di
costituzione scheletrica regolare, in mediocre stato di nutrizione e
di sanguificazione. Presenta tachicardia non dipendente da lesioni
organiche. Gli altri organi toracici e addominali sani. All’esame
neurologico si ha: nessuna reazione anche a forti stimoli dolorosi;
reflettività in genere torpida (…). E’ stato inviato a questa
Sezione da osservazione ultimata, dalla Clinica Psichiatrica di
Bologna dove era degente dal 16 agosto. Proveniva dall’Ospedale
Principale, dove era stato accolto quattro giorni prima ed aveva
presentato contegno uniforme; mutacismo, sucidità, sitofobia. In
clinica ebbe contegno confusionale; non rispose alle domande;
eseguiva atti disordinati; aveva stereotipie, manierismo; era sucido;
giaceva inerte in letto, compiendo di continuo un movimento
oscillatorio colla destra; ebbe qualche momento di irrequietudine;
mangiava solo se imboccato. Le informazioni ufficiali, pervenute in
Clinica, sono negative circa l’anamnesi personale; circa il
gentilizio, risulta che due cugini materni sono psicopatici. Nel
breve soggiorno in questa Sezione ha presentato contegno incomposto,
disordinato, estraneo all’ambiente; compie col capo un movimento
ritmico d’oscillazione ed à continuo blefarospasmo. Non è
accessibile all’interrogatorio, né agli stimoli esterni; è mutace;
oppone forte resistenza ai movimenti passivi; ha rifiutato il cibo;
non è stato sucido. Si giudica affetto da demenza precoce catatonica
e ritenendosi pericoloso per sé e per gli altri s’invia al Manicomio
di Cremona”.
Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona, 08 Novembre
1919: “F. C. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 18 Settembre
1918 per alienazione mentale in forma di demenza precoce catatonica.
Fu dimesso il 19 ottobre 1918 in prova per miglioramento. Consta che
fu riformato con determinazione definitiva dall’Osped. Mil. Princ.
di Ravenna in data 16 Sett. 1918”.
Comunicazione
del Dott. Bocchi Sisto: “Gussola 4 / 1 / 1940 XVIII. Certificato
medico. Dichiaro di avere visitato l’alienato F. C. e certifico che
non presenta disturbi né della sfera psichica né della sfera
somatica”.
|
113.
Cartella
clinica: F. G. |
Numero
d’Ingresso: 2450 |
Provenienza:
Gussola (Cremona) |
Soldato:
|
Ammesso: 12
agosto 1916 |
|
NOTE:
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Brescia, 11 agosto 1916: “F. G. fu
Angelo e di S. Condina, celibe di anni 35, di Gussola, riformato dal
servizio militare, venne qui inviato il 15 Agosto 1915 dall’Ospedale
Militare locale, perché affetto da alienazione mentale. Il 2 Agosto
1915 egli faceva pervenire al Presidente del Tribunale di Como una
raccomandata sulla quale tra l’altro si leggono le seguenti frasi
minacciose: ‘Rifletta bene poiché è un sacro dovere, prima di andare
al fronte di domandare una breve licenza, di venire a Como nell’aula
del Tribunale, datole bastonate, cazzotti e calci e di peggio, come
si presenterà l’occasione, signore, signore, non mi mancherà mai la
forza né il coraggio di uccidere una quantità infinita di giudice
come lei, e quei suiseri [?] che volessero difenderlo. Quando venne
qui accolto il Ferrari si presentava orientato, senza disturbi
sensoriali, con percezione pronta e con intelligenza chiusa.
Manifesta però idee deliranti a spiccato colorito persecutorio, e si
lamentava in modo speciale di essere stato danneggiato nei suoi
interessi e di aver ricorso inutilmente ai Tribunali. In un suo
scritto si lamenta d’aver ricevuto delle ingiustizie e minacce
criminose. Qui si è mantenuto sempre tranquillo, ordinato nel
complesso e laborioso. E’ un ottimo lavoratore. Insiste
continuamente per ottenere la sua libertà. Da parecchio tempo le sue
idee deliranti non sono più così tenaci ed intense come in
principio”.
Lettera di F.
G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Signor Direttore La prego
autorizzare codesto Sig. Sindaco onde possa rilasciarmi il
passaporto per l’estero Francia. Sempre che non possano trarne
profitto imbene della mia materia, di farmi fare il soldato. Di
salute sto benissimo O soldato o Poeta l’ontano d’Italia, compio un
dovere di coscenza offrirmi soldato sebbene stia molto meglio
borghese dovunque vada. In attesa di qualche risposta la riverisco,
scusandomi di miei mali che non e tutta mia la colpa. F. G. Gussola
20 Luglio 1918”.
Lettera di F.
G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Gussola li 15 Settembre
1918. Signor Direttore Invita dun mio padrone Italiano che di tanto
se degnato pregiando delle sue proposte con i più grandi Ideali, e
per tale grande bonta la coscienza mimpone ofrirmi militare. A chi
debbo rivolgermi Posso, o non posso Potrei fare il corso spirante
ufficiale. In attesa di qualche risposta la riverisco”.
Foglio
senza indicazioni: “Signorina Gemma Nella casa dei dolori Noi le
diamo la ben venuta Su scongiura ogni inviddia E si consola tutelare
la vittima dell’altrui mal fuori del serraglio. Come mamma figlia
sposa Contadina diverra Fra piante frutti fiore profumati sinnebbria
Da forte non veremo meno ai suoi piacer Da oppressi null’altro
potiamo dir, e di nascosto svela il suo derir. F. P. e Compagni”.
|
114.
Cartella
clinica: F. P. |
Numero
d’Ingresso: 2635 |
Provenienza:
Gussola (Cremona) |
Soldato: 77°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 02
novembre 1917 |
|
NOTE:
Foglio a
matita, s.d.: “Soldato F. P. Distretto di Cremona. 1° al 67
Regimento di Fanteria di stansa a Como. 2° Passato nei Mitraglieri,
391. Gruppo 3° Dopo passato al 77 Regimento Fanteria Deposito di
Brescia. Cinque mesi nei motoristi sempre al 77 Regimento”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 19 novembre 1917: “Ha un fratello in questo
Manicomio; un altro morì alienato di mente. Costituzione gracile,
essendo militare e trovandosi in licenza, è caduto in preda a uno
stato misto di esaltamento maniaco e di depressione, che persiste
invariato. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva”.
Lettera del
parroco di Gussola al direttore del Manicomio di Cremona: “Gussola
23-2-1934-XII. Ill.mo Sig. Direttore Nel settembre o nell’ottobre
1917, veniva ricoverato in codesto manicomio, il giovane soldato F.
P. fu Angelo di Gussola, affetto da mania spaventosa incontrata al
fronte, dove fece 30 mesi di trincea. La madre, vedova e in
condizioni di miserabilità, vorrebbe avere la pensione. Le
occorrerebbe far inoltrare le pratiche la dichiarazione medica che
tale malattia fu incontrata in guerra. Sarebbe tanto compiacente
V.S. Ill.ma di voler rilasciare la richiesta dichiarazione? Il F. P.
fu per dei mesi degente in codesto ospedale”.
Comunicazione
del direttore, Cremona, 02 marzo 1934: “Il Direttore dell’Ospedale
Provinciale di Cremona certifica che F. P. (…) è stato degente in
questo Ospedale dal 2 Novembre 1917 al 20 Aprile 1918 e fu
riconosciuto affetto da infermità mentale in forma di psicosi
maniaco-depressiva. Fu dimesso in via d’esperimento perché
migliorato, non guarito. Dagli atti dell’Istituto risulta che aveva
eredità molto compromessa avendo due fratelli malati di mente ed era
un soggetto gracile, però prima del servizio militare non aveva mai
dato sintomi di psicopatia. Da militare fu così intenso il patema
d’animo nel pensare alla possibilità della morte, che andò in preda
all’infermità per cui si rese necessario il ricovero in Manicomio.
Pertanto si presume che la malattia mentale sia stata occasionata
dal servizio militare, cioè dipendente da questo”.
|
115.
Cartella
clinica: F. A. |
Numero
d’Ingresso: 2748 |
Provenienza:
Napoli |
Soldato: 4°
Reggimento Artiglieria |
Ammesso: 02
aprile 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione del Capitano medico, 4° Reggimento Artiglieria –
Infermeria Uomini: “Cremona li 31 Marzo 1918. Oggi verso le ore 15
mentre entravo alla Caserma Manfredini fui chiamato a visitare il
sold.o F. A. (…). Egli trovasi detenuto nella prigione reggimentale
in attesa di punizione. Verso le due e mezzo mentre tornava nella
sua cella dopo aver preso aria nel passare nella Camera di Guardia,
dato di piglio ad un piccone che ivi trovava, cominciava a dare in
escandescenze rompendo i vetri delle finestre del corridoio,
battendo contro la porta della cella, minacciando quanti tentavano
avvicinarsi a lui. Ridotto all’impotenza mediante secchi di acqua
gettatigli addosso fu steso sul tavolaccio dove gli venne applicata
la camicia di forza. Trattasi di individuo di costituzione robusta,
di colorito bruno – masse muscolari sviluppate. Nulla si può sapere
riguardo al gentilizio, non rispondendo il paziente ad alcuna
domanda, continuando invece a lamentarsi di un forte dolore alla
testa. Trovasi alla prigione da due giorni. Sofferse già di otite
purulenta cronica sinistra e da poco tempo di otite subacuta destra,
per la quale venne inviato al locale Ospedale Militare uscendone con
una licenza di 14 giorni”. [In calce alla comunicazione è scritto a
firma il Colonnello Comandante il Centro di Mobilitazione: “Il F. è
in attesa di giudizio perché disertore essendo rimasto a casa –
oltre il termine della licenza di convalescenza – per otto giorni”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un soldato sofferente di otite
cronica sinistra. Non ha convulsioni; ma soffre di accessi di
agitazione motoria, di cui il paziente non serba nessun ricordo. Vi
sono sintomi somatici e psichici che depongono per la natura
epilettica del male. Diagnosi: Epilessia psichica”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 09 luglio 1918: “(…) il soldato
F. A., mentre era nella prigione del 4° Artiglieria, in attesa di
punizione, commise improvvisamente atti di violenza in tale stato di
eccitamento, per cui fu giudicato necessario il ricovero in questo
Manicomio, ove entrò il 2 Aprile 1918. Era sofferente di otite sub-[illeg.]
destra e di otite cronica sinistra e si presentava in condizioni
generali scadenti. Nel Manicomio non ha avuto convulsioni; ma per
motivi insignificanti ha avuto qualche fugace episodio di lieve
eccitamento, di cui non serbava memoria completa. A questi fenomeni,
che facevano già pensare a un substrato di epilettoidismo, si
aggiungono stigme somatiche e psichiche atte a confortare la
medesima ipotesi. Si deve dunque giudicare che tutti gli atti di
violenza eventualmente commessi dal F. prima della immissione in
Manicomio, non fossero che manifestazioni di infermità psichica in
forma di epilettoidismo. I sintomi che presentava qui, non erano
tali da aver titolo sufficiente per la permanenza in Manicomio;
perciò ne viene dimesso in via di prova il 1 Maggio 1918 e fu
condotto al Centro di Mobilitazione 4° Regg. Artiglieria da campo in
Cremona, per mezzo di personale a ciò indicato (…)”.
Cartolina
postale della madre di F. A., 06 settembre 1918: “Ill.mo Sig.
Direttore La chieggo anticipatamente scuse se mi permetto scriverla,
ma è la forza irresistibile che mi spinge ad inviarla la presente
per attingere notizie di mio figlio che da più di quaranta giorni
non ne ricevo. Venne da me una guardia per informazioni e mi diede
codesto indirizzo dicendomi che mio figlio ‘soldato F. A.’ era stato
rinchiuso in codesto spettabile Manicomio. Mi permetto rivolgere
umile preghiera alla S. S. I.ma acciò voglia compiacere rendermi la
grazia speciale di farmi tranquillizzare l’animo nell’informarmi se
effettivamente mio figlio trovasi costà e come passa in salute”.
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116.
Cartella
clinica: F. P. |
Numero
d’Ingresso: 2789 |
Provenienza:
Cigognola (Pavia) |
Soldato: I°
Genio |
Ammesso: 08
luglio 1918 |
|
NOTE:
Nota del
Capitano medico del Carcere Militare Preventivo di Cremona, 06
luglio 1918: “Propongo il ricovero in Manicomio del Caporale F. P.
fu Giovanni nato a Cigognola (Pavia) il 1 Aprile 1884, perché da
segni di squilibrio mentale (malinconia, idee di persecuzione,
tentato suicidio per impiccagione). E’ pericolo a sé ed agli altri”.
