|
"L'EMOZIONE
COME ESPERIENZA INFINITA".
IV° Convegno sul pensiero di Ignacio Matte Blanco del Gruppo Internazionale di Bi-Logica (Roma, 17-19 settembre 2004)
|
Foto: Ignacio Matte Blanco |
|
Resoconto di Giuseppe Leo della
prima giornata (17 settembre 2004) del Convegno sul pensiero di Matte
Blanco, tenutasi nella sede della Società Psicoanalitica Italiana. Prima
del resoconto, diamo il programma delle tre giornate dei lavori.
|
|||||||||||||||||||||||||||||
News del 2003 | ||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni dalla stampa 2003 |
L’Emozione come esperienza infinita
IV° CONVEGNO sul PENSIERO di IGNACIO MATTE BLANCO del GRUPPO
INTERNAZIONALE
di BI-LOGICA Roma 17-19 Settembre 2004 Con il Patrocinio della Società Psicoanalitica Italiana e del Centro di Psicoanalisi Romano Presidente
onorario:
Luciana Bon de Matte Co-chairs:
Alessandra Ginzburg e Riccardo Lombardi Comitato
scientifico ed organizzativo:
Carole
Beebe Tarantelli, Alessandra Ginzburg, Riccardo Lombardi, Marisa Pola,
Marcello Turno IV °Convegno sul pensiero di Ignacio Matte Blanco
del Gruppo Internazionale di Bi-logica Con il patrocinio della Società
Psicoanalitica Italiana
e del Centro di Psicoanalisi
romano
Roma 17-19 Settembre L’emozione
come esperienza infinita Venerdì
17 settembre: Centro
di psicoanalisi Romano, Via Panama 48
Mattina:
Chairman: Francesco Siracusano 9.00
- 9.30 Apertura del Congresso:
Luciana
Bon de Matte, Francesco Siracusano e Alessandra Ginzburg 9.30 - 10.30
Jaime
Coloma (Santiago) Bi-logic:
The Form of Emotion Discussione
10.30 - 11.30
Timo
Niemi (Helsinki) Black Back
Discussione 11.30 - 12.00
Coffee Break 12.00 - 13.00
Richard
Carvalho (London) A Cat’s Claw:
The Apprehension of Change
13.00 - 14.30
Lunch 14.30 - 16.00
Chairman: Alejandro Reyes (London) Tavola
rotonda:
Trauma
ed infinitizzazione degli affetti
Carol Beebe Tarantelli (Roma)
James Grotstein (Los Angeles)
Luigi Scoppola (Roma) 16. 00 – 16.30
Coffee Break 16.30-18.0
Chairman:
Gerald Wooster Panel 1:
Esemplificazioni cliniche
Phila Alava ( Helsinki) You
are not my mother!
Carmelo Carullo (Vibo Valentia)
Equivalenza ed identità: il caso di Caterina
16.30
- 18.00
Chairman: Fiorangela
Oneroso Panel
2:
Applicazioni
interdisciplinari Joe
Newirth (New York) Jokes and their
Relation to the Unconscious: Humor as Fundamental Emotional Experience José
Luis Villalba (Santiago) The
Well-Fed Sleepwalker: Cinema, Emotions and Bi-logic Sabato
18 settembre: AR.S.A.P Viale Romania 32 Mattina: Chairman: Luciana Bon de Matte 9.00
- 9.15
Domenico Chianese (Roma) Introduzione ai lavori della giornata 9.15
-10.00
Pietro
Bria (Roma) L’esperienza emotiva come base empirica
dell’infinito 10.00 - 11.15
James
Grotstein (Los Angeles) I
feel what I emote, therefore I am: notes on Matte Blanco’s radical
preconception of affects
Discussione
11.15 - 11.45
Coffee Break 11.45 - 13.00
Francesco
Orlando (Pisa) Reminiscenze letterarie e "classi": una
autoanalisi
Discussione 13.00 - 14.30
Lunch Pomeriggio:
Chairman: Riccardo Lombardi 14.30
-15.00
Alessandra
Ginzburg (Roma) L’infinito: un ospite improvviso? 15.00 - 16.15
Salomon
Resnik (Paris) Multidimensionality,
Symmetric
Thoughts and Delusions
Discussione 16.15
- 16.45
Coffee break 16.45
- 18.00
Mauro
Mancia (Milano) Psicoanalisi e
Neuroscienze: L’inconscio non rimosso e il pensiero di Matte Blanco
Discussione Domenica 19 settembre:
Centro di psicoanalisi Romano, Via Panama 48
Mattina: Chairman: Alberto Siracusano 9.00
- 10.00
Laurie
Ryavec (Santa Barbara) The Poetry of Intimation: Infinity, Mistery and Emotion
in the Work of Emily Dickinson
Discussione 10.00
- 12.30 Tavola
rotonda:
Sviluppi della Bilogica nel
pensiero di J. Grotstein
Carole Beebe Tarantelli (Roma)
Rodney Bomford (Londra)
Carole Morgan (Los Angels)
Riccardo Lombardi (Roma)
Ross Skelton (Dublino) 12.30
– 13.00
Chiusura
dei lavori: Antonio
Di Benedetto e Alejandro Reyes
|
|||||||||||||||||||||||||||||
Foto: un momento del congresso (17 settembre 2004) con, da sinistra a destra, Timo Niemi (Helsinki), Richard Carvalho (Londra), Alessandra Ginzburg (Roma), Jaime Coloma (Santiago del Cile), Carole Beebe tarantelli (Roma), Luigi Scoppola (Roma).