Comunicazione
dell’Ufficiale Sanitario di Cigognola, 10 agosto 1918: “In omaggio
al vero dichiaro quanto segue. Durante il mese di Marzo ultimo
scorso ebbi occasione di visitare e conversare a lungo col soldato
P. F. e ne ho riportato il convincimento che è ammalato di affezione
nervosa e che le sue facoltà mentali sono scosse al punto da lasciar
credere che egli sia affetto da quella forma morbosa mentale che
chiamasi: delirio di persecuzione”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “Grave depressione dell’umore,
allucinazioni, idee deliranti, [illeg.] insonnia, inquietudine
motoria. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona all’Ufficiale
Istruttore presso il Tribunale di Guerra di Padula (Salerno), 24
gennaio 1919: “(…) F. P. fu accolto in questo Manicomio l’8 Luglio
1918. Da 4 mesi, risulta dagli accertamenti che furono fatti, come
presentava idee deliranti di persecuzione, che turbavano assai il
suo contegno. Poco prima che entrasse in manicomio, a questo sintomo
premonitore aveva fatto seguito una sindrome depressiva lenta e
grave per cui tentò anche il suicidio mediante impiccamento. Nel
manicomio aveva profonda depressione dell’umore, allucinazioni, idee
deliranti, ansia precordiale, insonnia e inquietudine motoria, per
cui fu fatta diagnosi di frenosi depressiva. Sottoposto a cura
adatta, rapidamente è migliorato, sicché fu dimesso in via
d’esperimento e affidato all’Autorità Militare il 19 Agosto 1918”.
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117.
Cartella
clinica: F. G. |
Numero
d’Ingresso: 2793 |
Provenienza:
Genova |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 02
lulgio 1918 |
|
NOTE:
Comando
Militare nella Stazione Ferroviaria, Cremona, 01 luglio 1918: “Il
sottoscritto è stato chiamato d’urgenza alla stazione Ferroviaria
alle ore 23.15 dove ha trovato un individuo sconosciuto,
completamente ignudo, disteso in barella e legato colla camicia di
forza, che dava manifesti segni di demenza. Non risponde alle
domande e alcuni che lo videro attestano di averlo trovato verso
porta Milano completamente ignudo. Deve trattarsi di un militare
perché un Ferroviere qui presente attesta di averlo conosciuto mesi
fa, vestito della divisa militare a Treviglio. Pertanto giudico
detto individuo in preda ad accesso maniaco e ordino perciò il suo
ricovero in Manicomio. Il Capitano Medico”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 16 agosto 1918: “Fu trovato nudo di notte
presso la stazione ferroviaria in preda a estremo eccitamento
motorio, incapace di dare le sue generalità. Nel Manicomio
presentava completa confusione mentale, allucinazioni terrifiche,
idee deliranti incoerenti e agitazione motoria. Appena migliorato,
dette le sue generalità e poi fu sicuramente identificato. Ora è
lucido e orientato; ma ancora la coscienza non è del tutto integra e
persiste qualche disturbo sensoriale. Diagnosi: Amenza. In questo
spazio nella copia che va alla Infermeria Presidiaria, aggiungere:
Si riferiva a questo Ufficio che il F. subì una condanna. Non
trovandosi ancora in tali condizioni di mente da poter essere
inviato al corpo o in reclusorio, fo viva istanza che, per ragione
di sgombro di questo manicomio, molto affollato, sia trasferito al
Manicomio della sua Provincia”.
Lettera della
madre di F. G. al direttore del Manicomio di Cremona, 14 agosto
1918: “(…) sentendo che la sua salute va migliorando poteste fare
tutto il possibile di avvicinarlo un po’ più verso casa, anzi se
necessitano certificati tutti quelli che Desiderano sono pronta a
farceli [illeg.], anzi mi sono dimenticata di dirle che l’anno
scorso il 28 Settembre ebbe un forte accesso nevrastenico e fu
trasportato nella Clinica di Buccelli [?], ove vi stesse otto
giorni, uscendo poi ne risenti sempre, attualmente trovasi alla
Clinica di Buccelli un suo zio fratello di suo Padre, perciò sono a
farle noto con mio dispiacere che viene proprio da famiglia”.
Lettera del
padre al direttore del Manicomio di Cremona, 28 agosto 1918: “(…)
ardisco rivolgermi a V. S. pregandola a prendere in considerazione
la stato di salute di mio figlio F. G. del 65° reg. fanteria 1a
Comp. Ricoverato in codesto ospedale. La sua malattia è
attavica, e non è la prima volta che i lui se ne presentano i
sintomi, anzi qui a Genova fu ricoverato nella clinica a Pamatone
[?]. Altri di famiglia sono nevrastenici e attualmente un suo zio è
ricoverato per la stessa malattia. Prego compiacersi provocare
d’ufficio i documenti comprovanti quanto asserisco e prendere i
provvedimenti che sono del caso”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona all’Infermeria Presidiari di
Cremona, 12 Novembre 1918: “ (…) riferivo alla S. V. sulla
condizione del militare di contro distinto e la S. V. O. dispose
perché fosse trasferito al Manicomio della sua provincia; ma poi,
ritenendosi che il F. dovesse restare a disposizione dell’Autorità
Militare Giudiziaria di qui, fu procrastinato il trasferimento.
Ormai nessuna Autorità si interessa più del F., questi è nella
identica condizione psichica già descritta e vi è la necessità
assoluta e urgente di sgomberare il Manicomio, eccessivamente
affollato, perciò prego la S. V. O. di provvedere con la maggior
sollecitudine al trasferimento del F. (…)”.
Lettera
della madre al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 28
dicembre 1918: “(…) Sono la Madre del Soldato F. G. che dal giorno
che fu trasportato al Manicomio di Cogoleto, ancora non potei
vederlo malgrado mi si rechi sempre. Perciò non potendo sapere
niente di preciso mi rivolgo alla Sua bontà per sapere le condizioni
di salute di mio figlio, e il perché fu trasportato se il suo
processo è cancellato – oppure se differente, di questo favore le
sarei graditissima e se unita a queste informazioni potesse anche
farmi tenere quella lettera che io lasciai nelle sue mani alla mia
venuta li a Cremona, del Sig. Tenente. come ripeto le sarei
immensamente grata di tutto questo (…)”.
|
118.
Cartella
clinica: F. G. |
Numero
d’Ingresso: 2463 |
Provenienza:
Casalmaggiore (Cremona) |
Soldato: I°
Genio |
Ammesso: 20
settembre 1916 |
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NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 03 ottobre 1916 [Amadei]: “Essendo soldato
fu ricoverato in osservazione nel Manicomio di Reggio: dove dimostrò
di [illeg.] sospettoso, con idee di persecuzione e tendenza a
tentativo serio di suicidio. Nel Manicomio di Cremona dove fu
trasferito si rivela pure estremamente triste ma anche molto
confuso, crede di essere malato gravemente e insanabilmente, chiede
di essere ammazzato – Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Cartolina
postale della commissaria alla Beneficenza Civile al direttore del
Manicomio di Cremona, 27 novembre 1916: “Egregio Sig. Direttore –
Pregata dalla famiglia di F. G. le chiedo se potessero accontentarlo
di venire in famiglia perché il fratello che è venuto ieri a
visitarlo ci à fatto molta compassione (…) Se Ella crede che possono
provare a toglierlo dall’Ospedale loro sono pronti a tutto”.
Cartolina
postale della commissaria alla Beneficenza Civile al direttore del
Manicomio di Cremona, 20 maggio 1918: “Egregio Sig. Direttore, Ecco
la solita seccatura che viene a disturbarla, porti pazienza, e mi
faccia la gentilezza di sapermi dir colla qui unita se la F. Rosa
può venire a visitare il figlio. Per quanto sia per lei doloroso a
vedere suo figlio sempre nelle stesse condizioni, pure non puo fare
a meno di venirlo a visitare ed Ella sia tanto buono di
accontentarla appena se Le è possibile”.
Cartolina
postale della commissaria alla Beneficenza Civile al direttore del
Manicomio di Cremona, 07 agosto 1918: “Egregio Sig. Direttore (…)
Vengo a disturbarla a nome della madre del F. la quale desidererebbe
sapere il presente stato del suo povero disgraziato figlio. Non
essendogli stato permesso di vederlo nell’ultima sua visita, teme
che sia molto grave e non è tranquilla”.
Cartolina
postale del commissario alla Beneficenza Civile al direttore del
Manicomio di Cremona, 28 agosto 1918: “Se avessi voluto ascoltare la
famiglia F. avrei dovuto chiederle subito il permesso di lasciar
venire la madre a visitare il disgraziato. Sentendo che Ella non ha
piacere ho atteso, ma ora sono costretta per accontentare questa
donna che continua a piangere dalla tema che il figlio rimarrà senza
vederlo. Se può appena, ottimo Signore, conceda il permesso a questa
donna così potrà persuadersi dello stato del figlio anche se sarà
grave”.
Comunicazione del Ministero del Tesoro – Servizio per l’Assistenza
militare e le pensioni di guerra al direttore del Manicomio
Provinciale di Cremona, 07 giugno 1920: “Liquidazione pensione per
D. Rosa madre del mil. F. G. Domiciliata Casalmaggiore. Pregasi
inviare rapporto informativo circa la infermità per la quale entrò
in codesto manicomio e quella per la quale vi morì il 28 – 10 – 1918
il militare F. G. fu Antonio – nato a Casalmaggiore il 9 – 10 –
1884”. [In calce alla comunicazione segue il rapporto del direttore
del Manicomio dott. Rebizzi: “F. G., proveniente dall’Ospedale da
Campo n.234 (San Giorgio di Nogaro), entrò nel reparto Speciale
Militare del Manicomio di Reggio Emilia il 3 Agosto 1916, donde fu
qui trasferito il 20 Settembre 1916. Risulta dalle informazioni qui
provenienti da Reggio Emilia, che non era del tutto esente da
precedenti ereditari e che era d’intelligenza un poco limitata.
Chiamato alle armi col 1° Genio Zappatori, e, andato al fronte, vi
si portò bene per oltre un anno, poi cadde in una sindrome
depressiva con idee deliranti e, mentre era al campo, tentò
seriamente di suicidarsi, ferendosi con un coltello all’addome e
alla gola. Nell’Ospedale ove fu curato dalle ferite, venne anche
accertata l’infermità psichica. Trasferito il 23 Luglio all’Ospedale
n.234, fu giudicato infermo di mente e così pure a Reggio Emilia. Fu
riformato pertanto dal servizio militare (…) in data 20 Settembre
1916. Nel Manicomio di Cremona ha presentato una frenosi depressiva
ansiosa gravissima. Dal 20 Settembre 1916, data d’ingresso, al 28
Ottobre 1918, data della morte, fu sempre agitatissimo, afflitto da
allucinazioni terrifiche e idee deliranti persecutorie, tutte di
contenuto schiettamente bellico, sicché sembrava sempre sul campo di
battaglia. Per l’inquietudine e per il tono melanconico della sua
affettività, rifiutava per lunghi periodi il vitto, sicché è stato
necessario sottoporlo, talvolta anche per più mesi di seguito,
all’alimentazione forzata per mezzo della sonda gastrica, sostenendo
con lui delle lotte notevoli. La costante agitazione e il rifiuto
del vitto pressoché costante, ridussero man mano il soggetto a tale
deperimento che morì per marasma. Benché egli fosse predisposto, è
evidente in questo caso che la malattia mentale fu causata dal
servizio militare in guerra e anche la morte, avveratasi
esclusivamente per la malattia mentale, fu causata dal servizio
militare che il paziente prestò durante la guerra”.
Nota del
direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona, 29
febbraio 1944: “F. G., fu Antonio e di D. R. M., nato il 9 ottobre
1884 a Casalmaggiore, ivi domiciliato, celibe, è stato degente in
questo Ospedale dal 20 Settembre 1916 al 28 Ottobre 1918, giorno in
cui è morto. Fu fatta diagnosi di frenosi depressiva”.
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119.
Cartella
clinica: F. V. |
Numero
d’Ingresso: 2626 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato:
Croce Rossa |
Ammesso: 05
ottobre 1917 |
|
NOTE:
F. V. era già
stato ricoverato nel Manicomio di Cremona dal 03 agosto al 02
ottobre 1917.
“Il
Tribunale di Guerra di Cremona (…) ha pronunciato la seguente
SENTENZA nella causa contro F. V. (…) Soldato della classe 1867
ACCUSATO di diserzione (…) perché il 27 Aprile 1917, in Milano, s
allontanava arbitrariamente dal proprio Deposito e rendevasi
irreperibile fino al suo arresto avvenuto il 2 Luglio Successivo in
Cremona. IN PUBBLICA UDIENZA (…) Ritenuto che (…)
nell’interrogatorio oralmente reso, il [F. V.] (…) nessun motivo ha
saputo addurre in sua discolpa . – che nella specie, se da un canto
non è contestato nella sua materialità il reato di diserzione
rubricato, per l’accertamento delle responsabilità del F. devesi
però far ricorso alla indagine del perito medico-legale, che il F.
medesimo ebbe in osservazione ed in esame psichiatrico. Infatti: la
perizia ha accertato nel giudicabile una sindrome morbosa acuta,
rivelata dai sintomi dell’arteriosclerosi, la quale – è ben noto –
lede il cervello. – Ha accertato ancora sulla base dell’esame
psichico, che, nel F. intorpidite sono la percezione e l’attenzione,
scarsa è l’intelligenza e povero il patrimonio ideativo – il potere
di giudizio è leso in massimo grado – l’affettività è lesa più di
ogni altra attività psichica, l’umore estremamente depresso,
l’emotività esagerata, i sentimenti tutti oscurati dalla tinta
malinconica – inerte è la volontà: essa, si isola in una sola
tendenza, quella di isolarsi, di rannicchiarsi, di chiudersi in sé
stesso, quasi voglia offrire la minore superficie possibile alle
ingiurie che dall’esterno si paventano. – Tale tendenza finisce con
l’indurre al suicidio, motivato dal bisogno di sottrasri alle pene
che si presumano’. E’ chiaro quindi – prosegue la perizia – che il
F. è affetto da una psicosi depressiva involutiva. E il fatto
commesso [è] la manifestazione di questo stato psicopatico (…). Che
nella scorta di questo esame scientifico della persona del
giudicabile (…) il Tribunale ritiene dovere, corcitamente, formulare
il proprio giudizio e dichiarare che non v’è luogo a procedere
penalmente dei confronti del F. medesimo. Non solo, ma poiché la
liberazione immediata di costui potrebbe costituire un pericolo, se
non immediato certo possibile, alla società, è opportuno ancora
disporre per il suo ricovero in un manicomio, sino a che egli non
abbia raggiunto un sufficiente miglioramento”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio al Presidente del Tribunale di Cremona,
25 gennaio 1918: “E’ qui ricoverato certo F. V.. Egli si iscrisse
molti anni fa alla Croce Rossa senza sapere affatto di che cosa si
trattasse, senza nessuna attitudine né vocazione a fare l’infermiere
né il milite; ma soltanto per suggerimento di alcuni amici.
Scoppiata la guerra attuale, benché egli fosse cinquantenne, è stato
chiamato in servizio. Ha fatto il suo dovere per qualche tempo; ma
poi, ammalatosi di mente, si è allontanato più volte dal Corpo e in
fine è stato processato da questo Tribunale di Guerra come
disertore. Io fui incaricato della perizia psichiatrica e, visti i
sintomi di melancolia con decadimento psichico e constatati i segni
di precoce senilità, diagnosticai una forma di psicosi depressiva
e sostenni la sua totale impunibilità. Il Tribunale di Guerra
emise una sentenza di non luogo a procedere e ordinò il ricovero in
un Manicomio. (…) il F. (…) in data 3 Novembre 1917, [fu] riformato
dal servizio militare. Ora si deve considerare che io nella perizia
dimostravo come il F., durante il periodo di osservazione in
Manicomio, curato opportunamente, fosse molto migliorato e
prognosticavo che la sindrome depressiva sarebbe scomparsa. Il
decadimento della intelligenza, insito nella involuzione fisica,
naturalmente sarebbe rimasto; ma in lieve grado, perfettamente
compatibile con la convivenza sociale del F. Concludevo perciò in
questi termini: ‘Nessun provvedimento particolare occorre a
salvaguardia della Società perché intanto il soggetto deve restare
nel Manicomio in cura. Raggiunto un sufficiente miglioramento,
dovrà uscirne e sarà una persona innocua , come del resto
ha già dimostrato perché, anche nel periodo di malattia acuta, non
ha commesso azioni violente’. (…) Dunque è evidente che fu ordinato
[dal Tribunale di Guerra] il ricovero nel Manicomio per sola misura
di opportunità e, secondo il criterio espresso dal perito alienista,
cioè non a tempo indeterminato (…). Pertanto io ho la piena
convinzione che, avendo ormai il F. raggiunto un miglioramento tale
da non poter assolutamente più restare in Manicomio, io possa
dimetterlo sotto la mia responsabilità, responsabilità che non mi
assumerei certamente se si trattasse di un omicida o di uno che
avesse tendenza al suicidio”.
Comunicazione del direttore del Manicomio al Presidente della
Deputazione Provinciale di Cremona, 10 maggio 1922: “F. V. (…) uscì
dal Manicomio il 2 Ottobre 1917 e fu condotto all’Udienza perché era
migliorato e non pericoloso agli altri. Fu prosciolto; ma ancora qui
ricoverato il 5 dello stesso mese con la stessa sentenza che
dichiarava il non luogo a procedere. Inviai poi la consueta
relazione alla Infermeria Presidiaria proponendo i provvedimenti
medico-legali del caso e il F. fu riformato il 3 Novembre 1918.
Dimesso dal Manicomio per miglioramento il 13 Febbraio 1918. Da
quanto è esposto risulta che la infermità mentale del F. è insorta
quando era sotto le armi. Inoltre ebbi occasione di rilevare nel
soggetto quei fenomeni emotivi che son caratteristici delle psicosi
contratte per disagi e i patemi d’animo inerenti il servizio
militare. Egli non era del tutto esente da una certa gracilità
psichica atta a disporlo alla constatata infermità e per questo
motivo non si può asserire che si ammalasse esclusivamente per causa
del servizio, ma senza nessun dubbio si deve giudicare che la sua
malattia mentale fosse dipendente dal servizio militare”.
|
120.
Cartella
clinica: G. A. |
Numero
d’Ingresso: 2832 |
Provenienza:
Sesto di Reghena (Udine) |
Soldato: 2°
Gruppo Mitraglieri |
Ammesso: 21
settembre 1918 |
|
NOTE:
Centro
Psichiatrico Militare di 1a Raccolta – Reparto Villa
Corbelli, Reggio Emilia 06 agosto 1918: “Oggetto. Risultato
d’osservazione. Sold. G. A. – Mitraglieri Fiat 2° Gruppo (…) entrava
in osservazione il 4-7-918 d’odine dell’Osp. Milit. di Brescia per
confusione mentale in frenastenico. Il paziente che, pur conservando
sempre fisionomia torpida, imbambolata, prima non rispondeva alle
domande, vi ha successivamente risposto o negativamente o
incongruentemente, dopo essersi fatto a lungo aspettare; altre volte
pur non rispondendo parliccia qualche parola nelle labbra. Sospetta
sempre che gli vogliono fare qualche cosa; è stato allucinato:
‘dovevano fucilarlo’; protesta sempre la sua innocenza con voce
piagnucolosa e con gli occhi lacrimanti. Si dimostra psichicamente
passivo, ma senza fatti di passività psicomuscolari. Giudicandolo
affetto da demenza ebefrenica e come tale non idoneo al servizio
militare, ai sensi dell’art. 17.E.I. se ne propone la riforma. La
malattia non dipende da causa di servizio”.
|
Figura 12
“Tenente Gen. Esercito Italiano
Cremona 29 –
Febbraio 1912”.
121.
Cartella
clinica: G. G. |
Numero
d’Ingresso: 2780 |
Provenienza:
Gussola (Cremona) |
Soldato:
Reparto Centrale Buoi, IV Reparto |
Ammesso: 21
maggio 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Capitano medico Reparto Boari al direttore del Manicomio di
Cremona, 21 maggio 1918: “Dichiaro di avere visitato il soldato G.
G. della classe 1896 (…). Egli presenta sintomi di alienazione
mentale consistenti in modo precipuo in azioni incoordinate in idee
fisse. Compie azioni tali quali quelle di slegare e condurre fuori
dalle stalle i buoi, facendoli girovagare, tanto che è necessaria
una continua vigilanza. Potendo essere di danno eventuale a se ed
agli altri, lo si propone per l’invio immediato al Manicomio
Provinciale di Cremona”.
15 agosto
1918, Riassunto Anamnesi e Diagnosi: “Fu accolto in Manicomio
affetto da confusione mentale, con disorientamento, allucinazioni e
idee deliranti incoerenti. Risoltosi per gradi lentissimi questo
episodio [illeg.], rimane un soggetto con profonda deficienza
psichica e gravi anomalie del carattere. Diagnosi: Amenza in
individuo affetto da imbecillità”.
Informativa
del dott. Bocchi Sisto, medico-chirugo-ostetrico di Gussola, 04
gennaio 1940: “Dichiaro di avere visitato l’alienato G. G. e
certifico che non presenta disturbi né della sfera somatica né della
sfera psichica”.
|
122.
Cartella
clinica: G. A. |
Numero
d’Ingresso: 2827 |
Provenienza:
Gadesco (Cremona) |
Soldato: 61°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 13
settembre 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Centro Psichiatrico Militare di 1a Raccolta, Reparto
di Villa Corbelli, Reggio Emilia, 31 agosto 1918: “Da un telegramma
1997bis Comandante il Deposito del 161° Regg. Fanteria, risulta che
il G. è stato denunciato al Trib. Mil. di Piacenza in data 16
Gennaio 1918 per diserzione. Da un altro telegramma 40919 risulta
invece a disposizione intendenza IVa Armata. Non è
possibile raccogliere alcun dato anamnestico del malato date le
condizioni nelle quali egli si presenta. Dalla cartella clinica
annessa dell’O di Verona risulta che durante la sua degenza in
quell’Osp. si è mostrato torpido, confuso, disorientato, in uno
stato depressivo con delirio di morte, di persecuzione. Ha pure
mostrato episodi ansiosi. Durante invece la sua degenza in questo
Reparto il G. non si è mai mostrato in stato di grave confusione, si
mostra invece completamente inaccessibile, in stato come di paura,
ripetendo stereotiposamente la frase ‘sono tutti d’accordo per
ammazzarmi’. Ad ogni rumore fugge come spaventato; facendogli vedere
un coltello si lancia subito per cercare di prenderlo, indicando
colla mano il desiderio di tagliarsi. Aspetto chiuso, ostile, con
espressione animica, piuttosto ilare, fatuo, compiendo movimenti
stereotipati. All’infuori delle frasi su accennate che lasciano
pensare che si sia stigmatizzato in lui un delirio persecutorio e di
[illeg.], non è possibile raccogliere dalla sua vita psichica
elementi precedenti d’importanza diagnostica. E’ individuo in buone
condizioni fisiche e di nutrizione con evidenti note degenerative
somatiche. Giudicandolo affetto da demenza paranoide tale non idoneo
al servizio militare lo s’invia al manicomio di San Lazzaro ed a
senso dell’art. 17 E.I. lo si propone per la riforma. La malattia
non dipende da causa di servizio”.
Telegramma
dell’Avvocato Militare del Tribunale di Guerra di Lonigo al
direttore del Manicomio di Cremona, s.d.: “Prego far conoscere
quando potrà essere tradotto carceri Tribunale di Guerra Lonigo per
essere giudicato soldato 61/o Fanteria G. A. di Antonio costi
trasferito 11 settembre da Centro Psichiatrico Reggio Emilia”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Distretto militare della
stessa città, 23 ottobre 1923: “Informo la S.V.I. che G. A. fu
ammesso nel Centro Psichiatrico Militare di 1a di Reggio
Emilia il 07 Agosto 1916 proveniente dall’Ospedale Principale di
Verona con diagnosi di psicopatia depressiva- Nell’Ospedale di
Cremona aveva presentato una sindrome melancolica con parziale
confusione psichica. Aveva avuto ansia [illeg.] e idee deliranti di
persecuzione e di morte. Nel Centro psichiatrico si mostrava
atterrito e convinto che tutti congiurassero contro di lui per
ucciderlo e mostrava tendenza al suicidio per sottrarsi alla
presunta persecuzione; poi divenne [illeg.] con atteggiamenti
stereotipici e sintomi di decadimento mentale sicché fu fatta
diagnosi di demenza grave paranoide. Pare che allora fosse sotto
processo per diserzione. Trasferito il 13 settembre 1918, presenta
indebolimento psichico e fatuità del contegno; ma ben presto si
riordinò nei suoi atti sicché il 29 settembre 1918 fu dimesso in via
d’esperimento”.
|
123.
Cartella
clinica: L. G. |
Numero
d’Ingresso: 2623 |
Provenienza:
Calcinato (Brescia) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 24
settembre 1917 |
|
NOTE:
L.G. fu
già ricoverato nel Manicomio di Cremona dal 10 novembre al 24
dicembre 1916.
Comunicazione
del Sindaco del Municipio di Calcinato al direttore del Manicomio di
Cremona, 28 novembre 1916: “Consta a quest’ufficio che nella
famiglia del militare contro indicato ramo paterno non vi sono mai
state persone malate di mente. A madre del militare T. A. proviene
da altro Comune e non si hanno elementi per fornire le notizie
richieste. Da bambino il L. si fece notare per il suo carattere
strano; si ricorda che ebbe a riportare lesioni alla testa in
seguito a versamento di liquido bollente. La famiglia L. non è in
grado di mandare per mancanza di mezzi un suo membro per visitare il
ricoverato”.