|
||||||||||||||||||||||||||||||
Rivista Frenis Zero | Il convegno Internazionale sul pensiero di Ignacio Matte Blanco (1908-1995), tenutosi a Roma dal 17 al 19 settembre 2004, è stato il primo organizzato in Italia, ed il quarto in assoluto dedicato al grande psicoanalista di origine cilena. Il convegno, con la presidenza della vedova Luciana Bon de Matte, ha avuto una prima giornata di lavori, introdotta da Alessandra Ginzburg, che ha presentato i relatori della mattinata. La prima relazione è stata quella di Jaime Coloma (Santiago del Cile) dal titolo "The form of emotion". Una prima trattazione teorica ha cercato di illustrare l'importanza della teoria della bi-logica alle prese col tentativo di trattare delle emozioni, per le quali le parole sono altamente insufficienti nel render conto della loro rappresentabilità. Per Coloma, le emozioni non hanno forma nel loro nucleo, per avere forma esse devono poter essere rappresentate informa articolata, e per 'articolare' è necessario passare dalla logica del SIMMETRICO (quella delle emozioni) a quella dell'ASIMMETRICO, che <<secondo Matte Blanco incapsula in modo sottile sia le emozioni che i contenuti dell'inconscio>>. Per 'dare forma alle emozioni' è necessaria una <<'pellicola' di asimmetria che avvolge il nucleo della simmetrizzazione. Le qualità che le1 differenziano da questo nucleo informe mescolano i loro contorni, distinguendosi secondo proprietà per lo più solo quantitative ed elementari. In questo senso la differenziazione in classi e non in individui, esistente nel territorio delle emozioni, potrebbe essere concepita come il prodotto della maggiore forza originaria dell'aspetto quantitativo. Le differenziazioni asimmetriche e la distinzione di qualità sono>> per Coloma << una conquista evolutiva della vita mentale>>. Questo nucleo informe delle emozioni corrisponde ad un livello, ad uno 'strato'2 dell'esperienza umana in cui il Reale è SIMMETRICO, non pensabile, in quanto, a questo livello, la distinzione tra gli eventi non è possibile, e tutto è immerso in una totalità informe che rimanda al <<mistero di un'infinità di cose che sono contenute in un'unica e sola cosa>>, realtà che è stata accostata alla 'struttura' della materia che ha preceduto il 'big bang'. Insomma, la teoria di Matte Blanco sulle emozioni contiene, contemporaneamente, due vertici di formulazione: a) il modello a strati del mondo interno; b) la struttura bi-logica delle emozioni. Secondo Matte Blanco <<la formulazione dell'interazione tra i modi di essere simmetrico ed asimmetrico e la nozione di livelli... concepita come una mescolanza, in diverse proporzioni, tra questi due modi, ci offre la possibilità di uno studio dettagliato degli affetti 'addomesticati' e delle 'gerarchie ascendenti'>> ("L'inconscio come insiemi infiniti", pag. 238). Sempre secondo Matte Blanco, l'emozione <<... nelle sue componenti o aspetti psicologici è composta da due diversi insiemi di fenomeni: sensazione - sentimento e pensiero. A sua volta la sensazione-sentimento comprende due tipi di fenomeni: quelli che sollecitano all'azione e quelli che sono semplicemente sperimentati come l'espressione di qualche stato corporeo>> ("L'inconscio come insiemi infiniti", pag.244). Ma qual è il rapporto esistente tra emozioni ed inconscio nella teoria di Matte Blanco, e quali riverberi esso può avere nella pratica analitica? <<Conosciamo le relazioni fra il concetto di 'inconscio' e quello di 'emozione', ambedue coincidono nell'essere strutture bi-logiche>> (Matte Blanco, ICII, pag.241). E riguardo alla teoria del TRANSFERT, la bi-logica può aiutare a concepirlo, secondo Coloma, come <<uno spostamento sulla figura dell'analista di un mondo emozionale originario, organizzato in classi che sono costruite o basate su distinzioni elementari compiute sotto la pressione incalzante della necessità di continuare a vivere. Le classi perciò rappresentano un allontanamento da quel nucleo simmetrico in cui le emozioni e l'inconscio rendono ogni cosa identica ad ogni altra>>. Ma qual è il rapporto tra i 'fatti' del passato ed il transfert, visto che nell'ambito della logica simmetrica dell'inconscio e dell'emozione fatti diversi nello spazio e nel tempo possono apparire identici? Per Coloma, seguendo Matte Blanco solo la logica asimmetrica può aiutare il paziente a distinguere la 'nevrosi originaria da quella 'di transfert'. Questo perché <<un fatto del presente, in questo campo simmetrico, è vissuto in modo identico all'evento passato che rappresenta in modo