Tribunale di
Guerra di Cremona, 25 settembre 1917: “Sentenza contro L. G. (…)
accusato di diserzione ai sensi degli art. 138-141 n.2 – 145 C.P.Es.
perché il 3 aprile 1917, in Cremona, essendo nella prigione del
Corpo per scontare una punizione disciplinare, eludeva la vigilanza
e rendevasi irreperibile sino al giorno del suo arresto, 25 luglio
1917. OMISSIS Dichiara non farsi luogo a procedimento penale per
inesistenza di reato contro L. G. e ordina rinchiudersi il L. stesso
in manicomio perché pericoloso a sé e agli altri”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Brescia, dott. Seppilli, al direttore
del Manicomio di Cremona, 26 gennaio 1918: “Egregio Prof. Rebizzi,
Ho accolto il L, ma non le nascondo la mia meraviglia nel vedere
come codesto Tribunale di Guerra mentre dichiara il non farsi luogo
a procedimento penale per inesistenza di reato contro di lui, ne
ordina la reclusione nel Manicomio. Ho avuto tanti casi consimili
qui a Brescia, ma a questo tribunale di guerra non è mai venuto in
mente di ordinare la reclusione nel Manicomio del soldato presunto
colpevole. Così si mettono i bastoni nelle ruote, e tutto trova un
ostacolo nella burocrazia e nella fantastiche interpretazioni della
procedura penale. Il L. è sano di mente e tenerlo nel Manicomio
diventa un sequestro. Mi sono quindi sollecitato oggi stesso a
scrivere a codesto Tribunale di Guerra per il di lui licenziamento.
S’Ella m’avesse risparmiato questa noia m’avrebbe fatto un grande
piacere anche perché il Manicomio è molto affollato e non so più
dove mettere gli ammalati. Cordiali saluti. [In calce alla lettera,
il dottor Rebizzi annota:] 27 Gennaio 1918. Risposta all’amico Prof.
Seppilli che non poteva la Provincia di Cremona mantenere un
bresciano per risparmiare una seccatura al Direttore del
Manicomio di Brescia. E che al sottoscritto non fanno più
meraviglia certe decisioni del Tribunale di Guerra di Cremona (ora
Piacenza). Rebizzi”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Direttore Capo del
Servizio Ministero delle Finanze – Direzione Generale delle Pensioni
di Guerra: “Manicomio Provinciale – Cremona. Direzione. 26 Marzo
1935=XIII° Oggetto: L. G., di Bartolo, nato il 6 Aprile 1891 a
Calcinato. (…) In merito alla lettera sopra citata, informo che le
cartelle cliniche del malato, data l’epoca in cui egli fu qui
degente, portano annotazioni molto sommarie, perciò riferisco tutti
gli elementi che si trovano nel carteggio da cui è formato il
fascicolo. Questi risultò immune da precedenti morbosi ereditari;
soltanto il nonno paterno era di carattere anormale e una volta si
buttò in un fosso con pericolo di annegare. Il L. risultò un
soggetto un po’ deficiente per vizio originario. Ma, realmente, dopo
la campagna di Libia, si era ammalato con alternative di lieve
esaltamento e depressione, che, durante la Guerra europea si
aggravarono. Entrò nel nostro istituto il 10 Novembre 1916 con una
sindrome depressiva in seguito ad ordinanza della Questura e
certificato del medico militare e fu fatta diagnosi di ‘episodio
depressivo in soggetto lievemente frenastenico’. Qui si riordinò e
fu dimesso in via di esperimento il 24 Dicembre 1916. Il 24
Settembre 1917 rientrò in Manicomio per ordinanza del Tribunale di
Guerra di Cremona che lo aveva assolto da varie imputazioni,
ordinando di ricoverarlo nell’Istituto come malato di mente
pericoloso. Riformato dal servizio militare, fu trasferito il 26
Gennaio 1918 al manicomio di Brescia perché il malato aveva il
domicilio in quella Provincia. Non esistono altre notizie nel nostro
incartamento”.
|
124.
Cartella
clinica: L. Z. F. |
Numero
d’Ingresso: 2796 |
Provenienza:
San Benedetto Po (Mantova) |
Soldato:
|
Ammesso: 06
luglio 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Medico del Carcere Militare Preventivo di Cremona, 05 luglio
1918: “Dispongo che il detenuto L. F. fu Giuseppe della classe 1885
nato a S. Benedetto Po il 3-1-85 (Mantova) venga ricoverato nel
manicomio Provinciale perché da qualche giorno da segni evidenti di
malattia mentale caratterizzata da mutismo, faccia stuporosa,
rifiuto di nutrizione. E’ pericoloso a se ed agli altri”.
Lettera di
L.Z. alla moglie, s.d.: “cara moglie io sto bene e tu dimi come fai
aman che non ai niete dimi chi da damangia ai nostri cincue figli
dimi se ti alzi del letto se cominci a star bene la mama piagera
sempre e sentire inostri a piangere dala fame così dobremo morire
tuti inompagni Saluta la selene e la [illeg.] Z.”.
Tribunale
di Guerra di Cremona, Atto di Accusa, 07 luglio 1918: “P. G. (…) L.
Z. (…) imputati di insubordinazione (…) perché il 15 ottobre 1917 in
San Benedetto Po, insieme con altri disertori, minacciavano a mano
armata e tentavano di ledere il Maresciallo dei R.R. CC (…) ed altri
militi che avevano loro intimato il fermo. Il L. inoltre: del reato
di cui agli art. 139-143 (…) perché nell’agosto 1917 non rientrava
dalla licenza ordinaria al proprio reparto mobilitato e si rendeva
irreperibile fino al giorno del suo arresto, avvenuto in San
Benedetto Po il 17 giugno 1918”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 06 agosto 1918: “L. In relazione
al mio rapporto N.1959, in data 22 Luglio 1918, in cui significavo
che avrei proposto provvedimenti circa l’evasione del ricoverato di
contro distinto, sono in dovere di concludere in questi termini:
L’infermiere A. S. era l’unico infermiere unicamente e
tassativamente responsabile di tenere l’ordine nel piazzale e di
impedire che in qualsiasi maniera e con qualsiasi mezzo i ricoverati
si facessero del male o particolarmente potessero evadere. Aveva di
sorveglianza pochi malati di cui alcuni pericolosissimi; ma tutti
tranquilli, sicché non aveva nessuna preoccupazione speciale per un
dato malato, che poteva distrarre la sua attenzione dagli altri. Non
si è neppure accorto in che modo il L. abbia scavalcato il muro,
dunque i responsabili dell’evasione di un soggetto che è inutile
ripetere quanto si giudichi pericoloso. Posso escludere con assoluta
certezza che fosse allontanato dal piazzale o avesse commesso
qualsiasi altro atto che aggrava la sua colpa. Pertanto mi limito a
proporre per l’infermiere A. la sospensione dalla paga per circa 20
giorni”.
Nota del
direttore del Manicomio Provinciale di Cremona del 07 Agosto 1918 al
Presidente della Deputrazione Provinciale: “Analogamente a quanto
ottenni (…) a proposito del ricoverato convalescente C. B. che si
allontanò dall’Istituto mentre era addetto al lavoro, chiedo alla
S.V.I. il rimborso di piccole spese incontrate nei tentativi di
rintraccio dell’evaso L. Per tre gironi ho mandato alcuni infermieri
insieme ai Carabinieri e ai soldati che erano stati messi a
disposizione dall’[illeg.] del Presidio, a frugare nei campi di
granoturco ove si riteneva fosse nascosto il L.; altri infermieri ho
mandato in bicicletta nella notte a perlustrare le strade che il L.
poteva percorrere”.
Nota del
direttore del Manicomio Provinciale di Cremona del 15 Settembre 1918
all’Ufficiale Istruttore Cav. P. Presidente Tribunale di Guerra di
Cremona: “(…) la S. V. chiede se L. Z., qui accolto il 6 e di qui
evaso il 21 Luglio 1918, si trovi ora di nuovo nell’istituto ed
eventualmente da chi e quando è stato arrestato, informo che il
detto L. non ha più fatto ritorno al manicomio, ove non è neppure
più pervenuta nessuna notizia sul conto di lui. Furono fatte assidue
ricerche per parte del sottoscritto nell’intento di rintracciarlo e
furono avvertite tutte le autorità competenti. Si seppe soltanto che
il giorno dopo l’evasione, il L. era stato condannato; sicché il
sottoscritto non poté più interessarsi della causa (…)”.
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125.
Cartella
clinica: L. P. |
Numero
d’Ingresso: 2707 |
Provenienza:
Padova |
Soldato:
civile |
Ammesso: 11
dicembre 1917 |
|
NOTE:
Anamnesi
dell’attuale malattia: “Nel settembre u.s. ebbe un forte patema per
una malattia della figliuola maggiore. In seguito agli avvenimenti
guerreschi alla fine di Ottobre si mostrò impressionatissimo e
cominciò a temere per la vita dei suoi cari, sopravvenne poi
insonnia ostinata con melanconia persistente (…). ebbe gravi accessi
di sovreccitazione generale e dopo pochi giorni abbandonò ancora il
suo ufficio. (…) poi sopravvennero allucinazioni, idee di prossima
morte, di arresto imminente, di rovina completa della famiglia ecc.
ecc.”.
|
126.
Cartella
clinica: L. F. |
Numero
d’Ingresso: 2834 |
Provenienza:
Aversa (Caserta) |
Soldato: 24a
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 27
settembre 1918 |
|
NOTE:
27 settembre
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un militare che presenta
grave sindrome melancolica con allucinazioni e idee deliranti.
Attualmente è assai migliorato; ma presenta ancora numerose e
insistenti preoccupazioni ipocondriache. Fisicamente è assai
gracile. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona all’Autorità Militare, 19
novembre 1918: “L. F. (…) è stato ammesso in questo Ospedale il 27
Settembre 1918 e fu riconosciuto affetto da malattia mentale in
forma di frenosi acuta. Viene dimesso il 19 Novembre 1918 in prova
per miglioramento. E’ esente da malattie contagiose o comunque
trasmissibili ed essendo appena convalescente della grave infermità
psichica è degnissimo di una licenza per almeno 90 giorni”.
|
127.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2853 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato: 228°
Battaglione Milizia Territoriale |
Ammesso: 02
dicembre 1918 |
|
NOTE:
Relazione
medica di M. A. trasmessa dal direttore del Real Manicomio di Aversa
al direttore del Manicomio Provinciale di Cremona, 30 novembre 1918:
“Presenta vivaci idee deliranti persecutorie di fenomeni psico
sensoriali prevalentemente uditive a contenuto analogo. Ritiene di
essere perseguitato dalla camorra o dalla mano nera, e dice che a
mezzo della telepatia i persecutori riescono a saper il suo pensiero
prima che egli lo manifesti con parole così lo ‘prevengono’ e gli
fanno andare a monte ogni impresa. Sente oltre a ciò, voci continue
che lo canzonano, lo insultano gli impongono atti contrari ai propri
interessi. Per quanto sopra lo si ritiene affetto da alienazione
mentale, demenza precoce paranoide”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 23 dicembre 1918: “M. A. (…) è
stato ammesso in questo Ospedale il 2 Dicembre 1918 trasferito dal
manicomio di Aversa. Fu riconosciuto affetto da malattia mentale in
forma di demenza precoce paranoide. L’ammissione venne confermata
con decreto del R. Tribunale di S. Maria Capua Vetere in data 8
ottobre 1918. Venne dimesso in prova per miglioramento il 22
Dicembre 1918”.
|
128.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2718 |
Provenienza:
Genova |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 30
gennaio 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona del 24 Marzo
1918 al direttore dell’Infermeria Presidiaria: “Affinché la S. V.
sappia il motivo della permanenza del soldato M. in questo istituto,
sono in dovere di significare che, in seguito alla minuta N.573, del
17 c.m. venne un militare del 65° Regg. Fanteria a ritirare il M. Ma
questi, che si trovava in condizioni perfettamente normali,
incominciò a fare atti disordinati che il più rigoroso esame
somatico facevano con certezza risultare simulati. Ad ogni modo,
divenne così violento che non era assolutamente possibile
trasportarlo, sicché, non ostante l’arrivo di altri militari, si
dovette trattenere in cella nel comparto d’osservazione. Ora si è
messo calmo, è anzi esaurito dalle violenza commesse ed è
mentalmente confuso, sicché sembra che alle manifestazioni simulate
subentri una fase di reale disordine psichico analoga a quella
presentata nel periodo dell’immissione. Non deve meravigliare
l’alternanza di simulazione e di reale malattia, trattandosi di
individuo che è certamente affetto da degenerazione psichica e
perciò gode di perfetta lucidità; ma è facilissimo a perdere
l’equilibrio mentale. Questi individui appartenenti alla così detta
zona grigia, tra il malato di mente e il criminale, come la S. V. I.
può apprezzare sono i soggetti più infidi, pertanto occorre
rinnovare l’osservazione”.
23 aprile
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato perfettamente
lucido, ma con intelligenza scarsa per vizio congenito e con
anestesia morale completa. Presenta stigme degenerative evidenti. Ha
avuto in Manicomio alternative di esaltamento e di depressione
veramente morbose, ma negli intervalli senza dubbio ha simulato un
disordine psichico che si estrinsecava con atti di violenza
emozionale. Ora è lievemente depresso. Vista l’anestesia morale, si
giudica soggetto pericoloso, sicuramente incoercibile, degno di
restare in Manicomio. Diagnosi: Follia morale”.
Diario delle
Malattie Intercorrenti:
“30 gennaio.
Entrato in oss. Confuso. (…)
14 gennaio.
Clamoroso, senza letto, due iniezioni di scopolamina.
17 gennaio
Alzato dopo pranzo. (…)
02 marzo.
Alzato, ritornato in letto, dice di aver una bestiola nella testa
che li morsica. (…)
10 marzo.
A’ pianto dopo la cena, perché voleva uscire di qui. (…)
29 Aprile.
Dimesso” e trasferito al Manicomio di Genova-Cogoleto.
|
129.
Cartella
clinica: M. U. |
Numero
d’Ingresso: 2728 |
Provenienza:
Colle Salvetti (Livorno) |
Soldato: 4°
reggimento Artiglieria da Campagna |
Ammesso: 18
febbraio 1918 |
|
NOTE:
Lettera
del padre ad M. U.: “Vicarello 25 Febbraio 1918. Caro figlio
tioscritto irgiorno 16 erispondevo alla tua lettera nonso come mai
se tulaverai ricevuto non sista impenziero perche tutte le settimane
armeno una lettera siriceveva esisapeva letue notizzie ti prego
apena che tuai ricevuto rispondimi subito per sapere come stai ora
Averto che anche tuo fratello dopo tanto ciascritto chesta bene e ti
fa tanti saluti anche atte come pure tuo cognato adarfo statene ora
il padrone ti a richiesto lesonero perer lanentatura della vite che
sono due anni che consono state inestate speriamo che te la
concedono tupossa venire anestare la vite perche quello e un
mestiere leggeri che non potrai fare alle belle giornate e quando
risentirai bene il tuo fratello siritrova in austria noi di famiglia
perora stiamo tutti in bona salute riceverai tanti saluti e baci
dame e da tutta lintera famiglia e tutti parenti e tutto il vicinato
tuo padre M. Giuseppe”.
06 marzo
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato che presenta
grave incoerenza delle idee, assurdità del contegno, manierismi,
allucinazioni vivissime e intensa agitazione motoria, sicché si
rende estremamente pericoloso a sé e agli altri. Diagnosi: Demenza
precoce catatonica”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 03 luglio 1918: “Fu fatta
diagnosi di demenza precoce catatonica. Venne riformato per
alienazione mentale non dipendente da causa di servizio il 18 marzo
1918 (…). Era anche in condizioni di estremo deperimento organico a
causa di fenomeni bronco-polmonatici probabilmente di natura
tubercolosa. [Illeg.] un lieve miglioramento nelle condizioni
somatiche e raggiunta una fase di remissione dei sintomi psichici,
fu dimesso in prova, per miglioramento, il 13 luglio 1918, affidato
alla famiglia”.
|
Figura 13
“Tenente Generale – visto a parte dietro.
Cremona 29-2-912”.
130.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2773 |
Provenienza:
Catania |
Soldato: 62°
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 30
aprile 1918 |
|
NOTE:
M. A. fu già
ricoverato nell’istituto cremonese dal 15 febbraio al 02 aprile
1918.
Nota del
Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, 14 febbraio
1918: M. A. “Dimesso dall’Infermeria Presidiaria il giorno 10
corrente per sifilide presenta oggi sintomi di esquilibrio mentale,
minacciando provocando ed andando anche a vie di fatto. Si affaccia
il sospetto che possa trattarsi anche di simulazione ma nella tema
che possano verificarsi inconvenienti anche gravi lo si propone per
l’invio in osservazione nell’Ospedale Manicomiale di Cremona”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Capitano Medico della 62a
Compagnia Presidiaria, 27 marzo 1918: “In risposta alla nota
N.40, con cui la S.V.I. mi chiedeva un parere esplicito sul sospetto
di simulazione per parte del militare di contro distinto, compio il
dovere di significare che egli era realmente malato d’una forma
grave di nevrastenia con etiologia tossica e precisamente in
rapporto con l’infezione sifilitica. Ora il detto militare ha
raggiunto un tale quadro di miglioramento da non avere più titolo
per restare in Manicomio”.
24 maggio
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Individuo affetto da
sifilide, già ricoverato in questo Manicomio per una sindrome
nevrastenica e dimesso dopo breve tempo in prova per miglioramento.
In seguito è aggravato e ora presenta qualche depressione
dell’umore, che talvolta raggiunge lo stupore, allucinazioni e idee
deliranti di persecuzione. Diagnosi: Frenosi depressiva”.
Lettera di M.
G.: “Catania 23 – 10 – 1918. Egregio Signor Direttore, Perdoni tanto
se [illeg.] lo disturbo, a volermi dare informazione sulla salute
del soldato M. A. che da parecchi mesi che non scrive. Sapendo lo
stato pessimo della sua salute prego la S.V. a volermi
accontentare”.
|
131.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2744 |
Provenienza:
Atripalda (Avellino) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 27
marzo 1918 |
|
NOTE:
23 aprile
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “E’ un soldato affetto da
postumi di ferita per cui è gravemente compromessa la funzione del
piede destro. Presenta depressione dell’umore, preoccupazioni
ipocondriache e, di tanto in tanto, uno stato fobico. Evidenti sono
i sintomi somatici a’ carico del sistema nervoso, che indicano uno
stato di astenia neuro-muscolare. Le condizioni di nutrizione
generale, assai scadenti nell’epoca dell’ammissione, incominciano a
rendersi migliori. Diagnosi: Psicosi neurastenica”.
Lettera del
padre di M. A. al direttore del Manicomio: “Atripaldi 10 maggio
1918. Ill.mo Signor Direttore (…) in codesto manicomio trovasi il
Soldato M. A. del 65° Reggimento di Fanteria da oltre 40 giorni non
da più notizie alla famiglia cosa sia mai successo. La sua famiglia
attende risposta dalla S. V. (…). La riverisco con rispetto il Padre
del soldato”.
Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona all’Ufficiale
Istruttore del Tribunale di Guerra – Lonigo: “Cremona li 15 luglio
1918. (…) il militare M. A. fu accolto in questo Manicomio il 27
Marzo 1918 perché presentava grave depressione psichica con tendenze
pericolose contro di sé e contro gli altri. Qui pure presentava
grave depressione dell’umore, persecuzioni ipocondriache e, di tanto
in tanto uno stato fobico. Anche sintomi somatici a carico del
sistema nervoso che indicano evidentemente una condizione di astenia
neuro-muscolare. Le condizioni generali erano assai scadenti. Fu
fatta diagnosi di psicosi nevrastenica (…). Il militare in oggetto
venne riformato in seguito a rassegna per alienazione mentale non
dipendente da cause di servizio il 5 maggio 1918 (…). Avendo intanto
il M. raggiunto un notevole grado di miglioramento ed essendosi reso
innocuo pure essendo ancora ben lontano dalla possibilità di
guarigione, fu dimesso dal Manicomio, in via d’esperimento, il 19
maggio 1918 e venne accompagnato a casa sua in Atripalda (Avellino),
ove è probabile che si trovi tuttora”.
|
132.
Cartella
clinica: M. G. D. |
Numero
d’Ingresso: 2791 |
Provenienza:
Crema (Cremona) |
Soldato: 33°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 26
giugno 1918 |
|
NOTE:
Trasferito a
Cremona dal Manicomio di Cuneo in Racconigi il 25 giugno 1918.
A Cuneo era
arrivato dall’Ospedale Militare di Riserva di Como il 19 luglio
1917.
s.d.:
“Direzione del Manicomio della Provincia di Cuneo. Riassunto della
tabella nosologica del soldato M. G. Non si conoscono i precedenti
famigliari. A 6 anni ha sofferto di polmonite. L’anno scorso soffrì
di istero catarrale per cui stette una quarantina di giorni
ricoverato all’Ospedale di Thiene. L’attuale psicopatia si sarebbe
sviluppata improvvisamente alcuni mesi or sono in seguito a ferita
alla testa da scheggia di granata. Da allora in poi il M. è sempre
stato in ospedale o in licenza per motivo di salute. Nei primi tempi
di degenza in questo Manicomio ove entrò il 19-7-1917 presentava
irrequietudine motoria a carattere di automatismo con movimento di
rotazione laterale della testa, movimenti coreiformi delle estremità
superiori, scosse muscolari a quelli inferiori. Confuso e
disorientato specialmente per il tempo. Spesso soggetto a disturbi
sensoriali a’ contenuto persecutorio, disordinato nel contegno,
inoperoso innocuo, a volte parlava da solo. Negli ultimi tempi
accennava a qualche miglioramento”.
|
133.
Cartella
clinica: M. A. |
Numero
d’Ingresso: 2763 |
Provenienza:
Motta Baluffi (Cremona) |
Soldato: 4a
Compagnia Sussistenza Territoriale |
Ammesso: 19
aprile 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione del Sindaco di Motta Baluffi, Cremona, al Comando del
7° Battaglione Milizia Territoriale, Cremona: “Motta Baluffi, li 5
aprile 1918. (…) pregiami consegnare a codesto Comando, una
relazione di questo medico comunale, dottor Paolo Soldi referentisi
allo stato di salute della famiglia del soldato. M. A., di codesto
Comando, con l’indicazione dei membri che furono affetti da pazzia.
Ripeto che anche detto militare, 3 anni orsono per aver fatto
acquisto di una casa, che alcuni dicevano pagata a caro prezzo, si
era così impressionato da decidersi al suicidio che sarebbe stato
effettuato qualora non fosse stato impedito da persona che lo
incontrava nei pressi del fiume Po, e mediante una assidua
sorveglianza prestata dalla moglie per lungo tempo”.
Nota del
Capitano medico dell’Infermeria Reparti Mobilitati, 17 aprile 1918:
“Il Soldato della 4a Compagnia Sussistenza Territoriale
M. A. (…) presenta sintomi di squilibrio mentale, composto di senso
di melanconia continua – sfugge la compagnia dei colleghi, ed ha
tendenza al pianto: idee fisse. Ha avuto il padre al Manicomio di
Cremona negli anni 1915-16, il nonno ed uno zio paterno suicidi. Ad
evitare possibili conseguenze lo si propone per l’invio in
osservazione al Manicomio Provinciale di Cremona”.
14 maggio
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Il padre del paziente, già
ricoverato in Manicomio, è affetto da malattia mentale cronica. Il
paziente si è ammalato con depressione dell’umore, anoressia,
insonnia, poi fobie e ossessioni a contenuto ipocondriaco, per cui
tendeva al suicidio. Presenta i sintomi somatici a carico del
sistema nervoso che depongono per l’esistenza di una grave astenia
neuro-muscolare. Diagnosi: Psicosi nevrastenica”.
|
134.
Cartella
clinica: P. A. |
Numero
d’Ingresso: 2778 |
Provenienza:
Mesagne (Lecce) |
Soldato: 4°
Reggimento Artiglieria |
Ammesso: 11
maggio 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione del Capitano medico al Comando del Centro di
Mobilitazione del 4° Reggimento: “Cremona 10 maggio 1918. Oggetto:
Dichiarazione medica riguardante il soldato P. A. che deve essere
ricoverato in Manicomio. Il Soldato P. A. (…) è un individuo di
buona costituzione organica (…). Dal lato gentilizio: padre sano. La
madre soffre disturbi nervosi, tanto che a dire del paziente doveva
essere ricoverata in Manicomio (…). Un fratello fu al Manicomio di
Lecce, un altro venne riformato per disturbi nervosi. Non ebbe mai
alcuna malattia degna di nota. Si trova sotto le armi da 6 anni:
partecipò alla guerra Libica, resistendo benissimo ai disagi e ai
pericoli. Scoppiata la guerra attuale venne inviato al fronte dove
rimase fino all’Ottobre u.s. Riferisce che verso l’agosto del 917
mentre trovavasi sull’altopiano di Bainsizza, essendo scoppiato
vicino un proiettile da 305, ne riportava un’impressione tale di
venir preso da un tremito, specialmente agli arti; tremito che dura
tutt’ora. Venne inviato in osservazione a Torino per epilessia.