manifesto. L'INCONSCIO RIPETE UN'IDENTITA'>>. Al contrario, grazie alla a-simmetrizzazione coadiuvata dall'analista, <<ciò che viene spostato a livello di transfert dissemina e dispiega nella forma asimmetrica ciò che inconsciamente ed emotivamente rimane condensato ed inalterato fin dall'origine>>. Jaime Coloma illustra poi, avvalendosi di un interessante caso clinico, queste implicazioni del pensiero di Matte Blanco, ma motivi di spazio ci impediscono di esaminarlo. La relazione seguente di Timo Niemi (Helsinki) si intitolava "Black Back" ed esordiva con le seguenti parole pronunciate da un suo paziente durante una seduta: <<Mi ha attaccato nuovamente, la depressione, il dolore profondo, il senso di paralisi, la rabbia>>. Per motivi di spazio non possiamo qui esporre il caso clinico, e passiamo alle considerazioni teoriche. Niemi illustra il modello 'a strati' di Matte Blanco, per cui partendo dalla superficie troviamo il materiale appartenente al pre-conscio, quindi quei contenuti che appartengono all'inconscio dinamico, governato dalle leggi del processo primario in cui: <<Non esiste la parola no, nulla che assomigli al come, non vi è alcuna parola. Non vi è tempo nell'assenza di tempo, non vi è spazio nell'assenza di spazio, non c'è forma nell'assenza di forma. C' è solo qualcosa che non ha forma, né spazio né tempo. L'inconscio provvede un buono sfondo, un canovaccio per il soggetto, una vita da sperimentare. L'inconscio è simultaneamente uno e molteplice>>. Matte Blanco descrive la logica dell'inconscio come SIMMETRICA in quanto non obbediente a quella aristotelica (principio di non contraddizione) della coscienza, che utilizza la logica ASIMMETRICA, in quanto enfatizza le DIFFERENZE. Con le parole di Niemi <<l'esistenza di un essere umano richiede simultaneamente ambedue le forme di logica perchè il pensiero è una mescolanza di entrambe, dato questo da cui deriva il termine di 'bi-logica'. La logica asimmetrica crea una struttura per pensare ed essere, mentre quella simmetrica crea un contatto con l'essenza profonda dell'esistenza umana (...) Secondo matte Blanco l'esperienza essenzialmente umana dell'emozione, cioè l'affetto, nel momento della sua massima potenza perde quasi completamente la propria natura asimmetrica. Una forte emozione è presente ora e sempre e riempie tutta la mente: non c'è posto per nient'altro. E' sempre e ovunque lì>>. Un breve accenno, ora, ad un altro punto della relazione di Niemi: l'identità di percezione. Richiamando l'"Interpretazione dei sogni" (1900) di Freud3, Sandler e Sandler (1978)4, sostengono che se la percezione, reale o no che sia, è identica alla rappresentazione della realizzazione attuale del desiderio, allora quest'ultimo, almeno temporaneamente, sarà appagato. Nell'attualizzazione l'individuo cerca di cambiare la percezione della realtà in qualcosa che sia quanto più vicina possibile all'appagamento del desiderio. Allora, <<lo scopo principale dell'identità percettiva è quello di costruire l'esperienza di sé attraverso la ripetizione di esperienze soddisfacenti. L'identità percettiva comporta prima di tutto degli sforzi per raggiungere la rappresentazione funzionale. Questa rappresentazione (...) appartiene quindi soprattutto alla sfera della logica asimmetrica e la sua modalità è quella della Modalità dell'Accadere. Così sia la Modalità dell'Essere collegata a forti emozioni che la Modalità dell'Accadere collegata all'identità percettiva sono fondamentali per il nucleo dell'esperienza del sé>>. La successiva relazione di Richard Carvalho (Londra) si intitolava "L'artiglio del gatto: l'apprensione del cambiamento" che parte dal materiale emerso in seduta da una sua paziente. Intanto, la 'apprensione del cambiamento' del titolo è un'espressione volutamente bi-logica: la parola 'apprensione' in inglese, ma anche in italiano, significa sia 'presa', 'prensione' in senso fisico, sia 'comprensione', ma anche 'angoscia', cioé qualcosa che ha presa su di noi. In questa seduta l'immagine di un artiglio di gatto emerse insieme ad un'intensa esperienza - a livello controtransferale- di apprensione o di spavento. Dice Carvalho:<<Sembrò che in questa fase, la mia paziente avesse l'immagine mentre a me toccasse vivere l'emozione. Un dispiegamento successivo rivelò che si trattava dell'esperienza condivisa di un infinito intensivo che rappresentava l'apprendere del - ma anche essere presa dal - processo emotivo che consisteva nella trasformazione di una struttura bi-logica non vitale (in cui amore ed