Durante la degenza, più non ebbe mai alcun alcun accesso convulsivo,
soffriva, solamente d’insonnia. Uscito dopo circa 2 mesi, rientrava
a questo Deposito Vi si trova da [illeg.] giorni. In questo breve
periodo cominciò a commettere qualche stranezze: una volta mentre
trovavasi in cortile con altri compagni, improvvisamente cominciava
a marciare e per un po’ di tempo da solo, avanti e indietro come se
ricevesse un ordine da qualche superiore. Un pomeriggio dopo aver
percorso da cima a fondo la camerata, si arrampicò su una così detta
falancia [?], all’altezza di circa due metri, e mettendosi dapprima
seduto e poi in piedi cominciava a tener discorsi (…). Una notte (…)
circa verso l’una, si alzò e in mutande, prese un lenzuolo, se lo
mise sulle spalle a guisa d’un accappatoio, uscì dalla camerata,
rientrandone dopo 5 minuti. Ieri sera poi, verso le 20 mentre
passeggiava nel corridoio della prigione, essendo stato richiamato
all’ordine (perché fumava) dall’Ufficiale di servizio, cominciò a
dare in escandescenze, e slanciandosi addosso stesso lo prendeva per
la gola. Venne dai vari militari presenti al fatto ridotto
all’impotenza. Dati i fatti suaccennati, ritenuto il P. affetto da
squilibrio mentale, e pericoloso a sé, e ancor più per gli altri
propongo che il medesimo sia ricoverato d’urgenza nel locale
Manicomio Provinciale , in osservazione”.
18 giugno
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Gentilizio assai
compromesso da psicopatia. Si trova da sei anni sotto le armi. Per
l’impressione sofferta in seguito a scoppio di granata, si è
ammalato di mente ed è stato nel Manicomio di Torino due mesi.
Cinque giorni dopo essere tornato al Deposito, è stato accolto in
questo Manicomio perché aveva degli equivalenti psichici epilettici.
Poi ha presentato fasi di esaltamento maniaco di cui non serba
tracce mnemoniche. Diagnosi: Epilessia psichica”.
Lettera del
fratello, P. G., al direttore del Manicomio di Cremona: “Torino
30.8.918. Ill.mo sig. Direttore. Il sottoscritto P. G. fratello del
soldato P. A., ricoverato in codesto Manicomio, fa rispettosa
domanda affinché la S. V. I. si compiaccia concedergli l’uscita del
fratello ammalato, il più presto possibile sempre che le condizioni
di salute lo permettano. Il sottoscritto prende poi l’assoluta
responsabilità sulla sorte del fratello”.
Nota
dell’onorevole Paglio [?] al direttore del Manicomio di Cremona:
“Camera dei Deputati. 1 novembre 1918. Ill.mo Sig. Professore Mi
permetto interessare ancora una volta la cortesia della S.V.I. per
pregarla a voler possibilmente sollecitare una nuova visita al
soldato P. A., ricoverato in codesto Manicomio, per vedere se in
seguito alle sue condizioni attuali di salute, sia il caso di
decidere sulla sua uscita dal Manicomio stesso. Oggi stesso ho
rivolto la medesima preghiera al Collonn. Sig. Cav. Saverico,
Direttore dell’Ospedale Militare di Cremona (…)”.
Nota del
Colonnello comandante Il Centro di Mobilitazione del 4° Regg.
Artiglieria da Campagna al direttore del Manicomio di Cremona, 26
gennaio 1919: “Il soldato P. A. ha reclamato gli assegni per la
licenza di convalescenza (…). Per svolgere le pratiche necessarie
occorre conoscere se la malattia per cui il suddetto militare venne
ricoverato in cotesto istituto l’11-5-18 sia da presumersi
dipendente da cause di servizio, poiché il P. ebbe a dichiarare al
Dirigente il servizio sanitario di questo Centro di aver risentito i
primi disturbi psichici in seguito all’emozione causata dall’essere
stato travolto dallo scoppio di una granata di grosso calibro che lo
seppellì con i detriti del terreno”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona, 11 aprile 1922: “P. A. (…)
nato il 24 Giugno 1892 a Mesagne ivi domiciliato, già militare del
4° Reggimento Artiglieria, non è immune da precedenti morbosi
ereditari; ma non aveva mai avuto sofferenze degne di nota prima che
prestasse servizio militare in guerra. Nell’Agosto del 1917,
sull’altipiano di Bainsizza, travolto dallo scoppio di un proiettile
da 305, si ammalò con manifestazioni di epilessia per cui fu in
osservazione a Torino per circa due mesi. Ritornato al Deposito del
suo Reggimento, ebbe fenomeni classici di determinismo ambulatorio;
poi ebbe alcuni brevi accessi amenziali e in più un accesso
amenziale di natura schiettamente epilettico, gravissimo e
prolungato, sicché dovette essere accolto nel Manicomio di Cremona
l’11 Maggio 1918. Dileguatosi questo accesso, insorsero altri a
forma di esaltamento maniaco susseguiti da completa amnesia. Sicché
fu fatta diagnosi di epilessia psichica, malattia mentale cronica.
In data 24 Giugno, col n:871 si ottenne il decreto di conferma del
ricovero, in seguito il paziente fu proposto per la riforma dal
servizio militare e il 19 Novembre 1918 fu dimesso per miglioramento
in via di prova. Non ostante la predisposizione che aveva il
soggetto, visto come insorse la forma morbosa e visti tanti sintomi
emotivi e commotivi che il soggetto medesimo presentava, non vi è
nessun dubbio che la malattia del P. dipendesse dal servizio
prestato in guerra”.
Nota
dell’avvocato Giuseppe Emma al direttore del Manicomio di Cremona,
03 marzo 1923: “Il sottoscritto difensore di fiducia di P. G.
imputato come agli atti e per cui la causa verrà all’udienza dell’11
marzo 1923 espone alla S. V. Ill.ma quanto segue: Ai fini di
sostenere la sua irresponsabilità per il reato di cui all’art. 157
Cod Pen. Essendo stato il di lui fratello ricoverato presso codesto
Manicomio, si permette richiedere un attestato confermante che
effettivamente il Sig. P. A. di Emanuele è stato ricoverato presso
codesto manicomio dal 1916 al 1918 (…)”.
Lettera di P.
A. al direttore del Manicomio di Cremona, 04 settembre 1934: “Egr.
Sig. Prof. Dottor Rebizzi, Direttore dell’Ospedale Provinciale di
Cremona. Il sottoscritto P. A. di Emanuele ricoverato nel suo
ospedale nel periodo dal maggio 1917 prega di voler inviargli n.2
certificati che rispecchino la diagnosi da Lei fattami nel detto
periodo, perché mi devono servire per un ricorso alla Corte dei
Conti per le pensioni di Guerra. Quando uscii dal suo Ospedale con
lo stesso certificato mi fu assegnata la Va categoria che
nel susseguirsi degl’anni mi fu tolta restando l’infermità da Lei
riscontrata immutata. Il sottoscritto per ragioni finanziarie e di
salute non può venire di presenza e prega vivamente (…) di inviare
con cortese sollecitudine i suddetti certificati perché da questi la
Corte dei Conti trarrà la conclusione per la mia liquidazione (…).
Sperando che mio bravo professore voglia ancora soddisfarmi una
volta ossequiosamente ringrazio (…)”.
|
135.
Cartella
clinica: P. C. |
Numero
d’Ingresso: 2758 |
Provenienza:
Solarolo Rainero (Cremona) |
Soldato: 26°
Reggimento Artiglieria da Campagna |
Ammesso:
|
|
NOTE:
Certificato
Medico necessario per l’Ammissione dei Malati nel Manicomio di
Cremona, redatto dal medico di Solarolo Rainero il 14 aprile 1918:
“La famiglia crede che la causa dello sviluppo della presente
infermità, sia dovuto ad uno spavento preso combattendo. Quando e
come la famiglia e i conoscenti si siano primamente accorti di
cambiamenti nei sentimenti, nelle abitudini, nelle idee del malato.
Da quando è tornato in famiglia, e cioè circa dieci giorni fa.
E’ eccitato, sente continuamente strepiti di guerra; non riposa Né
di notte né di giorno. Può essere pericoloso a sé ed agli altri”.
14 maggio
1918, Riassunto Anamnestico e Diagnosi: “Fu nel Manicomio di
Udine. Inviato a casa in licenza, presentava allucinazioni e idee
deliranti di persecuzione con eccitamento motorio. Gradatamente si è
ridotto nelle condizioni attuali di grave agitazione motoria,
allucinazioni sensitive e idee deliranti di persecuzione a contenuto
bellico. L’eccitamento si alterna talora con brevi fasi depressive.
Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva”.
Nota del
Colonnello medico direttore dell’Ospedale Militare Succursale di
Riserva di Cremona: “Ufficio Maggiorità. Cremona, addì 27 maggio
1918. OGGETTO: Militare alienato riformato. Onorasi comunicare che
oggi venne riformato in seguito a rassegna per alienazione mentale
non dipendente da causa di servizio il soldato P. C. del 26°
Regg.to Artiglieria da Campagna (…)”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 11 novembre 1921: “P. C. (…) è
stato ammesso il 15 aprile 1918 e è morto il 1° Novembre 1918 per
marasma, che fu lo stadio terminale del grave deperimento organico
in cui era caduto a causa dei disagi incontrati durante il servizio
militare di guerra. Pertanto è chiaro che il decesso fu causato dal
servizio militare. Si rilascia il presente certificato (…) al padre
dietro sua richiesta per servire a uso liquidazione di polizza
d’assicurazione”.
|
136.
Cartella
clinica: R. F. |
Numero
d’Ingresso: 2790 |
Provenienza:
Sant’Anastasio (Napoli) |
Soldato: 59a
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 21
giugno 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 15 agosto 1918: “Venne dall’Ospedale
Militare in preda a esaltamento maniaco. Qui ha avuto alternative di
eccitamento e di depressione psichica. L’intelligenza è molto
limitata. E’ affetto da grave gastro-enterite cronica e deprimento
organico. Diagnosi: Frenosi maniaco-depressiva in soggetto
frenastenico”.
|
137.
Cartella
clinica: R. G. |
Numero
d’Ingresso: 2500 |
Provenienza:
Crotta d’Adda (Cremona) |
Soldato:
|
Ammesso: 30
dicembre 1916 |
|
NOTE:
Certificato
medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona,
30 dicembre 1916: “Uno zio paterno è morto al Manicomio di Mombello
e un suo figlio è ivi ricoverato. Tutti in famiglia e specialmente
un fratello e una sorella sono eccentrici e stravaganti. (…) E’
stato sempre gracile (…) è stato sempre insolente e prepotente. (…)
Da quando è stato richiamato in servizio militare, i disturbi
psichici si sono accentuati, tanto che dopo essere stato in
osservazione fu mandato in congedo assoluto. Dopo è stato ricoverato
in varii ospedali ma ne è sempre voluto uscire dopo qualche giorno,
manifestando idee di persecuzione e di vendetta. Ora non dorme più,
mangia poco, manifesta idee di suicidio, è andato in un paese vicino
ed ha tentato di percuotere un povero, solo per ossessione
dell’abito talare, per tale ragione lo si ritiene pericoloso a sé e
agli altri (…)”.
R.Tribunale Civile e Penale di Cremona, 21 gennaio 1918: “Il
controscritto degente presso codesto Manicomio dal Dicembre 1916 ha
numerosa prole bisognosa di assistenza e di soccorso. E poiché
risulta che prestò servizio militare come richiamato fino al 24
Ottobre 1916, si è pensato se non fosse il caso di ritenere i di lui
figli nella condizione di figli di inabile al lavoro
permanentemente, divenuti tali in conseguenza o in occasione della
guerra. Prego pertanto la S. V. Ill.ma di riferirmi se Le pare
possibile e giusto il far risalire al servizio militare prestato dal
R. durante la presente guerra, la causa o quanto meno una parte
coefficiente dell’alienazione mentale che lo affligge (…)”. [In
calce alla lettera è riportata la risposta del direttore del
Manicomio, dott. Renato Rebizzi: “N.174 24 Gennaio 1918. In merito
alla lettera di contro indicata (…) riferisco quanto segue: Dai
documenti che formano il fascicolo del malato risulta che egli ha
eredità psicopatica evidente, poiché alcuni di famiglia sono di
carattere anormale, uno zio paterno e un figlio sono stati al
manicomio. Il paziente fu sempre gracile dal lato somatico e
gracilissimo dal lato psichico, con intelligenza poco sviluppata,
scarsa attitudine al lavoro, anomalie del carattere. Risulta che, in
coincidenza col servizio militare, non è avvenuta che una
accentuazione delle sue anomalie psichiche; subito è stato messo in
osservazione e ben presto riformato. Fu militare per pochi mesi,
quasi non prestò servizio e ad ogni modo non soffrì nessuno dei
disagi e dei patemi d’animo che si incontrano nella campagna di
guerra. (…) Dunque malattia non acquisita per il servizio militare
né per altro motivo. Su questo terreno si è visto che era insorta
una grave sindrome melancolica con allucinazioni, idee deliranti di
colpa, di rovina e di condanna, con fasi di stato ansioso, sitofobia
e tendenza al suicidio; sindrome che insorge assai frequente nei
frenastenici anche senza causa apprezzabile. Essa persiste del tutto
invariata, assumendo un andamento cronico, ciò che si deve
precisamente al terreno su cui è insorta, cioè alla lesione
originaria della mente (frenastenia). Dunque, in piena coscienza, si
deve dichiarare che in questo caso la grave psicopatia non ha
nessuna relazione col servizio militare prestato dal soggetto”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 28 giugno 1917: “Eredità psicopatica grave,
essendo tutti di famiglia chi alienati di mente, chi squilibrati.