intimità erano inseparabili da abuso e violenza) in una struttura bi-logica vitale in cui tutti questi aspetti potevano essere differenziati gli uni dagli altri. Il movimento era stato sollecitato, almeno a livello cosciente, dal fatto che la paziente aveva notato, come è comprensibile, di aver evitato la questione dell'intimità e della sessualità in tutte le riflessioni sulla relazione analitica>>. Nel seguito della relazione Carvalho, partendo dal materiale clinico di questa paziente, analizza <<i molti infiniti e gli insiemi infiniti generalizzati che l'artiglio rappresenta>>. L'artiglio rappresenta un INFINITO INTENSIVO che è sia il soggetto - "Qualcosa"(S)- sia l'oggetto - "Qualcosa d'altro"(SE)- sia la Relazione (R) tra di loro. Nella relazione analitica, tanto l'analista che il paziente come oggetti e soggetti sono intercambiabili: se la Relazione è definita dal verbo "artigliare", la frase "io la artiglio" può essere rovesciata per produrre "lei artiglia me", e così via in una serie infinita di affermazioni reversibili in termini di verbo. E dal materiale clinico desunto dalle sedute con la paziente è dato verificare tale reversibilità a livello di R. ma anche a livello di S l'artiglio può essere il dente/pene/seno che artiglia, oppure a livello di SE può essere SE (Qualcosa d'altro) ad es. un orifizio (vagina/bocca/ano) che viene penetrato, bruciato, fatto a pezzi. L'artiglio che nel materiale della paziente di Carvalho funziona come un infinito intensivo <<non è solo un'epifania, un'epitome dell'inconscio non represso, l'abisso in cui la paziente ha paura di precipitare che è anche la fornace in cui qualcosa di nuovo può essere forgiato. Esso rappresenta anche in modo soddisfacente l'intera struttura bilogica costitutiva, "vissuta come un'unità". Rappresenta il limite indefinito fra la psiche individuale implicata nel concetto della matrice di base, da me sperimentata come apprensione in quella seduta iniziale, ma anche l'impulso innovativo verso la formazione di una struttura bi-logica vitale con tutta la sua intrinseca possibilità creativa, a partire dall'intimità e dall'amore, così come il fascino allettante della vecchia struttura non vitale.>> La conclusione della relazione di Carvalho centra il problema delle difficoltà filosofiche nell'affrontare la definizione dell'oggetto e del soggetto dell''apprendimento' (o dell''apprensione'). Un riferimento neurofisiologico, gli studi di Libet5 che dimostrano che l'impulso nervoso che nella corteccia genera il movimento precede di un brevissimo istante la nostra consapevolezza di un'intenzione cosciente nel produrre quel movimento, per Carvalho sta a dimostrare che l'azione 'volontaria' è sostanzialmente inconscia sia se la vediamo in termini fenomenologici che neurofisiologici. <<Si potrebbe sostenere che il momento della coscienza è la cresta dell'onda, nel tempo e nello spazio, di cui siamo consapevoli; e mentre in qualche misura produciamo onde a partire dalla cresta, siamo completamente alla mercé del mare di cui l'onda è parte integrante>>. La tavola rotonda del pomeriggio aveva come tema "Trauma ed infinitizzazione degli affetti" ed era coordinata da Alejandro Reyes ( Londra), mentre James Grotstein (Los Angeles) faceva da discussant coi due relatori, Luigi Scoppola e Carol Beebe Tarantelli. Luigi Scoppola (Roma) ha presentato "Trauma, lacunarità e bi-logica", in cui riprende alcune delle teorie psicoanalitiche del trauma (Greenacre & Wolder, Freud Sigmund, Freud Anna, ecc.), riferendosi poi a Matte Blanco nell'ipotizzare il vissuto del trauma come esperienza che divenendo da circoscritta totale, fa pensare ad un <<infinitizzarsi senza confini di tempo e di spazio. >>. Quindi Scoppola definisce il trauma catastrofico esplosivo come l'evento traumatico che produce la destrutturazione e la disarticolazione dei sistemi e dei sottosistemi dell'area somatica, psichica e sociale. Passa poi a descrivere il concetto di lacunarità: <<Mi raffiguro metaforicamente la condizione di lacunarità con l'immagine della presenza di vacuità all'interno di un precipitato. Possiamo pensare alla presenza di formazioni cistiche vuote all'interno di un parenchima (fegato, rene , cervello, ecc.).