Egli fu sempre assai gracile dal lato fisico e psichico, richiamato
militare, fu presto riformato. Presenta allucinazioni, vivissime
idee deliranti di colpa, di rovina, di condanna, uno stato ansioso
intenso, sitofobia e tendenza al suicidio. Intelligenza assai
scarsa. Diagnosi: Melancolia in soggetto frenastenico”.
|
138.
Cartella
clinica: R. G. B. |
Numero
d’Ingresso: 2737 |
Provenienza:
Genova |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 12
marzo 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 15 marzo 1918: “E’ un soldato che presenta
confusione mentale e disorientamento completi, allucinazioni e idee
deliranti incoerenti. Diagnosi: Amenza”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 02 aprile 1918: “Si trasferisce
a codesto Istituto per cura della Sanità Militare il soldato
riformato di contro distinto. Entrò affetto da confusione mentale e
disorientamento completi, allucinazioni terrifiche, idee deliranti
incoerenti e inquietudine motoria. Si è riordinato gradatamente e
ora è lucido, orientato; ma conserva ancora qualche allucinazione,
qualche idea morbosa e talora fenomeni di incoerenza”.
|
139.
Cartella
clinica: R. G. |
Numero
d’Ingresso: |
Provenienza:
Bari |
Soldato: 86°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 07
febbraio 1918 |
|
NOTE:
Lettera della
madre al direttore del Manicomio di Cremona: “Bari 26 giugno 1918.
Illustrissimo Direttore, vi prego di farmi questa grazia per carità
voi mi avete mandato a dire che io mi devo recare dal tribunale per
decidermi di qualche cosa, ma io non so come regolarmi se si deve
fare la causa di mio figlio sì, o nò, in questo desidero sapere
dalla sua Accellenza che cosa sarà per mio figlio se si deve fare la
causa dove si deve fare quì a Cremona hò pure in Bari (…). Egregio
Direttore se si deve fare la causa e si farà a Cremona loavocato non
mi conviene di invitarlo da Bari perche porta molta spese, e meglio
che si trova di qui, se poi si farà in Bari allora vedrò se lo
troviamo noi (…) vi prego Illustrissimo Direttore di mettermi sempre
la buona parola verso mio figlio pensato che è un povero orfanello
di padre voi mi avete fatto la grazia, e mi la deve finire di farlo,
intanto ripeto di nuovo che io non posso far niente se non ricevo la
vostra risposta vi bacio le mani, e vi ringrazio (…)”.
Lettera
della madre al direttore del Manicomio di Cremona: “Bari 9 Agosto
1918. Egregio Signor Direttore (…) mi dovete scusare e perdonare se
io vi hò tardato a scriver, il motivo che sono stata gravemente
amalata infine di morta, e ora grazia Dio me la passo un po’ meglio,
allora vi son scritto subito appunto per sapere notizie di mio
figlio come se la passa. (…) Ora io cercherei di sapere cosa si è
deciso sul riguardo di mio figlio, quanto lo posso vedere che io
bramo e desidero di vederlo, specio adesso che credeva sicura di non
vederlo più ma i santi mi anno fatto la grazia, cerco dalla sua
Accellenza di farmi la grazia di dirmi quanto può uscire mio figlio,
e pure di sapere se si sente bene, riguardo dell’avvocato mi fece
capire che le cose devono essere [illeg.] allungo insomma non mi
diede una bella sudisfazione, e pure che io sono avuto questa
malattia sono rimasto tutto in pianto perche con quella monete mi
sono aiutato io che mi trovava in punto di morta. Ora Signore
Direttore aspetto ansioso una vostra riisposta (…)”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un soldato con tutte le attività
psichiche molto limitate e che presenta accessualmente fenomeni di
confusione mentale completa con allucinazioni, idee deliranti
incoerenti e inquietudine motoria. Diagnosi: Amenza in soggetto
frenastenico”.
Lettera
della madre al direttore del Manicomio di Cremona, 20 agosto 1918:
“La infelice sottoscritta F. Caterina (…) ammalata di grave malattia
di cuore la ringrazio di quanto bene mi ai fatto (…) verso all’unico
e solo amato figlio (…) sofferente di malattia mentale inguaribile
(…) chi sa se la infelice lo vedrà più datogli la garità della [illeg.]
malattia e della sitazione alimentare goduto un [ille.]ssimo
sussidio di 85 centesimi al giorno che tolte il pigione di casa con
le 21 [illeg.] ne anche di [illeg.] del pranzo pane nero, il
vicinato una colletta di lire 15, alla sottoscritta che lire 10 sono
state spediti al a 20 figlio R. G. stante ammalato (…)”.
R.Esercito
Italiano – Comando Supremo – Ufficio dell’Avvocato Generale
Militare. Sezione Grazie. Comunicazione alla direzione del Manicomio
di Cremona, 05 settembre 1918: “Pregasi comunicare, con cortese
sollecitudine, l’attuale posizione giuridica di R. G., ricoverato in
codesto Manicomio, nonché per quale reato il suddetto fu denunziato
e preso quale Tribunale di Guerra pende il processo”.
Risposta del
direttore del Manicomio di Cremona, s.d.: “Sono dolente non poter
fornire le notizie richieste (…) perché non risulta in questo
ufficio. Il R. fu qui accolto il 7 Febbraio 1918, proveniente dal
Carcere Militare Preventivo, ove era a disposizione dei
R.R.Carabinieri. Presentava una grave sintomatologia per cui fu
fatta diagnosi di amenza in soggetto frenastenico. Sottoposto a cura
adatta ottenne completa guarigione dei fenomeni [illeg.] amenziali,
mentre naturalmente restò affetto dalla deficienza psichica di
natura originaria. Non essendo più pericoloso né a sé né agli altri
non presentava titolo per rimanere ulteriormente in Manicomio,
sicché fu dimesso in via di prova per miglioramento e affidato ai
R.R.Carabinieri il 19 Agosto 1918”.
|
Figura 14
“Crociata” s.d.
140.
Cartella
clinica: R. V. |
Numero
d’Ingresso: 2747 |
Provenienza:
Abbiategrasso (Milano) |
Soldato: 65°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 02
aprile 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Questore di Milano al direttore del Manicomio di Cremona, 12
aprile 1918: “Oggetto: R. V. (…). Il Sig. Comandante del
Distaccamento del 65° Reggimento di Fanteria di Casalbuttano, con
lettera 9 corrente N.48 mi informa che il controscritto R. il 5
andante fu avviato a codesto Manicomio Provinciale. Trattandosi di
un pericoloso pregiudicato, sottoposto ai vincoli della vigilanza
speciale, prego la S. V. di volermi avvertire in tempo utile del
giorno in cui ne sarà dimesso e dell’eventuale riforma dal servizio
militare”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 16 aprile 1918: “E’ un soldato che, dagli
accertamenti fatti, risulta come un pregiudicato assai pericoloso,
alcoolista, già ricoverato nel Manicomio di Milano, donde venne
dimesso in prova. Presenta tutte le stigme antropologiche classiche
del degenerato, ha intelligenza molto limitata e anestesia morale
completa. Diagnosi: imbecillità intellettuale e morale”.
Lettera
dalle carceri giudiziarie di Milano di R. V. al direttore del
Manicomio di Cremona, 03 luglio 1919: “Illustrissimo Signor
Direttore (…) Una grave disgrazia a farmi, mi portò davanti al
Tribunale, dove venni condannato alla grave pena di anni tre di
reclusione ed’un anno di vigilanza Speciale. Tale pena oltre ad
essere grave ed immeritata, mi si escluse dalle attenuanti che mi si
dovrebbe concedere pel mio stato morale. Ma essendomi stato privo di
certificati che possono comprovare il soggiorno fatto in codesto
Manicomio non potei godere tale benefizio. Ed ora con la presente la
informo sulle mie generalità (…) Io sottoscritto R. V. in qualità di
Soldato venni ricoverato il due Aprile 1918 e dimesso il 28 Aprile.
Dove mi trasferirono al Reggio Manicomio di Mombello”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, 17 luglio 1919: “R. V. (…) è
stato ammesso in questo Ospedale il 2 Aprile 1918 per malattia
mentale in forma di imbecillità intellettuale e morale. L’ammissione
venne resa definitiva da questo Tribunale con decreto N.42 in data 1
maggio 1918. Fu riformato dal servizio militare (…). Venne dimesso
in prova per miglioramento il 28 aprile 1918”.
|
141.
Cartella
clinica: R. R. |
Numero
d’Ingresso: 2743 |
Provenienza:
Corte de’ Frati (Cremona) |
Soldato: 59a
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 21
marzo 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 23 aprile 1918: “Il padre fu ricoverato in
Manicomio. Il paziente soffre di depressione psichica con idee
deliranti a contenuto ipocondriaco, insonnia e tendenza al suicidio.
Le sue attività intellettuali sono originariamente ottuse. Diagnosi:
Frenosi depressiva in soggetto deficiente”.
Comunicazione
del direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona alla
Legione Territoriale dei Carabinieri di Brescia – Compagnia Esterna
di Cremona: “14 Marzo 1962. Aspirante all’arruolamento nell’Arma B.
F. – (…) Con riferimento a nota suaccennata si comunica che R. R.,
nato a Corte de’ Frati il 19.11.1881, fu riconosciuto affetto da
frenosi depressiva in deficiente, malattia cui può incidere
l’ereditarietà”.
|
142.
Cartella
clinica: S. R. |
Numero
d’Ingresso: 2734 |
Provenienza:
Cremona |
Soldato: I°
Reggimento Genio |
Ammesso: 07
marzo 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 15 marzo 1918: “E’ un militare uscito
recentemente dalla Clinica Psichiatrica di Pavia in convalescenza.
Da una sindrome nevrastenoide, è passato in una condizione di
profonda depressione dell’umore con allucinazioni della cenestesi,
ansia precordiale e fasi di eccitamento. Diagnosi: frenosi
depressiva”.
Comunicazione
del direttore dell’Ospedale Psichiatrico Provinciale di Cremona alla
Legione Territoriale dei Carabinieri di Brescia – Compagnia di
Cremona – Nucleo Operativo, 09 aprile 1973: “S. R. fu Amedeo e fu F.
Maria n. 24/8/1887 congiunto di S. D. da Cremona. Il sig. S. R. fu
qui ricoverato dal 7/3 al 21/4/1918 per ‘Sindrome depressiva’ non
meglio precisata. I dati della cartella clinica non consentono di
esprimere un parere fondato sulla natura della forma e quindi sulla
sua incidenza ereditaria”.
|
143.
Cartella
clinica: S. E. |
Numero
d’Ingresso: 2738 |
Provenienza:
Pellestrina (Venezia) |
Soldato: 4°
Battaglione Lagunari |
Ammesso: 12
marzo 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Tenente medico C. P., Cremona 12 marzo 1918: “Il soldato S. E.
(…) appartenente al 4° Lagunari 10a Compagnia da gravi
sintomi di delirio persecutorio con idee di vendetta. Il
sottoscritto lo giudica pericoloso a sé e agli altri e bisognoso di
urgente ricovero in Manicomio”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona al Direttore dell’Ospedale da
Campo N.204 – Zona di Guerra: “Cremona 25 Maggio 1918. Il militare
di contro distinto fu ammesso in questo Manicomio il 12 Marzo 1918
per un lieve e fugacissimo episodio amenziale di natura alcolica.
Riordinatosi, fu dimesso in prova e ricondotto al Corpo il 29 Giugno
1918”.
|
144.
Cartella
clinica: S. G. |
Numero
d’Ingresso: 2840 |
Provenienza:
Torre del Greco (Napoli) |
Soldato: 62°
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 18
ottobre 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “E’ un militare ammesso in preda a
completa confusione psichica, completo disorientamento,
allucinazioni terrifiche e idee deliranti incoerenti. Attualmente
abbastanza lucido; ma ancora soggetto a disturbi psico-sensoriali e
depressione dell’umore. Diagnosi: Amenza”.
|
145.
Cartella
clinica: V. B. |
Numero
d’Ingresso: 2722 |
Provenienza:
Formigine (Modena) |
Soldato: 62a
Compagnia Presidiaria |
Ammesso: 10
febbraio 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 06 marzo 1918: “E’ un soldato affetto da
ipertrofia della ghiandola tiroide. Presenta i sintomi somatici di
ipertiroidismo e una sindrome di melancolia ansiosa con idee
deliranti a contenuto persecutorio. Diagnosi: Frenosi depressiva in
soggetto sofferente di ipertiroidismo”.