>>. Da questa analogia con l'anatomia patologica il concetto di 'lacunarità' viene quindi riallacciato al campo psicoanalitico: i riferimenti sono alle 'somatosi' di Greenacre (1958)6 , alle 'sindromi psico-fisiche' di Gaddini7 , alle 'somatopsicosi' di Meltzer e Bion8 dove alla base della patologia c'è un'antica esperienza di separazione che non è stata elaborata. <<Il contenuto affettivo legato a tale esperienza>> continua Scoppola <<si dimostra non tollerabile e non elaborabile e, quindi, non traducibile in acquisizione di senso e di significato, perchè avvenuto in epoche precedenti alla comparsa dell'attività simbolica della mente. (...) La mancata trasformazione dell'esperienza emotiva in forma simbolica dà luogo ad accumulo di esperienze emotive sotto forma di stimoli che tendono a sconvolgere l'apparato mentale>>. Riferendosi poi ad Edelman, e ad i suoi studi sulla memoria, Scoppola ipotizza che nel processo di maturazione del sé la sofferenza psicosomatica originaria abbia potuto creare delle aree del sè isolate carenti di relazioni di pensiero, e questo si sarebbe prodotto in seguito ad eventi relazionali dell'ambiente che avrebbero evocato (in termini di classe di appartenenza, per riferirsi a Matte Blanco) delle sofferenze arcaiche connesse ad isolate memorie primitive che si sarebbero ricategorizzate nel tempo. Scoppola definisce queste aree AREE LACUNARI DI NON INTEGRAZIONE DEL SE'. Ma come studiare questo rapporto tra esperienze arcaiche e eventi recenti ri-evocanti in termini di bi-logica? Poiché l'inconscio ha un carattere a-temporale <<la conoscenza della esperienza separativa recente si ricongiunge, per il Principio di generalizzazione, con la intera classe degli eventi separativi accaduti in passato>>. Scoppola passa poi a differenziare la lacunarità derivante da precoci esperienze separative dal trauma catastrofico esplosivo, definito in precedenza. <<In questo vi è la memoria di ciò che un tempo è esistito nella esperienza reale della persona; ma poi la avvenuta esplosione ha indotto una profonda disarticolazione del sè che, tuttavia, ha conservato una memoria incancellabile di una realtà che è esistita nel passato. E' infatti la condizione di incancellabilità di tale memoria che la rende sempre vivida e stringente e conduce ad una differenziazione, per opposto, dalla lacunarità>>. Lacunarità e disarticolazione post-traumatica hanno quindi una relazione di reciproca simmetria rispetto alla condizione di un dolore senza parole: mentre la lacunarità si riferisce ad una mancanza, all'assenza primordiale di intersoggettività, alla 'loneliness' di Modell (1993)9,nel caso del trauma esplosivo ci si riferisce alla perdita dell'integrazione che però un tempo era stata raggiunta. Questo perchè mentre la lacunarità si è prodotta in una fase dello sviluppo mentale precoce per cui a seguito di un'assenza intersoggettiva qualcosa, che pur aveva le potenzialità di svilupparsi, non è potuto nascere o divenire (carenze integrative), nel caso del trauma esplosivo il trauma si è verificato più tardivamente, quando l'integrazione era già avvenuta, e quindi la memoria consente nell'attualità di recuperare categorie del passato che rinviano ad esperienze vissute di presenza, di relazioni affettive e di esperienze sensoriali esistite. Da ciò consegue che diverso è nei due casi la modalità tecnica di approccio analitico. Poiché la sofferenza lacunare si riattualizza in quelle circostanze della vita quotidiana in cui si verificano perdite che rimandano, per appartenenza alla stessa classe, ad esperienze precoci di assenza già iscritte nella memoria, allora <<ne consegue che nel trattamento della sofferenza lacunare la relazione transfert-controtransfert apre la possibilità di una ritrascrizione nella attualità del presente di una sofferenza precoce legata all'evento10.Tale ritrascrizione si realizza per la capacità che hanno gli affetti di rendere simmetriche le memorie dal passato con quelle del presente nella situazione dell'hic et nunc della relazione11>>. Nel caso del trauma esplosivo, invece, si è verificata una perdita di ciò che prima esisteva, ma ne ha disarticolato il processo di integrazione a suo tempo già costituitosi. Allora in termini psicoterapeutici, è necessario un lento processo riordinativo e ricostruttivo dove la relazione transfert-controtransfert è il fondamento della ricostruzione. <<Attraverso questa si deve cercare di non porre limiti alla regressione verso i livelli più primitivi del sé. Il dolore che così può emergere necessita di un ineludibile confronto con i sentimenti di amore e di odio che sono spesso presenti nella coppia terapeutica. Il rifiuto come l'amore possono consentirsi, nel divenire di tale coppia antinomica, di caricarsi reciprocamente l'uno dell'altro, cioè l'amore può farsi carico del dolore ed il dolore può