Nota del
direttore del Manicomio di Cremona, s.d.: “V. B., qui accolto il 20
Febbraio 1918, presentava ipertrofia della ghiandola tiroide e tutti
i sintomi somatici dell’ipertiroidismo. Era inoltre in uno stato di
melancolia ansiosa con idee deliranti a contenuto persecutorio e
tendenza al suicidio. Fu fatta diagnosi di frenosi depressiva in
soggetto affetto da ipertiroidismo. Qui, in seguito a cura adatta,
tutte le manifestazioni si attenuarono notevolmente, pure essendo
persistite. Il paziente fu ritirato dall’Istituto il 3 Aprile 1918
per parte dell’Autorità Militare che provvide a farlo condurre al
Manicomio di Reggio Emilia. Visti i rapporti che furono descritti in
parecchi casi tra alterazioni della funzione tiroidea e i disagi del
servizio militare prestato durante la guerra e visto anche il
contenuto delle idee deliranti, che si riferiscono tutte al servizio
militare, si presume che l’infermità del V. fosse dipendente dal
servizio”.
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146.
Cartella
clinica: V. G. |
Numero
d’Ingresso: 2754 |
Provenienza:
Palermo |
Soldato: 90°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 10
aprile 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Capitano del Carcere Militare Preventivo di Cremona, 10 aprile
1918: “Il Soldato V. G. (…) è detenuto in questo carcere dal giorno
del 6 c.m. Il giorno seguente volle essere separato dai suoi
compagni di cella desiderando essere solo. Venne allora messo in
cella separata. Senza motivo alcuno cominciò a rifiutare il cibo
stando quasi sempre giacente sul pagliericcio. Anzi all’esortazione
di un graduato del Personale di Custodia di sortir fuori a prendere
aria, si tolse una scarpa e la lanciò contro il graduato stesso. Il
fatto principale da notarsi è la continua sua persistenza nel
rifiutare di prendere il cibo e sortir dalla cella. Altra fatto
caratteristico è quello di non rispondere in alcun modo alle domande
che gli si rivolgono, esclamando solo in tanto in tanto: voglio
tornare a casa, voglio la mia figliola che mi hanno ammazzato.
All’esame obiettivo ho rilevato trattarsi di individuo di buona
costituzione organica (…). La sensibilità della cute al dolore è
scomparsa, non reagendo il paziente quando viene punto da uno
spillo. (…) Trattandosi di individuo che può essere pericoloso a sé
e agli altri si crede opportuno proporre che il medesimo sia
ricoverato al locale Manicomio per giudicare se lo stato a cui esso
è in preda sia vero o simulato (…)”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, s.d.: “Grave depressione dell’umore,
allucinazioni terrifiche, idee deliranti di persecuzione, parziale
confusione psichica, ansia precordiale, fasi di stupore. Diagnosi:
Frenosi depressiva”.
Lettera della
moglie di V. G. al direttore del Manicomio di Cremona: “Genova 22 –
5 – 1918. Illustrissimo Signor Direttore La prego di farmi (…)
sapere come si trova mio marito che io è già più di quatro mesi che
non ho più avuto notizie. Non so come mai mio Marito si trova in
questo Ospedale che io credevo fosse sempre nell’Ospedale di
Alessandria, Appena o avuto la notizia che si trova in questo
Ospedale ce stato mio Cognato ma non mia potuto dare Nessuna Notizia
perche mio Marito non si trovava in grado si sapere spiegare la sua
malattia, e per questo che io mi rivolgo a lei per potermi
assicurare in che stato si trova perche io mi trovo in pensiero (…)
mi scusera del mal scritto non avendo più bella la Calligrafia”.
Lettera della
moglie di V. G. al direttore del Manicomio di Cremona, 06 luglio
1918: “Eggegio Signor Direttore Vengo con questa mia per vedere se
lei mi potese dare informazioni riguardo al Tribonale, e se lei
conosce che mi ci vorebbe qualche appogio non manchi di farmelo
sapere perché io non so a chi rivolgermi. se lei non ci dispiace di
farmi sapere come si porta mio Marito se va meglio perche io sto
sempre in pensiero che lei se lo puo immaginare”.
Comunicazione
del direttore del Manicomio di Cremona all’Ufficio Istruzione del
Tribunale di Guerra dell’VIIIa Armata: “Cremona li 7
Settembre 1918. Informato (…) comunico quanto segue: V. G. entrò in
Manicomio il 10 Aprile 1918, affetto da grave depressione
dell’umore, allucinazioni terrifiche, idee deliranti di
persecuzione, parziale confusione psichica, ansia precordiale e
insonnia. Questa grave sintomatologia psicopatica, dava luogo di
tanto in tanto a una ancor più grave condizione, cioè ad alcune fasi
di stupore profondo, che ogni volta duravano parecchi giorni. Fu
fatta diagnosi di frenosi depressiva. Il paziente ha stentato
parecchio a rimettersi. Finalmente si è riordinato a tal punto che
negli ultimi giorni, pure essendo ancora notevolmente depresso dal
lato affettivo e intellettuale, non presentava più titolo
sufficiente per restare in Manicomio. Pertanto fu dimesso in via di
prova, per miglioramento, il 19 Agosto 1918 e affidato ai RR.
Carabinieri affinché fosse ricondotto al Carcere Militare Preventivo
donde veniva. Dato lo stadio avanzatissimo della malattia mentale da
cui era affetto il V. è chiaro che egli era già in condizioni
morbose da molto tempo, sicché è pur chiaro che egli abbia commesso
gli atti irregolari che eventualmente gli vengono ascritti in
condizioni di completa infermità mentale. Vista la tendenza a
divenire preda di grave infermità mentale è giusto che, per la
dignità dell’Esercito e per evitare pericoli, sia licenziato dal
servizio militare, cui risulta assolutamente refrattario. Non
essendo ora pericoloso né a sé né agli altri e presumendosi che
nell’ambiente familiare non ricada, non sarebbe opportuno ordinare
il ricovero in Manicomio, anzi sarebbe vantaggioso al malato vivere
in libertà”.
|
147.
Cartella
clinica: V. N. |
Numero
d’Ingresso: 2771 |
Provenienza:
Agna (Padova) |
Soldato: 8°
Bersaglieri |
Ammesso: 29
aprile 1918 |
|
NOTE:
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 07 giugno 1918: “E’ entrato in una
condizione di confusione psichica, con disorientamento completo,
allucinazioni terrifiche, idee deliranti, insonnia e inquietudine
motoria. Si era riordinato quasi completamente, ma da alcuni giorni
è ricaduto repentinamente nella stessa sindrome assai più
accentuata, con l’unica variante che alle fasi di grave
inquietudine, si alternano fasi di profondo stupore. Diagnosi:
Amenza”.
|
148.
Cartella
clinica: V. C. |
Numero
d’Ingresso: 2800 |
Provenienza:
Pietrapersia (Caltanisetta) |
Soldato: 4°
Reggimento Artiglieria |
Ammesso: 11
lulgio 1918 |
|
NOTE:
Comunicazione
del Capitano medico del Centro di Mobilitazione del 4° Reggimento
Artiglieria – Infermeria Uomini: “Cremona 10. Luglio 1918. Ieri
verso le 22,30 circa, dopo aver questionato con un compagno, il
soldato V. C. (…) venne preso da forte eccitamento, e dato di piglio
ad un cavalletto di legno cominciò a minacciare i vari soldati che
si trovavano a lui vicino; ridotto all’impotenza gli venne applicata
la camicia di forza, e ricoverato in Infermeria. Da allora non solo
non pronunciò più alcuna parola, ma rifiutò altresì qualsiasi
alimenti. Trattandosi di individuo certamente anormale, e che già
era proposto per l’osservazione nel Reparto Psichiatrico di Reggio
Emilia, essendo affetto da nevrastenia, prevalentemente cerebrale.
Dato però queste sue condizioni presenti, per le quali egli può
essere pericoloso (…) credo necessario proporre che il nominato V.
C. venga ricoverato d’urgenza nel locale Manicomio”.
Nota del direttore del Manicomio
di Cremona, 15 luglio 1918: “con foglio N.2404 del 9 c.m. aveva
richiesto il Centro psichiatrico militare di Ia Raccolta
di Reggio Emilia di ricoverare in osservazione il militare di contro
distinto. Durante l’attesa si aggravarono i sintomi del C. e questi
fu d’urgenza ricoverato nel Manicomio Provinciale di Cremona. Ora è
giunta la risposta favorevole del Centro Psichiatrico di Reggio
Emilia e (…) ritengo che convenga trasferire con la maggiore
sollecitudine il C. a Reggio Emilia (…) e di effettuare il
trasferimento con almeno due soldati di Sanità, perché il malato è
in condizioni assai migliori di prima, ma ancora inquieto”.
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149.
Cartella
clinica: T. A. |
Numero
d’Ingresso: |
Provenienza:
|
Soldato: 25°
Reggimento di Fanteria |
Ammesso: 03
Marzo 1918 |
|
NOTE:
Certificato
medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona,
03 marzo 1918: “Il nominato T. A., secondo attesta la moglie era
ricoverato nel Manicomio di S.Lazzaro S.Maurizio (Reggio Emilia) ed
è riuscito a fuggire. Stamane si è presentato al domicilio del
padre. Trattasi di individuo in condizioni di mente assai alterate e
pericoloso a sé ed agli altri”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 16 aprile 1918: “Alcoolismo cronico”.
Nota del
Maggiore medico Direttore Centro Psichiatrico Militare di 1a
Raccolta, dott. Placido Consiglio, al direttore del Manicomio
Provinciale di Cremona: “Reggio Emilia 25/5/1918. (…) il soldato T.
A., appartiene al 25° Reggimento di Fanteria (Deposito di Piacenza)
e nel periodo in cui venne ricoverato in cotesto Manicomio era
Detenuto a disposizione del Tribunale di Guerra di Piacenza”.
Comunicazione del direttore del Manicomio di Cremona, 28 maggio
1918: “Egli entrò in Manicomio il 3 Marzo 1918 per regolare
ordinanza della P.S. di Cremona. Si seppe che era evaso dal Centro
Psichiatrico di Reggio Emilia. Il 7 Marzo 1918 ottenni dal Sig.
Direttore di questa Infermeria Presidiaria che fosse trasferito
mediante automobile a cura e a spese della Sanità Militare al detto
Centro Psichiatrico, perché di là mi era venuto un telegramma che
chiedeva, per ordine delle Autorità Superiori, di farlo trasferire
immediatamente. Siccome non si sapeva null’altro, ricevuta la
lettera della S. V. I., ho scritto al Sig, Direttore del Centro
Psichiatrico di Reggio Emilia chiedendo q quale Corpo e Reggimento
appartenesse il T., ove fosse il Deposito del suo Reggimento e se
durante il periodo di degenza in questo Manicomio si trovasse, come
egli diceva, in qualità di detenuto (…)”.
Nota inviata
al direttore del Manicomio di Cremona: “Direzione del Manicomio
giudiziario. Gabinetto. Montelupo Fiorentino li 17 Dicembre 1918.
Egregio Collega, (…) il medesimo [T. A.] per avere dato segni di
alienazione mentale venne dalle Carceri di Genova trasferito in
questo Istituto, in sugli ultimi del decorso mese; la brevità del
periodo di osservazione non ha ancora permesso di poter fare un
esatto diagnostico della malattia che lo affligge; il T. è stato
condannato dal Tribunale di guerra di Genova alla pena della
reclusione perpetua (Ergastolo) quale responsabile di omicidio a
scopo di furto; in tale condanna va rintracciata la ragione per la
quale è stato inviato in un Manicomio Giudiziario e non in un
Manicomio Civile. Col massimo ossequio ho l’onore di rassegnami
Devotissimo Codeluppi”.
|
150.
Cartella
clinica: Z. A. G. L. |
Numero
d’Ingresso: 2841 |
Provenienza:
Gadesco (Cremona) |
Soldato:
|
Ammesso: 19
ottobre 1918 |
|
NOTE:
Certificato
medico per l’invio dei malati al Manicomio Provinciale di Cremona,
18 ottobre 1918: “E’ da pochi giorni guarito dall’influenza.
Partecipò ai primi combattimenti dell’attuale guerra e fu ferito e
mutilato della gamba e coscia destra. (…) Ha delirio, idee strane
come quella che abbia a ricrescere la sua gamba. E’ esaltato, non
dorme. Si giudica pericoloso a sé e agli altri e necessario il
ricovero (…)”.
“Ill.o Sig.
Sindaco di Gadesco. Il sottoscritto Z. L. zio paterno del demente Z.
A. fa domanda alla S. V. Ill.a perché si compiaccia voler far
ricoverare nel manicomio Prov.e di Cremona il suddetto nipote colto
improvvisamente da malattia mentale, minacciando serio pericolo a sé
ed agli altri”.
Riassunto
Anamnestico e Diagnosi, 12 novembre 1918: “E’ un mutilato di guerra
che, dopo una influenza, è entrato in una sindrome di completa
confusione psichica, con disorientamento, con allucinazioni, idee
deliranti e agitazione motoria. Diagnosi: Amenza influenzale”.
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