iniziare a lenirsi sotto le prime luci di un amore che può risorgere>>. Quindi, Scoppola fa riferimento a Winnicott12 e ai concetti di 'stato primario dell'essere' e 'stadi pre-primitivi', chiedendosi in aggiunta se il trauma esplosivo possa riportare il soggetto ad una condizione 'pre-primitiva di iniziale solitudine fondamentale' che è caratterizzata da una situazione di massima dipendenza. In un'altra opera13 sempre Winnicott introduce il concetto di 'intrusione esplosiva' nella struttura del sè prodotta dal trauma. Da questi riferimenti teorici a Winnicott, scoppola prende le mosse per individuare nelle funzioni contenitive di 'holding' e di 'handling' dei necessari presupposti da tradurre nella pratica psicoterapeutica. Foto: D.E. Winnicott Scoppola si chiede se il trauma e la lacunarità pongono delle difficoltà terapeutiche comuni all'analista. La difficoltà ad entrare in comunicazione col paziente, il fatto che questi porti soprattutto sintomi somatici sembrano aspetti comuni che richiedono al terapeuta uno sforzo arduo iniziale di <<disponibilità a confondersi mentalmente con il paziente fino al punto di perdere con lui la dimensione stessa della comunicazione. Paradossalmente è necessario non capire per capire ciò che sta accadendo>>. Spesso l'analista viene inoltre colto da sentimenti di noia per l'apparente banalità del materiale che il paziente gli porta: ciò, in termini bioniani, si può interpretare come il tentativo del paziente di inondare con elementi beta la mente dell'analista. La mente del terapeuta deve allora rifornire i contenuti di elementi alfa per coadiuvare nel paziente la capacità di pensare.
La relazione di Carole Beebe Tarantelli si intitolava "Trauma e morte senza fine: note metapsicologiche". L'autrice si propone di dar conto, in termini metapsicologici, della fenomenologia post-traumatica facendo riferimento alla teoria delle emozioni secondo le formulazioni di matte Blanco, Damasio e Grotstein. Foto: A. Damasio In seguito, la Tarantelli proporrà un modello epistemologico sulla dialettica intrusione/ottundimento (difficoltà nel modulare l'emozione, o coazione a ripetere) come condizione della mente che ha esperito un trauma catastrofico. Secondo Damasio14 15, le emozioni sono fondate sulla percezione di stati del corpo, e la capacità di percepirli richiede delle immagini. Quindi, con riferimento a Matte Blanco, le emozioni per esser percepite come sensazioni, passibili di essere registrate dalla coscienza, devono essere rese 'asimmetriche', ossia suscettibili di essere rappresentate in immagini che possono essere percepite da un Io. Per la Tarantelli <<nel trauma catastrofico l'emozione prolifera in afflizione infinita16.>> Rifacendosi a Grotstein17 il trauma può essere concepito come <<l'evento del tutto esterno (che) penetra la psiche, che è impotente a resistergli ma anche a contenerlo>>. La Tarantelli utilizza l'immagine dell''onda anomala' come metafora di un'angoscia, derivante da questa esplosione traumatica, che se non può essere fermata, continua a salire fino a travolgere tutto quanto incontra sul suo cammino. <<L'esplosione, però>>, precisa <<non è un evento che possa essere definito un processo: non si verifica nel corso del tempo, bensì in un 'istante senza tempo'. In altre parole, l'afflizione infinita produce un'assenza subitanea e totale, una proliferazione istantanea e irresistibile di emozione che nulla può fermare>>. Il trauma, proprio perché come un'esplosione disintegra tutto ciò che si trova nel suo epicentro, distrugge per un istante la capacità della mente di registrare quello che accade nel mondo interno e nella realtà esterna, e crea una disarticolazione nel rapporto tra mente e corpo. Un altro modo di rappresentare ciò, è dire che il trauma provoca un'emozione infinita, non percepibile, che distrugge il radicamento nel 'pavimento psichico' (Tustin). Grotstein parla di "stato traumatico puro o assoluto"18 o insignificanza primaria, in cui per un istante viene del tutto disattivata la capacità di codificare l'esperienza. Questa espressione di Grotstein presenta punti di contatto con altre formulazioni come la 'distruzione della barriera agli stimoli' (Freud), della barriera di contatto (Bion), dell''io pelle' (Anzieu). Il trauma può creare i presupposti per una 'impotenza motoria dell'io', l'incapacità di sfuggire al trauma, che diventa 'impotenza psichica' (Freud, 1928) quando è incapacità di strutturare una difesa, anche la più primitiva, per allontanare l'io dalla situazione che minaccia di sopraffarlo. <<Se però non si verifica una completa resa all'emozione traumatica>> afferma la Tarantelli <<la frenetica attività della spinta alla sopravvivenza colma il vuoto in cui il sè e il mondo erano totalmente assenti, e permette di opporre una barriera alla perdita definitiva del sé. Potremmo descrivere così questa esperienza: all'interno del sé, paralizzato dal dolore e pietrificato dal terrore, la forza vitale, al di là del pensiero e al di là della volontà, mobilita all'istante l'intero organismo, indicendolo a una frenetica attività per conservare la vita>>. L'esperienza del dolore, pur intollerabile, diventa l'elemento che fa ripartire il processo di registrazione delle esperienze nel mondo interno, consente la convalida dell'esistenza del mondo interno, fornisce la conferma che il sè continua ad esistere: per dirla con la Tustin (1981) permette di ricostruire 'il pavimento psichico'. Per far fronte a questa esperienza di dolore e angoscia infiniti, l'Io, in maniera difensiva, sospende le proprie funzioni esecutive, ed i suoi confini diventano labili: <<perdo me stesso quale mi conosco e mi disperdo lasciando solo una punta di spillo di me, che possiede coscienza di me, sebbene il resto di me non sia del tutto perduto perché io ho la sensazione della sua esistenza. Sono preda della sofferenza, però il mio dolore è anche disperso all'esterno, ma vicino a me>>. Per rifarsi a Winnicott (1965, 1989)19 20ed a Gaddini (1992)21, si tratta di esperienze di non integrazione, in cui l'attività dell'Io residua consiste nella mera registrazione delle sensazioni-percezioni: è ciò il tenue legame che tiene insieme il sé. L'importanza del ri-cordare, del ri-membrare viene esaminata dalla Tarantelli dapprima in termini 'bioniani' (dopo il trauma, la mente non può contare in altro contenimento se non quello fornito dal sé che, sebbene distrutto dall'irruzione dall'esterno dell'evento, ridotto a contare solo sulle proprie scarse risorse, paradossalmente deve rigenerarsi senza appoggio, in totale solitudine) e quindi rifacendosi a Damasio. Questi afferma (1999)22 <<Nella loro essenzialità, le emozioni fanno parte della regolazione omeostatica e sono pronte a evitare la "perdita di integrità" che è preannuncio di morte, o la morte stessa>>. In questi termini, per la Tarantelli, il ri-membrare comporterebbe un ritorno ad un funzionamento integrato mente/corpo in cui viene mantenuta l'omeostasi. Ma nella 'dialettica del trauma' i due elementi, intrusione e ottundimento (coazione a ripetere), giocano ciascun un ruolo nell'impedire la modulazione delle emozioni e, quindi, il ritorno all'omeostasi: l'intrusione facendo sentire il soggetto sommerso dall'emozione traumatica, e l'ottundimento dissociando o ottundendo l'emozione affinchè il sè si senta di nuovo al sicuro. L'intrusione comporta che ogni stimolo che viene ad essere associato all'evento traumatico ('generalizzazione' per Matte Blanco) può far ripartire la 'proliferazione letale dell'emozione traumatica'. Riguardo all'ottundimento, questo viene in soccorso del sé, quando l'emozione traumatica si è scatenata e ha invaso la psiche, eliminando l'emozione. <<Si ha così l'illusione di avere sventato il pericolo. Ma anche questa reazione si rivela una minaccia di morte: con la generalizzazione degli stimoli capaci di provocare l'emozione traumatica, sempre più le zone di esperienza associate a quegli stimoli diventano fonte di dolore e quindi devon essere evitate; si può arrivare così, potenzialmente, alla reazione da "morti al mondo">>. Ma, a questo punto, la spinta alla sopravvivenza si fa di nuovo sentire contro la minaccia di morte, e questa attivazione emozionale scatena una nuova esperienza del tipo 'intrusione': il sopravvissuto si trova così intrappolato in un ciclo senza fine in cui 'intrusione' ed 'ottundimento' si alternano e si potenziano l'un l'altro. In tale circolo vizioso il ri-membrare è potentemente ostacolato: in termini economici <<l'energia psichica necessaria per far impedire che la mente sia invasa dall'emozione traumatica con l'intrusione, e l'energia psichica necessaria per far ripartire la psiche dopo l'ottundimento, esauriscono l'energia che potrebbe essere usata per ricostruire il contenitore psichico e riparare la barriera di contatto>>. Per concludere, la Tarantelli enumera due operazioni che nell'analisi di pazienti traumatizzati sembrano fondamentali. Da una parte, è necessaria la capacità di sostenere il processo di rigenerazione con la presenza del terapeuta: l''abbraccio fusionale' rappresenta una condizione preliminare per lavorare con questi pazienti. Grazie a esso l'energia psichica del paziente ritorna a poter essere impiegata per poter rigenerare la barriera agli stimoli, l'io pelle. L'altra operazione necessaria consiste in un <<delicato processo per analizzare e ricategorizzare gli stimoli che sono stati simmetrizzati al trauma originale, in modo da riportarli alla loro corretta condizione asimmetrica . (...) La mente è ri-membrata come il contenitore dello spazio psichico, in cui si può pensare il pensiero e sentire la sensazione, determinare lo scopo e dare avvio alle azioni. Allora, e solo allora, le emozioni possono preannunciare la vita e non la morte>>. |
|||||||||||||||||||||||||||||
Note del
curatore:
1) riferito alle emozioni; 2) qui il richiamo è al modello stratificato che Matte Blanco adotta nel rendere conto della 'struttura' del mondo interno. 3) S. Freud (1900): <<Questa prima attività psichica mira dunque ad un'identità di percezione, vale a dire alla ripetizione della percezione che è collegata col soddisfacimento del bisogno>>. 4) Sandler J. & Sandler A.-M. (1978): "On the development of object relationships and affects", Int. J. Psychoanal. 59:285-296. 5) In un intervento Mauro Mancia ha chiesto a Carvalho se l'evento elettrofisiologico, registrato da Libet, che precede di 500 ms l'evento soggettivo, possa avere a che fare con l'inconscio oppure con la non consapevolezza. Per Mancia nell'idea originaria di Libet quell'evento ha a che fare con la non consapevolezza anziché con l'inconscio. Carvalho risponde che invece, secondo lui, quel dato neurofisiologico può essere accostato all'inconscio. Un'altra osservazione di Mauro Mancia, a proposito del caso clinico portato da Carvalho, è che quello che ricordava la paziente del trauma infantile non poteva essere considerato facente parte dell'Inconscio Dinamico (o Rimosso), bensì della Memoria Implicita (altro punto che Mancia svilupperà poi nella sua relazione del 18.9.2004). 6) Greenacre P. (1958): Toward an understanding of the physical nucleus of some defense reactions, Int. J. Psycho-Anal., 39, 69-76. 7) Gaddini, in "Opere", soprattutto nei due contributi "La frustrazione come fattore della crescita normale e patologica" e "Note sul problema mente-corpo". 8) Meltzer D. (1982) "Implicazioni psicosomatiche nel pensiero di Bion", in Quaderni di Psicoterapia Infantile, 1982, 7, 199-222. 9) Modell A.H. (1993): The private self, Harvard University Press, London. 10) si veda Modell (1990), "Per una teoria del trattamento psicanalitico", Cortina Milano, ediz. ital. 1994, coi suoi concetti di 'ripetizione' e di 'ritrascrizione'. 11) si veda Edelman G. M. (1987): ediz.ital.: Darwinismo neurale. La teoria della selezione dei gruppi neuronali, Einaudi, Torino, 1995. Ma anche Ferraro F. & Garella A.: Nachtraglichkeit, in Rivista di Psicoanalisi, 2001, 1, 79-106. 12) Winnicott D.W. (1988): ediz.ital., "Sulla natura umana", Cortina, Milano, 1989. 13) Winnicott D.W. (1958): ed.ital., "Dalla pediatria alla psicoanalisi", Martinelli, Firenze, 1975. 14) Damasio A. (1999). "The feeling of what happens", London, Vintage. 15) Damasio A. (2003), "Looking for Spinoza", London, William Heinemann. 16) Beebe Tarantelli C. (2003), "Life within death: Towards a metapsychology of catastrophic psychic trauma", in Int J Psychoanal 17) Grotstein J. (2000), "Who is the dreamer who dreams the dream?", Hillsdale, New Jersey : The Analytic Press. 18) Grotstein J. (1990), "The 'black hole' as the basic psychotic experience: some newer psychoanalytic and neuroscience perspectives on psychosis", in Psychoanalysis and severe emotional illness, ed. A. Silver, B. Cantor, New York: The Guilford Press. 19) Winnicott D.W. (1965). Ego integration in child development. In The maturational processes and the facilitating environment, Madison, Connecticut: Int. Univ. Press. 20) Winnicott DW (1989). Fear of breakdown. In Psycho-analytic explorations, London: Karnac Books. 21) Gaddini E. (1992). The pre-symbolic activity of the infant mind. In A psychoanalytic theory of infantile experience, London: Tavistock/Routledge. 22) Damasio A. (1999). The feelings of what happens. London:Vintage.
|
||||||||||||||||||||||||||||||
Recensioni bibliografiche 2003 | ||||||||||||||||||||||||||||||
|
Ignacio Matte Blanco: opere
|
|||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||||
Copyright- 2004 A.S.S.E.Psi.- Ce.Psi.Di.
Editor del sito web e responsabile editoriale: Giuseppe Leo